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Settimanale - New Business Media s.r.l. - via Eritrea, 21 - 20157 MILANO - Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) - art. 1, Comma 1, DCB Milano
SUPPLEMENTO AL N 14 DELL’8 APRILE 2016 - ANNO LVII ISSN 2421-356X
SPECIALE
IMPIEGO SOSTENIBILE DEL RAME IN AGRICOLTURA DOSI AD ETTARO
VERSO UN LIMITE MASSIMO IN ETICHETTA PROVE IN PIEMONTE
COMBATTERE LA PERONOSPORA CON MENO RAME
SOLFATO TRIBASICO
IL MIGLIOR PARTNER IN MISCELA PROVE SU ACTNIDIA
SELETTIVITÀ ED EFFICACIA CONTRO PSA
PRONTEZZA, PERSISTENZA D’AZIONE E SELETTIVITÀ
L’IMPORTANZA DELLA GIUSTA FORMULAZIONE IN COLLABORAZIONE CON CHIMIBERG (MARCHIO DI DIACHEM S.P.A.)
SPECIALE IMPIEGO SOSTENIBILE DEL RAME
Anno LVII - Numero 14 - 8 aprile 2016
In collaborazione con Chimiberg (marchio di Diachem S.p.a.)
DIRETTORE RESPONSABILE: Ivo A. Nardella REDAZIONE: Francesco Bartolozzi, Dulcinea Bignami, Gianni Gnudi (capo redattore), Alessandro Maresca, Giorgio Setti (capo redattore), Lorenzo Tosi SEGRETERIA DI REDAZIONE: Tel. +39 051 6575.835 - Fax +39 051 6575.856 Piazza Galileo Galilei, 6 - 40123 BOLOGNA [email protected] UFFICIO GRAFICO: EMMEGI GROUP srl PROGETTO GRAFICO: Elisabetta Delfini e Cristina Negri PROPRIETARIO ED EDITORE: New Business Media srl SEDE LEGALE: Via Eritrea, 21 20157 Milano DIRETTORE EDAGRICOLE: Eugenio Occhialini
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Evoluzione dei fungicidi rameici e aspetti fitoiatrici Il ruolo decisivo della formulazione Difesa antiperosporica. Il miglior partner in miscela Combattere la peronospora con meno rame? Si può
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Cancro batterico del kiwi. Un importante target Selettività su actinidia ed efficacia contro Psa A Caravaggio il segreto della qualità dei formulati Diachem, affidabilità ed esperienza
Associato a:
ed è membro italiano di EUROFARM, l’associazione dei più importanti giornali periodici agricoli europei Responsabilità: la riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro traduzione è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati e la Casa Editrice non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. La Casa Editrice non si assume responsabilità per i casi di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista. Ai sensi del D.Lgs 196/03 garantiamo che i dati forniti saranno da noi custoditi e trattati con assoluta riservatezza e utilizzati esclusivamente ai fini commerciali e promozionali della nostra attività. I Suoi dati potranno altresì essere comunicati a soggetti terzi per i quali la conoscenza dei Suoi dati risulti necessaria o comunque funzionale allo svolgimento dell’attività della nostra Società. Il titolare del trattamento è: New Business Media Srl, Via Eritrea 21, 20157 Milano. Al titolare del trattamento Lei potrà rivolgersi mediante il numero 02/3909.0349 per far valere i Suoi diritti di rettificazione, cancellazione, opposizione a particolari trattamenti dei propri dati, esplicitati all’art. 7 D.Lgs 196/03.
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SPECIALE IMPIEGO SOSTENIBILE DEL RAME Una soluzione sempreverde per la difesa delle colture di Agostino Brunelli*
L’evoluzione dei fungicidi rameici e aspetti fitoiatrici Attività ed efficacia, la caratterizzazione fitoiatrica, il ruolo della formulazione, l’impiego alla luce delle nuove normative
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L’
utilizzazione del rame come mezzo di difesa delle piante risale ad oltre due secoli fa nella protezione delle sementi di grano da carie e carbone, ma il reale ingresso del metallo sulla scena fitoiatrica può essere collocato intorno all’anno 1885 nell’area di Bordeaux, in Francia, dove si constatò che l’aggiunta della calce migliorava sostanzialmente l’efficacia protettiva del solfato di rame contro la peronospora della vite, da poco arrivata in Europa. Era nata la poltiglia bordolese, per decenni indiscussa protagonista della difesa nella preparazione aziendale e ancora oggi ampiamente diffusa, come preparazione industriale, anche se ad essa si sono progressivamente affiancati diversi altri prodotti. L’introduzione dei fungicidi di sintesi ha portato a un progressivo ridimensionamento del ruolo del rame nella difesa delle colture, tuttavia l’impiego del metallo è rimasto in Italia su livelli notevoli, specie in viticoltura dove, per diversi motivi, esso si è integrato con gli altri antiperonosporici. Alla fine del secolo scorso si è registrato un ritorno di attenzione per il rame, sulla spinta di diverse e opposte motivazioni. Da un lato il crescente orientamento per i mezzi di difesa di origine naturale, nonché per i metodi di coltivazione biologica, ha ampliato l’uso fitoiatrico del metallo, anche in considerazione della mancanza di reali alternative naturali; dall’altro il suo profilo eco-tossicologico non positivo, con particolare riguardo all’accumulo nel terreno, ha sollevato interrogativi di ordine ambientale. Tale nuovo scenario ha di fatto modificato l’approccio all’uso fitoiatrico del rame, da sempre ispirato a criteri estremamente cautelativi sia nei dosaggi sia nelle strategie
d’impiego, e creato la necessità di ridurre i quantitativi impiegati. Questa esigenza è diventata ancora più pressante nell’ambito dell’agricoltura biologica a seguito dei provvedimenti comunitari che hanno stabilito limiti quantitativi per l’applicazione del rame. Un contributo fondamentale alle possibilità di riduzione dei quantitativi di rame in fitoiatria è venuto dalla componente industriale, che si è fortemente impegnata nella messa a punto di nuove tecnologie finalizzate a ridurre i dosaggi.
L’attuale disponibilità di prodotti rameici Oggi la disponibilità di formulati rameici industriali per uso fitoiatrico è in Italia riferibile a cinque categorie: 1. solfato neutralizzato con calce: si tratta di prodotti preparati sul modello della tradizionale poltiglia bordolese e come questa sono costituiti da un complesso di sali di rame non ben definito; 2. solfato tribasico, in cui la neutralizzazione viene ottenuta con un processo di lavorazione diverso da quello proprio della poltiglia bordolese; 3. ossicloruri (ossicloruro di rame e calcio o triramico e ossicloruro tetraramico); 4. ossido rameoso; 5. idrossido di rame. Tali prodotti si presentano in diverse formulazioni (polvere bagnabile, granuli disperdibili, sospensione concentrata) e in qualche caso due diversi tipi di rame sono formulati insieme (es. ossicloruro e idrossido, oppure solfato tribasico e idrossido). Contengono una percentuale di rame molto variabile, e variabile è anche il dosaggio, che comunque è sempre stato più o meno ampiamente supe-
riore ai 100-150 g/hl e solo da alcuni anni ha mostrato la tendenza alla riduzione anche al disotto dei 100 g/hl. Esistono in commercio anche numerosi formulati in cui il rame (soprattutto come ossicloruro) è miscelato con fungicidi organici.
