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ABSTRACT La Foresta edibile è 'una policoltura di piante perenni con finalità multiple'. Cercando di seguire la struttur

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ABSTRACT La Foresta edibile è 'una policoltura di piante perenni con finalità multiple'. Cercando di seguire la struttura ed il funzionamento ecologico di foreste stabili, noi cerchiamo di riprodurre stabili, resilienti e diversi sistemi che richiedano pochi input esterni ma che siano molto produttivi in relazione alla quantità d'impegno richiesto. Il tentativo non è quello di riprodurre le esistenti foreste naturali, piuttosto quello di sviluppare sistemi forestali simili, in grado di fornire un ampio spettro di prodotti alle persone, offrendo allo stesso tempo numerosi benefici ecologici quali la riduzione della CO2, la presenza di habitat per gli animali selvatici, la creazione di diverse nicchie ecologiche, la rigenerazione dei suoli e l'accumulo di acqua. La foresta giardino dipende sull'attenta imitazione di sistemi forestali naturali. Uno dei principali aspetti di cui parla Robert Hart è che l'architettura della foresta edibile è tipicamente multi-strato e con una varietà di piante che occupano nicchie ad altezze differenti: alberi alti, alberi più bassi, arbusti, strato erbaceo perenne, piante coprisuolo, rampicanti e piante a tubero o bulbo (rizosfera).

FORESTA GIARDINO Un FG è un sistema agronomico disegnato basato su alberi, arbusti ed erbacee perenni. Queste sono mischiate insieme in modo da imitare la struttura di una foresta naturale – che è il più stabile e sostenibile ecosistema dei nostri climi. La FG ha avuto origine nella fascia tropicale terrestre già a partire da 13000/19000 anni fa, presso villaggi di pescatori del sud est asiatico, dove gli scarti del cibo, gettati nelle vicinanze del villaggio stesso, davano origine alla crescita di FG spontanee, ricche delle principali piante utili al fabbisogno degli abitanti. Uno dei principali esponenti a livello mondiale delle teorie e degli studi sulla FG è Martin Crawford. Egli è il direttore della 'Agroforestry Research Trust' di Dartington (UK), società nata nel 1992 che si occupa di condurre ricerche sui sistemi agroforestali delle regioni temperate. Negli ultimi 25 anni si è dedicato alla creazione di una FG del clima temperato, che include quasi 600 specie, con più varietà per ognuna.

PROGETTARE UNA FORESTA GIARDINO

Importanza del progetto iniziale, disegnare riduce i costi, il tempo di gestione ed i prodotti (energia) da inserire nel sistema Condizione desiderate sono: 

Abbondante e varia produzione



Riduzione dei costi e auto mantenimento



Ecosistema sano

Le dinamiche ecologiche da considerare per raggiungere le condizioni desiderate rappresentano semplicemente le risposte ai problemi che i giardinieri affrontano quotidianamente, in questo caso a livello di strategie di disegno piuttosto che di manutenzione in campo. In questo caso i problemi affrontati in un contesto come quello della FG sono caratterizzati da:



MENO UOMO-CENTRICO



PIU' ECOLOGICO

Diagramma che mostra l'essenza della foresta giardino e racchiude quelle che sono le principali strategie che noi impieghiamo per progettare e gestire il sistema.

6

FORESTA GIARDINO POLICOLTURA DI PIANTE PERENNI MULTIFUNZIONALI IMITA GLI ECOSISTEMI FORESTALI STABILI

L'ARCHITETTURA DELLA FORESTA E' TIPICAMENTE MULTI-STRATO

LE CONSOCIAZIONI TRA PIANTE SONO FONDAMENTALI:  PIANTE AZOTOFISSATRICI  PIANTE ACCUMULATRICI  PIANTE CON FIORITURE PER ATTRARRE INSETTI UTILI

