Enciclopedia tematica di Religione [PDF]

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Zitiervorschau

1'ENCICLOPEDIA TEMATICA

l'ENCICLOPEDIA TEMATICA l'espresso Grandi Opere

Volume 15 Religione l contenuti di quest'opera sono tratti dalla base dati della Nuova Enciclopedia Universale Rizzo/i Larousse © 2005 Rizzoli Larousse SpA, Milano © 2003 RCS Libri SpA, Milano © 1982

Larousse, Parigi

Hanno collaborato a questa edizione: Direzione Rizzoli Larousse: Spiro Coutsoucos Progetto editoriale, coordinamento redazioni: Marco Marine/li Progetto sistemi, coordinamento informatico: Luca De Gregorio Assistenti al coordinamento: Laura Calò, Alessandro Sichera Classificazione e revisione voci generali: Etimo Snc, Torino Sviluppo software e procedure di editing: Roberto Piazzo/la Sviluppo software e procedure d'impaginazione: Gaetano Liberti Progetto grafico di copertina: Studio grafico creativo Bolla Sas Redazione: Scintilia srl, Milano Ricerca iconografica: Marina Gugliemi, Cinzia Rando Revisioni e correzioni: Pablo Calzeroni, Eduardo Rosenfeld, Barbara Rosenthal Referenze fotografiche a fine volume. © 2005 Gruppo

Editoriale L: Espresso S.p.A. per questa edizione. Tutti i diritti riservati. Ogni violazione sarà perseguita a termini di legge. Gruppo Editoriale L: Espresso S.p.A. Via Cristoforo Colombo, 149-00147 Roma www.espressonline.it Edizione non vendibile in edicola separatamente da una testata del Gruppo Editoriale L:Espresso Stampa: Rotolito Lombarda, Milano- Ottobre 2005



1'ENCICLOPEDIA TEMATI CA Religione

l!esp....., Gnndl

Opere

Piano dell'opera Volumi 1, 2, 3

-

ARTE

Architettura; Pittura; Scultura; Arti m inori; Movimenti, correnti e stili; Storici e critici dell'arte; Archeologia; Iconografia; Musei; Urbanistica; Terminologia. Vol. 4 - MEDICINA

Storia della medicina, scuole e teorie; Medicina Generale; Anatomia e fisiologia; Istologia; Igiene; Enti e servizi sanitari; Terminologia. Volumi 5, 6, 7

-

STORIA

Preistoria; Storia antica; Storia d'Italia; Storia d'Europa; Storia mondiale; Località di importanza storica; Famiglie e dinastie. Volumi 8, 9, 10- GEOGRAFIA

Caratteri fisici e regioni, Stati e regioni, Città e comuni, Fiumi, Laghi, Rilievi montuosi, Mari, Isole e penisole di: Italia, Europa, Africa, America, Asia, Oceania, Artide e Antartide. Volumi 11, 12, 13- LETTERATURA

Storia, Generi, Opere e personaggi di: Letterature classiche; Letteratura italiana, francese, inglese, americana, spagnola e portoghese; Letterature germaniche e nordiche; Letterature slave; Altre letterature europee; Movimenti, correnti e stili; Editoria e critica; Bibliologia e biblioteche. Vol. 14- FILOSOFIA

Storia della filosofia; Filosofie orientali; Movimenti e correnti; Terminologia; Antropologia; Etnologia; Sociologia; Pedagogia; Psicologia e psicoanalisi. Vol. 15- RELIGIONE

Testi sacri; Ebraismo; Cristianesimo; Islamismo; Altre religioni; Esoterismo, astrologia e parapsicologia. Volumi 16, 17, 18- SCIENZE

Scienze della terra; Zoologia; Biologia; Botanica; Chimica; Fisica; Matematica. Vol. 19 -TECNOLOGIA

Astronautica; Chimica; Costruzioni; Edilizia; Elettronica e informatica; Editoria, grafica e tipografia; Idraulica; Industria alimentare ed energetica; Industria ed estrazione mineraria; Industria tessile e abbigliamento; Meccanica e macchine; Metallurgia e fonderia; Telecomunicazioni; Trasporti; Strumenti di misura e ottici; Industriali, editori e inventori. Vol. 20

-

CINEMA

Autori e registi; Interpreti; Opere e personaggi; Critici e teorici; Generi; Terminologia. Vol. 21 - MUSICA

Danza e coreografia; Musica classica, strumentale e vocale; Lirica; Musica leggera; Musica rock; Musica folk e popolare; Blues e jazz; Correnti, scuole e stili; Critici e teorici; Strumenti musicali e costruttori; Terminologia. Vol. 22- ECONOMIA

Storia dell'economia; Finanza (Borse e mercati, Banche, assicurazioni e sistemi monetari, Fisco e materia tributaria); Industria e commercio; Terminologia.

Guida alla consultazione

o e vengono presentati in ordiTutti i lemmi dell'Enciclopedia Tematica sono in nerett ca definizione iniziale talvolta ne alfabetico. Subito dopo il lemma si trova una sinteti meglio l'ambito d'uso. accompagnata da locuzioni terminologiche che ne definiscono

acrilico- Colori acrilici, colori all'acqua che contengono come legante una resina acrilica, di solito metacrilato di metile. • l colori acrilici hanno in larga misura sosti­ tuito i colori a olio nella pittura contempora­ nea; rispetto a essi presentano numerosi vanIl quadratino nero introduce invece la parte più specificamente enciclopedica e può essere accompagnato da un ulteriore specificatore d'uso (ad esempio Architettura nella tematica di Arte) che descrive in modo approfondito i significati enciclopedici associati alla parola.

acùstica Archit. Acustica architettonica, insieme delle tecniche impiegate dagli architetti e dagli ingegneri per regolare la propagazione del suono nelle costruzioni. • ARCHITETTURA. L:acustica architettonica ha per oggetto la ricerca della migliore audizione mediante lo studio delle forme e la scelta dei -

-

Per i lemmi che lo richiedono esiste inoltre una ulteriore scansione interna degli argo­ menti sia dal punto di vista contenutistico che temporale in modo da facilitare un rapido reperimento delle informazioni all'interno della voce. Albania (Repubblica d'), in albanese

peria

o

Shqipnija,

Shqi­

Stato della penisola bai-

canica.

altare Altari babilonesi. Il più antico altare sumerico rimasto s'innalza davanti all'ingresso del tem­

• ARCHEOLOGIA E ARTE.

Preistoria. La conoscenza archeologica del­ l' Albania è una conquista relativamente re­ cente. Resti del periodo musteriano ( paleo­ litico medio) sono stati ritrovati presso Xara, nelle caverne di Shenmeri e nelle vicinanze di Saranda. Oggetti dell'età neolitica e delle epo­ che successive sono stati messi in luce negli

pio di EI-Obeid ed è formato da alcuni gradini di mattoni posti sopra una base quadrata, che nel centro della parte superiore porta l'ideo­ gramma della divinità. Il Museo del Louvre possiede un altare sumerico in pietra trovato da Botta nel palazzo di Sargon in Assiria.

Altari israeliti. Altari in pietra per sacrifici

scavi della cittadella illirica di Gajtan (distret­

cruenti sono stati trovati nelle città cananee.

to di Scutari), in varie località nella valle del

Gli israeliti si servivano inizialmente di alta­

fiume Devoll, nelle necropoli a tumulo della

ri di pietra grezza, di cui è stato ritrovato un

piana di Pazhok (distretto di Elbasan) e nelle

esempio sul monte Ebal. La descrizione di

valli dei fiumi Dropull e Mat: utensili in pie­

quelli eretti nel Tempio non permette di de­

tra levigata, ceramiche incise a decorazione

durne una ricostruzione certa.

lineare, collane e orecchini d'oro, oggetti di bronzo e di ferro.

Periodo antico. Ben documentata è la civiltà greca, con le importanti rovine della città di

�l ter�i�e ?eH� voce sono indicati i "vedi anche" alle altre enciclopedie tematiche (rinvii mterdisciphnan) che offrono la possibilità di scoprire le sfumature lessicali di una parola.

Veo1 ANCHE IN:

Medicina, Geografia, Scienza, Tecnologia

Abbreviazioni a ab. abbrev. a.C. ace r. agg. allus. alt. ant. ar. are. art. artt. assol. att. aus. avv. ca. cal cap. capol. cc

c.d'a. cfr.

class. cm coli. com. comp. complem. condiz. cong. coniug. contr. corr. cv

d.C. denom. der. determ. dial. dif. dim. dimostr. dipart. disus. ebr. ecc. ecci. ed. es. esci. estens. etim. eufem. f. fam. fig. ft fut. g. g gerrn. gr.

gramm. h ha ibid. id. imper. imperf. impers. ind. indecl. indef.

ara abitanti abbreviazione avanti Cristo accrescitivo aggettivo allusione altezza, altitudine antico arabo arcaico articolo articoli assoluto attivo ausiliare (verbo) avverbio circa caloria capitolo, capitale capoluogo Codice Civile corpo d'armata confronta classico centimetro collettivo (nome) comune composto complemento condizionale congiunzione coniugazione contrario corretto cavallo vapore dopo Cristo denominale, denominazione derivazione, derivato determinativo dialetto, dialettale difettivo diminutivo dimostrativo dipartimento disusato ebraico eccetera ecclesiastico edizione esempio esclamazione. esclamativo estensione etimologia eufemisticamente femminile familiare; famiglia (Zoo!. e Bot.) figura, figurato francese futuro giorno grammo germanico greco grammatica ore ettaro ibidem idem imperativo imperfetto impersonale indicativo indeclinabile indefinito

indeterm. inf. ingl. inter. intr. invar. iron. irreg. it. kg km kW kWh l. l lat. lett. loc. long. m. m m2 mediev. min mod. n. neg. neol. od. ogg. onomat. pag. part. partic. pass pegg. pers. pl. poet. popol. port. poss. pr. pref. prep. pres. pret. priv. pron. pronom. propr. prov. q quali f. rar. recipr. reg. region. rem. rifl. rom. s. s scherz. scient. sec. secc. seg. segg. simb. sin. sing. sp. spreg. SS.

suff. sup.

indeterminato infinito inglese interiezione intransitivo invariabile ironicamente irregolare italiano chilogrammo chilometro chilowatt chilowattora libro litro latino, latitudine letterario locuzione longitudine maschile metro metro quadrato medievale minuto moderno nome, numero. nato negativo, negativa neologismo odierno oggetto onomatopeico pagina participio; particolare particolarmente, particolare passato peggiorativo persona, personale plurale poetico popolare, popolaresco portoghese possessivo proprio prefisso preposizione presente preterito privativo pronome pronominale propriamente proverbio e provincia quintale qualificativo raramente reciprocamente regolare regionale remoto riflessivo romano sostantivo secondo scherzoso scientifico secolo secoli seguente seguenti simbolo sinonimo singolare spagnolo spregiativo santissimo suffisso superficie

superi. t. t tav. ted. term. tosc. tr. ungh. V.

vezz. vol. voig. voli.

w

Rubriche Abbigl. Aer. Agr. Aieh. Alim. Allev. Anat. Ant. Antrop. Archeol. Archit. Arred. Arte Artig. Arti min. Assi c. Astrol. Astron. Astronau. Banca Bibbia Bibl. Bioch. Biol. Bot. Caccia Chim. Ciber. Cin. Citol. Comm. Contab. Costr. Cron. Econ. Econ.az. Econ.dom. Econ.pol. Edil. Edit. Elettr. Elettronica Embr. Encicl. Enol. Epigr. Estr.min. Etn. Etol. Farm. Ferr. Filat. Filol. Filos. Fis. Fisco Fisiol. Folel. Fon.

superlativo tempo (gramm.) tonnellata tavola tedesco termine toscano transitivo ungherese verbo vezzeggiativo volume volgare volumi watt Abbigliamento Aeronautica Agraria Alchimia Industrie alimentari Allevamenti Anatomia Antichità Antropologia Archeologia Architettura Arredamento Arte Artigianato Arti minori Assicurazioni Astrologia Astronomia Astronautica Banca Bibbia Biblioteche, bibliologia Biochimica Biologia Botanica Caccia Chimica Cibernetica Cinema Citologia Commercio Contabilità Costruzioni Cronologia Economia Economia aziendale Economia domestica Economia politica Edilizia Editoria Elettrotecnica Elettronica Embriologia Enciclopedia Enologia Epigrafia Estrazioni minerarie Etnologia Etologia Farmacologia Ferrovie Filatelia Filologia Filosofia Fisica Fisco Fisiologia Folclore Fonetica

Fotogr. Gen. Geneal. Geod. Geofis. Geogr. Geogr. an tr. Geogr.fis. Geol. Giochi Giorn. leo n. lg. l mp. lnd.agr. lnd. cart. lnd.chim. lnd.Cuoio Ind. estratt. lnd.graf. lnd.mecc. lnd. tess. lnform. l ns. lstol. Lett. Ling. Lit. Macch. Ma r. Mat. Mater. Mecc. Med. Metall. Meteor. Metr. Metrol. Microbiol. Mil. Miner. Mitol. Mus. Numism. Occult. Ord.scol. Oref. Paleobot. Paleogr. Paleont. Paleozool. Paletn. Papir. Parapsicol. Pedag. Pesca Preist. Psicoan. Psicol Rag. Retig. Rep. Sigill. Sociol. Sport St. Stat. Teatro Tecn. Telecom. Teol. Trasp. Urban. Veter. Zool. Zoot.

Fotografia Genetica Genealogia Geodesia Geofisica Geografia Geografia antropica Geografia fisica Geologia Giochi Giornalismo Iconografia Igiene Impianti Industria agricola Industria cartaria Industria chimica Industria del cuoio Industrie estrattive (petrolio) Industrie grafiche Industrie meccaniche Industrie tessili Informatica Insegnamento lstologia Letteratura Linguistica Liturgia Macchine Marina Matematica Materiali Meccanica Medicina Metallurgia Meteorologia Metrica Metrologia Microbiologia Scienze militari Mineralogia Mitologia Musica Numismatica Occultismo Ordinamento scolastico Oreficeria Paleobotanica Paleografia Paleontologia Paleozoologia Paletnologia Papirologia Parapsicologia Pedagogia Pesca Preistoria Psicoanalisi Psicologia Ragioneria Religione Repubblica Sigillografia Sociologia Sport Storia Statistica Teatro Tecnologia Telecomunicazioni e radiotelevisione Teologia Trasporti Urbanistica Veterinaria Zoologia Zootecnia

In ordine gerarchico, segue i vescovi. A partire dal a divinis (loc. lat. che significa dagli atti divini del VII sec. le abbazie cercarono di sottrarsi all'auto­ culto), sospensione a divinis, una delle forme di so­ rità del vescovo per dipendere direttamente dalla spensione canonica. Un sacerdote sospeso a divi­ Santa Sede. Questo processo si estese dopo la ri­ nis non può esercitare nessuna delle funzioni che forma cluniacense. Incorporati nel sistema feuda­ la sua ordinazione o un privilegio gli dava diritto le, gli abati ebbero talvolta un'importante funzione di compiere. politica. I benedettini inglesi o americani hanno a sacris ordinibus (espressione lat., [escluso] un abate presidente; quelli della congregazione dai sacn· ordini), locuzione che indica una delle di Solesmes un superiore generale; i trappisti un forme di sospensione canonica; chi ne è colpito abate generale. l Carolingi assegnarono abbazie non può esercitare i poteri conferiti dall'ordine a laici che si riservavano parte delle rendite e si sacro ricevuto. facevano sostituire per le funzioni regolari da prio­ A. t. (o, più propriamente, A.T.), abbrev. di Antico ri: numerosi furono gli abati laici nel lX e X sec. Testamento. Distinguendo tra i diversi abati, vanno soprattutto Abacùc, ottavo dei profeti minori dell'Antico Te­ ricordati quelli che avevano giurisdizione su u n stamento, che si suppone vissuto alla fine del V II territorio che non faceva parte di nessuna diocesi sec. a.C., poiché nella sua opera si preannuncia (abate nullius dioeceseos): avendo dignità uguale l'ascesa della potenza babilonese. Come Geremia a quella dei vescovi, avevano maggiore autorità cercò di spiegare perché talvolta i malvagi pos­ degli altri abati e dipendevano direttamente dalla sano prevalere e, come Isaia, pensava che Dio si Santa Sede. Si ebbero abati-vescovi quando i ter­ servisse di potenti tiranni stranieri, in questo caso ritori attorno all'abbazia vennero a costituire con i Babilonesi, per punire i peccati del popolo eletto. Fra i manoscritti di Qumràn, si è trovato un rotolo essa una diocesi. contenente il testo dei due primi capitoli di Aba­ abba, espressione familiare con cui i bambini chiamano il padre in lingua aramaica. (Non è mai cuc e il relativo commento in ebraico risalente a epoca vicina all'inizio dell'era volgare. Esso ci usata nell'Antico Testamento, ma solo nel Nuovo fornisce un testo ebraico più antico di quello ma­ Testamento da Gesù che con tale nome si rivolge­ soretico. - Profeta biblico talvolta erroneamente va a Dio Padre. Le prime comunità cristiane con­ identificato con il precedente. Fu trasportato da un servarono e tramandarono questo termine nella angelo dalla Giudea in Babilonia dove portò cibo a sua forma aramaica familiare sulle labbra di Gesù. Daniele, che si trovava nella fossa dei leoni. Nei testi in cui compare è sempre seguito dalla Abaddon, voce ebraica che significa distruzione; traduzione greca [pat�r] . L'orazione domenicale nei Salmi designa il regno dei morti e nell:4pocalis­ nella sua forma originaria aramaica pronunciata se il principe di questo regno. da Gesù doveva essere introdotta da abba.) Il Ap­ abate o abbate, capo di un monastero maschile pellativo preposto al nome di vari dottori ebrei in chiamato abbazia. segno di stima e di affetto, molto comune tra gli • Generalmente eletto dai suoi monaci e a vita Amorei di Palestina e Babilonia. Il Titolo conferi­ l'abate ha il compito di governare la propria comuto ai vescovi della Chiesa d'Oriente. nità. I suoi poteri, sempre considerevoli, variano abbadéssa o badéssa, superiora di u n mona­ secondo le regole dei singoli ordini. Salvo ecce­ stero di religiose avente titolo di abbazia. zioni, l'abate non ha carattere episcopale; è solo • L'abbadessa (il titolo risale almeno al VI sec.) benedetto e non consacrato dal vescovo della sua ha, nella sua comunità, poteri simili a quelli del­ diocesi. Sue insegne sono la croce, il pastorale e l'abate; la sua elezione avviene nello stesso modo: l'anello. Nelle cerimonie solenni porta, per privile­ l'età canonica è di quarant'anni, purché ne siano gi speciali, calzari liturgici e mitra. L'abate assiste trascorsi almeno dieci dalla professione. Per la ai concili (senza voto deliberativo, dal concilio di parte spirituale essa dipende dal vescovo diocesa­ Trento, salvo 1 capi di Ordini e altri pochi "esenti"). no. Hanno J'abbadessa le benedettine, le canonil

'

IO

abband6no

chesse, le clarisse e le domenicane. Sue insegne: la croce abbaziale, l'anello e il pastorale. abbandono - Teol. Disposizione dell'anima per cui essa si dona completamente a Dio sfor­ zandosi continuamente di u niformare la pro­ pria volontà a quella divina intuita attraverso l'ispirazione interiore e la considerazione che tutto quanto accade è almeno permesso da Dio. I.;abbandono, a differenza della rassegnazione, è virtù attiva. abbazia o abazia o badia, monastero retto da un abate o da una abbadessa. Il Beneficio di cui godeva l'abate. Il Grado di abate. Il Insieme degli edifici costituenti l'abbazia. Il Denomina­ zione rimasta a chiese che un tempo facevano parte di un'abbazia: L'abbazia di Chiaravalle. Il Abbazia regolare, quella che poteva essere retta soltanto da un religioso dell'ordine. Il Abbazia in commenda, quella alla quale poteva essere preposto un chierico secolare. Il Abbazia ter­ ritoriale, già nullius (o nullius dioeceseos), ter­ ritorio di abbazia del tutto indipendente dalla diocesi nella quale è compreso, talvolta con giu­ risdizione sui fedeli dimoranti nei dintorni. Papa Abbazìa o abazìa o badìa. Complesso di Tewkesbury, Paolo VI nel 1976, con i l motu proprio Catholica torre centrale, 1100 ca. Ecclesia, stabiliva di non erigere normalmente bazie durante l'alto medioevo le fecero divenire abbazie territoriali. Il codice di diritto canonico centro di importanti signorie, e alcune furono del 1983 definisce la prelatura territoriale e l'ab­ trasformate in vescovati. L'importanza religiosa, bazia territoriale una parte determinata del po­ economica, politica e culturale delle abbazie polo di Dio, vivente in un determinato territorio, cominciò a decrescere a partire dal XIII sec., in la cui cura è affidata a un prelato o a un abate concomitanza con lo sviluppo delle città, degli che la governa a modo di vescovo diocesano. ordini mendicanti e delle università. Fra le mag­ • I.; abbazia è una comunità di monaci o di mo­ giori abbazie italiane, quelle di Montecassino, nache canonicamente eretta e governata da un Farfa, Fossanova, Casamari, Chiaravalle Milane­ abate o da un'abbadessa. Il nome "abbazia" ven­ se, Cava de' Tirreni, San Galgano, Subiaco. ne diffuso dai benedettini. I.;abbazia benedetti­ na è per definizione un organismo autonomo. Abbondio, nome comune a più santi. Uno fu Questo principio di autonomia fu profondamen­ martirizzato a Roma, sotto Valeriano. Festa il 26 te alterato al tempo della riforma cluniacense: agosto. - Un altro, prete romano, fu decapitato Cluny infatti raggruppò sotto la sola direzione a Roma con il diacono sant'Abbondanzio, sotto del suo abate tutti i monasteri affiliati. Per essi Diocleziano. Festa il 16 settembre. - Un altro fu Cluny ottenne anche la diretta dipendenza dal­ decapitato dai musulmani a C6rdoba, nell'an­ la Santa Sede. La riforma cisterciense che seguì no 854. Festa l' 1 1 luglio. - Un confessore dello mantenne un'unione tra abbazie riformate, ma stesso nome, vescovo di Como, assistette come sotto una forma federativa meno rigida di quel­ legato del papa al concilio di Costantinopoli, nel la di Cluny. Il codice di diritto canonico attuale 450. Patrono di Como. Festa il 2 aprile. prevede il raggruppamento di più abbazie in Abbot o Abbott (George), arcivescovo di Can­ congregazione. I.; antica abbazia benedettina era terbury (Guildford, Surrey, 1562 Croydon 1633). sempre stabilita in un territorio che essa provve­ Figlio di un tessitore, lavorò alla redazione della deva a coltivare e i cui prodotti le permettevano Bibbia di Giacomo l, che lo inviò in Scozia nel 1608 di vivere quasi in economia chiusa. A partire dal per prepararvi il ristabilimento dell'episcopato. Ar­ IX sec. a ciascuna carica spettò un reddito ben civescovo di Canterbury nel 1611, le sue tendenze determinato. Tutta una comunità laica gravitava calviniste lo fecero entrare in conflitto con W. Laud attorno all'abbazia e viveva di essa: servi, libe­ e sostenere una politica risolutamente protestante ri lavoratori, mercanti, oblati, ecc. Le abbazie e ostile alla Spagna. La sua opposizione all'assolu­ servivano talvolta quale residenza sorvegliata tismo regio portò alla sua sospensione da parte di di importanti ecclesiastici, puniti o considerati Carlo l nel 1627. - Suo fratello maggiore, ROBERT pericolosi. La ricchezza e la potenza delle ab(1560-1617), cappellano di Giacomo l, professore a -

Abhidhanna

Il

Abelardo e di Eloisa, la cui autenticità è discussa, Oxford, vescovo di Salisbury, è autore di Antechn·­ si trova nel cimitero del Père-Lachaise, a Parigi. sti demonstratio contro il papismo. La filosofia di Abelardo, che fu uno degli spiriti più 'Abd Allah ai-Targiuman ("l'Interprete"), geniali e originali del medioevo, costituisce un ten­ nome arabo del francescano Anselmo TURMEDA tativo di ripensamento critico, in senso moderno, (t Tunisi XV sec.), convertitosi all'islamismo e auto­ delle concezioni tradizionali. Le sue dottrine logi­ re di un'opera anticristiana in arabo e di opuscoli che, elaborate senza che egli potesse disporre di in catalano. altri trattati logici di Aristotele all'infuori di quelli Abdon, l'ultimo dei cosiddetti sei giudici minori, che erano stati tradotti e commentati da Boezio, figlio di Hillel; secondo la Bibbia resse Israele per non solo sono molto avanzate rispetto alla fi loso­ otto anni e fu sepolto a Piraton, sua patria (XII sec. fia del suo tempo, ma esercitarono un'influenza a.C.). determinante su tutti gli sviluppi successivi della abecedari, anabattisti tedeschi del XVI sec. Predi­ logica medievale. Nella questione degli universali, cavano l'analfabetismo ritenendo l'insegnamento Abelardo si contrappone sia al realismo, sostenuto biblico direttamente ispirato negli eletti dallo Spi­ allora dal suo maestro Guglielmo di Champeaux, rito Santo. sia al nominalismo estremo di Roscellino: pole­ abecedarium o abeceturium, alfabeto greco mizzando contro il realismo, che a ffermava la e latino tracciato dal vescovo, con il pastorale, sul­ realtà antologica delle essenze universali. In teolo­ la cenere o sabbia sparsa sul pavimento in forma gia, Abelardo introdusse il metodo dialettico, non di croce greca, nella dedicazione delle chiese. (La nell'intento di razionalizzare la fede (a torto alcuni cerimonia vuole indicare la presa di possesso di hanno fatto di lui un razionalista in questo senso), quel luogo a nome di Gesù Cristo, dall:4pocalisse ma per spiegare i fondamenti della fede "con ana­ detto alfa e omega). logie tratte dall'umana ragione", rifiutando l'atteg­ Abelardo (Pietro), filosofo e teologo francese (Le giamento di chi accetta in modo inerte e passivo le Pallet, Nantes, 1079 abbazia di Saint-Marcel, a verità religiose solo per tradizione. Nel Sic et non Chalon-sur-Sa6ne, 1 142). mise a confronto i passi apparentemente contrad­ • Suo padre, signore di Le Pallet, l'aveva destina­ dittori dei padri della Chiesa, a proposito di cen­ to alla carriera militare, ma Abelardo, per amore tocinquantasette questioni, non per distruggere il degli studi, rinunciò all'eredità e si stabilì a Parigi, principio d'autorità, ma per sollecitare gli animi a dove fu allievo e ben presto rivale di Guglielmo di risolvere le singole questioni, superando le appa­ Champeaux. A ventidue anni aprì una scuola e in­ segnò con successo a Melun, a Corbeil e infine a renti contraddizioni: iniziò così un procedimento Parigi, sul colle di Sainte-Geneviève. Volendo ap­ didattico che fu poi seguito per secoli. L'etica di profondire lo studio della teologia, si recò a Laon Abelardo è di fondamentale importanza nella e seguì le lezioni di Anselmo, decano del capitolo storia delle dottrine morali: egli insiste sul valore di quella città; ma ben presto entrò in urto con il dell'interiorità, dell'intenzione, in quanto senza il nuovo maestro e ritornò a Parigi (verso il 1 1 14), consenso della volontà e la coscienza del male dove riprese con successo l'insegnamento della non vi può essere peccato: nega perciò ogni valo­ dialettica. In quest'epoca si colloca l'episodio del re morale alle inclinazioni e agli impulsi naturali, suo amore per Eloisa, nipote del canonico Fulber­ e anche alle azioni esteriori. Con intenti teologici to, e del loro matrimonio segreto. Dopo il dramma Abelardo scrisse, tra l'altro, De unitate et trinitate di­ della sua evirazione a opera di alcuni miserabili vina (11 18), Sic et non (1121), Theologia Christiana assoldati da Fulberto, si fece monaco e si ritirò nel­ (1 123) e lntroductio ad theologiam (1 125). l'abbazia di Saint-Denis, mentre Eloisa prendeva VEDI ANCHE IN: letteratura, filosofia il velo nel monastero di Argenteuil. Richiesto dai Abèle, secondo figlio di Adamo ed Eva. Era dedito suoi discepoli, riprese ben presto l'insegnamento; alla pastorizia; il fratello maggiore Caino praticava ma il suo trattato De unitate et trinitate divina fu invece l'agricoltura (Gen. 4, 1-2). Caino, geloso del­ condannato dal concilio di Soissons del 1 121, che la preferenza che Dio dimostrava per le offerte di lo accusò di aver espresso opinioni eterodosse Abele, lo uccise e per questo venne maledetto da sulla Trinità. Perseguitato da molti nemici, errò di Dio e condannato a una vita raminga (Gen. 4, 3-16). monastero in monastero finché si stabilì a Saint­ abeliani, setta gnostica africana dei secc. rv v. Gildas, in Bretagna, nella penisola di Rhuys, dopo Predicavano la verginità anche nel matrimonio aver fondato a Nogent-sur-Seine il convento del essendo contrari alla procreazione e rifacendosi Paracleto. Nel concilio di Sens (1 140) San Bernar­ all'esempio di Abele. do ottenne contro di lui una nuova condanna, ma Abhidharma, titolo in sanscrito del terzo e ultimo Pietro il Venerabile lo accolse nella sua abbazia di gruppo delle opere che formano il canone buddhi­ Cluny e tentò di riconciliarlo con la Santa Sede. stico (Trip itaka), composto di trattati di metafisica Morì nel silenzio e nella solitudine; una tomba di e di dogmatica. -

