Il Kimmeridgiano delle prealpi veneto-trentine: fauna e biostratigrafia [PDF]

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Zitiervorschau

CARLO

SARTI

(Dipartimento di Scienze Geologiche. Università di Bologna)

IL K I M M E R I D G I A N O D E L L E P R E A L P I VENETO-TRENTINE: FAUNA E BIOSTRATIGRAFIA

MEMORIE D E L M U S E O C I V I C O DI S T O R I A N A T U R A L E DI V E R O N A ( I P S E R I E ) SEZIONE SCIENZE DELLA TERRA

N. 5

1993

SOMMARIO

RIASSUNTO

9

ABSTRACT

9

PREMESSA

13

ANTECEDENTI

14

LITOSTRATIORAFIA

16

DESCRIZIONE DELLE SUCCESSIONI

19

SPESSORI DELLE BIOZONE NELLE SUCCESSIONI

37

BIOSTRATIGRAFIA

39

ZONA A SILENUM

39

ZONA A STROMBECKI

40

ZONA A HERBICHI

41

ZONA AD A C A N T H I C U M

43

ZONA A CAVOURI

47

ZONA A BECKERI/PRESSULUM

47

SISTEMATICA

49

PHYLLOCERATIDAE

49

LYTOCERATIDAE

SS

LISSOCERATIDAE

57

GLOCHICERATIDAE

57

OPPELIDAE

57

ATAXIOCERAT1DAE

73

PERISPHINCTIDAE

93

ASPI D O C E R A T I D A E

116

FAUNA BENTICA

135

RINGRAZIAMENTI

138

BIBLIOGRAFIA

139

TAVOLE

145

IL K I M M E R I D G I A N O D E L L E P R E A L P I VENETO-TRENTINE: FAUNA E BIOSTRATIGRAFIA

RIASSUNTO Il Rosso Ammonii/co l'eronese è una formazione carixmutka del Giurassico'medio e supcriore, preseme nelle Prealpi veneto-trentine, in un 'area soli• temente indicata con la denominazione di " Tirenio Plateauin condizioni strutturali di alto/ondo pelagico nel Giurassico superiore. La formazione à molto ricca di ammoniti: questo studio ne descrive la fauna del Kimmeridgiano raccolta in 13 successioni stratigrafiche distribuite su di un'area di circa 2500 km' Il Kimmeridgiano del ' Trento Plateau" è siato solitamente suddiviso dagli AA in sei biozone. alcune delle Quali classiche della sottoprovincia submediterranea: Piatmota. Strombecki. Divisum. Acanthicum. Cavouri. Beckeri. In questo lavoro viene proposta una nuova zonazione ad ammoniti che appare più appropriala e portatrice di una maggiore risoluzione stratigrafica t>er il settore paIdeografico in studio.

Le zone proposte sono: Zona a SHenum (con la subzcna a Trenerites), Z.a Strombecki (con la subz.a Raschin. /.a llerbichi (suddivisa nelle tre subz a Stemmis, a Divisum, a L'hlandi). Z..ad Acan:hiciun (suddivisa nelle due subz a Longispiriluti e a Ilei mi/ con un "orizzonte a Loryi" nella parte intermedia della biozona. Z.a Cavouri. Z a Beckrri/Press ulum. Per quanto riguarda lo studio delle faune, sono state riconosciute 156 specie di amimniti. tra cui nme nuove specie e sei nume sottospecie, l'iene proposto am-he un nuoto genere fTrcncrilcs nov.genj Olire alle ammoniti sono stati riconosciuti brachiopodi. lamellibranchi ed echinoidi che permettono alcune considerazioni paleobatimetriche. Parole chiave: Kimmeridgiano. Ammoniti. Prealpi Veneto-Trentine. Biostratigrafia. Sistematica

ABSTRACT (Ammonite Fauna and biostratigraphy of ihc Venctian Alp Kimmcridgian) • The Rosso Ammonitico Veronese is a l'enetian Alp carbonate formalina of the Middle and Upper Jurassic. Miulicd for the first lime by Isonardo da Vinci (1505). in the last ccntury by Catullo f1846. 1853). Oppel (1862-63). Zittel (1870) and Neuntayr (1873). This formatimi is subdivisiNe imo 3 lithosirutigraphic units in suecession: the loner unii consisting cf massive nodular hmestones. the middle unii mainly conusting of selcifervus Itrnestones and marly and the upper unii, urli bedded or massive nodular limestones and wliose thickness is variaNefrom about hvo meter (condensed set non of Gimv Mount) to aboia 16 meters (Grappa Mount): normally the thickness of the upper unii Is about 8-10 meters. This formation is xery rich in ammonites: this paper studies the

ammanile fauna of the Kimmeridgian. found in the so-ca'led Trento Plateau" mcluding Venetia and Tremino (Venetian Alpsj. The 13 sections studied are ùistrtbuted in an area of alxmt 2500 km': this area hku a plateau in the l'pper Jurassic A sherp stratigraplnc break is rccognized in the outcropof MGicno. ivhere "nodular"Hmestones *ith amimnitei of the Middle Oxfordian (Transversarium Zone) dlrectly oterlie the oolittc Hmestones of the Toarcian: further reduced horizon qf the Rosso Arnrr.onllico. upper unii, are bioslraligraphically analysed. For the Kimmeridgian of the Trento Plateau a net• ammonite zonation is proptned (Tab.l. 2): Siteman l'artial Range Zone (Sov.) nitli Trenerites AssemUage Subzone (Sen .): Strombecki Taxon Range Zone (Karvi Corrinus. 1966) * iih Raschìi Par-

Ricerca eficttmla «vi il contributo HURST160%. I9$6). (40%. IW-lW-ltSV).

Rnpomabile Prof A Ferrati

IO luti Funge Subzone (Sor,/; Herbichi Assemblale 'Ante (no*./ \ubdivtded imo 3 subzones Panial Range Subzone fPavia ei AL, I9S7 emend'.). Divisum Anne Subzone (Geyer. 1961) and L'hlandi Taxon Range Subzone (Grunvogel. 1914 sensv O/oriz. 1978 and Pavia et Al . 1987): Acanthicum Assemblage Zone (Nat.) subdivided imo 2 subzones: Ixmgispinum Panial Range Subzone fS'ov.) and Heimi Panial Range Subzone (Nat.). with Loryi Acme Horizon (Sov >. Cavouri Taxon Range Zone (Oloriz, 1978): Becken/Pre\udum Assemblage Zone (Sani. I988aj With regard lo the stutly offaunas. 156 species of ammonites ha\e been recognised including one ne* genus. 9 ne* species and 6 new subspecies. In parlicular • Trenerites nov.gen. • Trenerites front the Sllenum Zone (- Plaiynota Zone) is a netv genus o/Idoocratinac. insiituied for the transitional fomts btfnecn Pawcndorfcna ami Presimoceras (Sani. I990b>. The ne* species are: Uthacosphinctcs callomoni. Trenerites cnay. Bcnacoccras brochwic/lewinskii, Bcnctticeras vaii. frani the Silenum Zone. Lcssiniccras martiro. Crussoliccras retisi, trom the Strombecki Zone: MciayrcMitcs olori/i. frinii the Herbichi Zone: Pscudowaagcma stevensi. DiscosphinctokJcs (D.) dclcampanai from the Beckeri/ Presìulum Zone As tvdl as the ammonites. spccimens of brachiopods, lameilibramrhia. echinoids ha te been recognised. The following bio/oncs are recognised: Silenum Zone: the base is defìned by FAD of Sowcrtoyccrus silenum and contentporary /iresence of Bcnctticeras vaii. that disappears ai the upper boundary of the zone. This biozone substitutes the Plaiynota Taxon Range Zone, beco use l he estreme scarcity qf the Sutncrìa pia tv nota and the presente of the very common species Sowcrbyccras silenum concttmiiam with the copiousness of Bcnetticeras vaii. Trenerites Subzone: is coniradistinguished by FAD

Il KIMMERIDGIANO DEI LE PRF.ALPI VENETO-TRENTINE: FAUNA E BIOSTRATIGRAFIA 7) 8) 9) 10) 11 ) 12»

Monte Rust 2 (Lavarono. T N ) C i m a C a m p o (Luscrna. T N ) Cava Voltascura (Ghclpach. Asiago) Cava Cortese (Monte Kabcrtaha. Asiago) Cava Bellcvue (Monte K a b c r b b a . Asiago) Colle O r o ( M o n t e Grappa: margine orientale del plateau) F.' stata campionata inoltre una breve successione. 13) Monte Timarolo. vicino a Grezzana (VR). che si trova sul margine meridionale delle prealpi veneto-trentine. Le successioni stratigrafiche studiate possono essere grosso m o d o distinte in due gruppi convenzionalmente d e n o m i n a t e successioni di "tipo A" e di "tipo B" (Sarti, 1985). Nelle successioni di tipo A si interpone solitamente. tra l'Unità nodulare massiccia inferiore e l'Unità nodulare superiore, un hard ground ferronungancsifero. Nelle successioni di tipo B invece si interpone tra le d u e Unità nominate un complesso di rocce calcaree a radiolari. caratterizzate dalla presenza costante, più o m e n o abbondante, di selci (unità media del Rosso Ammonitico). Questa unità selcifera si presenta con diversi spessori che sul " T r e n t o plateau" possono oltrepassare i 10 metri. Intercalati a questi calcari selciferi sono alcuni livelli di argille bcntonitichc. prodotti di alterazione vulcanica (Bcmoulli & Pclcrs, 1970. 1974). Martire (1989) ha suddiviso questa unità selcifera intermedia in tre litofacics. che dal basso verso l'alto sono: 11 Litofacics stratificata calcarea, caratterizzata dalla totale assenza di nodularità e silicizzazione. in strati sottili da 3 a 20 cm di spessore: le superila di stratificazione sono ben marcate. Questa litofacies poggia direttamente sul Rosso Ammonitico Inferiore. 2) Litofacics stratificata selcifera, si differenzia dalla precedente per la presenza di noduli e liste di selce. Questa litofacics è suddivisibile in d u e parti: una porzione inferiore, la più potente, con selci nettamente prevalenti sugli strati calcarei: una supcriore in cui il rapporto tra calcare e selce t di circa 1:1. 3) l-itofacies subnodularc. costituisce b parte sommitalc dell'unità intermedia: si tratta di calcari per lo più massicci solcati da numerose sup e r i c i stiloiitiche ondulate che conferiscono un aspetto quasi nodulare. Sono presenti nel calcare noduli di selce, talvolta molto grossi e non si riscontrano altri indizi di silicizzazione. Per q u a n t o riguarda l'Unità Supcriore. Martire (ib.) ha distinto tre litofacics. c i o t :

I) Litofacies stromatolitica, facies calcaree massicce. con evidente laminazione intema lievemente o n d u b t a . lui facies stromatolitica è presente in due diverse situazioni: a l nelle successioni di tipo " A " è sviluppata nella parte basale dell'Unità Superiore, b) nelle successioni " A " e " B " b facies £ occasionalmente alternata alle facies n o d u b r i . 2) Litofacies nodulare. i noduli calcarei passano più o m e n o transizionalmcntc alla matrice argillosa che li circonda. La differente composizione fa si che l'azione meteorica eserciti una azione selettiva accent u a n d o il contrasto nodulo-matrice, conferendo il tipico aspetto nodulare alle superici affioranti. All'interno della litofacics nodulare Martire (ib.) distingue b "sottofacies flaser-nodulare". con noduli più scarsi e in cui b matrice t prevalente. 3) Litofacics pscudonodulare. facies calcaree massicce in cui il contrasto nodulo-matrice e molto m e n o sviluppato di quello d e l b facies nodulare. All'interno dello strato si p u ò osservare una pscudostratificazionc data da stiloliti. Nella descrizione delle successioni adotteremo queste terminologie introdotte da Martire (1989). con lo stesso significato. Rispetto a questa schematizzazione esistono due eccezioni rappresentate dalle successioni di I) Monte Giovo e di 2) Col Santo sul M.Pasubio. A Monte Giovo ove l'Unità superiore poggia direttamente sulla Oolite di San Vigilio (in facies "Giallo di Mori") di età liassica. si ha lo hyatus più consistente (dal Baiociano all' Oxfordiano medio) sino ad ora d o c u m e n t a t o per le successioni di Rosso Ammonitico. N e l b successione di Col Santo si rinvengono, come di norma, i calcari selciferi dell'Unità m e d b . Fatto però insolito per le prealpi veneto-trentine, a partire da circa m 2,50 dalla base dell'Unità superiore riprendono ad intcrcabrsi. sporadicamente negli strati del Kimmeridgiano e regolarmente negli strati litoniani. dei letti di selce di circa 10 c m di spessore non legati in alcun modo ai calcari selciferi dell'Unità media. Questi livelli selciferi, cosi r a n sul "Trento Plateau", sono invece molto diffusi nel Rosso Ammonitico delle Alpi Feltrine nosccrc la base della omonima subzona: i Tramila sono presenti insieme a Paraspldoceras mamJlanurn e a k'paspldoceras gr.rupcllcnsis. Al tetto della biozona scompare Benetticeras vaii. Alla baie della successiva Zona a Strombecki distinguiamo lessiniieras raschìi e Physodoceras altenensr, >1 tetto della subzona a Raschìi ò stato raccolto Lctsinice ras ptychodes: Physodoceras no{fl non si ritrova oltre il tetto della bio/ona. l a zona successiva. a Herbichi. e distinta alla base dalla comparsa di Presimoceras crislinae. la biozon3 è lacunosa, manca infatti tutta la suhzona più bassa, a Stcnon:s; poco sopra la base della bio/ona abbiamo Crussoliccras afT. divisum e TarametUceras trachinotum. A meta zona compare Aspidoccras acanthicum. hingo la biozona si osservano inoltre Presimoceras di varie specie. Nebrodites pehoìdeus e OrthaspiJoccras uhlandi marcano chiaramente il letto dell* biozona. La base della zona soprastante, ad Acanthicum. e contraddistinta dalla comparsa di Aipidocera\ longispintinr, la bio/ona £ carattcrizza:a dalla presenza di Nebrodites di varie specie. Questa biozonu e lacunosa, manca infatti tutto l'orizzonte acme a (orsi e la Subzona a Heimi (porzione «upcriore della zona). Alla base della zona successiva a Cavouri. scompare Aspidoccras acanthicum e compaiono Aspidoccras rafadi e A hyttrcosion: lungo b zona compaiono inoltre Pseudowtagenia haynaldi e Pachysphinctes gr. adclus. Al tcuo della bio/ona scompare TarameUieeras (T.) cootpsum. L'ultima bio/ona del Kimmeridgiano. a Beckeri/ Pressulum. e contraddistinta alla base data comparsa dell'indice zonale Hybonoticeras pressulum e dalla comparsa di Virgalithacoceras di varie specie. Caratteristici della bio/ona sono inoltre TarameUiceras pugile pugile e Torqwtthphincta di vuix specie.

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CARLO SARTI

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IL K I M M E R I D G I A N O DELI E PREALPI VENETO-TRENTINE: FAUNA E BIOSTRATIGRAFIA

LAVARONE, SUCCESSIONI "VIRTI", "ROCCOLO", "MONTE RUST 1" (%5) Le successioni di Virti, M.Rust 1 e Roccolo sono descritte in Sarti (1986a). Raccolte successive sono state effettuate a Virti e M.Rust 1. Rispetto a quanto descritto in Sarti (ib.), è necessario modificare l'interpretazione biostratigrafica per quanto riguarda la successione M.Rust 1, che non inizia nella Zona ad Acanthicum, come indicato dalla fig.2 in Sarti (ib.), ma nella Zona a Herbichi e il tetto della suddetta biozona è posto 90 cm sopra la base della successione. Per le faune relative (indicate nella detta figura con un triangolino) l'attribuzione biostratigrafica va quindi modificata in conseguenza (fig.5). Inoltre: l'esemplare stratigraficamente più basso di "Mesosimoceras beniamini" è in realtà un frammento di Lessiniceras ptychodes; "Taramelliceras pugile" (Tav.2, fig.3a-b in Sarti 1986a) è il subspeciotipo della nuova sottospecie Taramelliceras pugile pseudopugile; l'esemplare stratigraficamente più alto di Taramelliceras pseudoflexuosum è un Taramelliceras subcallicerum.

LAVARONE, SUCCESSIONE "MONTE RUST 2" (fig-6) Litostratigrafia: La base della successione è contrassegnata da uno strato continuo di selce rossa di 6-10 cm di spessore, appartenente all'unità media del Rosso Ammonitico, al di sopra del quale una incavatura profonda ospitava probabilmente un livello a bentonite quasi totalmente dilavato, dello spessore di 7-8 cm. Sopra a questo incavo si osservano calcari micritici con abbondanti selci rosse in noduli e lenti, per circa 40 cm (litofacies subnodulare) e al di sopra i primi strati del Rosso Ammonitico superiore, marcatamente nodulari; venti cm sotto la base dell'unità superiore è forse presente un ulteriore livello millimetrico di bentonite. Da 50 a 105 cm dalla base della unità superiore affiora una serie di strati pseudonodulari, e in seguito nuovamente nodulari: a 105 e fino a 190 cm abbiamo una serie di strati calcarei più o meno marnosi, con la maggior componente marnosa tra 130 e 145 cm (sottofacies flaser - nodulare); nuovamente, a partire da 190 cm abbiamo calcari nodulari più massicci. A 400 cm dalla base la successione si interrompe, ancora entro l'unità nodulare superiore.

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Biostratigrafia: la successione è molto ricca di ammoniti, tanto che anche gli ultimi strati della unità media, selcifera, del Rosso Ammonitico, hanno fornito una fauna abbastanza significativa e diversificata. In questi strati la presenza contemporanea di Progeronia gr. progeron e P. cfr. unicompta è indicativa, insieme a quella di Physodoceras wolfì e Aspidoccras binodum, della Zona a Strombecki; la biozona successiva, a Herbichi, è segnata alla base dalla comparsa dei Presimoceras, che sono sviluppati lungo tutta la biozona con le specie herbichi, teres, fucinii. Sempre alla base abbiamo T.(M.) nodosiusculum, che congiunto alle faune a Presimoceras indica anch'esso la base della biozona. Le comparse poi, a circa un terzo dall'inizio della biozona di Crussoliceras e, a due terzi circa, di Orthaspidoceras uhlandi, individuano le subzone a Divisum e a Uhlandi; queste subzone corrispondono litologicamente a una serie di strati che si distinguono da quelli sottostanti per la minor componente marnosa e conseguentemente per essere più massicci e duri. All'inizio della Subzona a Uhlandi compare anche Aspidoceras acanthicum. L'estinzione di Sowerbyceras silenum e la sua sostituzione con Sowerbyceras loryi, l'estinzione di Orthaspidoceras uhlandi, dei Presimoceras e di Idoceras balderum largiombelicalum e la comparsa di Nebrodites appartenenti a molte specie indicano chiaramente la base della subzona successiva, ad Acanthicum, caratterizzata dalla massiccia presenza di Nebrodites: N. heimi, N.lavaronensis, N.grecoi, N. cfr. gigas, N. agrigentini^ agrigentinus, N.favcirciensis, ecc... A metà biozona scompare Aspidoceras acanthicum e abbiamo l'acme di Sowerbyceras loryi, in corrispondenza degli strati con forte componente marnosa. Lungo la biozona scompaiono tutti i Nebrodites, e il N.heimi in particolare scompare al tetto della biozona. La base della Zona successiva a Cavouri è indicata chiaramente dalla comparsa di Mesosimoceras risgoviense e Pachysphinctes adelus adelus. Nella biozona registriamo la presenza di Pseudowaagenia haynaldi e Aspidoceras hystricosum e di Taramelliceras platyconcha. L'ultima biozona del Kimmeridgiano, a Bcckeri/Pressulum, è identificata alla base dalla presenza di Biplisphinctes cimbricus ed è caratterizzata da specie come Taramelliceras pugile pugile, Hemihaploceras (Z.) schwageri, Aspidoceras cippenninicum, Streblites folgariacus, Pseudowaagenia stevensi ecc..., tutte esclusive della suddetta biozona.

CARLO SARTI

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• 1 ESEMPLARE • 2 ESEMPLARI # 3-4 ESEMPLARI # PIÙ' DI 4 ESEMPLARI

Nebrodites hospes hospes Crussoliceras sp. Lessiniceras ptychodes Crussoliceras sp.gr. acre Nebrodites cafisii Holcophyiloceras mediterraneum Presimoceras herbichi cf. Metahaploceras Ataxioceratinae indet. Aspidoceras sp. Presimoceras teres Presimoceras sp. Presimoceras fucinii Lytoceras poiycyclum polycyclum Lytoceras sp.



Taramelliceras ( Metahaploceras ) semibarbarum Aspidoceras acanthicum Nebrodites lavaronensis Nebrodites sp. Pseudowaagenia• micropla Sowerbyceras loryi loryi Nebrodites peltoideus Orthaspidoceras uhlandi Taramelliceras (T.) compsum compsum Nebrodites grecoi Nebrodites agrigentinus agrigentinus Nebrodites cf. gigas Progeronia sp.aff. ernesti Nebrodites favaraensis Linguithyris sp. Taramelliceras (T.) subcallicerum Schaireria (Schaireria) neumayri Taramelliceras (T.) platyconcha Nebrodites heimi Pachysphinctes adelus adelus Mesosimoceras risgoviense Aspidoceras hystricosum Pseudowaagenia haynaldi Taramelliceras (T.) pugile pugiloides Biplisphinctes cimbricus Aspidoceras rogoznicense Taramelliceras (T.) pugile pugile Pseudowaagenia stevensi Aspidoceras appenninicum Discosphinctoides (D.) delcampanai Cyclolampas sp.

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Hemihaploceras (Zitteliceras) Streblites folgariacus

STROMBECKI

HERBICHI •STENONIS ! DIVISUM

ACANTHICUM UHLANDI

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LONGISPIN'LORYI' HEIMI

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o Coste nei giri esterni

poligirate, virgatostome fascicolate diversipartite con res. Determinante la esistenza di uno stadio virgatost. Più o meno sviluppato

punto di tra 1/2 e 2/3 biforcazione del l'altezza

aumenta il rapporto: coste esterne/coste ombelicali per la presenza di poliforcate, fascicolate o diversipartite, mai virgatostome

si intercalano coste poligirate che alla fine sono dominanti. Possono esserci res

al termine della conchiglia può esserci qualche costa poi igi rata. Res non molto frequenti

appaiono cosle poligirate e res, possono esserci alcune coste semplici

come nei giri interni, non si sviluppano triforcazioni, coste poligirate o altri tipi più complessi

come nei giri interni, non si osservano res, nè coste poligirate o più complesse

si sviluppano coste poligirate e fascipartite, tendenza allo svanimento delle coste sulla c.a.

ornamentazione di tipo palmato, aumento del n. di intercalari esterne, verso la fine della c.a. le cosle esterne tendono a scomparire

biforcate, res e poligirate, verso la fine della c.a. anche diversi-partite

tra 1/2 e 2/3 dell'altezza

a 2/3 di II

D (PS): a 2/3 di H. D (D): più basso di D (PS)

a 2/3 di H

tra 1/2 e 2/3 di H

molto esterno, a volte quasi marginale

più basso di Lithaco sphinctes

tra terzo esterno e margine ventrolaterale

tra 2/3 e 3/4 dell'altezza della spira

da piccolo a grande

piccolo

piccolo

da medio a grande

da piccolo a grande

medio

oblique, più o meno ampie, profonde alterano l'ornamentazione

oblique, alterano l'ornamentazione

ampie e oblique

talvolta presenti

nel fr. e inizio c.a. strette, superficiali radiali o poco proverse

strette e poco profonde

diametro

grande

da piccolo a medio

da piccolo a medio piccolo

costrizioni

presenti su tutta la conchiglia

presenti su tutta la conchiglia

possono essere presenti

rare, ma presenti

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IL K I M M E R I D G I A N O DELLE PREALPI VENE"] (-TRENTINE: FAUNA E BIOSTRATIGRAFIA

Superfamiglia PERISPHINCTACEAE Steinmann, 1890 Famiglia ATAXIOCERATIDAE Buckman, 1921 Genere LITHACOSPHINCTES Oloriz, 1978 LITHACOSPHINCTES cfr. GIGANTOPLEX (Quenstedt, 1888)

73

Locus Typicus: Monte Pasubio (Provincia di Trento, Italia), successione di Col Santino. Stratum Typicum: Formazione del Rosso Ammonitico Veronese, unità nodulare superiore, 43 cm sopra la base della suddetta unità . Derivatio Nominis: la specie è dedicata al Prof. J.H.Callomon, paleontologo dell'University College, London (Gran Bretagna).