ELEMENTI DEL DISEGNO CONDIZIONI DELL'AREA D'IMPIANTO Clima, andamento della superficie, acqua, accessi e circolazione, vegetazione esistente, microclima, strutture antropiche, fertilità del suolo e zone utilizzate. COMPONENTI DELL'ECOSISTEMA VOLUTI Introdurre diversità di composizione negli organismi, specie e varietà. Ricordare che i maggiori benefici risultano dal rapporto tra organismi appartenenti a regni diversi. Diversificare anche i componenti materiali quali nutrienti, elementi dell'habitat ed infrastrutture presenti. La diversità deve essere FUNZIONALE: analisi di nicchie, consociazioni MODELLO ECOSISTEMICO Nei sistemi naturali, il modello ecosistemico risulta dalla morfologia del sito, disturbi esterni, successione temporale delle piante, adattamento ai parassiti, competitività. Nei sistemi artificiali il modello deriva dalle lavorazioni del sito, dalle specie inserite o presenti, dalla densità d'impianto, dalla successione più o meno guidata, dagli interventi di manutenzione. ATTIVITA' DI GESTIONE Non è quasi mai considerata come elemento importante di progettazione, erroneamente, perchè riduce i costi successivi e consente una miglior distribuzione dei carichi di lavoro

DINAMICHE ECOSISTEMICHE

PIANTE SANE

Quale strategia progettuale possiamo usare per facilitare l'impiego di piante sane?



Pianta giusta per il posto giusto



Avere un buon suolo, profondo, fertile, privo di compattamento



Cercare armonia tra le piante (densità, forme ed esigenze complementari, consociabilità, gestione simile…)



Preparare bene il sito d'impianto (anche 1-2 anni di preparazione, irrigazione,..)



Usare piante sane, resistenti ai parassiti di zona e curare le fasi d'impianto



Fare molta attenzione alla densità d'impianto (minor competizione, maggior circolazione d'aria)



Progettare e gestire la FG per ridurre al minimo i problemi di parassiti e malattie garantendo sempre ottime condizioni di suolo, acqua, luce, insetti utili ed impollinatori,….

AUTO RIGENERAZIONE DI FERTILITA' 

Fare attento controllo del suolo e delle nicchie presenti sul sito (nutrienti, falda, tessitura del suolo, …)



Esplorazione radicale profonda nel terreno; conservazione e riciclo di elementi lisciviati



Consentire diffusione di microrganismi (funghi) per migliorare la distribuzione di nutrienti nel suolo (ridurre il compattamento, aggiungere sostanza organica, ridurre le lavorazioni o altri disturbi)



Usare nutritivi in forma di materia organica in superficie (non interrati)



Pacciamare (lettiera), compostare i primi anni (materia organica), ammendare (sabbia, organici)



Utilizzare vegetazione lussureggiante (per prodursi pacciame e accumulare energia e nutritivi)



Usare piante azotofissatrici ed accumulatrici dinamiche

UTILIZZO SOSTENIBILE DI ACQUA 

Ottimizzare l'uso delle pioggie, regolando il ruscellamento e lo stoccaggio in sito



Ridurre la compattazione del suolo, lavorare sulle caratteristiche fisiche del terreno al fine di garantire la massima profondità radicale ed il massimo accumulo di acqua nel suolo



Massimizzare la capacità delle piante di trovare il soddisfacimento dei propri bisogni idrici (creare aiuole rialzate, trincee radiali, rippaggio, drenaggio o altro ancora)



Aumentare l'infiltrazione per consentire accumulo diretto di acqua nel suolo che è anche il metodo più economico e facile (importante nei terreni in pendenza)



Sfruttare acqua che cade dall'alto, senza stazioni di pompaggio



Scegliere le specie adatte alla zona d'impianto, in base alle precipitazioni di pioggia prevista

RIDURRE L'AZIONE DEGLI ERBIVORI



Conoscenza degli insetti nocivi (a livello locale e regionale) e creare habitat sfavorevole (barriere, microclimi sfavorevoli, piante repellenti)



Usare biodiversità (organismi, specie e varietà di piante) – diversità di funzioni, tolleranza e risposte agli attacchi parassitari.