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Abi a Abia, 2° re di Giuda (914-91 1 a.C.). Combatté contro Geroboamo l, re di Israele, cui tolse Bete!, leshana e Efron. - Figlio del re Geroboamo l. La sua morte immatura fu predetta dal profeta Ahia insieme con la rovina della stirpe del re. - Figlio di Samuele, fu per qualche tempo giudice di Israele. Abiatar, sacerdote al tempo di Saul. Sfuggì al mas­ sacro dei sacerdoti compiuto da Saul a Nob. David lo nominò gran sacerdote. Avendo appoggiato la successione di Adonia, Abiatar fu deposto da Salomone. Abigail o Abigaille, personaggio biblico, moglie di Nabal, ricca possidente che aveva trattato dura­ mente le genti di David quando questi era proscrit­ to. Alla morte di Nabal, David la sposò ed ebbe da lei il figlio Kileab. - Sorella di David. Abihu, secondo figlio di Aronne ed Elisabetta. Ac­ compagnò Mosè sul monte Sinai e fu consacrato sacerdote coi suoi fratelli. Abinadab, uomo di Kiriat-learim, nella cui casa, secondo la Bibbia, l'arca dell'alleanza rimase per vent'anni. - Uno dei figli di Saul ucciso nella bat­ taglia di Gelboe. - Fratello di David che combatté con Saul contro i Filistei. abiura, rinunzia solenne, sancita da giuramento, a una religione o a una dottrina considerata falsa. - Teol. Nella Chiesa cattolica romana l'abiura è imposta agli eretici e scismatici che si convertono e agli apostati che rientrano in seno alla Chiesa, ma non agli infedeli che intendono convertirsi. I..:abiura è ricevuta dall'ordinario o da un suo dele­ gato davanti a testimoni. ablegatus, nella Chiesa romana è colui che svol­ ge funzioni di cerimoniere, quale quella di portare la berretta a un nuovo cardinale. abluzione, atto liturgico che il fedele compie a scopo di purificazione, sia per mettersi in condi­ zione di accostarsi a ciò che è sacro, sia anche per passare dal sacro alla vita quotidiana. Il Nella Chiesa cattolica, in particolare, è la lavanda delle mani nella messa. • Si ritrova l'abluzione in tutti i culti orientali. La legge di Mosè la prescriveva agli Ebrei. Egualmen­ te prescritte erano le abluzioni presso Greci e Ro­ mani; oggi si usano presso i musulmani. Prima di pregare, il fedele deve compiere un rito di abluzio­ ne, seguendo quanto prescrive il Corano: "O veri credenti, quando vi accingete alla preghiera, lava­ tevi il viso e le braccia fino ai gomiti; fregatevi la te­ sta e i piedi fino alla caviglia"; questa è l'abluzione minore. I..:abluzrone maggiore o grande abluzione, cioè la completa immersione del corpo, è obbli­ gatoriamente prescritta dopo le polluzioni, soprat­ tutto dopo rapporti sessuali. In caso di mancanza d'acqua, il fedele può usare sabbia. Nel rito della Chiesa cattolica si ha una triplice abluzione: prima della messa, all'offertorio, dopo la comunione. In quest'ultimo caso si fanno due abluzioni: la prima

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col solo vino per purificare il calice, la seconda con vino e acqua per purificare le dita. abominazione o abbominazione - Abomi­ nazione della desolazione, il massimo dell'empietà o di un male, con allusione alla Bibbia (Mat., 24, 15; Marco, 13,14). • I..:espressione abominazione della desolazio­ ne, nel libro di Daniele, indica propriamente !"'obbrobrio di un devastatore", cioè la profana­ zione del culto di Jahvé da parte di un re pagano. Si tratta propriamente di Antioco IV Epifane, che nel 168 a.C. dedicò un altare a Zeus Olimpio nel tempio di Gerusalemme, facendo cessare così il culto di Jahvé, ripristinato solo nel 164 a.C., quan­ do fu rimosso l'"obbrobrio", cioè il culto idolatrico. Nel Nuovo Testamento l'espressione ha un valore discusso, ma certamente escatologico. l cristiani palestinesi, vedendo in essa il pericolo romano, si salvarono dalla catastrofe della Palestina e dalla rovina di Gerusalemme fuggendo nel 67 a Pella. abòrto, espulsione spontanea, o provocata, del prodotto del concepimento prima che il feto sia diventato vitale. • Da sempre la Chiesa cattolica esprime una chia­ ra condanna dell'aborto volontario, omettendo di proposito ogni distinzione tra le varie fasi della vita embrionale. In particolare, il concilio Vaticano Il ha preso posizione contro di esso, affermando che "l'aborto, così come l'infanticidio, costituiscono abominevoli delitti" (Gaudium et spes , 51). An­ che negli ultimi decenni la posizione dei cattolici non è mutata. Papa Giovanni Paolo Il ha più volte ribadito la condanna dell'aborto volontario, espo­ nendone le motivazioni soprattutto nell'enciclica Evangelium vitae (1995). Anche la Bibbia, in realtà, contiene espressioni che indicano come Dio ami l'essere umano già nel suo formarsi nel grembo materno, per esempio nel Vangelo di Luca: "Ap­ pena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo" ( 1 ,41). La consa­ pevolezza dell'esistenza di una piena vita umana, già prima della nascita, è dunque chiaramente pre­ sente nella Rivelazione, pur non essendo precisato il momento della sua insorgenza. Abraham a Sancta Clara, pseudonimo di Ulrich MEGERLE, predicatore agostiniano tedesco (Svevia 1644 j 1709), divenuto famoso per il suo spirito caustico. Autore di sermoni e di una cin­ quantina di scritti esegetici e teologici. abramiti, membri di una setta siriaca del IX sec. (affine ai pauliciani) che negava la divinità di Gesù Cristo. Il Contadini di Boemia che, nel XVIII sec., dichiararono di professare la fede del patriarca Abramo prima della circoncisione. Il Membri di una setta russa, fondata verso il 1600, che ripudia­ vano la Chiesa e i sacramenti. Abramo (ebr. Abrtim e Abrtihtim), patriarca, ca­ postipite d'Israele. Nel 2168 a.C., secondo i dati -

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biblici, emigrò dalla sua patria, Ur, a Harran, nella Siria settentrionale, insieme col padre Terah, il fra­ tello Nahor, il nipote Lot, la moglie Sarai e alcune centinaia di servi. Morto Terah a Harran, Abramo, per ordine di Dio, che gli promise una numerosa discendenza, passò nella terra di Canaan con la moglie e con Lot, e qui abitò in varie località, con­ ducendo una vita seminomade. Emigrato in Egitto in seguito a una carestia, ritornò poi in Palestina, a Bete!, dove si separò da Lot, che si stabilì nella Pentapoli. Essendo poi Lot caduto prigioniero dell'esercito di Kedorlaomer, re deli'Elam, il quale aveva compiuto una spedizione in Palestina sac­ cheggiando la Pentapoli, Abramo lo liberò e inse­ guì gli invasori fino a nord di Damasco, riportan­ do un copioso bottino, la cui decima parte offrì poi a Melchisedech, re di Shalem e sacerdote del­ l' Altissimo, che gli era mosso incontro, e fu da lui benedetto. Dio gli confermò la promessa di dare il paese di Canaan ai suoi discendenti. Sarai, essen­ do sterile e vecchia, per avere un figlio cedette al marito la schiava Agar, da cui nacque lsmaele. Dio rinnovò il patto con Abramo, che aveva novanta­ nove anni, mutò il nome di lui da Abram (inter­ pretato come "alto padre") in Abraham (spiegato da alcuni come "padre di moltitudine") e quello di Sarai in Sara (principessa) e gli annunciò la nascita di un figlio da Sara. Il patto fu sancito dal­ la circoncisione di Abramo, di lsmaele e di tutti i maschi del gruppo. Dio riapparve ad Abramo sotto l'aspetto di tre uomini diretti a distruggere le città di Sodoma e Gomorra. Per l'intercessione di Abramo solo Lot si salvò dalla distruzione delle due città. Più tardi nacque !sacco, figlio di Sara, e Agar con lsmaele furono cacciati per volere di lei, con dolore di Abramo, ma Dio promise una grande discendenza anche per lsmaele. Cresciuto !sacco, Dio volle mettere nuovamente alla prova Abramo e gli comandò di sacrificare il figlio. Abra­ mo obbedì e Dio mandò un angelo che gli fermò in tempo la mano, mostrando così di aborrire i sa­ crifici umani. Nella stessa occasione gli rinnovò la promessa di una posterità numerosa. Morta Sara, Abramo mandò il servo Eliezer in Mesopotamia a cercare una moglie per !sacco e il servo ritornò con Rebecca, della stessa famiglia di Abramo. Il patriarca sposò poi Ketura, dalla quale ebbe sei figli. Morì a centosettantacinque anni di età dopo aver lasciato erede universale !sacco, e un appan­ naggio agli altri figli. Sebbene i critici non catto­ lici neghino la sua realtà storica, la conoscenza sempre più profonda delle civiltà dell'antico Oriente ha gettato molta luce sul personaggio. Il suo clan, verisimilmente un gruppo seminomade appartenente ai Khabiru, dovette emigrare da Ur �motivo del culto monoteistico da esso praticato, m opposizione al politeismo imperante nella Me­ sopotamia, e tale migrazione dovette avvenire tra

Abii t.tanlfa i1 2000 e il 1700 a.C. Alla genealogia d i Abramo si riallacciano gli Ebrei, attraverso lsacco, e gli Ara­ bi, attraverso Ismaele. L'importanza religiosa di Abramo crebbe sempre più per gli Ebrei, dai quali fu considerato il progenitore e l'uomo del primo patto. In tutta la tradizione posteriore Dio è spes-­ so chiamato "Dio di Abramo" e il patriarca "il suo servo". Egli divenne il prototipo dell'uomo di fede: nel Nuovo Testamento, san Giovanni Battista e poi san Paolo parlano di una discendenza spirituale da Abramo, fondata sulla fede in Cristo. abrenuntio [-unzio] (voce lat. che significa rinuncio allontanandomi), formula con cui il bat­ tezzando o il padrino per lui, all'atto del battesi­ mo, promette di allontana!si da Satana, dalle sue pompe e dalle sue opere. E detta impropriamente voto battesimale. Absalom o Assalònne, figlio di David. Si ri­ bellò al padre e fu costretto a fuggire da Gerusa­ lemme. Dopo varie vicende, dovette affrontare a Mahanaim u n esercito fedele a David, fu sconfitto e fuggì, ma durante la fuga rimase impigliato con la lunga capigliatura ai rami di un albero. Ioab, che lo inseguiva, lo uccise contravvenendo agli ordini di David. Abu ai-Fara g ibn ai-Tayyib (detto dagli scrit­ tori europei Abulfaragio o Benattibus), teolo­ go e filosofo arabo cristiano, di setta nestoriana Ci Bagdad 1043). Scrisse commenti ai Salmi e a scritti di Aristotele, Ippocrate e Galeno: fu talora confuso con l'omonimo scrittore siriano, detto Barebreo. Abu �Ayyub, detto AI-An$arl, "il Compagno" di Maometto (j 672). Ospitò Maometto nella sua casa a Medina e fu il suo portastendardo, prendendo parte a tutte le sue spedizioni. Morto Maometto, combatté ugualmente in tutte le battaglie in Egitto e in Iraq; prese parte alla spedizione contro Cipro, sotto Mu'awiyya; a quella contro Costantinopoli del figlio di lui, YazTd l. Durante questa spedizione morì di malattia e fu sepolto sotto le mura della cit­ tà. Si dice che la moschea ove i sultani ottomani, una volta eletti, andavano a cingere la spada dei loro antenati, sorga sulla sua tomba scoperta, a quanto narra una leggenda, nel 1453 durante l'as­ sedio di Maometto II. Il quartiere costruito intorno alla moschea, in fondo al Como d'oro, prese da lui il nome di Eyilp (o Eyub), forma turca di 'Ayyilb. Abu Bakr o Abu Bekr (570 circa - Medina 634), 1° dei califfi arabi. Suocero di Maometto, morto il profeta fu eletto suo califfo (632): domò numero­ se rivolte e ampliò il raggio d'azione degli eserciti islamici, a spese dei Bizantini e dei Persiani. È ine­ satta l'attribuzione a lui di una prima recensione o raccolta del Corano, che molto probabilmente è invece merito di 'Umar. Abu t:tanifa, teologo e legislatore musulmano (Kilfa 696 - Bagdad 767). Fondatore di una delle

Abu Tilib quattro scuole (o n'ti) dell'Islam ortodosso, quella degli hanafiti. Abu Talib, figlio di 'Abd al-Muttalib e zio di Mao­ metto, si prese cura del futuro profeta dopo la mor­ te del padre. Morì verso il 619. abuna, titolo onorifico che designa nel Vicino Oriente i dignitari ecclesiastici, usato anche per i vescovi abissini. (Si tende ora a riservarlo al me­ tropolita delle Chiese abissine che, fino al 1951, data in cui si riconobbe l'autonomia della Chiesa d'Etiopia, riceveva l'investitura dal patriarca copto d'Alessandria). acaciani, setta d'ariani del IV sec. che avevano per capo Acacio Monoftalmo, vescovo di Cesarea. Il Seguaci dello scisma promosso da Acacio di Co­ stantinopoli (484). Acacio, nome di vari santi tra cui ricordiamo: ACA­ CIO o AGATANGELO, forse vescovo di Melitene nel 111 sec., martirizzato, secondo Atti leggendari, du­ rante la persecuzione di Decio. Festa il 31 maggio. - ACACIO, soldato nativo della Cappadocia, mar­ tire a Bisanzio sotto Diocleziano (303); secondo una tradizione le sue reliquie sarebbero state mi­ racolosamente portate dal mare a Squillace, in Ca­ labria; è uno dei quattordici santi ausiliatori. Festa 1'8 maggio. !1 22 giugno è ricordato un altro ACACIO soldato, probabilmente confuso con il precedente. - ACACIO, vescovo di Mileto, ivi martirizzato sotto Licinio. Festa il 28 luglio. - ACACIO, vescovo di Amida (Diyarbakir, Mesopotamia), nel 422 riscattò 7.000 prigionieri persiani vendendo gli arredi d'oro e d'argento della sua chiesa. Festa il 9 aprile. Acaz, dodicesimo re di Giuda (736-716 a.C.). Quan­ do Israele e la Siria gli dichiararono guerra, chiese aiuto a Tiglatpileser III; questi nel 732 si impadronì di Damasco, e Acaz divenne suo vassallo. Favorì l'idolatria e, per compiacere agli Assiri, introdusse nel culto innovazioni paganeggianti deleterie alla purezza della religione ebraica. Sotto il suo regno il profeta Isaia pronunciò le profezie riguardanti I'"Emmanuele". Acazia, re d'Israele. Succedette al padre, Acab, e regnò dall'853 all'852 a.C. accadèmia (ant. e lett. acadèmia) • Accademie protestanti, centri d'insegnamento superiore (teologia, lettere, diritto). La prima, isti­ tuita a Ginevra nel 1559, ebbe come rettore Teodo­ ro di Beza e provvide soprattutto alla formazione dei pastori che predicavano la Riforma in tutta Eu­ ropa. Altre accé'demie furono attive in Francia tra il 1598 e la revoca dell'editto di Nantes, a Saumur, Montauban (poi Puylaurens), Die, Montpellier, Nì­ mes, Sedan, Orange e Orthez. Accademia ecclesiastica pontificia. Fonda­ ta nel l701 come Accademia dei nobili ecclesiastici, è attualmente un istituto di studi superiori per la formazione dei diplomatici della Santa Sede. Da

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essa sono usciti quattro pontefici: Clemente XIII, Leone Xli, Leone Xlii e Benedetto XV. accettante - Accettanti, giansenisti che si sotto­ misero alla bolla Unigenitus. accettazione • Accettazione di persona, locuzione di origine bi­ blica che serve a indicare la preferenza accordata a una persona per motivi sogget_tivi e non in consi­ derazione delle qualità morali. E considerato pec­ cato di gravità proporzionata all'ufficio che viene assegnato con tale criterio. acclamazione - Lit. A imitazione dell'acclama­ zione imperiale, canto laudativo in onore del papa o di un vescovo. Il Professione di fede solenne fatta dopo la consacrazione eucaristica, secondo le di­ sposizioni della costituzione Missale romanum di Paolo VI (1969). accolitato, nella religione cattolica, il più ele­ vato degli ordini minori, ridotti da quattro a due dal motu proprio Ministeria quaedam di Paolo VI (1972). (Esisteva già a Roma, ai tempi di papa Cor­ nelio, verso il 250). accomodati zio, senso accomodatizio, senso dato ai testi biblici usando l'analogia o l'allegoria. accusa [ f], atto del dichiarare colpevole una per­ sona; imputazione; grave rimprovero: Un'accusa infondata. Sostenere, confutare un'accusa. Muovere un'accusa. Accusa di omicidio. - Teol. Una delle azioni necessarie per ricevere il sacramento della penitenza; consiste nell'umile presentazione dei peccati personali. (Secondo le disposizioni del Novus Orda Paenitentiae [1974) . in alcuni casi par­ ticolari può essere posticipata all'assoluzione). acèfalo - St. ecci. Acefali, nome dato ai monofisiti egiziani che nel 482 preferirono separarsi dal loro patriarca Pietro Mongo, piuttosto che accettare l'Enotico dell'imperatore Zenone. Acèldama (in aramaico, campo del Sangue), nome dato al campo acquistato con i denari che furono il prezzo del tradimento di Giuda, e desti­ nato a servire da sepoltura per gli stranieri che mo­ rivano a Gerusalemme. Dal IV sec. è localizzato nella valle di Hinnom, o Geenna. acemèti, comunità di monaci bizantini fondata da sant'Alessandro I'Acemeta all'inizio del V sec. sulla riva asiatica del Bosforo. Il nome di questi monaci ("quelli che non dormono") deriva dal fatto che essi si davano il cambio per recitare notte e gior­ no senza interruzione il canto dell'ufficio. lnvisi a Giustiniano, furono condannati da papa Giovanni Il nel 534 e scomparvero verso la fine del VI sec. Achille, in gr. Achilléus, leggendario eroe tessali­ co, re dei Mirmidoni, figlio di Teti e di Peleo. Achior, nome di due personaggi dell'Antico Testa­ mento: il primo era parente di Tobia, il secondo, capo degli Ammoniti, sconsigliò Oloferne di far guerra contro i Giudei e per punizione fu mandato tra i difensori di Betulia, che Oloferne intendeva

Adalberto di Magdeburgo

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sterminare, perché condividesse la loro sorte. Dopo la morte di Oloferne e la rotta del suo eserci­ to si convertì al giudaismo.

acqua (ant. aqua) - Li t. Acqua battesimale, acqua

benedetta usata per amministrare il battesimo. I l Acqua benedetta (popolarmente chiamata anche acqua santa), quella che, nella liturgia cattolica, il

sacerdote benedice e usa poi per impartire le be­ nedizioni. Il Acqua lustra/e, acqua che i pagani consacravano con cerimonie religiose e usavano per le purificazioni.

• STORIA DELLA RELIGIONE.

[;acqua è oggetto e mez­

ZO di culto, simbolo o mezzo rituale. Il culto con

acqua può dirigersi o a un demone o a un unico signore delle acque o a singoli spiriti viventi in una determinata acqua. Tali aspetti sono presenti nelle culture arcaiche. Simbolicamente l'acqua si trova

in rapporto con la fecondità. [;acqua di vita (come bagno o bevanda) ne è il tipo mitologico. Il dilu­

Acta Apostolicae Sedis (Atti della Sede Apo­ stolica), bollettino ufficiale della Santa Sede, fon­ dato da papa Pio X (29 settembre 1908), per porta­ re a conoscenza del pubblico, due volte al mese, i

documenti diversi emessi dal pontefice, dalle con­

gregazioni romane e dagli uffici apostolici. Gli Acta Apostolicae Sedis hanno sostituito gli Acta Sandae

Sedis,

che erano stati fondati senza titolo ufficiale

nel 1865.

Acta conciliorum,

processi verbali dei concili.

La collezione più ampia Mansi:

è

quella del padre G. D.

Sacrorum Conciliorum nova et amplissima collectio, 3 1 voli., Firenze e Venezia ( 1757-1798). Acta sanctorum, racconti relativi alla vita dei santi e, più particolarmente, la collezione di volu­ mi pubblicati a cura dei bollandisti, a partire dal

XVII sec. Ad catholici sacerdotii,

enciclica di Pio

XJ

(1935) sul sacerdozio cattolico.

vio (presente in più miti e religioni) si giustifica in Ad extirpanda, bolla di lnnocenzo IV ( 1252) nella quale, fra l'altro, si acconsente, nei processi quanto l'acqua è in esso simbolo di rinnovamento. d'eresia, all'uso della tortura da parte delle autorità In tale ambito è quindi anche simbolo di purezza,

come di mostrano i miti passati e presenti di puri­ ficazione. Abluzioni, aspersioni si trovano presso gli Egiziani, i Persiani, i Greci, i maomettani, ecc. Particolarmente diffuse nel mondo romano erano le abluzioni con acqua lustrate. Presso gli Ebrei, già il culto mosaico faceva largo uso dell'acqua come mezzo di purificazione. La Chiesa cattolica romana usa l'acqua come elemento liturgico nel battesimo, nella consacrazione degli altari, nelle benedizioni. [;acqua benedetta è composta di ac­ qua naturale e sale che, secondo il rituale romano, il sacerdote deve benedire ogni domenica prima di celebrare la messa solenne (grande). Per i teolo­ gi l'acqua benedetta è compresa tra i sacramentali. E usata in quasi tutte le benedizioni e nell'ammini­ strazione del battesimo. In tutte le chiese, all'inizio della navata, è posta un'acquasantiera in cui i fede­ li, entrando, immergono le dita facendosi quindi il segno della croce. [;uso dell'acqua benedetta è antico. Tertulliano menziona le aspersioni fatte dai cristiani per scacciare i demoni. La formula usa­

ta dal sacerdote per benedire l'acqua

è

la stessa

che appare nei Sacramentari di san Gelasio e san Gregorio. [;acqua gregoriana è acqua benedetta mescolata con cenere, sale e vino, ed è usata nel­ la dedicazione, purificazione o riconciliazione di una chiesa. Veo1 ANCHE IN Medicina, Geografia, Scienza

(Benedetto d'), teologo e giurista italia­ no (Monreale 1790-1867). Dell'ordine dei frati mi­ nori francescani, insegnò diritto naturale ed etica a Palermo. Pio IX lo creò arcivescovo di Monreale (1858), dove morì assistendo i colerosi. Tra le sue numerose opere teologiche e filosofiche ebbe fama il Corso di diritto naturale e filosofia del diritto (1852).

Acquisto

civili.

dec reto del concilio Vaticano Il sul­ l'attività missionaria della Chiesa. Promulgato da

Ad gentes,

Paolo VI (7 dicembre 1965).

ad limina apostolorum (espressione lat. che significa alle soglie degli apostoli, ossia "delle tom­ be di Pietro e Paolo"), si dice di Roma, della Santa Sede. Il Visita ad limina, viaggio, in uso già anti­ camente e stabilito nel 1585 da papa Sisto V, che i

vescovi cattolici ordinariamente devono compiere ogni cinque anni a Roma per rendere conto dello

stato della loro diocesi.

ad maiorem Dei gloriam (loc. lat. che signi­ fica per la maggiore gloria di Dio), motto della

Compagnia di Gesù. (Le iniziali AMDG servono da epigrafe ai libri [anonimi] pubblicati dai gesuiti). ad mentem (loc. lat. che significa secondo il pensiero), formula dei dicasteri della curia romana usata per aggiungere al rescritto qualche condizio­ ne o modalità che ne precisi meglio il contenuto. Il Formula che viene usata per riferirsi alla dottrina di un autore teologico.

Ad totam ecclesiam, raccolta delle disp ni per l'applicazione delle normesull'ecum stabilite dal concilio Vaticano II (28 aprile Adalberto di Magdeburgo o arcivescovo di Magdeburgo Monaco benedettino, gli fu

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l'evangelizzazione dei Rugi su .... (960 circa). Nonostante gli � fu ricompensato con la. senburg; divenne poi r/o (968), segnalandosi presso gli slavi, per la qu l'apostolo slavo. Da molti santi. - Festa il 20 giugno.