L’azione antifungina del rame I preparati a base di rame sono accomunati dalla proprietà di contenere il metallo sotto forma di sale insolubile, che in presenza di acqua e con il concorso di altri fattori ambientali o collegati alla pianta (es. CO2), cede una quota del metallo come ioni Cu++, i quali sono i responsabili dell’attività antifungina (e antibatterica). I prodotti rameici funzionano quindi come riserve di rame, che si rende disponibile sulla vegetazione in forma ionica nel momento in cui i fattori ambientali (soprattutto piogge e bagnature), favoriscono lo sviluppo del patogeno. L’azione del rame avviene fondamentalmente alla superficie degli organi vegetali trattati, principalmente attraverso il blocco della germinazione delle spore. Per tutti i prodotti a base di rame l’azione tossica è svolta dagli ioni Cu++ i quali inizialmente si fissano sulla superficie cellulare, determinando un’alterazione della semipermeabilità della membrana e facilitando la penetrazione all’interno della cellula degli stessi ioni Cu++. Questi proseguono la loro azione dannosa fissandosi su diverse sostanze proteiche grazie alla loro affinità con alcune strutture, come i radicali sulfidrilici, fondamentali per il funzionamento cellulare. Uno dei bersagli principali è il sistema enzimatico piruvatodeidrogenasi operante nell’ambito della respirazione. Gli effetti dannosi del rame sui patogeni sono quindi molteplici e ciò è un importante aspetto nel prevenire la possibilità dei patogeni di sviluppare meccanismi di resistenza. Una delle caratteristiche del rame è l’ampio spettro di efficacia, che comprende un’am-
pia gamma di patogeni fungini e si estende anche a quelli batterici. Anche per tale motivo, nonostante il forte ridimensionamento collegato alla introduzione dei fungicidi di sintesi, esso ha conservato nell’agricoltura convenzionale e integrata un ruolo importante; inoltre la mancanza di valide alternative naturali rende oggi il rame indispensabile in agricoltura biologica.
I principali target Complessivamente il rame, oltre che sulle malattie batteriche (per le quali continua a rappresentare un mezzo di lotta fondamentale), viene comunemente utilizzato in alcuni settori come la difesa antiperonosporica della vite, la protezione dei fruttiferi al bruno (es ticchiolatura delle pomacee, corineo di albicocco e ciliegio), la lotta contro l’occhio di pavone sull’olivo, la difesa da peronospora e altre maculature fogliari (septoriosi, cercosporiosi) su alcune orticole. Per contro la sua efficacia è parziale su altre malattie come ruggini e alternariosi. Fra le motivazioni alla base del favore incontrato dal rame nella moderna fitoiatria rientrano anche i suoi effetti fisiologici secondari, che possono risultare utili nella gestione delle colture: è questo ad es. il caso della vite, in cui il metallo da un lato, frenando lo sviluppo vegetativo, contribuisce a limitare l’aggressività delle malattie fungine (specialmente muffa grigia e oidio) e dall’altro accelera la lignificazione dei tralci. Peraltro sulle colture più sensibili la sua non completa selettività per i tessuti vegetali può portare a effetti non sempre accettabili, che possono essere accentuati da particolari condizioni climatiche (piogge e basse temperature). Si ricordano al riguardo le necrosi fogliari sul pesco, la rugginosità dei frutti su melo e pero, i possibili danni ai fiori di diverse specie. n
PROSPETTIVE Dopo un prolungato periodo di stabilità succeduto alla sua integrazione con i fungicidi di sintesi, il rame si trova oggi in una nuova, dinamica fase in cui il suo ruolo fitoiatrico da un lato è andato nuovamente aumentando, dall’altro è ritornato oggetto di discussioni e ripensamenti sia di tipo tecnico che normativo, dal cui esito dipenderà il futuro del metallo nella difesa delle colture. Al momento risulta difficile prevedere gli sviluppi dell’istruttoria in corso in ambito comunitario sugli aspetti tossicologici e ambientali; è comunque certo che se il prodotto dovesse risultare penalizzato da ulteriori limitazioni, ne deriveranno difficoltà per alcuni settori di difesa e soprattutto per l’agricoltura biologica, in cui, come noto, la sua sostituzione con mezzi alternativi è ancora problematica. In tale situazione i miglioramenti in corso a vari livelli, al fine di ottimizzare l’uso del rame, sia sotto l’aspetto del dosaggio sia come tempi di intervento, possono fornire un importante contributo ad attenuare le preoccupazioni collegate alla sua non soddisfacente compatibilità soprattutto ambientale.
*Dipartimento di Scienze agrarie, Università degli Studi di Bologna
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SPECIALE IMPIEGO SOSTENIBILE DEL RAME La dose d’impiego a ettaro e l’intervallo tra i trattamenti: evoluzione e limiti a cura di Chimiberg marchio di Diachem spa
Il ruolo decisivo della formulazione L’importanza di parametri come la migliore adesività e la giusta frequenza della dimensione delle particelle
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ino ad un recente passato, l’impiego dei formulati rameici prevedeva la distribuzione di elevate dosi di rame metallo ad ettaro (fino a 1-2 kg/ha Cu2+) per ogni singolo trattamento (in vegetazione). L’accresciuta sensibilità ai temi ambientali ha accentuato l’attenzione, in particolare, alla ridotta mobilità del rame, con il conseguente accumulo nel terreno, che potrebbe determinare potenziali effetti ambientali negativi. Da ciò deriva la necessità di ridurre, in via cau-
telativa, gli apporti di rame, senza per altro compromettere l’efficacia del trattamento. Nel corso degli ultimi anni, l’industria degli agrofarmaci ha reso disponibili formulati rameici che tendono a massimizzare l’efficacia dello ione rameico (Cu2+) perseguendo una difesa ottimale con la giusta dose di rame.
La frazione biodisponibile Ciò si ottiene essenzialmente attraverso la selezione del sale cuprico utilizzato (tab. 1) e l’attuazione di processi produttivi che conferiscano alle formulazioni le necessarie caratteristiche qualitative. Efficacia e selettività dipendono infatti dalla quantità di ioni rameici liberati nel tempo (frazione bio-disponibile – si veda fig. 1). Le caratteristiche chimico-fisiche proprie di ogni sale cuprico (struttura molecolare, superficie sviluppata ecc…) condizionano il rilascio degli ioni rameici, responsabili dell’attività fungicida e
Fig. 1 - L’attività fungicida dei formulati rameici
Tab. 1 - I composti di rame disponibili • Idrossido di rame • Ossicloruro di rame • Ossido di rame • Poltiglia bordolese • Solfato Tribasico di rame Nota. Si propongono i composti inclusi nell’allegato I del 91/414/CEE (Decreto del 15/09/2009)
batteriostatica. Attraverso il processo produttivo, poi, si interviene sulle proprietà adesivanti e sulla dimensione delle particelle contenute, da cui dipende non solo l’attività biologica ma anche la resistenza al dilavamento: grazie ad un’appropriata ripartizione granulometrica si garantisce un elevato numero di particelle finemente micronizzate adatte a creare un’uniforme copertura della vegetazione trattata. La disponibilità di migliorate formulazioni ha quindi permesso la progressiva riduzione delle dosi di rame metallo distribuite per singolo trattamento: oggi comunemente queste oscillano tra 0,5 e 1 kg/ha. La questione assume una rilevanza maggiore in virtù del fatto che (proprio come capita già per l’agricoltura biologica o Integrata, si veda riquadro in fondo), nel prossimo futuro tutte le etichette dei prodotti saranno autorizzate sulla base di una dose annuale massima ad ettaro (che potrà variare da paese a paese): infatti sono attualmente in corso di valutazione, da parte delle competenti autorità nazionali, i dossier presentati al fine della ri-registrazione dei formulati rameici. Il processo di valutazione dovrà tradurre nelle etichette autorizzate il punto di equilibrio tra esigenze di tutela ambientale ed esigenze fitoiatriche, pressanti soprattutto nell’agricoltura mediterranea.
