Dizionario di ebraico biblico [PDF]

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Zitiervorschau

Luis Alonso Schòkel D IZ IO N A R IO DI

EBRAICO BIBLICO Consulenza scientifica di G ia n L uigi P ra to

SAN PAOLO

Luis Alonso Schòkel

DIZIONARIO DI EBRAICO BIBLICO Edizione italiana a cura di M arco Zappella C onsulenza scientifica di Gian Luigi Prato

SAN PAOLO

© EDIZIONI SAN PAOLO s .r l, 2013 Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) www.edizionisanpaoIo.it Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. Corso Regina Margherita, 2 - 10153 Torino ISBN: 978-88-215-7742-0

PER L'EDIZIONE SPAGNOLA

DIRETTORE DELL'OPERA Luis A lonso Schòkel, Pontificio Istituto Biblico, Rom a DIRETTORE ASSISTENTE V ictor M oria, Universidad de D eusto, Bilbao DIRETTORE TEC N IC O Vicente C ollado, Facultad de Teologia, Valencia ASSISTENTI D I REDAZIONE Santiago Bretón, Pontificio Istituto Biblico, Rom a Juan Esquivias, Pontificio Istituto Biblico, G erusalem m e COLLABORATORI J. A surm endi ‫ ־‬E Echevarria - A. Gii M odrego ‫ ־‬O. G onzàlez S. Guijarro - J. Lamelas - R.H. Lugo - C.E. M aciel del Rio J. M enchén - V. M oria - M. Peinado - J. Bérez Basanta T. R am irez - J.M. Sam per - J.P. Tosaus - V. Vilar

PER L'EDIZIONE ITALIANA

RESPONSABILE DELL'EDIZIONE . Marco Zappetta, Edizioni San Paolo CONSULENZA SCIENTIFICA Gian Luigi Prato, Università Roma III RESPONSABILE DELLIMPAGINAZIONE Ombretta Pisano RESPONSABILI DELLA TRADUZIONE Teodora Tosatti Rita Torti M azzi (lettera 3) REVISORI Sergio Henriquez Ramirez, Pont. Univ. Santa Croce Gian Luigi Prato, Università Roma III

INTRODUZIONE

1. Descrizione — Questo è un dizionario bilingue, dell'uso e per l'uso. Questi termini vanno giustificati o spiegati. E bilingue: appartiene cioè a una specie diversa da quella del dizionario monolingue, sempre che quest'ultim o esista. E vero che il dizionario di Maria Moliner, tanto per citare un esempio illustre, si presenta come scritto interamente in spagnolo; eppure, quando enuncia o descrive il significato di un termine, usa un metalinguaggio: nella spiegazione, i termini della lingua corren­ te o scientìfica si assoggettano alle condizioni del metalinguaggio, Anche un dizionario bilingue può ridursi a illustrare con un metalinguaggio (della lingua di arrivo) il contenuto semantico del termine nella lingua di partenza. Così avviene per quello, utilissimo sebbene selettivo, di Jenni - W estermann per l'Antico Testamento, o per quello del Nuovo Testamento per campi semantici di Nida Louw. · . Il dizionario bilingue classico propone una voce, normalmente una parola, nella lingua di partenza e aggiunge una o più corrispondenze nell'altra lingua. Nel nostro caso è come un gigantesco e leggendario san Cristoforo che si carica sulle spalle una parola e la trasporta da una lingua all'altra, attraversando miglia e secoli, o, se si preferisce, un traghetto instancabile e minuscolo, che trasporta le parole una per una, da una sponda all'altra. Il presente dizionario ricorre in m odo parco, economico, alla descrizione se­ mantica in metalinguaggio, e si concentra con generosità sui sistemi di corrispon­ denze. Dicendo dtW uso pensiamo a un corpus lim itato di testi, quasi tutti letterari. Qualsiasi dizionario estrae le parole dalla lingua parlata e scritta. La nostra minie­ ra è costituita semplicemente dalla Bibbia ebraica (più i codici ebraici del Siracide), con tutti i vantaggi e i limiti offerti da un corpus così ridotto. Circa cinquemila parole, molte delle^uali utilizzate una volta sola o poche volte. La nostra Bibbia ebraica è costituita in grandissima parte da testi letterari: po­ esia, prosa narrativa, oratoria (Dt), saggio (Qo). Il testo letterario utilizza la lin­ gua facendo attenzione allo stile: il dizionario deve assolutam ente tenerne conto. Questo dizionario si basa sul lavoro previo di una traduzione letteraria completa della Bibbia. Il traduttore letterario si immerge nel testo originale, lo analizza per osservare procedimenti e sfumature. Quando lo traduce studia diverse possibilità,

INTRODUZIONE

Vili

esamina, appura, scarta e conserva la possibilità che ritiene migliore, senza però dimenticare le altre, 2.

Rinunce — Non abbiamo voluto redigere un dizionario etimologico, storico o

comparativo.

a) Per dedurre il significato di una parola, la semplice etimologia non basta. L'ita­ liano salita e lo spagnolo salida (uscita) derivano dal verbo latino salire (saltare): che cosa succede quando uno spagnolo legge "salita" sulla porta di un autobus? Conoscere il latino non chiarisce il significato del termine. Liquore deriva dal latino licjuere (essere liquido), ma non ogni liquido è un liquore. Parola deriva dal greco παραβολή attraverso il latino parabola (paragone). Quando si conosce il significato di una parola in una lingua, risalire alla sua etimologia può essere istruttivo e diver­ tente; affidarsi airetimologia per dedurre il significato di una parola è un'avventura troppo rischiosa. b) Non abbiamo preteso neppure di mostrare l’evoluzione storica del significato delle parole airinterno della Bibbia ebraica. Quando si è in possesso di un corpus letterario perfettamente datato, grazie all'informazione esterna, è possibile studiar­ ne la semantica storica. Datare oggi con solida probabilità i testi biblici è un gioco basato su ipotesi o speculazioni. In alcuni casi possiamo segnalare, per esempio, un uso recente, come quando un termine o un significato si restringe a l-2Cronache, Daniele, Esdra e Neemia, libri sicuramente tardivi. c) Per stabilire il significato di una parola non è decisiva neppure la comparazione con lingue affini. L'inglese Knight non viene chiarito dal tedesco Knecht, e neppure silly da selig, né l'italiano cavalleria dallo spagnolo caballeria. Coloro che imparano lingue straniere cadono molto spesso nella trappola della somiglianza superficiale: actually non equivale ad attualmente; dispose o f non significa disporre di-, pourtant non equivale a pertanto; il verbo spagnolo presumir in inglese non si dice lo presume; scholar non significa scolaro. Alle false analogie e ambigue affinità, sia fra inglese e italiano, sia fra spagnolo e italiano, sono dedicati interi libri. Detto questo, lo studio comparato delle lingue affini ha un valore in sé, e a un dizionario ebraico-italiano può offrire due servizi: permette di distinguere due radici omofone in ebraico e diverse in un'altra lingua; nei casi di significato dubbio o sco­ nosciuto, i dati di lingue affini aiutano a formulare congetture probabili. Alla comparazione esterna preferiamo la comparazione interna. d) Abbiamo tralasciato di dare informazioni su questioni discusse mediante una bibliografia. Senza negarne l'utilità per lo specialista, abbiamo fatto prevalere tre mo­ tivazioni. Anzitutto, per non raddoppiare il volume dell'opera, essa avrebbe dovuto essere selettiva e incompleta; in secondo luogo, perché la discussione e le proposte che ne derivano invecchiano con relativa rapidità, tranne i casi in cui si giunge alla soluzione definitiva, inserita nel dizionario; infine, perché di questo compito si inca­ ricano annualmente altre pubblicazioni (in concreto, le Voces discussae deìYElenchus di Robert North). Preferiamo rimandare ai commentari pertinenti e all'apparato delle nostre Bibbie ebraiche.

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3. Differenziazione dei termini — Cominciamo trattando le unità convenzionali che chiamiamo parole. a) Come in qualsiasi lingua, numerose parole ebraiche sono polisemiche, rispon­ dono cioè a concetti diversi. Per esempio: in ebraico ‫ יד‬significa mano, manico, cippo; questo fatto deve essere registrato con svariati termini italiani equivalenti; il processo che ha condotto alla differenziazione può costituire l'argomento di una monografia esterna al dizionario. b) Altre volte, la parola ebraica risponde a un concetto indifferenziato: passando all'italiano subisce il fenomeno della rifrazione, si divide cioè in due o più parole italiane. L'ebraico ‫ ידע‬non distingue tra conoscere e riconoscere; ‫ יחל‬Pi. si scinde in spera­ re, attendere, sopportare, tollerare. Dati i limiti del vocabolario ebraico biblico, il caso si verifica normalmente. c) Altre volte la divisione e la suddivisione di significati all'interno di un campo lessicale non coincide con quella del campo italiano, per esempio nella classificazione di animali (insetti, rettili, ruminanti); questo costringe a differenziare e ad adattare le corrispondenze. Non sarebbe meglio, in questi casi, rinunciare alla rifrazione e fornire in italiano un altro termine generico equivalente? Si può fare in una prima proposta, cui deve seguire la differenziazione, perché generico (iperonimo) non è Io stesso che indifferenziato. Se una lingua possiede un unico termine, usarlo non costituisce povertà; se un'altra lingua possiede dieci termini differenziati, usare quello generico costituisce povertà. L'esperienza della traduzione di testi biblici, in particolare di quelli poetici, dimostra la necessità di scindere o differenziare il vocabolario ebraico quando io si traduce in ita­ liano. Nel registrare corrispondenze possibili e variegate, questo dizionario è generoso; raccoglie un'ampia gamma di offerte e non pretende di imporre soluzioni uniche. Partendo da un'unica radice o base, in italiano possiamo formare molte più parole; se da l'ebraico trae ‫ה‬$‫ךא‬, ‫רא שה‬,‫ זון‬2(‫ רא‬e ‫ו־אעוית‬, da caput l'italiano trae capo, capo­ rione, capitello, capitolo, capitano, capetto, caparbio, capitale, capeggiare, decapitare e altri ancora. Quando si forniscono corrispondenze, bisogna tenere conto della copiosa offerta della nostra lingua, 4. Organizzazione — Eccoci alla situazione in cui a un vocabolo ebraico ne corri­ spondono, diciamo, dieci italiani. Cosa facciamo? Come li organizziamo? In teoria sono disponibili tre tattiche. La prima: offrire un semplice elenco di significati, uno dietro l'altro, come si fa in numerosi dizionari bilingui, affinché l'utente individui il più adatto a ogni singolo caso. La seconda: identificare per loro una logica diacronica; normalmente, però, la diacronia è sconosciuta; la diacronia si riferisce alla polisemia concettuale, non a parole e a concetti indifferenziati. La terza: rintracciare per loro una logica semantica, ossia cercare i fattori che giustificano e spiegano la differenziazione. Riteniamo che il contributo principale del presente dizionario sia costituito da quest'ultima indagine e presentazione, sulla linea di Zorell e oltre, anche se numerosis­ sime spiegazioni oggi sono un patrimonio comune. Tra i fattori che guidano l'organiz­ zazione, alcuni sono generici, altri specifici o particolari.

