Il verbo degli uccelli
 8867231065, 9788867231065 [PDF]

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Zitiervorschau

Le notizie tramandateci su Farld ad-Din 'Anar, uno dei più celebri poeti mistici persiani, sono scarse e incerte. Visse tra il Il 00 e il 1200, in un'epoca in cui il Sufismo era assai praticato e i problemi della metafisica erano oggetto di attiva speculazio­ ne. Per un certo tempo esercitò probabilmente la professione di farmacista ('Anar significa infatti «il venditore di droghe») e, per quanto si sappia ben poco della sua educazione, ebbe sicuramente una conoscenza profonda della musica, dell'astronomia, della medicina e del­ le teorie delle scuole dell'epoca. Tra le nume­ rose opere che gli vengono attribuite, li verho degli uccelli, di cui è accertata l'autenticità, è la più celebre. Costruita secondo un'articolata struttura dialogica che rielabora epistole filo­ sofiche di vari autori antichi ( Avicenna, Al­ Ghazali), l'opera, più che un poema narrativo in senso stretto, è un libro sapienziale dove l'allegoria del viaggio degli uccelli lascia tra­ sparire e a volte emergere l'intento didascalico. I volatili, riuniti in convegno, scelgono come re il favoloso uccello Simurgh (trasparente sim­ bolo della divinità) e decidono di raggiungere la sua corte. Finalmente partono, ma solo tren­ ta su centomila riescono ad arrivare a destina­ zione dopo aver attraversato le sette valli lungo cui si snoda la mistica via, una rappresentazio­ ne simbolica degli stadi attraverso cui l'anima, con costante progressione, attinge la perfezio­ ne divina. Simurgh (il ) è in realtà lo specchio di quegli eletti che giungono alla sua corte: l'esplorazione attariana del «mare dell'anima>> si compie dunque nella scoperta della sua totale identità con il mare divino. E come a ribadire l'intenzione didasca­ lica dell'opera, nell'epilogo il poeta esorta i lettori a rileggere più volte i suoi versi, perché «i figli dell'illusione sono naufragati nella mu­ sica dei miei versi, ma i figli della realtà hanno penetrato i miei segreti>>.

In copertina: l�:ufi e il cmTo. Miniatura persiana appartenente Kalila wa Dimna XV secolo (particolare).