Materiale: N. inv. P80A Misure: S inv. P80A

D 340

0 --

H 91

S 60

O/D --

H/D 0,267

S/D 0.176

Descrizione: esemplare frammentario; l'ultima spira presenta delle grosse e larghe coste, rilevate, che si attenuano sul ventre. Il penultimo giro è ancora fragmocono, l'ultimo è camera d'abitazione. Sul penultimo giro si osservano delle grosse coste che si biforcano sul terzo esterno del fianco; a 4 coste principali corrispondono 11 secondarie, è inoltre visibile una costrizione non molto profonda; le coste sul ventre del fragmocono non si interrompono, ma lo attraversano con una leggera proversione. E' conservato anche un frammento del terzultimo giro di spira, già con coste piuttosto grosse e rade. Confronti: per i confronti con altri Ataxioceratidae si rimanda ad Hantzpergue (1989, p.l 19). La somiglianza di questi Lithacosphinctes giganti con alcuni Lessiniceras può creare confusione in presenza di esemplari non ben conservati, però l'ornamentazione con le coste che non si interrompono sul ventre nei giri interni e, sempre nei giri interni, la presenza di un alto numero di secondarie, può essere una valida distinzione con i Lessiniceras. ittribuzioni biostratigrafìche: l'esemplare è stato raccolto al limite tra Z.a Planula e Z.a Silenum. Karvè Corvinus (1966): Z.a Planula dell'Ardèche; Schairer (1974): Z.a Planula - parte bassa Z.a Platynota della Baviera; Hantzpergue (1979, 1989): porzione superiore della Subz.a Grandiplex (Orizzonte a Gigantoplex = parte terminale della Z.a Planula) della Nord Aquitania.

LITHACOSPHINCTES CALLOMONI nov.sp. Tav.5, fig.3a-b; fig. 18, 19A n.t. Olotipo: l'esemplare figurato a Tav.5, fig.3a-b, n. inv. P28A.

Attribuzione biostratigrafia: l'olotipo proviene dal limite tra Zona a Planula (Oxfordiano) e Zona a Silenum (Kimmeridgiano). Materiale: n. inv. P28A, SNF6/70 Misure: N. inv. P28A -

-

SNF6/70

D 156 117.6 79,4 137

0 80 61,6 41,5 72

H 43 31,6 23 39

S 37 30 20,5 35

O/D 0,512 0,523 0,522 0,525

H/D 0,275 0,268 0,289 0.284

S/D 0,237 0.255 0,258 0,255

Diagnosi: conchiglia di taglia medio-grande, evoluta e con ombelico poco profondo. Sezione della spira subovale. Ornamentazione data da coste poligirate, biforcate e intercalari esterne con prevalenza di biforcate nei giri interni e poligirate nell'ultimo giro. Divisioni costali poco al di sopra del terzo esterno del fianco. Costrizioni presenti. Descrizione: conchiglia di taglia medio-grande, evoluta e con ombelico poco profondo. La muraglia ombelicale è corta e con il margine ombelicale smussato. Sezione della spira subovale. La camera d'abitazione occupa poco più di mezzo giro di spira; la fine del fragmocono si trova al diametro di 114 mm. Ornamentazione data da coste piuttosto rigide, biforcate poco al di sopra del terzo esterno del fianco. Nell'olotipo le prime sei coste all'inizio della c.a. sono quattro poligirate e due subpoliplocoidi. Nella camera d'abitazione, sempre dell'olotipo, delle ultime 27 coste visibili molte sono poligirate e poche biforcate, si osservano anche alcune intercalari esterne. Le coste visibili dell'ex.SNF6/70, nella porzione di spira conservata in prossimità dell'apertura (una quindicina circa) sono tutte poligirate. Nei giri interni degli esemplari le coste sono poligirate e biforcate, con prevalenza di queste ultime e sono presenti anche alcune intercalari esterne. L'indice di divisione costale sull'ultima spira dell'olotipo è Ne = 2,8 al D.max. e Ne = 2,6 a

74

CARLO SARTI

diametri minori. Le costrizioni, presenti e ben marcate nei giri interni, con l'accrescimento sono sempre meno evidenti.

\

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Osservazioni: Questa specie si può considerare una forma intermedia tra Lithacosphinctes evolutus (Quenstedt, 1888) e Lithacosphinctes davidi Atrops, 1982. Come questa seconda specie presenta infatti una curva di costolazione crescente a partire da un certo diametro e una forma generale della curva simile; le misure di D, O, H, S, sono invece decisamente più vicine a quelle di L. evolutus e come quest'ultima, la nuova specie ha un diametro più piccolo di L.davidi ed è una forma decisamente più evoluta e con spessore del ventre maggiore di davidi. Come L. davidi la nuova specie ha però il punto di biforcazione al di sopra del terzo esterno del fianco, mentre in L.evolutus è sul terzo esterno. Le costrizioni ben marcate sono caratteristiche di L.evolutus e non di L.davidi. Attribuzioni biostratigrajiche: gli esemplari della nuova specie sono stati raccolti dal limite Z.a Planula / Z.a Silenum (olotipo) all'ultimo terzo della Z.a Silenum. E' interessante notare che Lithacosphinctes evolutus è stato segnalato nella Z.a Planula e nella parte bassa della Z.a Platynota (Schairer, 1974; Atrops, 1982; Atrops & Melendez, 1984; Schairer, 1985; Gygi & Persoz, 1986; Pavia et AL, 1987; Melendez et AL, 1990) e Lithacosphinctes davidi Atrops nella Z.a Hypselocyclum (=Z.a Strombecki). E' ipotizzabile che L.callomoni sia una forma di passaggio tra le due specie.

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1/ 1/ 1/

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Fig. 19 - C u r v e di costolazione. Lithacosphinctes callomoni nov. sp.: A) M u s e o di Geologia e Paleontologia,Università di Bologna. coli. S A R T I (sigla = M G B ) . n. inv. P 2 8 A (Olotipo). Lithacosphinctes evolutus: B) Q U E N S T E D T (1888, tav. 105, fig. 2) (Lectotipo). Lithacosphinctes davidi: C) A T R O P S (1982, tav. 35, fig. 1) (Olotipo). U n a freccia indica l'inizio della c a m e r a d'abitazione.

Genere ORTHOSPHINCTES Schindewolf, 1925

ORTHOSPHINCTES POLYGYRATUS (Reinecke, 1818) Fig.21A-B-C-D n.t. Fig. 18 - Lithacosphinctes callomoni nov. sp., olotipo, n. inv. P28A. Sezione della spira al d i a m e t r o di 156 m m (A) e 80 m m (B) (x 1).

parsi978 Orthosphinctes polvgyratus (Rein.) OLORIZ, p.386, Tav.37, fig.2,3; Tav.38, fig.3; (non tav.37, fig. la-b= Prog.triplex) (cum syn.)

75

IL K I M M E R I D G I A N O D E L L E P R E A L P I V E N E " ] ( - T R E N T I N E : F A U N A E B I O S T R A T I G R A F I A

1982 Orthosphinctes (Orthosphinctes) polygyratus (Rein.) - ATROPS, p.51, Tav.l 1; 12; 13; 14; Tav. 16, fig. 1,3 1985 Orthosphinctes (Orthosphinctes) polygyratus (Rein.) - SCHAIRER, p.7, Tav.l, fig.l,5 1987 Orthosphinctes (Orthosphinctes) polygyratus (Rein.) - PAVIA et AL, Tav.4, fig.2 1989 Orthosphinctes (Orthosphincters) polygyratus (Rein.)- MATYIA et AL, Tav.l, fig.l,2

nula - Z.a Platynota dei M.Lessini veronesi; Matyia et Al.( 1989): Z.a Planula di Siedlce Sobkòv (Polonia): Melendez et AL (1990): Z.a. Planula della C. Betica.

ORTHOSPHINCTES cf.sp.ind.l Pavia et AL, 1987 Materiale: n. inv. ME506, P183A.

Materiale: n. inv. P27A, V282-142, P240A, P67A, P69A, ME507, ME660.

ME606,

Misure: N. inv. P27A V282-142 ME606 ME660

D 74 75,2 90.5 99,4

H 20.9 21,5 24 48.5

O 39,7 41 46 29

S -

18 25,1 -

O/D 0.536 0,545 0.508 0.487

H/D 0,282 0,285 0,265 0,291

S/D -

0,239 0,277 -

Descrizione: gli esemplari V282-142 e P27A sono fragmoconi. Forme con ombelico poco profondo, muraglia ombelicale cortissima e angolo ombelicale smussato. La sezione della spira, subquadratica depressa nei giri interni , guadagna in altezza con l'ontogenesi, sull'ultima spira è ovale, poco più alta che larga. Ornamentazione data da coste leggermente proverse sull'ultima spira e più diritte nei giri interni. Sull'ultima spira le coste sono tutte biforcate, nei giri interni sono visibili anche numerose coste semplici, in rapporto di circa 1 : 1 con le biforcate. Le biforcazioni si effettuano tutte sul margine ventrolaterale. L'ex. V282-142 possiede tre coste poligirate, così come Fex.ME606, che sulla c.a. presenta alcune poligirate, oltre a rare intercalari esterne. Le coste sul ventre sono diritte o con una leggera proversione. Presenti costrizioni larghe e profonde con lo stesso andamento delle coste. Attribuzioni biostratigrafìche: gli esemplari kimmeridgiani sono stati raccolti nelle Zone da Silenum a Herbichi, base della Subz.a Divisum. Enay (1966): Z.a Bimammatum del S.E. della Francia; Schairer (1974, 1985): Z.a Bimammatum - Z.a Platynota della Baviera; Oloriz (1978): Z.a Bimammatum - Z.a Divisum della Cordigliera Betica; Hantzpergue & Debrand Passard (1980): Z.a Rupellensis (= Z.a Platynota) del Bacino Aquitano; Atrops (1982): Z.a Planula - base Z.a Platynota ("orizzonte a Orthosphinctes") del S.E. della Francia; Atrops & Melendez (1985): tetto Z.a Planula di Calanda (Spagna); Pavia et Al.(1987): Z.a Pla-

Descrizione: si tratta di due esemplari frammentari, Fex.ME506 è un fragmocono e dell'ex. P183A è conservata parte della camera d'abitazione. Le dimensioni degli esemplari dovevano raggiungere i 150 mm di diametro. Sezione della spira subovale più alta che larga. L'ombelico è poco profondo, il ricoprimento è di circa 1/3 di spira. Ornamentazione data da coste debolmente proverse, biforcate alternate ad intercalari esterne; presenti rare poligirate. Biforcazioni sul terzo esterno del fianco. Affinità: nonostante le erosioni subite dagli esemplari è indiscutibile la somiglianza con Orthosphinctes sp.ind. 1 in Pavia et AL (1987, Tav.4, fig.l a-b) a cui si rimanda per i confronti con altre specie. Attribuzioni biostratigrafìche: gli esemplari sono stati raccolti a metà della Z.a Silenum e quasi al tetto della Z.a Strombecki. Pavia et AL (1987) descrive i suoi esemplari nella Z.a Strombecki dei M.Lessini (VR).

ORTHOSPHINCTES nov.sp.ind. Tav.6, fig.2; fig.20, 21E n.t. Materiale: n. inv. ME433 Misure: N. inv. ME433

D 100.6 70

0 56 38

H 26 18

S ---

O/D 0.556 0,542

H/D 0.258 0,257

S/D -

Descrizione: conchiglia di medie dimensioni, la cui camera d'abitazione occupa l'ultimo 1/2 giro di spira. Il peristoma non è conservato. L'ombelico è poco profondo e molto aperto, la muraglia ombelicale quasi inesistente e con angolo smussato. La sezione della spira è ovale, più alta che larga, con il massimo spessore all'altezza del terzo interno del fianco. Ricoprimento delle spire quasi nullo. Le

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CARLO SARTI

coste sulla c.a. sono diritte o leggermente proverse, tutte biforcate, è visibile una sola costa intercalare esterna. Le coste si biforcano tra la metà e il terzo esterno del fianco. Nei giri interni le coste si biforcano sul terzo esterno del fianco. Si tratta in definitiva di un Orthosphinctes con caratteri molto conservativi, come ad es. la presenza di coste biforcate pressoché esclusive, l'evoluzione molto spinta, ecc..

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Fig. 20 - Orthosphinctes nov. sp. ind., n. inv. M E 4 3 3 . Sezione delle spire al d i a m e t r o di 99 m m (x 1). 20

Confronti: ciò che distingue questo esemplare da O.polygyratus è la evoluzione maggiore, l'ombelico molto aperto e la biforcazione delle coste pressoché esclusiva (solo una intercalare). Orthosphinctes polygyratus morf. colubrinus ad es. ha O/D più piccolo, è meno evoluto e inoltre ha i fianchi più rigonfi. Orthosphinctes tizianii (Oppel, 1863) ha un rapporto O/D abbastanza simile ma differisce come numero di coste, minore della nuova specie, e come stile di ornamentazione. Orthosphinctes sp. 1 in Pavia et Al. (1987, Tav.4, fig. 1 a-b) presenta un maggior numero di coste primarie; inoltre l'esemplare qui trattato ha un'unica costa intercalare, mentre negli esemplari descritti da Pavia si osservano molte coste intercalari esterne. Rispetto all'esemplare descritto da Del Campana (1905) come "Perisphinctes delgadoi" (p.58, Tav.2, fig.5,6) il ns. esemplare ha le coste che si biforcano decisamente più in basso e l'ombelico è più grande (l'ex, figurato da Del Campana ha O/D = 0,49). Attribuzioni biostratigrafìche: l'esemplare è stato raccolto quasi al tetto della Z.a Strombecki.

40

60

Fig. 21 - C u r v e di costolazione. Orthosphincles polygyratus: A) M G B , n. inv. V282-142; B) M G B , n. inv. P27A; C) M G B , n. inv. M E 5 0 7 (cfr.); D) M G B , n. inv. M E 6 6 0 (cfr.). Orthosphinctes nov. sp. ind.: E) M G B , n. inv. M E 4 3 3 .

Genere PROGERONIA Arkell, 1953 Secondo Atrops (1982) il genere compare nella Z.a Hypselocyclum e si sviluppa nelle Zone a Divisum e ad Acanthicum. Atrops (ib.) per le Progeronie "m" propone il nuovo subgenere Hugueninsphinctes, rimandando ad un futuro lavoro di revisione del genere Progeronia per una formalizzazione. Hantzpergue (1989) considera Progeronia sinonimo di Hugueninsphinctes (ib., p.104) e include parte delle specie di Progeronia nel genere Ardescia (in particolare le specie del gr. pseudolictor) e parte nel genere Lithacosphinctes (le specie del gr. achilles D'Orb.). Ardescia è stato creato da Atrops (1982) come subgenere di Orthosphinctes, per includere le specie in origine appartenenti al genere Parataxioceras,

IL K I M M E R I D G I A N O DELLE PREALPI VENE"] (-TRENTINE: FAUNA E BIOSTRATIGRAFIA 69

ma caratterizzate dalla costante assenza di coste poliplocoidi. Atrops (ib.) considera i subgeneri Ardescia e Litacosphinctes come coppia dimorfa rispettivamente m - M. I suddetti subgeneri secondo Hantzpergue (1989) sono invece generi, indipendenti e dimorfici. I caratteri di Progeronia sono, a nostro giudizio, ben distinguibili da quelli di Lithacosphinctes e Ardescia; si può comunque ipotizzare una derivazione filogenetica di Progeronia da Lithacosphinctes.

Schichten (parte bassa Z.a Divisum) dell'Ardeche; Behmel (1970): Z.a Planula - Z.a Platynota del Prebetico; Hantzpergue (1979): Z.a Planula della Nord Aquitania.

PROGERONIA UNICOMPTA SIMPLEX nov.subsp. Tav.6, fig.3,4; fig.22, 23D-E-G n.t. Subspeciotipo: l'esemplare figurato a Tav.6, fig.3, n. inv. A41B.

PROGERONIA TRIPLEX (Quenstedt, 1888) Tav.6, fig.la-b; fig.23C n.t. 1963 Lithacoceras (Progeronia) triplex (Quenst.) KOERNER, p.370, Tav.26, fig.2 : 978 Orthosphinctes polygyratus (Rein.) morf. geron-triplex (Quenst.) - OLORIZ, p.390, Tav.37, fig.la-b (cum syn.)

Misure:

-

D 77,5 72 59

0 34 31,1 25,8

H 25.2 25,3 20.4

Stratum Typicum: Formazione del Rosso Ammonitico Veronese, Unità nodulare superiore, 265 cm sopra la base della suddetta unità . Derivatio nominis: allude alla ornamentazione semplificata data solo da coste biforcate, rispetto a quella più complessa della subsp. unicompta.

Materiale: n. inv. ME424

N. inv. Lectotipo ME424

Locus Typicus: Asiago (Provincia di Vicenza, Italia), Monte Kaberlaba, Successione di Cava Bellevue.

S -16

O/D 0,43 0.431 0.437

H/D 0.325 0.351 0.345

S/D -

--

0.271

Osservazioni: le coste dell'esemplare sono leggermente prò verse e biforcate tra la metà e il terzo esterno del fianco; alle coste biforcate si alternano coste intercalari esterne nel rapporto di circa 1:1. Si osservano anche due coste triforcate. Sono presenti costrizioni. Il lectotipo della specie (Quenstedt, 1888, Tav. 100, fig.9) è un esemplare di piccola taglia simile all'ex, qui descritto. Questa specie, basata su di un piccolo esemplare, è molto difficile da interpretare, come osserva anche Atrops (1982) che attribuisce la specie al genere Orthosphinctes (p.55); tuttavia per lo stile di ornamentazione questa specie è decisamente assimilabile al genere Progeronia. Affinità: rispetto a Progeronia uncompta simplex nov.subsp. l'ex.ME424 possiede coste leggermente più rigide, in numero minore e con presenza di triforcate e di molte intercalari che sono assenti in P. unicompta simplex. Attribuzioni biostratigrafìche: l'esemplare proviene dal tetto della Z.a Strombecki. Karvè Corvinus (1966): Z.a Platynota - Similis

Fig. 22 - Progeronia unicompta simplex nov. subsp., subspeciotipo. n. inv. A41B. Sezione delle spire al d i a m e t r o di 95 m m (x 1).

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CARLO SARTI

Attribuzione biostratigrafica: il subspeciotipo proviene dalla Zona a Herbichi, Subz.a Uhlandi, del Kimmeridgiano.

vengono dall'ultimo terzo della Z.a Strombecki e dalla Z.a Herbichi, Subz.a Stenonis. Pavia et Al. (1987) segnalano P.unicompta nella metà inf. della Z.a Divisum dei M.Lessini Veronesi.

Materiale: n. inv. A41B, ME427, LU38, LUI 18, M309-169. Misure: D 94,3 86,1 87 97.4

N. inv. A41B ME427 LU38 LUI 18

0 36 34.6 36 40

H 31,3 29 28 31

S 25 23 -

26

O/D 0,381 0,401 0,413 0,41

H/D 0,331 0,336 0,32 0,318

S/D 0,265 0,267

PROGERONIA sp.cfr.gr. PSEUDOLICTOR (Choffat, 1893) Fig.24B n.t. Materiale: n. inv. LU26

-

0,266

Diagnosi: conchiglia di taglia medio-piccola, mediamente evoluta e con ombelico superficiale. Sezione della spira ovale compressa, con il massimo spessore sul bordo ombelicale. Ornamentazione data da coste proverse, tutte biforcate tra la metà e il terzo esterno del fianco. Presenti costrizioni.

Misure: N. inv. De Loriol 1877,T.9,f.l LU26

D 198

O 92

H 59,4

S 48

O/D 0,46

H/D 0,3

S/D 0,24

193

92

58

46

0,476

0,3

0,238

Descrizione: conchiglia di taglia medio-piccola con ricoprimento di circa 1/3 di spira. Sezione della spira ovale compressa con il massimo spessore in corrispondenza del bordo ombelicale. Ombelico poco profondo, muraglia ombelicale corta e verticale. Ornamentazione data da coste proverse, tutte biforcate tra la metà e il terzo esterno del fianco; sul ventre le coste sono proverse. Presenti costrizioni non molto profonde.

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Confronti: Progeronia unicompta unicompta (Fontannes, 1879) ha una larghezza maggiore della spira; presenta delle coste intercalari esterne, alcune semplici e alcune poligirate. Il sintipo figurato da Fontannes (1879, Tav.8 , fìg.5 ) ha inoltre un maggior numero di coste e un ombelico più chiuso. Progeronia progeron (Ammon) ha un numero maggiore di coste, un ombelico più piccolo, un rapporto H/D maggiore e presenta coste intercalari esterne e alcune poligirate.

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Attribuzioni biostratigrafìche: gli esemplari sono stati raccolti dalla base al tetto della Z.a Herbichi.

PROGERONIA cfr. UNICOMPTA (Fontannes, 1879) Fig.23F n.t. Materiale: n. inv.ME462, ME677 Attribuzioni

biostratigrajiche: gli esemplari pro-

Fig. 23 - C u r v e di costolazione. Progeronia triplex: A) Q U E N S T E D T (1888, tav. 100. fig. 9) (Lectotipo); B) Q U E N S T E D T (1888, tav. 101, % 8); C) M G B , n. inv. M E 4 2 4 . Progeronia unicompta simplex nov. subsp.: D ) M G B , n. inv. A4 IB (Subspeciotipo): E) M G B . n. inv. L U 3 8 ; G ) M G B , n. inv. ME427. Progeronia cfr. unicompta: F) M G B . n. inv. M E 4 6 2 .

IL K I M M E R I D G I A N O DELLE PREALPI VENE"] (-TRENTINE: FAUNA E BIOSTRATIGRAFIA

Osservazioni: nonostante le notevoli erosioni subite dall'esemplare i caratteri dimensionali e dell'ornamentazione, con costolazione non molto densa già nei giri medi, nonché la curva di costolazione concordano con il gr. pseudolictor. Hantzpergue (1989) considera pseudolictor appartenente al genere Ardescia, ma questa specie è costata molto densamente fino ad un D max. di 90-95 mm, con curva di costolazione debolmente crescente; successivamente a questo diametro la curva di costolazione decresce molto bruscamente. Nel genere Ardescia non si osserva mai un cambio di densità di costolazione così spinto; inoltre Ardescia per lo più non è nè così evoluta, nè con un arrotolamento così lento come P.pseudolictor. Attribuzioni biostratigrafìche: l'esemplare proviene dalla Z.a Herbichi, base della Subz.a Uhlandi. Behmel (1970): Z.a Hypselocyclum del Subbetico; Pavia et Al.(1987) e Channel et Al.(1990): Z.a Divisum, Subz.a Uhlandi dei M.Lessini veronesi; Hantzpergue (1989): parte terminale della Subz. ad Achilles dell'Aquitania; Hantzpergue (1991): parte alta della Z.a Cymodoce dell'Aquitania.

PROGERONIA cfr. PROGERON (Ammon, 1875) Materiale: n. inv. ME637 Osservazioni: l'esemplare è mal conservato, ma presenta i caratteri della specie: si tratta di una forma mediamente evoluta, con ornamentazione densa in ogni parte della conchiglia, coste ravvicinate e sottili, per lo più biforcate e con alcune poligirate sulla c.a. Attribuzioni biostratigrafìche: l'esemplare è stato raccolto nell'ultimo terzo della Z.a Strombecki. Pavia et Al.(1987): Z.a Platynota - Z.a Strombecki dei M.Lessini veronesi.