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a) Fattori generici sono, nei verbi, l'uso transitivo o intransitivo, la coniugazione, l'uso assoluto o come ausiliare (per esempio ‫ ;)יכל‬nei sostantivi, se sono reggenti o retti; nelle preposizioni, se sono rette da verbi o componenti di verbi con un significato nuovo; nelle particelle, se si usano come preposizione o come congiunzione; in tutti, il senso proprio e quello figurato. Come fattori particolari segnaliamo la funzione sin­ tattica e il punto di vista. b) Quello che chiamiamo sostantivo o nome comune, in ebraico (un po’ meno in italiano) può funzionare come sostantivo, aggettivo o avverbio, Per esempio, ,'diritto": diritto umano; un sentiero diritto; prosegui sempre diritto. Ciò avviene molto di più in ebraico, data la scarsità degli aggettivi. Pertanto, ‫ אב‬significa padre, paterno o pa­ rentale; ‫ ים‬significa mare o marino; il sostantivo può funzionare come il richiamo “attenzione!‫( ״‬somiglia a ‫)הנה‬. c) Il punto di vista può determinare la parola preferita dalle diverse lingue o situazioni. Se mi convocano per telefono, in italiano rispondo "vengo subito" (collocandomi nel luogo verso cui mi dirigo), mentre in spagnolo rispondo "voy en seguida‫"( ״‬vado subito", collocandomi nel luogo in cui mi trovo). Così, per esempio, all'ebraico ‫ שמחה‬possono corrispondere gioia (punto di vista soggettivo) oppure festa (punto di vista oggettivo); si­ milmente, a ‫ בוש‬possono corrispondere mostrare imbarazzo/vergognarsi oppure essere sconfitto, a ‫ צרה‬angoscia e pericolo·, ‫ קול נשמע‬può equivalere a si ode una voce (punto di vista di chi ascolta) oppure risuona una voce (punto di vista di chi la emette). Dal punto di vista del viaggiatore, ‫ דרך‬è la strada, dal punto di vista della sentinella è l’accesso (Na 2 2). d) Un notevole fattore di differenziazione di significato è il campo semantico in cui si trova la parola; si tratta di un ulteriore criterio organizzativo. NeH'edilizia,‫ אבן‬è pietra e può significare filo a piombo; nell'oreficeria, pietra preziosa o gemma; nel commercio, peso; nella meteorologia, grandine. e) Un significato si differenzia anche per polarizzazione, quando si contrappone a un altro. Così, in campo militare ‫ עם‬può significare esercito o, per contrapposizione ai capi, truppa; in campo politico, popolo o, per contrapposizione ai governanti, sudditi; in campo religioso, e per contrapposizione a sacerdoti e leviti, laici, secolari. Sintagmi — La singola parola è una legittima astrazione dalla lingua utilizzata, Molto spesso, però, l'unità di significato costituisce un sintagma, che non può essere trasposto per corrispondenza analitica, a-a' + b-b', ma devono essere rispettati gli usi di ciascuna lingua: all'ebraico ‫ נשא עינים‬non corrisponde alzò gli occhi bensì alzò la vista, diresse lo sguardo (mentre è corretto tradurre ‫״‬alzò gli occhi al cielo"). Un dizionario dell'uso deve offrire con generosità corrispondenze di sintagmi. Vediamo alcuni casi. a) Verbo più preposizione. Bisogna distinguere tra i casi in cui la preposizione è ret­ ta dal verbo e i casi in cui, insieme ad esso, compone un verbo o un concetto nuovo. Il verbo ‫ מות‬morire può reggere la preposizione ‫ ; ב‬in italiano distinguiamo tra: "morire per il peccato", "morire dalla paura", "morire di spada". Viceversa, ‫ ראה ב‬molto spesso significa godere di, fruire di, come se si trattasse di un altro verbo. Ugual ment e, ‫עמ ד לפני‬ può significare presentarsi, essere al servizio di, mentre ‫ ע מד על‬opporsi. Per formare verbi còme comporre, disporre, imporre, supporre ecc., l'italiano antepone particelle (p, es. 5.

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preposizioni) o morfemi; con minore flessibilità, l'ebraico può farlo con una particella che segue il verbo (si confronti con i verbi separabili e inseparabili del tedesco, come iibersetzen e setzen tiber, unternehmen e nehmen un ter), b) Un avverbio aggiunto a un verbo o a un sostantivo può generare un altro verbo o sostantivo o una forma diversa. Per esempio, l'avverbio intensivo ‫מ א ד‬ può trasformare ‫ יב^ן‬asciutto in calcinato; ‫ יפ ה‬beila in bellissima, 1 ÌU buono in eccellente-, ‫ יעף‬essere stanco in essere sfinito. c) Un sostantivo preceduto dalle preposizioni ‫ ל‬o ‫ ב‬può funzionare come un avverbio: ‫ ב^זל^ם‬pacificamente; ‫ ל ב ט ח‬tranquillamente-, ‫ ב כ ח‬per forza. d) A parte questi casi, riconducibili a funzioni sintattiche, ciascuna lingua possiede innumerevoli combinazioni più o meno fisse, che vengono preferite sia nell'uso corrente sia nello stile letterario. Bisogna qui mettere in guardia contro l'inganno linguistico che va sotto il nom e di "traduzione letterale", che consiste nell'astrarre la parola singola dal suo uso e pietrificarla in un concetto unico e immutabile, che domina poi la traduzione. Una cosa è la mera correzione gram­ maticale (a sua volta astrazione funzionale), un'altra è l’utilizzo vivo. In realtà, un dizionario bilingue darà più spazio ai sintagmi che non alle singole parole. Vediamo il caso del sostantivo corrente ‫לץד‬£ re. Al vocativo si traduce in manie­ ra espressiva con «Maestà!» Se qualifica il denaro, diremo forzieri regali o casse regie-, se qualifica ‫ מ ל א כ ה‬diremo affari della corona-, con ‫ רע‬risulta il favorito dei re; ' con — ‫ ב(צם ה‬equivale a in nom e di sua M aestà. e) Un caso particolarmente im portante è quello degli idiotismi, di cui m olto spesso ignoriamo l'origine e che sfuggono alla traduzione analitica. *1‫פ‬:‫ בכ‬,‫ ידו‬signi­ fica rischiare la vita (Sancho Panza dice "su alma en su palma", "la sua anima nelle sue mani", per dire: "si arrangi; è lui il responsabile delle sue azioni"); ‫ח ב ק (דים‬ significa incrociare le braccia; ‫ רפ ה ידים‬Pi. vuole dire demoralizzare-, e, m antenendo il vocabolo, N ‫ רפה ידים מן‬Hi. equivale ad abbandonare la mano di N. 6 . C orrispondenze asim m etriche — Un altro capitolo è costituito dalla traduzio­ ne sintetica e dall'equivalenza 0 .

a) Una sola parola italiana può contenere due semi distribuiti in due parole ebraiche. Il verbo ‫ ג ב ה‬significa essere alto; per trasferirlo alla sfera spirituale si aggiunge ‫ ;רוח‬i termini italiani "alt-ero" e "alt-ezzoso" contengono entrambi i semi. Parimenti, l'antonim o ‫^ופל‬, determ inato da ‫רוח‬, si riduce a un solo termi­ ne italiano: umile-, ‫ עברי דרך‬sono i passanti o via-andanti; ‫ נטה מן הד ר ך‬è s-viar-si; ‫ ר מ ש מל־הארץ‬strisciare; ‫ ד ק ק ל ע פ ר‬polver-izzare. b) Nella frase, alcune parole possono svolgere una semplice funzione espletiva] in tal caso non sarà sempre necessario od opportuno tradurle, poiché si ha l'equi­ valenza 0 . Così, per esempio, non occorre esplicitare "della terra" — anche se l'ebraico lo fa — con i termini "espropriati", "gente pacifica”, "criminali". L'equi­ valenza 0 è più frequente nel punto successivo. c) Q uando un membro del corpo o un organo sono soggetto o complemento della frase, si possono distinguere tre situazioni: un uso neutro, o normale, che non

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crea problemi; un uso enfatico, che esige la traduzione esplicita; un relitto di una vi­ sione precedente all’astrazione delT ‫״‬io‫״‬, che non occorre riprendere a meno che non si vada espressamente alla ricerca della forma arcaica. Si prenda il termine "occhi": "aprire gli occhi” è la forma neutra; "lo hanno visto i miei occhi‫ ״‬è la forma enfatica; “lo vedi / lo stai vedendo" è la forma per la quale è sufficiente la seconda persona. Qualcosa di simile possiamo dire per il termine "bocca‫״‬: all'ebraico "parole della bocca di N ” corrisponde il semplice italiano ‫״‬parole di N ”; "io rido / io me la rido" sostituisce comodamente !,ebraico "la mia bocca ride / se la ride"; “risposta della boc­ ca” diviene semplicemente "risposta"; rimangono invece "la tua bocca ti condanna", "non gli si cava una parola di bocca". 7. M orfem i—Dopo avere spiegato alcuni principi o tattiche riferiti a parole singole o a sintagmi, bisogna accennare a quegli elementi della lingua che solitamente chiamiamo morfemi, Ci sono morfemi che sopravvivono soltanto come componenti di parole, men­ tre altri possono vivere anche come parole singole. Per esempio, le preposizioni "con’’e con-/com-, che danno origine a parole nuove; “mente" come sostantivo e -mente come morfema avverbiale. Chiamiamo morfemi anche gli elementi che differenziano tempi e modi dei verbi, genere e numero dei nomi. La distinzione è un po’ artificiosa, frutto della riflessione sulla lingua, soprattutto sulla lingua scritta. L’italiano esprime la negazione con la parola "non", che scriviamo separata, e con i morfemi in-, im-, a-, de-, che scriviamo uniti. L'ebraico conosce 11 rarissimo —‫ א‬e gli abituali ,‫לא‬, ‫אין‬, ‫אל‬ ‫ ב ל‬,‫ ב לי‬. Le corrispondenze tra le due lingue sono varie: morfema a morfema, lessema a morfema, viceversa. Bastino alcuni esempi. L7ebraico forma avverbi anteponendo ‫ ל‬/ ‫ ב‬a un sostantivo, l'italiano lo fa posponendo -mente all'aggettivo; pertanto, -mente può equivalere a ‫ ל‬. Con una negazione: ‫ אין מספ ר‬può essere "in-numerevole", "in-commensurabile"; ‫דע‬: ‫" בל‬dis-conoscere"; DU> ‫" בלי‬a-nonimo". Partendo da un lessema verbale: i verbi ‫ שוב‬o ‫ ים ף‬Hi. si possono tradurre con i morfemi re- /ri-: "ri-tornare”, "re-plicare”, "ri-stabilire1’; allo stesso modo, ‫ סבב‬può equivalere a peri-, circum- Al morfema —‫ ה‬della coniugazione Hifil possono corrispondere i morfemi a- / in-, come in "ac-cerchiare", "al-largare", "in-camminare", "in-durire". Quando forma gentilizi, il sostantivo ‫ בן‬può essere tradotto con i morfemi -ita, -eo: ‫ בני י ^ ר אל‬dà "Israeliti", ‫ בן אדו׳ם‬sarà "Idum-eo". ‫ב על‬, quando indica possesso, può essere tradotto con -ibile, -ile in ‫״‬irasci-bile", "volat-ile" e altri. Due morfemi ebraici (con varianti vocaliche nella radice) sono utilizzati in modo particolare per formare sostantivi: —‫ מ‬e —‫ ת‬. Il dizionario dedica spazio a ciascuno, poiché per le formazioni nominali l'italiano dispone di numerosi morfemi: -tà, -ta, -nte, -zione ecc. 8 . Le parole nei loro contesti — Sia perché lo richiede la lingua in generale, sia

perché lo suggerisce l'uso letterario, c’è parso utile aggiungere abbondanti informa­ zioni sull’accompagnamento concreto delle parole, per illustrarne o chiarirne l’uso. Le informazioni sono di due tipi:

