Don Camillo A Fumetti [PDF]

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Zitiervorschau

Questa collana presenta l’adattamento a fumetti dei racconti di Guareschi. Nel presente volume, sono presenti otto episodi in ordine cronologico dedicati alla saga di don Camillo e Peppone.

“Il Borgo risente dell’atmosfera surriscaldata dal clima politico nazionale, tanto che Peppone tenta addirittura di ‘arruolare’ nella sua accesa campagna elettorale l’arcivescovo di Milano e chiede al Cristo crocifisso dell’altar maggiore un supporto. Don Camillo deve interviene per competenza...”

a fumetti

Alberto Guareschi

In questo volume: Disoccupazione Alla Fiera di Milano Il muraglione Il sogno del cappello verde Ancora il fantasma del cappello verde Il bianco

Gazzettino di Roccapezza Espisodi 2 e 3

Prefazione di Giancarlo Governi Della stessa collana Volume 1: Il capobanda piovuto dal cielo Volume 2: Ritorno all’ovile Volume 3: Passa il “Giro” Volume 4: Sciopero generale Volume 5: Giulietta e Romeo Volume 6: Il traditore Volume 7: Paura Volume 8: La gran giornata Volume 9: Miseria Volume 10: La “Volante” Volume 11: Sul fiume Volume 12: Cronaca spicciola Volume 13: La fanciulla dai capelli rossi Volume 14: Radamès € 12,90

Don C amillo D on C a mi l l o a f u me t ti - A l la F iera di M i la n o

Tra il 1946 e il 1966 Giovannino Guareschi scrisse trecentoquarantasei racconti di quello che amava identificare come Mondo piccolo. Una sorta di cronaca umana ambientata nella Bassa parmense, sua terra d’origine, dall’immediato dopoguerra agli anni Sessanta.

ISBN 978-88-6567-197-9

w w w. re n o i rco m i c s . i t

9

788865 671979

Alla F iera di Milano

“Don Camillo, adesso che siamo arrivati alla Fiera, però, il regime clericale lascia libero il popolo democratico e ognuno va per conto suo.” “Giusto, Peppone. Il guaio è che mentre io posso andare per conto mio, tu, dovunque vada, vai per conto di quello coi baffi spioventi.”

Cara lettrice, caro lettore, questo libro ti è offerto dalle biblioteche del Comune di Milano nell’ambito di Milano da leggere, l’iniziativa di promozione della lettura realizzata in collaborazione con ATM – Azienda Trasporti Milanesi S.p.A. Per conoscere i servizi e altre iniziative delle biblioteche: milano.biblioteche.it

L’edizione 2019 di Milano da leggere è dedicata al racconto per immagini e conserva la sua “cifra milanese” proponendo fumetti e graphic novel di autori, editori, personaggi, ambientazioni in stretto legame con la città. Si ringrazia WOW Spazio Fumetto per l’amichevole collaborazione.

Antologia di racconti milanesi da Don Camillo a fumetti Sceneggiature di Davide Barzi dai racconti originali di Giovannino Guareschi. Disegni di Ennio Bufi, Roberto “Dakar” Meli e Tommaso Arzeno. Copertina di Ennio Bufi. © Alberto e Carlotta Guareschi (per il testo) © 2019 - RENOIR Sas Don Camillo, Peppone e i personaggi dei racconti sono © eredi Guareschi

Il traditore, da Don Camillo a fumetti 6, 2013 San Giuseppe, da Don Camillo a fumetti 8, 2014 Alla fiera di Milano, da Don Camillo a fumetti 15, 2018 Corrierino delle famiglie – Io ti salverò, da Don Camillo a fumetti 11, 2016

Si ringraziano gli autori e l’editore per la gentile concessione dell’opera. Il suo utilizzo è strettamente personale e non è consentita la riproduzione o la diffusione ad altri in nessuna forma.