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conversione anche chiamato annoverato tra i

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Adalberto di Praga Adalberto di Praga (santo), detto anche Alber­ to di Boemia (939 o 956-997). Di nobile famiglia,

studiò nella scuola della cattedrale di Magdebur­ go, dove fu cresimato dall'arcivescovo Adalberto e prese da lui il nuovo nome nel quale mutò il proprio di Vojotech. Ricevette gli ordini religiosi

dalle mani di Ditmar, vescovo di Praga, al quale succedette nel 983. Nel 989 si recò a Roma, dove entrò nel monastero benedettino dei Santi Bonifa­ cio e Alessio, e al ritorno in patria fondò (992) il convento di Brevnov, nei pressi di Praga. Rinunciò poi al vescovado per dedicarsi all'evangelizzazio­ ne dei popoli stanziati nella regione di Danzica. Fu massacrato dai pagani presso Fischhausen (Ryba­ cij). l suoi resti furono trasportati nella cattedrale di Gniezno dove l'imperatore Ottone III, amico e ammiratore di Adalberto, si recò in pellegrinaggio nel 1000. - Festa il 23 aprile. Adam (Karl), teologo ed esegeta cattolico tedesco (Pursruck, Baviera, 1876 - Tubinga 1966). Professo­ re di teologia morale all'università di Strasburgo (1917) e di teologia dogmatica a quella di Tubinga (1919-1949), autore di numerose opere, consacrate in particolare allo studio del pensiero di Tertullia­ no e di sant'Agostino. Molto note sono L'essenza del cattolicesimo e Cristo nostro fratello, tradotte anche in italiano. adamiti, eretici gnostici del II sec. di cui parlano Teodoreto, Epifani o e Agostino. Seguivano in nudi­ tà pratiche ascetiche ed erano ostili al matrimonio in quanto non intendevano perpetuare il peccato originale. Tali pratiche furono riprese da sette ere­ tiche del XIII sec., accusate d'immoralità. l luciferia­ ni, in Austria e in Boemia, proposero l'imitazione di Adamo come prova della più completa libertà. Nel XV sec. trovò diffusione in Boemia e Moravia una setta di adamiti che si collegava ai "fratelli e alle sorelle del libero spirito". Furono massacrati da Jan Zizka nel 1421. Adamo (ebr. Adam, sicuramente in correlazione con adamah, terra coltivabile, terra feconda, e probabilmente col significato di uomo, umanità), nome biblico del primo uomo. • BIBBIA. La creazione di Adamo è narrata nella Genesi in due racconti distinti ma complementari: nel primo (1,26 e segg.), solenne e ieratico, si affer­ ma che nel sesto giorno della creazione, dopo tutti gli altri esseri, Dio creò l'uomo e la donna a sua immagine e somiglianza, riguardo all'intelletto e alla volontà, e per questo li pose al disopra di ogni aJtra creatura. a secondo racconto (2-3) è assai immaginoso; l'autore vi riassume antichissime tra­ dizioni del Medio Oriente in un quadro letterario che fonde poesia, didattica, leggenda. Vi si narra come Dio plasmò Adamo con la terra (adamah) e gli insufflò nelle narici lo spirito vitale; poi, giac­ ché "non è bene che l'uomo resti solo", gli mostrò gli animali cui Adamo diede un nome, e vedendo

Adamo. Adamo ed Eva nel Paradiso terrestre da una

miniatura turca del XVIII secolo - lstabul, Topkapi.

che nessuno d i essi poteva stargli d i fronte, creò la donna, Eva, plasmandola con una delle sue "costo­ le", dopo averlo immerso in un profondo sopore: al suo risveglio, Adamo riconobbe in Eva la propria compagna. Dio li pose in un giardino dell'Eden, il paradiso terrestre, ove si trovavano l'albero della vita e l'albero della scienza del bene e del male; e qui Adamo ed Eva vennero messi alla prova, e soccombettero alle lusinghe del serpente. Perciò furono puniti da Dio con la perdita del paradiso terrestre, dell'immortalità corporea, dell'amicizia divina e della felicità che vi era connessa; e co­ nobbero la sofferenza, il duro lavoro, la malattia, la morte. Da loro nacquero Caino, Abele, Set e altri figli che non vengono nominati. Secondo la cronologia della Bibbia, Adamo visse 930 anni. Già nell'Antico Testamento si parla della penitenza di Adamo e dell'espiazione della sua colpa: perciò i padri della Chiesa lo considerarono santo: come tale è venerato, con Eva, dalla Chiesa orientale, e Dante nella Divina commedia lo collocò nel pa­ radiso. Nel Nuovo Testamento, san Paolo chiama Gesù Cristo "Nuovo Adamo", in quanto capostipite di una nuova generazione umana, e apportatore della redenzione e della vita, come il primo lo fu del peccato e della morte. VEDI ANCHE IN: Arte, Letteratura

Adamo (picco d'),

monte di SrT Lanka, nella parte meridionale dell'isola; 2.243 m. È frequentata meta di pellegrinaggio per i buddhisti e i musulmani: su una roccia della cima esiste una cavità la cui

adiàfora

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dolorato o della Madre Dolorosa, fondate a Roma nel 1883, approvate nel 1911; le suore dell'Addolo­ rata serve di Maria, fondate nel 1872, approvate nel 1951· le suore infermiere dell'Addolorata, fondate a Co �o nel 1850, approvate nel 1942; le (suore) mi­ nime dell'Addolorata, fondate a Bologna nel 1867, approvate nel 1949; le (suore) serve di Maria San­ tissima Addolorata, fondate a Firenze, approvate nel

1924.

Tra le associazioni religiose maschili, i

religiosi terziari cappuccini di Nos�ra Signora A ddo� forata fondati nel 1889, approvati nel 1902, e .1 figlt della Madre di Dio Addolorata (doloristl), fondati

nel 1880, approvati nel 1924. adelòfagi, setta c ristiana dei

primi secoli, che ri­ teneva sconveniente mangiare in pubblico. (Pare fossero caduti in errori trinitari).

o Deusdedit, papa dal 615 al 618. Successore di Bonifacio IV. Il Liber Pontificalis gli attribuisce una riforma liturgica, detta impropria­ mente secunda missa, relativa probabilmente a u n ufficio serale. Fu il primo papa che predispose una distribuzione di denaro al clero romano in oc­ casione dei propri funerali. Alla sua morte seguì una vacanza della sede papale di tredici mesi e mezzo. Adeodato Il, papa dal 672 al 676. Successore di

Adeodato l

Vitaliano. Si dimostrò intransigente nei confronti dell'eresia monotelita. Il suo nome è ricordato in alcuni elenchi di santi, ma tale tradizione di santità è comunemente respinta. Adeste, fideles (Venite, fede/t), inno religioso

popolare extra liturgico, cantato a Natale. Di origi­ ne irlandese, è stato attribuito senza fondamento a san Bonaventura. La musica risale al XVIII sec.

'Adhab ai-Qabr (Castigo della tomba), nome del­

Adamo. Affresco d i Masolino da Panicale, "Peccato originale", 1424 ca. - Firenze, S. Maria del Carmine,

cappella Brancacci.

origine viene attribuita al piede di Buddha, o, dai musulmani, a quello di Adamo. Adamo di Marsh (de Marisco), teologo in­ glese dell'ordine francescano, detto doctor illustris (t Oxford 1258). Maestro di teologia all'università di Oxford nel 1248, ebbe tra i suoi discepoli anche Ruggero Bacone, che grandemente lo ammirò. Ci è rimasto di lui un ampio epistolario di notevole importanza per la storia (anche culturale) del suo tempo. addolorata, attributo di Maria Vergine. • La devozione della Madonna

Addolorata, che

trae la sua origine dai passi del Vangelo dove si parla della presenza di Maria Vergine sul Calvario, prese particolare consistenza a partire dalla fine dell'Xl sec. Da questa devozione ebbe origine la fe­ sta dei Sette dolori di Maria Santissima. Numerose sono le associazioni religiose poste sotto il nome dell'Addolorata. Tra le femminili, le suore dell'Ad-

l ' interrogatorio sulla fede e dell'eventuale castigo, nel caso degli infedeli, che fanno subire ai morti, dopo la inumazione, i due angeli Munkar e NakTr, secondo la credenza musulmana. ad han, presso i musulmani è l'appello alla preghie­ ra fatto cinque volte al giorno dall'alto dei minareti da un banditore detto mu'adhdhin (in it. muezzin, dal turco). [Presso i Turchi e i Persiani la forma è

AZAN]. adhvaryu, nella religione vedica è i l sacerdote ce­

lebrante che, nel corso dei sacrifici, ha il compito di mantenere accesi i fuochi sacri, di apprestare l'altare e di curare altre azioni liturgiche. adi Granth (// libro originale), il più antico libro sacro dei Sikh, composto dai guru Angad e Arjuna in diversi dialetti. adiàfora, termine di origine greca, composto dal privativo "a-" e da "diaphoros", "differente", che significa "che non fa alcuna differenza". Nella filo­ sofia cinica e stoica, tutte le cose che non sono né bene né male, e quindi sono del tutto indifferenti per il saggio. Il termine comprende sia le cose che non suscitano in noi alcun desiderio o interesse

18

Adi buddha

Adorazione. Domenico Veneziano, "Adorazione dei magi", particolare della tavola, diametro cm. 84 Berlino, Staatliche Museum. -

particolare, come l'avere un numero pari o dispari

di capelli, sia quelle che volgarmente sono deside­ rate come beni, come la salute e la ricchezza, ecc.,

ma che non contribuiscono a dare la vera felicità,

la quale, per il saggio, consiste soltanto nella vir­ tù, cioè nel comportamento razionale. - St. relig.

All'epoca della Riforma protestante, furono chia­

mate adiafora da Melantone, nell'lnterim di Lipsia

(1548), le dottrine e pratiche religiose, cerimonie

del culto, ecc., non espressamente prescritte o vie­

tate dalla Scrittura, e pertanto considerate "indiffe­ renti" per la salvezza del cristiano.

Adibuddha,

buddha primordiale e supremo,

creatore, eterno, identico all'Anima universale. In

Cina è, a volte, identificato con Vairociana. Fu ve­ nerato soprattutto nel Nepal e nel Tibet.

A diti,

divinità considerata nei

Veda

come la dea

dell'Infinito e la madre degli Aditya. l l nome di que­

sta dea significa "mancanza di legame" ed essa è presa come simbolo della libertà. A volte è consi­ derata come l'immagine indiana della Dea Madre.

A ditya (Figli della dea Adiri),

divinità vediche, d'origine cosmica e solare, di cui Varul)a è il capo.

Essi regolano le leggi attraverso le quali la colpa incatena l'uomo.

enciclica di Leone Xlii (8 settembre 1895) sulla devozione del rosario. Ven­

Adiutricem populi,

ne spesso interpretata come polemica, essendo stata emanata dopo la legge per la festa nazionale del 20 settembre e poco prima dell'inaugurazione del monumento a Garibaldi sul Gianicolo.

adogmàtico, che non ammette dogmi: Concezio­ ne adogmatica. adogmatismo, tendenza contraria ad ammette­ re dogmi nella religione.

Adonai (voce ebr. che significa mio signore), nome spesso usato nell'Antico Testamento per designare

Jahvé. Il nome proprio Jahvé, in quanto ineffabile,

è stato ed è tuttora letto dagli ebrei Adonai, e tra­ dotto dai Settanta Kyrios (Signore). Adone, in gr. Adonis o Adon, divinità ctonia feni­ cia della vegetazione e della fertilità, ritenuta prin­ cipio maschile della riproduzione e strettamente connessa nel culto con Astarte, principio femmini­ le della fecondità. Adonìa, quarto figlio di David. Tentò di farsi pro­ clamare re, ma il partito salomonico ottenne da David l'immediata intronizzazione di Salomone, che risparmiò Adonia. Poiché in seguito egli chie­ se in isposa Abishag, mostrando così di avanzare diritti al trono, Salomone lo fece uccidere. adorazione, azione dell'adorare: L'adorazione di

Dio, di una reliquia. Andare all'adorazione. Fare tre adorazioni. Il Adorazione dei Magi, adorazione dei pastori, adorazione di Gesù Bambino nella ca­

panna di Betlemme da parte dei Magi e dei pasto­ ri, molto diffusa come tema iconografico dell'arte cristiana. • TEOLOGIA. Nella teologia cattolica adorazione in senso stretto è il "culto di latria" riservato a Dio; la Chiesa venera, non adora i santi; quello reso ai santi è detto "culto di dulia" (iperdulia quando si tratta della Beata Vergine). Il termine adorazione viene poi usato nel cattolicesimo anche nelle se­ guenti espressioni: 1 . adorazione della Croce, ceri­ monia praticata il Venerdì santo in tutte le chiese; 2. adorazione del papa, omaggio di rispetto e di sottomissione offerto dai cardinali al papa dopo la sua elezione (più modernamente si usa oggi dire

"obbedienza').

Adorazione perpetua. Devozione che consiste nel rendere al Santo Sacramento, solennemente esposto sull'altare, una perpetua "laus" (preghiera di lode). Essendo infatti, secondo la Chiesa roma­ na, perenne la presenza di Gesù fra i fedeli nel suo sacramento d'amore, pure perenne deve essere il ricambio di lode e di amore verso di Lui da par-

Adriano

19

IV

religiose femminili che promuovono l'adorazione

canto suo si riservò il titolo di patricius Romano­ rum che gli conferiva un diritto di tutela. Durante

Sacramento di Rivolta d'Adda, fondate nel 1882;

ecumenico (Nicea, 787), nel quale fu condannata

te dei cristiani. V i sono parecchie congregazioni perpetua. Fra le italiane: suore adoratrici del SS.

qualche famiglia religiosa fondata da san Giusep­ pe Cottolengo, a Torino; le sacramentine, fondate a Bergamo nel 1881.

Adoro te devote, maso d'Aquino.

adozianismo

o

inno eucaristico di san Tom-

adozionismo,

eresia cristo­

logica affine al nestorianesimo, secondo la quale Gesù Cristo, in quanto uomo, sarebbe stato sem­ plicemente adottato da Dio come Figlio, ciò che gli avrebbe conferito una potenza divina. • L'eresia, già sorta in Roma nel li sec. a opera di Teodoto di Bisanzio, riapparve in Spagna alla fine dell'VIli sec. a opera di Elipando vescovo di Toledo e di Felice vescovo di Urge!; fu combattuta da Al­ cuino e condannata da papa Adriano l e dai conci­ li di Ratisbona (792), Francoforte (794) e Aquisgra­ na (799). Una sorta di neoado::;ianismo, riapparso nel Xli sec., nel solco dei dibattiti teologici suscitati da Abelardo, fu condannato da papa Alessandro 111 nel 1 1 70 e 1 177. adozianisti, seguaci dell'adozianismo. adozione Teol. Adozione soprannaturale, effetto primario del battesimo per il quale i cri­ stiani diventano figli adottivi di Dio nell'ordine soprannaturale. Adriano 1 1 1 (santo), papa dall'884 all'885. Succe­ dette a Marino l e fu consacrato il 17 maggio 884. Il periodo del suo pontificato fu turbato dalle violen­ te lotte tra le fazioni nobiliari romane. Chiamato come arbitro della successione all' Impero da Car­ lo il Grosso, si mise in viaggio per Worms, ma la morte lo colse ancora in terra italiana, nell' estate inoltrata dell'885, nei pressi dell'abbazia di Nonan­ tola, dove fu sepolto . Adriano l Ci 795), papa. Di nobile famiglia roma­ na, ebbe importanti mansioni nella corte pontifi­ cia, finché fu eletto a succedere a papa Stefano 111 il lo febbraio 772. Prese subito posizione in favore del partito del primicerio Cristoforo e contro quel­ lo capitanato da Paolo Afiarta, che rappresentava gli interessi longobardi e aveva ottenuto di recente il sopravvento in Roma. Il re longobardo Deside­ rio si mosse al lora con un esercito e giunse sino ai confini del ducato romano; il papa gli lanciò con­ tro la scomunica e chiese nel contempo l'aiuto di Carlo Magno. Sceso in Italia nel 773 e battuti i Lon­ -

gobardi, Carlo Magno si recò a Roma, dove rinno­ vò (774) ad Adriano la donazione fatta da Pipino, o Promissio Carisiaca. Questa notizia è contestata da

alcuni storic i, ma è certo che Adriano riuscì a otte­ nere da Carlo, da lui incontrato di nuovo a Roma nel 781, la Sabina e vari altri ingrandimenti territo­ riali, sicché egli si può considerare tra i fondatori del dominio temporale della Chiesa. Carlo dal

il pontificato di Adriano ebbe luogo il 7° Concilio l'iconoclastia; a esso parteciparono anche legati

pontifici. Gli atti del concilio, pervenuti in Francia in cattiva traduzione dal greco, sollevarono aspre

critiche da parte della corte e dell'episcopato fran­ co (Libri caro/ini e si nodo di Francoforte del 794). Importante fu l'opera di papa Adriano per l'abbel­ limento architettonico della città di Roma.

Adriano Il

(Roma 792-872), papa dall'867 all'872.

Eletto alla morte di Niccolò l e consacrato il 14 di­ cembre 867, dovette affrontare gravi contrasti in Oriente con il patriarcato di Costantinopoli e in Occidente con Lotario II di Lorena e con !'impera­ tore Ludovico 11. Inviò legati al concilio di Costan­

tinopoli (867-870), convocato dall'imperatore Basi­ lio il Macedone, perché fosse confermata la con­ danna di Fazio, che aveva usurpato il patriarcato, e la reintegrazione del legittimo patriarca Ignazio. Nella questione sorta circa la giurisdizione sulla Chiesa bulgara, cercò inutilmente di far valere i diritti della Sede Apostolica contro la Chiesa di Co­ stantinopoli. Rimasero invece sotto la giurisdizio­ ne della Chiesa romana i paesi moravi e slavi, i cui evangelizzatori, Cirillo e Metodio, furono accolti a Roma da Adriano. Intervenne nelle rivalità e nelle

contese dei Carolingi e, contro Carlo Il il Calvo, sostenne Ludovico Il, che incoronò imperatore a Roma per la seconda volta (872). Adriano IV (Nicholas Breakspear), papa dal 1 154 al 1 159 (Langley, Hertfordshire, 1 100 circa · Anagni 1 159). Fu creato vescovo d'Albano da Eugenio 111 ( 1 150) e nominato legato per la Norvegia ( 1 1 52). Divenne papa il 14 dicembre 1 154 come successo­ re di Anastasio IV. Lanciò l'interdetto contro Roma dove il Comune, spinto dalla predicazione di Ar­ naldo da Brescia, gli aveva intimato fra i tumulti la rinuncia al potere temporale; ottenne così che Arnaldo fosse allontanato dalla città. I ncoronò imperatore, dopo averne ricevuto l'omaggio (18 giugno 1 155), Federico Barbarossa che, per in­ graziarsi il pontefice, aveva fatto catturare Arnal­ do, consegnandolo al prefetto della città da cui il predicatore venne condannato al rogo. Adriano lottò contro Guglielmo l il Malo, che aveva invaso il Patrimonio di San Pietro, sino a concludere il con­ cordato di Benevento (18 giugno 1 1 56) mediante il quale venivano riconosciute le conquiste nor­ manne in cambio dell'omaggio feudale. L'allean­ za col re normanno e con l'imperatore d'Oriente Manuele Comneno inasprì i rapporti di Adriano con Federico Barbarossa, col quale egli ebbe un insanabile contrasto sul tema della supremazia del papato sull'Impero (dieta di Besançon del 1 1 57). Il Barbarossa enunciò la dottrina dell'onnipotenza imperiale nelle costituzioni di Roncaglia del 1 1 5 ,

Adriano V inizio della guerra senza quartiere tra l'imperatore

e i Comuni lombardi. Con alcuni di questi (Milano, Bre eia, Piacenza) il papa strinse accordi (1 159) che possono considerarsi l'origine della Lega lom­ barda e che furono l'ultimo suo atto politico rile­ vante. È l'unico inglese che sia diventato papa.

(Ottobuono Fieschi), papa dall' 1 1 luglio al 18 agosto 1276 (Genova - Viterbo 1276). Nipote di I nnocenza IV, da cui fu creato cardinale, fu soprattutto un abile diplomatico. Inviato come legato in Inghilterra nel 1256, al suo ritorno in Italia favorì la politica di Carlo d'Angiò, il quale poi cal­ deggiò la sua elezione a papa. Adriano sospese le norme sul conclave emanate da Gregorio X; morì dopo soli trentanove giorni di pontificato senza aver neppure ricevuto l'ordinazione sacerdotale. - Dante lo introdusse nel canto XIX del Purga­ ton·o, facendogli dichiarare come, salito al soglio pontificio, si pentisse del peccato di avarizia. Adriano VI (Adriaan Florensz), papa dal gennaio 1522 al settembre 1523 (Utrecht 1459 - Roma 1523). Fiammingo, fu professore all'università di Lovanio dove ebbe come allievo Erasmo da Rotterdam. Fu scelto dall'imperatore Massimiliano come precet­ tore del nipote Carlo V, che lo fece nominare car­ dinale (1517) e lo creò luogotenente generale di Spagna. Alla morte di Leone X venne eletto papa, nonostante fosse di umili origini e per giunta stra­ niero. A Roma, dove giunse nell'agosto del 1522, trovò un ambiente ostile e corrotto e tentò invano di riformare la curia. Si adoprò senza successo per arginare la Riforma e a tale scopo mandò un nun­ zio alla dieta di Norimberga (1 522-1523), ma le sue richieste furono respinte dai protestanti. Cercò di riconciliare Carlo V e Francesco I per unir! i contro l'Impero ottomano, ma dovette assistere alla cadu­ ta di Rodi in mano ai Turchi (21 dicembre 1522). advaita, dottrina fondamentale del vedanta se­ condo la quale il dualismo dell'io e del mondo è il risultato dell'illusione (mayG) e dell'ignoranza

Adriano V

(avidyG). Adiina Tepe,

grande centro buddhista situato nel Tagikistan. Nel 1966 vi è stata rinvenuta una colossale statua di Buddha morente lunga oltre 12 metri. Gli scavi hanno individuato un centro fiorito fra la metà del VII e la metà dell'VIII sec. d.C. che documenta particolari contributi centroasiatici all'evoluzione dell'arte islamica. Aepinus (pseudonimo di Johannes Hoeck o Hoch), teologo protestante tedesco (Ziesar, Bran­ deburgo, 1499 - Amburgo 1553); lo pseudonimo, che significa alto, come il ted. hoch, è latinizzazio­ ne del gr. aipys. Rappresentò contro Melantone il luteranesimo ortodosso. Sostenne una polemica sulla discesa agli Inferi di Gesù che non fu risolta neppure nella formula di concordia. Aèrio, eretico del rv sec., originario del Ponto, prete di Sebaste (355-360), ostile all'autorità dei vescovi;

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predicò contro il digiuno, le preghiere per i morti, la celebrazione della Pasqua. l suoi seguaci, gli ae­

riani, si confusero con i semiariani.

Aeterna Christi munera (Gli eterni doni di Cristo), inno del breviario romano composto da sant'Ambrogio per il mattutino nelle feste degli apostoli.

Aeterne rerum Conditor (O eterno Creatore della natura), inno del mattutino composto da san­ t'Ambrogio e riportato in parte da sant'Agostino

nelle Retractationes. Aeterni Patris, enciclica emanata da

papa Leo­ ne Xlii nel 1879, con la quale si prescrive che l'in­ segnamento filosofico in tutte le scuole cattoliche debba ispirarsi al sistema tomista. Questo sistema è considerato di valore perenne e tale da permettere la conciliazione del cattolicesimo con il progresso scientifico. Conseguenza immediata dell'enciclica fu la fondazione a Roma dell:4ccademia romana di San Tommaso d'Aquino (1879). Aeterni Patris unigenitus, bolla di Pio IX (29 giugno 1868) per l'apertura del concilio Vaticano

l. aeziani,

discepoli dell'eretico Aezio. (Sono chia­ mati più comunemente ANOMEI). Aezio, eretico siriano (Celesiria inizio IV sec. Costantinopoli fra il 366 e il 370). La sua dottrina svolgeva fino alle loro estreme conseguenze le tesi ariane, aderendo alle posizioni cristologiche degli anomei, per cui il Figlio non solo non è uguale, ma neppure simile al Padre. Essa ci è nota attraverso la testimonianza di sant'Epifania. Affari ecclesiastici straordinari (Sacra congregazione degli), congregazione istituita da Pio Vii nel 1814, ampliando quella Super negotiis extraordinariis Regni Galliarum istituita da Pio VI nel 1793. Si occupava delle trattative con i governi per l'erezione e la divisione delle diocesi e la no­ mina dei vescovi, come pure delle questioni che il Sommo Pontefice le sottoponeva per mezzo del cardinale segretario di Stato, riferentisi a leggi civi­ li, concordati e convenzioni fra la Santa Sede e le varie nazioni. È stata soppressa nel 1967 in segui­ to alla riforma della Curia romana e sostituita dal Consiglio per gli affari pubblici della Chiesa. aftartodocèti, eretici del VI sec ., discepoli di Giuliano di Alicarnasso, che si riallacciavano al­ l'eresia monofisita. (Gli avversari li chiamavano

fantasiastt). agama, nome generico dei Veda e dei più venerati

testi complementari tantrici, sivaiti e visnuiti. àgape [o agàpe ] , convito fraterno, pasto in comu­ ne degli antichi cristiani. • Non si sa fino a che punto l'agape sia stata legata all'eucaristia. A partire dal li sec., comunque, esse sono distinte. li pasto in comune, fortemente criti­ cato dai pagani, diede luogo ad abusi fin dai tempi paolini; sopravvisse tuttavia fino al VII sec.

agnèllo

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Agapemoniti, protestanti J. Prince (181 1-1899), unitisi

inglesi seguaci d i H. . poi in una comumtà religiosa accentrata attorno a una casa comune

(Agapemone) a Spaxton, presso Bridgewater in

Inghilterra, a opera di Smyth-Pigott, ex pastore an­

glicano che, nel 1902, aveva proclamato se stesso incarnazione di Gesù. La comunità sussiste tuttora

come istituzione di carità religiosa.

Agapito l (santo), papa dal 535 al 536. Di cospicua famiglia romana, succedette a Giovanni Il. Obbli­

gato dal re goto Teodato a recarsi a Costantinopoli per trattare la pace con l'imperatore Giustiniano, non raggiunse lo scopo. Ottenne invece che il pa­ triarca monofisita An timo fosse deposto e sostitui­ to dal monaco Menna. Morì a Costantinopoli nel 536 e il suo corpo fu trasportato a Roma e sepolto in San Pietro. Dante (Par., VI) accoglie la tradizio­ ne, storicamente infondata, secondo cui Agapito avrebbe contribuito a indirizzare Giustiniano sulla retta via della fede. - Festa il 20 settembre. Agapito Il (T 955), papa. Romano, succedette nel 946 a Marino Il. Favorì l'opera di riforma monasti­ ca intrapresa a Roma da Oddone di Cluny dal 927. Parteggiò per Ottone l di Sassonia contro Beren­ gario Il, e convocò i l concilio di lngelheim per far cessare le contese fra Luigi d'Oltremare e i l duca Ugo di Francia. Durante il suo pontificato Roma fu soggetta al dominio del principe Alberico Il, il cui figlio, Ottaviano, succedette ad Agapito. Agar, schiava egiziana, serva di Sara moglie di Abramo. Sara, essendo sterile, diede Agar a l ma­ rito, secondo la legge dell'epoca. Agar ebbe un figlio, Ismaele, che, legalmente, era figlio di Sara.