PROGERONIA sp.aff. ERNESTI (De Loriol, 1877) Tav.7; fìg.24L n.t. Materiale: n. inv. ME540, ME688

79

Misure: N. inv. olotipo (Loriol T.8, f.l) ME540 -

ME688

D 160

0 75,2

H 48

-

O/D 0.47

H/D 0.30

--

169 135 181,5

74 56,5 77,3

57 44.5 58

43 35 41

0.437 0.418 0,425

0,337 0,329 0,319

0.254 0.259 0.241

S

S/D

Descrizione: conchiglia di diametro medio-grande, evoluta, con grande ombelico, discretamente profondo; muraglia ombelicale verticale con angolo ombelicale smussato. Ricoprimento di poco meno di 1/3 di spira. Sezione della spira ovale, compressa sui fianchi, con il massimo spessore in prossimità del margine ombelicale. La c.a. occupa i 5/6 dell'ultimo giro di spira. Ornamentazione data da coste proverse che si biforcano tra la metà e il terzo esterno del fianco. Le coste sull'ultima spira sono per lo più triforcate, presenti anche alcune quadriforcate e alcune intercalari esterne. Sull'ultimo mezzo giro dell'ex. ME540 a 29 coste principali corrispondono 97 coste secondarie. Nei giri interni non si vedono triforcazioni, perchè obliterate dal ritorno della spira successiva. Costrizioni assenti. Confronti: rispetto all'olotipo in De Loriol (1877), gli ex. differiscono perchè hanno un minor numero di coste secondarie; ad es. l'ex.ME540 possiede 97 coste secondarie su 29 principali, mentre, al medesimo diametro, l'olotipo ne possiede 108, quindi la costolatura è più densa, ma il rapporto coste secondarie/coste principali è uguale; inoltre gli ex. hanno un rapporto O/D inferiore. La curva di costolazione è molto simile come forma ma differisce per il fatto che, fino a 120 mm l'olotipo ha un numero più basso di coste principali (fino ad un massimo di 11 a D = 45 mm). Attribuzioni biostratigrafìche: gli esemplari sono stati raccolti nella Z.a Herbichi, Subz.a Divisum e nella Z.ad Acanthicum, alla base dell'Orizzonte acme a Loryi. Progeronia ernesti è segnalata da Oloriz (1978): Z.a Divisum della Cordigliera Betica; Atrops & Melendez (1982): Z.ad Acanthicum di Calanda (Spagna); Pavia et Al.(1987):Z.a Divisum, Subz.a Uhlandi dei M.Lessini veronesi.

PROGERONIA sp.cf. EGGERI (Ammon, 1875) Fig.24D-E n.t. Materiale: n. inv. P164A, LU28 (gr.)

CARLO SARTI

80

Misure: N. inv. PI 64 A LU28 P.eggeri olotipo Geyer.1961 T.10, f.2 Quenstedt 1888, T. 123X3

D 169 186 130

0 76 91 59.8

H 53 51 39

S 46 45 --

O/D 0,449 0,489 0,46

H/D 0,313 0,274 0,3

145

68,2

200

92

S/D 0,27 0,241 -

43,5

-

0,47

0,3

-

62

-

0.46

0.31

--

Descrizione: ammoniti di grandi dimensioni, evolute. Muraglia ombelicale verticale con bordo ombelicale arrotondato. Sezione della spira ovale; ventre ampio. Fianchi leggermente convessi. Ornamentazione data da coste proverse nel terzultimo e penultimo giro, con biforcazioni sul terzo esterno del fianco; sull'ultimo giro le coste sono più diritte, triforcate, le ultime tre o quattro sono quadriforcate. Il ricoprimento è di circa 1/3, tanto che oblitera le biforcazioni delle spire precedenti. Sul terzultimo giro si osserva una costrizione e sul penultimo una seconda, più larghe degli spazi intercostali e diritte.

uo

Confronti: gli esemplari hanno analogie con P.eggeri; rispetto a P.eggeri differiscono per la presenza di evidenti costrizioni e per un maggior numero di coste. Rispetto a Progeronia pseudolictor gli ex. hanno un numero molto più alto di coste. Attribuzioni biostratigrajiche: gli esemplari provengono dalla Z.ad Acanthicum, Subz a Longispinum (PI64A) e Subz.a Heimi (LU28).

so-

Genere PSEUDOSIMOCERAS Spath, 1925 PSEUDOSIMOCERAS STENONIS (Gemmellaro, 1876) 1987 Pseudosimoceras stenonis (Gemm.) - PAVIA et AL, p.80, Tav.6, fig. 1-3 (cum syn.) Fig. 24 - C u r v e di costolazione. Progeronia lictor. H ) D U M O R T I E R & F O N T A N N E S (1876. tav. 12) (Olotipo): A) D E LOR I O L (1877, tav. 9). Progeronia pseudolictor. C) C H O F F A T (1893, tav. 18, fig. 7) (Olotipo): B) M G B , n. inv. L U 2 6 (sp. gr.) Progeronia eggeri: F) Q U E N S T E D T (1888, tav. 123, fig. 2); G ) idem, tav. 123, fig. 1 (figurati c o m e A m m . ernesti) D ) M G B , n. inv. L U 2 8 (gr.); E) M G B , n. inv. P164A (cf.). Progeronia ernesti: I) D E L O R I O L (1877, tav. 8, fig. 1); L) M G B . n. inv. M E 5 4 0 (sp. aff.).

20

0

IL K I M M E R I D G I A N O D E L L E P R E A L P I V E N E " ] ( - T R E N T I N E : F A U N A E B I O S T R A T I G R A F I A

Materiale: n. inv. A171C, A63C, A148C, LUI 11, LU99, LU44, ME418.

morfotipo STENONIS Fig.25C-D-E-F-G n.t. Misure: Y inv.

D loiipo (Gemm. 113 877,1.16.f. 10) Ll'lll 118 92 72 AI71C 92 \63C 76 M48C 78 anavari 1896 110 T.9. f.2

H 33,9

0 61

S 33,9

32,5 27,5 20.4 28,4 22,6 22 33

60 44 37,5 44 37

33 33,3

38 55

-

-

35 --

33

H/D 0.54

S/D

0,3

O/D

0,275 0,305 0,283 0,308 0.297 0.282 0,3

0.508 0.478 0,52 0,478 0.486 0.487 0,5

0,279 0,383

0,3

--

0,46 -

0,3

Misure:

0

D 77

H 23,1

O 33,9

S 35.4

O/D 0,3

H/D 0,44

130 61,5

37,7 19

64,2 32.1

37 20

0,29 0.308

0,493 0,521

20

40

Osservazioni: stenonis e morenai sono da considerare morfotipi della medesima specie, nonostante la forte differenza nel numero di coste primarie a medesimi diametri per alcuni esemplari: un basso numero per lo stenonis, alto per il morenai; ad es. tra l'ex.LU44 (morf. morenai) e l'ex.ME418 (morf. stenonis) allo stesso diametro la differenza è di 27 coste. Ciononostante l'olotipo dello stenonis ha una curva di costolatura che si trova quasi esattamente centrale tra i campi dello stenonis e del morenai e anche la curva di costolatura dell'olotipo del morenai, in Canavari, è vicina a quella dell'olotipo di stenonis. Si può parlare quindi di variabilità intraspecifica. Una ulteriore piccola differenza tra i due morfotipi si riscontra nelle R.I.W., che nei morenai arrivano a 40 mmm e negli stenonis non arrivano a 20 mm (si vedano anche i grafici di Oloriz 1978, p.422). Attribuzioni biostratigrafìche: gli esemplari sono stati raccolti negli ultimi strati della Z.a Strombecki e nel primo terzo della Z.a Herbichi (Subz. a Stenonis). Oloriz (1978): Z.a Strombecki - Z.a Divisum della Cordigliera Betica; Pavia et Al.(1987) segnalano la specie all'inizio dell' Orizzonte a Stenonis dei M.Lessini veronesi, corrispondente al tetto della Z.a Strombecki come viene qui distinta.

morfotipo MORENAI (Canavari, 1896) Tav. 13, fig.l; fig.25I-L n.t.

N. inv. anavari 1896 T.9. f.3 LU44 LU99

81

60

80

100

120

D

Fig. 25 - Curve di costolazione. Pseudosimoceras stenonis morf. stenonis: A) G E M M E L L A R O (1877, Tav. 16, fig. 10)(olotipo): B) C A N A V A R I (1896, Tav. 9. fig. 2): C) M G B . n. inv. LUI 11: D) MGB, n. inv. L U I 7 1 : E) MGB, n. inv. A63C; F) M G B . n. inv. A148C; G) M G B , n. inv. ME418. Pseudosimoceras stenonis morf. morenai: H) C A N A V A R I (1896, Tav. 9, fig. 3) (olotipo del morenai): I) M G B , n. inv. LU44: L) MGB, n. inv. LU99.

82

CARLO SARTI

Genere CRUSSOLICERAS Enay, 1959 Una ampia revisione del genere è stata curata recentemente da Oloriz, Schairer e Zeiss (1985) a cui si rimanda.

CRUSSOLICERAS cfr. DIVISUM (Quenstedt, 1888) Fig.28D n.t.

maggior ragione perchè la curva di costolazione al di sotto di 80 mm è diversa, cresce leggermente nell'olotipo, decresce leggermente nell'ex. PI85A. Attribuzioni biostratigrafìche: l'esemplare è stato raccolto nella Z.a Herbichi, Subz.a Divisum. Pavia et Al. (1987) segnalano un esemplare "aff. divisum'" nella prima metà della Z.a Strombecki.

CRUSSOLICERAS ZEISSI nov.sp. Tav.9, fig. la-b-c; fig.26, 27, 28L n.t.

Materiale: n. inv. P317B, LUI38, LUI 17 Misure: N. inv. LUI 17

D 80

0 40

H 21,8

S -

O/D 0,50

H/D 0,270

S/D -

Attribuzioni biostratigrafìche: gli esemplari provengono dalla Z.a Herbichi, Subz. a Divisum. Atrops & Melendez (1984), Melendez et Al. (1990): Z.a Divisum di Calanda (Spagna);

CRUSSOLICERAS sp.aff. DIVISUM (Quenstedt, 1888) Tav.8, fig.2; fig.28C n.t.

Locus Typicus: Luserna (Provincia di Trento, Italia), successione del Forte di Cima Campo. Stratum typicum: Formazione del Rosso Ammonitico Veronese, unità nodulare superiore, 35 cm sopra la base della suddetta unità . Derivatio nominis: la specie è dedicata al Prof. Arnold Zeiss, paleontologo dell'Università di Erlangen (Germania).

Materiale: n. inv. PI85A

Attribuzione biostratigrafica: l'olotipo proviene dalla Zona a Strombecki del Kimmeridgiano.

Misure: N. inv. Quenstedt (1888) T.106,f.l P185A

Olotipo: l'esemplare figurato a Tav.9, fig.la-b-c, n. inv.LU77.

D 140

H 38

O 78,6

S --

O/D 0,271

H/D 0,561

S/D --

175,5 130

45 34,6

97,1 70

39.4 28,5

0,256 0,266

0,553 0,538

0,224 0.219

Materiale: n. inv. LU77, LU94. Misure:

Osservazioni: l'ultimo giro dell'esemplare appartiene quasi tutto alla c.a. e ha una ornamentazione a coste biforcate, intercalari esterne e semplici (forse una costa è triforcata). Nei giri interni le coste sono tutte biforcate e si osserva una sola intercalare. Il punto di biforcazione è a metà fianco o poco più alto. Non si osservano costrizioni. Confronti: per il punto di biforcazione basso, uguale a quello dell'olotipo del divisum, l'esemplare non può appartenere ai gruppi Ala, A l b e Ale in Oloriz, Schairer e Zeiss (1985), che hanno biforcazioni più alte e stili diversi di ornamentazione. La presenza di parecchie coste intercalari esterne e di poche coste semplici fa pensare ad una specie affine a divisum, piuttosto che a divisum s.s., a

N. inv. LU77

D 153 85

H 42.6 23

O 81 46

S 39 --

H/D 0.278 0.27

H/D 0,529 0.541

O/D 0,254 -

Diagnosi: conchiglia di taglia medio-grande, evoluta e con ombelico poco profondo. Sezione della spira ellittico - depressa. Ornamentazione data da coste biforcate nei giri interni e biforcate, intercalari esterne e triforcate sulla camera d'abitazione. Le coste si dividono sul margine ventrolaterale e presentano il maggior rilievo in prossimità del punto di divisione , dove sono quasi bulliformi. Costrizioni presenti nei giri interni, assenti sull'ultima spira. Descrizione: conchiglia di taglia medio-grande, evoluta (il ricoprimento è meno di 1/7 di spira), con spire a sezione ellittico-depressa; ombelico poco profondo, muraglia ombelicale corta e subverti-

I L K I M M E R I D G I A N O D E L L E P R E A L P I VENE"]

(-TRENTINE: FAUNA E BIOSTRATIGRAFIA

i

83

i

Sezione della spira al diametro di 153 m m (A) e 108 m m (B) (x 1 ).

cale,con il fianco che non forma un vero angolo ombelicale. La camera d'abitazione occupa quasi tutto l'ultimo giro di spira. Ornamentazione data da coste che nei giri interni sono regolarmente biforcate, con le biforcazioni sul margine ventrolaterale. Sull'ultima spira le coste si biforcano sul margine ventrolaterale o leggermente più in basso e si osservano anche coste intercalari e triforcate (v. fig. 27 ). Le coste ombelicali sono tutte molto forti e rilevate e in prossimità del punto di divisione presentano il loro maggior rilievo, risultando quasi bulliformi. Costrizioni strette e profonde sono presenti nei giri interni e assenti sull'ultima spira. Confronti: seguendo il lavoro di Oloriz, Schairer & Zeiss (1985) si può collocare la nuova specie nel gruppo A2a "acer" e : il lectotipo di C.acre (Neumayr, 1873, Tav.38, fig.l, qui figurato a Tav.8, fig.l ) ha le coste più rade, ha due costrizioni sull'ultima spira, ha i fianchi più rigonfi nei giri interni e non ha un numero così elevato di coste intercalari. L'esemplare descritto da Canavari come C.acre (1897, Tav.23, fig.la-b), ha troppe coste triforcate e nessuna, o quasi, intercalare. L'olotipo e i paratipi di C.aceroides Geyer (1961, Tav.3, fig.3) hanno l'ombelico più piccolo e la spira più alta, hanno meno coste nell'ultima spira e molte più coste triforcate, inoltre la sezione della spira è più reniforme. "Katroliceras (Katroliceras)" n.sp. Geyer, ( 1961, Tav.4, fig.4) e Crussoliceras crussoliense in Geyer 1961, Tav.3, fig.6, sono fragmoconi che a diametri piuttosto piccoli hanno le coste già molto rade e con stile di biforcazione diverso.

Fig. 27 - O r n a m e n t a z i o n e di p o c o più d e l l ' u l t i m o m e z z o giro di spira del Crussoliceras zeissi nov. sp., n. inv. LU77. Le d u e linee tratteggiate indicano i margini ventro-laterali dell'esemplare.

"Katroliceras" geyeri (Oloriz, 1978, Tav.35, fig.l) ha un diametro piccolo e un numero molto basso di coste ombelicali. Attribuzioni biostratigrafìche: gli esemplari della nuova specie sono stati raccolti a metà della Z. a Strombecki. CRUSSOLICERAS gr. ACRE (Neumayr, 1873) Fig.28G-H n.t. Materiale: n. inv. V220-80, V222-82, ME654. Misure: N. inv. Neum. 1873 T.38,f.l V222-82 --

V220-80 Neumayr 1873, T.27, f.l

D 144

H 41

0 75,6

--

113,8 85 75,7 225

32 25,5 22,5 62

59 44 38 117,7

--

S

24.8 ---

H/D 0,284

H/D 0.525

0.281 0,30 0.297 0,275

0.518 0,517 0.501 0.523

O/D --

--

0,291 ---

84

CARLO SARTI

n:

60

Fig. 28- Curve di costolazione. Crussoliceras divisum: A) Q U E N S T E D T (1888, Tav. 106, fig. 1) (Olotipo); B) O L O R I Z (1978, Tav. 34, fig. 1) ; C) M G B . n. inv. P185A (aff.); D) MGB, n. inv. L U I 17 (cfr.). Crussoliceras acre: E) N E U M A Y R (1873, Tav. 38, fig. 1) (Olotipo); F) C A N A V A R I (1897. Tav. 23, fig. 1 ); G) M G B . n. inv. V222-82 (gr.); H) M G B , n. inv. V220-80 (gr.). Crussoliceras aceroides: I) G E Y E R (1961, Tav. 3 , fig. 3) (Olotipo). Crussoliceras zeissi nov. sp.: L) M G B , n. inv. LU77 (olotipo).

Osservazioni: per una descrizione e osservazioni sulla specie acre si veda Sarti (1986a) e Oloriz, Schairer & Zeiss (1985). Attribuzioni biostratigrafìche: gli esemplari sono stati raccolti nella Z.a Herbichi, Subz.a Divisum e a Uhlandi.

Genere PACHYSPHINCTES Dietrich, 1925 PACHYSPHINCTES sp. aff. BATHYPLOCUS (Waagen, 1875) Tav. 10, fig.2; fig.29, 31C n . t 1978 Pachysphinctes balhyplocus (Waag.) - OLORIZ, p.462 Materiale: n. inv. A367C Misure: N. inv. Waagen 1875 T.50. f.l A367C Oloriz (1978)

D 0 137 74 106 55 101,5 56 82 43 106,6 60 88.2 46,2

H 35 28 26 20 28,5 21

S 42 -24,6 33 19

O/D 0,54 0,518 0.551 0,524 0,542 0,523

H/D 0,255 0,264 0,256 0,243 0,257 0,238

S/D 0,306 -0,3 0,298 0,215

Descrizione: conchiglia di medie dimensioni, evoluta e con ombelico largo e poco profondo; muraglia ombelicale corta e con angolo smussato. La c.a. occupa 2/3 dell'ultima spira. Sezione della spira rotonda con tendenza ad essere reniforme, soprattutto nei giri interni. Ornamentazione data da coste biforcate; nei giri interni queste sono alternate ad alcune coste semplici. Verso la fine della c.a si osserva una costa poligirata e una intercalare . Le biforcazioni si effettuano sul margine ventrolaterale nei giri interni e poco al di sotto nell'ultima spira. Sul ventre le coste sono leggermente proiettate in avanti. In prossimità della bocca, conservata anche se incompleta, si osserva un cercine ventrale che precede una costrizione. Presenti deboli costrizioni nei giri interni. Confronti: nei giri interni dell'ex.A367C le biforcazioni si effettuano sul margine ventrolaterale e poco al di sotto nella c.a., mentre nel sintipo figurato da Waagen (1875, T.50, f.l) le coste si biforcano sul terzo esterno del fianco. Inoltre l'ex.A367C è di minori dimensioni e possiede alcune deboli costrizioni nei giri interni, che nel sintipo figurato mancano. Pachysphinctes adelus (Gemmellaro) possiede un maggior numero di coste poligirate, un ombelico

IL K I M M E R I D G I A N O D E L L E P R E A L P I V E N E " ] ( - T R E N T I N E : F A U N A E B I O S T R A T I G R A F I A

85

Osservazioni: l'esemplare A74C differisce da adelus adelus perchè la sezione della spira è con H > S in ogni punto della conchiglia , le costrizioni sono diritte e non oblique ed è di dimensioni minori; tali differenze rientrano nel campo della variabilità intraspecifica.

Fig. 29 - Pachysphinctes sp. a f f . bathyplocus (Waagen). Sezione della spira dell'ex. A 3 6 7 C . al d i a m e t r o di 82 e 48 m m (x 1).

che a medesimi diametri è più piccolo e una sezione della spira diversa, meno depressa ventralmente e più alta; la sezione della spira differente nei giri interni (con il ventre quasi piatto nel bathyplocus e più arcuato neìY adelus) permette la distinzione a piccoli diametri. Attribuzioni biostratigrajiche: l'esemplare è stato raccolto a metà della Z.a Beckeri/Pressulum. Oloriz (1978): Z.a Beckeri - base Z.a Hybonotum della Cordigliera Betica; Verma & Westermann (1984): Z.a Beckeri di Mombasa (Kenia).

PACHYSPHINCTES ADELUS ADELUS (Gemmellaro, 1872) Fig.31F-I-L-M n.t. 1872 Perisphinctes adelus GEMMELLARO, p.51, Tav.8, fig.7 1897 Perisphinctes adelus Gemm.- CANAVARI, p.203, Tav.22,fig. 1, 2; Tav.27, fig.3 1978 Pachysphinctes cf.adelus (Gemm.) - OLORIZ, p.465 Materiale: n. inv. PI78A, V249-109, ME639 (cfr.), A232V (cfr.), A74C Misure: N. inv. olotipo P178A V249-109 Canavari (1897) T.22,f.l A74C

D 125 122 78 96 63 115

0 60 63 40 50 32 59.8

H 35 35 21 27 17 29.9

89 67

41 32,3

28,1 22

S 36

20,5 31,1

O/D 0,48 0,516 0,512 0,52 0,507 0,52

H/D 0,28 0,286 0.269 0.281 0.269 0.26

25 20

0,46 0,482

0,315 0,328

--

24 --

S/D 0.288 -

0.307

Confronti: Rispetto a P. bathyplocus, P. adelus adelus possiede un numero maggiore di coste poligirate, anche negli esemplari con un numero molto basso di poligirate, come ad es. l'ex, figurato in Canavari (1897, Tav.22, fig.l), che ne presenta un certo numero solo sull'ultima metà della c.a. (prima le coste sono tutte biforcate); per questa stessa ragione anche P.adelus roccolensis nov.subsp., che ha solitamente più coste triforcate di P. adelus adelus, differisce da P.bathyplocus. P.adelus ha poi un ombelico più chiuso di P.bathyplocus. Attribuzioni biostratigrajiche: gli esemplari sono stati raccolti da metà della Z.a Cavouri al primo terzo della Z.a Beckeri/Pressulum. Oloriz (1978): Z.a Beckeri della Cordigliera Betica.

PACHYSPHINCTES ADELUS ROCCOLENSIS nov.subsp. Fig.30, 31 A-B n.t. 1978 Pachysphinctes aff. adelus (Gemm.) - OLORIZ, p.464, Tav.54, fig.2 1986 Pachysphinctes aff. adelus (Gemm.) - SARTI, p.500, Tav.3, fig.3 Subspeciotipo: l'esemplare figurato a Tav.3, fig.3 in Sarti (1986a), n. inv.R145-l. Locus typicus: Lavarone (Provincia di Trento, Italia), successione Roccolo. Stratum typicum: Formazione del Rosso Ammonitico Veronese, unità nodulare superiore, 320 cm sopra la base della suddetta unità . Derivatio Nominis: allude alla località di raccolta del subspeciotipo.

-

0,325 0.27

0,28 0.298

Attribuzione biostratigrajica: il subspeciotipo proviene dalla Z.a Beckeri/Pressulum del Kimmeridgiano. Materiale: n. inv. A105C, RI45-1, ME461 (cfr.)

86

CARLO SARTI

Misure: N. inv. R145-1 A105C Oloriz (1978)

D 89 85 108.2 84,5

O 46 44 52,8 43

H 25 23 31,7 24.6

S 27 -

30,8 28,2

O/D 0,516 0.517 0.487 0,508

H/D 0,28 0,27 0,292 0,291

S/D 0,303 -

0,284 0,333

Confronti: la nuova subspecie differisce dalla subsp. adelus per: 1) un minor numero di coste principali, 2) una decrescita della curva di costolazione a partire da un dato diametro, mentre la subsp.adelus mostra una crescita continua della curva

Diagnosi: conchiglia di taglia media, evoluta, con ombelico poco profondo. Bordo ombelicale arrotondato. Sezione della spira subovale. Ornamentazione data da coste diritte, biforcate e poligirate, con grande abbondanza di queste ultime. Presenti costrizioni oblique e profonde. Descrizione: conchiglia di taglia media, evoluta e con ombelico poco profondo. Sezione della spira subovale, piuttosto depressa nei giri interni, guadagna in altezza con l'ontogenesi; sull'ultima spira H è uguale o leggermente maggiore di S. La muraglia ombelicale è cortissima e subverticale, il bordo ombelicale è arrotondato. La c.a occupa l'ultima mezza spira. L'ornamentazione è data da coste diritte, biforcate e triforcate poligirate; biforcazioni sul terzo esterno del fianco. Nei giri interni le coste sono biforcate e alcune sono semplici. La prima costa poligirata del subspeciotipo compare a D = 68 mm; sull'ultima mezza spira, appartenente per 2/3 al fragmocono, si contano 18 coste, delle quali 9 poligirate e 9 biforcate. Costrizioni oblique e piuttosto profonde alterano la costolazione.

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Fig. 30 - Pachysphinctes adelus roccolensis nov. subsp., subspecio-tipo, n. inv. R I 4 5 - 1 . Sezione della spira al d i a m e t r o di 89 m m (x 1).

Osservazioni: è interessante notare come Pachysphinctes adelus adelus sia presente nelle successioni studiate non oltre il primo terzo della Z.a Beckeri/Pressulum, mentre Pachysphinctes adelus roccolensis provenga da metà della Z.a Beckeri/ Pressulum. Si potrebbe da ciò dedurre una derivazione filogenetica della nuova subspecie dalla subsp. adelus.