La serie Don Camillo a fumetti nasce nel 2010 su idea di Giovanni Ferrario, art director di ReNoir Comics, con la consulenza di Mario Palmaro, scrittore, docente ed esperto di Guareschi, per dare una trasposizione a fumetti dei racconti di Don Camillo il più fedele possibile all'idea originaria dell'autore e per dare nuova visibilità a quei racconti che per mille motivi il cinema non ha preso in considerazione. Vengono coinvolti per questo i figli di Giovannino Guareschi, che mettono a disposizione la documentazione e gli appunti del padre e sovrintendono alla realizzazione dei fumetti. Lo sceneggiatore Davide Barzi e i disegnatori Sergio Gerasi, Elena Pianta, Ennio Bufi e Werner Maresta realizzano il progetto della serie e gli studi dei personaggi, cercando di non farsi influenzare dalle versioni cinematografiche, ma risalendo alle ispirazioni dirette di Guareschi: don Camillo non ha quindi il volto di Fernandel e anche Peppone non assomiglia a Gino Cervi, ma a Guareschi stesso, che in un primo tempo si era proposto per la parte per il film di Julien Duvivier. Allo stesso modo il Mondo Piccolo non è Brescello, location dei film, ma un melange di paesaggi, borghi, edifici della zona tra Parma e Piacenza, gli stessi che aveva in mente Guareschi mentre scriveva i suoi racconti. Gli autori dei fumetti si basano infatti sugli appunti conservati nel suo archivio e su sopralluoghi compiuti di persona per riportare nei loro disegni quell'angolo d'Italia a settant'anni fa. Il primo volume di Don Camillo a fumetti esce nel 2011, in occasione del Salone del libro di Torino. A oggi i titoli pubblicati sono diciassette: più di cento racconti con protagonisti don Camillo e Peppone, oltre al ciclo dei racconti del Mondo Piccolo e a altre opere di Guareschi. Sulle pagine della serie hanno esordito molti disegnatori che collaborano ora con i più grandi editori italiani ed esteri, mentre il numero 10 ha visto come guest star autori del calibro di Claudio Villa (Tex) e Giampiero Casertano (Dylan Dog). Oltre ai racconti ambientati nel Mondo Piccolo, dall’undicesimo volume la serie inizia ad adattare altre opere di Guareschi, come il Corrierino delle famiglie, che racconta le vicende quotidiane della famiglia dello scrittore,

e il Gazzettino di Roccapezza, una sorta di “prova generale” di don Camillo e Peppone. Nel 2018 alla collana si affianca il volume speciale Don Camillo – Il film a fumetti, che, basandosi sulla sceneggiatura originale di Guareschi, riunisce i racconti che costituiscono il film Don Camillo del 1952, arricchiti da tavole inedite di raccordo e un dossier finale sulla lavorazione del film ricco di materiali inediti. La serie ha vinto il premio Fede a strisce nel 2012 e nel 2017 e ha ricevuto nomination ai premi Micheluzzi e Boscarato. Davide Barzi, curatore della serie, è stato insignito del Premio Mondo Piccolo - Edizione 2017 da parte del Gruppo Amici di Giovannino Guareschi. I fumetti di Don Camillo sono stati pubblicati anche all'estero, in Francia, Germania e Corea del Sud, Paese dove Guareschi è molto apprezzato.

IL trad itore

Il traditore (episodio 48)