Distribuire le piante a gruppi per favorire insetti predatori ed altri ancora (ragni)



Usare sistemi policolturali dove sia più difficile per il parassita trovare il cibo preferito



Usare specie e varietà resistenti a specifici parassiti locali



Garantire un suolo sano e ricco di elementi nutritivi – vantaggio per predatori sottoterra e uccelli



Garantire sanità delle superfici fogliari (compost tea va molto bene) – minor malattie



Attrarre insetti utili o altri animali che svolgono ruolo di controllo parassiti (insetti, ragni, rane, uccelli)



Inserire attentamente le piante in grado di richiamare predatori e parassitoidi di insetti (asteracee, ombrellifere, ..)



Usare piante aromatiche che confondono i fitofagi (aglio, artemisia, monarda, rosmarino)



Praticare una sanitizzazione della FG quando necessario (rimuovere foglio o frutti infestati o distribuirvi calce sopra..).



Controllo con prodotti organici specifici e non a largo sprettro (solo se necessario)

RIDURRE AL MINIMO LA COMPETIZIONE La competizione avviene quando due o più organismi richiedono la stessa fonte di cibo o energia allo stesso tempo e la disponibilità di questa risorsa è limitata. 

Conoscere bene le caratteristiche del sito e delle piante esistenti. Limiti di luce, acqua o nutrienti?



Gestire il limite di una o più risorse è molto utile nel controllare la competizione tra specie utili o tra specie utile ed infestante (la luce è il fattore limitante più importante)



Preparare il sito è importante con la riduzione o eliminazione delle piante infestanti (lavorazione ed un anno di coprisuolo, pacciamatura



Installare barriere contro piante rizomatose o stolonifere



Regolare la distanza tra piante così che le chiome coprano bene gli spazi. Densità anche in funzione delle risorse disponibili (acqua e nutrienti)



Usare sistemi policolturali dove si mischiano specie con nicchie ecologiche divergenti, anche usando piante azotofissatrici e accumulatori dinamici



Utilizzare piante coprisuolo sfruttando il principio di esclusione per competizione, garantiscono inoltre controllo erosione, ricostruzione del suolo e del paesaggio



Conoscere le infestanti e convertirle in piante utili se possiedono funzioni utili come ad esempio attira insetti o edibile…



Riempire subito gli spazi lasciati liberi dalle infestanti



Usare il principio di riduzione in un gruppo policolturale: si mantiene la diversità e si previene l'esclusione di alcune piante rispetto ad altre



Controllare anche le piante infestanti al di fuori della nostra area



Progettare una successione autosufficiente con riduzione degli interventi che aprono alle infestanti

CONDURRE LA SUCCESSIONE 

Si tratta di guidare intenzionalmente i cambiamenti nella composizione di una comunità nel tempo. Esistono tre metodi per guidare il cambiamento intenzionale: 1,agire sul sito e sulla disponibilità di nicchie, 2.favorire l'insediamento di alcune specie a discapito di altre (sopravvivenza dei propaguli e loro dispersione), 3.migliorare le condizioni e performance di alcune specie (colonizzazione, vigore, persistenza e riproduzione)



Selezione bene il sito per il proprio impianto e fare una buona progettazione



Selezione le specie per il sito in modo oculato sulla base di: risorse disponibili, stress ambientali, rusticità, adattamento e strategia (resistenza alle fitopatie, competizione, consociazioni, inibizione di altre piante, utilizzazioni umane e funzioni per l'ecosistema (fertilità, nettarifera, coprisuolo,…)



Progettare al meglio la comunità di piante (architettura, consociazioni e policoltura)