Fig. 31 - C u r v e di costolazione. Pachysphinctes adelus roccolensis nov. subsp.: A) M G B . n. inv. R145-1 (Subspeciotipo); B) M G B , n. inv. A 1 0 5 C (Parasubspeciotipo); E) O L O R I Z (1978, Tav. 54, fig. 2, figurato c o m e Pachysphinctes aff. adelus). Pachysphinctes bathyplocus: D) W A A G E N (1875, Tav. 50, fig. 1) (sintipo); C) M G B . n. inv. A 3 6 7 C (aff.). Pachysphinctes adelus adelus: G ) G E M M E L L A R O (1872, Tav. 8, fig. 7) (Olotipo); H ) C A N A V A R I (1897, Tav. 22, fig. 1); F) M G B , n. inv. P178A: I ) M G B . n. inv. V249-109; L) M G B . n. inv. A 7 4 C (sp. aff.); M ) M G B , n. inv. A 2 3 2 V (sp. gr.).

IL K I M M E R I D G I A N O DELLE PREALPI VENE"] ( - T R E N T I N E : FAUNA E BIOSTRATIGRAFIA

di costolazione, 3) già nel fragmocono la subsp. roccolensis presenta molte coste poligirate, mentre la subsp. adelus sul fragmocono ha le coste pressoché tutte biforcate (in alcuni casi anche semplici); anche nell'ex, figurato da Oloriz (1978) le triforcazioni appaiono precocemente a 68 mm, esattamente come nel subspeciotipo. Attribuzioni biostratigrafìche: la nuova subspecie proviene da metà della Z. a Beckeri/Pressulum fin quasi al tetto. Oloriz (1978) segnala il suo ex. nella Z.a Beckeri della Cordigliera Betica, senza precisare l'esatto livello stratigrafico.

87

diametro, la nuova specie presenta cinque giri di spira e l'olotipo del plebejus solo tre). Torquatisphinctes delgadoi Choffat, 1893, che è la forma più vicina a quella descritta (solo l'ex, di Tav. 12, fig.3 !) ha l'ombelico più stretto e la sezione della spira più compressa, possiede delle coste triforcate che nella nuova specie sono del tutto assenti. I medesimi criteri sono applicabili anche per il delgadoi in Del Campana 1905, (p,58, Tav.2, fig.5-6, non fig.3, 4, 7).

Genere TORQUATISPHINCTES Spath, 1924 TORQUATISPHINCTES nov.sp.aff. LAXUS Oloriz, 1978 Tav. 10, fig.3a-b; Tav.l 1, fig.l; fig.32, 39E n.t. Materiale: n. inv. A383C, Misure: N. inv. A383C --

D 114,5 99 63

0 62,5 52 32.5

H 31,2 26.5 16,5

S 25.1 24,4 -

O/D 0,545 0,525 0,515

H/D 0.272 0.267 0,261

S/D 0,219 0.246

Descrizione: conchiglia di medie dimensioni, molto evoluta e con ombelico molto ampio; accrescimento della spira lento e ricoprimento scarsissimo, muraglia ombelicale corta e verticale con bordo ombelicale arrotondato; sezione della spira subovale- rettangolare, più arrotondata nei giri interni, più compressa nell'ultimo giro. La c.a. occupa poco più di 1/2 giro di spira. Ornamentazione data da coste biforcate vicino al margine ventrolaterale o poco sotto. Le biforcazioni sono simmetriche alla costa principale e le coste sono, senza eccezioni, tutte biforcate, rigide sulla c.a., leggermente proverse nei giri interni, dove sono ben visibili le biforcazioni. E' presente una unica costrizione in corrispondenza del peristoma, peraltro mal conservato. Confronti: Torquatisphinctes plebejus (Neumayr) ha O/D più piccolo, possiede diverse coste semplici, le biforcazioni sono più basse e la sua spira si accresce molto più velocemente (infatti allo stesso

Fig. 32 - Torquatisphinctes nov. sp. aff. laxus, n. inv. A383C. Sezione della spira al diametro di 111 m m (A) e 86 m m (B) (x 1).

Rispetto alla specie della provincia etiopica "Perisphinctes'''' cfr. haeterus Herbich, in Dacquè 1904, r.nov.sp.aff./&my ha la spira che si accresce più lentamente, con O/D maggiore, ha un numero di coste un poco inferiore e le biforcazioni decisamente più alte sul fianco. Torquatisphinctes laxus Oloriz, 1978, possiede coste semplici (quattro sull'ultima spira dell'olotipo) e costrizioni, ha un ombelico abbastanza aperto nelle spire interne, che va via via chiudendosi con l'ontogenesi, mentre l'esemplare qui descritto ha un ombelico aperto nelle spire interne che con l'ontogenesi diventa sempre più aperto. Inoltre le biforcazioni in T.laxus si attuano tra 1/2 e 2/3 della altezza della spira, mentre in r.nov.sp.aff./tìxw^ si effettuano sul margine ventrolaterale o poco sotto. Sulla c.a., infine, le coste sono più rigide che nel laxus. La specie della provincia etiopica T.gallarum (Dacquè , 1904, Tav. 14, fig,16a-b) ha un ombelico più chiuso, le biforcazioni sono più basse e le coste secondarie non sono così rigide. T.gallarum possiede poi evidenti costrizioni e un numero un poco inferiore di coste. Attribuzioni biostratigrafìche: l'esemplare è stato raccolto nel primo terzo della Z.a Beckeri/ Pressulum.

CARLO SARTI

88

Genere BIPLISPHINCTES Oloriz, 1978

TORQUATISPHINCTES LAXUS Oloriz, 1978 Tav. 10, fig.l; Fig.39D n.t. 1978 Torquatisphinctes laxus OLORIZ, p.454, Tav.40, fig.4 1980 Torquatisphinctes laxus Oloriz - OHMERT & ZEISS,p.37, Tav. 14, fig.4,5 aff. 1986 Torquatisphinctes laxus Oloriz - GEYSSANT, p.174, Tav.2, fig.2

BIPLISPHINCTES CIMBRICUS (Neumayr, 1873) Tav.l 1, fig.2; Tav. 12, fig.2; fig.39N-0 n.t. 1959 Perisphinctes (Katroliceras) cf. cimbricus Neum. - BERCKHEMER & HOLDER, p.39, Tav.6, fig.24, 26, non fig.25 1978 Biplisphinctes cimbricus (Neum.) - OLORIZ, p.440, Tav.40, fig.7 (cum syn.)

Materiale: n. inv. P235A Materiale: n. inv. A411C, ME449 Misure: 0

H

S

O/D

H/D

S/D

Misure:

olotipo

93

47,2

26

25

0,507

0,279

0,268

P235A

83

42,5

23,3

21.1

0,512

0,28

0,254

54

29

20

0,519

0,278

0,192

N. inv. Neumavr 1873, T.39,f.2 A411C ME449

N. inv.

T.gallarum Dacquè 1904 T.14, f.10

D

104

-

Descrizione: esemplare di piccole dimensioni, con ombelico aperto. La spira si accresce lentamente e ha una sezione subrettangolare. La c.a. occupa poco più di 3/4 dell'ultima spira. L'ornamentazione è data da coste biforcate sul terzo esterno del fianco, diritte o leggermente proverse; sono presenti anche due coste semplici. L'esemplare possiede costrizioni non molto profonde che alterano in parte l'ornamentazione. Confronti: T.gallarum (Dacquè ) è di dimensioni maggiori, con tutte le coste che si biforcano e con una sezione della spira più compressa, con S/D minore. T.regularis Zeiss 1968, ha un minor numero di coste semplici, più proverse, ha il ventre stretto e il massimo spessore della spira in corrispondenza del bordo ombelicale, mentre T.laxus ha il ventre più largo e i fianchi della spira subparalleli. Inoltre T.regularis ha H/D maggiore e una maggiore involuzione a piccoli diametri (a 67,7 si ha O/D = 0,44). Attribuzioni biostratigrafìche: l'esemplare è stato raccolto nel primo terzo della Z.a Beckeri/ Pressulum. Oloriz (1978): Z.a Hybonotum della Cordigliera Betica; Ohmert & Zeiss (1980): Z.a Hybonotum della Germania sudoccidentale; Geyssant (1986): Z.a Hybonotum di Sciacca (Sicilia).

--

D 67 48

O 32,9 26,7

H 18.8 12,8

48 78 68,3 52

25 38,5 35,7 27,7

12.6 22 19 14.6

S --

18,5 -

22,6 20,2

O/D 0.491 0,556

H/D 0.28 0.266

0.52 0.493 0.522 0.532

0.262 0.282 0.278 0,28

S/D --

0,385 --

0,33 0,388

Confronti: il sintipo figurato da Neumayr (1873, T.39, f.2) possiede un minor numero di coste rispetto agli ex. qui trattati (ma la non buona conservazione dell'ex, di Neumayr non permette osservazioni dettagliate). L'ex, di Berckhemer & Hòlder (1959) figurato a Tav.6, fig.26, è molto simile agli esemplari trattati, mentre l'ex, figurato dai due Autori a Tav.6, fig.25. ha le coste proverse (i nostri hanno le coste diritte). Molto difficile risulta la distinzione tra i fragmoconi di Pachysphinctes e quelli di Biplisphinctes, quando non sia presente la c.a.; utile a tal proposito può essere la lunghezza del fragmocono, che, a parità di diametro, nel Pachysphinctes è più lungo. Attribuzioni biostratigrafìche: gli esemplari sono stati raccolti alla base della Z.a Beckeri/Pressulum. Oloriz (1978, 1979): Z.a Beckeri della Cordigliera Betica.

Genere SUBPLANITES Spath, 1925 SUBPLANITES OMBONII (Del Campana, 1905) Tav.l 1, fig.3; fig.33, 35H n.t. 1905 Perisphinctes p.83, Tav.3, fig.8

ombonii

DEL CAMPANA,

IL K I M M E R I D G I A N O DELLE PREALPI VENE"] (-TRENTINE: FAUNA E BIOSTRATIGRAFIA 81

Materiale: n. inv. A4V

Misure:

Misure:

N. inv. lectotipo A13V

N. inv. olotipo A4V -

D 126 138.9 97

H

0 59 68.8

40,5 39

S 35 -

48

30

30

O/D

H/D

0.468 0,495 0,494

0,321 0,28

S/D 0,277 --

0,309

0.309

Descrizione: per una dettagliata descrizione si rimanda a Del Campana (1905).

Fig. 33 - Subplanites ombonii. Sezione della spira dell'ex. A 4 V al d i a m e t r o di 138 m m (A) e 98 m m (B) (x 1).

Confronti: Subplanites moernsheimensis (Schneid, 1914) è di minori dimensioni, con le coste più flessuose e meno forti ed è più involuto. Rispetto a Subplanites reisi (Schneid, 1914), S.ombonii ha un ombelico più grande e un numero di coste leggermente inferiore; inoltre S. ombonii possiede un numero più alto di coste poligirate, che si biforcano nel punto più basso a 2/3 dell'altezza della spira, mentre nel reisi le coste si biforcano tra la metà fianco e i 2/3 dell'altezza.

D 175 117,2

0 73,5 55,3

H 56 35,5

S -33

H/D 0,32 0.302

S/D 0,281

Descrizione: esemplare di medie dimensioni, con ombelico mediogrande e poco profondo. Sezione della spira ovale con il massimo spessore in prossimità del margine ombelicale. La c.a. occupa 9/10 dell'ultima spira. L'ornamentazione sul fragmocono è data da coste tutte biforcate, mentre sulla c.a. le coste sono biforcate e triforcate poligirate, con prevalenza delle prime; verso la fine della c.a. le coste poligirate prevalgono. Le biforcazioni si effettuano sul terzo esterno del fianco. Le coste sono piuttosto flessuose, arcuate sui fianchi le principali, proverse sul ventre le secondarie. Sull'ultima spira si contano 60 coste principali. Si osserva una sola costrizione in prossimità del peristoma, preceduta da un rigonfiamento ventrale. Affinità: il lectotipo del rueppellianus, in Quenstedt (1888) è di maggiori dimensioni e con ombelico più piccolo dell'ex.A13V. L'esemplare figurato da Schairer & Barthel (1981) è invece molto simile anche nei parametri dimensionali avendo, al diametro di 131 mm, O/D = 0,47; H/D = 0,31 e S/D = 0,28. Attribuzioni biostratigrafìche: l'esemplare proviene dal tetto della Z.a Cavouri. Enay & Geyssant (1975), Oloriz (1978, 1979): Z.a Beckeri - Z.a Hybonotum della Cordigliera Betica; Schairer & Barthel (1981): Z.a Hybonotum della Baviera; Atrops & Melendez (1984): Z.a Hybonotum di Calanda (Spagna).

Attribuzioni biostratigrafìche: l'esemplare proviene dalla parte alta della Z.a Beckeri/Pressulum.

SUBPLANITES RUEPPELLIANUS (Quenstedt, 1888) Fig.34, 39T n.t. 1981 Subplanites rueppellianus (Quenst.) SCHAIRER & BARTHEL, p. 9, Tav. 3, fig. 1,2 (cum syn.) Materiale: n. inv. A13V

O/D 0,42 0.471

A 1 3 V al d i a m e t r o di 117 m m (x 1).

90

CARLO SARTI

SUBPLANITES CONTIGUUS (Catullo, 1846) Fig.39S n.t. 1846 Ammonites contiguus CATULLO, p.12, Tav. 13, fig.4a-b 1870 Perisphinctes contiguus Cat., ZITTEL, p.l 10, Tav. 11, fig.2a-b, non fig.la-b = Subplanitoides mediterraneus Cecca, 1990 1986 Subplanitoides contiguus (Cat.) - GEYSSANT, Tav.3, fig.3 (olotipo) 1990 Subplanitoides? contiguus (Cat.) - CECCA, Tav.l, fig.6(olotipo)

V \h

1

Materiale: n. inv. A482B

v

» i;\ I V: I I \ I Il \ \\h \ l y II A // / \ yi/ /i \ * h fi ; l! ! a il ì i> / 1n / 1 < i ' L' I / 1

M

Misure: N. inv. olotipo

D 85 72 103 95

-

A482B --

O 38.3 31 43.8 41

H 28.5 23.8 35 32,3

S 29.8 23,8 --

O/D 0.45 0.43 0,425 0,431

H/D 0.335 0,33 0.339 0,34

S/D 0,35 0.33 -

Confronti: Subplanitoides mediterraneus in Zittel (1870, Tav.l 1, fig.la-b) cf. Cecca (1990), differisce da contiguus Catullo perchè ha i fianchi meno rigonfi, la spira che cresce un poco più lentamente, le coste più rigide e con un alto numero di intercalari esterne sull'ultima porzione di spira; inoltre, a diametri comparabili S. mediterraneus Cecca in Zittel ha tutte coste biforcate mentre S. contiguus Catullo ha già coste poligirate. Sono da ascrivere a Subplanitoides mediterraneus gli esemplari descritti da Favre (1877), Del Campana (1905, pars, v.pag.63), Sarti (1986a), Geyssant (1986). Si tratta di forme titoniane; l'esemplare descritto in Sarti (1986a) è della Z.a Hybonotum. Attribuzioni biostratigrafìche: l'esemplare è stato raccolto nella Z.a Beckeri/Pressulum.

Genere LITHACOCERAS Hyatt, 1900 Fig. 35 - Curve di costolazione. Subplanitoides mediterraneus: A) Z I T T E L (1870, tav. 11, fig. 1, figurato c o m e Perisphinctes contiguus); D) F A V R E (1877, tav. 4.fig. 2, figurato c o m e P. contiguus): E) M G B , n. inv. A481B: F) idem, n. inv. V270-130. Subplanites contiguus: G) Z I T T E L (1870, tav. 11, fig. 2). Subplanites siculicus: B) H E R B I C H (1878. tav. 9, Fig. 3) (Olotipo). Subplanites ombonii: I) D E L C A M P A N A (1905, tav. 3, fig. 8) (Olotipo); H) M G B . n. inv. A4V. Subplanites (Olotipo).

mornsheimensis:

L) S C H N E I D (1914, tav. 6, fig. 2)

Subplanites

reisi: M) S C H N E I D (1914. tav. 8, fig. 1) (Olotipo).

LITHACOCERAS sp. gr. ULMENSE (Oppel, 1868) Materiale: n. inv. A400C Misure: N. inv. A400C

D O 108,5 45,5

H 36,8

S 30.5

O/D 0.422

H/D 0.339

S/D 0,281

IL K I M M E R I D G I A N O DELLE PREALPI VENE"] (-TRENTINE: FAUNA E BIOSTRATIGRAFIA

Osservazioni: l'esemplare conserva il fragmocono e una piccola porzione (1/5 dell'ultima spira) di c.a. L'ornamentazione è data da coste tutte biforcate sul terzo esterno del fianco e molto ravvicinate, intercalate ad alcune coste semplici. Attribuzioni biostratigrafìche: l'esemplare è stato raccolto a metà della Z.a Beckeri/Pressulum. Oloriz (1978): Z.a Hybonotum della Cordigliera Betica; Sapunov (1979): Z.a Hybonotum della Bulgaria. Il ritrovamento di Lithacoceras del gr. ulmense permette di ricondurre alla Z.a Beckeri/Pressulum la comparsa di questo taxon, migrato in aree diverse in tempi successivi.

91

Genere DISCOSPHINCTOIDES Oloriz, 1978 Subgenere DISCOSPHINCTOIDES Oloriz, 1978 DISCOSPHINCTOIDES (DISCOSPHINCTOIDES) ROUBYANUS (Fontannes, 1879) Fig.39Z n.t. 1966 Subplanites roubyanus (Font.) - DIENI et AL., Tav.2, fig. 10 1978 Discosphinctoides (Discosphinctoides) cf. roubyanus (Font.) - OLORIZ, p.485, Tav.39, fig.5a-b {cum syn.) 1979 Orthosphinctes roubyanus (Font.) - SAPUNOV, p.96, Tav.22, fig.3 Materiale: n. inv.A393C

Genere VIRGALITHACOCERAS Oloriz, 1978 Misure: VIRGALITHACOCERAS cfr. TANTALUS (Herbich, 1878) Materiale: n. inv. A211C, A398C Misure: N. inv.

D

0

H

S

O/D

H/D

S/D

Herbich 1878,T. 12,f.l A211C

180

88,2

52.5

59,4

0.49

0,29

0,33

180

--

54

54

--

0,30

0,30

Confronti: gli esemplari studiati differiscono da abbachensis (Schneid) e da supremus (Sutner) perchè in queste specie la sezione della spira è molto più compressa e le coste principali sono molto più distanziate nella c.a. V.eystettensis (Schneid) ha le coste primarie più distanziate e possiede anche molte coste intercalari esterne (che nei ns. ex. non sono presenti). V.riedense (Schneid) è più involuto, ha il ventre più stretto e le coste molto più distanziate. V.fruticans (Schneid) è più involuto e di dimensioni più piccole. Attribuzioni biostratigrafìche: gli esemplari sono stati raccolti nel primo terzo e a metà della Z. a Beckeri/Pressulum. Enay & Geyssant (1975), Oloriz (1978, 1979): Z.a Beckeri della Cordigliera Betica; Cecca et Al. (1990): fauna mista Z.a Compsum/Cavouri del M. Nerone (Marche).

N. inv. Font. 1879 T.8,f.6 A393C

D 82

O 36,9

H 24.6

S 20,5

O/D 0.45

H/D 0.30

S/D 0,24

100.4

44,6

33

-

0.444

0,328

--

Descrizione: conchiglia medio-piccola con ombelico di medie dimensioni; la spira cresce rapidamente in altezza. Sezione della spira ovale compressa. Ornamentazione data da coste leggermente proverse, sottili e ravvicinate, semplici e biforcate, con netta prevalenza di biforcate; si osserva anche una costa triforcata poligirata e una costa subpoliplocoide. Biforcazioni tra la metà e il terzo esterno del fianco. Presenti costrizioni che seguono l'andamento della ornamentazione, in numero di due sull'ultima spira. Confronti: il sintipo del roubyanus figurato da Fontannes (1879, T.8, f.6) non ha le costrizioni evidenti come si osserva nell'ex.A393C , ha il ventre un poco più stretto e l'ornamentazione un po' più grossolana. Attribuzioni biostratigrafìche: l'esemplare è stato raccolto a metà della Z.a Beckeri/Pressulum. Dieni et Al. (1966): Z.a Beckeri della Sardegna orientale; Oloriz (1978,1979): Z.a Compsum - Z.a Beckeri della Cordigliera Betica; Cecca et Al. (1985): Z.a Beckeri di M.Lacerane (Umbria); Cecca et Al.(1990): fauna mista Z.a Compsum/ Cavouri di M.Nerone (Marche).

CARLO SARTI

92

DISCOSPHINCTOIDES (DISCOSPHINCTOIDES) DELCAMPANAI nov.sp. Tav. 12, fig. 1, 3; Tav. 13, fig. 2; fig. 36, 37, 39-1-W-X n.t. 1905 Perisphinctes geron (Zitt.) - DEL CAMPANA, p.88 , Tav.3, fig.9 (non Tav. 7 , fig.l = D.(Ps.) gr. geron) 1978 Discosphinctoides (Discosphinctoides) geron in Del Campana - OLORIZ, p.487, Tav. 41, fig.5

Fig. 36 - Discosphinctoides (D.) de/campanai nov. sp. Sezione della spira dell'ex. M E 4 7 9 al d i a m e t r o di 75 m m (x 1).

Olotipo: l'esemplare figurato a Tav. 12, fig. 1, n. inv. A413V. Locus Typicus: Asiago (Provincia di Vicenza, Italia), successione di Cava Voltascura. Stratum Typicum: Formazione del Rosso Ammonitico Veronese, unità nodulare superiore,320 cm sopra la base della suddetta unità . Derivatio nominis: la specie è dedicata a Domenico Del Campana che per primo descrisse e figurò la nuova specie. Attribuzione biostratigrafica: l'olotipo proviene dalla Zona a Beckeri/Pressulum del Kimmeridgiano.

Fig. 37 - Discosphinctoides (D.) delcampanai nov. sp., olotipo, n. inv. A 4 1 3 V . Sezione della spira al d i a m e t r o di 104 e 51 m m (x 1).

Materiale: n. inv.A413V, A242V, ME479 Misure: N. inv. Del Campana (T.3,fig.9) A4 LTV A242V ME479 --

D 155

0 71

H 49

113 120 110

52

34.5 34,6 36 31

93

55,3 46 38.7

S -

31 --

29

O/D 0.458

H/D 0,316

S/D

0,46 0,464 0.418 0.416

0,305

0,274

0,29 0,327

--

0.333

0,311

--

Diagnosi: conchiglia di taglia media, con ombelico mediamente profondo. Bordo ombelicale arrotondato. Sezione della spira ovale, compressa sui fianchi. Ornamentazione data da coste flessuose, tutte biforcate o con rarissime coste triforcate. Presenti deboli costrizioni. Descrizione: conchiglia di medie dimensioni, con ombelico mediamente profondo. Muraglia ombelicale subverticale con bordo ombelicale arrotondato. Sezione della spira ovale, compressa sui fianchi.

Fig. 38 - Discosphinctoides (D.) sp. Sezione della spira dell'ex. L U 7 5 al d i a m e t r o di 90 m m (x 1).

La c.a. occupa tutta l'ultima spira. Il ricoprimento è di 1/4 di spira. Il fragmocono ha un diametro variabile tra 67 e 77 mm. L'ornamentazione è data da coste flessuose, tutte biforcate, ma, sia nell'ex. A242V, sia nell'ex.A413V verso la fine della c.a. si osserva una costa triforcata. Le biforcazioni

IL K I M M E R I D G I A N O DELLE PREALPI VENE"] ( - T R E N T I N E : FAUNA E BIOSTRATIGRAFIA

93

si effettuano sul terzo esterno del fianco. Costrizioni molto deboli, in numero di una per spira, modificano leggermente l'andamento delle coste. Osservazioni: ME479 si può considerare al limite della variabilità intraspecifica; rispetto agli ex. A413V e A242V possiede infatti un ombelico più chiuso e la sezione della spira più rigonfia. Confronti: D.(D.) roubyanus (Font.) ha il ventre più stretto, è di minori dimensioni, ha le coste più rigide e l'ombelico un poco più stretto. D.(D.) modestus (Schneid) ha un numero di coste più basso sulla c.a. e le coste sono più rigide;la sezione della spira è diversa, con H decisamente più grande di S. D.(D.) subdolus (Fontannes) è di minori dimensioni, ha le coste che si biforcano più basse, verso metà fianco, e possiede coste intercalari alte. D.(D.) praenuntians (Fontannes) e D.(D) stenocyclus (Fontannes) hanno la spira molto più stretta, costrizioni decisamente più larghe e più profonde. Inoltre in stenocyclus le coste si biforcano più basse (circa a metà fianco). T.plebeyus (Neum.) possiede delle coste semplici ( 10 - 11 sull'ultima spira), le coste sono più rigide e l'ombelico è più grande. Attribuzioni biostratigrafìche: gli esemplari sono stati raccolti nella Z.a Beckeri/Pressulum. Oloriz (1978, 1979): Z.a Cavouri della Cordigliera Betica.