Dopo la nascita del proprio figlio, !sacco, Sara co­ strinse Abramo ad allontanare dalla sua casa Agar che si recò nel deserto con lsmaele. Secondo la tradizione posteriore, lsmaele divenne il caposti­ pite degli Arabi. Nel Nuovo Testamento san Paolo vede in Agar l'immagine della comunità ebraica e in Sara quella della Chiesa cristiana. Agastya, personaggio sacro o sapiente (r�t) che avrebbe portato la cultura brahmanica nelle re­ gioni dell'India meridionale. È particolarmente venerato nelle aree dravidiche e gli sono attribuiti gli inni dal 165 al 191 del primo maQqala del 8g

Veda.

A

(santa), vergine, secondo la tradizione martirizzata a Catania nel 25 1 . Dal v sec. in poi fu oggetto di particolare venerazione, sì che il suo nome ricorre nel canone della messa e negli an­ tichi martirologi; gli atti relativi alla sua vita sono però in gran parte leggendari. Stando alle tradizio­ ni popolari, un anno dopo la sua morte il velo che

gata

ricopriva la sua tomba avrebbe salvato Catania dall'eruzione dell'Etna; ciò spiega perché è invo­ cata contro i fulmini e il fuoco. Il suo culto è diffuso in modo particolare in Sicilia (Catania e Palermo). Sant'Agata è patrona, oltre che di Catania, dell' iso-

la di Malta e compatrona della repubblica di San Marino. - Festa il 5 febbraio.

Agatone

(santo), siciliano, eletto papa nel 678 e

morto nel 681 . Fece condannare i monoteliti nel 6o

concilio ecumenico di Costantinopoli (680-681) e soppresse l'usanza d'inviare un donativo all'impe­ ratore quando i papi venivano eletti. - Festa il 10

gennaio.

agènda - Lit. Presso i certosini, l'ufficio dei morti.

- Nome dato nelle Chiese luterane ai rituali e alJe raccolte liturgiche O'agenda prussiana del 18211824 pretendeva d'imporre !"'Unione" tra riformati e luterani).

Aggèo,

il decimo dei profeti minori della Bibbia,

autore dell'omonimo scritto profetico, in cui solle­

cita i Giudei a ricostruire il tempio di Gerusalemme. La sua azione si fa risalire al periodo successivo al ritorno dall'esilio, verso il 520 a.C. aggravante Teol. Circostanza aggravante, quella che rende più grave il peccato senza mutar­ ne la natura. -

secondo i musulmani, termine immutabile della vita, fissato in anticipo da Allah. agiografia, narrazione della vita di santi. Il Stu­ dio critico della vita dei santi. • L'agiografia, che nel medioevo si proponeva principalmente l'edificazione dei fedeli, con il

agial,

Rinascimento e la Riforma divenne scienza ausi­ liaria della storia della Chiesa. Le fonti degli scrit­

ti sulla vita dei santi sono: 1 . le antiche relazioni conosciute sotto il nome di Atti dei martiri; 2. le l iste liturgiche dei santi conservate nei dittici delle cattedrali; i martirologi della Chiesa occidentale e i menologi o sinassari della Chiesa orientale; 3. le biografie scritte sin dall'antichità da testimoni e da contemporanei, oppure, in epoca più tarda, sulla base di tradizioni orali e divenute molto frequenti a opera degli ordini mendicanti; 4. dopo il XJil sec., i processi e le bolle di beatificazione e di canoniz­ zazione. Baronia, in occasione della sua edizione del Martirologio romano (1586), avvertì la neces­ sità di sottoporre a critica le notizie agiografiche, ma la valutazione sistematica delle fonti fu iniziata, in epoca più tarda, dai bollandisti. Oltre a questi, numerosi eruditi hanno scritto biografie di santi di sicuro valore storico, anche se parte della lettera­ tura agiografica continua a ispirarsi a propositi di edificazione. agnèllo - Nell'Antico Testamento l'agnello rap­ presentava la vittima ordinaria di ogni sacrificio. Il Agnello pasquale, nome che gli lsraeliti davano al­ l'agnello che immolavano tutti gli anni in memoria del passaggio del Mar Rosso. Il Festa dell'agnello pasquale, nome che si dava alla festa di Pasqua in cui si usava fare benedire un agnello. Il Nel Nuovo Testamento: l'Agnello, l'Agnello di Dio, l'Agnello im­ macolato, ecc., nomi dati da san Giovanni Battista e in seguito dalla Chiesa a Gesù Cristo immolatosi

Agnèse

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come vittima per riscattare i peccati del mondo.

(Questo simbolo di purezza e di innocenza che

evoca la funzione pastorale di Cristo, si trova rap­ presentato sin dagli inizi dell'arte cristiana ed è

stato ripreso molte volte dagli artisti).

Agnèse [ J]

(santa), vergine cristiana. Subì il marti­

rio in età dai dodici ai tredici anni, secondo alcuni

sotto Decio (249-251), secondo altri sotto Valeria­ no (253-260) o sotto Diocleziano (284-305). Il suo

culto iniziò subito dopo la morte e Costantino fece

erigere una basilica sopra la sua tomba sulla Via Nomentana a Roma. - Festa il 21 gennaio.

Agnese di Assisi

(santa), sorella di santa Chia­

ra (Assisi 1 1 97-1253), che seguì nel monastero di Sant'Angelo in Pansa, quindi in San Damiano. Fu mandata, come badessa, nel convento di Firenze fondato nel 1219 e successivamente, con molta

probabilità, anche a Mantova e Venezia. Il suo cul­ to fu approvato da Benedetto XIV nel 1752. - Festa il 16 novembre.

Agni,

in India, il fuoco in tutte le sue forme, ma

più particolarmente il fuoco del sacrificio vedico. Per derivazione Agni è diventato il dio del fuoco: splendore e sole nel cielo e dio del focolare sul­ la terra. Era intermediario fra gli uomini e gli dèi

ai quali faceva giungere, per mezzo del fuoco, le offerte votive: vedeva tutto ed era un dio miseri­

cordioso. Gli era però attribuita una particolarità spaventosa, quella di "divoratore di carne uma­ na" nelle cerimonie funebri. Viene generalmente rappresentato a cavallo di un ariete; ha due teste

cinte di fiamme e quattro mani nelle quali tiene la fiaccola, il ventaglio per ravvivare il fuoco, l'ascia e il cucchiaio del sacrificio, che rappresentano i

suoi attributi. agnoèti, appartenenti a un gruppo di teologi sorto nel VI sec. secondo i quali l'anima umana di Cristo poteva ignorare diverse cose e particolarmente il giorno del Giudizio. (Un decreto del Sant'Uffizio

del 1918 affermò che non si può insegnare con si­ curezza tale dottrina né quella a essa totalmente opposta).

Agnus Dei o agnusdèi (loc. lat. che significa agnello di Dio). - Lit. Parole che iniziano un can­

to della messa introdotto dal papa Sergio l (701) per accompagnare la frazione del pane consacra­ to per la comunione dei sacerdoti e dei fedeli. Il Parte cantata nella messa cattolica, nella quale la cappella si alterna al canto dei fedeli. Il Piccolo medaglione fatto con cera mescolata al sacro cri­ sma che i l papa benedice nel primo anno del suo pontificato, nell'ottava di Pasqua, rinnovando poi il rito ogni sette anni. 01 nome, Agnus Dei, deriva dall' immagine dell'agnello pasquale impressa su una faccia del medaglione.) Il Piccolo reliquiario a forma di losanga, ornato di figure di santi, di fili d'oro e di frange di seta.

• LITURGIA.

L.:4gnus Dei,

nei tempi antichi, era ri­

petuto dal clero e dai fedeli per tutto il tempo che durava la frazione del pane eucaristico e termina­ va con miserere nobis; più tardi il nu mero delle ripetizioni venne fissato a tre, l'ultima volta chiusa da dona nobis pacem. Nelle messe per i defunti, lf\gnus Dei termina con la ch iusa "Dona loro il riposo" e la terza volta "Dona loro il riposo eter­ no". Gli agnusdei, o medaglioni di cera, un tempo

erano benedetti dall'arcid iacono il Sabato santo e venivano distribuiti ai fedeli, la domenica in a/bis, dopo lf\gnus Dei della messa papale. Fu costume poi dei papi donare a sovrani agnusdei custoditi in preziosi reliquiari. Agonia di Gesù Cristo, il momento in cui Gesù nell'orto del Getsemani, prima che si compisse il tradimento di Giuda, soffrì, come narrano i sinot­ tici "terrore e stupore, tedio e disgusto" per la cro­ cifissione che doveva subire e, pregato il Padre di allontanargli il calice amaro, si conformò tuttavia alla Sua volontà. agonizzante [33] , che o chi è in agonia: Preghie­

re per gli agonizzanti. Padri agonizzanti. Confraternita degli agoniz­ zanti. All'inizio del XIII sec. esistevano in Ungheria, Austria e Polonia associazioni dette dei fratelli della Morte, il cui scopo era quello di assistere i •

morenti. Verso la fine del secolo essi adottarono la regola degli agostiniani e cominciarono a diffon­ dersi nel resto dell'Europa. Probabilmente è stato proprio seguendo questo esempio che Camillo de Lellis fondò a Roma, nel 1586, una congregazione di "padri agonizzanti", che avevano il compito di assistere i morenti abbandonati. agostiniano, relativo a sant'Agostino o ai religiosi agostiniani. Il Religioso di un ordine che segue la dottrina e le direttive spirituali di sant'Agostino. Il Nome adottato dai giansenisti, che si considerava­ no discepoli di sant'Agostino. • Regola agostiniana. Propriamente parlando non esiste una regola religiosa che sia stata redatta da sant'Agostino, così come non esiste un ordine che si riallacci alla comunità di amici raggruppati attorno a sant'Agostino a Tagaste e a lppona. Però centinaia di istituti religiosi antichi e moderni si sono organizzati seguendo le direttive spirituali date dal santo e prendendo il suo nome. Si fa una distinzione tra le famiglie religiose che portano il nome di ordine di sant'Agostino e quelle che se­ guono semplicemente una regola che si uni forma alla spiritualità religiosa agostiniana. l . I..;ordine di sant'Agostino raggruppa religiosi e monache. l religiosi dell'ordine comprendono: gli eremitani di sant'Agostino organizzati canonicamente nel 1256; i reco/letti di sant'Agostino (detti anche sem­ plicemente reco/letti), i romitani scalzi di sant'Ago­ stino (XVI sec.). Tra le suore si distinguono quattro gruppi: le agostiniane ordinale da sant'Agoslino e

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di clausura, le scalze, le agostiniane reco/lette, le ospedaliere. 2. /stituzioni che si ispirano alla regol? detta di sant'Agostino. Esse formano una quaranti­ na di ordini o di congregazioni molto diverse tra loro (i redentoristi di sant'Alfonso de' Liguori, per es.); una quarantina di congregazioni di canonici regolari, una quindicina di ordini militari (per es. i cavalieri di Malta, i Cavalieri Teutonici, ecc.); nu­ merose istituzioni femminili (contemplative, edu­ cative, ospedaliere. missionarie) dedicate alla di­ fesa o alla redenzione delle ragazze (come le varie istituzioni religiose intitolate al "Buon Pastore"). Agostino (lettere di sant'). La corrispondenza di sant'Agostino comprende nell'edizione curata dai benedettini di San Mauro ( 1679-1700), riprodotta dal Migne nel trentatreesimo volume della Patrolo­ gia latina, duecentosettanta lettere, di cui cinquan­ tatré dirette ad Agostino dai suoi corrispondenti, così che il numero delle vere e proprie lettere di Agostino è di duecentodiciassette. Esse abbrac­ ciano un periodo di oltre quarant'anni (386-430) e per la maggior parte trattano questioni filosofiche, dogmatiche e morali. Agostino (santo) [Aurelio Agostino] , il più ce­ lebre dei padri della Chiesa latina (Tagaste, od. Souk-Ahras, 354 - lppona 430). Suo padre, Patrizio, era pagano; la madre, Monica, cristiana; iscritto tra i catecumeni, dopo i primi studi a Tagaste si trasferì a Madaura per compiervi quelli di retorica. Ritornato nel 369 nella città natale, vi rimase an­ cora un anno, che segnò l'inizio dei traviamenti e degli amori giovanili di cui doveva poi tanto ram­ maricarsi nelle Confessioni. Grazie però alla mu­ nificenza di un ricco parente, nel 370 poté recarsi a Cartagine per continuare gli studi: qui Agostino condusse una vita intensa di emozioni e di diver­ timenti, legandosi tra l'altro a una fanciulla, dalla quale ebbe nel 372 il figlio Adeodato, ma impe­ gnandosi ciononostante a fondo nello studio. Nel 373 cominciò ad accostarsi al manicheismo, quan­ do già lo studio deJI'Ortensio di Cicerone lo aveva convinto della bellezza della vocazione filosofica. Nel manicheismo pensava di trovare una risposta al problema del male, che doveva tormentarlo e stimolarlo per tutta la vita. Dopo un breve soggior­ no a Tagaste, ritornò a Cartagine come insegnante di retorica e qui, tra il 380 e il 381 , scrisse la sua prima opera (perduta) di intonazione retorica, De pulchro et opto; in questo periodo cominciò ad avanzare riserve nei confronti del manichei­ smo, che gli appariva poco rigoroso e scientifico rispetto al pensiero greco. Passato a Roma con la sua compagna e il figlio, continuò a dedicarsi all' insegnamento ma senza molta soddisfazione, mentre alla perduta fede nel manicheismo andava sostituendo l'eclettismo ciceroniano e il probabili­ �mo scettico. A Milano, dove si trasferì nel 384, per Intervento di Simmaco, come maestro di retorica.

Agostino e dove la madre l'aveva raggiunto, si compì la sua evoluzione spirituale: attraverso le letture dei testi platonici e neoplatonici cominciò a comprendere il senso spiritualistico del cristianesimo. A llontana­ ta la sua fedele compagna dopo dodici anni di vita in comune e sollecitato dalla madre, dopo essersi ritirato per parecchi mesi a Cassiciaco (nei pr� si di Milano), si fece battezzare da sant'Ambrogio la notte di Sabato santo del 387. Decise quindi di ritornare in Africa: a Ostia, sulla via del ritorno, per­ dette la madre; lasciò l'Italia nel 388 e, rientrando a Tagaste, vendette i propri beni per devolverne il ricavato ai poveri. Poi si stabilì a lppona, dove fu ordinato sacerdote (391), e di cui nel 396 divenne vescovo. Mori nella sua città episcopale, mentre questa era assediata dai Vandali. Il suo corpo, portato in Sardegna ai tempi di san Fulgenzio, fu poi trasportato nell'VIII sec. a Pavia, per cura di Liutprando, re dei Longobardi, e tumulato in San Pietro in Ciel d'oro. - Festa il 28 agosto. Tra gli scritti filosofico-teologici di Agostino (che esplicò un'attività letteraria immensa, sempre notevole per la molteplicità delle direzioni in cui si rivolse il suo pensiero e per la profondità con cui affrontò i vari temi) sono da ricordare: Contra Academicos (tre li­ bri), De beata vita, De ordine (due libri), Soliloquio (due libri), De immortalitate animae, De quantitate animae, De magistro, De musica, De vera religione, De libero arbitrio (tre libri), De doctrina Christiana (quattro libri), De tn'nitate (quindici libri), De Ge­ nesi ad litteram (dodici libri); scrisse inoltre mol­ te opere polemiche contro manichei, donatisti e pelagiani, opere esegetiche, Sermoni (che rispec­ chiano la sua attività pastorale) e u n ampio epi­ stolario, in cui alcune lettere hanno l'ampiezza e l'importanza di veri e propri trattati. Ma i suoi scritti più celebri rimangono le Confessioni, in tredici li­ bri, opera autobiografica e fi losofica insieme, ma che invero sfugge a ogni definizione letteraria, e La città di Dio (De civitate Dei, in ventidue libri), opera apologetica in difesa del cristianesimo con­ tro gli attacchi dei pagani, e nello stesso tempo il primo grande saggio di filosofia e di teologia della storia. Nella sua casa, Agostino aveva organizzato una piccola comunità fraterna. ispirandosi alle sue regole di vita e alle direttive da lui tracciate nei trattati e nelle lettere (in particolare, la lettera 211), numerosi ordini religiosi ne hanno ricavato le loro linee maestre. Da questo punto di vista, Agostino è il padre delle comunità religiose che si rifanno al suo nome. Tutto il pensiero di sant'Agostino si svol­ ge intorno a due problemi essenziali: Dio e il desti­ no dell'uomo, perduto dal peccato, salvato dalla Grazia. Contro il manicheismo, Agostino aveva al­ fermato la negatività del male, la libertà delJ'uomo, il carattere personale della responsabilità etica; ma, quando si vennero affermando e diffondendo le dottrine di Pelagio, accentuò polemicamente la

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agrapha concezione pessimistica dell'uomo come essere decaduto per il peccato originale e l'impossibilità di salvarsi senza l'intervento della Grazia divina, fino a giungere alla dottrina della predestinazione: di qui le diverse e spesso contrastanti interpre­ tazioni date al suo pensiero nel corso dei secoli posteriori. l: influenza di sant'Agostino ha lasciato le tracce più profonde nella teologia: i grandi temi agostiniani hanno dominato tutta la teologia occi­ dentale fino all'affermarsi del tomismo. Lutero ne ha ripreso, deformandola, la visione pessimistica dell'uomo peccatore. li giansenismo ha la sua fon­ te in un libro (Augustinus) scritto per presentare una sintesi delle sue idee. Ai giorni nostri, alcuni aspetti dell'esistenzialismo cristiano riecheggiano ancora il pensiero di Agostino. agrapha, termine che serve a designare parole dette da Gesù, non contenute nei Vangeli cano­ nici e giunte a noi attraverso papiri, scritti antichi apocrifi, ecc. Non fanno parte della Rivelazione cristiana. Agricola, pseudonimo di Johannes Sneinder o Schnitter, teologo tedesco (Eisleben 1494 - Berlino 1566), capo della scuola degli antinomisti. Disce­ polo di Lutero, è autore di una raccolta di proverbi tedeschi. Spesso è chiamato MAGISTER ISLEBIUS (Maestro di Eisleben). Aguirre (José Saenz de), cardinale e teologo spa­ gnolo (Logroflo 1630 - Roma 1699). Benedettino, segretario del Sant'uffizio, fu creato cardinale (1686) da lnnocenzo Xl, a ricompensa della sua confutazione delle tesi gallicane del 1682, conte­ nuta nel Defensio cathedrae Sancti Petri adversus declarationes cleri gallici (1683), in cui tra l'altro era sostenuta l'infallibilità pontificia. Si oppose an­ che al quietismo e ne promosse la condanna. Ahimelek o Achimelech, gran sacerdote del santuario di Nob, sotto Saul, fu da questi giustizia­ to, insieme con tutta la famiglia, per aver aiutato David. ahifTisi, parola sanscrita con cui si designa il principio della non violenza, del non nuocere, predicato da tutte le religioni dell'India, e più par­ ticolarmente dal giainismo. (Gandhi la eresse, da principio morale, a condotta politica, ponendola a base della non-aggressività). Ahitofel o Achitofel, israelita, consigliere di David, aden alla ribellione di Absalom, al quale consigliò di impadronirsi dell'harem del padre e suggerì un piano d'attacco per liberarsi di lui. Falli­ to il tentativo, Ahitofel per disperazione si impiccò. In lui i Padri videro una prefigurazione di Giuda. ahi ai-Bayt ("quelli della Casa"), espressione di origine coranica generalmente usata per indicare la famiglia di Maometto. In questa i sunniti com­ prendono: Fatima (figlia del Profeta e della sua prima moglie), il marito di lei, 'AlT, le altre spose di Maometto, i discendenti dall'una e dalle altre; gli

sciiti invece escludono queste ultime. In senso lar­ go l'espressione comprende gli Abbasidi e anche tutti i Banu Hashim. ahi al-l:tadith ("partigiani dell'�adTth", ossia della tradizione canonica intorno ai detti e fatti di Mao­ metto), denominazione, nel l sec. dell'egira, dei so­ stenitori del più rigoroso rituale contro ogni devia­ zione o lassismo; modernamente, dei wahhabiti dell'India per il loro assiduo studio della tradizione riguardante il Profeta. ahi ai-Sunna, espressione ar. che significa gente della Sunna e che indica i sunniti, cioè i musul­ mani ortodossi in contrapposizione agli sciiti e ai kharigiti. ahi-i l:taqq ("partigiani della verità"), aderenti a una setta estremista sciita, praticamente ormai fuori dall'lslam. Credono nell'incarnazione di Dio, che nel corso della storia si sarebbe ripetuta sette volte; l'ultima e definitiva di queste nel califfo 'AlT. Non osservano le pratiche del culto islamico e non si ritengono soggetti al divieto dei cibi immondi e delle bevande alcooliche; al Corano sostituiscono libri propri in persiano e in turco azerT. Il centro principale della setta è Kermanshah, nell'Iran. Al:tmad (voce ar., propr. lodatissimo e quindi equi­ valente a Mu�ammad), uno degli appellativi di Maometto, usato dai musulmani come nome pro­ prio. (Esistono anche le forme AHMED e AHMET: quest'ultima è la forma del turco moderno). al:tmadiyya ("seguaci di A�mad"), setta riformi­ sta musulmana, fondata nel 1889, nell'India setten­ trionale, da MTrza Ghulam A�mad, morto nel 1908, le cui idee furono molto discusse dai musulmani, dagli indù e dai cristiani. Essa è divisa in due grup­ pi distinti che svolgono un'intensa attività missio­ naria in Europa. Le sedi delle due correnti sono rispettivamente Rabwa e Lahore (Pakistan). Il se­ condo gruppo, più dinamico e occidentalizzato, è potente in Inghilterra (Woking Mission). Al:tmed Yasawi, in turco Ahmet Yesevi, mistico turco dell'Asia centrale (Sayram, Turchestan, se­ conda metà dell'Xl sec. - Yasi 1 166), considerato il fondatore di una scuola di mistici che conta tuttora numerosi adepti. Tamerlano fece erigere un mau­ soleo sulla sua tomba. Autore di poesie mistiche, ora perdute, il cui spirito è però fedelmente ripro­ dotto in alcune poesie del celebre Diwiin-i-�ikmet (Raccolta di poesie religiose).

Ahriman, in avestico Angra Mainyu, nello zoroa­ strismo, lo spirito malvagio, il principio delle tene­ bre e dell'inganno, capo dei daeva, mostri, demo­ ni, ecc. Contro lui lotta Ahura Mazdiih (Ormuzd), principio del bene. Ahura Mazdah, principale divinità degli Ache­ menidi, raffigurata in un disco alato. Nella religio­ ne mazdea (o zoroastriana) è il dio supremo da cui dipendono gli Ameshaspenta.

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A ' 'isha, seconda moglie di Maometto (La Mec­ ca 614 circa - Medina 678). Figlia di Abu Bakr, fu sposata giovanissima (nel 623 o 624) dal Profeta. Rimasta vedova a 18 anni, si diede alla politica e, nemica implacabile di 'Ali, che aveva suggerito a Maometto di ripudiarla, quando egli divenne ca­ liffo organizzò una rivolta contro di lui. Cadde in suo potere nella battaglia del Cammello (656), così chiamata perché la lotta più accanita si svolse in­ torno al cammello che portava la lettiga di 'A'isha, e fu ricondotta per ordine del vincitore a Medina, dove visse tranquilla per più di vent'anni. aissaua, in ar. 'isawiyya o ''isawa, nome dato ai membri di una confraternita marocchina diffusa nell'Africa del Nord e fondata a Meknès da STdT Muhammad ibn '!sa morto verso il 1525. (I membri di questo ordine sono noti per le loro pratiche e cerimonie di carattere isterico e riescono a rag­ giungere l'insensibilità fisica con danze effettuate da fermi, sui due piedi, attorno al fuoco. In questo stato di insensibilità ingoiano scorpioni vivi, chio­ di, vetro, si trafiggono le carni con aghi. A volte, in occasione della festa del MOIOd, divorano le carni crude di un montone senza scuoiarlo. Nel corso del XV sec. ebbero un peso anche nella vita politica). Akan, biblico figlio di Karmi; durante la conquista di Gerico si impadronì di alcuni oggetti preziosi, trasgredendo il comando di Dio che imponeva di distruggere ogni cosa. Ciò provocò la sconfitta degli Ebrei davanti ad Ai. Essendo stata scoperta la sua colpevolezza, fu lapidato nella valle, che da quel fatto prese il nome di Akor (in ebr. 'akkòr, disordine); nel primo libro delle Cronache è chia­ mato Akar. Akiba o rabbi Aqibah ben Joseph, rabbino palestinese (50 circa - 132 d.C.) della scuola di Jam­ nia, in Palestina, fu tra i primi ordinatori sistematici del materiale tradizionale ebraico, che servì di fon­ damento alla Mishna; ammirate le sue meditazioni su Dio, sulla creazione e sulla libertà dell'uomo. Sotto l'imperatore Adriano, durante la rivolta giu­ daica contro il dominio romano, si schierò in favo­ re del condottiero giudeo Bar Kokheba additando in lui, a quanto pare, l'atteso Messia. Catturato dai Romani, fu giustiziato. La storia della sua vita e del suo martirio - tramandata in modo alquanto leggendario - fa di lui una delle figure più celebri e ammirate dell'antico giudaismo e della sua fede monoteista. Ak$obhya, il secondo dei cinque "buddha della contemplazione" (dhyiini-buddha). Corrisponde al "buddha terrestre" Kanakamuni. È raffigurato, seduto, rivolto verso oriente, nel gesto della testi­ monianza; il suo animale favorito è l'elefante. Alano della Rupe (beato), domenicano breto­ ne, teologo e predicatore morto nel 1475. - Festa 1'8 settembre.