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a) Di sostantivi frequenti, si fornisce un elenco di verbi con i quali si costruiscono come soggetto o come complemento; di verbi, le preposizioni che reggono, con o senza mutamento di significato, i sostantivi che fanno da soggetto o da complemen­ to. Per esempio, di ‫ אסל‬tenda vengono elencati in ebraico alcuni componenti: chiodo, picchetto, corda, telo, gancio, porta, interno; e si elencano alcuni verbi: montare, smontare, tendere, caricarsi. b) Un altro gruppo è costituito da sinonimi (segno =), antonimi (segno *), correla­ tivi e associati (segno +). Queste categorie non appartengono alla logica rigorosa, ma all'uso che ne fa il poeta o Io scrittore: in un parallelismo sinonimico / antitetico / correlativo, al vocabolo B corrisponde P, a Z corrisponde A. In altri termini, in queste parole l'autore individuava semi di sinonimia o antonimia o correlazione. 9. II fattore stilistico — Essendo questo un dizionario dell'uso, deve tenere ben presente che la maggioranza dei testi trattati sono letterari. Il linguaggio letterario si assoggetta a regole particolari. In questo campo, il nostro dizionario fornisce un ulteriore contributo, e non soltanto facendo leva sul parallelismo, grande espediente dello stile poetico della Bibbia. ■ . Si pensi al processo di spiritualizzazione cui è stata sottoposta la Bibbia nella secolare attività di traduzione, a cominciare dai Settanta. Bisogna restituire a nume­ rosi testi il loro carattere corporeo o descrittivo. Per esempio, la gioia personificata «alla testa» della processione ( $ ‫ ;) על רא‬il «soffio della sua bocca» (Sai 33tì) e non il «suo ordine»; «prendere o recuperare fiato» (Ab 1‫ ;) ״‬le due personificazioni con cui si conclude il Salmo 23 «scortano» l'ospite; «vento di torpore» (una sorta di scirocco snervante) in Is 2910; «breccia su breccia» come immagine di assalto a una città (Gb 16‫ ;) ״‬i cani famelici «sbavano» (Sai 59). s Immaginarsi la scena o la situazione descritta dal poeta aiuta a cogliere il signifi­ cato concreto di una parola o di un'espressione, poiché ciò che è stato scritto con l'immaginazione, con l'immaginazione deve essere letto. Altrettanto si può dire del valore espressivo. Quanto all'uso figurato, bisogna distinguere se una metafora è iessicalizzata o nuovamente attualizzata, il che non sempre è facile. Il dizionario deve conservarne il colore e conferire brillantezza alle parole dissecate nelle sue pagine. Lessicografi della nostra tradizione registravano usi "poetice"; noi abbiamo proseguito su questa linea. 10. Per l'uso — Il dizionario è stato composto, mentalmente e graficamente, pen­ sando all'utente. Per l'articolazione semantica e per l'informazione pertinente vale quanto detto in precedenza. Per quanto riguarda la disposizione grafica abbiamo cercato chiarezza e facilità, evitando la rigidità. Operiamo con divisioni e suddivisioni. Alcuni principi di distribuzione si applicano allo stesso modo a ogni categoria di parole; altri, come i campi, si applicano con regolarità minore, a seconda di quanto richiesto caso per caso. a) I punti morfologia, parole con la stessa radice (segnalate con ‫־‬/) , raggruppamenti

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di corrispondenze italiane, sinonimi e antonimi, sono costanti (quando esistono in ebraico). La rimanente articolazione cerca di adeguarsi alle esigenze della parola in oggetto. Se si tratta di parole utilizzate pochissimo non vale la pena di stabilire divi­ sioni e suddivisioni, con numeri e lettere. Nel fornire corrispondenze italiane siamo stati generosi: costituiscono un ampio ventaglio di possibilità, che impedisce una scelta unilaterale caso per caso; le separia­ mo in gruppi mediante un punto e virgola. b) In casi particolari anticipiamo una spiegazione d'insieme della logica semantica che regge la polisemia o la rifrazione dei significati. Per esempio, sembra opportuno mostrare come il verbo “DJ possa significare riconoscere, identificare, dissimulare, favorire; come il verbo ‘!‘‫־‬D possa equivalere a benedire, rendere grazie, congratularsi, augurare, fare un dono.

Data la struttura triletterale di verbi e nomi e l'esistenza di quelli cosiddetti deboli, molto spesso risulta difficile identificare il verbo o il sostantivo al quale appartiene una parola nel suo contesto. Come termine di paragone, osserviamo quel che avviene per le vocali unite a ps in italiano: passa, passi, passo, peso, pesa, pesare, essere pesan­ te per qualcuno, pestare, posare, posatura, posa; a cui si potrebbe aggiungere posata, riposo, reposto.,. Lo stesso avviene, con altri componenti, in ebraico. Per orientare l'utente, in svariate occasioni forniamo uno schema preventivo con tutte le radici e i derivati che si formano con due lettere: 1?N, 11, DI, “IQ, *ili, bp, lip, ,‫־‬lp. c) Alcune radici semitiche sono entrate nella nostra lingua attraverso l'arabo (a volte per il tramite dello spagnolo o del turco) ed è opportuno notarlo: acciacco, alchimia, alcool, alcova, algebra, ammiraglio, arancio, arsenale, assassino, avaria, azi­ mut, caffè, Calatafimi, camallo, caraffa, carato, carciofo, catrame, cerbottana, cifra, cotone, elisir, fondaco, giubba, harem, liuto, magazzino, Marsala, materasso, meschi­ no, Mongibello, monsone, nadir, sceriffo, sciroppo, taccuino, talco, tamburo, tariffa, zafferano, zecca, zenit, zero, zibibbo, Ziza, zucchero. d) Più interessanti o curiose dei termini mutuati sono le coincidenze prive di dipenden­ za. Superando la distanza temporale e culturale, un procedimento semantico ebraico si è nuovamente verificato nella nostra lingua, e abbiamo voluto segnalarlo sobria‫״‬ mente. Diciamo "luna piena" perché la vediamo completa, così come gli Ebrei; come loro diciamo "alta voce”: è logico?; una "voce rintronante" si legge già nel libro di Giobbe; "leggere di corsa" coincide con un’espressione di Abacuc. Se per sfogarsi o esprimersi gli Ebrei utilizzano il verbo spargere, anche noi parliamo di "effusione", "effusivo". "Animo-sità" suppone un uso di "animo" molto simile all'uso di U>£)J in Sai 1713. La nostra forma avverbiale "alla leggera" è uguale a quella che Geremia forma dalla radice (6 W; 8 ‫) ״‬. Non abbiamo preteso di riprendere tutte le coincidenze, bensì di sceglierne alcune per destare l'attenzione del lettore. e) Il concetto e la pratica della trasformazione. Si tratta di un fattore stilistico: della lingua, o dell'autore, o del testo; si basa sulla suddivisione asimmetrica di significati e funzioni, e opera nel seguente modo: dopo essersi calati nella struttura profonda della frase ebraica, si perviene a una frase italiana equivalente, con una diversa sud­ divisione di funzioni. "Servire X a N come cibo" può trasformarsi in "N si serve di X per

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cibarsi". L'italiano non tollera che si dica "con cui insieme addolcivamo intimità‫״‬: bisogna trasformare quest'espressione in "colui al quale mi univa una dolce intimità" o qualcosa di simile. "Allontanerei il volare" si trasforma in "volerei lontano". Ogni buon traduttore di testi letterari conosce e utilizza questa tecnica. Ci è sembrato utile indicare con una certa frequenza soluzioni di questo tipo; si tratta di vere e proprie corrispondenze stilistiche di ciascuna lingua. 11. Altre osservazioni per l'utente —Quando una parola o un'accezione sono frequen­ ti, forniamo una selezione rappresentativa di citazioni bibliche: di corpi diversi (narrativo, legale, profetico, sapienziali, salmi), di diversi libri e autori, di diverse epoche note. La morfologia riunisce quasi tutte le forme in cui la parola trattata compare nella Bibbia ebraica; Il blocco di significati fornito dopo la morfologia è in corsivo. Quando, nel corpo della voce, un significato si ripete, si evita il corsivo; tuttavia questo viene utilizzato quando si fornisce un significato nuovo. ‫־‬ Quando richiesto, indichiamo varianti (allofoni) e allomorfi. Nomi personali e toponimi sono raccolti in un elenco a parte, alla fine. Vocalizzazione. Di solito, nei lemmi la radice verbale non è vocalizzata quando non esiste la forma qal. Il Siracide è citato così com'è, senza vocali; spesso, però, in apertura si propone una vocalizzazione, quella che regge la corrispondenza fornita. ** * La storia del Dizionario 1. La base dell'intera opera è la traduzione nello spagnolo attuale, letterario, dell'intera Bibbia ebraica (Nueva Bibita Escanola). Questo lavoro presupponeva il travaso da una lìngua letteraria a un'altra, molto diversa; implicava che si cercassero e provassero possibilità diverse, che s i,scartassero quelle che sembravano meno adatte, che si individuassero corrispondenze di parole e sintagmi, in sintonia con i diversi generi del testo. Era una traduzione nuova, fondata sullo studio stilistico comparativo di generi ebraici e spagnoli. 2. Ne è seguito un lavoro più meccanico: la preparazione di alcune concordanze (Lisowsky) bilingui, che costituivano una sorta di banca dati. Equivaleva a più di duecentomila schede. Poiché Lisowsky non riporta né particelle né numeri, si è reso necessario completare il lavoro in un secondo tempo. 3. E giunto poi il momento di cominciare la redazione delle varie voci. Nel luglio del 1976, all'università di Villanova, vicino a Philadelphia, si cominciò a redigere l'articolo Seguirono alcuni mesi decisivi, per stabilire nella prassi i prìncipi che avrebbero go­ vernato l'intera opera e il metodo seguito per realizzarla. In quel semestre si fissarono le intuizioni che hanno ispirato l'opera e le hanno dato forma, che le conferiscono il suo profilo peculiare tra altri dizionari simili e che, per diversi aspetti, costituiscono degli apporti originali. 4. Comincia la lunga tappa, durata dodici anni, della stesura degli articoli, ordinati alfabeticamente o per radici. Riservandosi la redazione di tutti gli articoli, il direttore ha

INTRODUZIONE

XVI

usufruito della collaborazione saltuaria e mutevole di diciassette professori, il cui compito consisteva nella preparazione immediata dell'articolo corrispondente. Fra di loro emergo­ no, per mole e importanza del contributo: Gii Modrego (vari periodi di collaborazione con il direttore, a Roma) e Victor Moria (lettera nun e altre). Seguono, a distanza, Asurmendi e Ramirez. Altri hanno collaborato a seminari per parole ebraiche molto frequenti. Il lavoro venne pubblicato sotto forma di appunti, a varie riprese, dapprima in fascicoli, in seguito rilegati. Si intitolano Materiales para un diccionario biblico hebreo-espaitol. L'ebraico è traslitterato. Si diffondono tra studenti di lingua spagnola e italiana. 5. Negli anni 1988-89, quando 1*80% degli articoli è ormai redatto, alcuni colleghi ri­ tengono che sia giunto il momento di trasformare i materiali in un'opera compiuta, in un dizionario in piena regola. Si prende la decisione di pubblicarlo in fascicoli, in una sorta di rodaggio rischioso. Dal punto di vista intellettuale, l'opera esige la revisione di tutto il lavoro precedente; dal punto di vista tecnico, è necessaria la creazione di font ebraici per il computer e occorre stabilire norme coerenti per caratteri, segni, formati ecc., poiché la composizione avverrà interamente al computer. 6 . Si giunge così a una fase nello stesso tempo importante e delicata. Dal punto di vista intellettuale: bisogna confrontare tutti i dati, rivedere tutte le voci, riordinare e completare alcuni articoli, aggiungere - nel Siracide - voci o accezioni nuove, oltre a correggere le bozze; inoltre, bisogna elaborare da zero l'onomastica rivista dal direttore ecc. Esecutore responsabile di questo lavoro è stato Victor Moria, con l'aiuto subordinato di Esquivias e la collaborazione di Bretdn per la sezione morfologica. Dal punto di vista tecnico bisognava frazionare l'intera opera, in maniera professionale (conoscenza dell'ebraico); occorreva stabilire un sistema coerente di divisioni e suddivisio­ ni, di tipi, sigle e abbreviazioni, incorporare le rettifiche e correggere gli errori, attribuire un formato a ciascuna colonna e pagina, e risistemare interamente il testo. Esecutore responsabile di questo lavoro è stato Vicente Collado. In questa tappa, in varie occasioni era compito del direttore controllare e decidere, ag­ giungere qualche contributo e redìgere svariati articoli informativi sul lavoro in corso. Grazie al lavoro intenso ed energico di quattro collaboratori, gli undici fascicoli, ottocentoottanta pagine su due colonne, vengono pubblicati in meno di ventun mesi. Per la pubblicazione in fascicoli abbiamo potuto contare su una sovvenzione ottenuta grazie alla mediazione di Lorenzo Tous. 7. L'opera, sottoposta a una nuova revisione generale da parte di Victor Moria e rivista al computer da Vicente Collado (errata corrige, aggiunte, nuovo formato di pagina con le relative intestazioni, adattamento ed elaborazione definitiva delle pellicole di stampa), viene adesso pubblicata in un volume unico.