Fig. 39- Curve di costolazione. Torquatisphinctes

plebeyus:

A)

N E U M A Y R (1873, Tav. 35, fig. 3 ) (Olotipo); B) C A N À V A R I (1897, Tav. 27, fig. 2).

Torquatisphinctes

laxus: C) OLORIZ (1978, Tav. 40, fig. 4)

(Olotipo); D) M G B . n. inv. P 2 3 5 A .

Torquatisphinctes Torquatisphinctes

nov. sp. aff. laxus: E) MGB, n. inv. A383C. sp.: F) MGB, n. inv. A176C: G) MGB, n. inv.

P62A.

Famiglia PERISPHINCTIDAE Steinmann, 1890 Subfamiglia IDOCERATINAE Spath, 1924 Genere SUBNEBRODITES Spath, 1925

Torquatisphinctes Biplisphinctes

1893 Perisphinctes tonnerrensis DE LORIOL, p.9, Tav.l, fig.2, 2a, 2b 1968 Idoceras tonnerrense (De Loriol) - LOREAU & TINTANT,p. 351, Tav.24, fig.3; Tav.25, fig.4,5 1988 Subnebrodites (S.) tonnerrensis (De Lor.) MASSARI et Al., p.126, fig.6a-b-c (cum syn.)

cimbricus: I) N E U M A Y R (1873, Tav. 39, fig. 2 )

(Olotipo): L) B E R C K H E M E R & H O L D E R (1959. Tav. 6, fig. 25); M ) B E R C K H E M E R & H O L D E R (1959, Tav. 6, fig. 26); N ) M G B , n. inv. A411C; O) M G B , n. inv. M E 4 4 9 .

Subplanites

SUBNEBRODITES TONNERRENSIS (De Loriol, 1893) Tav. 13, fig.3; fig.40D n.t.

gallarum: H) DACQUE' (1904, Tav. 14, fig.

16) (Olotipo).

contiguus:

P) C A T U L L O (1846, Tav. 13, fig. 4)

(Olotipo): Q) Z I T T E L (1870, Tav. 11, fig. 2); S) M G B , n. inv. A482B.

Subplanitoides mediterraneus: R) ZITTEL (1870, Tav. 11 , fig. 1).

Subplanites rueppellianus: T) MGB, n. inv. A13V. Subplanites Subplanites

sp.: U) MGB, n. inv. V235-95. modestus: V) SCHNEID (1914, Tav. 4. fig. 1) (olo-

tipo).

Discosphinctoides (D.) delcampanai nov. sp.: W) MGB, n. inv. A 4 1 3 V (Olotipo); X) M G B . n. inv. A 2 4 2 V (Paratipo).

Discosphinctoides

(D.) roubyanus:

Y) F O N T A N N E S (1879,

Tav. 8, fig. 6) (Olotipo); Z) M G B , n. inv. A 3 9 3 C .

Discosphinctoides inv. L U 3 1 .

(D.) sp.: 2) MGB, n. inv. LU75; 3) MGB, n.

94

CARLO SARTI

Materiale: N. inv. P213A Misure: N. inv. Lectotipo P2I3A

D 90 90,8 68,6

0 42,3 43,4 32,1

H 21,6 27,3 21

S 15,3 --

16

O/D 0.47 0.477 0.465

H/D 0.24 0.30 0.304

S/D 0,17

clites teres e il terzo di Nebrodites herbichi. Il primo di questi è , secondo la concezione di Burckhardt, un gruppo "allargato", che comprende pressoché tutti i Nebrodites. Una concezione più ristretta è

0,233 D

Descrizione: si veda Loreau & Tintant (1968, p.351). Confronti: l'esemplare differisce dal lectotipo per le seguenti caratteristiche: 1 ) a diametri uguali l'altezza della spira è maggiore (H/D = 0,24 nel lectotipo e 0,30 nell'ex. P213A), 2) l'ex. P213A presenta ben marcate costrizioni, sull'ultima spira in numero di due, che seguono l'andamento delle coste, 3) sporadicamente si osservano coste a "zig-zag" che intercalano le normali biforcazioni. Questi ultimi due caratteri sono presenti anche sugli esemplari descritti da Massari et Al. (1988, p.126). S.laxevolutum è una forma con coste più rade e più forti e la curva di costolazione differisce notevolmente. S.proteron possiede coste intercalari esterne e non ha costrizioni. Attribuzioni biostratigrafìche: l'esemplare è stato raccolto al limite tra la Z.a Planula e la Z.a Silenum. Loreau e Tintant (1968) hanno segnalato i loro esemplari in strati attribuibili alla Z.a Platynota. Atrops (1982) ha utilizzato la specie per proporre un "Orizzonte a Tonnerrense", posto nella parte alta della Subz.a Planula. L'esemplare di Melendez et Al. (1984) proviene dalla Z.a Planula, quello descritto da Massari et Al. (1988) proviene dalla " Zona a Loryi", attribuibile in parte alla Z.a Planula e in parte alla Z.a Platynota.

Genere NEBRODITES Burckhardt, 1912 I NEBRODITES DEL GRUPPO AGRIGENTINUS (GEMMELLARO) Il genere Nebrodites fu istituito da Burckhardt (1912) che lo suddivise in tre gruppi di specie: il gruppo di Nebrodites agrigentinus (forma che Burckhardt scelse come specie tipo), quello di Nebro-

150--

100--

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Fig. 40- C u r v e di costolazione. Subnebrodites tonnerrensis: A) D E L O R I O L (1893, tav. 1, fig. 2) (Olotipo): B) L O R E A U & T I N T A N T (1968, tav. 25, fig. 5 ): C) i d e m . tav. 25, fig. 4: D) M G B , n. inv. P 2 1 3 A . Subnebrodites laxevolutus: E) F O N T A N N E S (1879, tav. 9, fig. 2) (Olotipo); F) Q U E N S T E D T (1888, tav. 108, fig. 2 ); G ) idem, tav. 108. fig. 4 (figurato c o m e Amm. planula gigas) ; H ) ZIEG L E R (1959, tav. 1. fig. 6); I) O L O R I Z (1978, tav. 11, fig. 5); L) idem, tav. 12, Fig. 4; M ) M u s e o di Geologia e Paleontologia. Università di Firenze, coli. D E L C A M P A N A ; N ) D A C Q U È ' (1904. tav. 14, fig. 15). Subnebrodites planula: O) Z I E G L E R (1959, tav. 1, fig. 9); P) D E L O R I O L (1878, tav. 15, fig. 6, figurato c o m e Amm. roemeri); Q) idem, tav. 15, fig. 8, figurato c o m e Amm. balderus.

IL K I M M E R I D G I A N O DELLE PREALPI VENE"] ( - T R E N T I N E : FAUNA E BIOSTRATIGRAFIA

quella di Ziegler (1959) che suddivide gli attuali Nebrodites nei tre gruppi: agrigentinus, peltoideus, hospes. Nel gruppo degli agrigentinus Ziegler inserisce le seguenti specie:

Gruppo del N. agrigentinus

N. N. N. N.

(N.) (N.) (N.) (N.)

agrigentinus (Gemm.) doublieri (D'Orb.) heimi (Favre) rhodanensis Ziegler

I caratteri che contraddistinguono i Nebrodites del gruppo agrigentinus sono i seguenti: 1) accrescimento molto lento della spira 2) ricoprimento scarsissimo 3) mancanza di muraglia ombelicale

95

4) spire tubolari 5) abbondanza di coste semplici Seguendo questi criteri distintivi il Nebrodites beimi non rientra nel gruppo perchè la sezione della spira è rettangolare alta o al max. ovale compressa, l'evoluzione è minore e cresce più rapidamente, le coste biforcate sull'ultima spira sono predominanti, ed è presente la muraglia ombelicale. Anche per il Nebrodites rhodanensis vale lo stesso discorso con in più il fatto che si tratta di una forma ancora più involuta del N. heimi. N. ferrarii Sarti, è una specie al limite con il gruppo agrigentinus, infatti possiede una corta muraglia ombelicale e la sezione dell'ultima spira è un ovale piuttosto compresso.

Riportiamo il quadro sinottico delle specie incluse nel gruppo:

Tabella 5 - Quadro sinottico delle specie incluse nel gruppo del Nebrodites agrigentinus. SPECIE

AGRIGENTINUS

DOUBLIERI

LAVARONENSIS

Taglia

da medio piccola a media

da medio grande a grande

da media a grande

Curva di costolazione

non decresce in alcun punto

decresce nell'ultima spira

decresce lentamente nell'ultima spira

Numero di coste semplici

da alto a molto alto (nel morf. contortus)

da molto alto ad esclusivo

alto

% di coste semplici nell'ultima spira

tra 21% e 91%

tra 90% e 100%

tra 70% e 76%

SUBSPECIE

AGRIGENTINUS

CONTORTUS

DOUBLIERI

VENETIANUS

Rapporto O/D

tra 0,52 e 0,60

tra 0,55 e 0.61

tra 0,56 e 0,64

tra 0,52 e 0,57

grande

mediogrande

maggiore e con più biforcate della subsp. venetianus

minore della subsp. doublieri, quasi tutte semplici

Taglia maggiore della subsp. contortus.

numero di coste

minore della subsp. contortus

M0RF0TIP0

AGRIGENTINUS

SARTORIUSI

Curva di costolazione

cresce rapida fino a 20 mm

cresce rapida fino a 50 mm

altezza delle biforcazioni

quasi sempre terzo esterno

quasi sempre a metà fianco

% di coste semplici numero di coste

CONTORTUS

ALTIFURCATUS

a metà fianco o poco sotto

molto alte (margine ventrolaterale)

alta (72%-91%)

bassa (26%-63%)

MULTICOSTATO

DOUBLIERI

alto

più basso del m. multicostato

CARLO SARTI

96

MORF. AGRIGENTINUS SUBSP. AGRIGENTINUS MORF.SARTORIUSI NEBRODITES AGRIGENTINUS MORF.CONTORTUS SUBSP.CONTORTUS MORF.ALTIFURCATUS MORF.MULTICOSTATO SUBSP.DOUBLIERI MORF.DOUBLIERI

NEBRODITES DOUBLIERI SUBSP. VENETIANUS NEBRODITES LAVARONENSIS nuova specie

La revisione dei Nebrodites del gruppo agrigentinus è stata proposta da Sarti (Atti del Convegno "Fossili, Evoluzione, Ambiente", Pergola 1990, in stampa) a cui si rimanda per una trattazione completa. Per quanto riguarda la descrizione e la discussione della specie Nebrodites ferrarii si rimanda a Sarti (1988b)

NEBRODITES HOSPES HOSPES (Neumayr, 1873) Tav. 15, fig.2; Fig.41H-I-L n.t. 1873 Perisphinctes hospes NEUMAYR, p.185, Tav.39, fig.3a-b 1966 Nebrodites (Nebrodites) hospes suteri n.subsp. GEYSSANT, p.107, Tav.l, fig.2, 3, 4 1978 Nebrodites hospes minor (Quenst.) - OLORIZ, p.172, Tav. 14, fig.l 1986 Nebrodites hospes (Neum.) - SARTI, p.509, Tav.6, fig.6 (cum syn.) Materiale: ME668.

N. inv. V350-350, A83C, A368C,

Misure: N. inv. olotipo A368C V350-350 ME668

D 34 48,3 38 42,2

0 16,32 23,2 19 24,1

H 9,86 14.6 10,7 9.7

S 7,14 --

8.2 -

O/D 0.48 0.48 0.5 0.571

H/D 0,29 0.302 0.281 0.229

S/D 0,21 -

0,215 -

Osservazioni: la sottospecie presenta una certa variabilità per quanto riguarda il diametro ombelicale, il numero di coste e la maggiore o minore pro-

versione delle coste secondarie. Geyssant (1966) ha distinto le forme a forte densità di costolazione e ombelico largo come nuova sottospecie "hospes suteri"; non esistono discontinuità tra hospes hospes e hospes suteri (si veda la curva di costolazione), ma sono stati descritti in letteratura tutti i termini intermedi tra le forme a minore densità di costolazione (hospes hospes in Neumayr, 1873) e quelle a maggiore densità (subspeciotipo de\Yhospes suteri). Poiché quindi non vi è discontinuità , ma solo ampia variabilità diventa inutile la distinzione di questa sottospecie. La differenza nel numero di coste tra l'olotipo di hospes hospes e il subspeciotipo di hospes suteri è , al diametro massimo dell'olotipo di hospes hospes (38 mm) di 12 coste, mentre al D.max. del subspeciotipo hospes suteri (48 mm) la differenza con l'esemplare che presenta meno coste (N. hospes hospes figurato in Quenstedt, 1888, come Idoceras ba/derum, a Tav. 108, fig. 12) è di 19 coste. Gli esemplari della piattaforma atesina studiati, si pongono tra questi due estremi. L'esemplare figurato da Oloriz (1978) a Tav. 14, fig.l come N.hospes minor è un hospes hospes, infatti la sua curva di costolazione è molto diversa da quella di hospes minor e l'esemplare ha alcune coste intercalari solo vicino all'apertura; si tratta forse di un termine intermedio ad hospes minor, ma comunque molto più vicino ad hospes hospes. Nebrodites hospes minor infatti possiede abbondanti coste triforcate e intercalari su tutta la conchiglia e la sua curva di costolazione decresce con l'ontogenesi, mentre in Nebrodites hospes hospes la curva di costolazione non decresce mai. Attribuzioni biostratigrafìche: i nostri esemplari sono stati raccolti nella Z.a Herbichi.

97

IL K I M M E R I D G I A N O D E L L E P R E A L P I V E N E T O - T R E N T I N E : F A U N A E B I O S T R A T I G R A F I A

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20 p

20

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1959 Nebrodites (Mesosimoceras) teres Neum. ZIEGLER, T.l, f. 19 1966 Pseudosimoceras teres Neum. - ANDELKOVIC Tav.25, fig.2 1978 Nebrodites (Nebrodites) heimi (Favre) OLORIZ, p.156, Tav. 12, fig.2 (cum syn.) 1978 Nebrodites (Nebrodites) sp.gr. heimi (Favre) OLORIZ, p.158 1979 Nebrodites (Nebrodites) heimi (Favre) - SAPUNOV, p.l 15. Tav.30, fig.3a-b, Tav.31, fig.l

40

Fig. 41 - C u r v e di costolazione. Nebrodites hospes hospes: A) N E U M A Y R (1873. tav. 39, fig. 3) (Olotipo); B) Q U E N S T E D T (1888, tav. 108, fig. 5): C) F A V R E (1877. tav. 5, fig. 4, figurato c o m e Perisphinctes a/lobrogicus); D) D U M O R T I E R & F O N T A N N E S (1876, Tav. 17, fig. 1. figurato c o m e / l m m . sautieri)\ E) P I L L E T (1887. tav. 6, fig. 2); F) Q U E N S T E D T (1888, tav. 108. fig. 12, figurato c o m e Amm. balderus)', G) Z I E G L E R (1959, tav. 1, fig. 16); O) O L O R I Z (1978, tav. 14, fig. 1, figurato c o m e N. hospes minor)-. H ) M G B , n. inv. A 8 3 C ; I) M G B . n. inv. V350-350; L) M G B . n. inv. A368C. Nebrodites hospes minor. M) Q U E N S T E D T (1888. tav. 108. fig. 8) (Subspeciotipo); N) Z I E G L E R (1959, tav. 1, fig. 17). Nebrodites macerrimus: P) Z I E G L E R (1959. tav. 1. fig. 18).

Gli Autori che hanno descritto la specie nella Zona a Divisum sono Karvè Corvinus (1966), Oloriz (1978), Sapunov (1979), Cecca et Al. (1985), Pavia et Al. (1987), Martire (1990). Oloriz et Al. (1979) segnalano invece la specie nella Z.a Strombecki; Sapunov & Ziegler (1976): Z.a Hypselocyclum - Z.ad Acanthicum; Ziegler (1971): Z.a Divisum - Z.ad Acanthicum; Behmel (1970): Z.a Divisum - Z.ad Eudoxus.

NEBRODITES HEIMI (Favre, 1877) Tav. 14, fig.l, 2; fig.42F-G n.t. 1877 Ammonites (Perisphinctes) heimi FAVRE, p.49, Tav.5, fig.3 1883 Simoceras coarctatum DI STEFANO, p.27, Tav.3, Fig.2a-b

Materiale: N. inv. A68C, A208C, Al IV, A227V, LUI8, ME411. Misure: N. inv. Favre 1877 T.5. f.3 A68C A208C A227V LU18 ME411

D 97

0 49,5

H 26.2

S 17,5

0/D 0.51

H/D 0,27

S/D 0,18

98 90 94 103,4 91

51 51 50,5 56 48,1

24 22 25 27 24.6

-

0.52 0,566 0,537 0,541 0.528

0.24 0,244 0,265 0,26 0.27

-

-

16,5

--

0.181

Osservazioni: la variabilità intraspecifica nel Nebrodites heimi si può così schematizzare: VARIABILITÀ INTRASPECIFICA morf. A) sez.della spira quadrata

morf. B) sez.della spira rettangolare

costolazione diritta, alto numero di coste semplici (cs.Quenstedt. 1888.Tav. 109.fig.4)

morf. C) sez.della spira subovale costolazione arcuata alto numero di coste biforcate, es. sintipo Favre ( 1877.T.5.f.3)

Da osservare inoltre una variabilità che riguarda la maggiore o minore densità di costolazione e che non è legata ai morfotipi A, B o C e la maggiore o minore involuzione; il range di variazione dell'abbondanza di coste è 10 - 15. Confronti: Nebrodites rota (Burckhardt), 1912 e Nebrodites zitte/i (Burckhardt), 1912, specie della cosiddetta " Piattaforma Messicana" (Oloriz, 1987) sono molto simili a N.heimi; le differenzia una robustezza delle coste maggiore e un rapporto S/D leggermente più alto. Nebrodites doublieri s.l. si distingue facilmente da N.heimi perchè ha le spire tubolari, biforcazioni in numero minore e più alte sul fianco; inoltre le spire si accrescono più lentamente. Quando è presente l'ultima spira di doublieri s.l. non sono possibili confusioni.

98

CARLO SARTI

Nebrodites rhodanensis (Ziegler) è più involuto e con una costolazione più densa di N.heimi (ma l'olotipo di rhodanensis presenta, rispetto ad es. alVheimi in Oloriz 1978, solo due coste primarie in più !), la costolazione è comunque più fine che in heimi.

D G E

h

\

\

Attribuzioni biostratigrafìche: gli esemplari sono stati raccolti dalla base al tetto della Zona ad Acanthicum. In Italia la specie è segnalata nella Subz. a Uhlandi della Z.a Divisum (Cecca et Al. 1983, 1984, 1986; Pavia et Al. 1987) e nella Z.ad Acanthicum (Pavia et Al. 1987). Oloriz (1978,1979), Sapunov & Ziegler (1976), Sapunov (1979) segnalano la specie nella Z. a Divisum e nella Z.ad Acanthicum della Cordigliera Betica e dei M.Balcani.

i i il i I ii

II

i

J

//

° d

1872 Simoceras favaraense GEMMELLARO, p.50, Tav.8, fig.4 1986 Nebrodites favaraensis Gemm. - SARTI, p.510, Tav.7, fig.3 (cum syn.) Materiale: N. inv. M304-164, LUI, LU20, A364C, G265, ME413, CA32bis. Misure: N. inv.

D

0

H

S

O/D

H/D

S/D

olotipo M304-164

142 177,5 122 147.7

75,3 92 62 75,7

41,2 48 33 40

32,7 32,5

0,53

0,29 0,27 0,27 0,27

0,23 0,183

29

:i! M. " l / / !'V /

I

' / / I ' / Ì • ' Ai ì /f / f // ' *// / l

morfotipo favaraensis Fig.45M-N n.t.

-

! '! li i i

II II

NEBRODITES FAVARAENSIS (Gemmellaro, 1872)

LUI ME413

II IH' I Jm I

11 li

E'

I

I L!l 1I f 11 /' 1• li 11 ; I di sesquinodosum

grande o medio

2 file (fino a un max. 30-95 mm)

1 fila intema più 1 fila esterna irregolare più o meno presente e con pochi elementi (max. 7)

1/2 dell'H o più nel- medio l'adulto

medio

2 file

2 file

2 file

HYSTRICOSUM

1/2 dell'H o più nel- grande l'adulto

medio, un po' minore di longispinum

2 file (più grossi di longispinum)

2 file (più grossi di longispinum)

2 file (più grossi di longispinum)

B1NODUM

un po' minore dei 2/5 di H

medio, più piccolo di longispi- 2 file num

2 file

2 file

APPENN1NICUM

3/4 dell'H del fianco piccolo o medio

grande

2 file

2 file

2 file

VENZOI

3/5 dell'H del fianco medio

grande o medio

2 file

2 file

2 file

ROGOZNICENSE

2/5 dell'H del fianco medio o grande o anche meno

medio, un po' minore di hystricosum

1 o 2 file (grossi come lon- 2 file (grossi come longispinum) gispinum)

grande (anche medio ma più raro)

piccolo o medio

2 file (grossi come longispinum)

124

CARLO SARTI

Misure:

Misure:

N. inv.

D

O

H

S

O/D

H/D

S/D

M.

N. inv.

A39B

107,5

33 24,7

43 37,2 37

-

0,306 0,292

0.40

-

2

0.44 0.437

0.467 0.437

2 2

29 32 30,7

--

0,432

--

2

olotipo (Neumayr 174 1873, T.41) P18A 166.5 164 P19A

0.419 0.429

-

0.465

2 2 1

24,5

36

0,275

0,416 0.45 0,404

--

14,5

31 22,5

0,46

2

-

28

-

0.425

38,5

1 2

--

0.3

-

41,5

45

-

0,425 0.384 0.408 0.377

0.595 0.437

--

0,289 0.296

30

20 37,5 35 40.7

25

37,3

-

0,3

0,448

-

A166C A86C A78C A69C PIA

84.5 84,5 67 76,3 71,5 74,4

ME655 ME527

50 89 47

ME632

88,1

4G

91 99.7

--

5G LU89 3582SA9

110 83.3

25 17,6 22 20,2 22

25,5 27

39,5 40 --

0.295 0.262 0,288

33,3

0,282

--

0,295 0,29

35 41

Osservazioni: distinguiamo tipi, il morf. 1 con i fianchi (es. n. .inv.PIA), il morf.2 gonfi e il ventre più stretto

0,70

--

1

-

?

0.409 --

2 2

due chiarissimi morforigonfi e il ventre largo con i fianchi meno ri(es. il n. inv.A39B).

Attribuzioni biostratigrafìche: gli esemplari sono stati raccolti dalla base della Z.a Silenum a metà della Z.ad Acanthicum. Sapunov (1979): Z.a Sesquinodosum della Bulgaria; Checa (1985): parte inf.Z.a Bimammatum Z.a Hybonotum della Cordigliera Betica, con acme nelle Z.a Strombecki e Divisum.

ASPIDOCERAS ACANTHICUM (Oppel, 1863) Tav.26, fig.2 1873 Aspidoceras acanthicum Opp.- NEUMAYR, p. 195, Tav.41 (olotipo) 1903 Aspidoceras montisprimi CANAVARI, p.93, solo tav.30,fig.la-b 1903 Aspidoceras acanthicum Opp. - CANAVARI,p.96, solo Tav.29, fig.la-b 1905 Aspidoceras acanthicum Opp.- DEL CAMPANA, p. 113 (cum syn. pars) 1985 Aspidoceras acanthicum (Opp.) - CHECA, p.74, Tav.8, fig.l (cum syn.) 1986 Aspidoceras acanthicum (Opp.) - SARTI, p.505, non Tav.6, fig.3a-b = Aspidoceras longispinum Materiale-. N. inv. P18A, P19A, PI91 A, P209A, PI 1 A, P204A, P200A, P152A, ME450, ME544, ME712, V221-81, A66C, A361C, A20V, A493V.