àlbero Alano di Lilla, in fr. Alain de Lille, detto Doctor universalis, scrittore e teologo francese (Lilla tra il 1 1 15 e il 1 128 - Cìteaux 1203). Fu rettore dell'uni­ versità di Parigi. Due sue opere latine, il De planctu naturae (scritta tra il 1 160 e il 1170) e l'Anticlaudia­ nus ( 1 1 83 circa), divennero famose. La prima è un'allegoria morale di cui si ritrova l'eco nel Ro­ manzo della rosa di Jean de Meung; I'Anticlaudia­ nus è un poema di tipo moralistico-enciclopedico, che ebbe versioni in lingua francese. Da ricordare anche il suo De fide catholica contra hereticos, im­ portante per la storia delle dottrine ortodosse nel medioevo. albanési, membri di una setta catara italiana, con centro in Lombardia, che prese il nome da Albano (Bergamo); erano detti anche "desenzani", da De­ senzano sul lago di Garda. (La setta ebbe origine nel XII sec. e si diffuse anche in qualche regione dell'Italia centrale). Albani (Alessandro), cardinale italiano (Urbino 1692 - Roma 1779). Nipote di Clemente XJ, nunzio straordinario a Vienna nel 1720, fu fatto cardinale da Innocenzo XJII. Principale autore del concorda­ to tra la Santa Sede e Vittorio Amedeo 11 (1727), lo difese contro le tendenze revisionistiche di Clemente XII, nella propria qualità di protettore del regno di Sardegna. Scelto dagli Absburgo come protettore dell'Impero (1745) per i suoi at­ teggiamenti antifrancesi, cercò di barcamenarsi tra la monarchia austriaca e quella piemontese, urtandosi, nelle sue mene diplomatiche, con Clemente XIV, anche in conseguenza del proprio filogesuitismo. Collezionista e mecenate. raccolse ragguardevoli tesori d'arte, fece erigere la famosa villa che da lui prende nome, e protesse tra gli altri il Winckelmann. àlbero - Albero della Croce (o legno della Croce), la croce su cui fu crocifisso Gesù Cristo. Il Albe­ ro della scienza del bene e del male, l'albero del paradiso terrestre dal quale Eva, secondo la narra­ zione della Bibbia, contro il divieto divino staccò il frutto. • Il culto degli alberi ebbe larga diffusione tra le popolazioni indoeuropee, che vivevano in regio­ ni coperte di folte foreste. I boschi sacri avevano funzione di tempio per i Germani e presso gli Slavi il culto dei boschi e degli alberi si praticò fin dalle epoche più remote; la quercia presso i Galli era l'albero sacro dal quale i Druidi raccoglievano il vischio quercino. Del culto degli alberi presso gli antichi Greci si ha la testimonianza attraverso le numerose divinità silvane da loro venerate. Lucia­ no scrive che gli antichi attribuivano a ogni divini­ tà un albero sacro: la quercia a Giove, il lauro e la palma ad Apollo, l'olivo a Minerva, il pino a Cibele, ecc. Anche i Romani veneravano spesso boschi e alberi: nel Foro esisteva un fico sacro, piantato - secondo la tradizione - dallo stesso Romolo e

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Alberoni fatto oggetto di culto ufficiale. Sugli alberi sacri a Bacco si appendevano tirsi e tamburelli; sotto di essi si preparavano tavoli coperti di offerte. Infine, in numerosi miti gli alberi erano considerati resi­ denza delle divinità (come ad es. nel mito delle Driadi e delle Amadriadi). In Italia fu istituita nel 1899 da Guido Baccelli la festa degli alberi - dif­ fusa prima in America, poi in Europa - celebrata annualmente con la piantagione di alberi da parte degli alunni delle scuole elementari e medie, in accordo con le autorità forestali e vari altri organi competenti, onde inculcare nei giovani l'amore per le piante e insegnare loro ad averne cura, illu­ strandone la funzione e l'importanza. Veo1 ANCHE IN: Scienza, Economia

Alberoni (Giulio), cardinale italiano, primo mini­ stro di Spagna (Piacenza 1664-1752). Figlio di un giardiniere, fu educato dai barnabiti di Piacenza e ordinato sacerdote. Avendo preso parte come segretario alla missione inviata (1702) dal duca di Parma presso il duca di Vendome, comandan­ te delle truppe francesi in Italia, ne conquistò le simpatie e fu da lui condotto nelle Fiandre e poi in Spagna. Nominato ambasciatore di Parma a Madrid, concluse il matrimonio tra Filippo V ed Elisabetta Farnese, nipote del duca di Parma. Scalzato dal potere il cardinale Del Giudice (1716) e divenuto egli stesso primo ministro di Spagna e cardinale (1717), ideò un ardito piano per restituire alla Spagna i domini europei perduti col trattato di Utrecht e per liberare l'Italia dalla preponderanza austriaca, mediante l'intervento spagnolo. A tal fine attuò riforme interne e progettò imprese mili­ tari; ma una spedizione allestita contro i Turchi, e dirottata contro la Sardegna per le inframmettenze del duca di Parma, provocò la formazione di una coalizione antispagnola, composta da Inghilterra, Olanda, Austria e Francia (la Quadruplice allean­ za), che, sconfitta la Spagna, costrinse Filippo V a congedare l'Alberoni (5 dicembre 1719). Rientrato in Italia, egli fu accolto ostilmente come respon­ sabile della guerra, e gli venne perfino contestata la dignità cardinalizia; ma il processo a suo carico si concluse nel 1723 con un breve di assoluzione, risultando insufficienti i motivi per privarlo della porpora. Nel 1735 Clemente XII gli affidò il governo della legazione di Romagna: ricoprendo tale uffi­ cio venne incaricato di tentare di riunire allo Stato pontificio la repubblica di San Marino, ma la sua opera fu poi annullata da Clemente XII, che restituì l'indipendenza al piccolo Stato. Gli fu poi affidato (1740-1743) il governo della legazione di Bologna; in seguito poté ultimare in Piacenza (1751) la costi­ tuzione e l'ordinamento di un collegio per eccle­ siastici che da lui prese nome e al quale attendeva dal l732. Alberto (santo), vescovo di Vercelli e patriarca di Gerusalemme (Castrum Gualterii, diocesi par-

mense, 1 149 circa - San Giovanni d'Acri 12 14). Appartenne ai canonici regolari di Santa Croce in Mantova dove verso il 1 180 fu eletto priore. Nel 1 184 fu vescovo di Bobbio e, nell'anno seguente, di Vercelli. Esercitò un'intensa attività pastorale e anche politica, conchiudendo la pace tra Milano e Pavia nel 1 194 e tra Parma e Piacenza nel 1 199. Eletto patriarca di Gerusalemme dai canonici regolari del Santo Sepolcro, accettò, per invito di Innocenza III. Raggiunta la Palestina nel 1206, essendo Gerusalemme occupata dai musulmani, risiedette a San Giovanni d'Acri svolgendo intensa attività diplomatica per garantire la pace fra i prin­ cipi crociati. Fra il 1 207 e il 1209 redasse la regola degli eremiti del monte Carmelo e per questo è ve­ nerato dai carmelitani come il loro primo legisla­ tore. Fu pugnalato da un chierico da lui destituito. - Festa 1'8 aprile. Alberto, antipapa. Cardinale-vescovo di Sabina, fu opposto nel 1 102 dall'imperatore Enrico IV al le­ gittimo papa Pasquale Il; regnò poche settimane. Alberto da Trapani o di Sicilia o di Mes­ sina (santo) [Trapani 1212 circa - Messina 13061307] , al secolo ALBERTO DEGLI ABBATI ; carmeli­ tano nel convento di Trapani. Convertì molti ebrei in Sicilia. È venerato a Messina perché nel 1301 l'avrebbe rifornita miracolosamente di vettovaglie durante l'assedio di Roberto duca di Calabria. Cul­ to approvato nel 1476. - Festa il 7 agosto. Alberto Magno (santo), filosofo, teologo e scienziato tedesco (Lauingen, Svevia, 1 193 circa - Colonia 1280). Secondo una tradizione sarebbe nato dalla famiglia dei conti di Bollstadt, secondo un'altra da una famiglia di militari. Studiò in Italia, e a Padova, nel 1223, entrò nell'ordine domenica­ no. Lettore di teologia nel convento di Colonia e in altri conventi tedeschi, ottenne il titolo di mae­ stro di teologia nel 1245 a Parigi, dove insegnò tre anni (1245-1248): in quest'epoca ebbe come discepolo Tommaso d'Aquino. Insegnò poi a Co­ lonia (1248-1254) e in altre città. Fu provinciale del suo ordine per la Germania e vescovo di Ra­ tisbona (1260-1262). La fortuna eccezionale del suo grande discepolo Tommaso d'Aquino ha no­ tevolmente nociuto alla conoscenza del pensiero di Alberto Magno, spesso considerato solo come preparatore e antesignano del grande sistema to­ mistico. In realtà la personalità di Alberto ha una sua spiccata impronta originale. Si può dire che egli per primo comprese che la filosofia e le scien­ ze non dovevano essere coltivate soltanto come semplici strumenti e avviamenti alla teologia, ma avevano un valore autonomo; e quindi approfon­ dì la conoscenza dell'aristotelismo e della cultura araba, proponendosi di esporre e commentare per i Latini tutte le opere del Corpus aristotelico e degli scienziati arabi. Il valore di questi commenti, come pure quello delle sue opere originali, è mol-

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Albizzi

popolari. Contro l'albigesismo l'azione del clero to vario: Alberto manca di sistematicità e ha una locale fu inoperante; sia secolari sia religiosi se ne certa tendenza all'eclettismo; il suo aristotelismo lasciarono contaminare e l'opera missionaria dei è fortemente imbevuto di neoplatonismo, sia per­ cisterciensi non ebbe maggiore efficacia. La sola ché tra i commentatori arabi preferisce Avicenna, controffensiva che ottenne qualche successo fu sia perché è a conoscenza di opere che più diret­ condotta da san Domenico e dai suoi primi quella tamente si riallacciano a Proclo e all'originario compagni (a partire dal 1205). Con la loro predi­ neoplatonismo. Infatti egli non è soltanto maestro cazione popolare, la vita povera, i contraddittori di Tommaso (che vorrà ristabilire l'autentico ari­ che tennero con i "puri", diedero inizio a un movi­ stotelismo), ma a lui fa capo anche una corrente mento di conversione al cattolicesimo ortodosso. di pensiero di schietta impronta neoplatonica che Nel 1208, un legato pontificio, Pietro di Castelnau, avrà notevole sviluppo in Germania e che si con­ assassinato. Si accusò allora il conte di Tolosa fu cluderà con l'opera di Nicola da Cusa. Di grande di aver ordinato o almeno ispirato l'attentato: In­ importanza è la produzione scientifica di Alberto nocenza lll scomunicò Raimondo VI e bandì la Magno, non solo per i contributi che diede alle crociata contro gli albigesi e i loro fautori. Allora singole scienze particolari, ma per il metodo da la lotta contro l'eresia assunse un aspetto politico. lui instaurato, fondato sull'esperimento e sull'os­ il re Filippo Augusto rifiutato di prender Avendo servazione diretta, con cui integrò le conoscenze parte alla crociata, il comando fu affidato a un attinte da Aristotele e dagli scrittori arabi. Notevoli feudatario dell'Ile-de-France, Simone di Montfort. i suoi studi sulla botanica (De vegetalibus), sulla Il sacco di Béziers ( 1 209), di Narbona e di Carcas­ zoologia (De animalibus), sulla geologia, chimica sonne, e l'intervento del re Pietro di Aragona a fa­ e mineralogia (De mineralibus et rebus metallicis). vore degli eretici - fu ucciso in battaglia a Muret La chimica gli deve importanti scoperte, quali l'af­ nel 1213 - segnarono gli inizi della crociata, che fìnaggio dell'oro, l'azione dell'acido nitrico sui me­ terminò con l'intervento della monarchia france­ talli, ricerche sullo zolfo e la potassa, la nozione di se. Il trattato di Parigi ( 1229) risolse a favore della affinità. Fu beatificato nel 1652 e canonizzato nel corona la questione del Mezzogiorno, dopo che 1931. - Festa il 15 novembre. Amalrico di Montfort (figlio di Simone, ucciso du­ albigési, setta religiosa, diffusa dalla metà del XII sec. nel Mezzogiorno della Francia, e specialmen­ rante l'assedio di Tolosa) ebbe rinunciato ai suoi te ad Albi e neii'Albigeois (da cui il nome). Era una diritti in favore di Luigi VIII. La guerra finì quindi frazione della setta dei catari. per avere carattere di conflitto politico fra Nord e • RELIGIONE E STORIA. L'eresia albigese, sviluppatasi Mezzogiorno e determinò la crisi decisiva della raf­ nel Xli sec., risolveva il problema del male secon­ finata cultura di lingua d'oc. do i princìpi dei catari, rifacendosi a un sistema Albigesi. Ritratto di papa dualista di tipo manicheo: tutto ciò che è carnale Innocenza Ili, che lanciò viene dal principio del male; l'adesione al Dio del la crociata contro gli bene esige una totale astinenza (il che comporta Albigesi, in una stampa la condanna del matrimonio). Solo i puri, o perfet­ del XVII sec. ti, mettevano integralmente in pratica questo prin­ cipio dell'astinenza assoluta. Si diventava perfetto attraverso un rito di iniziazione e purificazione c.hiamato consolamentum, che i semplici fedeli ncev�vano solamente in punto di morte. Nelle pro­ spettive catare era impossibile che Dio, principio del bene, si fosse incarnato: gli albigesi rifiutavano quindi la divinità di Cristo. Condannavano inoltre la Chiesa gerarchica, proclamando che i riti cat­ Albizzi (Francesco), cardinale e teologo italiano tolici erano soltanto riprovevoli superstizioni. I (Cesena 1593 - Roma 1684). Assessore del Sant'Uf­ fedeli dell'albigesismo erano raggruppati in attive fizio dal 1635, fu l'estensore delle due bolle anti­ comunità dirette dai "puri". La diffusione dell'ere­ giansenistiche In eminenti (1642) di Urbano VIH e sia fu facilitata nel Mezzogiorno della Francia dal­ Cum occasione ( 1653) di Innocenza X, che lo creò la condotta poco edificante del clero ufficiale di cardinale (1654). Lottò accanitamente contro il questa regione e dall'appoggio d'un certo numero giansenismo, attirandosi le accuse di filogesuiti­ di feudatari (per convinzione o per la speranza di smo ed entrando in contrasto, per i suoi estremi­ a �propriarsi dei beni della Chiesa), segnatamente smi, con la maggioranza del collegio cardinalizio. d1 due potenti vassalli del conte di Tolosa Raimon­ Scrisse una Risposta alla historia della Sacra lnqui­ do VI: il conte di Foix e il visconte di Béziers. La borghesia del Mezzogiorno aderì in massa alla sitione composta già dal R. P Paolo servita ( 1678), classi nelle anche penetrò che dottrina, nuova occasionata probabilmente dalla ristampa (1675)

Albornoz del Discorso dell'origine, forma, leggi ed uso del­ l'Ufficio dell'Inquisizione in Venezia di Paolo Sarpi. Albornoz (Gil [Egidio] À lvarez CARRILLO DE), cardinale spagnolo e uomo politico (Cuenca 1310 - Viterbo 1367). Di nobile famiglia aragonese, fu cancelliere di Alfonso XI di Castiglia e nel 1338 fu fatto arcivescovo di Toledo. Combatté contro i Mori (Tarifa, 1340), ma, caduto in disgrazia presso il re Pietro I il Crudele, si rifugiò in Avignone, dove fu fatto cardinale da Clemente VI (1350). Venuto in Italia come legato di Innocenza VI nel 1353, vi rimase quattordici anni, nel corso dei quali ricosti­ tuì e riorganizzò gli Stati Pontifici, sottomettendo i riottosi signori della Romagna (Ordelaffi, Mala­ testa, Manfredi, eccetera) e ricuperando al papa­ to Viterbo, Orvieto, Narni e altre terre usurpate da Giovanni da Vico. Per preparare il ritorno del papa a Roma, si valse anche dell'opera di Cola di Rienzo, contando sull'influenza che questi aveva sul popolo romano, ma l'esperienza fu negativa (1354). Nel 1357 emanò a Fano una serie di ordina­ menti (Constitutiones aegidianae), che rimasero a lungo in vigore negli Stati della Chiesa. Alla morte di Innocenza VI ( 1362) favorì l'elezione di Urbano V rinunciando alla propria candidatura, e ricevette a Tarquinia lo stesso Urbano V (1367), che ripor­ tava temporaneamente la sede pontificia a Roma. Poco prima di morire, aveva organizzato una lega per difendere gli Stati della Chiesa dagli attacchi dei Visconti. Alcantara (ordine d'), ordine religioso e militare di Spagna, fondato nel 1 156 a imitazione dei tempia­ Ti. Adottò la regola cistercense; papa Alessandro III ne approvò gli statuti nel 1 177. Nel 1217, il re di Le6n affidò all'ordine la difesa di Alcantara. Ricostituito sotto il controllo dei re di Spagna, soppresso dalla Repubblica nel 1872, ristabilito nel 1874 da Alfonso XII, nuovamente soppresso dalla II Repubblica nel 1931 e ristabilito dal generale Franco nel 1936. La decorazione è una losanga d'oro caricata da una croce gigliata di verde, sormontata da un trofeo d'oro, il nastro è verde. alcantarini, membri di una congregazione religio­ sa francescana sorta in Spagna nella prima metà del XVI sec., chiamati anche frati minori della rifor­ ma di san Pietro d'Alcantara oppure congregazione della più stretta osservanza, o francescani scalzi. Alciati della Mòtta (Giovanni Paolo), eretico italiano (Savigliano, Cuneo, 1515 circa - Danzica 1573 circa). Rifugiatosi a Ginevra (1546), dopo aver aderito a un g:-uppo di eretici antitrinitari di Vicen­ za, suscitò i sospetti della Chiesa calvinista per il suo estremismo teologico; urtatosi con Calvino stesso, per la condanna al rogo di Michele Serveto, si mise in salvo in Polonia (1562). Ma anche da qui dovette allontanarsi (1564) riparando in Moravia e poi a Danzica, dove visse probabilmente eserci­ tando la professione di medico.

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Aldebèrto e Clemènte, eretici dell'VIII sec. Na­ tivo della Gallia il primo, irlandese il secondo, ven­ gono ricordati insieme per aver diffuso, dopo es­ sersi fatti illegalmente consacrare vescovi, dottrine eretiche costituite da un miscuglio di cristianesimo e di superstizioni pagane. Condannati dal sinodo di Soissons del 744 per iniziativa di san Bonifacio, e poi in altre occasioni, finirono imprigionati. Al­ deberto fu ucciso da predoni durante la fuga dal monastero di Fulda dov'era stato rinchiuso. 'Aienu ("è su di noi" cioè "è nostro dovere"), pre­ ghiera ebraica che prende il nome dalla parola con cui inizia. Alessandria (patriarcato d'). È uno dei cinque grandi patriarcati del mondo cristiano (unitamen­ te ad Antiochia, Roma, Gerusalemme, Costanti­ nopoli). Nel 1 2 19 fu creato un patriarcato latino d'Alessandria; dal 1899 esiste anche un patriar­ cato copto-unito. All'antica Chiesa di Alessandria appartennero celebri patriarchi quali Atanasio, Cirillo, Dioscoro, ecc. Al tempo delle grandi ere­ sie orientali il patriarcato fu un centro di accanite controversie teologiche. Alessandria (scuola cristiana d'), fondata intor­ no al 180 da Panteno, probabilmente di origine siciliana, che le diede non soltanto una solida organizzazione culturale, ma anche un preciso carattere di punto d'incontro tra il cristianesimo e la cultura ellenistica. Allievi di Panteno furono Clemente Alessandrino (che insegnò dal 190 circa al 202) e Origene (dal 203 al 231), con i quali la scuola assunse notevole importanza. A essi succe­ dettero Eracla (231-232) e Dionigi di Alessandria. Dopo Dionigi, le notizie sulla scuola non sono mol­ to sicure. Nel IV sec. ebbe come suo massimo rap­ presentante Didimo il Cieco, che diresse la scuola per oltre cinquant'anni, fino alla morte (398); a lui succedette Rodone, che fu l'ultimo scolarca. La scuola di Alessandria fu la più celebre scuola cate­ chetica dei primi secoli del cristianesimo: in essa si mirò a un approfondimento, dal punto di vista teoretico, delle dottrine cristiane e fu tentata una conciliazione fra cristianesimo e filosofia greca (prevalente fu l'influsso del platonismo); nell'ese­ gesi dei testi sacri, si faceva largo uso dell'interpre­ tazione allegorica. Alessandria (scuola ebraica d'), comunità ebrai­ ca d'Egitto nell'antichità. Dopo la caduta di Geru­ salemme nel 586 a.C. molti Ebrei fuggirono in Egit­ to per non essere deportati a Babilonia. l papiri di Elefantina ci informano sulla vita di una delle co­ munità ebraiche dell'Egitto, fino alla morte di Da­ rio Il. All'epoca dei Seleucidi e degli Asmonei, gli Ebrei d'Egitto, ellenizzati in seguito alla conquista macedone, esercitarono un forte influsso sui loro correligionari palestinesi. Oltre alla traduzione gre­ ca dell'Antico Testamento, detta impropriamente dei Settanta, ad Alessandria sorse una copiosa

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universale senza però il carattere monistico datole letteratura ebraica in lingua greca, nei secc. III e da Avicebron. 11 a.C. La storia biblica, adattata al gusto greco, fu usata per esprimere le idee universalistiche e na­ Alessa ndro 1 1 1 (Roland o Bandine lli) [Siena - Ci­ vita Castella na 1181], papa dal 1 159 al l l81. Celebre zionalistiche del giudaismo che si era sviluppato canoni sta, insegnò a Bologn a e verso il 1 149 scris­ fuori della Palestina. L'attività letteraria degli Ebrei se un comme nto al Decretum di Grazian o; e forse, di Alessandria non dim inuì nell'epoca di Erode e in quel medesim o periodo, un'opera di teologia in­ neppure all'inizio del dominio romano. Parecchi titolata Sententiae, in cui si avverte l'influsso delle di questi scritti redatti in greco furono inclusi nel­ dottrine , e specialm ente del metodo, di Abelardo. la Bibbia dei Settanta. All'inizio dell'era cristiana Eletto il 7 settembre 1 159, venne subito riconosciu­ Filone Alessandrino tentò di accordare la dottrina to dalla Francia, dall'Ingh ilterra, dalla Spagna, dal ebraica con la filosofia platonica, interpretando Portogall o, dall'imperatore d'Oriente Manuele allegoricamente la storia biblica. Come immagine Comneno e dal re di Gerusale mme Baldovin o 111, e tipo di una vita terrena ideale egli descrisse quel­ mentre in Germani a e in Italia non mancaro no i la di una comunità religiosa ebraica palestinese, riconoscim enti all'antipapa Vittore IV (cardinale cioè gli esseni, ma la sua descrizione fu ritenuta Ottaviano di Monticelli), sostenuto da Federico fantastica dai primi apologisti cristiani. Di essa Barbarossa. Sentendosi minacciato a Roma, Ales­ però scrissero Plinio e Giuseppe Flavio, ambien­ sandro 111 si rifugiò in Francia, dove rimase dal 1 162 tandola sulle rive del Mar Morto. Qui appunto, al 1 1 65. Tornato in Italia, assunse la direzione della a Khirbet Qumran, nel 1947 furono scoperte le lotta sostenuta dai Comuni lombardi contro l'impe­ rovine della comunità descritta, in maniera forse ratore, che, dopo la morte di Vittore IV, gli contrap­ alquanto idealizzata, da Filone. Nel Il sec. d.C. le pose ancora gli antipapi Pasquale 111 e Callisto 111. persecuzioni romane rallentarono l'attività lettera­ Determinò così un progressivo rafforzamento de­ ria degli Ebrei di Alessandria. gli stessi nella lotta contro il Barbarossa e cooperò Alessandro da Sant'Eipidio (al secolo, forse, alla formazione della prima Lega lombarda (1 167). Alessandro Fassitelli), teologo italiano (Sant'Eipi­ Dopo la battaglia di Legnano (1 176), il Barbarossa dio, Marca di Ancona, 1265 - i 1326). Maestro di si riconciliò con Alessandro 111, umiliandosi ai suoi teologia (1307) all'università di Parigi, dov'era piedi a Venezia (1 177). Poco dopo il pontefice in­ stato discepolo di Egidio Romano, generale degli disse il concilio ecumenico Laterano 111 ( 1179). Fu eremitani ( 1312), sostenne papa Giovanni XXII, che energico difensore della sovranità, della libertà e lo fece vescovo di Melfi, contro Ludovico il Bavaro della supremazia della Chiesa: al papa appartiene nella polemica giurisdizionale. Scrisse De iurisdic­ tione imperii et auctoritate Summi Pontificis e De una suprema autorità (auctoritas) che trascende i ecclesiastica potestate. poteri di tutti i principi della terra (administratio); Alessandro di H ales, teologo inglese, chiamato egli però non interviene negli affari temporali dei Doctor irrefragabilis (Hales, Gloucestershire, 1 170 principi, se non quando questi per inettitudine o circa - Parigi 1245). Intorno al 1220 insegnò a Parigi per iniquità si dimostrino indegni. Alessandro 111 in qualità di maestro secolare; entrato nell'ordi­ accentuò la centralizzazione nella Chiesa per ac­ ne francescano verso il 1231, fu il primo maestro crescere il potere del pontefice sulla gerarchia. dell'ordine che insegnasse all'università di Parigi Alessandro IV (Rinaldo dei Conti di Segni) [i Vi­ (1232-1238): da allora i francescani ebbero in per­ terbo 126 1 ] , papa dal l254 al 1261. Continuando la manenza una loro cattedra nella facoltà di teolo­ tradizionale politica antisveva della Chiesa, tentò gia. Ad Alessandro è attribuita una somma teolo­ invano di impedire a Manfredi, figlio di Federico Il, gica, chiamata appunto Summa fratris Alexandri, di affermarsi nel regno di Sicilia, e ai ghibellini i n che però raccoglie capitoli suoi e di altri teologi Toscana. I n contrasto con i cittadini romani, f u co­ del suo ordine: essa è una sintesi del pensiero dei stretto a vivere quasi sempre fuori di Roma, dove le francescani di quel tempo sui principali problemi sorti della politica furono a lungo e con fermezza teologici e filosofici, e fu ampiamente utilizzata da dirette dal bolognese Brancaleone degli AndaJò, san Bonaventura. Alessandro di Hales conobbe e chiamato nel 1252 alla carica di senatore e d ive­ utilizzò le principali opere d i Aristotele, gli scritti nuto sostenitore sempre più deciso d i Manfredi. di Avicenna e di Avicebron, ma rimase fedele alla Diede nuovo impulso alla repressione dell'eresia �radizione agostiniana, entro i cui schemi vengono prescrivendo il procedimento sommario (1257) e mglobate anche alcune dottrine desunte da Ari­ si adoperò per l'unione delle Chiese. stotele e dagli Arabi: l'intelletto attivo non è inteso Alessandro V (Pietro Filargis) [isola d i Candia come una sostanza separata, ma come un elemen­ 1340 - Bologna 1410], antipapa. Francescano, stu­ to dell'anima individuale; la dottrina aristotelica diò a Oxford e a Parigi, e quivi fu professore di dell'astrazione è accettata quasi integralmente, teologia. Di vasta cultura, scrisse un Commento ma viene collegata con la teoria dell'illuminazio­ alle Sentenze di Pier Lombardo, d i grandissima im­ ne divina; viene affermata la tesi dell'ilemorfismo portanza storica, essendovi esposte e criticate nu-