Sceneggiatura: Davide Barzi Disegni: Ennio Bufi Prima pubblicazione del racconto originale: Candido n. 1, 4 gennaio 1948 In questo volume all’episodio 42 segue il 48 perché i racconti dal 43 al 47 sono strettamente interconnessi l’uno all’altro e compongono il cosiddetto “ciclo della paura”, che va necessariamente raccolto in un unico volume, e che quindi verrà presentato nella settima uscita della serie Don Camillo a fumetti. In questa storia viene raccontato per la prima volta un viaggio a Milano, fatto che si ripeterà nella saga: Peppone e sua moglie partono dalla stazione del Borgo, mutuata da quella di Busseto. Appena arrivati nella “grande città” i due prendono un taxi, un’automobile Fiat modello 1100. Il primo esemplare di quest’auto fu la 508C Nuova Balilla 1100, del giugno 1937. Due anni dopo venne immessa sul mercato la sua evoluzione, denominata più sinteticamente Fiat 1100, ma meglio conosciuta come “Musone” per via della massiccia calandra spartivento, che con il senno di poi fece ribattezzare il modello precedente “Musetto”. L’immagine della moglie di Peppone che indossa uno scialle di volpe è ripresa da una fotografia della moglie e della madre di Giovannino Guareschi, tratta dal libro Giovannino nostro babbo, Rizzoli, 2009, dove lo scatto è così commentato: “Milano, 1941. Piazza del Duomo. Ennia sfoggia il suo Renard, la signora maestra (la madre di Giovannino) in alta uniforme”.

…la riforma agraria e il conseguente miglioramento delle condizioni di vita dei nostri braccianti e contadini poveri, la strenua difesa del salario e dei diritti sociali dell’operaio…

…la tutela degli interessi dei lavoratori del ceto medio e, soprattutto, la lotta senza quartiere contro il flagello della disoccupazione…

Parla bene, però, quel socialista dello Scartazzini.

Psit psot...

…entro la cornice di una politica rivolta ad aumentare il ritmo produttivo della nazione!

Abbiamo sentito le parole! Adesso vogliamo vedere i fatti!

Grrr… certo, s’è letto un sacco di roba nelle notti passate nel porcile, quando qualche scrofa deve figliare!

vogliamo vedere se il signor Scartazzini ha il diritto di chiamare compagni i proletari lavoratori!

Se a qualcuno interessa non farsi ingannare, non ha che da seguirmi!

Ah…

io non ho niente da nascondere! La mia è la casa di un galantuomo!

Compagni, la verità è al di là di questo cancello!

29

Lo vedremo! Venga con me una commissione di quei lavoratori che credono alle parole di Scartazzini!

Qui! Attenzione!

Ecco chi è il compagno Scartazzini!

E ha bisogno dello scaldabagno elettrico, il proletario Scartazzini, perché ha la pelle delicata!

il signor professor Stoppa, padrone di duemila biolche di terra, se si vuol lavare usa una bigoncia nel suo palazzo! il compagno Scartazzini no!

L’eroe dei braccianti Scartazzini usa la polvere profumata per tenersi liscia la pelle!

Ecco. Mentre il popolo soffre, il flagellante della disoccupazione Scartazzini se ne sta seduto comodamente a pensare ai discorsi che farà ai lavoratori!

E questa è carta speciale, per proletari!

Cosa ci fate in casa mia?

…che… …ma…

Va’ via, sporcacciona, che fino a ieri avevi il vaterclò dietro il mucchio del letame!

Va’ a incipriarti il sedere!

Traditori del popolo!

Fermi, compagne e compagni, fermi e zitti!

insomma, pare ci sia voluta tutta l’autorità di Peppone e dei suoi per impedire che il popolo spaccasse tutto.

31

Almeno su questo sono d’accordo con i rossi: è vergognoso che un ignorante che ha sempre vissuto tra i maiali abbia pretese del genere.

Questa è la borghesia che sghignazza sugli errori di grammatica di un sindaco operaio.

“è la borghesia che si arroga il privilegio di saper scrivere correttamente ma si limita a scrivere lettere di scusa o lettere anonime…”

“…la borghesia che si indigna se un allevatore di maiali utilizza una vasca con scaldabagno…”

...è la borghesia che si arroga il privilegio di possedere una stanza da bagno, ma non si lava.

A ogni modo, un uomo che educa le masse presentando uno che ama la pulizia come un traditore del popolo, merita una lezione.