La frequenza dei trattamenti su vite Sarebbe però riduttivo limitare l’attenzione alla sola dose distribuita. Visto il meccanismo d’azione del rame, esclusivamente di copertura, riveste maggiore importanza il binomio dose/intervallo d’intervento. La frequenza dei trattamenti è strettamente condizionata da fattori quali: - accrescimento: dipende dalla vigoria del vitigno; varia in base alla fase fenologica
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La proposta Chimiberg L’esperienza di Chimiberg nel segmento dei formulati rameici testimonia che il sale che realizza il miglior compromesso tra prontezza, persistenza d’azione e selettività è il Solfato Tribasico di Rame (o TBCS dall’inglese TriBasic Copper Sulphate): parte del rame è infatti rapidamente biodisponibile mentre altra si solubilizza più lentamente, garantendo una graduale liberazione degli ioni rameici e quindi un’adeguata persistenza d’azione. I marchi storici Idrorame Flow, Idrorame 193, King, King 360 Hp, sono formulazioni flowable caratterizzate dall’elevata qualità formulativa con
la più appropriata ripartizione granulometrica, con numerosi campi d’impiego autorizzati e intervalli di sicurezza particolarmente contenuti. Rispetto a formulati rameici diffusi sul mercato e contenenti rame sottoforma di altro sale, la riduzione di rame metallo distribuito si attesta intorno al -25/30%, a parità di efficacia, come testimoniato nelle prove condotte da centri di saggio e da anni di pratico impiego a pieno campo. Più recentemente si è aggiunta la novità Kop-Twin miscela
che abbina l’equilibrio del Solfato Tribasico alla prontezza d’azione dell’idrossido. Il perfetto bilanciamento tra sali rameici differenti consente di ridurre ulteriormente l’apporto di rame metallo ad ettaro; ad esempio alla dose minima su vite, pari a 2 l/ha, si distribuiscono 600 g/ha di rame metallo (contro i 720 g/ha di rame metallo che rappresenta l’apporto minimo dei formulati tradizionali ricordati). Il loro impiego è consentito in Agricoltura Biologica – Reg. 834/07/CE. I vantaggi del Solfato Tribasi-
Tab. 2 - Il calcolo della cadenza degli interventi Esempi di possibili condizioni d’intervento Rapida crescita, piogge non abbondanti Accrescimento medio, piogge abbondanti
Rischio d’infezione medio Rischio d’infezione elevato Intervallo Dose Cu2+ Intervallo Dose Cu2+ protettivo (gg) protettivo (gg) 450-550 g/ha 5-6 650-750 g/ha 6-7 650-750 g/ha 7-8 850-1.000 g/ha 8-9
e all’andamento meteo; durante le fasi di più intenso sviluppo vegetativo si creano in media 2-3 foglie nuove ogni settimana; anche la superficie degli acini cresce rapidamente dall’allegagione in poi; questi sono tessuti vegetali chiaramente non coperti da un precedente trattamento; - d ilavamento: la soglia al di sotto della quale l’efficacia dei formulati rameici non è ridotta o lo è solo limitatamente, è indicativamente di 20 mm di pioggia; con precipitazioni superiori, l’efficacia cala più o meno rapidamente, in funzione della dose impiegata; rischio d’infezione: la necessità di tratta- menti più frequenti è legata anche al rischio d’infezione, la cui valutazione passa attraverso le caratteristiche dei singoli vigneti e del territorio in cui sono inseriti (sensibilità varietale, durata della bagnatura); - qualità della distribuzione: la buona copertura della vegetazione dipende dalla qualità della distribuzione; fondamentali risultano la taratura ed il corretto funzio-
namento dell’atomizzatore, nonché il momento dell’applicazione.
La giusta cadenza Data la complessità dei fattori in gioco, non è possibile generalizzare l’indicazione dell’intervallo tra i trattamenti da tenere: se si assume però che la quantità di principio attivo Cu2+ necessaria per l’adeguata protezione della vite sia tra 80 e 110 g/ha giorno, si può almeno orientare l’indicazione sulla cadenza dei trattamenti in base alla dose (tab. 2). Nella maggioranza delle situazioni gli intervalli più utilizzati sono tra 6 e 8 giorni. La scelta finale però dipende anche da altri aspetti, quali le situazioni locali d’intervento e l’organizzazione aziendale. Ad esempio, l’adesione a programmi di agricoltura biologica (max 6 kg/ha anno di rame metallo), obbliga all’adozione di programmi di intervento che consentano di modulare i trattamenti riducendo le dosi quando le condizioni lo permettano, aumentandole quando le condizioni lo richiedano. n
co sono trasferiti anche nelle miscele con sostanze attive endoterapiche per cui la riduzione degli apporti di rame metallo ad ettaro arriva fino al -40/50% rispetto agli analoghi prodotti presenti sul mercato e standard di riferimento ai fini della valutazione di efficacia in numerose prove. Riguardo alle miscele, in ordine di apparizione sul mercato si ricordano Rifle 4-24 R (cimoxanil), Quasar 6-24 R (dimetomorf) ora disponibile anche in formulazione flowable col marchio Quasar R Flow e Cumeta Flow (metalaxil-m). Altre miscele sono attualmente in corso di sviluppo.
DOSI MASSIME NON SOLO SU BIO A partire dal 2016, la limitazione annuale di 6 kg di rame metallo ad ettaro è prevista anche per chi aderisce ai Disciplinari di Produzione Integrata Volontaria, riferendosi all’insieme dei prodotti contenenti rame, da solo o in miscela. Per il futuro, in riferimento alla valutazione dei formulati contenenti rame attualmente in corso a livello nazionale, sulla base della valutazione comunitaria condotta dall’Efsa che ha approvato la sostanza attiva, è ipotizzabile che i 6 kg/ ha siano individuati come “dose massima efficace” da riportare sull’etichetta dei prodotti, con la possibilità di individuare dosi specifiche per ciascun binomio coltura/avversità inferiori a tale valore (Comunicato Min. Salute del 25 novembre 2015).
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SPECIALE IMPIEGO SOSTENIBILE DEL RAME Le prove. Il Solfato di rame tribasico assicura la stessa efficacia con meno rame per ettaro di Paolo Viglione e Daniele Ronco - Sagea SR Centro di Saggio srl
Difesa antiperonosporica Il miglior partner in miscela Valutazione delle miscele contenenti solfato di rame tribasico
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o scopo di questo progetto sperimentale è stato valutare l’efficacia del rame da solfato tribasico (TBCS) in miscela con dimethomorph (Quasar 6-24 R) o metalaxilm (Cumeta Flow), applicati nella difesa dalla
Materiali e metodi
Tab. 1 - Efficacia delle miscele tra sali rameici e dimetomotph su vite N° tesi
Prodotto
Dose sostanza attiva g/ha T1 Testimone non trattato T2 QUASAR 6-24 R (dimethomorph 6% 210 + solfato tribasico di rame 24%) WP 840 T3 dimethomorph 6% 210 + ossicloruro di rame 40% WP 1.400
Dose Foglie Grappoli formulato Diffusione Intensità Diffusione Intensità kg o l/ha (%) (%) (%) (%) 95,4a 48,9a 95,8a 45,0a 3,5 kg 31,7b 3,2b 9,5b 0,7b 3,5 kg
40,1b
Risultati medi di 2 prove sperimentali svolte in Piemonte e Friuli Venezia Giulia (2009).
Peronospora: attacco su foglie (a sinistra) e su grappolo (a destra).
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4,3b
12,3b
peronospora della vite (Plasmopara viticola) e di varie colture orticole (pomodoro, patata, carciofo e melone - Phytophtora infestans) seguendo un programma di protezione preventivo con 10-14 giorni di intervallo fra gli interventi.
0,8b
Le prove sono state condotte secondo lo schema sperimentale a blocchi randomizzati, caratterizzato da una suddivisione in parcelle dell’appezzamento: ogni tesi è stata ripetuta in modo casuale su quattro parcelle, ognuna contenente un determinato numero di piante variabile a seconda della coltura. I trattamenti sono stati eseguiti attraverso motopompe spalleggiate, modello Oleomac SP-126, irrorando la vegetazione con volumi
Tab. 3 - Efficacia delle miscele tra sali rameici e metalaxyl-M su orticole Coltura Giorni dopo l’ultima applicazione Prodotto Testimone non trattato (valore medio di intensità della malattia) CUMETA FLOW (metalaxil-m 24 g/l + solfato tribasico di rame 200 g/l) SC metalaxil-m 2.4% + ossicloruro di rame 40% WP
Pomodoro 13
Patata 10
Carciofo 14
Melone 7
0,0 (14,8%) 89,6 a
0,0 (11.6%) 91,1a
0,0 (9,1%) 81,5 a
88,3a
91,3a
81,7a
Dose g a.i./ha -
Dose kg o l/ha -
96 800 96 1600
4l
0,0 (8,6%) 98,1 a
4 kg
98,1a
Risultati medi di 29 prove sperimentali svolte sia in pieno campo che coltura protetta (anni 2011-2015).
d’acqua variabili, in funzione delle sviluppo fenologico della pianta. La stima della malattia nell’intera sperimentazione è stata eseguita su un campione di foglie o frutti, e descritta secondo i parametri di diffusione (numero di foglie o frutti colpiti) e intensità (superficie infetta della singola foglia o frutto) su vite, ed efficacia su orticole. Le lettere, affiancate ai valori tabellari sottostanti, indicano le differenze statistiche presenti fra i diversi risultati di prova in seguito ad analisi della varianza (Anova) ed il test di Tukey (P:0.05).
