Giorgio Pasquali - Filologia e Storia-Le Monnier (1971) [PDF]

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Zitiervorschau

GIORGIO PASQUALI

FILOLOGIA E STORIA NUOVA EDIZIONE CON UNA PREMESSA DI

ALESSANDRO RONCONI

Prima ristampa

FIRENZE FELICE

LE

MONNIER

1971

© I964 fJy Felice Le Momzier

)*

4330

-

Stabilimenti Tipografie!

-

Firenze

1109



E. Ariani • e

l

Ma lavoro di questo genere non si attaglia agli Italiani, non conviene all' tt ingegno latino ce al

poi

tt

11,

non s'addi­

genio della stirpe >>. Su questo subito due parole.

• [È quella di J. Ch. Vi'olf, l'ed. del Forstcr, a Lip�ia].

Amsterd am,

I ]38. Nel 1923 è uscita

L'INGEGNO, IL GENIO DELLA STIRPE E LA CRITICA DIPLOMATICA

Che a far congetture buone occorra ingegno, con­ cede a mezza bocca, pur dandosi l'aria di negarlo ,

chi tra le qualità fondamentali necessarie al filologo

annovera '' un certo sentimento della fraseologia, che nei luoghi errati o lacunosi o il complemento »

1•

suggerisca la correzione

Troppo poco, ché prima di re­

stituire le parole bisogna compiere il pensiero man­

can t e , e a ciò è necessario ben altro che la fraseologia :

acume dialettico ci vuole e fantasia p oe ti ca e sentirsi

a pro prio agio nel mondo spirituale del classico che

si emen d a, am menoché non si credano gli antichi de­

componibili in tante frasi messe in fila , proprio l'opi­ nione che dai

custodi

del l a castità della li n gua si

attribuisce gratuitamente e caritatevolmente ai filo­ logi. Restituito una volta il p ensiero , verranno le pa­ role, se verranno. S'intende che chi riduce il talento cmendatorio a sentimento

della fraseologia,

non lo

giudichi straordinario per alcun motivo e si prenda

giuoco della denominazione tedesca di critica divina­ toria. Poco importa : noi ci contentiamo di constatare

come q uesta qualità, anche secondo il suo d etrat tore ,

appartenga a un ordine più alto delle altre richieste al 1

Miu.

e

Scimm., 77·

- 2I -

filologo, come

>, ma che si leggono tutti di un fiato, perché, quanto densi di fatti, altrettanto ricchi di idee : per es. l'Aristoteles und A then del Wilamowitz, la Kunstprosa e l'A gnostos Theos del Norden, le Plauti­ nische Forschungen e la prima parte della Geschichte der romischen Literatur (purtroppo non seguirà una second a) del Leo. Questi io non oserei chiamare libri lunghi. Il Rornagnoli trova soporifera la storia del Beloch e divertenti i libri vuoti del Ferrero ; io darci proprio il giudizio opposto . Io consento senz'altro con lui nel giudicare