“Peppone, tram, autobus o filovia?”

prendiamo un tassì, tanto qui a milano non ci conosce nessuno.

Questo mi pare che vada bene.

Tu stai di guardia!

33

dai, ora cambiati tu!

Bisogna che mi dai il braccio. Fanno tutti così.

Per favore, signor giornalaio, mi darebbe l’Uni... il Corriere della Sera!

35

Signor sindaco, vorrei un consiglio. Nel prossimo numero del giornale mi piacerebbe pubblicare questa fotografia. Cosa ne dice?

Non si stupisca, Milano pullula di fotografi ambulanti. Basta che qualcuno dica a uno di loro: “Mi scatti quello là”.

Sul giornale mia moglie in cappellino con la volpe al collo?

Si capisce. è la negativa. Con questa se ne potrebbero stampare diecimila copie e fare delle cartoline da mandare ai tuoi proletari.

Tieni, compagno dei miei stivali. Strappala pure. Noi non abbiamo bisogno di questi mezzucci.

Ho agito da signore?

Quasi, don Camillo. Peccato che, nella confusione, tu abbia sbagliato, bruciando una negativa cattiva e tenendoti quella buona nascosta nel portafogli.

Se non è che questo…

Adesso sei a posto.

Sembriamo due signori. Due veri signori…

san giuseppe

San Giuseppe (episodio 54)

Sceneggiatura: Davide Barzi Disegni: Roberto “Dakar” Meli Prima pubblicazione del racconto originale: Candido n. 13, 27 marzo 1948 Nella campagna elettorale per le elezioni politiche del 18 aprile 1948, il Fronte Democratico Popolare (PCI e PSI) toglie il simbolo della falce e del martello, sostituendolo con il volto di Garibaldi inserito in una stella. Gli uomini che si occupano della propaganda politica, in molte occasioni, scambiano Garibaldi per San Giuseppe per confondere le idee a chi deve votare. De Gasperi, parlando dal balcone di Palazzo d’Accursio a Bologna con un enorme cartellone con Garibaldi al suo fianco, invita i comunisti e i socialisti a non dare a intendere alle donnette che quello lì è San Giuseppe e che la stella che sta dietro è l’aureola. Da segnalare alcune contraddizioni nella continuity, dovute probabilmente alla fretta con cui talvolta Guareschi si trova costretto a scrivere, realizzando così racconti splendidi se presi singolarmente ma inciampando magari in qualche incongruenza data dall’impossibilità di trovare il tempo di fare verifiche e confronti tra racconti scritti a distanza di anni: in questo episodio si dice che don Camillo ha cinque fratelli, mentre in uno degli ultimi racconti (il 335, Al posto del cuore non aveva un disco beat, pubblicato su Oggi n. 39 del 29 settembre 1966) si sostiene che abbia tre sorelle. Peppone, invece, in San Giuseppe, manifesta stupore guardando il Duomo come se fosse la prima volta che lo vede, quando in realtà lo ha già visitato, assieme alla moglie, nel precedente n. 48, Il traditore (presente nel volume 6 di questa collana, a cui dà il titolo).

“Gesù, indovinate cos’ho visto oggi su un muro alle Case Bruciate…”

Buongiorno, signora Baccini, voi andrete a votare?

Certo! Gli americani vogliono bombardare ancora, quindi voto San Giuseppe che ci protegga dalla guerra!

è venuta della gran brava gente a spiegarmelo, gente timorata di Dio, e mi hanno dato anche un santino!

“Gesù, questo è troppo, Garibaldi spacciato per San Giuseppe!”

non ti amareggiare, don camillo: in fondo ottengono il risultato di ravvivare, in una creatura semplice, la devozione per san giuseppe.

non mi pare che la cosa abbia eccessiva importanza, don camillo. non è la prima volta che il diavolo si veste da frate. Sì, però gli scrutinatori non tengono conto della devozione per san Giuseppe, ma dei voti arraffati da quelli che lo fanno confondere con il loro dannato Garibaldi!