I risultati su vite Stagione 2009 (Quasar 6-24 R). L’andamento epidemiologico nel sito di prova ha compromesso gravemente la produzione del testimone non trattato (45,0% di intensità e 95,8% di diffusione su grappolo). Nonostante l’elevata pressione della malattia, la formulazione Quasar 6-24 R (rame da solfato tribasico in miscela con dimethomorph) ha garantito la buona protezione di foglie e grappoli, in linea con il prodotto di riferimento (vedi tab. 1). Stagioni 2011-12 (Cumeta flow). In tutte le prove, nonostante complessivamente la pressione della peronospora fosse molto elevata (36,6% di intensità e 78,7% di diffusione su grappolo nel testimone non trattato), il formulato CUMETA FLOW (rame da solfato tribasico in miscela con metalaxil-m) ha mostrato un’ottima efficacia su foglia come su
Attacco di Phytophtora infestans sulle parcelle testimone di pomodoro.
grappolo, simile al prodotto antiperonosporico di riferimento (vedi tab. 2).
I risultati su orticole Stagioni 2011-15 (Cumeta Flow). I risultati ottenuti (vedi tabella 3) sintetizzano l’effica-
Tab. 2 - Efficacia delle miscele tra sali rameici e metalaxyl-M su vite N° tesi
Prodotto
Dose g a.i./ha
T1 T2
Testimone non trattato CUMETA FLOW (metalaxil-m 24 g/l + solfato tribasico di rame 200 g/l) SC metalaxil-M 2,4% + ossicloruro di rame 40% wp
96 800 96 1.600
T3
Dose kg Foglie Grappoli o l/ha Diffusione Intensità Diffusione Intensità (%) (%) (%) (%) 89,6a 36,8a 78,7a 36,6a 4l 12,3b 1,0b 6,4b 0,5b 4 kg
11,8b
0,9b
Risultati medi di 4 prove sperimentali svolte fra Piemonte e Friuli Venezia Giulia (anni 2011-2012).
3,9b
0,4b
cia percentuale mostrata dal formulato Cumeta Flow (rame da solfato tribasico in miscela con metalaxil-m) rispetto ad uno standard di riferimento a base di metalaxyl-m e rame ossicloruro.
Conclusioni Oltre a mostrare una completa selettività verso le colture testate (pomodoro, patata, melone, carciofo e vite), i formulati Quasar 6-24 R e Cumeta Flow hanno ottenuto prestazioni comparabili agli antiperonosporici di riferimento. Alla notevole capacità di protezione delle colture, si aggiunge l’inferiore quantità di rame che queste due miscele apportano (840 e 800 g a.i/ha) in campo rispetto ai prodotti di riferimento a base di ossicloruro di rame (1.400 e 1.600 g a.i/ha). n
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SPECIALE IMPIEGO SOSTENIBILE DEL RAME Le prove. In Piemonte la verifica dell’efficacia con una riduzione di Cu++ del 40% di Simone Lavezzaro*
Combattere la peronospora con meno rame? Si può! Solfato tribasico più idrossido, le prestazioni su vite
L
a peronospora della vite (Plasmopara viticola) fece il suo arrivo nel Sud-ovest della Francia nel 1878, ufficialmente segnalata all’Accademia delle Scienze da Planchon il 6 ottobre e riscontrata in Italia per la prima volta nel 1879, il 14 ottobre a S. Giuletta presso Voghera (Pv). Appena un anno dopo era diffusa in quasi tutta l’Europa viticola. Nel 1882 S. Grazzi-Soncini preconizzò l’uso della poltiglia Bordolese ma fu poi il francese Millardet, nel 1883 a proporre per primo l’impiego del rame neutralizzato con calce. Appena quattro anni dopo l’arrivo del flagello peronospora si era trovato un rimedio efficace: tutt’ora valido e, dopo oltre 130 anni, più che mai oggetto di studio e di ricerca per
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comprenderne meglio le potenzialità e la possibilità di migliorarne l’azione. L’efficacia biologica dei sali cuprici è legata alla quota solubile in acqua. Il sale basico, depositato sulla superficie fogliare funge quindi da riserva di principio attivo, capace di entrare in azione in condizioni di sensibile umidità, garantendo una protezione prolungata nel tempo. Da fine ‘800 ai nostri giorni, il rame non è mai stato messo in discussione, ma negli ultimi anni si tende a limitarne l’utilizzo per via della possibilità di accumulo nel terreno, con possibili squilibri biologici e fitotossicità alle piante coltivate. In realtà si è più volte dimostrato che pericoli di accumulo si possono avere solo nei terreni acidi, poco estesi nella viticoltura nazionale (solo nel Vercellese e Novarese, Cinque Terre, Valtellina, Valle d’Aosta e pochi altri areali). Per quanto riguarda l’equilibrio biologico molto dipende dalla natura del suolo. Infatti il rame che si accumula in superficie può venire adsorbito dai colloidi organici ed
Tab. 1 - Caratteristiche del vigneto Anno Località Varietà Portinnesto Anno d’impianto Giacitura Sesto (cm) Zona fruttifera (cm) Tipo di potatura Gestione interfila Gestione sottofila Nr. Piante /parcella Volume irrorazione
2015 Calosso (AT) Moscato bianco Kober 5BB 1996 pianeggiante 400 x 70 90 Cordone speronato inerbimento controllato diserbo 7 750 l/ha
argillosi, e persino “chelato” e reso biologicamente disponibile da alcuni batteri terricoli. Pertanto buone dotazioni di sostanza organica, abbinate allo stato di salute del terreno possono scongiurare pericoli dovuti al rame.
Metodologia dei trattamenti Per l’applicazione dei prodotti è stato utilizzato il prototipo “Nebulizzatore Vit.En.”, un’attrezzatura scavallante munita di 14 serbatoi, ciascuno collegato ad un proprio circuito, terminante in una serie di 6 ugelli reversibili. Ogni prodotto subisce dapprima una premiscelazione, viene poi versato in uno dei serbatoi e successivamente addizionato del volume d’acqua necessario e ulteriormente miscelato. Un compressore pneumatico porta i serbatoi, chiusi ermeticamente, alla medesima pressione di esercizio (5-7 atmosfere).
Prodotto di confronto
Principio attivo Solfato di rame tribasico + idrossido di rame Ossicloruro di rame
WP
_
Risultati Grazie alle piogge avvenute tra fine aprile e metà maggio, la peronospora si è presentata in vigneto piuttosto in anticipo rispetto alle annate precedenti interessando il testimone con discreta virulenza sin da fine maggio. A seguito di tali eventi piovosi si sono susseguite mattinate umide e temperature consone con la progressione del fungo sino a rag-
Cu++ ossicloruro
70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% Rilievo del 11/06/2015
Rilievo del 30/06/2015
Rilievo del 15/07/2015
a b b
87,03 a 3,70 b 2,64 b
0% 96% 97%
100 44,00 32,00
efficacia
0% 97% 100%
incidenza %
efficacia
testimone 25,03 a 0% 53,00 Cu tribasico + Cu idrossido 0,41 b 98% 1,50 Cu ossicloruro 0,00 b 100% 0,00
L’operatore, tramite un comando in remoto, apre o chiude le valvole che innescano gli ugelli, permettendo la distribuzione di ciascun prodotto. La rapidità d’esecuzione permette di trattare ogni blocco in un limitato intervallo di tempo, uniformando così le varie tesi. Al termine della prova vengono effettuati più lavaggi per eliminare eventuali residui.