Prevedere interventi ben progettati sia nella preparazione del sito che nella gestione e manutenzione delle attvità



Impianti attivi: sempre pronti per propagare e diffondere specie desiderate sull'area quando si presenta l'occasione a causa di eventi avversi che aprono spazi (limita insediamento di piante non desiderate). Aver sempre a disposizione semi o parti di piante utili



Gestire le risorse (nutritivi, acqua e luce). Esempio: usare un concime solubile piuttosto che compost determina l'insediamento di piante a strategia competitiva rispetto a quelle tolleranti stress…)



Gestire la rete micorrizica del suolo. Prato/batteri – bosco/funghi. Prato/nitrato-bosco/ammoniaca. Usare inoculazione con micorrize, pacciamatura, compost,...

POLICOLTURA A MAGGIOR PRODUTTIVITA' Una sovraproduzione da policoltura ha corso quando due o più colture che crescono insieme producono di più di ogni singola coltura che cresca da sola, per unità di superficie. Può anche risultare quando il raccolto di ogni pianta per unità di superficie è più basso che il raccolto della stessa in condizioni di monocoltura, ma la somma di tutti i prodotti di tutte le specie è superiore sempre per unità di superficie. Più piante rendono disponibili risorse altrimenti scarse, conferiscono maggior resilienza e stabilità al sistema e quindi meno malattie. 

Maggior accesso alle risorse. Piante sciafile, apparati radicali diversi, piante igrofile o meno



Comunità resilienti e stabili agli stress risultano da interconnessioni funzionali tra i membri della comunità, così come da diversità e replica di funzioni all'interno della comunità stessa.

CONDIZIONI DESIDERATE RACCOLTO ABBONDANTE E VARIO Vogliamo produrre cibo in varietà, a maturazione scalare, con diversi valori nutrizionali e caratteristiche (noci, frutti, more, radici, funghi,…) oltre ad habitat richiesti. Altri obiettivi possono esistere: piante medicinali, da fibra, cibo per animali, per le fioriture,… Più difficile è produrre in quantità. Trucchi: 

Scegliere un sito con habitat diversi



Creare un ambienta living esterno, dove vivere la nostra foresta



Scegliere colture con raccolto stagionale scalare, che occupa spazi diversi e sia di tipo diverso anche



Adattare il raccolto alle nicchie ecologiche disponibili (frutta al sole…)



Creare un raccolto diffuso e ridondante in funzioni (non più d'una pianta di mele, ma una pluralità di varietà di frutta che siamo in grado di stoccare diversamente (da mangiare fresca, in torte, succhi di frutta….)



Creare un sistema in una fase di successione intermedia (no foresta a maturità)



Piantare più piante e raccolto di quanto sia il bisogno



Creare 'tasche monocolturali interne' comunque sempre inferiori ad un terzo



Pianificare bene il processo d'impollinazione, soprattutto per le piante auto sterili (anche le piante nettarifere generalisti hanno fiori adatti ad attrarre gli insetti pronubi)



Coltiva i funghi in tutti gli spazi e luoghi idonei

AUTO-MANUTENZIONE E COSTI RIDOTTI AL MINIMO La manutenzione è il lavoro necessario per mantenere un sistema efficiente. L'automantenimento avviene quando il sistema provvede da solo a compiere questo lavoro, senza la necessità di lavoro umano o energia meccanica (rigenerazione della fertilità,…). Inoltre la manutenzione costa parecchio. Ma ricorda, dobbiamo scendere a compromessi: meno soldi può significare più tempo da dedicare, massimizzare la produzione o massimizzare auto manutenzione (e minimi costi). Come fare per ridurre al minimo tali compromessi: 

Fare errori sulla carta (questo permette di provare molte idee a costo zero)