Sono d’accordo con Voi: il male è che la gente ingenua non lo riconosce.

…per noi è necessario che non soltanto dio, ma anche la gente ingenua sappia chi si nasconde sotto le mentite spoglie del frate.

e cosa importa? lo sa dio.

voi vedete le cose dalla vetta, in modo diverso…

naturalmente, don camillo: indicare cosa è bene e cosa è male è il compito dei miei ministri.

“sì, signore, ho fatto ben così con la vecchia baccini…” guardate, vi sconsiglio di votare san giuseppe. molto meglio dare la preferenza alla santa croce.

ah, ma voi mi prendete in giro! mi hanno già spiegato che si tratta di una croce falsificata, che su quella vera c’è scritto inri, non libertas!

e allora, nel dubbio, votate per la corona della beata vergine dentro la “stella mattutina ora pro nobis”. ci sono anche le iniziali “b. m.”: beata maria.

“così la vecchia baccini voterà per il blocco monarchico. è sempre meglio che niente.”

tu accusi gli altri di usare argomenti subdoli e poi ti macchi della stessa colpa.

gli altri ingannano la vecchia baccini a fin di male, io a fin di bene!

sei un riprovevole bugiardo.

pagherò quel che ci sarà da pagare. ora ho da fare una cosa urgente in piazza, c’è un comizio del fronte popolare!

cristo fu il primo lavoratore del mondo!

scusate! scusate! domando la parola!

vi guardo e vedo tra voi tutti coloro che, fino a poche settimane fa, ostentavano emblemi e fazzoletti e bandiere di colore rosso!

miei buoni fratelli, le parole dell’oratore hanno commosso il mio cuore di cristiano!

io ho tanto pregato per la salvezza delle vostre anime e dio mi ha esaudito! i vostri capi non vi porgono più parole di odio e violenza, ma d’amore e di pace, ispirate alla più pura carità cristiana!

dunque il miracolo è compiuto! la follia rossa è finita! sia lodato il signore! il comunismo è morto!

grrrrr

mpf!

mpf!

psit psot psit psot

x

Bandiera rossa la trionferà! Bandiera rossa lae trionferà!

morti sarete voi!

non me ne frega niente di garibaldi!

noi non ci vergogniamo mica di essere comunisti! compagni, facciamo vedere se siamo morti a questi mammalucchi di reazionari!

psit psot psit psot

se non la piantate di infastidirmi l’anima con le direttive e le controdirettive, vi agguanto per il fondo dei calzoni e vi butto nel po!

Qualche giorno dopo...

ma… oh, signor sindaco! cosa fa di bello da queste parti?

e cosa c’entro io?

non mi fidavo di lasciarvi in paese solo. chissà i guai che avreste combinato, durante la mia assenza.

era da un mese che dovevo venire per affari urgenti a milano, e ho dovuto approfittare del vostro viaggio.

ti è seccato che vi abbia fatto gettare la maschera, l’altro giorno?

sono quei disgraziati di città che fanno la tattica strategica e altre stupidaggini. ci mancherebbe che uno dovesse aver paura di dire che è comunista!

sissì... ciao, signor sindaco. e buon divertimento.

be’, possiamo arrivare fino in piazza assieme…

avete paura che il cardinale schuster vi scomunichi se vi vede assieme a un comunista? Ecco fatto, niente più Garibaldi!

non posso andare assieme a uno che ha la cimice rossa e quella porcheria lì con dentro garibaldi all’occhiello.

piuttosto, siete qui per qualche parente che si è fatto male?

avete anche un fratello! non basta un tipo come voi in una famiglia? è grosso quanto voi?

no: lui è un omone, quasi una spanna più di me.

sì, mio fratello.

sacr… tutti preti?

no, sono l’unico.

siamo in sei fratelli, tutti così.