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merose dottrine di contemporanei e predecessori Alessandro VI. Papa (1 492-1 503) - Roma, in un linguaggio agile e vivace: la sua posizione si Pinacoteca Vaticana. può definire eclettica, tra lo scotismo e l' occami­ smo. Con l'appoggio di Gian Galeazzo Visconti fu vescovo di Piacenza (1386), Vicenza (1388), Nova­ ra (1389). Arcivescovo di Milano dal 1402 al 1409, cardinale nel 1405, fu eletto papa nel 1409 al con­ cilio di Pisa dai cardinali delle due obbedienze in cui la Chiesa era divisa per lo Scisma d'Occidente. La sua elezione, che la Chiesa considera illegitti­ ma, non pose fine allo scisma. Alessandro VI (Rodrigo de Borja o Borgia) [Jati­ va, presso Valencia, in Spagna, 1431 - Roma 1503] , papa dal 1492 al 1503. Figlio di Isabella Borja, so­ mentre è sicuro che la sua condotta morale, parti­ rella di papa Callisto III, e di Jofré de Borja y Doms, colarmente agli occhi dei moderni, non fu conso­ suo cugino, a quattordici anni, per la protezione na all'alto ufficio di sommo pastore della Chiesa, dello zio allora cardinale, ebbe canonicati e pre­ ma si adeguò piuttosto a quella di un principe del bende da Niccolò V. Venuto in Italia nel 1449, già Rinascimento. nel 1455, dallo zio diventato papa, era stato nomi­ nato protonotario apostolico, mentre nel 1456 fu Alessandro VII (Fabio Chigi) [Siena 1599 - Roma 1667], papa dal 7 aprile 1655 al 22 maggio 1667. Vi­ fatto cardinale, vicecancelliere della Chiesa ancor celegato a Ferrara (1629), vescovo di Nardò (1635), prima di ricevere gli ordini maggiori, e vescovo di inquisitore e visitatore apostolico a Malta, nunzio Valencia (per questo fu chiamato anche "il cardi­ pontificio a Colonia (1639), rappresentò la Santa nale Valentino"). Morto Callisto 111 (1458), ebbe il Sede al congresso di Munster (1643), ma si rifiutò favore di Pio Il e di Sisto IV, alla cui morte tentò in­ vano di farsi eleggere papa. Ascese invece al soglio di firmare i protocolli finali di Vestfalia ( 1648) in quanto contrari agli interessi della Chiesa. Segreta­ pontificio nel 1492, quando già aveva avuto nume­ rio di Stato (1651) e cardinale (1652), fu eletto papa rosi figli: due femmine (Isabella e Girolama) e Pier Luigi, primo duca di Gandia (n. 1463), di cui non è nel 1655 e dovette a lungo occuparsi del gianse­ certa la madre, e quattro figli nati da Vannozza de nismo, contro il quale pubblicò vari documenti di Cathaneis o Cattanei: Cesare, Giovanni, secondo condanna. Ebbe violenti contrasti con Luigi XIV duca di Gandia, Lucrezia e Goffredo. Tutti vennero per la questione di Castro e di Comacchio, con­ legittimati con varie bolle; più tardi Rodrigo Bor­ clusasi nel 1664 (trattato di Pisa). Accolse a Roma gia ebbe un'altra figlia da Giulia Farnese. Come la regina Cristina di Svezia (1655), fu protettore di pontefice, Alessandro VI fu una delle più discusse artisti, tra cui il Bernini, e abbellì la città di molte personalità della sua epoca; egli fu in primo luogo tra le più significative opere del barocco romano, sovrano temporale, partecipando attivamente alle come il colonnato di piazza San Pietro e le chiese vicende politiche italiane. Ostile alla spedizione di piazza del Popolo. in Italia di Carlo VIII di Francia (1494), lasciò il Alessandro VII. Papa passo al re diretto a Napoli, ma organizzò subito ( 1 655-1667) - castello di dopo contro di lui, con Venezia e Milano, una lega Gripsholm, Svezia. che lo costrinse ad abbandonare Napoli e l'Italia (1495). Più tardi si alleò con Luigi XII di Francia nel­ l'interesse del figlio Cesare, che ebbe il ducato di Valentinois e aiuti militari, in vista della creazione di un proprio regno nell'Italia centrale. La sua vita dissipata venne denunciata con asprezza dal Savo­ narola che l'accusò di simonia e fu da Alessandro V1 scomunicato (1497) e più tardi (1498) impiccato e bruciato sul rogo a Firenze alla presenza di invia­ ti pontifici. Pur alleandosi con Francia e Spagna, i Alessandro VIli (Pietro Vito Ottoboni) (Venezia suoi progetti crollarono in seguito alla sua morte 1610- Roma 1691), papa dal 6 ottobre 1689 al 1° feb­ improvvisa. La figura di Alessandro VI, molto com­ braio 1691. Cardinale nel 1652, vescovo di Brescia plessa, venne variamente giudicata ed è difficile nel 1654, fu eletto papa alla morte di Innocenzo ancor oggi pronunciarsi in modo assoluto e de­ Xl. Il suo breve pontificato fu dominato dalla que­ finitivo: certo alcune delle accuse portate contro stione gallicana; disconobbe a Luigi XIV il diritto di di lui furono esagerate o false (soprattutto quelle imporre regalie ai vescovadi che ne erano esenti e che lo dipinsero come avvelenatore e incestuoso), condannò con la bolla lnter multiplices, pubblicata

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rapidamente la dottrina più accettata e diffusa tra il giorno prima della sua morte, le quattro proposi­ i moralisti cattolici, in opposizione specialmente zioni che contenevano l'enunciazione delle libertà al rigorismo dei giansenisti. Nominato vescovo gallicane votate dal parlamento franc��e nel 1 68�. . di Sant'Agata dei Goti, presso Benevento (1762), alessiani, designati anche come celllfr, con nfen­ vi continuò l'opera missionaria fino a quando fu, mento alle celle dei loro conventi, sorsero dal mo­ dietro sua richiesta, esonerato dal governo della vimento dei begardi nel XIV sec. in Fiandra come diocesi (1775). Trascorse gli ultimi dodici anni tra ordine religioso di fratelli laici dediti a opere di i suoi religiosi, gravemente ammalato, rattristato carità, segnalandosi ai tempi della peste nera. Sot­ dalle scissioni sorte in seno alla congregazione. toposti alle regole di sant'Antonio da Sisto IV nel Ha lasciato numerosissime opere. Tra le più di­ 1472, nel XVII sec. presero il loro nome definitivo vulgate: Le glorie di Maria (1750), Teologia morale da sant'Alessio, titolare della chiesa del convento (1753-1755), Le visite al Santissimo, L'apparecchio principale in Aquisgrana. Decaduto nel XVIII sec., alla morte, Pratica di amar Gesù Cristo. Canonizza­ riformato in Germania nel 1854 e riconosciuto da to nel 1839, dottore della Chiesa nel 1871. - Festa Pio IX nel 1870, l'ordine si diffuse specialmente in il }0 agosto. Renania e in Francia, dedicandosi agli ospedali e 'Ali in it. Alì (t 661), 4° califfo arabo. Figlio di Abu ai ricoveri dei dementi e dei vecchi. Finalità analo­ !alib, cugino e genero di Maometto di cui aveva ghe si propone l'ordine femminile delle alessiane sposato la figlia Fatima, fu uno dei primi segua­ o sorores nigrae. ci del Profeta e combatté sempre al suo fianco. Alessio (Sergej Vladimirovic Simanskij), patriarca Salito al potere dopo la morte di 'Othman (656), di tutte le Russie (Mosca 1877-1970). Di una fami­ dovette vincere l'opposizione di 'À'isha e di al­ glia di piccola nobiltà, promosso archimandrita cuni dei compagni di Maometto, che sconfisse nel 1906, fu poi rettore dei seminari di Tula, Mosca nella battaglia del Cammello (656); poi quella di e Novgorod. Alla morte del patriarca di Mosca, Mu'awiyya, governatore della Siria, che affrontò a Sergio (1944), fu patriarca ad interim, e tale dignità SiffTn (657). Benché avesse all'inizio riportato un gli venne confermata dal Santo Sinodo nel 1945. notevole vantaggio, consentì che un collegio di Come il predecessore, si sforzò di mantenere rela­ arbitri giudicasse del conflitto tra lui e Mu'awiy­ zioni cordiali con le autorità sovietiche. ya, ma, poiché la sentenza gli fu sfavorevole, non Alfeo, nome col quale nel Nuovo Testamento sono l'accettò. Deciso a riprendere le ostilità contro il ricordati il padre dell'apostolo Levi o Matteo e, se­ ribelle, si mise in marcia da Kufa, ma, giunto ad Al­ condo alcuni esegeti, il padre dell'apostolo Giaco­ mo il Minore. Anbar, stimò più opportuno sbarazzarsi prima dei Alfonso di Castro, vescovo e teologo spagnolo kharigiti (cioè di quei suoi partigiani che avevano (Zamora 1495 - Bruxelles 1558). Dell'ordine dei fra­ abbandonato la sua causa alla notizia dell'arbitra­ ti minori, predicatore nel collegio di Salamanca, to, ritenendo peccato un tal passo) e li massacrò consigliere di Carlo V e di Filippo Il, fu figura di presso AI-Nahrawan (658). Rinunciando quindi primo piano al concilio di Trento, dove giunse pre­ alla campagna contro Mu'awiyya, ritornò a KOfa, ceduto dalla fama di abile confutatore di eretici, mentre contro di lui, ormai screditato come califfo, che gli era valsa il nome di haeresiomastix (frusta si radunava ad Adhruh una conferenza di notabili degli eretici). Scrisse Adversus omnes haereses incaricatasi di rendere di pubblica ragione il ver­ libn· XIV (1535) e De iusta haereticorum punitione detto degli arbitri. Nella seconda fase dell'incon­ (1547). Poco prima della morte fu fatto vescovo di tro, destinata a designare califfo una terza persona Compostella. (dopo aver proclamato decaduti dalle rispettive Alfonso Maria de'Liguori (santo), dottore cariche i due competitori) 'Amr ibn al-'� inaspet­ della Chiesa (Marianella, Napoli, 1696 - Nocera tatamente designò Mu'awiyya, suscitando le prote­ 1787). Laureatosi sedicenne in diritto canonico e ste di tutti i presenti per aver violato gli accordi. La civile presso l'università di Napoli, lasciò la toga e conferenza si sciolse senza alcuna conclusione e si fece sacerdote nel 1726, dedicandosi all'evange­ 'AlT, mantenendo il titolo califfale almeno tra i suoi lizzazione del popolo minuto napoletano. Nel 1727 sostenitori, restò inattivo a Kufa, mentre lo Stato fondò l'opera delle Cappelle destinata a raccoglie­ cadeva a poco a poco nelle mani degli avversari. re gente del popolo per pratiche pie e istruzione Tre anni dopo, a 62 o 63 anni, moriva sotto il pu­ religiosa; lo sviluppo della sua azione lo spinse a gnale di un kharigita, vendicatore dei massacrati riunire i collaboratori nella prima comunità della a Al-Nahrawan. congregazione del SS. Redentore (redentoristr), Allacci (Leone), erudito e teologo greco (Chio fortemente avversata dal governo napoletano. Die­ 1586 - Roma 1669). Dalla Grecia venne in Italia e de fondamento teologico e morale alla sua opera nel 1599 fu ammesso nel collegio romano di San­ missionaria formulando la dottrina dell'equipro­ t'Atanasio, istituito per giovani greci di fede catto­ babilismo, che costituiva un'attenuazione delle lica. Ebbe poi varie mansioni da alti prelati e pon­ tendenze )assiste del probabilismo, e che divenne tefici, e chiuse la sua carriera come custode della

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te trascende ogni cosa creata. Dio stesso, del resto, Biblioteca vaticana. Fecondissimo erudito, autore ne ha indicato gli attributi attraverso i nomi che dà di una sessantina di opere delle quali alcune ine­ a se stesso nel Corano. La pia tradizione islamica dite, trattò dei rapporti tra la Chiesa romana e la li ha raccolti con ogni cura, in numero di 99, com­ greca (De Ecclesiae occidentalis atque orientalis ponendone una corona il cui centesimo grano perpetua consensione, 1648), s'occupò di letteratu­ corrisponde al nome stesso di Allah. Essi sono, ad ra bizantina, di storia della patristica, di epigrafia, es.: il Reale, la Verità, il Sublime, Luce della Luce, il ecc. Diede anche contributi notevoli allo studio Saggio, l'Onnipotente, Colui che è diverso da tutto della letteratura italiana, con una raccolta di rime ciò che è stato creato, l'Onnisciente, il Testimonio, antiche estratte dai codici vaticani e con la Dram­ il Benefattore, il Misericordioso, Colui che perdo­ maturgia (1666), ampio repertorio bibliografico di na. Tale dunque la dottrina coranica, che, quando opere teatrali edite e inedite. nell'Jslam si sviluppò una speculazione teologica Allah, il dio unico deii'Jslam. Due sono le etimolo­ (kalam), con le sue varie scuole e indirizzi, ne co­ gie proposte per il nome: l'articolo al ed ilah (dio), stituì logicamente il testo fondamentale. Per sem­ oppure l'aramaico Alaha. La denominazione e la plificare, si possono distinguere due grandi tesi concezione di Allah, dio unico, sono anteriori a che concernono direttamente Dio: quella della sua Maometto: nell'Arabia preislamica si credeva, in unicità (tawf:i7d), e quella della sua giustizia ('adi) modo più o meno preciso, in un dio onnipotente, in rapporto alla retribuzione degli atti umani. La se non unico per lo meno supremo, il che costitui­ prima si articola in tre problemi fondamentali: sce già un avvio al monoteismo che sembra d'altra l'esistenza di Dio (wugiud Allah), razionalmente parte profondamente connaturato con la menta­ dedotta dalla creazione, che suppone un creato­ lità semitica. Solo nel Corano però viene definito re; i suoi attributi ($ifat), che non devono essere e nel contempo ampliato il concetto di Allah. In confusi con la sua essenza; il problema dei versetti esso, in prima persona, Allah stesso parla di sé: il antropomorfici del Corano, che vanno "interpre­ testo del Corano è infatti la parola divina resa ma­ tati" come metafore o allegorie. La seconda que­ nifesta agli uomini, per bocca di Maometto. Allah stione è centrata sul problema vitale dell'esistenza è "il benefattore che insegna la predicazione". È lui "che insegna all'uomo ciò che ignorava" e pertan­ o meno di una libertà di arbitrio nell'uomo, data l'apparente contraddizione tra l'onnipotenza divi­ to le sure coraniche iniziano "nel nome di Dio, il na e la responsabilità umana. Oggigiorno il pen­ benefattore misericordioso" (bismillah ai-Raf:iman a!Ra/:lim). Allah è il creatore di ogni cosa e l'arbi­ siero musulmano è grandemente influenzato dalle nuove tendenze filosofiche in senso modernistico. tro supremo della sua creazione e, quando verrà il È possibile che da ciò scaturisca un nuovo kalam, momento del giudizio, momento che nessuno co­ nosce, egli separerà gli eletti dai reprobi. Egli non che si accordi con le idee della scienza moderna ha né associati né paredri, né figli, come si crede­ sul destino umano. va nell'Arabia preislamica; e ancora viene speci­ Alleanza, nome di diverse organizzazioni pro­ ficato che egli è Uno in se stesso, Uno ed Unico; testanti di cui ricordiamo le principali: Alleanza padrone imperscrutabile, non generante e non ge­ evangelica mondiale (World's evangelica! allian­ nerato, senza uguali e perciò in netta opposizione ce), fondata nel 1846 a Londra: si propone, come con la Trinità cristiana. L'onnipotenza del "Signore è detto nella copertina della rivista ufficiale, The degli Orienti e degli Occidenti" mette in luce la sua Evangelica! Christendom, "che i cristiani inglesi e misericordia e la sua benevolenza che perdona e quelli di altre nazioni attuino in se stessi e mani­ assolve. Ma il Dio, che è rifugio di coloro che gli si festino agli altri la vivente ed essenziale missione consacrano, manifesta anche la sua collera contro di tutti i credenti nella scuola di Cristo". Trovò eco quanti rifiutano i suoi benefici. L'uomo, infatti, è anche in altri paesi, compresa l'Italia. Alleanza pienamente responsabile e Allah, l'onnipotente, lo presbiten·ana o alleanza delle Chiese riformate che giudica. Perfetto in tutto, Allah vede tutto, sa tutto si reggono con il sistema presbiten'ano (AIIiance of ed è partecipe di ogni atto umano: "non cade una reformed churches through the world holding the foglia senza che Egli non lo sappia: non vi è un presbyterian system), fondata nel 1875 per aiuto re­ solo granello nelle tenebre della terra, un filo verde ciproco fra le Chiese presbiteriane. Tra le centoot­ o disseccato che sia sconosciuto al Libro evidente to Chiese alleate si trova pure la Chiesa valdese. (Allah)". L'ordine che regna nell'universo è però Alleanza battista mondiale (Baptist world alliance) soltanto il riflesso della potenza creatrice di Allah: fondata nel 1905 a Londra per la cooperazione tra non deve perciò assolutamente accadere che il le Chiese battiste. Alleanza mondiale per l'amicizia fedele sia tentato di adorare questo ordine in se internazionale mediante le Chiese (World alliance stesso, ma deve farsene un oggetto di meditazione for promoting international friendship through the riconoscendo in esso "i segni (ayiit) di Dio". In rela­ churches), nata fra il 1905 e il 1907 per opera dei zione al meraviglioso ordine dell'universo l'uomo rappresentanti delle varie Chiese radunati in con­ può intuire la perfezione di Dio, che assolutamengressi a New York e a Londra; suo scopo è di met-

Almoràvidi

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Allah. Manoscritto di una pagina del Corano, fine del Xlii sec. - New York, Metropolitan Museum of Arts. tere le forze religiose al servizio della pace interna­ zionale. Esiste un comitato anche in Italia. alleanza, atto, in virtù del quale due o più Stati con­ traggono un reciproco impegno di appoggio per il raggiungimento di un determinato fine. - Antica alleanza, patto che, secondo la Sacra Scrittura, Dio concluse con Adamo e rinnovò con Noè, Abramo, Mosè; il mosaismo. Il Nuova alleanza, quella che Dio ha contratto con tutti coloro che credono in Gesù Cristo; il cristianesimo. • Presso gli antichi Ebrei, alleanza (berft) indicava il rapporto di convivenza di due parti, con i diritti e i doveri che ne derivavano. Tra le molte stipula­ zioni di alleanze tra la divinità (Jahvé) e Israele o i singoli ebrei, di incommensurabile valore è quella avvenuta sul monte Sinai (antica o vecchia allean­ za, 1225 circa a.C.). Quivi Jahvé fece conoscere i propri ordini a Israele a cui impose l'obbligo di adorare Lui solo con esclusione di tutti gli altri dèi, promettendogli la propria protezione a pat­ to che seguisse i dettami morali e le leggi. Segni dell'appartenenza a Jahvé erano la circoncisione e, innanzitutto, l'osservanza delle leggi divine del decalogo, del codice dell'alleanza, delle leggi re­ ligiose. La nuova alleanza o Nuovo Testamento, continuazione ed espansione dell'antica alleanza su cui era fondata la religione ebraica, è la base della religione cristiana. La nuova alleanza si con­ clude sul Calvario con il sacrificio di Cristo, ed è accompagnata da nuove esigenze morali che de­ vono fare del cristiano un candidato alla santità. allegòrico - Metodo allegorico, sistema consi­ stente nell'interpretare molti testi dei libri sacri a

modo di allegoria, di figura, di simbolo. (Jl senso allegorico non esclude necessariamente il senso letterale. L'allegoria fu soprattutto usata da filone l'Ebreo e, tra i cristiani, da Origene, dalla scuola d i Alessandria e d a san Bernardo.) allelùia, canto di trionfo e rendimento di grazie, passato dal giudaismo alla religione cristiana: Cantare l'alleluia. Il Piccolo brano liturgico voca� lizzato che si canta nella messa tra il graduale e il vangelo. Il Nel corso dei secc. XVII- XVIII venne usato come ritornello anche in canzoni profane. • liTURGIA. Gli Ebrei davano il nome di gran Hai­ le/ ai Salmi dal CXJII a l CXVIII che iniziavano con la parola alleluia. In Oriente si usava l'aJieluia tutto l'anno, persino ai funerali e, nel corso del IV sec., fu in uso in Africa come canto domenicale. Nella Chiesa latina venne cantato nell'officiatura e nella messa, dapprima a Pasqua e durante il periodo pa­ squale, in seguito tutte le domeniche e anche du­ rante le esequie. San Gregorio Magno lo soppresse durante la prequaresima. Decadde poi nella litur­ gia funeraria in età variabile nelle singole Chiese occidentali. Papa Alessandro II, dalla domenica di settuagesima sino a Pasqua, lo sostituì nell'officia­ tura con la formula Laus tibi Domine, rex aetemae gloriae. Tutti i ritornelli dell'alleluia comprendono, alla fine di questa parola, un vocalizzo sulla a Uu­ bilus). - Il piccolo brano liturgico chiamato Alle­ luia è formato da un versetto della Sacra Scrittura, preceduto e seguito dalla parola alleluia. Al suo posto, dalla settuagesima a Pasqua, viene recitato il tratto, séguito d i versetti senza alleluia. Allies (fhomas William), teologo e storico inglese (Bristol 1813 - t 1903). Subì a Oxford l'influsso del Newman e del Pusey; nel 1838 divenne pastore an­ glicano. In seguito, fautore del riavvicinamento alla Chiesa cattolica romana, sostenne il movimento di Oxford in conferenze e scritti e per questo venne ammonito dal suo vescovo. Nel 1850 si convertì al cattolicesimo; nel 1855 insegnò storia all'università cattolica di Dublino. Ha scritto: La Chiesa d 'Inghil­ terra difesa dall'accusa di scisma (1846) e La sede di San Pietro (1850). Allioli (Joseph Franz von), teologo cattolico tede­ sco (Sulzbach 1793 - Augusta 1873). Fattosi (1815), insegnò lingue orientali, esegesi e logia biblica a Landshut (1821) e a Monaco 1835), e fu deputato al Landtag bava �"mt·a��a una sua traduzione in tedesco della testo della Vulgata (1830-1837). Almoràvidi, in ar. AI-Mu confraternita di monaci gu::::�ifllj��i!:� ni che, sotto la guida spi Allah ibn YasTn, nell'Xl sec. del Marocco e vi fondarono Questa (il cui primo vero sovrano fu lashfin) in meno di un secolo, dal 1056 al l l conquistò il Maghreb ed estese poi il suo dominio sull'Andalusia (1086) ,

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almuzia e su tutta la Spagna araba. Morto il vecchissimo Tashfin (1106), gli succedette il figlio 'AlT ibn Yu­ suf ibn Tashfin che nella battaglia di Uclés o dei Sette conti (1 108) vinse e uccise don Sancio, figlio primogenito di Alfonso VI di Castiglia. Ben presto però gli Almoravidi dovettero difendersi dalla cre­ scente forza degli Almohadi che nel 1 147 s'impa­ dronirono della capitale Marrakech e vi uccisero l'ultimo principe almoravide, il giovane lshaq ibn AlT ibn Yusuf. almuzia, mantelletta di pelliccia, con cappuccio, che copriva il capo e le spalle dei canonici per proteggerli dal freddo durante gli uffici. (Diede origine alla mazzetta). • Calmuzia è un'insegna per alcuni membri dei capitoli canonicali di grado inferiore: ha forma di larga stola ornata di code e viene recata sul brac­ cio sinistro. àlogi, eretici del li sec. che contestavano l'autenti­ cità del Vangelo e dellApocalisse di san Giovanni, e negavano la dottrina del Logos o Verbo. Erano awersari del montanismo. (li termine alogi può anche essere interpretato in senso spregiativo come i "senza ragione"). altare - Nel cattolicesimo: Altare mobile o porta­ tile, "pietra sacra" piatta consacrata dal vescovo e contenente reliquie, sulla quale è permesso cele­ brare la messa, anche fuori della chiesa, in virtù di un indulto accordato dalla Santa Sede. Il Altare pn'vilegiato, altare sul quale il sacerdote che cele­ bra la messa può acquistare, per concessione pon­ tificia, indulgenza plenaria applicabile ai defunti. Il Altare maggiore, l'altare principale della chiesa solitamente posto in fondo alla navata centrale. Il Altare papale, l'altare maggiore delle basiliche ro­ mane di San Giovanni in Laterano, San Pietro, San Paolo, Santa Maria Maggiore, San Lorenzo al Vera­ no e di quelle di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli ad Assisi. Ordinariamente vi può cele­ brare soltanto il papa. Il Tovaglia d'altare, tovaglia in tela di lino con cui si copre l'altare. Il Mensa dell'altare, parte essenziale dell'altare sulla quale si celebra la messa. Nell'ebraismo: Altare degli olo­ causti, quello sul quale si immolavano le vittime offerte a Dio. Il Altare dei profumi o dell'incenso, quello sul quale il sacerdote bruciava incenso, la mattina e la sera. VEDI ANCHE IN: Arte

altarista, prete addetto all'altare, all'addobbo del­ l'altare. Althaus (Paul), teologo tedesco (Obershagen, Hannover, 1888 - Erlangen 1968). Compiuti gli stu­ di teologici a Tubinga e a Gottinga, insegnò teolo­ gia sistematica ed esegesi neotestamentaria nella facoltà teologica di Erlangen. È considerato un classico rappresentante del luteranesimo eccle­ siastico, equidistante sia dal neoprotestantesimo radicale sia dalla "nuova ortodossia". Nel 1970 è

comparso in traduzione italiana il suo Commento alla Lettera ai Romani. Alting (Johann Hendrik), teologo olandese (Emden 1583 Groninga 1644). Sostenitore del calvinismo intransigente, insegnò all'università di Heidelberg e, negli ultimi anni di vita, a quella di Groninga. - Suo figlio JACOB (Heidelberg 1618 - Groninga 1679), professore a Groninga e famo­ so ebraista, polemizzò con Samuel Desmarets (Maresio). alumbrados, membri di una setta cristiana mi­ stica diffusasi in Spagna dagli inizi del XVI al XVII sec., la cui dottrina confusamente definita risenti­ va di influssi orientali, neoplatonici e protestanti. Secondo gli alumbrados, gli eletti, appunto perché direttamente illuminati dallo Spirito Santo, erano sciolti da ogni obbedienza all'autorità ecclesiasti­ ca. La Chiesa romana anche per questo li osteggiò aspramente; l'Inquisizione cominciò a colpirli a partire dal 1530. La setta si confuse poi con altri gruppi quietistici. Alva y Astorga (Pedro de), teologo spagnolo (Carbajales 1600 circa - Bruxelles 1667). Frate francescano, sostenne il dogma dell'Immacolata Concezione con tale impeto polemico da suscita­ re vasta ostilità, che gli costò l'esilio nei Paesi Bassi (1661). Tra le opere, molte delle quali inedite, è un Armamentarium seraphicum pro tuendo lmmacula­ tae Conceptionis titulo (1648). Una sua vita di san Francesco (1651), impostata su di uno stretto pa­ rallelo tra il santo e Cristo, venne messa all'Indice. Alvelt (Augustin), teologo cattolico tedesco Ci 1532 circa). Dell'ordine dei frati minori, scrisse, come lettore di Sacra Scrittura a Lipsia, una prima opera sulla supremazia papale (1520) che suscitò polemiche coi luterani; un secondo suo scritto sullo stesso argomento provocò la risposta di Lutero Del papato di Roma contro il famosissimo romanista di Lpsia. i Polemizzò con Lutero anche circa l'eucaristia e la canonizzazione del vescovo Benno di Meissen. Nel 1529 fu eletto provinciale della Sassonia. ama, in Giappone, monaca buddhista. (Le ama vivono i n comunità, in conventi presso il mona­ stero nel quale risiede il loro direttore spirituale. Hanno la testa rasata e devono sottostare a regole rigorose). Ambrogio (santo), arcivescovo di Milano (Treviri 334 o 339- 340 - Milano 397). Lasciò nella Chiesa cattolica, e nella Chiesa milanese in particolare, l'impronta della sua multiforme personalità, da un punto di vista disciplinare, dottrinale, liturgico e organizzativo, esercitando insieme un potente influsso sulla contemporanea evoluzione giuri­ dica, politica e istituzionale dell'Impero romano. Figlio di un alto funzionario della Gallia, educato a Roma secondo i canoni classici, ma già catecume­ no, dopo una residenza a Sirmio come avvocato -