Adattarsi o modificare le condizioni del sito d'impianto



Progettare al meglio per ridurre i costi, con particore riferimento a: zone d'uso (elementi che richiedono attenzione frequente in posizione vicina e frequentata, elementi da curare meno possono essere posti più lontano, sia fisicamente che a vista), deposito compost strategico per la movimentazione sull'area, giusto dimensionamento dei sentieri e creare nodi nei punti chiave, proporre aiuole a forma di 'buco della serratura', impiantare secondo schemi a gruppi le piante da frutto



Irrigazione è costo elevato, quindi ha senso progettare per ridurne i bisogni. Esistono molte soluzioni



Propagare le proprie piante (vegetativa per piante da frutta, da seme per le erbacee perenni)



Scegliere varietà antiche o meno selezionate



Scegliere specie in grado di auto riprodursi (minor costo e carichi di lavoro minori)



Accontentarsi di un raccolto un po' meno perfetto



Raggruppare le piante in base alle caratteristiche gestionali e di lavori che richiedono



Riuso dei materiali per la progettazione di oggetti in giardino



Diffidare delle specie opportuniste (piante molto espansive o dispersive)

OTTIMA SALUTE DELL'ECOSISTEMA Obiettivo è quello di creare un ecosistema salutare (capacità del territorio di auto rinnovarsi). Benefici al terreno, struttura del suolo, maggior biodiversità e resilienza, minor erosione e maggior infiltrazione di acqua nel suolo….. benefici anche per il paesaggio con più habitat selvatici, miglior distribuzione dei nutritivi nel sottosuolo, qualità dell'aria migliore. A livello planetario: meno petrolio, pesticidi, erbicidi, minor inquinamento dell'aria e emissioni clima alteranti, minor consumo di suolo e habitat. 

Usare il meno possibile fitofarmaci



Essere cauti nell'utilizzo di piante esotiche (spesso invasive)



Costruire un Arca: promuovere habitat a difesa di specie e varietà minacciate



Evitare interventi in ambienti integri ed in buona salute (meglio scegliere ambienti compromessi a cui la nostra azione possa portare un effettivo miglioramento)

CONCLUSIONI

QUESTO TIPO DI APPROCCIO INDIRITTO PER RISOLVERE I PROBLEMI E' CONTRO IL MODELLO CULTURALE OCCIDENTARE DEL 'COMANDA E CONTROLLA'. DOBBIAMO IMPARARE COME CONSENTIRE AL SISTEMA DI GESTIRSI DA SOLO. DOBBIAMO ABBANDONARE L'IDEA DELLA MONOCOLTURA E DEL SUO UNICO RACCOLTO COME RISULTATO E CONSIDERARE LE CARATTERISTICHE DELL'ECOSISTEMA COME ESITO ALTRETTANTO IMPORTANTE. MOLTE STRATEGIE SI RIPETONO SECONDO IL PRINCIPIO DELLE FUNZIONI MULTIPLE. QUANTO UNA STRATEGIA E' APPLICATA , ATTIVA LA REAZIONE DELLE ALTRE DINAMICHE ECOSISTEMICHE.

CONCLUSIONI APPROCCIO INDIRITTO PER RISOLVERE I PROBLEMI, CONTRO IL MODELLO CULTURALE OCCIDENTARE DEL 'COMANDA E CONTROLLA'. DOBBIAMO IMPARARE COME CONSENTIRE AL SISTEMA DI GESTIRSI DA SOLO. DOBBIAMO CAMBIARE L'IDEA COMUNE DELLA MONOCOLTURA E DEL SUO UNICO RACCOLTO COME RISULTATO E CONSIDERARE LE CARATTERISTICHE DELL'ECOSISTEMA COME ESITO ALTRETTANTO IMPORTANTE. MOLTE STRATEGIE SI RIPETONO SECONDO IL PRINCIPIO DELLE FUNZIONI MULTIPLE. QUANDO UNA STRATEGIA E' APPLICATA, ATTIVA LA REAZIONE DELLE ALTRE DINAMICHE ECOSISTEMICHE.