la prima volta che voi bolscevichi mi fate girare le scatole, li chiamo e in mezz’ora sfolliamo il paese.

meno male. il padreterno ne ha fatta una buona. si potrebbe vederlo questo vostro fratello? è davvero più grosso di voi?

certo!

ecco la sua stanza, valuta tu!

che uomo! quello se dà un cazzotto a uno lo spacca. c’è pericolo che resti offeso dalla ferita?

no, è roba superficiale. meno male. c’è bisogno di uomini così, in un mondo di mezze calzette. più sono piccoli e deboli e più sono cattivi.

vacca miseria! è roba da far venire il mal di testa a forza di guardare! è bello sì. peccato che quando verranno i russi lo butteranno giù.

ma che russi! non diciamo stupidaggini!

e quelli chi sono?

quelli del fronte…

le solite provocazioni guerrafondaie!

però marciano mica male...

e ci sono pure gli alpini!

vacca miseria! questi sono davvero in gamba!

sì, fino al ginocchio! vuoi vedere, rosso?

stump

stan

guarda che quelli là avevano tutti il garibaldi all’occhiello. erano tuoi compagni.

compagni un corno! il vero comunista porta all’occhiello la sua brava cimice come la porto io!

non sali qui?

no, più lontano vi sto, meglio è!

g

veramente tu non porti niente.

ALLA FIERA DI MILANO (2° PARTE)

Alla Fiera di Milano (2° parte) (episodio 104b)

Sceneggiatura: Davide Barzi Disegni: Tommaso Arzeno Prima pubblicazione del racconto originale: Candido n. 16, 22 aprile 1951 Nell’aprile del 1920 sono un migliaio gli espositori, di cui un quarto provenienti dall’estero, che compongono la prima Fiera Campionaria di Milano. Negli anni, la Fiera si è trasferita, si è espansa ed è stata ricostruita dopo i bombardamenti dovuti alla guerra. Nel 1951, anno di pubblicazione del racconto originale, per la prima volta è ospite anche l’Unione Sovietica; la novità, in piena guerra fredda, trasforma la Fiera di Milano nel punto di incontro commerciale tra Est e Ovest. Peppone, quando stuzzica don Camillo di fronte al padiglione della Russia con la domanda “Avete passato la cortina di ferro?”, si riferisce all’espressione usata nel 1946 dall’allora premier inglese Winston Churchill, per indicare il distacco ideologico e territoriale tra i Paesi dell’Europa orientale e occidentale. Tale modo di dire si è poi diffuso nel linguaggio popolare. Tra le varie meraviglie che attirano l’attenzione (e l’amor di patria) dei protagonisti, vi è la piccola utilitaria prodotta da Fiat tra il 1936 e il 1955: la 500 soprannominata Topolino, una “vettura piccola, economica, in grado di essere venduta a 5.000 lire” come richiesto dai dirigenti dell’azienda dell’epoca. Don Camillo e Peppone passano poi alle mitragliatrici Breda-SAFAT, utilizzate inizialmente a bordo dei bombardieri della Regia Aeronautica durante la Seconda guerra mondiale e successivamente smontate per essere utilizzate a terra in difesa degli aeroporti, fissate su adeguate strutture per poterle manovrare. È poi curioso notare che in quegli anni la Pirelli, azienda leader nel settore pneumatici, produce anche oggetti di uso quotidiano, come le borse dell’acqua calda. Ma è una macchina agricola quella che più di tutto focalizza l’attenzione di Peppone, che al suo cospetto si leva addirittura il cappello: il trattore Super Landini, all’epoca tra i più innovativi e maggiormente utilizzati per l’aratura.

Ahi! Ma che diavolo...

Mmm... ho idea che il diavolo qui c'entri poco...

Che mi pestiate i calli al paese, passi, ma che veniate a pestarmeli anche a Milano è troppo!