D

P191A ME450 ME544

138

V221-81

135,5 128

A66C A20V A361C A493V P152A P200A

124,6 146,6

77 105,5 98.6 155 119.5

O

H

S

O/D

H/D

S/D

61,5

61

64

0.353

0.35

0,367

58

63.3

57

0,348

0,38

0,342

58.5 48

62

59

56,5

45

0.356 0.347

0.378 0.409

43

48 57

46

0,345

--

53,5

53

0,361 0,332

0,385 0,388 0,394

0,359 0,326 0,369

48

45

--

0,375

30 36,7 33,4

28.5

29

39 36,5 60 46,5

--

0.389 0,347

35

0,338

--

0,361 0.343

53 45

56 41

45

0.351 0.37

--

0,391 0,376

0,369 0,37

-

0,387

--

0,389

0,376

0.354

Osservazioni: la specie è molto nota in letteratura e descritta dagli A.A. sulle Prealpi veneto-trentine sin dal 1866 (Benecke) e successivamente da Neumayr (1873), Parona (1880, 1881, 1931), Nicolis & Parona (1885), Del Campana (1905), Sarti (1986a, 1985, 1986b, 1988), Pavia et. Al. (1987). Checa (1985) la considera invece una forma esclusivamente submediterranea, raggruppando molte segnalazioni della specie in ambito mediterraneo in sinonimia con uninodosum Toula, specie di diametro minore e senza tubercoli della fila esterna sulla camera d'abitazione. Checa ignora sistematicamente le segnalazioni "prealpine" di tutti gli Autori sopracitati, non inserendone nessuna nelle sue sinonimie. Un esame degli esemplari di questi Autori o delle descrizioni dei loro lavori, ha evidenziato che sicuramente diversi esemplari di queste collezioni sono da ascrivere ad acanthicum, sia per le dimensioni, sia per la presenza di sporadici nodi sulla camera d'abitazione nella parte medio-alta del fianco e non sono certamente nè A.uninodosum, nè longispinum, o altra specie dove la fila esterna di tubercoli non è irregolare come in acanthicum. Gli esemplari qui trattati corrispondono perfettamente con i caratteri di acanthicum e specificatamente con i caratteri dell'olotipo. Attribuzioni biostratigrafiche: gli esemplari sono stati raccolti da metà della Z.a Herbichi all'ultimo terzo della Z. ad Acanthicum. Checa (1985): base Z.a Mutabilis - parte inf.Z.ad Eudoxus dell'area submediterranea; Atrops & Melendez (1985): Z.ad Acanthicum di Calanda (Spagna); Gygi & Persoz (1986): Z.ad Acanthicum della Svizzera settentrionale; Pavia et Al. (1987): Z.a Divisum, Subz.a Uhlandi - Z.ad Acanthicum dei

125

IL K I M M E R I D G I A N O DELLE PREALPI VENE"] (-TRENTINE: FAUNA E BIOSTRATIGRAFIA

M.Lessini veronesi (Italia); Martire (1990): Z.a Divisum di Asiago (VI- Italia); Melendez et Al. (1990): Z. ad Acanthicum della C. Betica.

ASPIDOCERAS HYSTRICOSUM (Quenstedt, 1888) 1985 Aspidoceras hystricosum (Qu.) - CHECA, p.81, Tav.l, fig.3,4; Tav.9,fig.4; Tav.10, fig.l; Tav.l 1, fig.l; Tav. 12,fig. 1 (cum syn.) Materiale: N. inv. P126A (cfr.), P22A, A177C, A75C, ME650, ME707, ME708, V231-91, 402-2SA53.

ASPIDOCERAS LONGISPINUM (Sowerby, 1825) 1985 Aspidoceras longispinum (Sow.) - CHECA, p.76, Tav.9, fig. 1,2,3; Tav. 10, fig.2; Tav. 14, fig.2; Tav. 15, fig.l (cum syn.) 1986 Aspidoceras longispinum (Sow.) subsp.ind. SARTI, p.504, Tav.5, fig.4 (Juv.) Materiale: N. inv. P21A, P24A, P150A, P202A, P192A, A372C, A58C, A169C, A118C, A61C, A172C, A196C, A212V,360-2SA11, 371- 2SA22, G297, V230-90, V230-90tris, V231-9Ibis, LUI9, LUI4 (cfr.). Misure: N. inv.

D

0

H

S

O/D

H/D

S/D

P21A P24A

86 126,4

31,7 45

34

36,5 -

0,395 0,34

-

P150A P202A

76,3 82

26 26,8

PI 92 A A372C A58C

88.9 145 87,6

29 50,5 30,5

43 28.5 33,5 34 54

0,368 0,356 0.34

37

0,348

Al 18C

65

29

A61C A172C A212V

142,5 112

22,5 51,6 37

31 24 48,6

-

0,346 0.362

44.8

-

80

28.8

-

371-2SA22

136,5 130,7

49 47

31 52 49,5

V230-90

98

34,7

34,6

-

V230-90tris V231-9 Ibis G297

63

20,7 26.9

25 27 27 25,4

30 26,5

360-2SA11

LU19

71,6 68 65,5

22,3 21,5

-

34,5 37 «

-

49

-

0.375

-

0.353 0,369

0,422

0,341

-

0.33 0,36

0,40 0.387

-

0,358 0,359 0,354

0,38 0,378

-

0,353 0,396 0,377

-

0.397 0,387

-

-

0.328 0,375 0.327

-

0.328

N. inv. P22A A177C A75C ME650 V231-91 402-2SA53 ME707

D 204 69 123,4 112 56.7 121.7 135.5

O 74 20.1 38 34 16.6 39.5 47

H 76 28 49 47 26 47 51,5

s 75 -

-

24 50 -

O/D 0.362 0.291 0,307 0,303 0,292 0,324 0.346

H/D 0.372 0.405 0,397 0.419 0.458 0.386 0.38

S/D 0,367 -

0.423 0,41

Attribuzioni biostratigrafiche: gli esemplari provengono dal tetto della Z.ad Acanthicum fino al primo terzo della Z.a Beckeri/Pressulum. Checa (1985): parte sup.Z.a Compsum - parte inf.Z.a Hybonotum della Cordigliera Betica, con acme nella Z.a Beckeri.

0,424

0,373 0,408 0,382

0.326 0,326 0,348

Misure:

0.42

ASPIDOCERAS BINODUM (Oppel, 1863)

0.416

0.446

-

0,374 0.476 0.37 -

1978 Aspidoceras binodum (Opp.) - WIERZBOWSKI, Tav.10, fig.4 1985 Aspidoceras binodum (Opp.) - SARTI, Tav.2, fig.3a-b 1985 Aspidoceras binodum (Opp.) - CHECA, p.54, Tav.l, fig.l; Tav.2, fig.2,3,4,5; Tav.3, fig.l (cum syn.) 1987 Aspidoceras binodum - CHECA, fig.5,B Materiale: N. inv. P10A, P177A, A140C, ME515, ME631, LU589. Misure:

Attribuzioni biostratigrafiche: gli esemplari sono stati raccolti dalla base della Z. ad Acanthicum a metà della Z. a Beckeri/Pressulum. Sapunov (1979): Z.a Sesquinodosum della Bulgaria; Checa (1985): Z.a Divisum, Subz.a Uhlandi Z.a Beckeri della Cordigliera Betica; Pavia et Al. (1987): Z.ad Acanthicum dei M.Lessini veronesi; Martire (1990): "A.sp.aff.longispinum" nella Z.a Divisum di Asiago (VI).

N. inv. P10A P177A A140C ME515 ME631

D 63.8 77,3 63 91,4 93

O 19,7 24 18,9 27,5 -

H 26 32 24 40 36

s 37 --

40 37

O/D 0,308 0.31 0.30 0,30 -

H/D 0.407 0,413 0,38 0,437 0,387

S/D 0.579 -

0,437 0,397

Attribuzioni biostratigrafiche-. esemplari raccolti dall'ultimo terzo della Z.a Strombecki ai primi strati della Z.ad Acanthicum.

126

CARLO SARTI

Wierzbowski (1978): Z.a Planula della Polonia centrale; Checa (1985): parte inf.Z.a Bimammatum - parte inf.Z.a Compsum della Cordigliera Betica, con acme nelle Z.a Strombecki e Divisum; Pavia et Al.( 1987): Z.a Bimammatum - Z.a Strombecki dei M.Lessini veronesi; Martire (1990): Z.a Platynota - parte inf.Z.a Divisum di Asiago (VI); Channel et Al. (1990) segnalano la specie nei M.Lessini (VR) in uno strato contenente Sowerbyceras loryi (= silenum), Benetticeras benettii e Strebliticeras tegulatum, attribuibile quindi alla Z.a Platynota.

ASPIDOCERAS APPENNINICUM Zittel, 1870 1984 Aspidoceras appenninicum Zitt. - VERMA & WESTERMANN, p.69, Tav. 17, fig.la-b 1985 Aspidoceras apenninicum Zitt. - CHECA, p.84, Tav. 13, fig. 1,2,3; Tav. 14, fig.l (cum syn.) 1987 Aspidoceras apenninicum - CHECA, fig.5,B

Attribuzioni biostratigrafìche: l'esemplare proviene dai primi strati della Z.a Beckeri/Pressulum. Zeiss (1970): Z.a Eumela (Kimmeridgiano medio) dell'Ogaden; Checa (1985): "Kimmeridgiano inf." dell'Etiopia.

ASPIDOCERAS ROGOZNICENSE (Zeuschner, 1846) 1985 Aspidoceras rogoznicense (Zeusch.) - CHECA, p.98, Tav. 16, fig. 1,2,3,4 (cum syn.) 1990 Aspidoceras rogoznicense (Zeusch.) - FOZY, Tav.2, fig.4,5,6 Materiale: N. inv. A385C, A135C, ME470. Misure: N. inv. A385C A135C ME470

D 91 93,7 111

O 27 31.6 38

H 36.5 37,9 44

S ---

O/D 0,296 0.337 0.342

H/D 0.401 0,404 0,396

Materiale: N. inv. ME471 Misure: N. inv. ME471

D 130

O 47,2

H 48

S --

O/D 0.363

H/D 0,369

S/D --

Attribuzioni biostratigrafìche: l'esemplare proviene dalla Z.a Beckeri/Pressulum. Verma & Westermann (1984): Z.a Beckeri di Mombasa (Kenia); Checa (1985): parte inf.Z.a Cavouri - Z.a Beckeri della Cordigliera Betica; Cecca et Al.(1990): Z.a Divisum di M.Nerone (Marche,Italia).

ASPIDOCERAS VENZOI Checa, 1985 1942 Aspidoceras mombasense Spath - VENZO, p.65, Tav. 10, fig.3a-b 1942 Aspidoceras bispinosum (Ziet.) - VENZO, p.67, Tav.9, fig.2 1985 Aspidoceras venzoi CHECA, p.96, Tav. 15, fig.3 (cum syn.) Materiale: N. inv. A97C.

ASPIDOCERAS RAFAELI (Oppel, 1863) 1985 Aspidoceras rafaeli (Opp.) - CHECA, p.107, Tav. 16, fig.5, Tav. 17, fig. 1,2; Tav. 18, fig.l (cum syn.) 1986 Aspidoceras rogoznicense (Zeuschn.) - SARTI, Tav.6, fig.la-b 1986 Aspidoceras rafaeli (Opp.) - SARTI, p.505 1990 Aspidoceras rafaeli (Opp.) - FOZY, Tav.2, fig.l Materiale: N. inv. P136A, PI23A, P207A. Misure: N. inv. P207A

Misure: N. inv. D Olotipo (Vcnzo, Tav.9, fig.2) 105,5 A97C 138,6

Attribuzioni biostratigrafiche: esemplari raccolti nella prima metà della Z.a Beckeri/Pressulum. Checa (1985): parte sup.Z.a Beckeri - base Z.a Jacobi della Cordigliera Betica, con acme nella parte sup. Z.a Beckeri e parte inf.Z.a Hybonotum; Sarti & Venturi (1990): Z.a Beckeri di M.Scoccioni (Marche); Cecca et Al.(1990): Z.a Hybonotum di M.Nerone (Marche).

O

H

S

O/D

H/D

S/D

36.6 55

40 48

40 56

0.346 0,396

0,379 0.346

0,379 0,404

D 129

O 45,5

H 48

S --

O/D 0,352

H/D 0,372

S/D --

Attribuzioni biostratigrafiche: esemplari kimmeridgiani raccolti dalla base della Z.a Cavouri al tetto

IL K I M M E R I D G I A N O DELLE PREALPI VENE"] (-TRENTINE: FAUNA E BIOSTRATIGRAFIA

della Z.a Beckeri/Pressulum (la specie prosegue nel Titoniano). Checa (1985): tetto Z.a Beckeri - Z.a Burckhardticeras della Cordigliera Betica; Cecca et Al. (1986): Z.a Verruciferum - Z.ad Admirandum/Biruncinatum di Colle Tordina (Marche).

Genere ORTHASPIDOCERAS Spath, 1925 ORTHASPIDOCERAS UHLANDI (Oppel, 1863) 1985 Orthaspidoceras uhlandi (Opp.) - CHECA, p.154, Tav.31, fig.l (cum syn.) Materiale: N. inv. ME420, ME539, P179A, CA5, CA22. Misure: N. inv. ME539

D 73

0 23,4

H 30.3

S 38,5

O/D 0,32

H/D 0,415

S/D 0,527

Confronti: Orthaspidoceras inflatoides (= garibaldii in Checa, 1985) ha i tubercoli sul margine ombelicale mentre O. uhlandi ha i tubercoli più alti sul fianco, inoltre solitamente inflatoides è di dimensioni minori dell ''uhlandi. Infine inflatoides ha le coste diritte sul fianco, mentre uhlandi le ha più o meno proverse. Attribuzioni biostratigrafiche: Zona a Herbichi, Subzona ad Uhlandi. Sapunov (1979): Z.a Divisum della Bulgaria; Atrops (1982): seconda metà Z.a Divisum del S.E. della Francia; Checa (1985): Z.a Divisum, Subz.a Uhlandi della Cordigliera Betica; Gygi & Persoz (1986): Z.a Divisum, Subz.a Uhlandi della Svizzera settentrionale; Pavia et Al.(l987): Z.a Divisum, Subz.a Uhlandi dei M.Lessini veronesi; Channel et Al.(1990): Z.a Divisum, Subz.a Uhlandi dei M.Lessini veronesi; Martire (1990): Z.a Divisum, Subz.a Uhlandi di Asiago (VI).

ORTHASPIDOCERAS ZIEGLERI Checa, 1985

127

Misure: N. inv. LUI 1 P178A

D 128 104

0 34.4 27

H 52 44

S 60 51

O/D 0.268 0.259

H/D 0.406 0.423

S/D 0,46 0,485

Osservazioni: l'ex.LUI 1 presenta una ornamentazione molto pronunciata e un limitato spaziamento dei tubercoli sulla camera d'abitazione, tanto che può considerarsi un esemplare al limite della variabilità intraspecifica, vicino a Orthaspidoceras liparum. Confronti: Orthaspidoceras lallierianum (D'Orb.) ha le spire ad accrescimento più lento di O.ziegleri, quindi O/D in lallierianum è maggiore che in ziegleri. Inoltre ziegleri ha una maggiore densità di tubercolazione rispetto a lallierianum. Orthaspidoceras liparum ha un diametro più grande e una ornamentazione più pronunciata; inoltre in liparum la densità di tubercolazione varia pochissimo o per nulla sulla camera d'abitazione con l'ontogenesi, mentre in ziegleri i tubercoli periombelicali si spaziano progressivamente sulla camera d'abitazione. Orthaspidoceras gortanii è molto meno rigonfia e ha l'ombelico più aperto. Orthaspidoceras orthocera ha tubercolazione molto più grossa di ziegleri e una sezione della spira decisamente più depressa. Attribuzioni biostratigrafiche: gli esemplari sono distribuiti dalla Zona a Herbichi, Subz.a Uhlandi fino al primo terzo della Zona ad Acanthicum. Checa (1985): Z.a Divisum - parte media Z.a Compsum della Cordigliera Betica, con acme nella Subz.a Uhlandi; Pavia et Al.(1987): Z.a Divisum, Subz.a Uhlandi dei M.Lessini veronesi; Martire (1990): Z.a Divisum, Subz.a Uhlandi di Asiago (VI).

ORTHASPIDOCERAS GORTANII (Venzo, 1942) Tav.28, fig.3

1985 Orthaspidoceras ziegleri CHECA, p.150, Tav.l, fig.5; Tav.28, fig. 1,2,3; Tav.29, fig. 1,2 (cum syn.) 1987 Orthaspidoceras ziegleri - CHECA, fig.5,D

1942 Aspidoceras gortanii, VENZO, p.63, Tav.l 1, fig. la-c 1942 Aspidoceras liparum (Opp.) - VENZO, p.64, Tav. 13, fig.2 1985 Orthaspidoceras gortanii (Venzo) - CHECA, p.171, Tav.33, fig.2 (cum syn.)

Materiale: N. inv. LUI 1, P178A.

Materiale: N. inv. A2V, A484B, A352C.

128

CARLO SARTI

Misure: N. inv.

D

lectotipo -

A.liparum in Venzo, T. 13,fig.2 A2V A484B A352C

H

S

O/D

H/D

S/D

150 82 111

O 52,2 20 34

54 36,5 41,5

58 38 46,3

0.348 0.243 0.306

0.36 0,445 0.373

0.386 0,463 0,417

125 108,3 60.6

38 33.6 14.7

52 40,9 28

52 -

0,304 0.31 0,242

0.416 0,377 0.462

-

35

0,416 0,577

Attribuzioni biostratigrajiche: gli esemplari sono stati raccolti poco sopra la base della Z.a Cavouri, fin quasi al tetto della Z.a Beckeri/Pressulum. Checa (1985): " Kimmeridgiano medio " dell'Etio-

toides, nè Quenstedt o Canavari segnalano forme giganti del tipo garibaldii. Attribuzioni biostratigrafiche: l'esemplare è stato raccolto al tetto della Z.a Herbichi. Checa (1985): tetto Z.a Strombecki - base Z.a Compsum della Cordigliera betica; Channel et Al. (1990) segnalano O.garibaldii nella Z.a Divisum, Subz.a Uhlandi dei M.Lessini veronesi; Martire (1990) segnala O.cf.garibaldii alla base della Z.a Divisum di Asiago (VI).

Genere SCHAIRERIA Checa, 1985 emend.

ORTHASPIDOCERAS INFLATOIDES (Quenstedt, 1888) 1888 Ammonites inflatoides, QUENSTEDT, p.1016, Tav.l 16, fig.l 1900 Aspidocerad uhlandi var. extuberata, CANAVARI, p.79, Tav.23, fig.2a-b; Tav.24, fig.la-b 1985 Orthaspidoceras garibaldii Gemmellaro CHECA, p. 152, Tav.30, fig. 1,2,3 Materiale: N. inv. A485B Misure: N. inv. A485B

0 24.6

H 36

S 45

O/D 0,307

H/D 0,45

S/D 0.56

Osservazioni: si è qui posto in sinonimia XOrthaspidoceras garibaldii (Gemmellaro) in Checa (1985) con O.inflatoides (Quenstedt). Infatti la specie figurata da Gemmellaro (1868, p.52,Tav.l 1,fig.l a-b) e denominata da questo Autore "garibaldii", differisce decisamente dalle forme raggruppate da Checa (1985) sotto questo nome; Gemmellaro infatti descrive e figura una forma gigante (D= 360 mm o più ) con pieghe grosse e poco prominenti sul fianco, mentre Checa descrive forme sicuramente adulte, decisamente più piccole, con coste più evidenti e persistenti. Si potrebbe forse pensare alla macroconca e alla microconca della medesima specie, ma, ad es., in Spagna non è segnalata accanto a O. inflatoides nessuna forma assimilabile a O.garibaldii e d'altra parte nè Gemmellaro segnala forme piccole e con ornamentazione del tipo injla-

Nel 1981 (pubblicato nel 1984) Gustav Vigh istituì il nuovo subgenere Anaspidoceras, con specie tipo il Physodoceras (Anaspidoceras) neoburgense (Oppel). Vigh diede la seguente diagnosi del genere (in traduzione dal tedesco): "La camera d'abitazione non presenta nè spine nè tubercoli, è più o meno globosa, l'ombelico è stretto e si allarga soltanto durante l'ontogenesi. Il bordo ombelicale è tondeggiante. La sutura è abbastanza semplice; le selle possono essere divise in due o tre lobi; il lobo esterno è diviso in due ed è lungo all'incirca come il primo lobo laterale. L'orlo della bocca è liscio, concavo e leggermente piegato in avanti" (p. 178). Poiché Checa nel 1985 istituì il nuovo genere Schaireria scegliendo come specie tipo Schaireria avellana, con uno spettro più ampio, includente il neoburgense e anche specie tubercolate come la Schaireria pipini (Oppel), S.neumayri n.sp., S.avellana (Zittel), S.longaeva (Leanza), ne deriva che il genere deve essere, almeno in parte, emendato e si può suddividere nei due subgeneri: Subgen. Schaireria (con tubercoli) SCHAIRERIA Subgen. Anaspidoceras (forme liscie)

SCHAIRERIA (SCHAIRERIA) NEUMAYRI Checa, 1985 Fig.64 n.t. 1985 Schaireria neumayri CHECA, p. 186, Tav.38, fig. 1,2,3; Tav.39, fig.2 Materiale: N. inv. ME522, A389C.

129

IL K I M M E R I D G I A N O DELLE PREALPI VENE"] (-TRENTINE: FAUNA E BIOSTRATIGRAFIA

Misure: N. inv. olotipo ME522

oo u

D 89 78 59

A389C

0 22,4 20 15 27,9

H 39,6 34 26 31

s 36 --

O/D 0.251 0,256 0.254 0,326

H/D 0,44 0,435 0,44 0,362

S/D 0,404 -

Confronti: rispetto agli esemplari descritti in Checa (1985) l'ex. ME522 pare essere più rigonfio nel fragmocono. L'ex. A389C presenta un ombelico più grande. ex. M E 5 2 2 , al d i a m e t r o di 70 m m (x 1).

Attribuzioni biostratigrafiche: gli esemplari sono stati raccolti dal tetto della Z. ad Acanthicum a metà della Zona a Beckeri/Pressulum. Checa (1985): parte media Z.a Compsum - Z.a Verruciferum della Cordigliera Betica, con acme nella parte sup.della Z.a Beckeri.

Genere PSEUDOWAAGENIA Spath, 1931 PSEUDOWAAGENIA MICROPLA (Oppel, 1863) 1985 Pseudowaagenia micropla (Opp,) - CHECA, p.l 16, Tav.21, fig.2,3,4,5,6 (cum syn.) 1986 Aspidoceras (Pseudowaagenia) microplum (Opp,) - SARTI, p.506, Tav.6, fig.2 1987 Pseudowaagenia micropla (Opp.) - PAVIA et AL, Tav.3, fig.3 Materiale: i numeri di inv. degli esemplari figurano tutti nel paragrafo "misure". Misure: N. inv. V225-85 M305-165 V224-84 V233-93bis V234-94bis V235-95bis LU27 P333B 403-2SA54 LUI 15 LUI 14 V205-65 LU12 ME534 P322B ME408 ME516 A29B LU583

D 56.7 61 65,5 45 60 61,5 67,6 57.3 58 68.8 68,2 65,4 75,2 70,3 60,1 66,2 64,7 78 62,5

O 15 18.1 20.8 13.8 18 18,8 19,3 15,7 16,4 21,5 20.9 19.7 23 21,9 15,9 17,9 18,7 21,5 18

H 25 26,3 26,7 19 24,5 25 30 25,6 26 29,5 30 28 30,5 29.3 27 30 29 33,5 25

s 23 25 -

18 -

-

-

25,5 25,5 -

« -

O/D 0,264 0.296 0.317 0.306 0.30 0.305 0.285 0,273 0,282 0,312 0,306 0,301 0,305 0.311 0.264 0.27 0.289 0,275 0,288

H/D 0.44 0,431 0,407 0,422 0.408 0,406 0,443 0,446 0,448 0,428 0,439 0.427 0,405 0,416 0.449 0,453 0,448 0,429 0,40

S/D 0,405 0,409

Attribuzioni biostratigrafiche: gli esemplari sono stati raccolti dalla Zona a Strombecki alla Z.ad Acanthicum, Subz. a Longispinum. Checa (1985): Z.a Bimammatum - parte media Z.a Compsum della Cordigliera Betica con acme nella Subz.a Uhlandi e nella parte inf.della Z.a Compsum; Pavia et Al.(1987): Z.a Platynota - Z.a Divisum dei M.Lessini veronesi; Channel et Al.(1990): Z.a Divisum, Subz.a Uhlandi dei M.Lessini veronesi.

PSEUDOWAAGENIA sp. gr. MICROPLA (Oppel, 1863) Materiale: N. inv. ME663 Misure: N. inv. ME663

D 109

0 44

H 35

S -

O/D 0,403

H/D 0,321

S/D -

Osservazioni: l'esemplare è stato tenuto distinto da Ps.micropla, per le anomale grandi dimensioni, l'ombelico molto aperto e un basso rapporto H/D.

-

0,40

Attribuzioni biostratigrafiche: l'esemplare proviene dall'ultimo terzo della Z.a Strombecki.