11/07/15 severità %
1 2 3
Prodotti
80%
Rilievo del 02/06/2015
2 Kg/ha
Formulazione Ditta SC Diachem
efficacia
N°
90%
Rilievo del 26/05/2015
50 %W/W
23/06/15
100%
0%
Dose p.f. 2 l/ha
Tab. 3 - Plasmopara viticola su grappoli
Efficacia su foglie (incidenza %) Cu++ tribasico + Cu++ idrossido
Dose p.a. 180 g/l + 120 g/l
incidenza %
Lo schema sperimentale, a blocchi randomizzati, prevedeva parcelle ripetute quattro volte. I rilievi hanno interessato 50 grappoli per parcella, valutati mediante stima a vista con una scala 0-8 (0=0; 1=02,5; 2=2,55; 3=510; 4=1025; 5=2550; 6=5075; 7=7590; 8=90100% di superficie sintomatica). In tal modo sono stati ricavati valori relativi all’intensità della malattia (percentuale di acini colpiti per grappolo) e diffusione (percentuale di grappoli con sintomi), trasformati nei rispettivi valori angolari ed elaborati con l’analisi della varianza, quindi le medie confrontate con il test di Duncan (p ≤ 0,05).
Nome commerciale Kop Twin
efficacia
Metodologia dei rilievi
Tab. 2 - Prodotti usati nella prova
severità %
La Comunità Europea ha comunque posto negli ultimi anni delle limitazioni ( si veda riquadro a pag. 5), stimolando la ricerca verso formulazioni a basso titolo di prodotto Una prova sperimentale è stata condotta lo scorso anno in Piemonte, confrontando due diverse formulazioni di rame nell’ottica di contenere i dosaggi distribuiti per ettaro.
a b b
0% 56% 68%
giungere, nel mese di luglio, il 75% di infezione sul testimone. La malattia ha intensamente interessato anche i grappoli, che portavano sintomi sull’87% degli acini distribuiti sulla totalità dei frutti. L’efficacia di entrambi i formulati in prova è risultata ottima, nella protezione dell’apparato fogliare e dei frutti, senza differenze significative tra essi. Interessante anche la selettività espressa da entrambe le formulazioni. Ripetuti interventi con rame vanno a creare sempre lievi necrosi a livello fogliare e, meno evidenti, anche sul grappolo. Ciò nonostante la miscela solfato tribasico + idrossido, si è dimostrata in questo caso più selettiva rispetto alla formulazione di rame ossicloruro.
Discussione P. viticola ha interessato il vigneto con estrema virulenza portando rapidamente alla totale distruzione del testimone. Entrambe le formulazioni a base di rame hanno mostrato ottime potenzialità nel contenere il patogeno sulle foglie (in Fig.) e sui grappoli (Tab.3). Nell’ambito della riduzione della quantità di rame metallo apportata al terreno, risulta interessante la prestazione del rame da solfato tribasico in abbinamento a idrossido. Esso ha infatti offerto risultati paragonabili all’ossiclururo, ma con una percentuale di catione inferiore del 40%, fattore da non trascurare, soprattutto per le aziende in regime di agricoltura biologica. Nella tesi rame da solfato tribasico + idrossido, si sono infatti distribuiti nella prova citata 4,8 kg /ha di rame metallo rispetto alla tesi con rame ossicloruro nella quale se ne sono distribuiti 8 kg /ha, quindi fuori dai limiti imposti. n *Vit.En s.a.s.
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SPECIALE IMPIEGO SOSTENIBILE DEL RAME In via di conferma l’utilizzo “eccezionale” dei Sali di rame in vegetazione di Riccardo Bugiani*
Il cancro batterico dell’actinidia Un importante target Trattamenti rameici decisivi per ridurre il potenziale di inoculo batterico
I
l cancro batterico causato dal batterio Pseudomonas syringae pv. actinidiae (Psa) è ormai considerata universalmente l’avversità più pericolosa per la coltura dell’actinidia. La malattia è stata in grado di creare seri problemi sia negli impianti di kiwi verde (Actinidia deliciosa) che di kiwi giallo (Actinidia chinensis) con gravi ripercussioni economiche per i produttori in tutti gli areali di coltivazione di actinidia italiani sin dalla sua prima segnalazione nel 2008 nel Lazio, dove si registrò un violento attacco su Hort16A. Da allora la
malattia in Italia è presente in maniera più o meno diffusa in tutti gli areali di coltivazione. I sintomi si evidenziano in varia forma su tronco, cordoni, tralci e foglie e spesso l’esito finale è quasi sempre la morte della pianta. A fine inverno sul tronco e sui cordoni si possono osservare cancri evidenti da cui possono fuoriuscire abbondanti essudati di colore rossastro (fig. 1). Sui tralci, nelle piante colpite a livello delle gemme e lenticelle a partire dalla fase fenologica di “inizio del pianto”, si osserva la presenza di essudati inizialmente biancastri poi rossastri di consistenza lattiginosa. Scortecciando leggermente in vicinanza di un cancro o di un essudato, il tessuto sottostante si presenta inizialmente di colore olivastro (segno della presenza attiva del batterio), ma in poco tempo in seguito all’ossidazione dei tessuti, la colorazione vira al
Fig. 1 - Tasso di moltiplicazione relativa di Psa Il batterio viene influenzato da temperature non eccessivamente elevate e da bagnature prolungate. Fonte: Beresford et al., 2014
1 0,9 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0,0
-6 -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 Temperature (C°)
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rossastro. In primavera i sintomi a carico delle foglie sono caratterizzati, inizialmente, da piccole macchie clorotiche di qualche millimetro di diametro. Successivamente i tessuti al centro necrotizzano e si circondano di un alone idropico. Col tempo le aree necrotiche possono confluire determinando il disseccamento di ampie aree della lamina fogliare fino al loro completo disseccamento e caduta precoce. È possibile inoltre rilevare avvizzimenti e disseccamenti dei tralci infetti.
Il rischio infettivo Psa è in grado di infettare la pianta e muoversi all’interno del sistema vascolare. Le vie di ingresso sono in genere rappresentate da ferite come: i tagli di potatura, i danni da freddo e da vento ma, potenzialmente, anche quelle microlesioni causate dalla caduta delle foglie in autunno. Dopo anni di attente osservazioni epidemiologiche si è tuttavia propensi a ritenere come via di penetrazione ed infezione primaria gli stomi ed i tricomi presenti sulle foglie. Queste ultime rimangono suscettibili alle infezioni dal loro completo sviluppo per un periodo di almeno 2-3 settimane. In genere, a partire dalla seconda settimana di giugno, non è più possibile osservare le classiche maculature fogliari che si producono a seguito di una infezione primaria. Ciò in parte sembra sia dovuto ad una certa resistenza ontogenica delle foglie, dall’altra anche al fatto che la vitalità del batterio risulta molto rallentata dalle alte temperature in estate. Le infezioni primarie sono influenzate dalla temperatura e da prolungate bagnature. Recentemente è stato validato in Emilia-Romagna un modello previsionale in grado di determinare i momenti di maggior rischio infettivo e guidare i trattamenti rameici rendendoli maggiormente efficaci (si veda articolo se-
guente). Una volta entrato nella pianta attraverso i vasi xilematici, (ma sembra poter muoversi anche nel floema) il batterio si moltiplica e si diffonde agevolmente e rapidamente nella pianta. Il batterio, anche grazie al suo comportamento epifitico, è in grado di colonizzare l’actinidieto e moltiplicarsi sulla pianta in forma latente (anche per 2-3 anni se la popolazione batterica è ridotta) senza manifestare in alcun modo la sua presenza. Si può ritenere sicuramente che questo batterio si possa diffondere a grande distanza attraverso materiale di propagazione infetto e attraverso il polline infetto. Al contrario i frutti non sembrano rivestire alcun ruolo nella diffusione del batterio. All’interno dell’actinidieto la diffusione, può avvenire tramite vento e schizzi di pioggia, così come attraverso gli attrezzi di potatura. le macchine operatrici e gli stessi indumenti degli operatori agricoli.