LUIS ALONSO SCHÒKEL Pontificio Istituto Biblico, Roma, 21 giugno 1994

PREMESSA ALL’EDIZIONE ITALIANA

Chiunque si accosta alla presente edizione italiana del Dizionario di ebraico biblico di L, Alonso Schòkel può facilmente intuire quanto complessa sia stata la sua lavorazione e a quanti adattamenti si sia dovuto fare ricorso, Anzitutto, si sono dovuti eliminare i frequenti rimandi alla lingua spagnola, più ricca rispetto all'italiano di radici semitiche (tramite ,l'arabo). Parimenti, si è qua e là rinunciato a termini arcaici italiani possibili corrispondenti di quelli spagnoli, ma difficilmente comprensibili se non ricorrendo a un altro dizionario, e si è stati un po' meno generosi nei sistemi di corrispondenze. Si è infine rinunciato all'ampio glossa­ rio spagnolo-ebraico (p. 909-1060) poiché costruito appunto sull'edizione spagnola e oggi non così indispensabile grazie ai numerosi software esistenti per le ricerche incrociate. < D'altro canto, si è sottoposto tutto il materiale a un'attenta verifica, ponendo rimedio a qualche svista presente nell'originale. Il prof. Gian Luigi Prato si è preso l'oneroso impegno di verificare tutti i passi dell'opera di Ben Sira, indicando i ma­ noscritti (e, se necessario, le rispettive glosse) solo nel caso di attestazione multipla discorde. Delle singole lezioni si è sempre rispettata la lettura proposta da Alonso Schòkel, mentre per ragioni di praticità si è adottato il sistema di numerazione dei capitoli e versetti elaborato da P.C. Beentjes in The Book o f Ben Sira in Hebrew. A Text Edition o f A ll Extant Hebrew Manuscripis and a Synopsis o fA ll Parallel Hebrew Ben Sira Texts,

Brill, Leiden 1997, ■ Sempre per ragioni di praticità si è escluso l'utilizzo della Biblia Hebraica Quinta, essendo ancora in corso d'opera; in genere si è seguita l'onomastica proposta dalla Bibbia edita a cura della Conferenza Episcopale Italiana nel 2008; si è preferito limi­ tare l’uso delle abbreviazioni alla parte morfologica di ogni singolo lemma. Infine, solo per le traduzioni del testo biblico si sono usate le virgolette basse o francesi, per il resto sempre quelle alte o inglesi. Dopo cinque anni di ideazione e lavorazione, il raggiungimento del traguardo fi­ nale è stato reso possibile da numerose persone. In primo luogo, il rettore del Pont. Istituto Biblico, il prof. José Maria Abrego de Lacy, sj: già collaboratore del dizionario medesimo, non ha mai fatto venire meno il suo sostegno e incoraggiamento affinché l'opera fosse fruibile anche in italiano. Vanno poi menzionati i prof. Gian Luigi Prato, Sergio Henriquez Ramirez e Filippo Serafini, qualificati e apprezzati docenti di lingua ebraica, che hanno contribuito in modo decisivo a sciogliere dubbi e a prendere le

PREMESSA ALL'EDIZIONE ITALIANA

XVIII

decisioni più opportune. Rita Torti Mazzi, che ha conseguito il dottorato in Sacra Scrittura al Pont. Ist. Biblico, e Teodora Tosatti, licenziata presso lo stesso Istituto, hanno assicurato una puntuale e pregevole traduzione. Ombretta Pisano, che ha conseguito il dottorato in teologia biblica presso la Pont. Univ. Gregoriana, ha inse­ rito l'ebraico e composto il testo, senza lesinare tempo e passione. Gian Luigi Prato e Sergio Henriquez Rarnirez hanno letto e corretto le bozze da cima a fondo. I più hanno conosciuto L. Alonso Schòkel, ne hanno seguito i corsi, ne hanno apprezzato le doti umane e scientifiche. L'opera è stata resa possibile grazie allo sforzo delle Edizioni San Paolo, in primo luogo del suo direttore editoriale, don Giacomo Perego: senza fare calcoli ‘di bottega' hanno sostenuto con generosità il sottoscritto in tutte le fasi della lavorazione e ora possono offrire a quanti in Italia si appassionano alla Parola di Dio questo strumento fondamentale per la sua comprensione.

MARCO ZAPPELLA

PROPOSTE DI LETTURA

Alonso Schòkel L., "E1 diccionario hebreo espanol. Informe sobre et trabajo", Cuademos Biblicos 11 (1981) 77-83. —, "EI punto de vista en las correspondencias linguisticas", in J. Trebolle et alii (ed.), Simposio Biblico Espanol, Madrid 1984, 359-369. — e collaboratori, Materiales para un diccionario biblico hebreo-espanol: I-II (Roma 1985), III (Roma 1986), V (Roma 1988). —, "Morfemas hebreos y correspondencias castellanas”, in V. Collado - V. Vilar (ed.), II Simposio Biblico Espanol, Valencia 1987, 199-205. — "Hebreo + Espanol. Notas de semàntica comparada”, Sefarad 47 (1987) 245-254; 49 (1989) 11-19; 54 (1994) 3-12. —, "Ei Diccionario Biblico Hebreo Espanol^, Sefarad 47 (1987) 373-389. —, Manuale di poetica ebraica, Queriniana, Brescia 1989. —, "The Diccionario Biblico Hebreo Espanol (DNHE)", Zeitschrift fiir Althebraistik 4 (1991) 76-84. —, "Sobre diccionarios bilingues. Text, Methode und Grammatik”, in FS Wolfgang Richter, St. Ottilien 1991, 1-10. —, "E1 lenguaje psicològico de los Salmos”, in V. Collado - V. Vilar (ed.), I li Simposio Biblico Espanol, Valencia 1991, 257-266. —, "Un sueno de la ciencia biblica espanola", Razón y Fe 112 (1991) 644-650. Alonso Schòkel L. - Zurro E., La traducción biblica. Linguistica y estiltstica, Cristiandad, Madrid 1977. Moria V., "Estudio sobre la lexicografia hebrea en los diccionarios a partir de Gesenius”, Cuademos Biblicos 11 (1981) 28 72.

ELENCO DELLE ABBREVIAZIONI

+ V -►

più/ con/ associato corradicale/i si veda sinonimo o parallelo antonimo acc. accusativo aggettivo/ aggettivale agg. ant. antonimo apoc. apocopato/a are. arcaico/a art. articolo ass. assoluto AT Antico Testamento att. attivo aw, avverbio/avverbiale BHS Biblia Hebraica Stuttgartensia Bm glossa al manoscritto ebraico B c. con cf. confer coort. coortativo corr. corretto/a correi. correlativo/a, correlazione cstr. (stato) costrutto dat. dativo direz. direzione (complemento di) du. duale ecc, eccetera ‫־‬ enf. enfatico/ a f. femminile fut. futuro gen. genitivo gent. nome gentilizio geogr. geografia —

Horbat Hifil Hitpael Hofal imperativo indicativo infinito ' interrogativo/ a intransitivo imperfetto irregolare iussivo/ a ketib Khirbet località Settanta (versione greca) maschile Masada (rotolo di Ben Sira) nome nome dì luogo nome di persona Nifal nomi equivalenza 0 0 p, es. per esempio pass, passivo/ a patron, patronimico perfetto pft. Pi. Piel plurale pi. poetico/ a poet. prefisso pref. prep. preposizione

H, Hi. Hitp. Ho. imptv. ind. inf. interr. intr. ipf. irreg. iuss. k Kh. loc. LXX m. M n./N . n. 1 . n. pers. Ni. NN.



XXI pres. ptc. Pu. q Q. qd. sg· sost. st. suff.

ELENCO DELLE ABBREVIAZIONI

presente participio Pual qere Qal qatal singolare sostantivo/sostantivato stato suffisso/i

T. Tel/Tell TM Testo Masoretico top. toponimo trasf. per trasformazione v./w. versetto/versetti wayy. wayyiqtol wqd. weqataltì X volta/ e yqt. yiqtol

Per le abbreviazioni dei libri biblici si è ricorsi a quelle adottate nella Bibbia Via Verità e Vita, edizione riveduta e ampliata, San Paolo, Cinisello Balsamo 2012.

D IZIO N A R IO EBRAICO BIBLICO

‫א‬ ‫ א‬La ‫ א‬iniziale può essere usata come preformante o come prostetica, o costi­ tuire il risultato di una trasformazione. 1. Preformante. Con diverse vocali, è il morfema della prima persona singolare dell'imperfetto (coniugazione di prefissi). 2. Prostetica. Si antepone a una ra­ dice per formare sostantivi, a) Come alternativa a una parola anch'essa registrata

nell'AT: ‫זרוע‬/‫ אזרוע‬braccio, ‫ח מול‬/‫אתמול‬ ieri, ‫כזב‬/‫ אכזב‬menzogna, ‫לבע‬/‫או־בע‬ quattro, ‫זקים‬/‫ אזקים‬ceppi, ‫בן‬/‫ן‬:‫ אב‬figlio. b) Altre volte la forma alternativa si riscontra non nell'AT, ma in altre lingue semitiche, come: ‫ אצבע‬dito, ‫ א ב ט ח‬cocomero, ‫אפלח‬ pulcino, ‫ אץךח‬indigeno, ‫ אבעבע ת‬ampol­ le, ‫ אךךכנים‬darici (moneta), ‫ אגךטל‬cesta. c) Per formare un derivato: ‫ ארמוין‬palazzo (da ‫(?רום‬, ‫ או מני ם‬grassi da pii), ‫א^ מור ה‬ veglia da ‫(טמר‬,‫פר‬$ ‫ א‬torta da ‫פר‬$ , ‫ת‬£‫נ‬11 1‫אין‬.

‫ — איפה‬$ ‫אי‬

39

T

**

*

. marito, sposo, consorte Gen 3!e; Lv 213 Nm 5 12.i3i5 Gdc 204 Rut 1,,.‫ — ;״‬I‫־‬I0N la sposa­ ta Pr ó26; * femmina, maschio Gen 72. * figlio, padre Gen 42‫ ״‬Am. 27 MI 317. ** QK madre, bambino Is 66 !3. ^ Nome proprio o capo, truppa, scorta, seguito ISam 23e Ger 407 Na 24. c) Come aggettivo: umano; spesso si contrappone implicitamente a Dìo: 2Sam 7 14 Sai 312l Gb 342! Pr 5 21 138. Fraseologia. —b JVn/—b ì!‫־‬U Ni. det­ to dì una donna, sposarsi Gen 38‫ ״‬Nm ‫ ה‬£ ‫ איו‬Dove? (‫ אי‬interrogativa, ‫ה‬£‫ נ‬là/lì) può desi­ Gen 37ltì ISam 1922 2Sam 94 Ger 32 3619 307. Nei casi che seguono, gnare un individuo, di solito indetermi­ Gb 47 384 Rut 2!9. D a dove? Is 492!. nato, che si può individuare in maniere Nota. -> ,‫אפן׳א‬ diverse. Può quindi equivalere a un pro­ nome indefinito o definito, all'articolo ‫[ א י ץ‬Q. ipf. pi. ·‫ יאיצו‬Gen 19,5, ‫ תאיצו‬Is 22,] indeterminativo. Talvolta non si traduce Pare premura, premere, impuntarsi, insistere. esplicitamente, perché va sottinteso o —> .‫אוץ‬ perché fa parte di un predicato: in tali casi l'equivalenza è 0 , ‫ א י‬$ [C. suff. ‫זי‬2ר‬toro; Sai 22 7 ^ negazione: nessuno che. Lv 2118; non vi fu ‫ תולעת‬verme. Contrapposto a moglie,

‫( אפה] א י פ ה‬Lv 53!6 ‫)״‬, cstr. ‫ ]איפת‬Misura di capacità per aridi‘, farina, grano; e per liqui­ di, olio. Anche il recipiente usato. Es 16M Lv 5‫ ״‬Gdc 6!9 Rut 2j7. ‫ איפה [איפה‬misure disuguali Pr 20JO; ‫ — צז־־ק‬misura esatta, precisa Lv 1936; ‫ — שלמה‬idem D t 25 157 ‫ — ךזןין‬misura scarsa Mi 6 ,0; — ‫ קטן‬Hi. diminuire, sottrarre, lesinare sulla misu­ ra Am 8S. Il recipiente Zc 59 _!0· '9-1 0*

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chi Gdc 19,5. c) Come distributivo: ciascuno, ognuno. Costruzione frequente: il verbo plurale, ‫א יש‬... pronome possessivo, P. es. ‫ נפרדו איש ללשנו‬si dispersero ciascuno a seconda delia propria lingua Gen 105; 44,! Es 7,2; un capo di bestiame per famiglia 1 2 3; ciascuno rispetti i propri genitori Lv 193; avete cinto le armi (ciascuno la propria) D t l 4i Gs 4S; Is 47!s Ger 63 23* Ez 2039 Gb 42 ‫איש־ואיש ;״‬ Est 18.

soldato Nm 3121; ‫ — ךי ב‬rivale Gb 3135; ‫ — רעוע‬malvagio 348; ‫ — שפתים‬loqua­ ce Ì l 2; ‫ — שם‬famoso Nm 162 Sir 443; ‫ — תבונות‬prudente Pr l l , 2; ‫— תהפכות‬ perverso 1628; ‫ — תרומות‬venale 294. ‫ — א ויל‬stolto Sir 84; ‫ — זדון‬arrogante 157; ‫ — חיל‬ricco 446; ‫ — חכם‬pruden­ te 32188; ‫ — כזב‬menzognero, mentitore 1520; ‫ — כסיל‬stolto 3120; ‫ — לשון‬sboc­ cato, maleducato nel parlare 83. d) Con

sostantivo di nazione 0 località, con aggettivo Articolo indeterminativo. Quan­gentilizio: ‫ — מצךי‬un Egiziano Gen 39!;

3. do ‫ איש‬precede un aggettivo, partici­ pio, sostantivo dipendente, sostantivo in apposizione, può equivalere all'arti­ colo indeterminativo un/uno (nello stile proverbiale si trasforma in articolo de­ terminativo), a) Con aggettivo: ‫ — זר‬un estraneo Iv 22,2; ‫ — כסיל‬lo stolto Pr 147. Con participio: ‫ ־ צ ה ע‬un malato Lv 1344; ‫ — עבר‬un viandante Ger 99; Ez 102 Qo 75; abitante Ger 429; un cavaliere Zc 18; un/il vagabondo Pr 27a. b) Con sostanti­ vo di carica in apposizione: frte — un sa­ cerdote Lv 219; ‫ — נביא‬un profeta Gdc 6 8; ‫ — םךים‬un eunuco Ger 387. c) Con sostantivo dipendente in funzione aggettivale.