-

-

-

0,389 0,339 -

-

PSEUDOWAAGENIA HAYNALDI (Herbich in Neumayr, 1873) 1985 Pseudowaagenia haynaldi (Herb.) - CHECA, p.126, Tav.21, fig.7,8,9,10 (cum syn.)

--

Materiale: N. inv. 369-2SA20,361-2SA12, P208A (cfr.), P146A, A129C, A203C, ME635.

CARLO SARTI

130

Misure:

Misure:

N. inv.

D

O

H

S

O/D

H/D

S/D

N. inv.

D

0

H

S

O/D

H/D

S/D

369-2SA20 361-2SA12

92

30.7

28

0,358

30,6 44,7

21,3 27,7

18 23,4

0.468

90,6

31,2

0.386

-

63,3

25,7

22

--

0.406

P146A A203C

80,5 90.6 72

30,2 33,5 23,9

0,397 0,347

0,29 0,347

0,261 0,245

P208A

0.351 0,344

68,8 95,5

0,309

--

A161C A137C

0,444

28 36,5

0,333 0,371

0,304

75,3

33 26,5

0,298 --

32 36,4

0,361

--

69,6 79 54

20,5 25 19,5

-

0,353

A115C A205C

0,459 0.46 0,416

A129C

35 24

28 32

--

0,375 0,369

26

--

0,331

--

Osservazioni: il fragmocono degli esemplari trattati ha un diametro compreso tra 54 e 73 mm e la camera d'abitazione occupa l'ultimo 1/2 giro di spira, dove il numero di tubercoli ombelicali varia tra 6 (ex.A203C) e 9 (ex.A129C). Confronti: P.acanthomphala possiede un ombelico più grande e la fila esterna di tubercoli, che in P.haynaldi è posta poco sopra metà fianco, è più alta sul fianco. Ps.micropla ha un ombelico più piccolo e la fila esterna di tubercoli più bassa sul fianco. In Ps.hermanni si osserva spesso un solco sifonale, i tubercoli della fila esterna sono più piccoli e quelli della fila interna spesso scompaiono nella camera d'abitazione; hermanni è inoltre solitamente di minori dimensioni. Attribuzioni biostratigrafiche: gli esemplari sono stati raccolti nelle Zone da Acanthicum (a partire dal tetto dell'Orizzonte-acme a Loryi) fino a metà della Z.a Beckeri/Pressulum. Checa (1985): parte sup. Z.a Compsum - parte media Z.a Beckeri della Cordigliera Betica, con acme nella parte sup. della Z.a Compsum.

--

22,5

24 19

0,294 0,316 0,361

---

0,303 0,351

Osservazioni: il fragmocono degli esemplari trattati ha un diametro compreso tra 56 e 76 mm e la camera d'abitazione occupa l'ultimo mezzo giro di spira, dove il numero di tubercoli ombelicali varia tra 9 (ex. A205C) e 12 (ex.A115C); il numero di t.o. aumenta nei giri interni. Attribuzioni biostratigrafiche: gli esemplari sono stati raccolti dalla base a metà della Z.a Beckeri/ Pressulum. Checa (1985): Z.a Cavouri - Z.a Beckeri della Cordigliera betica, con acme nella parte inf. della Z.a Beckeri; Cecca et AL (1986): Z.a Beckeri di Colle Tordina (Marche); Cecca et AL (1990): Z.a Beckeri di M.Nerone (Marche).

PSEUDOWAAGENIA STEVENSI nov.sp. Tav.29, fig.2, 3; fig.65, 66A-B n.t. Olotipo: l'esemplare figurato a Tav.29 , fig.2 , n. inv.A5V. Locus Typicus: Asiago (Provincia di Vicenza, Italia), Gola del Ghelpach, successione di Cava Voltascura.

PSEUDOWAAGENIA ACANTHOMPHALA (Zittel, 1870) Tav.27, fig.3

Stratum typicum: Formazione del Rosso Ammonitico Veronese, unità nodulare superiore, 370 cm sopra la base della suddetta unità .

1985 Pseudowaagenia acanthompha/a (Zitt.) CHECA, p.127, Tav.23, fig. 1,2,3,4 (cum syn.) 1986 Aspidoceras (Pseudowaagenia) acanthomphalum wdv.binodosa Oloriz - CECCA et AL, Tav.5, fig.4 1987 Pseudowaagenia acanthompha/a - CHECA, fig-5, A

Derivatio nominis: la specie è dedicata al Prof. G.R.Stevens, paleontologo del New Zealand Geological Survey. Attribuzione biostratigrafica: l'olotipo proviene dalla Zona a Beckeri/Pressulum del Kimmeridgiano.

Materiale: N. inv. A205C, A73C (cfr.).

Materiale: N. inv. A103C, A52C, A95C, A5V, ME700.

A161C,

A137C,

A115C,

IL K I M M E R I D G I A N O DELLE PREALPI VENE"] (-TRENTINE: FAUNA E BIOSTRATIGRAFIA

Misure: N. inv.

D

O

H

S

O/D

H/D

S/D

A103C

92,5

47,7

25

21

0,517

0.271

0,227

A52C A95C A5V

115 115,2 124

57,9 60 63

30 30 30.9

--

0,50 0.52 0.508

0,26 0.26

-

22 22

0,249

0,19 0,177

(T.O = tubercoli ombelicali in 1/2 giro di spira)

Diagnosi: conchiglia di taglia media, fortemente evoluta. Spire ad accrescimento molto lento. Ombelico poco profondo. Sezione della spira subrettangolare con i fianchi debolmente convergenti verso il ventre, che è tabulare o leggermente convesso nella camera d'abitazione. Ornamentazione data da numerosi tubercoli periombelicali, piccoli e spiniformi. Sporadicamente può comparire sulla c.a. una seconda fila di tubercoli posti sul margine ventrolaterale del fianco.

131

Descrizione: forma di medie dimensioni ad accrescimento molto lento. Ombelico poco profondo e molto ampio. Ricoprimento delle spire pressoché assente. La sezione della spira è subrettangolare, con i fianchi debolmente convergenti verso il ventre che è tabulare o al massimo leggermente convesso sulla c.a. L'ornamentazione è data da numerosi tubercoli, piccoli e spiniformi, posti sul bordo ombelicale. Molto raramente sulla c.a. si osserva una seconda fila di tubercoli , posta sul margine ventrolaterale del fianco; un leggero rilievo unisce i tubercoli delle due file, che si corrispondono. Questa seconda fila compare sporadicamente a qualsiasi livello di accrescimento e può persistere anche solo per pochi tubercoli. La densità dei tubercoli è notevole (si veda la curva di tubercolazione, fig.66). Il fragmocono ha un diametro compreso tra 69 e 100 mm e la c.a. occupa sempre l'ultimo mezzo giro di spira. Tutti gli esemplari della nuova specie sono pressoché completi, anche se il peri stoma è mal conservato. Osservazioni: in Ps.stevensi, considerando le misure a diametri piccoli e confrontandole con quelle di acanthomphala, si nota una forte somiglianza; si potrebbe avanzare l'ipotesi che Ps.stevensi sia la Macroconca (ventre più stretto) e Ps. acanthomphala sia la microconca (ventre più largo).

A 5 V . Sezione delle spire al d i a m e t r o di 119 m m (x 1).

Confronti: la specie che mostra le maggiori affinità con P.stevensi è P.acanthomphala che differisce perchè ha l'ombelico più stretto e un accrescimento più rapido delle spire. Inoltre stevensi presenta uno spessore del ventre minore di acanthomphala (S/D=0,17-0,22 contro 0,26-0,33 negli esemplari completi) e un'altezza della spira minore. In stevensi poi, il ricoprimento delle spire è pressoché assente, mentre in acanthomphala si osserva un ricoprimento di circa il 1 6 % . Infine, le dimensioni di stevensi sono maggiori di acanthomphala, come dimostra anche il diametro del fragmocono che in acanthomphala non supera mai gli 80 mm. Per quanto riguarda la forma della spira, la sezione di acanthomphala non ha i fianchi così rigidamente piatti e con il ventre così tabulato come in stevensi, ma è più rigonfia. Ps.haynaldi ha un ombelico molto più piccolo e una presenza molto più costante di entrambe le file di tubercoli, sin dai giri più interni. Tralaltro la fila esterna è posta poco sopra la metà fianco o al massimo sul terzo esterno , mentre in stevensi è sul margine ventrolaterale. Altre differenze sono quel-

CARLO SARTI

132

le già trattate per acanthomphala, ma ancora più marcate. Ps. dietli Checa, 1985, ha un ombelico molto più chiuso e i tubercoli della fila esterna più bassi sul

fianco (poco sopra o a metà fianco); altre differenze, come per le specie prima citate. Attribuzioni biostratigrafìche: gli esemplari della nuova specie sono stati raccolti da poco sopra la base fin quasi al tetto della Z.a Beckeri/Pressulum.

Subfamiglia HYBONOTICERATINAE Callomon, 1981 Genere HYBONOTICERAS Breistroffer, 1947

HYBONOTICERAS PRESSULUM (Neumayr, 1871) Tav.28, fig.la-b 1978 Hybonoticeras pressulum (Neum.) - BARTHEL & SCHAIRER, p.18, Tav.2, fig.4 (non fig.6,7 = H. verestoicum) 1984 Hvbonoticeras pressulum (Neum.) - VERMA & WESTERMANN, p.75, Tav. 19, fig.l 1984 Hybonoticeras (Hybonoticeras) pressulum verestoicum (Herb.) -ROSSI,p. 118, Tav.34,fig.4 (non Tav.34, fig.l = H. verestoicum) 1985 Hybonoticeras pressulum (Neum.) - SARTI, p.327, Tav.2, fig.4a-b 1986 Hybonoticeras pressulum (Neum.) - SARTI, p.507 (cum syn.) Materiale: N. inv. A3V, A255V, A7V, A243V, A23V, A260V, A124C, V245-105, P157A, P56A, P56Abis, P175A, P54A, P148A, P132A, P167A, P214A, PI60A, P324B, G302. Misure: N. inv. A3V A255V A7V V245-105 P157A P56A P324B

0

5

10

15

n°.tub.

Fig. 66 - Curve di tubercolazione di Pseudowaagenia stevensi nov. sp.; M G B : A) n. inv. A5V (Olotipo); B) n. inv. A95C (Paratipo).

D 115 134 117,7 96,2 96,6 100,6 113,5

O 52,3 73.8 53 42.4 49.6 45,2 53

H 34 32,6 35,5 31 26 32 35

S 25 24 25 ----

24

O/D 0,454 0,55 0,45 0,44 0.513 0,449 0,466

H/D 0,295 0,243 0,301 0.322 0,269 0,318 0,308

S/D 0,217 0.179 0,212 -

--

0,211

Osservazioni: la specie è ampiamente descritta in letteratura. Il fragmocono occupa un diametro compreso tra 70 e 115 mm. La c.a. occupa l'ultimo 1/2 giro di spira.

IL K I M M E R I D G I A N O DELLE PREALPI VENE"] (-TRENTINE: FAUNA E BIOSTRATIGRAFIA

Attribuzioni biostratigrafiche: gli esemplari sono stati raccolti dalla base al tetto della Z.a Beckeri/ Pressulum. Enay & Geyssant (1975), Oloriz (1978, 1979), Sapunov (1979), Verma & Westermann (1984), Cecca et Al.(1985, 1986, 1990), Fozy (1990) segnalano la specie nella Z.a Beckeri della Spagna, Bulgaria, Kcnia, Italia, Ungheria; Barthel & Schairer(1978): parte bassa della Z.a Subeumela della Baviera .

133

HYBONOTICERAS BECKERI (Neumayr, 1873) Tav.28, fig.2 1966 Hybonoticeras beckeri (Neum.) - DIENI et AL, Tav.2, fig.9 1978 Hybonoticeras (Hybonoticeras) beckeri beckeri (Neum.) - OLORIZ, p.346, Tav.31, fig.l (cum syn.) 1979 Hybonoticeras beckeri (Neum.) - SAPUNOV, p. 162, Tav.51, fig.2a-b, 3 Materiale: N. inv. A382C, A224V, P163A(cfr.).

HYBONOTICERAS VERESTOICUM (Herbich, 1878)

Misure:

1978 Hybonoticeras pressulum (Neum.) - BARTHEL & SCHAIRER, p.18, Tav.2, fig.6,7 (non fìg.4 = H.pressulum) 1978 Hybonoticeras (Hybonoticeras) pressulum verestoicum (Herb.) - OLORIZ, p.357, Tav.32, fig.4 (cum syn.) 1984 Hybonoticeras (Hybonoticeras) pressulum verestoicum (Herb.)- ROSSI, p. 118, Tav.34,fig.l (non fig.4 = pressulum pressulum) Materiale: N. inv. A251V, A35B. Misure: N. inv.

D

0

H

s

O/D

H/D

S/D

A25IV

102

51

30

--

0,50

0,294

--

Osservazioni: li.pressulum e H.verestoicum sono qui considerate come specie distinte; è molto difficile infatti che possano essere presenti due sottospecie negli stessi livelli. Da un punto di vista biologico una subspecie è definibile solo se separata geograficamente, temporalmente o ecologicamente dalla specie tipica. Confronti: H. verestoicum possiede deboli pieghe sinuose sul fianco, semplici o biforcate, che non si osservano in H.pressulum. H. harpephorum ha una costolazione molto più sviluppata, più rigida e con sporadici tubercoli sul margine ventrolaterale. Attribuzioni biostratigrafiche: gli esemplari provengono da metà della Z.a Beckeri/Pressulum. Enay & Geyssant (1975), Oloriz (1978, 1979) segnalano la specie nella Z.a Beckeri della Spagna; Barthel & Schairer (1978): parte bassa Z.a Subeumela della Baviera.

N. inv.

D

O

H

s

O/D

H/D

S/D

A382C A224V

85 62,5

36.4 26

27,7 22

---

0,428 0,416

0.325 0.352

--

Osservazioni: la specie beckeri, tra le più note e descritte in letteratura, sulla piattaforma atesina è molto rara. Per una descrizione dettagliata si vedano gli A A. precedenti. Confronti: H.beckeri differisce da H. harpephorum perchè quest'ultima specie possiede i fianchi più piani, i tubercoli meno sviluppati e la costolazione più regolare di beckeri. H.pressulum ha i fianchi lisci, H. verestoicum coste larghe e poco rilevate ed entrambe le specie hanno una sola fila di tubercoli periombelicali. H.knopi è più involuta e con sezione della spira più stretta. Attribuzioni biostratigrafiche: gli esemplari sono stati raccolti a metà della Z.a Beckeri/Pressulum. Dieni et Al.(1966), Enay & Geyssant (1975), Oloriz (1978, 1979), Sapunov (1979), Cecca et AL (1985, 1990), Fozy (1990) segnalano la specie nella Z.a Beckeri della Sardegna orientale (Italia), Cordigliera Betica (Spagna). Bulgaria, M.Lacerane (Umbria,Italia), M.Nerone (Marche, Italia), Bakony (Ungheria).

HYBONOTICERAS HARPEPHORUM (Neumayr, 1873) 1978 Hybonoticeras (Hybonoticeras) beckeri harpephorum (Neum.) - OLORIZ,p.348, Tav.31, fig.4,6; Tav.32, fig.l,3a-b (cum syn) 1979 Hybonoticeras harpephorum (Neum.) - SAPUNOV, p.165, Tav.52, fig.4; Tav.53, fig.l,2

134

CARLO SARTI

Materiale: N. inv. A263V, A258V. Descrizione: si tratta di due esemplari frammentari che non permettono misure ma che hanno l'ornamentazione caratteristica della specie: coste semplici, retroverse, che nascono circa a metà della muraglia ombelicale, sul bordo ombelicale si rafforzano a formare tubercoli e percorrono poi il fianco, semplici o biforcate,con attenuata retroversione rispetto alla muraglia ombelicale. Sul margine ventrolaterale si inflettono decisamente in avanti per poi interrompersi in corrispondenza delle carene che delimitano un solco sifonale. Confronti: H.knopi è di dimensioni minori, ha un ombelico più piccolo e la sezione della spira più stretta. Attribuzioni biostratigrafìche: gli esemplari sono stati raccolti a metà della Z.a Beckeri/Pressulum. Enay & Geyssant (1975), Oloriz (1978, 1979), Sapunov (1979) segnalano la specie nella Z.a Beckeri della Spagna e della Bulgaria.

HYBONOTICERAS KNOPI (Neumayr, 1873) Tav.29, fig. 1 1978 Hybonoticeras knopi (Neum. ) - BARTHEL & SCHAIRER, p.19, Tav.2, fig.8,9 1978 Hybonoticeras (Hybonoticeras) knopi (Neum) - OLORIZ, p.358, Tav.29, fig.3a-b (cum syn.) Materiale: N. inv. A252V, A262V, A483B. Misure: N. inv.

D

0

H

S

O/D

H/D

S/D

A252V A483B

45 96

17,7 38,7

16 32,9

11,9 -

0.39 0.403

0,355 0.34

0,26 --

Osservazioni: nonostante l'esiguo numero di esemplari, si è potuta osservare una variabilità intraspecifica che riguarda la maggiore o minore forza della ornamentazione; infatti accanto ad esemplari a forte ornamentazione (A252V) si osservano esemplari con ornamentazione molto più debole (A483B). Confronti: H.pressulum ha i fianchi lisci e non possiede ingrossamenti costali sul margine ventrolate-

rale, inoltre, già dai giri interni ha una sezione della spira trapezoidale, mentre knopi nei giri interni ha una sezione rettangolare. Attribuzioni biostratigrafìche: gli esemplari sono stati raccolti a metà della Z.a Beckeri/Pressulum. Enay & Geyssant (1975): Z.a Beckeri - Z.a Hybonotum della Spagna meridionale; Barthel & Schairer (1978): Z.a Subeumela della Baviera; Oloriz (1978, 1979): Z.a Beckeri della Cordigliera Betica.

Sottoclasse COLOIDEA Ordine BELEMNITIDA

Le belemniti nelle successioni studiate sono abbondanti soprattutto in corrispondenza di orizzonti condensati, vicino ad hard ground, dove si ritrovano, con giacitura per lo più parallela alla stratificazione, in numero molto elevato (nella Successione di M.Giovo anche 100 esemplari per decimetro cubo di roccia). Talvolta esemplari isolati si trovano orientati perpendicolarmente alla stratificazione , anche se le ammoniti dello stesso strato sono parallele alla stratificazione. Ferrari (com.pers.) ipotizza un distacco del rostro dalle parti molli in esemplari morti, galleggianti e in decomposizione. Le parti dure, distaccandosi dall'esemplare potevano conficcarsi nel sedimento molle del fondo. Oltre che in orizzonti condensati le belemniti sono presenti, con maggiore o minore frequenza, lungo tutto il Rosso Ammonitico Veronese, ma si ritrovano con maggior frequenza nell'unità media selcifera, dove costituiscono insieme agli aptici il 90 % della fauna. Talvolta si possono osservare, sempre nella unità media, concentrazioni di rincoliti. Le belemniti raccolte nelle successioni sono riferibili alle seguenti specie (N.Mariotti com. pers.): Hibolites sp. Hibolites cfr. semisulcatus (Munster, 1830) Rhopaloteuthis sauvanausus (D'Orbigny, 1842) Queste specie si ritrovano lungo tutto il Kimmeridgiano, il semisulcatus è abbondante in particolare nel Kimmeridgiano sup. e nel Titoniano inf. Nel Titoniano inf. si riconoscono inoltre Duvalia lata e Duvalia ensifer.

IL K I M M E R I D G I A N O DELLE PREALPI VENE"] ( - T R E N T I N E : FAUNA E BIOSTRATIGRAFIA

FAUNA BENTICA

135

ma è generalmente più allungata posteriormente e le valve sono più depresse. La lunula, sempre ben distinguibile, risulta essere più bassa e meno accentuata .

Classe BIVALVIA Sottoclasse PTERIOMORPHIA Ordine PTERIOIDA Famiglia LIMIDAE Rafinesque, 1815 Genere PLAGIOSTOMA Sowerby, 1814

Attribuzioni biostratigrafiche: gli esemplari sono stati raccolti dalla Z.a Herbichi, Subz.a Divisum, fino al primo terzo della Z.ad Acanthicum.

PLAGIOSTOMA sp.

OSSERVAZIONI PALEOAMBIENTALI

1905 Mytilus sp. - DEL CAMPANA, p. 132, Tav.5, fig.7 (non fig.6)

Il ritrovamento di questi bivalvi avvalora la tesi, per quanto riguarda l'unità superiore del Rosso Ammonitico Veronese, di un ambiente deposizionale piuttosto profondo (variabile tra 200 e 800 metri per il genere Lima e talora più profondo per Plagiostoma) dove questi bivalvi non necessitavano di strutture carenate particolari atte a resistere alla turbolenza delle correnti in ambienti esposti, potevano quindi mantenere una forma ovale molto regolare che probabilmente permetteva una migliore disposizione degli organi sensoriali, necessari a una tale profondità. La conchiglia, sottile e liscia, è una ulteriore indicazione della assenza di correnti di forte intensità ed anche di acque piuttosto fredde e quindi necessariamente profonde, poiché il clima della regione era di tipo subtropicale. Per quanto riguarda l'ambiente di vita, una morfologia della conchiglia del tipo sopradescritto è caratteristica di epifauna "suspension-feeders" che si fissa mediante bisso (Oschmann. 1988); in tutti gli esemplari è ben distinguibile una fissura anterodorsale più o meno accentuata. Queste forme necessitavano di appigli e protezione che potevano trovare sul fondo nei depositi carbonatici; il tasso di sedimentazione molto basso poteva favorire la formazione di crostoni di indurimento superficiale con andamento irregolare anche in spessori minimi, tanto da non dare evidenze negli attuali affioramenti, ove questi bivalvi potevano trovare superfici di appiglio. In mancanza di un tale tipo di protezione potevano costituire appiglio eventuali resti scheletrici o altri bivalvi della stessa specie che conducevano vita gregaria, trovando sostegno e appoggio reciprocamente. Gli esemplari ritrovati in effetti sono sempre molto vicini tra loro, conservando in parecchi casi entrambe le valve unite.

Materiale: n. inv. P225A (2 ex.), P227A. P228A, P232A, P233A, P249A, M286-146, M292-152. Descrizione: conchiglia inequilaterale, obliquamente allungata in avanti, subequivalve, moderatamente convessa a contorno subcircolare. Gli umboni sono appuntiti e ricurvi, la lunula è diritta e poco allungata, alta, molto evidente e molto marcata. Non sono conservate orecchiette e altre ornamentazioni. Osservazioni: gli esemplari si presentano per lo più come modelli interni, con porzioni residue di guscio che mostrano superfici prive di ornamentazione, o al più con lievi tracce delle strie di accrescimento. Alcuni esemplari hanno il guscio silicizzato, con caratteristiche striature concentriche di origine secondaria. Attribuzioni biostratigrafiche: gli esemplari sono stati raccolti da metà della Z.a Herbichi fin quasi a metà della Z.ad Acanthicum.

LIMIDAE indet. 1905 Mytilus sp. - DEL CAMPANA, p.132, Tav. 5, fig.6 (non fig.7) Materiale: n. inv. A53C, A72C, A82C Affinità: questi esemplari, pur presentando i caratteri distintivi della fam.Limidae, si differenziano dagli esemplari descritti precedentemente. Rispetto agli esemplari ascritti al genere Plagiostoma, la for-

136

CARLO SARTI

Tipo BRACHIOPODA Classe ARTICULATA Ordine RHYNCHONELLIDA Famiglia WELLERELLIDAE Likharev in Rzhonsnitskaya, 1956 Genere RYNCHONELLOIDELLA MuirWood. 1936

Tipo ECHINODERMATA Classe EUECHINOIDEA Ordine HOLASTEROIDA Famiglia COLLYRITIDAE D'Orbigny, 1853 Genere CYCLOLAMPAS Pomel, 1883

CYCLOLAMPAS sp. RYNCHONELLOIDELLA cfr. BRENTONIACA (Davidson) Materiale: n. inv. M291-151, M291-151bis Descrizione: conchiglia di piccole dimensioni, asimmetrica. Piega dorsale bassa, con molte coste appuntite. Umbone piccolo, massiccio, ricurvo sulla valva brachidiale. Attribuzioni biostratigrafìche: gli esemplari sono stati raccolti nella Z.a Herbichi, Subz.a Stenonis.