Che tu mi sia sempre tra i piedi al paese, passi, ma che tu venga a impicciarmi la strada anche a Milano è troppo!

Adesso che siamo arrivati alla fiera, però, il regime clericale lascia libero il popolo democratico e ognuno va per conto suo.

Giusto. il guaio è che mentre io posso andare per conto mio, tu, dovunque vada, vai per conto di quello coi baffi spioventi.

Umpf!

Ehm...

Oh, reverendo! Avete passato la cortina di ferro?

interessante. Però credevo che ci fosse anche qualcosa d'altro da vedere.

No, signor prete, adesso siete qui e dovete vedere tutto!

E poi sentiremo cosa racconterete a quei disgraziati che aspettano il resoconto in paese!

Accidenti!

Noi comunisti siamo fatti così! E non è ancora niente: fuori di qui, ci sono altri due padiglioni russi pieni zeppi di macchine meravigliose.

Guarda! Fazzoletti!

E poi come farete a raccontare ai vostri clienti la vecchia storiella dei sovietici che non conoscono le biciclette?

Mi dispiace. Come farete adesso a spiegare che i russi si soffiano il naso con le dita?

Sono belle, non c'è niente da dire. E solide anche: non saranno meno di trenta chili l'una. Si vede che loro hanno le materie prime e non debbono fare economia.

Cosa ne pensate, reverendo?

Bene, se non c'è altro, se ci spicciamo riusciamo a prendere il treno delle dieci e mezza. Beviamoci un caffè e filiamo alla stazione.

Come può un compagno di sicura fede dire che non ha ancora visto niente dopo aver visitato il padiglione dell'URSS?

Adesso? Ma se non abbiamo ancora visto niente!

Peppone, proprio da un prete devi prendere lezioni di comunismo?

impicciatevi degli affari vostri!

E sull'abbigliamento, non ne parliamo neanche. Non c'è male...

in fatto di mobili, vedete, gli italiani bisogna lasciarli stare!

E la Breda è sempre la Breda!

E la Pirelli è sempre la Pirelli!

la fiat è sempre la fiat!

E per quanto riguarda il mangiare e il bere, ma chi ci batte?

Massì...

Ha un colorino simpatico...

E i trattori Landini, poi...

Voi preti, l'orgoglio nazionale l'avete sotto la suola delle scarpe!

Un mio amico francese ha visto la Fiera ed è rimasto sbalordito. Ha detto che non avrebbe mai immaginato che in italia fossimo tanto avanti, come tecnica e organizzazione...

Lasciamo perdere, reverendo. Qui è questione di essere italiani con la coda o senza. Andiamo.

Andate all'inferno voi e la Russia!

Gli stranieri rimangono sbalorditi, mentre certi italiani riescono al massimo a dire che è una cosa “carina”...

Aspetta, aspetta, darei volentieri un'altra guardatina al reparto russo...

io ti salverò

Io ti salverò Sceneggiatura: Davide Barzi Disegni: Ennio Bufi Prima pubblicazione del racconto originale: Candido n. 48, 27 novembre 1949 Nonostante altri numeri di questa serie abbiano già presentato protagonisti diversi dai soliti don Camillo e Peppone, nel caso di questo racconto avviene una novità assoluta: stavolta i personaggi principali sono lo stesso Giovannino Guareschi e sua figlia Carlotta, la “Pasionaria”. Per la prima volta infatti viene trasposto a fumetti un racconto tratto non dal Mondo piccolo, bensì dalla serie Corrierino delle famiglie, pubblicata prima su Candido e poi dal 1964 col nome Telecorrierino delle famiglie sul settimanale Oggi. Il primo dettaglio che rivela l’assoluta unicità di questo racconto è la presenza di una bicromia: al posto del tipico grigio, gli autori hanno scelto di utilizzare un diverso colore per far emergere meglio il piano emotivo. La tinta beige, che richiama il colore del pane, dei dolci e del fango, è il cardine attorno al quale ruota tutta la vicenda. Il titolo del racconto, Io ti salverò, è la citazione di un film di Alfred Hitchcock. Le due trame sono molto diverse tra loro, ma non è raro che Guareschi nei suoi racconti faccia delle assonanze con titoli di film o di libri. Sempre per citare il cinema, la chiusura dell’ultima tavola richiama la scena finale di Tempi moderni, con la Pasionaria che si allontana dal lettore come Charlie Chaplin e Paulette Goddard che si incamminano verso l’orizzonte.