Ambrogio

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Ambrogio (Sanr). Cappella di San Vittore in Ciel d'Oro, 470 ca, mosaico - Milano, Basilica di Sant'Ambrogio.

ebbe modo di mostrare tutta la propria fedeltà al pontefice Oamaso l. La sua azione aveva sempre maggiore efficacia, e per la lotta da lui intrapresa contro i residu i culti pagani (382-383) Graziano, nonostante le proteste di Simmaco, soppresse il titolo di pontifex maximus, rimosse dal senato la statua della Vittoria, abolì i collegi sacerdotali e le esenzioni delle vestali. Senonché la morte di Gra­ ziano (383) e l'elezio ne del giovane Valentiniano 11 sotto la tutela della madre Giustina, di religione ariana, sembrarono mettere in forse tutta l'opera di Ambrogio. Se infatti il successo ottenuto nella difficile missione presso l'usurpatore di Gallia, Massimo (384), rafforzò la sua indiscussa autori­ tà inducendo Valentiniano a confermare la legi­ sl�zione antipagana di Graziano, non poté far sì che Giustina rinunciasse a combatterlo; essa anzi pretese la consegna di una basilica milanese a un vescovo ariano, il quale volle assumere il nome del predecessore di Ambrogio, Aussenzio, e fece emanare un editto a favore della libertà di culto per i semiariani (386). Ambrogio, rinchiuso nella basilica Porziana con altri vescovi cattolici e con il popolo che cantava i suoi inni, subì coraggiosa­ mente l'assedio dell'esercito imperiale e scagliò contro il vescovo ariano il Sermo contra Auxen­ tium. Uscito vincitore dal conflitto e incaricato di una nuova missione presso Massimo, ruppe con questo (386) prendendo posizione contro tutti gli usurpatori (387) e con l'Apologia Davidis rafforzò i propri legami con Teodosio. Nello stesso anno bat­ tezzò il suo più illustre catecumeno: sant'Agostino. Stabilitosi a Milano, Teodosio accentuò la propria indipendenza dal vescovo, che si dedicò allora alla stesura di scritti morali e alla raccolta delle sue prediche e delle sue catechesi: compose il De officiis ministrorum (389-390), l'Expositio Evangelii secundum Lucam (390), l'Expositio psalmi CXVf/1, il De Poenitentia contro i novaziani; di poco suc­ cessivo è il De Sacramentis, raccolta delle sue ca­ techesi ai neofiti. Ma Ambrogio ritornò ben presto a far sentire la propria autorità in occasione della strage di Tessalonica (390) compiuta da Teodosio. Nella famosa Epistola 51 (una delle novantuno che compongono il suo epistolario, fonte storica rilevante) impose all'imperatore di far penitenza prima di riaccostarsi al culto sacro. ll Natale 390 segnò il trionfo di Ambrogio e la prima esplicita sottomissione dell'autorità imperiale a quella spiri­ tuale, premessa alle successive concezioni dei rap­ porti tra Chiesa e Impero di cui Ambrogio tracciò le grandi linee nell'orazione funebre per la morte di Teodosio (De obitu Theodosù). La sua azione pastorale sempre più estesa (riprese negli ultimi anni la questione della verginità nell'Exhortatio virginitatis), le funzioni di metropolita, che Ambro­ gio esercitava ormai senza contestazioni nell'Italia settentrionale, fondando anche nuove diocesi, l

al tribunale della prefettura del pretorio, venne nominato governatore della Liguria ed Emilia con sede a Milano (370). Alla morte del vescovo ariano Aussenzio, Ambrogio, intervenuto per scongiurare conflitti tra cattolici e ariani, fu acclamato vescovo e, ricevuto i! battesimo, fu consacrato il 7 dicembre 374. Evitando di acuire i già aspri conflitti cristolo­ gici, si dedicò alla riforma del clero e alla diffusio­ ne della vita ascetica, sulla scorta dell'ascetismo greco: Atanasio, Origene, Filone. Scrisse allora il De virginibus e il De viduis (377). Poco più tardi, con il De fide (378) composto su richiesta dell'im­ peratore Graziano, iniziò invece la sua diuturna lotta all'arianesimo e la sua influenza sui reggitori dell'Impero. La sua dottrina teologica, anch'essa attinta a fonti greche, ma esposta con nitidezza e con forza tutta romana, produsse le prime conse­ guenze nel campo delle leggi: Graziano proscrisse gli ariani estremisti (eunomiani) e con la legge Omnes vetitae (379) proibì il culto pubblico a tutte le eresie; Teodosio, divenuto collega di Graziano, ne seguì l'esempio, proclamando (Cunctos popu­ los, 380) la fede cattolica unica religione pubblica dell'Impero e proibendo il culto pubblico pagano. Quando Graziano si trasferl da Treviri a Milano (381), la collaborazione con Ambrogio si fece più stretta. Al si nodo di Aquileia (381) il presule, la cui autorità era ormai vastissima, fece condannare due vescovi ariani dell'Illiria. Intervenne quindi direttamente nei contrasti tra le Chiese orientali e, meno felicemente, sulle decisioni del Concilio costantinopolitano l, urtandosi con lo stesso Teo­ dosio. Cade in quel tempo la composizione del De incamationis dominicae sacramento e la partecipa­ zione al sinodo romano del 382 in cui Ambrogio

ambrosiano

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nelle adunanze religiose nelle diverse liturgie e allargarono la sua influenza sino all'lllirico, all'Afri­ confessioni cristiane, specialmente nella messa, ca, all'Oriente. Dopo la morte non cessò l'efficacia del suo magistero attraverso le numerose opere, diede presto luogo a melismi ripetuti e variati. quasi tutte derivate dalla sua attività personale: Ameretat (in avestico, l'immortalità), nella religio­ opere esegetiche, come gli Exaemeron libri sex, il ne mazdaica, nome del sesto Ameshaspenta, sem­ De Isaac et anima, ecc.; morali e ascetiche, in cui pre ricordato insieme con Haurvatat.. È lo spirito sostenne anche il carattere "amministrativo" della tutelare del regno vegetale. proprietà privata; dogmatiche, in cui contribuì alle Amitabha ("luce senza limiti"), uno dei cinque successive definizioni trinitarie (De Spiritu Sancto), "buddha della contemplazione" (dhyani- buddha) e sacramentali (De Mysteriis), in molti punti apren­ elaborati dalla tradizione mahayana. Questi cin­ do la via a sant'Agostino. Grande traccia lasciò que buddha, anche se tradizionalmente vengono anche nell'ambito cultuale, con la fondazione di connessi a più o meno leggendari personaggi, basiliche, !'"invenzione" di sacre reliquie (Protasio sono piuttosto simboli di determinati aspetti della e Gervasio, Vitale e Agricola, Nazario e Celso), e, realtà e dell'essere assoluto. Amitabhaha anche nell'ambito liturgico, come ordinatore e innovato­ l'appellativo di Amitayus ("vita senza fine"): il pri­ re della liturgia della Chiesa milanese, con la re­ mo appellativo simboleggia l'infinito temporale, il golamentazione del canto antifonale, con la defi­ secondo l'infinito spaziale. Di color rosso, seduto nitiva affermazione di una recente forma liturgica, in meditazione, Amitabha presiede al paradiso l'inno, che da lui prese il nome (V. AMBROSIANO). occidentale, in cui, infinitamente misericordioso, - Festa il 7 dicembre. accoglie tutti coloro che hanno avuto fede in lui; ambrosiano [J] - Lit. Rito ambrosiano. Liturgia gli sono accanto i due bodhisattva Avalokitesvara in vigore nelle chiese cattoliche della diocesi di (Kuan-yin in Cina e Kannon in Giappone) e Mahéi­ Milano. Si distingue dal Rito romano. sthamaprapta. Il suo culto, sviluppatosi in India • LITURGIA. Il termine rito ambrosiano indica la li­ verso il Il sec. d.C., non vi fu mai molto popolare, turgia di gran parte dell'attuale diocesi milanese e anche se, in realtà, Amitabha non costituisce che di alcune zone delle diocesi limitrofe, anticamente un estremo sviluppo dell'ideale del bodhisattva. soggette all'arcivescovo di Milano. Nell'Italia del Amitabha divenne più popolare nel Tibet, in Cina Nord e del Sud, in epoca medievale, esso equiva­ e, soprattutto, in Giappone, dove è noto con il leva genericamente a "non romano" e designava nome di Amida. Qui egli costituì subito il centro di particolarità liturgiche locali. Le caratteristiche un culto molto diffuso che, con il suo fideismo esa­ del rito ambrosiano, lungamente discusse, sem­ sperato, si oppose, in parte vittoriosamente, alle brano rappresentare bene il tipo liturgico roma­ scuole del buddhismo tradizionale. no primitivo, sebbene abbiano subito attraverso i secoli variazioni e aggiunte. Il rito ambrosiano amitto, indumento sacro che ricopre il collo e le conserva infatti un severo carattere cristocentrico, spalle del sacerdote durante la messa e altri riti. non permettendo, ad es., la celebrazione di feste santorali in domenica o nei giorni di Quaresima (a eccezione delle feste di San Giuseppe e dell'An­ nunciazione). Fra le numerose differenze rispetto al rito romano, le principali riguardano la durata dell'Avvento (che inizia dopo l' 1 1 novembre e dura sei settimane) e della Quaresima (che non inizia il mercoledì delle Ceneri ma la domenica seguente, sicché il carnevale ambrosiano dura quattro giorni più di quello romano); la messa (in cui i canti va­ riabili hanno nomi e struttura diversa; i Kyrie seguo­ no il Gloria; la liturgia della parola comporta quasi sempre tre letture; il Credo segue l'offertorio; la frazione dell'ostia precede il Padre nostro; 1:4gnus Dei è riservato alle messe per i defunti). Nel rito ambrosiano è inoltre conservato l'antico uso di battezzare per immersione (della sola testa). amen • LITURGIA. All'inizio di una frase (Amen, dico vobis) la parola amen esprime l'affermazione e significa in verità, certamente. Ripetuto due volte Amitabha. Epoca Muromachi, "Paradiso di Amit bha", di seguito, ha forza di superlativo. Gli Abissini chia­ carta, 190x190 cm - Colonia, Museum tur Ostasiatische mano amen il sacramento dell'eucaristia. Usato Kun st .

anatèma

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Camillo si porta sotto il camice nel rito romano, sopra in quello ambrosiano. È fatto con tel� di lino ed è a forma di rettangolo con una croce ncamata al centro e fettucce per allacciarlo. Camitto deri­ va dal fazzoletto che i Romani portavano al collo. All'inizio si usava portarne un lembo sul capo, for­ mando cappuccio, come fanno ancora oggi i reli­ giosi. Il cappuccio dell'amitto viene fatto scivolare sulle spalle al momento di salire all'altare. Amurru, nome che nei testi cuneiformi indica sia la popolazione semitica chiamata dalla Bibbia Amorrei, sia il paese da loro abitato e divenuto sino­ nimo di Occidente, sia infine il loro dio nazionale. anabattista, chi professa l'anabattismo. • Gli anabattisti rappresentarono la corrente più estremista della Riforma. D'accordo con Lutero nell'ammettere la sola autorità della Bibbia, si spin­ sero molto più avanti nella critica alle tradizionali istituzioni religiose e politiche: alla base delle loro dottrine c'era una concezione religiosa individuali­ stica che, radicalizzando la dottrina Juterana della salvezza con la sola fede, concepiva la comunità ecclesiastica come società chiusa e riservata a pochi eletti, la cui conversione al "vero" cristia­ nesimo doveva essere sancita da un nuovo batte­ simo (essendo il primo non valido perché dato a fanciulli incapaci di credere e di volere). Gli ana­ battisti raccolsero i loro proseliti prevalentemente tra le classi popolari (contadini e artigiani) immi­ serite e gravemente colpite dalle trasformazioni della società tedesca del tempo. Il radicalismo religioso delle comunità anabattistiche alimentò un parallelo radicalismo politico-sociale che si espresse sia in tendenze comunistiche estreme sia in atteggiamenti anarchici nei riguardi dell'au­ torità politica (rifiuto di prestare servizio militare, di farsi giudicare dai tribunali statali, di ricoprire cariche pubbliche, ecc.). Si sogliono individuare i primi anabattisti nel gruppo che si organizzò, sulla scia della Riforma di Lutero, a Zwickau (profeti di Zwickau) attorno al 1521. lspiratori ne furono Tho­ mas Munzer e il maestro tessitore Nikolaus Storch. A essi si oppose duramente Lutero, timoroso del loro anarchismo che non solo contraddiceva alle sue teorie sul potere temporale, ma ostacolava il suo disegno di conquistare alla Riforma i princi­ pi tedeschi. Il conflitto tra Lutero e gli anabattisti esplose tragicamente nella "guerra dei contadini" del 1525. Ma l'anabattismo continuò a diffondersi benché perseguitato da tutte le altre Chiese: Hut: Grebel, Bunderlin, Czechowitz, Hofmann, Matthys estesero le comunità alla Germania meridionale alle zone renane e olandesi, all'Austria, Ungheria: Moravia, Polonia. Da Emden, conquistata all'ana­ battismo dal pellicciaio Hofmann, fu inviata la missione che fece di Mlinster una "Nuova Sion" (1534), fondata sulla comunanza dei beni e delle donne: Bockhold ne fu incoronato re col nome di •

Giovanni da Leida. Ma la città, caduta in preda al fanatismo e al libertinaggio, fu riconquistata dai principi tedeschi e gli anabattisti sterminati. Da allora l'anabattismo attenuò i propri estremismi, dando vita a diverse tendenze. Nei Paesi Bassi sor­ sero nuove comunità dette mennonite (dal nome del loro fondatore Menno Simonsz). In Moravia e in Polonia si costituirono comunità di "fratelli", che ben presto si segnalarono per la loro laboriosità e maestria tecnica. Un decisivo apporto dottrinale all'anabattismo venne fornito da quel gruppo di "eretici antitrinitari" (i "fratelli" Socini, Biandrata, ecc.), i quali, profughi dall'Italia, non trovarono posto, per il loro radicalismo dottrinale a sfondo razionalistico, nelle grandi Chiese riformate e fu­ rono spesso costretti a cercar rifugio nell'Europa orientale. Piccoli gruppi di anabattisti esistono an­ cora in Olanda, Svizzera e nelle due Americhe. Anaclèto l o Clèto (santo), papa e martire. Pon­ tificò probabilmente dal 76 all'88, ed è menzionato nel canone della messa. Secondo u n'altra tradizio­ ne, poco seguita, Anacleto e Cleto sarebbero due papi distinti. - Festa il 13 luglio. Anahita ("l'immacolata"), nell'antica religione persiana dea dell'amore e della fecondità. Era un essere ambivalente presentato sotto il duplice aspetto della vergine immacolata e della grande prostituta. È una delle forme della Grande Dea che si ritrova in tutte le religioni orientali antiche. Ar­ taserse II fece elevare ad Anahita numerosi templi a Susa, a Ecbatana e a Babilonia. Il suo culto tu associato a quello di Mitra. l Greci l'identificarono con Ci bele e Afrodite. anàmnesi [f) Lit. Preghiera della messa che se­ gue l'elevazione e ricorda la Redenzione per ren­ dere accetto al Padre il sacrificio eucaristico; inizia con le parole: Unde et memores.. Il Parte centrale e struttura fondamentale delle quattro nuove pre­ ghiere eucaristiche del messale romano. A nanda, cugino e discepolo del Buddha. Divenne monaco a Rajagriha e convinse il Buddha a istitui­ re l'ordine monastico femminile. Sembra che, nel corso di concili che seguirono, sia stato espulso e poi reintegrato nella comunità buddhista. Divenne quindi un personaggio molto importante e tu il continuatore dell'opera del Buddha. Raggiunse il grado di santo (arhant) e numerose sette buddhi­ ste si vantano di aver goduto del suo insegnamento diretto. Gli viene attribuita la prima stesura dei testi fondamentali del buddhismo theravada. anatèma, per i cattolici, sentenza che scomunica, che espelle dal seno della Chiesa. • Abitualmente l'anatema è lanciato contro gli eretici che negano i dogmi o l'autorità della Chie­ sa. Gli atti dei concili indetti per decidere intorno a questioni di fede terminano con anatemi contro chiunque oserà negare gli articoli stabiliti o soster­ rà le opinioni condannate. Per gli ebrei, il vocabolo -

.

Andrèa

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l)erem, che si traduce con la parola anatema, e!>pri­

della Chiesa, neii Apoca/isse di san Giovanni, i ve­

scovi delle Sette Chiese d'Oriente. meva forse un decreto di maledizione seguito dal­ • Nella Bibbia si parla degli angeli come di mes­ la pena di morte. Quest'ultima venne poi sostituita saggeri ed esecutori degli ordini divini; nel Nuovo dalla pena della perdita dei beni e dall'esclusione Testamento essi appaiono chiaramente come puri dalla comunità ebraica. spiriti. Nella credenza ebraica gli angeli furono tal­ Andrèa (santo), uno dei dodici apostoli, originario volta avvicinati a esseri materiali, ai quali si offriva di Betsaida, fratello di Simone (san Pietro). Secon­ ospitalità che essi ricambiavano con benedizioni, do testi apocrifi di scarsa attendibilità, avrebbe promessa di posterità, ecc. Poiché il primo angelo predicato in Asia Minore, nella Russia meridionale ricordato era stato posto all'ingresso del paradiso e nei Balcani e avrebbe subìto il martirio su una terrestre per impedire l'accesso ai progenitori, così croce a X a Patrasso (Acaia). È patrono della Sco­ che si attuasse la loro morte, ogni apparizione di zia. - Festa il 30 novembre. angelo suscitava apprensione. Sotto l'influenza Andrea Corsini (santo), carmelitano, dell'illustre zoroastriana, probabilmente, gli angeli furono famiglia fiorentina (Firenze 1301 - Fiesole 1374). concepiti come esseri immateriali e vennero loro Vescovo di Fiesole nel 1349, lavorò alla riforma attribuiti nomi corrispondenti alle virtù divine; fu­ religiosa della sua diocesi. Legato pontificio a Bo­ rono raggruppati tra gli angeli anche alcuni geni, logna nel 1368, svolse opera di pacificazione tra le come ad es. i cherubini, guardiani delle porte, e i fazioni. Canonizzato nel 1629. Dal 1969 non è più serafini, serpenti di fuoco alati. Sorse così, verso gli elencato nel calendario universale della Chiesa. ultimi secoli che precedettero l'era cristiana, una Culto locale. copiosa angelologia che si espresse nelle opere anèllo - Nell'uso ecclesiastico è segno di autorità apocrife giudaiche di questo periodo, da cui tras­ e dignità, pertanto riservato ai prelati, con regole sero spunti gli autori cristiani. Secondo la dottrina varie per l'uso. Se ne ha notizia dalla fine del VI della Chiesa cristiana, gli angeli sono esseri incor­ sec. porei, di intelligenza superiore a quella umana. • l vari tipi di anello sono: l'anello del pescatore Secondo una classificazione che risale allo pseu­ o piscatorio, usato dal papa come sigillo dei brevi do-Areopagita, essi sono distribuiti in tre gerarchie, (porta impressa la figura di san Pietro che getta le ognuna delle quali si divide in tre cori. La prima ge­ reti e il suo uso risale al 1265 circa: esso viene rotto rarchia comprende i serafini, i cherubini e i troni; la alla morte di ogni pontefice); l'anello pontifica/e, seconda le dominazioni, le virtù, le potestà; la terza usato dal papa e dai vescovi durante le celebrazio­ i princpati, i gli arcangeli e gli angeli. Quest'ultimo ni liturgiche; l'anello ordinan·o, portato abitualmen­ nome viene anche usato per designare tutti questi te dal papa e dai vescovi e, con un'unica gemma, spiriti in generale. La Chiesa insegna che gli angeli dagli abati e dai prelati nullius anche nelle funzioni sono stati creati in uno stato di felicità e di grazia liturgiche; da altri prelati solo in circostanze parti­ ma con libertà di scelta tra il bene e il male. E arti­ colarmente solenni. l cardinali ricevevano nel con­ colo di fede che alcuni di essi caddero in peccato cistoro segreto anche un anello d'oro con zaffiro e furono condannati al supplizio eterno. Abbiamo sotto la cui legatura vi era lo stemma del pontefice così gli angeli che si sono mantenuti com'erano in smalto. Ora i cardinali, essendo tutti vescovi, se­ quando furono creati o angeli buoni e gli angeli guono la regola generale. caduti o angeli cattivi, altrimenti chiamati demoni Angela Merici (santa), fondatrice delle orsoline o diavoli. (Desenzano 1474 - Brescia 1 540). Terziaria france­ àngelus, preghiera in onore del mistero dell'Incar­ scana, dopo pellegrinaggi in Terrasanta, durante nazione, così chiamata dal nome con il quale ini­ i quali perse e riacquistò la vista, fondò, per inco­ zia. Il Suono di campana che rintocca il mattino, raggiamento di Clemente VII, la compagnia delle il mezzogiorno e la sera per indicare l'ora di questa dimesse di sant'Orsola, o orsoline (1535), con preghiera. compiti di educazione e istruzione dell'infanzia, • LITURGIA. LAngelus si compone di tre versetti, se­ specialmente femminile. Fu canonizzata nel 1807. guiti ciascuno da unAve Maria: una orazione chiu­ - Festa il 27 gennaio. de il tutto. L'origine di questa preghiera è oscura: angèlico - Salutazione angelica, parole che l'ar­ si cominciò a recitare lAve Maria al suono della cangelo Gabriele rivolse alla Santa Vergine quan­ campana di compieta del coprifuoco. A metà del do le annunciò che sarebbe diventata madre del Xlii sec. tale uso fu introdotto a Milano da Bonvesin Redentore. (È la preghiera che comincia con le de la Riva. Giovanni XXII, nel 1327, accordò parti­ parole: Ave Maria...) Il Dottore angelico, san Tom­ colari indulgenze a coloro che la sera recitassero maso d'Aquino. tre Ave Maria. Callisto 111, nel 1456, preoccupato àngelo Ut. Festa dei santi angeli, festa istituita per i successi del sultano Maometto Il, raccoman­ per onorare gli angeli Oa Chiesa latina la celebra dò caldamente tale preghiera a mezzogiorno, da il 2 ottobre, la Chiesa greca l' l l gennaio). -Angeli recitarsi in ginocchio, come già si faceva al calar -

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della sera. Si pensa che sia stato il re Luigi Xl a in­ trodurre a Parigi l'usanza di suonare tre volte al giorno le campane, per avvertire i fedeli di recitare l'Angelus. Nel XVI sec. era di uso comune. Sotto il pontificato di Benedetto XIV (XVIII sec.) al posto dell'Angelus, durante il tempo pasquale, si iniziò l'uso di recitare l'antifona Regina Coeli, in ricordo della Resurrezione. anglicanésimo, princìpi, dottrine e istituzioni propri della Chiesa anglicana, la Chiesa ufficiale della Gran Bretagna. • La Chiesa inglese divenne autocefala in se­ guito alla rottura avvenuta tra Enrico VIli e papa Clemente VII, poiché quest'ultimo si era opposto all'annullamento del matrimonio tra Enrico e Cate­ rina d'Aragona. Il re si limitò ad abrogare i privilegi della Chiesa nei riguardi dello Stato e a farsi pro­ clamare capo supremo della Chiesa inglese (Atto di supremazia, 1534); mantenne però la gerarchia e il dogma cattolico (Bill dei sei articoli, 1539) e per­ seguitò violentemente i protestanti. Con Edoardo VI furono adottate una professione di fede in qua­ rantadue articoli (1552-1553) simile alla Confessio­ ne d'Augusta luterana, ma con elementi calvinisti, e una liturgia in lingua inglese raccolta nel Book of Common Prayer del 1549 (rivisto nel 1 552,1559 e 1662), mentre il Bill dei sei articoli veniva abolito. Maria Tudor, cattolica, volle riconciliare la Chiesa inglese con Roma a costo di crudeli repressioni che contribuirono al fallimento del suo tentativo. Con l'avvento di Elisabetta si consolidò definiti­ vamente l'anglicanesimo che accoglieva elementi propri della Riforma continentale (fra cui la sop­ pressione dell'obbligo al celibato ecclesiastico) e del cattolicesimo romano. Elisabetta fece rivedere la confessione di fede che fu ridotta a trentanove articoli (Articles of Religion, 1571) e che si caratte­ rizzava per il suo calvinismo moderato e uniformò l'uso di una liturgia semicattolica (sacerdotalismo realismo dei sacramenti, feste dei santi, giorni di digiuno e di astinenza). La struttura della Chiesa rimase quella medievale e fu conservata la ge­ rarchia episcopale (ma le ordinazioni anglicane, dopo secolari polemiche, non furono riconosciute dalla Chiesa cattolica per difetto di forma, come specificò la bolla di Leone Xlii Apostolicae curae del 1896). Dopo un periodo di generale predomi­ nio ?el rigido puritanesimo, sotto Oliver Cromwell, particolarmente ostile alla mondanizzazione delle alte gerarchie anglicane, l'anglicanesimo, alla fine del XVII sec., vide il più netto delinearsi nel suo seno d i due tendenze, note poi con i nomi di Chie�a alta (High Church), fedele alla gerar­ chi_� e �1scopale e alla liturgia cattolicheggiante, e ? ' Ch1esa bassa (Low Church), di tendenza più spiccatamente calvinista. Dal XVIII sec. si è for­ mata una terza corrente, quella della Chiesa larga (Broad Church), fautrice dell'unità dei protestanti

anglicanésimo in nome della morale individuale e del liberalismo dogmatico. Nell'ambito della Chiesa alta apparve nella prima metà del XIX sec. il puseysmo o movi­ mento trattariano, noto anche come movimento di Oxford, più decisamente anglocattolico. Da esso proviene il ritualismo. La Chiesa anglicana, diffusa in tutto il mondo di lingua inglese, ha nel re (o re­ gina) d'Inghilterra il suo capo supremo: è dunque per eccellenza Chiesa di Stato, e le sue leggi per avere vigore devono essere approvate dal sovrano e dal parlamento. Essa è strutturata in parrocchie, in diocesi e in due province ecclesiastiche (di Can­ terbury, il cui arcivescovo ha il titolo di "primate di tutta l'Inghilterra", e di York). Organi legislativi della Chiesa anglicana sono le convocazioni, sor­ ta di sinodi provinciali, e l'assemblea della Chiesa, divisa in tre camere, dei vescovi, del clero e dei laici. Esiste inoltre un'assemblea di tutti i vescovi della comunità anglicana, o Lambeth Conference, che si riunisce ogni dieci anni dal 1867, e compren­ de anche le Chiese anglicane non d'Inghilterra, separate dagli Stati di appartenenza, e unite tra loro da vincoli di fellowship simili a quelli del Com­ monwealth britannico. La Chiesa anglicana ha più volte dimostrato la sua disponibilità a un sereno confronto con la Chiesa cattolica per facilitare i rapporti vicendevoli e, se possibile, la riunificazio-

Anglicanesimo. Navata centrale della cattedrale anglicana di Canterbury, XII sec.