Per ridurre il potenziale di inoculo Nella fase fenologica che va da “inizio pianto” a “prefioritura” si esegue generalmente buona parte della concimazione necessaria all’impianto. È pertanto altamente raccomandabile non eccedere con l’azoto, in quanto avremo tessuti vegetali più erbacei e pertanto maggiormente suscettibili alle infezioni batteriche. È consigliabile, pertanto, apportare il 40% del fabbisogno di azoto a fine marzo-aprile con formulati granulari, e il restante somministrarlo attraverso la fertirrigazione fra maggio, giugno e luglio. Il fosforo va apportato attraverso la fertirrigazione da maggio ad agosto, mentre il 40% del fabbisogno di potassio, se non è stato distribuito in post-raccolta dovrebbe essere somministrato in marzo in formulazione granulare. La quota restante va distribuita in fertirrigazione da maggio ad agosto. È inoltre estremamente importante che tutte le operazioni colturali quali i diradamenti dei bottoni fiorali e dei frutti, come anche le potature estive vengano effettuate durante condizioni climatiche asciutte in quanto le ferite provocate dall’intervento potrebbero non avere il tempo di cicatrizzare e di impedire ai batteri presenti sulle superfici vegetali di colonizzare i tessuti e penetrare all’interno della pianta. La potatura invernale, andrebbe eseguita il più presto possibile e non prolungarla fino a febbraio avvicinandosi al pianto. È consigliabile nell’organizzazione del lavoro, potare prima gli impianti colpiti, e successivamente quelli sani. I tagli di potatura risultanti vanno, in questo periodo, coperti con masti-
Cancro sul tronco con presenza di essudato rossastro (foto Bugiani).
ce cicatrizzante. Il materiale di risulta non va lasciato in campo, ma occorre portarlo fuori e bruciarlo il più presto possibile o, nell’impossibilità immediata di farlo è consigliabile coprirlo con un telo o interrarlo. L’attenzione va posta anche sugli attrezzi che si usano per le varie operazioni di taglio. In un impianto infetto questi vanno disinfettati passando da una pianta ad un’altra. È consigliabile l’utilizzo di Sali di ammonio quaternario ( 81 g/l di benzalconio cloruro) perché la sostanza non danneggia gli attrezzi.
Difesa chimica La lotta contro questa malattia batterica è quanto mai difficile, pertanto al momento il controllo accurato degli actinidieti sia di specie a polpa gialla che quelle a polpa verde, per individuare i primi sintomi ed eliminare le piante infette, rappresenta al momento l’unica soluzione per contrastarne l’inesorabile avanzata e spesso salvare l’impianto dalla morte. Nei confronti delle batteriosi i mezzi
Sintomi di infezione batterica primaria su foglia di actinidia (foto Bugiani).
di difesa chimica disponibili purtroppo sono pochi. L’intensa attività di sperimentazione svolta in questi anni in tutta Italia ha permesso di stabilire che, a parte alcuni induttori di resistenza e sostanze alternative che si sono dimostrate promettenti ma sono tuttora in fase di valutazione, i sali di rame e l’acibenzolar-s-metile sono gli unici principi attivi efficaci in grado di garantire una costanza di rendimento nel tenere bassa la popolazione batterica. L’utilizzo dei trattamenti rameici, contribuisce, insieme all’eliminazione sistematica degli organi infetti, a ridurre il potenziale di inoculo batterico. E questo specialmente nel periodo primaverile delle infezioni primarie, proteggendo la vegetazione dalla comparsa dei primi “spot” fogliari. Pertanto, dall’inizio del pianto fino alla prefioritura è consigliabile intervenire generalmente prima di ogni evento piovoso, subito dopo il diradamento dei bottoni fiorali e la potatura verde se seguita da pioggia o comunque da prolungati periodi di bagnatura. Da inizio fioritura a ingrossamento del frutto, oltre che avere l’accortezza, per l’impollinazione, di impiegare polline autoprodotto o appositamente controllato esente da Psa, è importante intervenire tempestivamente con prodotti rameici dopo una eventuale grandinata, in previsione di pioggia e, ancora, dopo le predette operazioni di potatura verde e diradamento dei frutti. In autunno i trattamenti vanno eseguiti al 50% di caduta foglie, a fine caduta foglie e dopo la potatura invernale. Ulteriori trattamenti sono consigliati dopo la pre-potatura, dopo una eventuale grandinata, o subito dopo una gelata. In vegetazione, allorquando il Ministero approverà l’utilizzo “eccezionale” dei Sali di rame in vegetazione per un periodo di 120 giorni, saranno disponibili formulati la cui attività di protezione risulta comunque elevata apportando bassi dosaggi di rame, evitando pertanto fenomeni di fitotossicità, tanto più presenti quando si è nella fase di fioritura. La dose efficace di rame distribuito dovrebbe essere fra 30 e 50 gr di ione metallo rispettando inoltre il vincolo di non superare i 6 kg di rame metallico ha/anno. Acibenzolar-s-metile invece, in attesa di risultati appropriati sulla strategia di impiego ottimale, va impiegato in primavera, nel periodo di rapido accrescimento, distribuendo 200 g/ha fino alla metà di giugno rispettando un intervallo fra i trattamenti di 2-3 settimane. n *Servizio Fitosanitario Regione Emilia-Romagna
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SPECIALE IMPIEGO SOSTENIBILE DEL RAME Le prove. I risultati di un biennio di sperimentazione su kiwi verde e giallo di Gianfranco Pradolesi e Gianfranco Donati - Terremerse
Selettività su actinidia ed efficacia contro Psa King 360 HP e Kop Twin hanno evidenziato un ottimo contenimento delle infezioni primaverili di cancro batterico
Tab. 1 - Caratteristiche dei formulati utilizzati
P
uno standard di riferimento a base di poltiglia bordolese, dall’indiscussa persistenza di attività (tab.1).
roprio nel periodo primaverile, all’inizio delle prime infezioni fogliari, s’inserisce questo biennio di prove. Una sperimentazione effettuata con lo scopo non solo di valutare i diversi formulati rameici contro Psa (Pseudomonas syringae pv. actinidiae), agente causale del cancro batterico dell’actinidia, la cui efficacia è ormai stabilita da tempo, ma anche per misurarne il diverso grado di selettività nei confronti della coltura. Le prove sono state eseguite nel 2014 e nel 2015 tra primavera e estate. Si è lavorato su kiwi giallo allevato a pergoletta, varietà Jintao, solitamente più “delicato” in termini di fitotossicità su foglie rispetto il kiwi verde ai trattamenti rameici. Si è operato secondo il disegno sperimentale dei blocchi randomizzati con quattro ripetizioni (Rcb) e cinque piante per parcella (superficie parcelle di 34 m2). In entrambi gli anni si è confrontato King 360 HP, fungicida a base di rame da solfato tribasico, dotato di equilibrato rapporto tra prontezza d’azione e persistenza, uniforme copertura ed elevata resistenza al dilavamento e Kop Twin, costituito dall’associazione di solfato tribasico (dotato di persistenza d’azione) e idrossido di rame (in grado di garantire prontezza d’azione). Entrambi questi formulati rameici sono stati confrontanti con
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Nome King 360 HP Kop Twin Standard di rif.
Composizione
Formulazione
rame metallo da solfato tribasico, 24% (360 g/l) Sospensione concentrata (SC) rame metallo da solfato tribasico, 13,3% (180 g/l) Sospensione concentrata (SC) e rame metallo da idrossido, 8,9% (120 g/l) rame metallo da poltiglia bordolese, 20% Granuli idrodispersibili (WG)
Condizioni climatiche differenti Si sono eseguite diverse applicazioni, dalle prime foglie distese fino all’estate, quando le temperature divengono il fattore limitante alle nuove infezioni fogliari, intervenendo a turni variabili da 7 a 14 giorni, in funzione dell’andamento climatico. Visto l’andamento meteorologico del 2014, caratterizzato da temperature sotto la norma e frequenti eventi piovosi, le applicazioni si sono protratte anche nel periodo estivo (anche se non si sono osservati sintomi nuovi), mentre nel 2015 si è giunti fino a fine giugno. I trattamenti sono stati eseguiti utilizzando un nebulizzatore a spalla motorizzato (Stihl SR 430), distribuendo un volume di soluzione pari a 750 l/ ha, considerando il dosaggio dei fungicidi a ettaro. Prima dell’inizio della prova, in ogni anno, è stato eseguito un rilievo preliminare “al pianto”conteggiando il numero di piante per parcella con essudati, al fine di valutare la distribuzione della malattia. Il rilievo delle foglie con tacche è stato eseguito campionando 50 foglie scelte a caso per parcella, stimando la superficie interessata dalle punteggiature
Dose utilizzata 1,1 l/ha 1,1, l/ha 2 kg/ha
necrotiche. Il rilievo su foglie, in ciascun anno, è stato eseguito dopo la fioritura, alla massima comparsa dei sintomi. In diversi momenti sono stati eseguiti anche i rilievi per valutare gli eventuali fenomeni di fitotossicità sulle foglie e alla raccolta si sono realizzate le misure delle dimensioni dei frutti su un campione rappresentativo per parcella. I dati sono stati sottoposti all’analisi della varianza (Anova) e al test di Student-NewmanKeuls (p≤0,05), previa opportuna trasformazione qualora necessaria. Il grado di azione è stato calcolato dall’indice di attacco secondo la formula di Abbott.
