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“LA DOMUS AUREA”
La DOMUS AUREA, situata tra i colli Esquilino, Celio e Palatino, era costituita da un insieme di edifici, fontane e giardini con al centro un lago artificiale. Deve il suo nome all'imponente cupola dorata. Qualche archeologo ha definito questo sfarzoso complesso edilizio, come " una Versailles nel cuore di Roma", poiché, era celebre, non solo per gli estesi rivestimenti in oro colato, ma anche per i soffitti stuccati e impreziositi da pietre preziose, dipinti, marmi colorati da lamine d'avorio.Si trattó di un cambiamento destinato ad avere una grande rivoluzione sull’arte futura , poiché Nerone andó contro tendenza collocando la decorazione dei mosaici sui soffitti a volta e non solo sul pavimento.
Come il Colosseo, la DOMUS AUREA fu edificata con gigantesche pareti di mattoni di cui oggi rimane solo il sito
del colle Oppio con circa 150 camere
Quasi tutte le strutture erano coperte da volte a botte , alte 10-11 cm, suddivise attorno alla Sala a pianta ottagonale (che ancora oggi si puó visitare) che era l'epicentro di tutto l'impianto , lungo circa 400mt
L'imperatore Vespasiano (capostpite della dinastia dei Flavi)volle restituire al popolo romano gli spazi urbani usurpati da Nerone, perció intraprese l'opera di distruzione della Domus , facendola depredare per annientare la memoria del folle Imperatore e della sua dorata residenza (tutto ció grazie alla"Damnatio memoriae" emanata dal Senato) Diede l'ordine di drenare le acque del lago, demolire tutti gli edefici, spianandoli e riempiendoli di macerie, sulle quali fu eretto nel 80 d.C il famoso Anfiteatro Flavio. Furono aportate tutte le lussuose decorazioni e sculture, mentre le camere furono ricoperte di terra fino sulle volte , per fare da basamento ai futuri edifici volte , per fare da basamento ai futuri edifici.
Le lussuose sale furono saccheggiate del rivestimento, cosicché i sontuosi affreschi e le decorazioni in stucco rimasero sepolti per secoli , fino al Rinascimento. In pochi decenni, la Domus fu sepolta sotto nuovi edifici, ma questa distruzione totale la salvó, infatti alla fine del XV secolo, avvenne il suo ritrovamento, grazie a un giovane romano , che cadde accidentalmente in un crepaccio, nel terreno sul lato del Colle Oppio, ritrovandosi in una insolita grotta, che sulle pareti riportava affreschi.
LA PRIMA DECORAZIONE "GROTTESCA" Gli affreschi scoperti , incuriosirono molti giovani artisti romani, che si calarono sottoterra con grandi cesti di vimini per poter studiare questi dipinti , alla luce di fiaccole e lumi. Con grande sorpresa le opere si dimostrarono una rivelazione di quello che era stato il vero volto della pittura nell'antica città e soprattutto il suo sfarzo imperiale. Lo stile ricercato dellle architetture e delle scene mitologiche di animali immaginari in stile fiabesco,
influenzarono grandi pittori, come il Pinturicchio ,Raffaello e Michelangelo. Altri invece, criticarono duramente le decorazioni, perchè troppo eccentriche e utopistiche, e proprio queste "immagini delle grotte" presero il nome di "grottesche", ma si divulgarono ovunque , a grande richiesta di Papi e nobili di tutta Italia.
Quando furono scoperte le pitture e gli stucchi, i colori erano ancora vivi e brillanti, ma ben presto iniziarono i prolblemi della loro conservazione.Purtroppo sbiadirono velocemente a causa dell'umidità e finirono per essere dimenticati. A documentare le bellezze che Nerone collocó nella Domus Aurea , nel 1506, venne alla luce il meraviglioso gruppo sculturoreo greco del Laocoonte che celebra un episodio epico della Guerra di Troia : la morte del sacerdote troiano punito da Poseidone per aver tentato di impedire l'ingresso a Troia del cavallo di legno, per questo morí stritolato da serpenti , assieme ai suoi figli.
Solo molto piú tardi gli scavi furono ripresi , e precisamente nel 1772. Dal XVIII al XX secolo vennero liberate dalla terra alcune stanze e Papa Clemente XIII commissionó i primi scavi autorizzati che riportarono alla luce 16 stanze. Piú tardi ne riemersero altre 50 e con tempo ci si preoccupó di impermeabilizzare le volte.
La DOMUS AUREA rappresentó la piú grande e imponente dimora mai costruita nella capitale dell’Impero.
DESCRIZIONE DOMUS AUREA Il progetto della Domus Aurea sembra sia ispirato alla villa marittima campana le cui principali caratteristiche erano costituite da una distribuzione sparsa degli edifici, inseriti in una paesaggio con viste panoramiche sul mare tramite terrazze, giardini e portici. L'ispirazione sembra fosse dovuta in particolare all'ambiente di Baia, la più rinomata località residenziale del mondo romano, nel quale erano presenti numerose e lussuose ville, impianti termali e luoghi di piacere. La domus di Nerone era una villa che si affacciava su di un "mare" artificiale, lo stagnum luogo di perdizione della nobilitas dove si svolgevano i festini su imbarcazioni di piacere (cumbae). La Domus Aurea era ,innanzitutto, una villa, che “comprendeva” statue,balconate,pisicne,scalinate ed era circondata da prati, campi, vigneti, boschi, bacini d'acqua. Era anche circondata da molte colline e alture, tra le quali: il Palatino, l’Oppio, la Velia, una parte dell’Esquilino e la parte Nord-Occidentale del Celio fino agli Horti Maecenatis, i quali costituivano un’altra parte della villa. Aveva un’estensione di 2,5 kmq, con giardini e padiglioni per feste o di soggiorno per gli ospiti. Al centro dei giardini c’era il laghetto.