Frequente in testi sapienziali: ‫־האלהים‬ uomo di Dio, profeta Gs 14s; ‫— אמונים‬ uomo veritiero, sincero Pr 206; ‫ ־אף‬colle­ rico 2922, ‫ — בלית‬alleato Abd 7; ‫— דמים‬ sanguinario Sai 593; ‫ — זרוע‬potente Gb 228; ‫ ־חמם‬violento Sai 14012 Sir 1023B; ‫ — חמות‬iracondo Pr 2224; ‫ — ח סד‬bene­ volo 1117 Sir 44,; ‫ — לבב‬assennato Gb 3410; ‫ — לצון‬beffardo Is 28 ‫— מךינים ;״‬ attaccabrighe, litigioso Pr 262, (qere); ‫ — מץמות‬riflessivo 14!7; ‫ — מחסור‬men­ dicante 2 1 !7; ‫ — מל ח מ ה‬guerriero, sol­ dato (da confrontare con gendarme = gente d'arma) Ger 4116; ‫ — מךמה‬scaltro, astuto Sai 43,; ‫ — מתן‬generoso, munitico Pr 196; ‫ — עול‬criminale 2927; ‫— הצבא‬

‫ — ישךאל‬un Israelita Nm 25‫— יהודה ;״‬ un Giudeo IRe 19 Ger 44 2Gr 13,5. Con toponimi comuni: ‫— העיר‬, ‫— המקום‬ abitante, persona del luogo Gen 2413 2922. e) Si usa come predicato in uno qual­ siasi dei casi precedenti, con o senza ar­ ticolo, a seconda che Io richiedano la grammatica o ló stile o gli usi regionali: ‫ — יידע ציד‬N ‫ ויהי‬N divenne un cacciato­ re esperto Gen 2527; ‫ לא — זיברים אנכי‬non sono eloquente Es 410; ‫ — מלחמה‬è un guerriero 153; ‫ — ל!ךש‬santi, consacrati 22^; ‫ — בליעל‬perversi Gdc 1922 Sir 1132; ‫ — מופת‬figure profetiche, simboliche Zc 38; ‫ — תבונה‬prudente Pr 1727. Quando il predicato è soltanto ‫אי ש‬, significa valoro­ so, un vero uomo ISam 49 26,5. 4. Con articolo, con nome proprio e articolo, con numerali. Egli, essi, lo, li, co■ lui, coloro; il suo, i suoi; il detto, il suddetto, il nostro uomo, il tale, a) Con una persona come antecedente e preceduto da articolo, equivale a pronome: —‫ ל שבת את־ה‬vivere con lui Es 221

Gdc 17,!; imponete loro Es 59; —‫ שמות ה‬i loro nomi Nm 15; —‫ בוא את־י׳‬Hi. fare en­ trare Gen 43!724. b) Con numerale. Uomini, persone, plebe, truppa Es 3228 Nm 1125 Gs 75 Gdc 4!0 IS,! ISam 231a 2Sam 106. c) Articolo — nome proprio. Quel N, il tale N: ‫ — מישה‬quel (tale) Mosè Nm 123; Gdc 175 IRe 1128 Dn 921.

‫אכזב — איש‬

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‫־‬

Fraseol ogi a: ■ ,‫אי ש־לרעהו‬,‫א יש א ת ־תןהו‬ ‫איש את־אחיו‬, ‫איש אל;רעהו‬, ‫איש אל־אחיו‬ l'un l'altro, gli uni gli altri, mutuamente, reciprocamente, i due, entrambi Gen 4228 4333 Es 1023 187 Lv 2514 Gdc 629 Is 138 41e Ger 22s Mi 72 Sai 123; ‫ כאיש א חד‬come un solo uomo Nm 14,5 2Sam 19]5 Esd 3,. Nota. In ISam 17‫נ‬2 ‫ באנשים‬va letto

‫בשנים‬. In IRe 1015 ‫ מעגשי‬detto dei tri­ buti. In Ez 24,722 ‫ אוינים‬lutto. In Mi 6,0 va letto ‫ ה א ש א‬. In Sai 647 dubbio. In 2Cr 97 va letto ‫נ ^י ך‬. *

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V".‫אישון‬ ‫*ן‬1^ ‫ א י‬Diminutivo: ometto. ‫ — עין‬pupilla Dt 32,0 Sai 176 Pr 72 Sir 325; ‫ — לילה‬luna nuova (?) Pr 79.

},!‫( א י ת‬Forse da ‫ אתה‬veni re) ‫פני ה שער ה—־‬ sezione longitudinale Ez 40,5. ‫ א ית ן‬/ ‫[ א ת ן‬C. suff.‫ איתנו‬Es 1427, pi. ,‫איתנים‬ ‫ ]אתנ ים‬Durata, stabilità, persistenza, continui­ tà. Si specifica a seconda del soggetto di cui si predica. Come aggettivo: — ‫ שב‬1‫ מ‬di­ mora stabile Nm 2421; — ‫ נהרוית‬torren­ ti, fiumi perenni Sai 7415; — ‫ נחל‬Sir 40i3; — ‫ גוי‬popolo duraturo Ger 5,s = ‫מעולם‬ antichissimo, vetusto; — ‫ ו^וה‬pascoli sem­ preverdi Ger 49,9 5044; incessante Gb 3319. Aggettivo sostantivato: venerabili, nobili Gb 12,9 = ‫ זקנים‬anziani (v. 20). Avverbio: —‫ ב‬teso, come prima, senza cedimento Gen 4924; —‫ ל‬come prima, come sempre Es 1437. Nota. In Pr 13,s non cambia, immuta­

bile; oppure va letto ‫ איךם‬la loro rovina. ‫ א ד‬Particella che introduce una restrizio­ ne o limitazione, con diversi risultati e sfumature. Solo, soltanto, solamente, null'altro, nulla più; un enunciato viene limitato

T :

‫־‬

da un’avversativa: ma, in cambio, invece, sol­ tanto; una circostanza viene precisata: giùsto, proprio, appunto, esattamente, precisamen­ te. Un enunciato o comando si concentra con enfasi: soltanto questo, rigorosamente, esattamente così. Talvolta non si traduce, equivale a 0 e Teniasi si conferisce in altro modo, a) Solo, soltanto, solamente: rp ‫ ־‬...‫בל‬

tutti... (rimase) soltanto Noè Gen 723; ‫ ־הפעם‬soltanto un'altra volta 1832, almeno questa volta Es 1017; ‫( — שמע בל!לי‬io)... tu soltanto dammi retta Gen 27,3; soltan­ to Es 12]6; Nm 149; ‫ — שמח‬soltanto festa, nient'altro che festa D t 1615; ‫— המלוכה‬ gli manca soltanto di diventare re! ISam 188; ‫ — היה־לי‬soltanto se, a condizióne che, purché tu stia per me... 18!7; ‫ — ביהוה‬sol· tanto il Signore (ha) Is 4524; ‫ ־דלים‬sono (soltanto) dei poveretti Ger 5*; ‫*שקר‬ sono (soltanto) menzogna 16,9; ‫ ־הבל‬non è altro che un soffio Sai 39fr7 (corretto); ‫ ־חשך ישופני‬che almeno le tenebre mi co-’ prano 139‫ ״‬. Altri casi analoghi Sai 622^ 7M 687 Gb 1422 1913. Valore 0 Sai 23e 370 Pr 1123-24 21g. b) M a, soltanto, in cambio, invece, ebbene Gen 94 2012; Lv 114 Nm 149 ISam 1220 IRe 2244; tuttavia Ger 12! 2873 0 3 4 4 ‫;״‬ ma, almeno Ger 313; invece Zc 16; ma Sai 4916; piuttosto Gb 236; ‫ — יש‬invece c'è Sir 36i8 37,BmD. Valore 0 Gen 2313 Es 12,s. c) Giusto, proprio, appunto, esattamente, precisa­ mente, sì, 0. Gen 269 4428 Es 3113; ormai Gdc 20^; ISam 2521; è lui (non un altro) IRe 2232; rendetevi ben conto, è sufficiente che con si■ deriate 2Re 57; (proprio) lì Is 3414.,5; di cer­ to Ger 2^; Gio 25 Sof 37; come, quanto! Sai 73,; allora 7313; sì 7318; cerca (soltanto), quello che cerca è Pr 17‫( ;״‬proprio) questo è Lam 2 i6; valore 0 Os 44 Gb 167 3024 338 35,3 Lam 33. ‫ כזב] א כ ז ב‬+ ‫ א‬prostetico] Inganno, inganne­ vole Ger 15,‫ ״‬Mi l l4 paronomasia.

‫ א כז ר‬Crudele, spietato Gb 412Lam 43; — ‫ראש‬

soggetto: un animale selvatico divora Gen

veleno mortale Dt 32‫ ;מ‬carnefice Gb 3021.