Guarda, babbo!

Uh?

97

Bisognerà pensare a quella là. Comprale qualcosina altrimenti poi fa il muso lungo.

ci darebbe anche questa? Quando si hanno delle mamme bisogna pensarci. Buongiorno!

Guarda, babbo! Uh? Un'altra pasticceria?

98

La saludi anca mi!

“No, il signore che ci ha salutato!”

99

“E il pane è dentro la pozzanghera!”

Era andato a comprare il pane e adesso loro lo aspettano a casa! E lui non viene!

comunque ha smesso di piovere, hai visto?

Chi è?

Non si sa. È uno che passava per strada. Milano è grande e basta che uno cambi bottega e subito nessuno lo conosce più.

Ecco, ora riprende a piovere! Andiamo a portare le paste alla mamma e ad Albertino!

100

E intanto loro aspettano che torni col pane e lui non viene.

Adesso gli danno un po’ di medicina, lui riprende le forze e poi monta in tram e torna a casa!

Verrà più tardi!

Non ti ho convinta, lo so…

Giovannino, ho dimenticato di prendere il pane: fa’ una corsa giù.

D… d’accordo…

vado me! io non casco e poi, anche se casco, me mi conoscono tutti!

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Questa collana presenta l’adattamento a fumetti dei racconti di Guareschi. Nel presente volume, sono presenti otto episodi in ordine cronologico dedicati alla saga di don Camillo e Peppone.

“Il Borgo risente dell’atmosfera surriscaldata dal clima politico nazionale, tanto che Peppone tenta addirittura di ‘arruolare’ nella sua accesa campagna elettorale l’arcivescovo di Milano e chiede al Cristo crocifisso dell’altar maggiore un supporto. Don Camillo deve intervenire per competenza...”

a fumetti

Alberto Guareschi

In questo volume: Disoccupazione Alla Fiera di Milano Il muraglione Il sogno del cappello verde Ancora il fantasma del cappello verde Il bianco

Gazzettino di Roccapezza Espisodi 2 e 3

Prefazione di Giancarlo Governi Della stessa collana Volume 1: Il capobanda piovuto dal cielo Volume 2: Ritorno all’ovile Volume 3: Passa il “Giro” Volume 4: Sciopero generale Volume 5: Giulietta e Romeo Volume 6: Il traditore Volume 7: Paura Volume 8: La gran giornata Volume 9: Miseria Volume 10: La “Volante” Volume 11: Sul fiume Volume 12: Cronaca spicciola Volume 13: La fanciulla dai capelli rossi Volume 14: Radamès € 12,90

Don C amillo D on C a mi l l o a f u me t ti - A l la F iera di M i la n o

Tra il 1946 e il 1966 Giovannino Guareschi scrisse trecentoquarantasei racconti di quello che amava identificare come Mondo piccolo. Una sorta di cronaca umana ambientata nella Bassa parmense, sua terra d’origine, dall’immediato dopoguerra agli anni Sessanta.

ISBN 978-88-6567-197-9

w w w. re n o i rco m i c s . i t

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788865 671979

Alla F iera di Milano

“Don Camillo, adesso che siamo arrivati alla Fiera, però, il regime clericale lascia libero il popolo democratico e ognuno va per conto suo.” “Giusto, Peppone. Il guaio è che mentre io posso andare per conto mio, tu, dovunque vada, vai per conto di quello coi baffi spioventi.”