L’accesso principale alla villa avveniva dal Foro romano in prossimità dell’Atrium Vestae il cui ingresso si effettuava tramite un enorme Vestibulum (il vestibolo della Domus) dove originariamente venne sistemata una statua in bronzo dorato di proporzioni gigantesche, chiamata “ il Colosso di Nerone”, in quanto , un tempo immortalava l’imperatore come una vera e propria divinità nelle vesti il Dio Sole. Sul capo portava una corona con sette raggi della lunghezza di 6 metri ciascuno. Il braccio sinistro era piegato perché portava in mano il globo terrestre mentre il braccio destro era appoggiato ad un timone. La statua che svettava verso il cielo nell’atrio della villa imperiale, superava i 120 piedi d’altezza (piú di 46 mt)
Le proporzioni del Colosso di Nerone
IL CORPO PRINCIPALE: La parte principale , pubblica, della Domus era divisa in:
un vestibulum, all'interno del quale troviamo il famoso colossus
un porticus triplex, lungo un miglio romano uno stagnum circondato da edifici a forma di città; una campagna costituita da campi, vigneti, pascoli e boschi con moltissimi animali.
IL CORPO SULL’OPPIO Questa parte della domus si trovava sul Colle Oppio e interessava la parte privata. Era costituita da un padiglione, ricoperto in seguito dalle Terme di Traiano e tuttora visitabile.
era rivestito d'oro, gemme e madreperla; era costituito da sale per banchetti (cenationes) dai soffitti eburnei e mobili , per riversare fiori sugli invitati;. aveva al suo interno la "sala da banchetto" principale (cenatio principalis), di forma rotonda. era infine dotata di bagni con acqua normale e sulfurea.
La parte conservata al di sotto delle successive terme di Traiano sul colle Oppio era essenzialmente una villa per feste, con 300 stanze e non una camera da letto e neppure sono state scoperte cucine o latrine. Le camere rivestite di marmo componevano intricate planimetrie, composte di nicchie (incavo di forma semicilindrica) ed esedre (disposizione planimetrica a semicerchio) che concentravano o disperdevano la luce del sole. Inoltre vi erano piscine sui vari piani, e fontane nei corridoi.
GLI INTERNI La Domus Aurea era celebre sia per i suoi estesi e luccicanti rivestimenti di marmo bianco, avorio e materiali preziosi e enormi pareti di mattoni rivestite a foglia d’oro, sia per i soffitti stuccati decorati di pietre dure e preziose, gemme e conchiglie, dipinti e marmi colorati e ricoperti di lamine d’oro. Si distinguevano 2 settori, uno occidentale e uno piú mutevole orientale :
settore occidentale
Questo settore riproduceva il nucleo tradizionale delle ville a peristilio, con un cortile-giardino rettangolare,circondatoda un portico di stile ionico, lungo il quale si aprivano la sale private della residenza.Proprio qui troviamo alcune delle sale piú note:
LA SALA della volta delle civette – cosÍ chiamata per i motivi decorativi della volta, riprodotta nei disegni e nelle incisioni del Settecento.
IL NINFEO di Ulisse e Polifemo – che prende il nome dal soggetto a mosaico riprodotto al centro della volta
PARTICOLARE del MOSAICO
settore orientale
Il corpo orientale era centrato sulla sala a pianta ottagonale con due grandi cortili poligonali ai suoi lat.Era completamente senza pareti e ció che la caratterizzava era la presenza di” una cupola a padiglione” forata in sommità ed attorniata da un ninfeo, preceduto da una scalinata sulla quale scorreva l’acqua che rinfrescava l’ambiente.Dalla caratteristica apertura della volta , cioè dell’ oculo centrale, filtrava abbondante la luce del giorno che sicuramente creava effetti “affascinanti” nell’illuminazione della statua centrale.Alcuni fonti citano questa sala cosí sfarzosa e scenografica come la “coenatio rotunda” ( sala da pranzo rotonda)che aveva la funzione di sala per i banchetti.Addirittura s pensa che gli architetti avessero collocato nella sala , una struttura di legno che ruotava lentamente, grazie a complessi meccanismi idraulici, e che come il mondo, compiva un giro completo in 24 h.Al centro della sontuosa sala , sedeva su un trono Nerone , mentre dall’alto piovevano petali di fiori e venivano versati profumi.
Sempre nel settore orientale troviamo: 1. LA SALA della volta dorata 2. LA SALA di ACHILLE a SCIRO – che prende il nome dall’affresco posto al centro della volta.che raffigura lo svelamento di Achille a Sciro . La pianta rettangolare , absidata sul lato nord, aveva le pareti rivestite da lastre marmoree che presentavano complesse architetture , e questo denotava il preciso intento di stupire gli ospiti oltre che all’ulilizzo di materiali molto preziosi come la foglia d’oro e pigmenti come la fritta egizia (il primo vero pigmento blu sintetico) e il cinabro (minerale di color rosso vermiglione).
LA SALA di ETTORE e ANDROMACA – la divisione geometrica, inserisce al centro della volta,un rettangolo con dipinta la scena delle nozze di Poseidone e Anfitrite, mentre il dipinto situato al centro della fascia è decorato con il tema omerico di Ettore, che prima di affrontare il duello mortale con Achille, saluta la moglie Andromeca e il figlioletto Astianatte sulle mura di Troia
La mancanza di porte, di latrine, di ambienti d servizio e dei sistemi d riscaldamento, fanno supporre che la gigantesca struttura fosse solo un luogo i svago per l’imperatore e i suoi ospiti. I bagni erano forniti di acqua marina e solforosa.