3733 4927 Nm 2324; 24e = ‫ גרם‬Pi. triturare, frantumare; IRe 1S20 = ‫ שבר‬sbranare; 14‫״‬ ‫[ א מ ר י‬Agg. e sost.] Crudele, spietato, ineso­ Ger 153 Ez 193tì = ‫ טרף‬lacerare; Os 138 + rabile, implacabile, accanito, astioso, inflessibile ‫ פג^ן‬assalire, ‫ קרע‬lacerare, ‫ בקע‬Pi. sbrana­ Is 139Ger 633 * ‫ רחם‬impietosirsi; 3 0 5 0 42 ‫ ״‬re. Uccelli da preda o cavalletta: Es 10t5 Pr 59; 1117 * ‫ ם ד‬1‫ איש ר‬benevolo; 12l0 17‫״‬ IRe 14‫ ״‬Ger 153Ab 18 Gl 14 225. La tarma Sir 8 15 3522. Valore avverbiale Sir 13,2. rode, corrode Is 509= ‫ בלה‬consumarsi; i tafani pungono Sai 7845; gli uccelli bec­ ‫ ]) אקריות)] א מ ת ו ת‬Crudeltà, accanimento, cano, becchettano Gen 4 0 m9. b) Specifica­ livore Pr 274. to dal complemento: ‫ — לחם‬mangiare (da confrontare con guadagnarsi il pane = ‫ל ה‬T ‫א ·כ י‬- 1‫ ם‬Cibo IRe 19,. guadagnarsi la vita) Gen 2820 3154 Es 220 ‫־‬ 2Re 4e Am 712; prendere qualcosa, assag­ ‫[ א כ ל‬Q. pft. 3 c. s uf f . ‫אכל נ י‬, ‫ אכל ו‬ecc., f. giare un boccone ISam 142428 IRe 1315 ‫אכלה‬, ‫ אכ לה‬, c. suf f . ‫ אכלת נ י‬ecc., 2 ‫ א כ ל ת‬, f. 214; ‫ — פת״לחם‬un pezzo di pane ISam ‫ אכלתי) אכלת‬Ez 16,3) ecc.; ipf. 2 ,‫יאכל‬, ‫יאכל‬ 236 2822; ‫ — מיד‬prendere un brodo, una ‫תאכל‬, ‫ת יאכל‬, c. suf f . 1 ‫תיאכלנו א וכל) א כ ל‬, Sai minestra 2Re 440. c) Specificato a seconda 50i3), pi. ‫ייאכלו‬, ‫יאכלון‬, wayy. ,‫ויאכל‬, 1 ‫ואכל‬ della reggenza 0 del contesto. ‫ — ב‬assaggiare ‫ ואכל‬ecc.; i mptv. ‫אכ יל‬, ‫אכל־‬, ‫ א כ לה‬, pi . ‫אכל ו‬, Gdc 1316; ‫ — מן‬prendere, assaggiare Nm c. suff. ‫אכלהו‬, ‫ ; אכל וה‬inf. 5) ‫א ל ל‬x ‫)אכיל‬, c. 6a Gdc 1314; in base all'ora, cenare 192i. suf f . ‫אכל ו‬, ‫אכלך‬, ‫ א כ ל כם‬, ass. ‫ ;אכול‬ptc. ,‫א וכל‬ Sinonimi e iponimi (diverse specie dì un ‫א כ ל‬, f. ‫אכלה‬, ‫א וכלה‬, ‫אכלת‬, ‫ א כ לת‬, pi. ‫אכל ים‬, genere): ‫ ינק‬Hi. allevare D t 32J3; ‫ רעה‬pa­ cstr. ‫אכל י‬, c. suff. ‫אכל יך‬, ‫ אכל י ו‬ecc. Ni . ;‫נאכל‬ scolare Is 1173023.24 6525; ‫ בלע‬divorare Ger i pf . ‫ ;אכל‬ecc.; inf. ass. ‫ ;הא כ ל‬ptc. f. ‫ נא כ לת‬. 5134; ‫ נשא נפ ש‬ammazzare la fame (?) Os Pu. pft. ‫ ; א כ ל‬pi. ‫ ;אכל ו‬ipf. pi. 2 ‫ ;תאכל ו‬ptc. 40. Antonimi: ‫ יבש נפ ש‬perdere l'appetito ‫ א כ ל‬. Hi. pft. 3 f. sg. c. suff. ‫ האכילתהו‬Sir Nm l l tì; ‫ ריקה נפ ש‬lo stomaco vuoto Is 153, 2 c. suf f . ‫סאכ לתם‬, 1 ‫) ןהאכלת י ) האכלת י‬, c. 29s; ‫' ר ע ב‬avere fame 6513; ‫ עצב‬Ni. morti­ suf f . ‫ והאכלת יך־‬, ‫האכלתיך‬, ‫ ; והאכלת ים‬ipf. 3 c, ficarsi, digiunare Ne 810; ‫ צום‬digiunare Zc suf f . ‫יייי‬ ‫יאכל נ‬ 7^; ‫ שמם‬Ni. venire meno, languire Lam ‫* י‬1‫׳־‬, ‫יאכל* נ ו‬ ‫■־‬1 ‫ ־‬ecc..9 2 ‫תאכל‬. ‫־ יי‬1‫ ׳ ־‬1 ‫אוכיל‬ ‫ ׳‬Os 114 (invece di ‫ ;)אאכ יל‬imptv. c. suff. ,‫האכלה ו‬ 45. Associati: preparativi, consumazione, ‫ ;האכלה ו‬ptc. ‫מאכ יל‬, c, suff. ‫מאכל ו‬, ‫] מאכילם‬ conseguenze. ‫ ע שה‬+ ‫ נתן לפני‬cucinare + Mangiare, nutrirsi, cibarsi, alimentarsi, sostenservire Gen 188; ‫ ש ח ט‬uccidere, ‫ צלה‬ar­ tarsi, sostenersi) ingerire, bere, inghiottire, ingo­ rostire, ‫ בשל‬Pi. cuocere Lv 83t 2Re 629; iare, ingurgitare, mangiare a quattro palmenti; ‫ ט ב ח‬uccidere, ‫ בון‬Hi. cucinare, prepara­ digerire, consumare, divorare; pascolare; rodere, re Gen 4316; ‫ זבח‬sacrificare IRe 125; ‫פרש‬ corrodere, rosicchiare; brucare; pungere, beccare, squartare Mi 33; ‫ יצק‬servire 2Re 440; ‫שים‬ becchettare, servire 2Sam 1220; ‫ נגש‬Hi. servire, por­ 1. Significato proprio. Gen 3tf 18a 277 gere Gen 2725; ‫ קרב‬Hi. servire Lv 21a1.22. ‫ ישב‬sedersi Es 163; ‫ ערך השלחן‬imbandi­ Is 298 Sai 7824 Pr 25l6 Sir 31!tì; frequente con le preposizioni ‫מן‬, ‫ א ת‬Gen 2 l6,l7 2 7 19 re la tavola Is 215; ‫פצ ה פה‬/‫ פ ת ח‬aprire la Es 128 Ger 2928. Cibarsi, nutrirsi Gen 4724 bocca Ez 28 3W; ‫ מח ה פה‬pulirsi la bocca D t 32!3 Is 7 ,5.22 Pr 3127. a) Specificato dal Pr 3020; ‫ יצג כלי ריק‬Hi. pulire, ripulire il T I

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43 piatto Ger 5134; ‫ שבע‬sfamarsi, saziarsi Sai 59,6 Rut 2,4; ‫ מלא כרש‬Pi. rimpinzarsi, riempirsi la pancia Ger 5134; ‫ יטב לב‬fare buon prò IRe 217; ‫ שמן‬ingrassare, ‫עבה‬ ^essere grasso, ‫ כ שה‬essere pingue, obeso Dt 32,s; ‫ קיא‬Hi. vomitare Pr 23e 2 5 16.

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ha divorato Ger 324; — ‫ אלה‬la maledi­ zione si pasce di, si accanisce su Is 246. — ‫ א ש‬il fuoco consuma Lv 63 Nm 1635 Ger 1727 Abd 18 Na 3,3; brucia Nm 11, 2Re 114; divora Ger 4845Ez 154; si pasce di, si accanisce su Zc 11! 126; — ‫ שביב אשו‬la sua fiamma Sir 4519. Paralleli di ‫ אכל‬aven­ ti per soggetto il fuoco ,‫בלע‬, ‫בער‬, ‫ח מ ם‬ ‫כלה‬, ‫להט‬, ‫צרב‬, ‫ שרף‬. b) In base all'oggetto: ‫ — פרי מעלליהם‬divorerà, consumerà il frutto delle sue azioni, affronterà le con­ seguenze della propria condotta Is 310; cf. Os 10,3 Pr l 3!; ‫ — עיעזר ונכסים‬godere di beni e ricchezze Qo 62; ‫— חיל גרם‬ godere dell'opulenza dei pagani Is 616. Fraseol ogi a: ‫ראה בעיניך ומשם לא תאכל‬ lo vedrai ma non lo assaggerai 2Re 7219.

2. Mangiare con significato sociale o religioso, pasto come gesto, a) Socia­ le. Soggetto plurale + ‫אכל‬, ‫ שתה‬tenere un banchetto Gen 2630 Es 24,! Gdc 19$ Ger 16‫ ;״‬Gb 14 = ‫ מ שתה‬banchetto (si pa­ ragoni sim-posio - con-bevuta); + ‫ש מ ח‬ festeggiare D t 127. ‫את‬, ‫— עם‬, mangia­ re con, essere invitato Gen 4316 Ès 18,2 Gb 14; participio + ‫ את‬convitato, com­ mensale Gen 4332; ‫יתדו‬, ‫ שניהם‬Gdc 1968 Ger 41!; ‫ — לפני‬essere invitato da IRe Ni. a) Significato proprio. Essere man­ 125 2Re 2529 Ger 5233. b) Contesto cultuale: i ‫אלהים‬/‫ — לפני יהוה‬parteciparegiato, al divorato ban­ Gen 621 Es 12,* Lv 69 Ger 242.3Gb 66. Participio commestibile Lv 1147. chetto sacro Es 1812 D t 127 Ez 443 lC r b) Senso figurato. Essere divorato, consumato | 2922; ‫ — לחם אלהיו‬idem Lv 2122. Ger 30!6 Ez 2325 Sof l 1a 3a. ì Fraseologia: ‫ — על־שלחן‬mangiare Pu. Essere mangiato, consumalo Es 32 Is 120 1‫ ־‬alla tavola di, essere ospite di 2Sam 97‫; ״‬ Na 1,0 Ne 2313. i !1?1‫?ל‬ commensali 2Sam 1929 IRe I, % N ‫ — לחם‬condividere il pane di Hi. a) Significato proprio: dare da man­ \ N (da confrontare con com-pagno) Sai giare, nutrire, cibare, alimentare, mantenere, ? 4110; + ‫ אוינים‬partecipare a un banchetto sostentare Es 1632 Nm 114 Dt 83 Ger 9 i4 Ez | funebre Ez 241722 (corretto); ,— ‫מן המלך‬ 325 Sai 81J7 Pr 2521. b) Senso figurato. Is 5814 ‫ — ? פת*בג המלך‬mangiare dalla/alla tavola Sai 806 Sir 153. ; regia Dn 113 2Sam 1943; ‫ןם‬5‫ — ח‬mangia­ 1f ‫אכל‬, ‫אכילה‬, ‫אכלה‬. ‫מאכל‬, ‫ מ אכל ת‬, re la razione/provvigione, mantenersi a ‫מאכלת‬, ‫ מכל ת‬. spese di Gen 4722■ ‫[ א כ ל‬C. suff. ‫אכלך‬, ‫אכלו‬, ‫ ] א כ לם‬Alimento, 3. Senso figurato. Divorare, consumare, cibo, sostentamento; preda; vivanda, manica­ accanirsi, pascersi di, inghiottire, a) In base al retto; raccolto, provvista, generi commestibili, ■ |oggetto: — ...‫ ק נאת בית‬lo zelo per il tem­ mezzi d i‫׳‬sussistenza. pio consuma Sai 6910; un popolo divora, ne ingoia un altro Lv 2638 Nm 1332 D t 1. Cibo: ciò che si mangia, a) Consi­ 7x6; ‫דבר‬, ‫ךעב‬, ‫ חרב‬la peste, la fame, la derando il punto di partenza. Raccolto Ab ; spada divorano, consumano, si accani317 = ‫יבול‬. b) Considerando la conservazione. !cono contro, si pascono di D t 3242; Ger Provviste, viveri Gen 14‫ ״‬- ‫ רכש‬beni; ■■230 = ‫ ש ח ת‬Hi. distruggere; 46!0 = ‫שבע‬ 4136 = ‫ פקןדו׳ן‬provviste; 427 44,; D t 2320 * t saziarsi, ‫ רוה‬ubriacarsi; — ‫ הבישת‬l'idolo ‫ כסף‬denaro; Lv 2537; — ‫ קבץ‬Pi. immagaz­ V

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‫אל — אכל‬ zinare provviste Gen 41^. c) Considerando il consumo (caso più frequente). Aiimento, cibo, sostentamento Es 12* Lv 1134 Dt 26 Gl l w Mi 112 Sai 7818.30 145,5 Gb 3637 3847~Lam 1‫ ״‬Sir 36,8B; — ‫ רב‬ghiot­ toneria 3730. Gen 4724 ^ ‫ |ךע‬semente; Es 16,6.18 = ‫ לחם‬pane (v. 15). d) Considerando la qualità. ‫ חך — יטעם‬il palato assapora i cibi Gb 12u; ‫ נפש ת תעב כל־‬aborrisce tutti i cibi Sai 107,3. e) Se il soggetto è un animale. Preda Sai 1042! - ‫;טרף‬ Gb 926 392,.

44 Particella negativa‫ ־‬Si usa in forma assoluta: no, non; con verbi che esprimo­ no volontà: (che) non; come alternativa negativa contrapposta alla positiva: e %

nón~mànon.