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ne. Ne è stato un significativo esempio la visita del papa Giovanni Paolo Il al dottor Robert Runcie, ar­ civescovo di Canterbury, nel 1982, occasione per rinnovare la commissione mista internazionale voluta dall'arcivescovo Ramsey e Paolo VI per il dialogo tra le Chiese. Il percorso di avvicinamento è stato però turbato negli anni Novanta dall'ordi­ nazione sacerdotale nella Chiesa d'Inghilterra di 32 donne (1994); la decisione di principio era già stata assunta dalla Comunione anglicana nel 1975 ma non era ancora divenuta operativa. L'or­ dinazione provocò una crisi anche nella Chiesa d'Inghilterra, dove alcune centinaia di sacerdoti annunciarono l'intenzione di passare alla Chiesa cattolica. Si contano nel mondo oltre 70 milioni di anglicani, di cui 26 milioni in Gran Bretagna. àngolo Rei. Testata d'angolo, secondo una let­ tura dei salmi con questa espressione (Sal. 1 1 7-22: "La pietra scartata dai costruttori è diventata testa­ ta d'angolo") si fa riferimento alla figura del Cristo che in seguito alla morte e resurrezione è diventa­ to la pietra angolare per la Chiesa e i cristiani. -

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Animale.

Vacche sacre nella religione induista, in una strada di Nuova Delhi.

cepito numerosi animali mitici: il cobra policefalo (naga), l'uccello mezzo uomo (garuda), il mostro acquatico (makara), il cui simbolismo persiste a tutt'oggi, dal momento che il popolo indiano pra­ tica ancora il culto degli animali. In India la vacca è ritenuta sacra da tutti gli induisti, e ogni giorno le vengono offerte erbe e fiori freschi. Il dio-scimmia Hanumant è l'incarnazione di Siva, Durga, moglie di S iva, s'incarna nello sciacallo, e Ganesa, il dio della saggezza, ha una testa di elefante. Il culto de­ gli animali era molto diffuso presso le popolazioni primitive. Quello degli orsi tra i popoli ugrofinni­ ci, in Finlandia e nella Siberia settentrionale; così quello della lucertola nel Madagascar e in alcune isole dell'Oceano Pacifico; quello del serpente e del leone in Africa. Gli animali occupano un posto importante nei racconti, nelle fiabe e nelle leggen­ de popolari, nei giochi (combattimento dei galli), nella magia e nella stregoneria (rospo, gatto e galli­ na neri, cavallo bianco), nelle cerimonie familiari, nei riti agricoli (sacrificio del gallo per le messi), nelle feste del calendario (l'asino di carnevale, il pesce d'aprile, bestie che parlano nella notte di Natale, ecc.). Ad alcuni di essi si riallacciano molti presagi popolari: il gufo che annuncia sventure, il calabrone apportatore di gioia o di prossime noti­ zie, i lombrichi annunziatori di cattivo tempo, ecc.

Anima Christi, sanctifica me (Anima di Cristo, santifìcamt), ritmo o preghiera eucaristi­ ca, extraliturgica, scritta nel XVI sec., divulgata da sant'Ignazio di Loyola, recitata per devozione popolare tanto all'elevazione che alla comunione nella messa. animale • Culto degli animali o zoo/atrio. Il culto degli ani­ mali era molto diffuso tra i popoli antichi, sia che gli animali fossero considerati divini in se stessi, sia che in essi si venerasse l'incarnazione temporanea di un'anima divina o umana, sia infine che rappre­ sentassero il totem di una tribù o di un clan. Queste credenze risalgono all'epoca in cui la vita umana si basava sulla caccia. Le "culture dei popoli cac­ VEDI ANCHE IN: Arte, Scienza ciatori" fondevano la credenza nell'anima animale animismo - Forma primitiva di religiosità che con la fede nell'anima umana: entrambe le anime considera tutte le cose governate da un'entità spi­ non morivano con la distruzione del corpo. In Egit­ rituale o anima. to il culto degli animali fu straordinariamente dif­ • Il termine animismo, come prima forma di reli­ fuso: si consideravano sacri il leone, il coccodrillo, giosità, fu introdotto da E. B. Tylor (1832-1917), il il lupo, lo sciacallo, il toporagno, l'ippopotamo, quale lo considera originato nell'uomo primitivo l'antilope, il falco, l'avvoltoio, l'ibis e il gatto in par­ dal desiderio di dare una spiegazione degli avveni­ ticolare. Alcuni animali, poi, erano persino ado­ menti che accadono intorno a lui. Per l'uomo pri­ rati come incarnazione della divinità: il toro Api, mitivo i fenomeni di cui non coglie il meccanismo incarnazione successiva di Ptah e Osiride: a Elio­ segreto sono retti e voluti da forze oscure, occulte, poli un toro incarnava Ra e Horo. Talune divinità che egli si rappresenta a immagine della sua vo­ erano infine rappresentate sotto forma animale e, lontà; di qui le nozioni primitive di spiriti buoni o caso più frequente, con una testa d'animale: Anubi cattivi, di mana, ecc. Questo animismo primitivo aveva una testa di sciacallo, Hathor quella di una dà origine alla magia (il cui scopo è di dominare vacca, Horo una testa di falco, Set una di maiale, o stornare tali forze misteriose), alla stregoneria, ai Thoth una testa di ibis, ecc. Anche i serpenti erano talismani, ai tabù, ecc. Secondo il Tylor, da questa oggetto di numerosi culti come, più tardi, avvenne forma primitiva di religiosità si passerebbe in se­ presso gli Aztechi del Messico. L'India, che faceva guito, attraverso un processo di crescente personi­ de11'inviolabilità de11a vita degli animali una legge ficazione, al politeismo e da questo al monoteismo. religiosa (editto di ASoka nel m sec. a.C.), ha conLa dottrina del Tylor (La cultura dei primitivi, 1871)

Anselmo d'Aosta

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Anna (santa). Giotto, "L'annuncio a sant'Anna", 1 304-06, affresco del ciclo "Storie di Gioacchino e della Madonna", 2,00x1 ,85 m Padova, Cappella degli Scrovegni. -

ma può essere proclamato straordinariamente dal si fonda sul presupposto dell'evoluzionismo che papa. egli deriva dal Comte, se non che egli considera come fase iniziale di ogni religione l'animismo in annunciazione, secondo il Vangelo, il messag­ gio dell'angelo Gabriele a Maria Vergine, a Naza­ luogo del feticismo postulato dal Comte. Ma studi reth, per annunciarle il mistero dell'Incarnazione e ricerche più recenti hanno messo in luce molti di Gesù. Il Festa istituita dalla Chiesa per comme­ fatti che contraddicono a tale dottrina: invero l'ani­ morare tale mistero (25 marzo). In entrambi i casi mismo non è riscontrabile in tutte le popolazioni primitive e non sempre è la forma originaria di si scrive con l'iniziale maiuscola. religione. Anche le statistiche sull'attuale estensio­ Anselmo d'Aosta (santo), filosofo e teologo, ne dell'animismo (presso alcuni popoli dell'Asia, dottore della Chiesa (Aosta 1033-Canterbury 1 109). dell'Africa centrale e dell'Oceania) sono molto in­ Di nobile famiglia, seguì le lezioni di Lanfranco di certe proprio perché non si usa sufficiente cautela Pavia nel monastero benedettino di Santa Maria di nel ricondurre a quest'unica voce i vari culti e riti Bee, in Normandia, del quale divenne poi priore esistenti presso gli attuali popoli primitivi. nel 1063 e abate nel 1078. Eletto arcivescovo di Can­ Anna (santa), sposa di Gioacchino e madre di Ma­ terbury nel 1093, succedendo al proprio maestro ria Vergine. Patrona delle gestanti e delle vedove, Lanfranco, ebbe a sostenere una lunga lotta con delle ricamatrici e delle lavandaie, particolarmen­ la Corona inglese per le investiture dei vescovi: esi­ te onorata nel santuario di Lettere sul golfo di Na­ liato da Guglielmo il Rosso, poi da Enrico I, che lo poli. - Festa il 26 luglio. accusavano di voler sottrarre alla propria influen­ anno - Lit. Anno liturgico, anno che comprende il za le elezioni episcopali, ritornò nel 1 106 in segui­ periodo che va dalla prima domenica dell'Avven­ to a una transazione. Anselmo fu il più eminente to fino allo stesso giorno dell'anno successivo. In pensatore del proprio secolo: uomo di profonda seguito alla riforma liturgica del concilio Vaticano fede religiosa, ebbe tuttavia piena fiducia nella Il, l'anno liturgico è stato ristrutturato in tre perio­ ragione, con la quale pensava di potere ottenere di: Avvento e tempo di Natale; Quaresima e tempo la dimostrazione rigorosa di determinate verità, di Pasqua; Pentecoste e tempo per annum; il tem­ quali l'esistenza e gli attributi di Dio, prescindendo porale prevale sul santorale. Il Anno santo, anno dalla rivelazione. Senza dubbio egli a fferma il pri­ durante il quale si apre a Roma il giubileo. Lanno mato della fede sulla ragione (aedo ut intelligam) santo ricorre normalmente ogni venticinque anni, e considera l'approfondimento razionale come co-

Antico Testamento

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lared, Henoch, Metushelah, Lamek e Noè. La ronamento della fede (fides quaerens intel/ectum). straordinaria longevità che viene loro attribuita Tuttavia, insiste sul dovere di comprendere ciò che dal testo biblico (dai 365 anni di Henoch ai 969 si crede: "Non far passare la fede in primo luogo di Metushelah [Matusalemme ]), è tuttora oggetto - scrive - è presunzione; ma non far appello in di discussione. seguito alla ragione è negligenza". Per dimostrare l'esistenza di Dio, Anselmo, nell'opera intitolata antìfona - Lit. Breve frase recitata o cantata prima e dopo del salmo e talvolta tra i versetti di Monologium, espone argomenti molteplici, tutti esso, che gli conferisce particolare significato se­ fondati sul presupposto dell'ordine gerarchico di condo la festa o il momento liturgico per il quale perfezione presente nell'universo e sull'idea che viene usata. tutto ciò che gode di un grado maggiore o minore • STORIA. L.antifona, presente in tutti i libri uffi­ di perfezione deve partecipare necessariamente ciali della liturgia cristiana, è derivata dal salmo della perfezione assoluta. Tale dottrina deriva dal per cui è usata o da altro testo biblico, oppure è realismo platonico delle essenze, appreso attra­ composizione ecclesiastica. L'uso del canto anti­ verso sant'Agostino. Sullo stesso principio si fonda fonato sembra abbia avuto origine ad Antiochia anche la celebre prova a prion· dell'esistenza di durante la traslazione di san Babila (350 circa); Dio, contenuta nell'opera Proslogium che verrà si diffuse poi anche in Occidente a opera di san­ chiamata da Kant argomento "antologico" (noi t'Ambrogio dal 386. Talvolta il salmo scomparve abbiamo l'idea di un essere perfetto, la perfezione (come nell'offertorio o nel communio) o fu ridot­ assoluta implica l'esistenza, quindi l'essere perfet­ to a un versetto (come nell'introito): per questo to esiste). Alle obiezioni mosse da Gaunilone a tale l'antica melodia, molto semplice, divenne spesso argomento nel Liber pro insipiente, Anselmo rispo­ ricca (come negli offertori). Musicalmente l'an­ se nel Liber apologeticus ad insipientem in cui fa tifona ha pure l'ufficio di indicare, col proprio ricorso alla fede. Sulla stessa concezione realistica modo, quello che dev'essere assunto dal salmo. delle essenze è fondata anche in teologia la dottri­ na trinitaria di Anselmo che combatte il nominali­ Si distinguono le antifone della messa; quelle smo di Roscellino in quanto questo condurrebbe dell'ufficio; le grandi antifone (Regina coeli, Salve a una sorta di triteismo. Tra le molte altre opere di regina, ecc.) ecc. Anselmo ricordiamo il Cur Deus homo che tratta antipapa, nome con il quale sono designati co­ dell'incarnazione e ha un'importanza fondamen­ loro che furono eletti al papato irregolarmente e tale nella storia della teologia. - Festa il 2 1 aprile. che pertanto non sono riconosciuti dalla Chiesa. Antico Testamento, denominazione cristiana • l colpi di forza e le elezioni contestate verifi­ dei libri della Bibbia corrispondenti a quelli che, catisi con frequenza nel medioevo e l'intricata nell'ebraismo, sono riconosciuti come "TANACH". situazione al tempo del Grande scisma rendono La raccolta di tali libri varia di numero a seconda pressoché impossibile stabilire con esattezza delle dottrine propugnate dalle varie Chiese. l pro­ l'elenco degli antipapi. Nella compilazione della testanti seguono generalmente il canone ebraico, seguente lista si è seguito lf\nnuario Pontificio. mentre cattolici e gli ortodossi seguono un cano­ 11 primo antipapa è sant'Ippolito (21 7-235) a cui ne più ampio, detto "alessandrino", derivato dalla seguirono: Novaziano (251); Felice Il (355-365); versione dei Settanta della Bibbia. E' detto anche Ursino (366-367); Eulalia (418- 419); Lorenzo Vecchio Testamento o, più, propriamente, Primo (498; 501-505); Dioscoro (530); Teodoro (687); Pa­ Testamento. squale (687); Costantino (767-769); Filippo (768); Anticristo, nemico di Cristo che, secondo la de­ Giovanni (844); Anastasio (855); Cristoforo (903scrizione di san Paolo (2 Tessalonicesi) e quella di 904); Francane, con il nome di Bonifacio VII (974; san Giovanni (il solo che usi il nome di Anticristo), 984-985); Filagato, con il nome di Giovanni XVI nelle Lettere e nellf\pocalisse, sta già nel mondo, (997-998); Gregorio (1012); Giovanni, vescovo di ma si renderà manifesto un po' prima della fine di Velletri, con il nome di Benedetto X (1058-1059); esso ed empirà la Terra di crimini e di empietà ed Cadalo, con il nome di Onorio Il (1061-1072); infine sarà vinto da Gesù Cristo durante la finale Wiberto, con il nome di Clemente 111 (1080; 1084parusia. Sull'idea di Anticristo e sulla sua realtà 1 100); Teodorico ( l 100-1 102); Alberto ( l 102); individuale o collettiva, l'esegesi cattolica non è Maginulfo, con il nome di Silvestro IV ( 1 1 05-1 1 1 1); ancora in grado di chiarire pienamente ogni testo Maurizio Bourdin, con il nome di Gregon·o VII/ biblico e ogni elemento della tradizione. Durante ( 1 1 18-1 121); Tebaldo Buccapeco, con il nome di le crisi religiose e politiche l'idea dell'Anticristo ac­ Celestino Il (1 124); Pietro Pierleoni, con il nome quista spesso particolare concretezza, soprattutto di Anacleto Il (1 130-1138); Gregorio Conti, con il per la suggestione dei testi dellf\pocalisse. nome di Vittore I V (1138); Ottaviano, pure con il antidiluviano - St. relig. Patriarchi antidiluvia­ nome di Vittore I V (1 159-1 164); Guido da Crema, ni, quelli che la Bibbia pone tra la creazione e il con il nome di Pasquale 111 (1164-1 168); Giovanni, diluvio: Adamo, Set, Enosh, Kenan, Mahlaleel, abate di Strumi, con il nome di Callisto 111 (1168-

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Antonio da Padova Antonio Abate.

Un'immagine della vita del santo. Antonio rinuncia alle ricchezze - Firenze Biblioteca Laurenziana.

Chronicon, specie di storia universale volta a scopi 1 178); Lando di Sezze, con il nome di Innocenza di edificazione. - Festa il 10 maggio. 111 (1179-1 180); Pietro da Corvaro, con il nome di Niccolò V (1328-1330); Roberto di Ginevra, con il Antonio Abate (santo), uno dei fondatori del mo­ nachesimo, perciò detto padre dei monaci (presso nome di Clemente VII (1378-1394), opposto a Ur­ Eracleopoli, Medio Egitto, 251 circa - presso Afro­ bano VI; Pietro de Luna, con il nome di Benedet­ ditopoli 356). Secondo la sua biografia scritta da to Xlii (1394-1423); Pietro Filargis, con il nome di sant'Atanasio nel IV sec., si ritirò verso i vent'anni Alessandro V (1409-1410); Baldassare Cossa, con nel deserto della Tebaide, dove lo raggiunsero nu­ il nome di Giovanni XXIII (1410-1415); Gil Mufloz, merosi discepoli. Fondò varie comunità anacoreti­ con il nome di Clemente VI/l (1423-1429); Bernar­ che in Egitto. Fu due volte ad Alessandria, a soste­ do Garnier, con il nome di Benedetto XIV (14251430). Amedeo di Savoia, con il nome di Felice V nere i cristiani durante la persecuzione del 3 1 1 , e (1439-1449), chiude la lista degli antipapi. a combattere l'arianesimo. Ritornò quindi nel suo Antonino (santo) [Firenze 1389 - Montughi 1459] . eremo, nel deserto, dove morì a centocinque anni. Entrato nell'ordine domenicano nel 1405, fu disce­ Gli si attribuiscono una Regola, certamente più polo di Giovanni Dominici. Sacerdote nel 1413, tarda, e lettere di dubbia autenticità. La tradizione coinvolto con il suo ordine nello Scisma d'Occi­ vuole che nel deserto subisse terribili tentazioni, dente, fu eletto priore del convento di Cortona e variamente rappresentate nell'iconografia e neLla poi (1421-1424) di quello di Fiesole. Partecipò alla letteratura. A lui si richiamano i vari ordini mona­ riforma dell'ordine detta dell'osservanza che impli­ stici detti antoniani. È il protettore degli animali. cava un ritorno alle primitive regole domenicane, - Festa il 17 gennaio. dirigendo una comunità di frati osservanti presso Antonio da Padova (santo), dottore della Chie­ Napoli (1424). Eletto priore del nuovo convento di sa (Lisbona 1 195 - Arcella, Padova, 1231). Entrato San Marco in Firenze (1437), seguì e incoraggiò nei canonici regolari di sant'Agostino, ordinato l'opera di Michelozzo e dell'Angelico. Creato arci­ sacerdote, fattosi poi frate minore francescano, vescovo di Firenze nel 1446 da Eugenio IV, riportò volle tentare nel 1220 di evangelizzare gli Arabi alla disciplina la sua diocesi profondamente turba­ recandosi in Marocco. Partecipò a l capitolo ge­ ta dalle vicende degli scismi, acquistando sempre nerale dell'ordine ad Assisi (1221), ove vide san maggior autorità e venendo anche in contrasto Francesco. Inviato nell'eremo di Montepaolo, pres­ con Cosimo de' Medici. Fu autore di una Summa so Forlì, acquistò fama di eccellente predicatore. Theologwe di carattere soprattutto morale, e di un Usò allora della sua parola per combattere l'eresia

Antonio Maria Zaccaria

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mare le speranze dei cristiani, rimasti sconvolti catara in Italia e quella albigese in Francia, dove dalla violenza delle persecuzioni. A una breve in ­ divenne custode del convento di Limoges. Eletto troduzione, nella quale l'autore presenta ai lettori provinciale dell'Italia superiore (1227), iniziò a re­ se stesso e la sua opera, seguono sette lettere a digere per iscritto le sue prediche, ormai famose. Nel 1229 era a Padova, dove la sua predicazione sette fra le più importanti Chiese dell'Asia Minore suscitava entusiastiche adesioni: di essa si servì (Efeso, Smirne, Pergamo, Tiatira, Sardi, Filadelfia, anche per mitigare le lotte politiche e per evange­ Laodicea) contenenti ora incoraggiamenti ora lizzare le campagne. Le raccolte dei suoi sermoni rimproveri ai loro capi. ll corpo centrale dell'opera caratterizzarono originalmente l'oratoria france­ si svolge con una sequenza settenaria gravida di scana, volta all'insegnamento morale e pratico, simbolismo derivato in massima parte dall'Antico più che alle questioni speculative. A Padova, di cui Testamento: il libro dei "sette sigilli", racchiudenti è patrono, è detto per antonomasia il Santo. Fe­ i segreti del regno di Dio, alla rottura dei quali è sta il 1 3 giugno. connessa l'apparizione di quattro cavalieri (sim­ Antonio Maria Zaccaria (santo), fondatore boleggianti la vittoria, la guerra, la carestia e la dei barnabiti (Cremona 1502 o 1503-1539). Dopo morte); la descrizione di eventi connessi con il aver studiato filosofia a Pavia e medicina a Pado­ suono di "sette trombe" esprimenti l'inevitabilità va, fu ordinato sacerdote nel 1528 e, verso la fine della giustizia divina; i "sette segni" (la Donna, il del 1 530, andò a Milano chiamatovi dalla contessa Drago, la Bestia che viene dal mare, la Bestia che Ludovica Torelli di Guastalla. Amante della pover­ viene dalla terra, l'Agnello e i suoi eletti, il Figlio tà per la quale aveva rinunciato ai beni paterni, dell'uomo, i sette flagelli) raffiguranti l'epica lotta dall'assistenza ai poveri passò al proposito di rifor­ tra Satana e la Chiesa; la visione delle "sette cop­ mare clero e laicato; a questo scopo fondò la con­ pe", segni premonitori del giudizio finale; infine gregazione dei chierici regolari di san Paolo detti il "grande giorno", con la caduta di Babilonia e barnabiti e la comunità religiosa femminile di san l'inizio del trionfo finale, che si conclude con la Paolo Converso, chiamata delle angeliche. Si dedi­ Gerusalemme celeste. Cepilogo tratteggia l'ar­ cò con fervore alla predicazione e alla diffusione dente desiderio e la tensione dell'autore verso la della devozione al Crocifisso e particolarmente fine, cioè il trionfo del bene e il ritorno di Cristo. A alle Quarant'ore. Canonizzato nel 1897. - Festa il differenza di quanto accade per le altre apocalissi, 5 luglio. l'autore qui rivela il suo nome: Giovanni. In realtà, Antropologia Gnostica, movimento esoterico la lingua e lo stile differiscono da quelli degli altri legato al tantrismo, fondato agli inizi degli anni scritti di san Giovanni; il pensiero però rispecchia Sessanta in Colombia da Samael Aun Weor, a cui è quello dell'apostolo; è quindi ipotesi attendibile succeduto Joaquim Amortegui, chiamato Maestro che il libro sia stato scritto nella cerchia dei suoi Rabalù. Il movimento segue una dottrina che me­ discepoli. scola elementi di varie tradizioni religiose e filoso­ apocalisse o apocalissi, titolo di opere conte­ fiche, talvolta senza sentire il bisogno di organiz­ nenti rivelazioni profetiche sulla fine del mondo e zarle in un sistema coerente. Cardini del pensiero sui destini dell'umanità. dell'Antropologia Gnostica sono una psicologia Le apocalissi giudaiche. Le apocalissi giudaiche co­ alternativa, un'escatologia legata al concetto di stituiscono una preziosa testimonianza delle idee reincarnazione, il culto del fondatore, la promes­ ebraiche dal ll-1 sec. a.C. al i-Il sec. d.C., soprattutto sa di poteri straordinari agli adepti, l'approfondi­ riguardo al Messia e all'escatologia. Ricordiamo: mento di discipline come la cosmogenesi e l'an­ Il Libro di Henoch (conservato in traduzione etio­ tropogenesi. Per raggiungere lo scopo finale che è pica), raccolta di profezie e altri scritti attribuiti al quello di eliminare i falsi ego (derivati ad esempio patriarca Henoch. dall'educazione tradizionale e dalla cultura occi­ Il Libro dei segreti di Henoch (conservato nella tra­ dentale), gli adepti devono compiere un cammino duzione paleoslava), visioni di Henoch riguardanti interiore che nel linguaggio del movimento viene la creazione e l'avvenire del mondo. paragonato al superamento di tre montagne sacre Il Quarto libro di Esdra (in greco), sette visioni ri­ (sul modello dell'esperienza mistica del fondatore guardanti l'era escatologica, il giudizio di Dio, la Samael). gloria futura di Gerusalemme. apatia - Teol. Assenza di passioni, imperturbabi­ LAssunzione di Mosè (in ebraico), riferisce la rive­ lità dell'animo. Il In Oriente, uno dei più alti gradi lazione che Mosè fa a Giosuè, suo successore, del­ della spiritualità, nel monachesimo, ottenuto con la storia futura del popolo ebreo, dalla conquista la preghiera e la custodia vigile dei sensi. Apocalisse di san Giovanni, ultimo libro del della Palestina a Erode il Grande. Nuovo Testamento e unica opera apocalittica che LApocalisse di Abramo (giunta fino a noi soltanto la Chiesa ha inserito nel canone biblico. Redatta nella traduzione slava), narra come Abramo si sia sotto Domiziano verso il 95, era destinata a rianiconvertito dal politeismo al monoteismo, racconta -

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apòstolo

l'Apologia del cristianesimo di Franz Hettinger, ecc. il suo viaggio al settimo cielo e descrive le cose L'odierna apologetica cattolica presenta un dupli­ future da lui viste. ce carattere: l . la dimostrazione del valore del fatto LApocalisse di Baruch (conservata in traduzio­ religioso, contro i non credenti; 2. la dimostrazi