I risultati Anno 2014. Le condizioni meteorologiche verificatesi durante tutto il periodo di prova sono state estremamente favorevoli alle infezioni di Pseudomonas syringae pv. actinidiae, essendo caratterizzate da piogge frequenti e persistenti, con elevati valori di umidità relativa e temperature sotto la media stagionale. La distribuzione delle piante con essudato è stata regolare tra le parcelle indicando un’omogenea distribuzione della malattia all’inizio della prova. Tutti e 3 i formulati rameici hanno ridotto significativamente l’incidenza di foglie con infezioni primarie di Psa rispetto il testimone non trattato (fig. 1).
Fig. 1 - Efficacia contro le infezioni primarie su foglie Nota: Incidenza di foglie con punteggiature necrotiche da Psa e relativa efficacia (Abbott ). Applicazioni: 13, 20 e 31 marzo 2014, 9, 18 e 28 aprile, 12 e 26 maggio, 10 e 26 giugno, 11 e 28 luglio, 12 agosto. Efficacia (%)
25
100
a
20
80
15
60
10
40
5 0
b
b Standard
20
b
King 360 HP
Efficacia (%)
Foglie con tacche da Psa (%)
% di foglie con tacche
Kop Twin
0
Test non trattato
Fig. 2 - Selettività dei prodotti rameici Necrosi marginali delle foglie (%) (19/6/14) Decolorazioni fogliari (%) (7/10/14) 10 8 6
a
ab
ab
a
2 0
Necrosi marginali delle foglie (%) (7/10/14)
a
4
Standard
a
b
King 360 HP
b
b
b
Kop Twin
b
b
Test non trattato
Fig. 3 - Efficacia contro le infezioni primarie su foglia Nota. Incidenza di foglie con punteggiature necrotiche da Psa e relativa efficacia (Abbott). Applicazioni: 7, 16 e 30 aprile 2015, 13 e 27 maggio, 10 e 30 giugno. % di foglie con tacche
Efficacia (%)
30
100
a
25
80
20
60
15
40
10 5 0
b Standard
b King 360 HP
verde, una certa sensibilità ai prodotti contenenti rame e anche in questa sperimentazione tutti i formulati utilizzati hanno mostrato qualche effetto fitotossico su foglie (in que-
20
b Kop Twin
Efficacia (%)
Foglie con tacche da PSA (%)
Per quanto concerne la selettività dei trattamenti rameici, nessun sintomo si è osservato fino ai primi di giugno, poi si sono annotate delle necrosi nei margini fogliari e, successivamente, un certo grado di decolorazione fogliare (fig. 2), meno evidenti nelle parcelle trattate con Kop Twin rispetto a quelle con King 360 HP e ancor di più in confronto a quelle dove è stato utilizzato lo standard di riferimento. Mentre nessuna riduzione di sviluppo vegetativo è stato osservato. Per quanto concerne le dimensioni dei frutti, nessun effetto sul diametro dei frutti si è osservato, mentre lo standard ha ridotto leggermente ma significativamente la lunghezza dei frutti rispetto il testimone non trattato. Anche se non significativamente, i formulati rameici sembrano aver ridotto leggermente il volume dei frutti stessi (dati non presenti). Anno 2015. Le condizioni meteorologiche di primavera hanno favorito le infezioni primarie di Psa sulle foglie. Le frequenti piogge di aprile sono state sufficienti per diffondere il batterio. Anche nel 2015 la distribuzione delle piante sintomatiche a inizio prova (rilievo degli essudati) indicava un’ottima omogeneità della batteriosi tra le parcelle. Tutti e 3 i formulati rameici hanno ridotto significativamente l’incidenza di foglie con infezioni primarie di Psa rispetto il testimone non trattato (fig. 3). In questa seconda prova, il numero limitato di trattamenti rispetto al 2014 (7 rispetto a 12) non ha determinato alcun effetto di fitotossicità sulle foglie. Per quel che riguarda gli esiti dei prodotti rameici sulle caratteristiche fisiche dei frutti, a differenza dell’anno precedente, si è osservato una riduzione significativa del diametro in tutte le tesi trattate rispetto il testimone non trattato, mentre non si è notato alcuna ripercussione significativa nella lunghezza dei frutti, ma solo in termini esclusivamente numerici. Sempre invece significativamente, rispetto al testimone non trattato, tutti i formulati rameici hanno determinato una leggera riduzione delle dimensioni dei frutti (dati non presentati). Nelle sperimentazioni eseguite su kiwi giallo Jin Tao, King 360 HP e Kop Twin hanno evidenziato un ottimo contenimento delle infezioni di Psa primaverili sulle foglie, al pari dello standard rameico di riferimento utilizzato a confronto. In particolare, anche se solo in termini numerici, Kop Twin ha mostrato la validità della doppia componente rameica, esibendo persistenza e prontezza di azione. Jin Tao ha sempre manifestato, rispetto il kiwi
Test non trattato
0
sto caso Kop Twin ha esibito una maggiore selettività seppur lieve) e, soprattutto sui frutti, una limitata riduzione delle dimensioni, anche se spesso non significativa. n
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SPECIALE IMPIEGO SOSTENIBILE DEL RAME Linee di formulazione e confezionamento in cui sono messi a punto processi innovativi di Lorenzo Tosi
A Caravaggio il segreto della qualità dei formulati A
ppurato che l’efficacia e la sicurezza per gli operatori e l’ambiente dei sali di rame e degli altri agrofarmaci dipende anche dalla qualità della formulazione, occorre solo capire come e dove si ottengono formulazioni di qualità. Lo stabilimento di Caravaggio (Bg) è il fiore all’occhiello di Diachem. È qui che vengono realizzati gran parte dei prodotti per l’agricoltura di questa società 100% italiana, appartenenti a diverse famiglie: erbicidi, fungicidi, insetticidi, fertilizzanti, prodotti biologici e altri (esche, adesivanti, ecc).
La qualità del primo flowable Un sito produttivo da 1,5 ettari, caratterizzato dalle massime garanzie per la prevenzione dei rischi ambientali, razionalmente suddiviso in 7 reparti di formulazione e 4 di confezionamento, completamente separati. È a Caravaggio che i tecnici Diachem hanno messo a punto quella che è in assoluto la prima formulazione flowable per un sale di rame. Idrorame Flow è infatti il capostipite della gamma di prodotti Chimiberg a base di solfato tribasico di rame in sospensione concentrata. Una linea completata da King, ad alta concentrazione, Kop-Twin (Tbcs più idrossido) e da miscele come Quasar R Flow (Tbcs + dimetomorf) e Cumeta Flow (Tbcs + metalaxyl-M). Prodotti caratterizzati dalla più appropriata ripartizione granulometrica. Una formulazione liquida in cui il principio attivo è sospeso in acqua (SC), finemente micronizzato e addizionato con bagnanti e disperdenti che ne migliorano l’attività biologica. «Una micronizzazione - spiega Angelo Carminati, responsabile della produzione - ottenuta grazie a due mulini in parallelo contenenti microsfere in ossido di zirconio». L’aggiunta dei più appropriati coformulanti (tra cui agenti viscosizzanti) consente di evitare
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Sito produttivo in numeri: 150.000 mq 37.500 mq 14.000 mq superficie coperta 7 reparti di formulazione (21 linee) 4 reparti di confezionamento (14 linee) 1 officina di manutenzione 2 depositi (7.000 mq) 1 laboratorio 300.000 KWh/anno parco fotovoltaico 90 dipendenti (60 in produzione + 30 in uffici) 7/7g 24/24h sorveglianza area totale
area industriale
Lo stabilimento Diachem di Caravaggio dove si realizzano molti agrofarmaci e fertilizzanti
• (sotto) Linea di produzione flowable e particolare dei mulini. • (in alto a pag 15) Le linee automatizzate di confezionamento. • (nel riquadro a pag. 15) Hplc e gascromatografi nel laboratorio di controllo qualità.