1. Uso assoluto. Risposta: no, Gen 19!a 3310; 1?H + vocativo + "17N Gdc 1923; ISam 224 2Re 3J3 Rut 113.

2. In una proposizione semplice. Per esprimere volontà negativa: in prima persona al coortativo, in seconda al tiqtol, di terza allo iussivo o all'imperfetto, 2. L'atto del mangiare Gb- 2021 Talvolta rafforzato: a) Prima persona Rut 2 W del coortativo. Che non, Gen 21,6 2Sam 24M Sai 252 312. b) Seconda persona tiqtol o ‫ א כ ל ה‬Cibo, alimento, sostentamento; forag­ iussivo. Forma consueta di proibizione o gio, cibo, pasto, mangime, a) Significato prò­ comando negativo, vetitivo Gen 22 u Es pria. Gen 139^0 621 Lv 25tì Ger 12, Ez 2337; 3S 1028 (corretto) Nm 1615 Dt 926 Is 627 — ‫ נתן ל‬dare in pasto, cibare con Ez 29s;Sai 27, 5113 719 832 1463 Gb 16,e Pr 4,3 —‫ היה ל‬essere pasto di Ez 3458. b) Senso Qo 55 7,7. Assai frequente in Sir. c) Terza figurato: 4—‫היה ל‬/‫ לא ש נתן‬pasto, preda del persona iussivo o imperfetto: Gen 3727 Es 343 fuoco Ez 1546 2137. Gs 73 Sai 7421 109,2. d) Rafforzato con NJ: Gen 138 183 Nm 103, 12‫ ״‬ISam 252S. ‫ א כ ן‬Certamente, di certo, realmente, davvero 3. In una proposizione semplice Gen 2Ql6 Es 2S4 ISam 1532 IRe 112 Is 45lg aggiunge l'al­ 494 Ger 320.23 4,0 8g Sof 37 Sai 3123 6619 827 con due complementi, ternativa negativa, P. es. stracciate i cuo­ Gb 32a. ri 1?H] e non le vesti Gl 213; ...3‫«?*־‬ Ger Ì024; Am 5WSai 1193tì Pr 8,0 Sir 7!; ‫[ א כ ף‬Q. inf. ‫ !אכפה‬Incitare, aizzare, stimola­ alternativa di soggetto Ger 1718 Pr 272. re Pr 162fl; incalzare, inseguire Sir 465. il .‫אכף‬

‫[ א כ ף‬Suff. ‫ ]א כפי‬Pressione, sprone, accani­ mento Gb 337. ‫[ א פ ר‬pi. ‫אכרים‬, c. suff. ‫ ]אכריכם‬Agricolto­ re, contadino, bracciante Is 615 correlativo ‫ רעה‬portare al pascolo; Ger 144; 3124 correlativo ‫ עדר‬gregge; 5123 correlativo ‫ צמד‬coppia di buoi o animali da soma; Am 5,6; Gl 1‫ ״‬correlativo ‫ ךם‬1‫ פ‬vignaiolo; 2Cr 26,0.

4. In una proposizióne composta, in paratassi o ipotassi, ^ introduce un'alternativa o un termine negativo, a) Costruito ...1, P. es. imponete... 1?HI e non fate Es 59; Gen 3727 Es 20 ,9 Dt 21s IRe 326. b) In subordinazione. P. es. si intercede 1?NI affinché non Nm 1115 ISam 12,9 Ger 18,8 Sai 69,5 119,33 2Cr 3521. 5. Come sostantivo: b t ò □Ity ridurre

al nulla Gb 24^, In 2Re 627 dubbio; alcu­ ni leggono feò DK.

45 ‫אל־] א ל‬, ‫( אלי־‬Gb 322 5aj), c. suff. ,‫אלי‬, ‫אלי‬ ‫ א לי ף‬,‫ א ל ד‬,‫ א ל ד‬,‫ א לי ך‬,‫ א ל ל ד‬,‫ א ל ד‬,‫אלו) א ליו‬ ISam 2213 Ez 9*), ‫אלינו‬, ‫אליכם‬, ‫ אלכם‬ecc., ‫( אלימו‬Sai 25)] Preposizione: a. Fonda­ mentalmente introduce il termine di un movimento; vale a dire soggetto + verbo di movimento + ‫ אל‬termine. Se il raovimento è reale, può introdurre la dire­ zione, ravvicinarsi, l'arrivo o il risultato. Può trattarsi di qualcosa che gli Ebrei considerano movimento, come la paro­ la. O di qualcosa che metaforicamente rappresentano come movimento: il tema di un pensiero, l'oggetto di un sentimen­ to o desiderio. Il movimento può essere espresso con verbo, con sostantivo indi­ cante azione, implicitamente o mental­ mente. Non poche volte viene rappresen­ tato il risultato di un movimento: unito, aderente, attaccato, adeso, aggiunto. A volte predomina l'immagine della dire­ zione, p. es. dei sensi, occhi e orecchi. Di solito si traduce con a; anche verso, fino a, su, con. Talvolta si scambia con la preposizione ‫ ל‬o ‫ ;על‬e si compone con altre preposizioni.

‫אל‬

verso Is 2218; — ‫ עוף‬volare verso 608; — T ‫ פרש‬Pi. stendere le mani verso Sai 1436; — ‫ מהר‬Pi. affrettarsi, precipitar­ si a, verso Pr 723; — ‫ שלח (ד‬stendere la mano contro Es 24 ‫ עלה — ; ״‬salire con­ tro, attaccare ISam 7?; — ‫ ירה‬lanciare a, contro Ger 50M(corretto), c) Fino, a, in. Neppure in questo caso è facile di­ stinguere: — ‫ בוא‬entrare in Gen 713j ar­ rivare a Es 3!, (unione sessuale) Gen — ‫ בוא‬Hi. condurre a, presentare 219; — ‫ הלך‬presentarsi a Es 3 fi; — ‫ זרע‬semi­ nare in, fra Ger 43; ‫ — חיק‬...‫ יצק‬gocciola­ re ali'interno IRe 2235; — ‫ נג־ע‬giungere a Ger 519; — ‫ ע ש‬Ni. avvicinarsi a Es 202l; — ‫ נחה‬Hi. condurre a Sai 1073o; — ‫נפל‬ cadere in Is 241e; — ‫ נפץ‬Pi. scagliare contro Sai 1379. — ‫ נתן‬porre dentro Es 2521 4020; — ‫ צלח‬irrompere, invadere ISam 16 ì3; — ‫ קוה‬Ni. raccogliersi in Gen 19; — ‫ שלך‬Hi. gettare in Gs 1027. d) Dare, consegnare. L'atto di dare include di solito o previamente un moto delPoggetto che viene consegnato; — ‫ מכר‬vendere a Gen 3736; — ‫ נתן‬consegnare 18? 2114 ISam 20‫(״‬,, dare, porgere Is 29 ‫ סגר — ;״‬Hi. 1. Con verbi di movimento, intransi­ consegnare Dt 23tי‬1‫ גויי — ג‬popolo contro popolo Is 24; ‫ שמעה — שמועה‬un aliarme dopo l'altro Ez 726; ‫ נכה כף — כף‬Hi. battere le mani 211922; ‫ אבן — אבן‬pie­ tra su pietra Ag 215. Duplicato con ‫ מן‬: N ‫ אל‬N : ‫מן‬ ‫ ממפזה‬di tribù in tribù Nm 367; ‫ מזן‬di frutti di ogni specie Sai 144,3; ‫ מךהסןצה‬da un estremo all'altro Es 262B; ‫ ם‬1*‫ מ‬il secondo giorno, da un giorno all'altro Nm 30,5;

47

‫ אל — אל‬2 V

‫ מחיל‬di baluardo in baluardo (?) Sai 84s; ‫ מכלי‬di giara in giara, tra­ vasare Ger 48; ‫״‬ ‫ מרעה‬di male in peggio Ger 92. c) Con altre preposizioni. (—+ punti corrispondenti). ‫ ־אחרי‬dietro a 2Sam 523; ‫ ־בין‬fra Ez 3110; ‫ *מול‬verso Es 269; ‫ ״נכח‬davanti a Nm 19^; ‫בר‬#* al di là, oltre Gs 22 ‫ ־פני ; ״‬davanti a Nm 20,0; ‫ ■ת וך‬in mezzo a Es 1423; ‫ ״תחת‬sotto (a) Ez 102. ‫ן‬

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2. Dio supremo, Dio. Con articolo ‫ האל‬Gen 463Dt 3326 2Sam 2231 = Sai 183l; Is 425 Sai 859 Gb 138 2134 ,33 3128 ‫״‬I040*. Soggetto, in base al contesto. Vocativo: Sai 10l2 16! 17,5 8 3 1 3 9 17 ‫־‬. Predicato, in base al contesto: Is 4522 non ce n7è un altro; Sai 903. In base al contesto si può presumere: in testi post-esilici, in modo particolare Deuteroisaia, Gb e Sai. V

3. E assai frequente che sia accom­ pagnato da un titolo o da un predi­ 1‫ אל‬Potere, capacità, potestà. Nella costru­ cato: ‫ — עליון‬Dio Altissimo Gen 1418; zione T —1‫יש־ל‬/‫ היה אין‬Gen 3129 D t 2832 ‫ — שדי‬Dio (?) 17!; ‫ — עו*לם‬Dio Eterno Mi 2, Pr 327 Ne 55 Sir 5! 14.‫״‬ 2133; ‫ — אלהי י שךאל‬Dio, il dio d'Israele 3320; ‫ — אלהי ה ת ח ת לכל־בשר‬Dìo, il dio ‫[ ־ א ל‬Cstr. ‫אל‬, c. suff. ‫אלי‬, pi. ‫אלים‬, ‫ אלם‬Es di tutti i viventi (universale, non soltan­ 15!!] Dio supremo, Dio; divinità, dio, essere to degli Israeliti) Nm 1622; ‫ — גבור‬Dio divino; idolo. Significa la natura divina: di Guerriero Is 95; ‫ — ה שמים‬Dio del Cielo solito quando si usa come predicato, al Sai 1362tì; ‫ — אלהים‬Dio degli dèi 50,. Con plurale, con alcuni determinativi, con ‫כל‬, predicati: ‫ — קנא‬Dio geloso, esclusivo Es riferito a dèi stranieri o falsi. Indica il 205; ‫ — רח ום וחנון‬Dio compassionevole e Dio supremo, unico oppure no; a volte misericordioso 346; ‫ — נאמן‬Dio fedele Dt come predicato, con articolo e senza ag­ 79; ‫ — גדול ןנויךא‬Dio grande e terribile 72ù gettivo; di solito come vocativo, in base ‫ — מסתתר‬Dio nascosto Is 4515; ‫— גמלות‬ al contesto (p. es., Sai e Gb). Spesso ac­ Dio che retribuisce Ger 51s6; ‫ — נקם‬Dio compagnato da un titolo o un predicato. vendicatore Na 13; ‫ — א מ ת‬Dio leale Sai Si usa come aggettivo di divinità o di 316; ‫ — חי‬Dio vivo Sai 843; ‫ — קדו ש‬Dio qualità, santo Is 51 Usato come aggettivo in 4.

50 li Gio 33. c) Può equivalere a 0: — (‫בית (ה‬ tempio, casa di Dio Sai 425 Esd 38; — ‫ קלת‬tuono, voci celesti Es 92a; — ‫אש‬ fulmine, folgore, fuoco celeste Gb l ltì; — ‫ איש ה‬profeta Esd 32 2Cr 112 259,

5. Idoli, le immagini delle divinità. Gen 3130 Es 2023 32u , Is 3 7 19 Ger 1620. Lo 3. Vale come singolare: Dio. Come mostra il contesto. Forse titolo di magi­ predicato con articolo —‫ ה‬Dio Gen strati: Es 216 22? (forse giudizio di Dio); 524 20j7 Is 37]6 Sai 873; frequente in Qo. — ‫ יהוה‬Dt 43539. Come vocativo: Dio! Sai spirito, spettro ISam 2813. 48!! 56!3 6012 652 71 i2; frequente. Crite­ ri mentali: si presume che ‫ אלהים‬valga come singolare in Sai, Gb, Qo e in altri testi post-esilici. Criterio linguistico: ver­ bo al singolare.

■ ‫ א ל ו‬Condizionale irreale Qo 66 Est 7A. Recente.