Materiale: n. inv. P97A, PI29A, P130A Descrizione: echinoide irregolare di discrete dimensioni, con forma circolare o debolmente ovale. Lato aborale regolarmente convesso o subconico, lato orale piatto. Ambulacri semplici, petaloidi; pori piccoli rotondi. I pori aborali sono disposti in serie oblique di tre; sistema anteroapicale centrale; il bivio è alla terminazione posteriore. Periprocto non contiguo con gli oculari, che può essere inframarginale. Peristoma centrale, di forma pentagonale arrotondata e moderatamente infossato. I tubercoli sono distribuiti su tutta la superficie. Attribuzioni biostratigrafìche: gli esemplari sono stati raccolti nel primo terzo della Z.a Beckeri/ Pressulum. Enay et Al. (1984) citano Cyclolampas verneuili Cott. nelle Zone da Hypselocyclum al tetto dell' Acanthicum, nel Sud-Est della Francia.

Ordine TEREBRATULIDAE Famiglia PYGOPIDAE Muir Wood, 1965 Genere LINGUITHYRIS Buckman, 1918 LINGUITHYRIS sp. Materiale: n. inv. P84A, P97A, P194A Descrizione: conchiglia di piccole dimensioni, cordata, posteriormente biconvessa passante a solcato-convessa; linea di commessura anteriore fortemente solcata nella zona mediana. Commessura laterale debolmente curva; umbone ricurvo con piccolo foramen circolare. Attribuzioni biostratigrafìche: gli esemplari sono stati raccolti poco sotto la metà della Z.ad Acanthicum, fino al primo terzo della Z.a Beckeri/ Pressulum.

Famiglia DISASTERIDAE A.Gras, 1848 Genere CARDIOLAMPAS Pomel, 1883 CARDIOLAMPAS gr.FRIBURGENSIS (Ooster), 1865 Materiale: n. inv. ME615, ME702. Descrizione: echinoide irregolare di media dimensione, a forma di cuore. Lato aborale convesso, lato orale piatto. Ambulacri frontali fortemente approfonditi; trivio subcentrale. Sistema anteroapicale leggermente anteriore, nettamente separato dagli oculari posteriori; oculari piccoli, placche genitali contigue. Periprocto ben delineato, posto sulla parte posteriore della conchiglia vicino al bivio.

IL K I M M E R I D G I A N O DELLE PREALPI VENE"] (-TRENTINE: FAUNA E BIOSTRATIGRAFIA

Attribuzioni biostratigrafìche: gli esemplari kimmeridgiani sono stati raccolti poco sopra la base della Z.a Herbichi. Enay et Al. (1984) citano Cardiolampas friburgensis Ooster nelle Z.da Bifurcatus a Planula e altre specie di Cardiolampas nel Titoniano sup. del S.E.della Francia.

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CARDIOLAMPAS sp. Materiale: n. inv. ME426, ME457 Osservazioni: gli esemplari differiscono dai precedenti (ME615, ME702) per le maggiori dimensioni e per l'altezza meno pronunciata. Attribuzioni biostratigrafìche: esemplari raccolti nella parte alta della Z.a Strombecki

OSSERVAZIONI

PALEOAMBIENTALI

La natura del sedimento determina la presenza di un certo gruppo di echinoidi in funzione del loro modo trofico. Inoltre la granulometria del sedimento, correlata con l'energia e l'ossigenazione del mezzo, influiscono sulla morfologia degli echinoidi: quelli di forma alta, con guscio sottile, sono caratteristici di litofacies fini di ambienti tranquilli, mentre le forme basse con guscio robusto sono tipiche di sedimenti grossolani, di ambienti a più forte energia (Neraudeau & Moreau, 1989).

Gli Holasteroida (Collyritidi e Disasteridi) con gusci sottili e fragili vivono attualmente in acque profonde (cfr. Zaghbib-Turki, 1989) e i loro fossili si ritrovano prevalentemente nei sedimenti a granulometria molto fine (Neraudeau & Moreau, 1989); i Cyclolampas e i Cardiolampas, in particolare, sono batiali (cfr. Mortensen 1950, Enay et Al. 1984). Questi fanno parte dell'epifauna, tuttavia dovevano vivere leggermente infossati nel sedimento, fino alla estremità distale dei loro petali, che sono superficiali (Zaghbib-Turki, 1989).

138

CARLO SARTI

RINGRAZIAMENTI

Ringrazio vivamente i Prof. G.Pavia del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Torino e S.Sartoni del Dipartimento di Scienze Geologiche dell'Università di Bologna per la lettura critica del manoscritto. Ringrazio inoltre i dott. : L.Altichieri (Museo di Geologia e Paleontologia dell'Università di Padova), A.Benetti (Museo dei Fossili della Lessinia, prov.Verona), G.Dietl (Staatliches Museum fur Naturkunde, Stuttgart), F.Finotti (Museo Civico di Storia Naturale, Rovereto), M.Mazzini (Museo di Geologia e Paleontologia dell'Università di Firenze), F.Oloriz (Dep.to Estratigrafia y Paleontologia, Universidad de Granada), G.Schairer (Bajerische

Staatssamm. fur Palaontologie u. Hist.Geol., Munchen), L.Sorbini (Museo Civico di Storia Naturale, Verona), F.Stojaspal (Samm.der Geologischen Bundesanstalt, Wien), J.Wendt (Museum fur Geologie und Palaontologie, Tubingen). Inoltre ringrazio tutti i collezionisti privati che mi hanno dato accesso alle loro collezioni e in particolare Mihran Tchaprassian . Ringrazio anche i cavatori di Asiago della Cava Cortese e della Cava Voltascura, e particolarmente il Sig. Dino Soldà di Cava Voltascura. Infine, per l'esecuzione delle fotografie ringrazio P.Ferrieri del Dipartimento di Scienze Geologiche dell'Università di Bologna.

139

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tavv.

145

TAVOLE

TAVOLA 1 Fig. la, b - Sowerbyceras silenum (Fontannes), (xl). M o n t e Pasubio, Col Santino, Z o n a a Silenum. Fig. 2 - Sowerbyceras loryi ( M u n i e r Chalmas), m o r f o t i p o pseudosilenum Sarti, ( x l ) . Luserna, Forte di C i m a C a m p o , Zona a Beckeri/Pressulum. Fig. 3 - Sowerbyceras loryi ( M u n i e r Chalmas), m o r f o t i p o loryi, ( x l ) . L a v a r o n e , M o n t e R u s t 2, Z o n a ad A c a n t h i c u m , O r i z z o n t e a c m e a Loryi. Fig. 4 - Sowerbyceras loryi ( M u n i e r Chalmas), m o r f o t i p o loryi, ( x l ) . L a v a r o n e , M o n t e R u s t 2, Z o n a ad A c a n t h i c u m , Orizzonte a c m e a Loryi. Fig. 5 - Glochiceras (Lingulaticeras) cfr. fiatar (Oppel), ( x l ) . L a v a r o n e , M o n t e Rust 2, Z o n a a Herbichi. S u b z o n a a Stenonis. Fig. 6a, b - Taramelliceras (Metakaploceras) strombecki (Oppel), ( x l ) . Luserna, Forte di C i m a C a m p o , Z o n a a Strombecki. U n p u n t o b i a n c o indica l'inizio della c a m e r a d'abitazione.

TAVOLA 2 Fig. l a . b - Lissoceratoides sp. afT. erato (D'Orbigny), ( x l ) . Grezzana, M o n t e T i m a r o l o , Z o n a a Silenum. Fig. 2a,b - Lissoceratoides erato (D'Orbigny), olotipo, (x 0,72). Escragnolles, Alpes Marit. M u s e u m d'Histoire Naturelle, Paris. Fig. 3a,b - Taramelliceras pugile pseudopugile nov.subsp., subspeciotipo, n.inv.M308-168, (xl). L a v a r o n e , M o n t e R u s t 1, Zona ad A c a n t h i c u m . U n p u n t o b i a n c o indica l'inizio della c a m e r a d'abitazione.

TAVOLA 3 Fig. 1 - Taramelliceras (Taramelliceras) trachinotum (Oppel), ( x l ) . Virti di Folgaria, Z o n a a Herbichi. Fig. 2 - Taramelliceras (Taramelliceras) compsum compsum (Oppel) m o r f o t i p o kochi (Herbich), ( x l ) . Lavarone, M o n t e R u s t 2, Z o n a ad A c a n t h i c u m . Fig. 3 - Taramelliceras (Taramelliceras) sp. gr. franciscanum (Fontannes), ( x l ) . Luserna, Forte di C i m a C a m p o , base Z o n a a Herbichi. U n p u n t o b i a n c o indica l'inizio della c a m e r a d'abitazione.

TAVOLA 4 Fig. 1 - Taramelliceras (Taramelliceras) pugile pugile ( N e u mayr), ex. m o l t o evoluto, ( x l ) . Asiago, M . K a b e r l a b a , Cava Cortese, Z o n a a Beckeri/Pressulum. Fig. 2 - Taramelliceras (Taramelliceras) oculati/orme (De Zigno), (xl). Asiago, gola del G h e l p a c h , C a v a Voltascura, Z o n a ad A c a n t h i c u m , Orizzonte a c m e a Loryi. Fig. 3 - Taramelliceras (Taramelliceras) pseudofìexuosum (Favre), lectotipo. ( x l ) . Tallones, H a u t e Savoie. M u s e u m d'Histoire Naturelle, Ville de Genève. Fig. 4 - Taramelliceras (Taramelliceras) subcallicerum (Gemmellaro), ( x l ) . Asiago, M . K a b e r l a b a , Cava Bellevue, Z o n a ad A c a n t h i c u m , S u b z o n a a Heimi. Fig. 5 - Hemihaploceras (Zitteliceras) schwageri (Neumayr), ( x l ) . Lavarone, M o n t e Rust 2, Z.a Beckeri/Pressulum. Fig. 6a, b - Streblites folgariacus (Oppel), (x 1 ). Lavarone, M o n te R u s t 2, Z.a Beckeri/ Pressulum. U n p u n t o b i a n c o indica l'inizio della c a m e r a d'abitazione.

TAVOLA 5 Fig. la, b - Metastreblites olorizi nov. sp., olotipo, n. inv. M E 4 8 4 , ( x l ) . Lavarone, M o n t e R u s t 2, Z o n a a Herbichi, Sub z o n a a Stenonis. Fig. 2 - Metastreblites olorizi nov. sp., paratipo, n. inv. M E 5 9 9 , ( x l ) . L a v a r o n e , M o n t e R u s t 2, Z o n a a Herbichi, S u b z o n a a Stenonis. Fig. 3a, b - Lithacosphinctes callomoni nov. sp., olotipo, n. inv. P28A, ( x l ) . M o n t e Pasubio, Col Santino, limite Z o n a a Planula / Z o n a a Silenum. U n p u n t o b i a n c o indica l'inizio della c a m e r a d'abitazione.

TAVOLA 6 Fig. la, b - Progeronia triplex (Quenstedt), (xl). Lavarone, M o n t e R u s t 2, tetto Z o n a a Strombecki. Fig. 2 - Orthosphinctes nov. sp. ind., n. inv. M E 4 3 3 , ( x l ) . Lavarone, M o n t e R u s t 2, Z o n a a Strombecki. Fig. 3 - Progeronia unicompta simplex nov. subsp., subspeciotipo, n. inv. A41B, ( x l ) . Asiago, M . Kaberlaba, Cava Bellevue, Z o n a a Herbichi, S u b z o n a a U h l a n d i . Fig. 4 - Progeronia unicompta simplex nov. subsp., parasubspeciotipo, n.inv. M E 4 2 7 , ( x l ) . L a v a r o n e , M o n t e R u s t 2, Z o n a a Herbichi. U n p u n t o b i a n c o indica l'inizio della c a m e r a d'abitazione.

TAVOLA 7 Progeronia sp. aff. ernesti (De Loriol), ( x l ) . L a v a r o n e , M o n t e Rust 2, Z o n a ad A c a n t h i c u m , tetto della S u b z o n a a Longispinum U n p u n t o b i a n c o indica l'inizio della c a m e r a d'abitazione.

TAVOLA 8 Fig. 1 - Crussoliceras acre ( N e u m a y r ) , lectotipo, (x 0,62). Csof r a n k a , Siebcnbuergen. Geologische Bundesanstalt, W i e n . Fig. 2 - Crussoliceras sp. afT. divisum (Quenstedt), (xl). M o n t e Pasubio, Col Santino, Z o n a a Herbichi, S u b z o n a a Divisum. U n p u n t o b i a n c o indica l'inizio della c a m e r a d'abitazione.

TAVOLA 9 Fig. l a , b, c - Crussoliceras zeissi nov. sp., olotipo, n. inv. L U 7 7 , ( x l ) . L u s e r n a , F o r t e di C i m a C a m p o , Z o n a a Strombecki. U n p u n t o b i a n c o indica l'inizio della c a m e r a d'abitazione.

T A V O L A 10 Fig. 1 - Torquatisphinctes laxus Oloriz, ( x l ) . M o n t e Pasubio, Col Santino, Z o n a a Beckeri/Pressulum. Fig. 2 - Pachysphinctes aff. bathyplocus (Waagen), ( x l ) . Asiago, M. Kaberlaba, Cava Cortese, Z o n a a Beckeri/Pressulum. Fig. 3a, b - Torquatisphinctes nov. sp. aff. laxus Oloriz, n.inv. A 3 8 3 C , ( x l ) . Asiago, M o n t e K a b e r l a b a , Cava Cortese, Z o n a a Beckeri/Pressulum. U n p u n t o b i a n c o indica l'inizio della c a m e r a d'abitazione.

T A V O L A 11 Fig. 1 - Torquatisphinctes nov. sp. afT. laxus Oloriz, n.inv. A383C, ( x l ) . Asiago, M o n t e Kaberlaba, Cava Cortese, Z o n a a Beckeri/Pressulum. Fig. 2 - Biplisphinctes cimbricus ( N e u m a y r ) , ( x l ) . Asiago, M o n te Kaberlaba, Cava Cortese, base Z o n a a Beckeri/Pressulum. Fig. 3 - Subplanites ombonii (Del C a m p a n a ) , ( x l ) . Asiago, gola del G h e l p a c h , Cava Voltascura, Z o n a a Beckeri/Pressulum. U n p u n t o b i a n c o indica l'inizio della c a m e r a d'abitazione.

T A V O L A 12 Fig. 1 - Discosphinctoides (Discosphinctoides) de/campanai nov. sp., olotipo, n. inv. A 4 1 3 V , ( x l ) . Asiago, gola del G h e l p a c h , C a v a Voltascura. Z o n a a Beckeri/Pressulum. Fig. 2 - Biplisphinctes cimbricus ( N e u m a y r ) , ( x l ) . Lavarone, M o n t e R u s t 2, base Z o n a a Beckeri/Pressulum. Fig. 3 - Discosphinctoides (Discosphinctoides) delcampanai nov. sp., paratipo, n. inv. A 2 4 2 V , ( x l ) . Asiago, gola del G h e l p a c h , Cava Voltascura, Z o n a a Beckeri/Pressulum. U n p u n t o b i a n c o indica l'inizio della c a m e r a d'abitazione.

T A V O L A 13 Fig. 1 - Pseudosimoceras stenonis ( G e m m e l l a r o ) , m o r f o t i p o morenai (Canavari), ( x l ) . Luserna, Forte di C i m a C a m p o , Z o n a a Strombecki. Fig. 2 - Discosphinctoides (Discosphinctoides) de/campanai nov. s p . , ( x l ) . Lavarone, M o n t e R u s t 2, Z o n a a Beckeri/Pressulum. Fig. 3 - Subnebrodites tonnerrensis (De Loriol), (xl). M o n t e Pasubio, Col Santino, limite Z o n a a Planula / Z o n a a Silenum. U n p u n t o b i a n c o indica l'inizio della c a m e r a d'abitazione.

T A V O L A 14 Fig. 1 - Nebrodites heimi (Favre), ( x l ) . Asiago, M . K a b e r l a b a , Cava Cortese, Z o n a ad A c a n t h i c u m , S u b z o n a a Fig. 2 - Nebrodites heimi (Favre), ( x l ) . Lavarone, M o n t e R u s t 2, Z o n a ad A c a n t h i c u m , S u b z o n a a H e i m i . Fig. 3 - Nebrodites nov.sp.aff. pìanycyclum, n. inv. A79C, ( x l ) . Asiago, M. Kaberlaba, Cava Cortese, Z o n a ad A c a n t h i c u m , Subzona a Longispinum. U n p u n t o b i a n c o indica l'inizio della c a m e r a d'abitazione.

T A V O L A 15 Fig. 1 - Nebrodites peltoideus ( G e m m e l l a r o ) , (xl). L a v a r o n e , M o n t e R u s t 2, Z o n a ad A c a n t h i c u m , S u b z o n a a L o n g i s p i n u m . Fig. 2 - Nebrodites hospes hospes ( N e u m a y r ) , (x 1,4). L a v a r o n e , M o n t e R u s t 2, Z o n a a Herbichi, S u b z o n a a Stenonis. U n p u n t o b i a n c o indica l'inizio della c a m e r a d'abitazione.

T A V O L A 16 Fig. la, b, c - Nebrodites favaraensis (Gemmellaro), morfotipo pasubiensis Sarti, ( x l ) . M o n t e Pasubio, Col Santino, Z o n a ad Acanthicum, Subzona a Longispinum. U n p u n t o bianco indica l'inizio della c a m e r a d'abitazione.

T A V O L A 17 Fig. 1 - Nebrodites favaraensis ( G e m m e l l a r o ) , m o r f o t i p o pasubiensis Sarti, ( x l ) . M o n t e Pasubio, Col Santino, Z o n a ad Acanthicum, Subzona a Longispinum. Fig. 2 - Presimoceras nov. sp. indet., ( x l ) . Lavarone, M o n t e R u s t 2, base Z o n a a Herbichi. Fig. 3a, b - Nebrodites planycyclum ( G e m m e l l a r o ) , olotipo, (x 0,56). M o n t a g n a G r a n d e di Calatafimi (Trapani). M u s e o di Geologia e Paleontologia, Università di Palermo. U n p u n t o b i a n c o indica l'inizio della c a m e r a d'abitazione.

T A V O L A 18 Fig. l a , b - Nebrodites cafìsii ( G e m m e l l a r o ) , olotipo, (x 0,56). Burgilamuni (Favara). M u s e o di Geologia e Paleontologia, U n i versità di Palermo. Fig. 2 - Mesosimoceras risgoviense (Schneid), ( x l ) . Lavarone, M o n t e R u s t 2, base Z o n a a Cavouri. U n p u n t o b i a n c o indica l'inizio della c a m e r a d'abitazione.

T A V O L A 19 Fig. l a , b - Benacoceras heteroplocus ( G e m m e l l a r o ) , olotipo, (x 0,6). Rocca Chi Parra di Calatafimi (Trapani). M u s e o di Geologia e Paleontologia, Università di Palermo. Fig. 2a, b - Benacoceras brochwiczlewinskii nov. sp., olotipo, n. inv. L U 5 9 0 , (2a = x 0,68; 2b = x 1). Luserna, F o r t e di C i m a C a m p o , Z o n a a Silenum, S u b z o n a a Trenerites. U n p u n t o b i a n c o indica l'inizio della c a m e r a d'abitazione.

T A V O L A 20 Fig. l a , b - Benacoceras brochwiczlewinskii nov. sp., paratipo, n. inv. L U 8 0 , ( x l ) . Luserna, Forte di C i m a C a m p o , Z o n a a Silenum, S u b z o n a a Trenerites. U n p u n t o b i a n c o indica l'inizio della c a m e r a d'abitazione.

T A V O L A 21 Fig. l a , b - Trenerites enayi nov. sp., olotipo, n. inv. S N F 6 / 6 5 , ( x l ) . M o n t e Pasubio, Col Santino, Z o n a a S i l e n u m , S u b z o n a a Trenerites. U n p u n t o b i a n c o indica l'inizio della c a m e r a d'abitazione.

T A V O L A 22 Fig. la, b - Trenerites nov. sp. ind., n. inv. P135A, ( x l ) b) Vista ventrale a D = 40 m m (x 1,5). M o n t e Pasubio, Col Santino, Z o n a a Silenum, S u b z o n a a Trenerites. Fig. 2a, b, e, d - Trenerites enayi nov. sp., paratipo, n. inv. P39A. a) Vista laterale ( x l ) ; b,c) vista laterale e ventrale delle spire interne ( x l ) ; d) dettaglio della vista ventrale dell'ultima spira (x 1, 5). M o n t e Pasubio, Col Santino, Z o n a a Silenum, S u b z o n a a Trenerites. Fig. 3a,b - Trenerites evolutus ( G e m m e l l a r o ) , olotipo, (x 0,69). R o c c a Chi Parra di C a l a t a f i m i (Trapani). M u s e o di Geologia e Paleontologia, Università di P a l e r m o . U n p u n t o bianco indica l'inizio della c a m e r a d'abitazione.

T A V O L A 23 Lessiniceras martirei nov. sp., olotipo, n. inv. L U I 2 7 , (x 0,9). Luserna, Forte di C i m a C a m p o , base Z o n a a Strombecki. U n p u n t o b i a n c o indica l'inizio della c a m e r a d'abitazione.

T A V O L A 24 Fig. 1 - Idoceras balderum largiombelicatum nov. subsp., subspeciotipo, n. inv. M E 6 1 7 , (x 1). L a v a r o n e , M o n t e R u s t 2, Z o n a a Herbichi. Fig. 2a, b - Idoceras balderum largiombelicatum nov. subsp., spire interne (x 1). M. Pasubio, Col Santo, Z o n a a Herbichi. Fig. 3 - "Aspidoceras" fontannesi G e m m e l l a r o , (x 1). Luserna, Forte di C i m a C a m p o , Z o n a a Silenum. Fig. 4 - Physodoceras wolfi ( N e u m a y r ) , m o r f o t i p o montisprimi (Canavari), (x 1). Luserna, Forte di C i m a C a m p o , Z o n a a Strombecki. Fig. 5 - Benetticeras vaii nov.sp., olotipo, n.inv.P2A, spire intern e (x 1). M o n t e Pasubio, Col Santino, Z o n a a Silenum. U n p u n t o b i a n c o indica l'inizio della c a m e r a d'abitazione.

T A V O L A 25 Fig. 1 - Physodoceras altenense (D'Orbigny), m o r f o t i p o altenense (M), (x 1). M o n t e Pasubio, Col Santino, tetto Z o n a a Silenum. Fig. 2 - Physodoceras altenense (D'Orbigny), m o r f o t i p o circumspinosum (Oppel) (m), (x 1). M o n t e Pasubio, Col Santino, tetto Z o n a a Silenum. Fig. 3 - Benetticeras vaii nov.sp., esemplare a spira alta, (x 1). M o n t e Pasubio, Col Santino, Z o n a a Silenum. Fig. 4 - Benetticeras vaii nov.sp., olotipo, n.inv.P2A, (x 1). M o n t e Pasubio, Col Santino, Z o n a a Silenum. U n p u n t o b i a n c o indica l'inizio della c a m e r a d'abitazione.

T A V O L A 26 Fig. 1 - Aspidoceras sesquinodosum (Fontannes), (x 1 ). M o n t e Pasubio, Col Santino, Z o n a a Silenum. Fig. 2 - Aspidoceras acanthicum (Oppel). (x 1). M o n t e Pasubio, Col Santino, Z o n a a Herbichi, S u b z o n a a U h l a n d i . U n p u n t o b i a n c o indica l'inizio della c a m e r a d'abitazione.

T A V O L A 27 Fig. 1 - Aspidoceras uninodosum T o u l a , (x 1 ). Luserna, Forte di C i m a C a m p o , base Z o n a a Strombecki. Fig. 2 - Aspidoceras linaresi Checa, (x 1). Luserna, Forte di C i m a C a m p o , Z o n a a Herbichi, S u b z o n a a Stenonis. Fig. 3 - Pseudowaagenia acanthomphala (Zittel), (x 1 ). Asiago, M . Kaberlaba, Cava Cortese, Z o n a a Beckeri/Pressulum. U n p u n t o b i a n c o indica l'inizio della c a m e r a d'abitazione.

T A V O L A 28 Fig. la, b - Hybonoticeraspressulum ( N e u m a y r ) , (x 1). Asiago, gola del G h e l p a c h , cava Voltascura, Z o n a a Beckeri/Pressulum. Fig. 2 - Hybonoticeras beckeri ( N e u m a y r ) , (x 1). Asiago, M . K a berlaba, cava Cortese, Z o n a a Beckeri/Pressulum. fig. 3 - Orthaspidoceras gortanii (Venzo), (x 1 ). Asiago, gola del G h e l p a c h , cava Voltascura, Z o n a a Beckeri/Pressulum. U n p u n t o bianco indica l'inizio della c a m e r a d'abitazione.