LABORATORIO CONTROLLO QUALITÀ
indesiderati fenomeni di separazione. A 30 anni dalla messa a punto, Diachem resta una tra le società più all’avanguardia per questo tipo di produzioni. Altri processi produttivi innovativi sono quelli che riguardano alcune formulazioni solide in granuli, ottenute per: “spruzzaggio del principio attivo su supporto granulare inerte”, “compattazione”; e soprattutto “granulazione ad umido e successiva essicazione con letto fluido”, utilizzato in particolare per la formulazione di geoinsetticidi con effetto starter.
Garanzie anti cross-contamination Le linee di confezionamento Diachem, quasi tutte automatizzate e robotizzate, offrono una vasta gamma di soluzioni di imballi e taglie, con possibilità di gestione di twinpack, imballi flessibili e packaging personalizzati. Il consolidato servizio interno di prevenzione della cross contamination assicura la qualità della produzione e consente a Diachem di essere anche un partner affidabile per le più importanti multinazionali del settore. n
Ricerca, sviluppo e controllo qualità. Il laboratorio è parte integrante dello stabilimento di Caravaggio (Bg) ed è uno dei segreti del successo di Diachem. Dove professionisti con anni di esperienza nel settore dei prodotti per l’agricoltura garantiscono un supporto tecnico qualificato già nell’attività di messa a punto formulativa e nell’ottimizzazione del processo di produzione. Attrezzature all’avanguardia come quattro Hplc, 2 gascromatografi, 2 granumoletri laser e titolatori automatici consentono di testare caratteristiche come la purezza,la finezza di micronizzazione, il pH e la qualità della sostanza organica dei fertilizzanti speciali, il contenuto di eventuali impurezze degli agrofarmaci (con un grado di precisione fino a 1 ppm). Analisi e verifiche in grado di fornire la massima garanzia sulla qualità dei formulati.
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SPECIALE IMPIEGO SOSTENIBILE DEL RAME L’Investimento su innovazione, qualità e sicurezza. Competenze nelle registrazioni di Gian Paolo Ponzi
Diachem, affidabilità ed esperienza D
iachem è un’azienda al Responsabile Commerciale 100% italiana con più Industriale. Diachem rappredi 50 anni di esperienza nel senta oggi il cuore industriale mercato dei prodotti per l’adel gruppo, Formula nel sito gricoltura. Una storia iniziaprodut tivo di Caravaggio ta nel lontano 1937 grazie a (Bg), in impianti produttivi Luigi Dubbini e all’intuizione all’avanguardia, agrofarmadel figlio Ezio, che nel 1957 ci e prodotti biologici per il estende l’attività da industria proprio marchio Chimiberg chimica per la concia a proe fertilizzanti speciali per la duzione di agrofarmaci. Da propria consociata Diagro, Francesca Dubbini. allora la continuità della geproducendo anche per molte stione non è mai stata intersocietà nazionali e multinarotta. Oggi Diachem è diretta zionali del settore. Chimiberg da Gianluigi, Marco e Paoè il brand commerciale per il lo e si affaccia la quarta generazione con mercato italiano dei prodotti per la difesa Francesca che lavora a Caravaggio come delle colture. Attraverso Chimiberg sono
condotte le attività di vendita, promozione, informazione tecnica e marketing, offrendo supporto e competenze anche in termini regulatory. La società è infatti impegnata nella registrazione di principi attivi e formulati. Ad esempio, oltre ai prodotti contenenti solfato tribasico di rame, ricordiamo quelli a base di deltametrina e teflutrin. La propensione per l’innovazione e gli investimenti in ricerca e sviluppo spingono Diachem verso un impegno per il continuo miglioramento del sito produttivo, da realizzare attraverso nuove linee per nuove tipologie formulative e di confezionamento, l’ automazione dei processi, e programmi a favore della sicurezza n e del benessere lavorativo.
La cronistoria di Diachem Azienda al 100% italiana con più di 50 anni di esperienza nella formulazione e commercializzazione dei prodotti per la protezione delle colture.
1947
1957
1937 L’azienda assume il nome di CHIMIBERG Srl
16 terra vita
n. 14-2016 8 aprile
1986
1967
CHIMIBERG Srl cambia nome in DIACHEM SpA (Development Industrial & Agricultural Chemicals ) e sviluppa il proprio sito produttivo ad Albano S. Alessandro (BG).
’80 s DIACHEM acquista il sito produttivo di Caravaggio, già stabilimento CIFA e gradualmente si trasferiscono tutte le attività.
2012
2006 Si inaugurano i Nuovi Uffici a Caravaggio .
Solfato tribasico Chimiberg, la gamma Il Solfato tribasico (o TBCS=TriBasic Copper Sulphate), caratterizza l’intera linea Chimiberg di prodotti a base di Sali rameici: Idrorame flow/Idrorame 193: Fungicidi di copertura dotati di ampio spettro di azione su numerose malattie fungine, da ferita ed attività batteriostatica. Caratterizzati da un equilibrato rapporto tra prontezza d’azione e persistenza, garantiscono un’uniforme copertura ed un’elevata resistenza al dilavamento. Si tratta delle prime formulazioni a base di solfato tribasico di rame 15,2% (193 g/l) introdotte commercialmente nel 1989. King/ King 360 Hp: Formulazioni introdotte a partire dal 1999, caratterizzate da una concentrazione quasi doppia rispetto alle precedenti (360 g/l di solfato tribasico di rame). Rappresentano un’importante evoluzione sia in termini di ulteriore miglioramento qualitativo che di miglior gestione pratica, attraverso la riduzione dei volumi e degli imballaggi da smaltire. Rifle 4- 24R/ Rifle 4- 24R Blu: Miscele tra solfato tribasico di rame (24%) e cimoxanil (4%). Introdotta a partire dal 2006. Effetto bloccante con interventi tempestivi su eventuali infezioni in atto. Elevata efficacia nei confronti delle peronosporacee e azione collaterale contro alternaria, septoria e antracnosi. Intervallo di sicurezza ridotto su numerosi ortaggi a 10 giorni. Quasar 6-24R/ Quasar R Flow: Fungicida antiperonosporico costituito dall’originale abbinamento tra dimetomorf (6%) e solfato tribasico di rame (24 %), con mobilità translaminare ed azione di copertura. Miscela introdotta a partire dal 2009. È caratterizzata da intervallo di sicurezza ridotto sia su vite (10 gg) che su orticole (7 gg). Dal 2012 la miscela è disponibile anche in formulazione flowable col marchio Quasar R Flow Kop-Twin: Fungicida di copertura costituito dall’originale associazione di solfato tribasico (13,3%, pari a 180 g/l) e rame metallo da idrossido (8,9%, pari a 120 g/l). Coniuga persistenza e prontezza d’azione. L’equilibrata miscela di Sali rameici introdotta a partire dal 2010 assicura un ridotto apporto di rame per ettaro, è caratterizzata da numerosi campi d’impiego e periodi di sicurezza particolarmente vantaggiosi (3 gg su fragola, patata, pomodoro e altre orticole) Cumeta Flow: Nuovo antiperonosporico a base di metalaxyl-M (1,86% pari a 24 g/l) e solfato di rame tribasico (15,5% pari a 200 g/l). Introdotto a partire dal 2013, abbina un’attività preventiva e curativa e una lunga persistenza d’azione. L’impiego è autorizzato su vite, patata e orticole, garantisce selettività sulle colture trattate e un breve intervallo di sicurezza. Agrofarmaci autorizzati dal Ministero della Salute. Utilizzare i prodotti fitosanitari con precauzione. Prima dell’uso leggere sempre l’etichetta e le informazioni sul prodotto. Si richiama l’attenzione sulle frasi e simboli di pericolo riportati in etichetta.
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