‫ אלה)] א א ה‬Dt 3217), st. ass. = cstr., c. pref. ‫לאלוה‬,‫ואלוה‬,‫ ולאלה‬Dn 11‫»־‬, c. suff.‫( לאלהו‬Ab 4. Usato come aggettivo. Non sempre 1‫)״‬, pi. ‫אלהים‬, ‫ אאהי) אלהי‬Sai 1847), c. suff. è facile distinguerlo da un genitivo, sog­ ‫ אלוהי) אלהי‬Sai 14310 145,), ‫ אלהימו‬Dt 3237, cgettivo o oggettivo. Può significare for­ pref. ‫ואלהים‬, ‫באלהים‬, ‫כאלהים‬, ‫לאלהיס‬, c. art. malmente il carattere divino oppure una ‫האלהים‬, interr. ‫ ]מאלהים ;האלהים‬Dio, divinità, qualità eccellente, eccezionale. In una dèi. —» 2‫אל‬, a) Dio, per indicare la natura di­ traduzione sintetica può scomparire. La vina o una divinità. Come predicato: — ‫לא‬ classificazione che segue è approssimativa non è Dt 3217; la sua forza è 11 suo dio Ab e incerta, a) Divino, celeste: — ‫ מלאכי‬mes­ l u con suffisso. Determinato da un nome: saggeri divini Gen 28,2 322; — ‫ מחנה‬ac­ Dio di Giacobbe Sai 1147; con proposizio­ campamento sacro Gen 323; — ‫ ת ת‬1‫ ך‬un ne relativa Dt 321s. — ‫ היש‬c'è un dio...? Is panico sacro Gen 35s; — ‫ ח ח‬un soffio 448; — ‫ מי‬quale dio c'è...? Sai 1832; ‫— נכר‬ divino, un'ispirazione (0 ) Es 31a Nm 242; dio straniero Dn 1139. b) Dio, il Dio unico — ‫ קללת‬maledizione divina, maledetto o supremo. Frequente in Gb. Ab 33Sai 5022 da Dio Dt 2123; — ‫ מראות‬visioni cele­ 139J9 Pr 305 Ne 9!?, c) Come aggettivo. Tradu­ sti, estasi (0 ) Ez 1,; — ‫ מושב‬assemblea cibile anche come genitivo: — ‫ נשמת‬un sof­ divina 282; — ‫ גן‬parco divino, paradiso fio divino Gb 49; — ‫ בעותי‬terrore, panico (0 ) Ez 318; — ‫ זרע‬discendenza divina MI Gb 64; — ‫ רוח‬soffio divino, di Dio 2!5; — ‫ פלג‬canale (d'irrigazione) celeste, Gb 273. prodigioso Sai 65l0. b) Come superlativo, straordinario, sovrumano: ‫ הר־‬montagna al­ ‫[ א לון‬PI. cstr. ‫ ]אל(ו)ני‬Quercia. Si tratta tissima, o divina Sai 68,6; — ‫ חכ מ ת‬sa­ sempre di un esemplare noto, dalla fun­ pienza sovrumana IRe 328; — ‫ מ הפכ ת‬ca­ zione socio-religiosa. ‫ — מורה‬Gen 126 tastrofe cosmica, o causata da Dio Am Dt 113 ‫ — ממו־א ;״‬Gen 13iS 14J3; ‫— תבור‬ 4 ‫ ״‬+ ‫ סלם‬Sodoma; — ‫ מחנ ה‬esercito in­ ISam 103; ‫« — מעוננים‬degli indovini» numerevole lC r 1223; — ‫ מטה‬bacchetta Gdc 937; ‫( — בשכם‬che si trova) a Sichem magica, bastone prodigioso Es 420; 179; 96; ‫ — בצעננים‬di Saanannim Gs 1933; Gdc 4‫ ״‬: —‫ עיר גדולה ל‬città grandissima, metropo­

‫אלמגים — אלון‬/‫אלגומיס‬

51 ‫[ אלו׳ן‬St. ass. = cstr., pi. ‫אלונים‬, cstr. ‫]אלוני‬ Quercia. Di solito, senza articolo, Is 213 + ‫ א ח‬cedro; 44M+ ‫ תך|ה‬quercia; 6!3 + ‫אלה‬ idem; Ez 276; Os 4!3 + ‫ ל ^ ה‬pioppo, ‫;אלה‬ Am 29; Zc 113 + ‫ ברוש‬cipresso. 1‫[ א ל ו ף‬C. suff. ‫אלופי‬, pi. ‫ ]אלפים‬a) Amico, compagno Mi 75= ‫ רע‬compagno; Sai 55H= ‫ מידע‬amico, conoscente; Ger 1321; ‫— נעורים‬ compagno di gioventù 34 Pr 217; — ‫כבש‬ agnello mansueto Ger 1119; Pr 162B 179. b) Bue Sir 3825Bcorrelativo ‫ שור‬toro. Nota. In Sai 144‫ ״‬i nostri buoi.

‫ א ל ו ף‬3 ]‫ אלף‬Zc 97; pi. cstr. ‫אל(ו)פי‬, c. suff. ‫ ]אלפיהם‬Sceicco, principe, capo Gen 361JM9.31.2M0.-KM3; lCr 151.54■ Nota. In Zc 97 forse va letto ‫ אלף‬nel senso di clan/tribù.

‫[ א ל ח‬Ni. pft. pi. ‫נאלחו‬, ptc. ‫ ]נאלח‬Essere corrotto. Soltanto di persone Sai 143 5* ‫ ;עשה טוב‬53, = ‫ שחת‬Hi. (v. 2); Gb 1516 = ‫נ תעב‬. IT

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‫ א ל י ה‬Coda di mammifero. Contesto sacri­ ficaie. Di ‫ איל‬Es 2922; di ‫ כב ש‬Lv 39; di 9!9 ‫שור‬, ‫ ; איל‬nel sacrificio .73 ‫עלה‬

‫אליל‬

.«‫ א ל ל‬-► ‫ליל‬ ‫ א ל ל י‬Ah! Ahimè! Mi 7, Gb 10i5. ‫[ א ל ם‬Ni. pft. 3 f. 1 .1‫נאלמה‬ , 2 1 ‫למת־‬ ‫נא‬ L r v iv " vr v ‫׳‬ t

[PI. ‫אלילים‬, ‫אלילם‬, cstr. ‫אלילי‬, c. suff. ‫ ]אליליה‬a) Nulla, vacuità, vuotezza, nullità; finzione, apparenza. — ‫ ממלכות ה‬regni da nulla, insignificanti, spregevoli Is 10,0; —‫ם ן‬£ ‫ לן‬oracolo vano Ger 1414 (qere) = ‫ חזון שקר‬visione ingannevole-, — ‫ רעי ה‬pa­ store ottuso Zc 1117; — ‫אי‬£‫ ח‬medici inutili, medicastri Gb 134 = ‫ שקר‬menzogna. Il significato di vacuità/apparenza è teo­ logicamente materializzato. Ne deriva b) Idoli, dèi falsi (soltanto plurale) Lv

t

‫ ; נאלמת י‬ipf. 2 3 ,‫ תא לם‬f. pi. ‫תא למ נה‬. Pi. ptc. pi. ‫]מאלמ ים‬

Ni. Diventare muto, ammutolire, stare/re­ stare in silenzio Is 537; Sai 3910= ‫לא פ ת ח פה‬ non aprire bocca; Ez 2427' ^ ‫ דבר‬Pi.; Dn 10!5 * ‫( אמר‬v. 16). Pi. Legare Gen 377; forse denominati­ vo di ‫ אלמ ה‬, t

‫יי‬. ‫! ־־‬

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.‫ א לי‬-< ‫אל‬ ‫ ·־‬V I

194·‫ י‬+ ‫אלהי מסכה‬vi dèi di metallo fuso;* 26! + ‫ פסל‬immagine, ‫ מצבה‬stele; Is 28 + ‫ מגגשה יד‬lavoro manuale; ‫כסף‬/‫— זהב‬ idoli d'oro/argento 220, 317 + ‫ח ט א‬ peccato; Is 101(‫ ״‬, + ‫ם יל ים‬$ immagini, ‫ גגצבים‬idoli; 1913; Ez 3013 + ‫ גלולים‬ido­ li; ‫ — אלמיס‬dèi muti Ab 2 le + ‫מורה שקר‬ maestro di menzogne, c) Piccolo, minuto Sir U 3.

.(?) ‫אלם‬, ‫אלמה‬

‫ א ל ם‬In — ‫ יו״נת‬colomba del silenzio (?) Sai 56!. Nota. In Sai 582 dubbio. —►‫ איל‬b),

‫[ א ל ם‬Pi. 714[‫«אלמ ים‬#. Di persone Es 4+ ‫״‬ ‫ חרש‬sordo, ‫ פ?ןח‬zoppo, ‫ עור‬cieco; Is 356 ‫יז‬4 ‫ רנן‬cantare; Sai 38‫ ;״‬Pr 318 ^ ‫פ תח פה‬ aprire la bocca. Degli idoli Ab 210. Del cane Is 5610 * ‫ נבח‬latrare. Pr 31a. Gioco di parole: — ‫ כלם כלבים‬sono tutti cani muti Is 56,0. 1 ,

‫ א ל ם‬-< ‫ אולם‬2. t

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‫ל מ ■ג י ם‬I ‫א‬- / ‫ל ג ו *מ י ם‬s ‫א‬- Soltanto nella forma — ‫ עצי‬legno di sandalo IRe 1 0 2 12.‫״‬Cr 910-‫ ;״‬27 + ‫אר ז‬, ‫ ב ת ש‬. '

52

‫אם — אלמה‬ ‫ז‬

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‫[ א ל מ ה‬c. suf f . ‫אלמתי‬, pi. 1 c. suff, ‫אלפ(תיו‬, ‫ ;אלמתיכם‬pi. 2 ‫ ]אלמים‬Covone Gen 377 Sai 1266 correlativo ‫ זרע‬semente. T

‫* ״‬. ‫־־‬:

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.‫אלמן *־־ א ל מ נ ו ת‬

‫[ יאלף‬Q. ipf. 2 ‫תאלף‬,‫ ־‬Pi. ipf. 1 ,(‫ אלף‬c. suff. ‫ ;אאלפך‬ptc. c. suff.‫]מלפנו‬

‫ אלמ ן‬Vedovo Ger 51s. Alcuni lo conside­ rano forma verbale: restare vedovo di. Po­ trebbe trattarsi di scriptio defectiva, dato che i regni sono rappresentati con fattez­ ze femminili.

Q. Avvezzarsi, abituarsi a Pr 2225. Pi. Insegnare, istruire, addestrare, avvezzare, abituare Gb 3333, 35 ‫ חכם = ״‬Pi. Ispirare: ‫כ*יך‬ le tue parole Gb 155. V .'‫אלוף‬

‫ אלכ(ן‬/ ‫[ א ל מ נ ו ת‬Cstr. ‫אלמנות‬, c. suff. ‫אלמנותה‬, pi. c. suff. ‫ ]אלמנותיך‬Vedovanza Is 479 + ‫ קזכייל‬senza figli; 544 = ‫ עלומים‬sta­ to nubile; — ‫ בגדי‬vesti vedovili Gen 38l9. ‫ — חיות‬vedove a vita 2Sam 203; dubbio, si consultino i commentari.

2‫[ א ל ף‬Hi. ptc. pi. f. ‫ ]מאליפות‬Produrre, moltipli­ carsi a miriadi Sai 144,3 = ‫ מרבבות‬innumerevoli. Denominativo di .‫אלף‬ 10

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Nota. In Is 1322 ed Ez 197 va letto

‫נותיו‬/‫ את‬i suoi palazzi. ‫ א ל מ נ י‬Ricorre sempre nell'espressione ‫ ני‬1‫ פלני אלכ‬. a) Quel tale, quel certo detto di ‫ מקו׳ם‬ISam 213 2Re 68. b) Il tale, il tal dei tali, quel tale, quel tizio, riferito a una persona Rut 4!.

S S

‫אלף] א ל ף‬, c. suff. ‫אלפ׳־‬, du. ‫אלפים‬, ‫אלפים‬, pi. ‫אלפים‬, cstr. ‫אלפי‬, c. suff. ‫ אלפיו‬e ‫אלפו‬ (ISam 187 21‫ ״‬2%(, ‫אלפיך‬, ‫ ]אלפיכם‬Bue, toro, r

‫[ א ל מ נ ה‬PI. ‫אלמנות‬, C. suff. ,‫אלמנותיך‬ ‫אלמנותיו‬, ‫ אלמנותיה‬ecc.] Vedova, aj Di so■ lito ha un significato sociologico, di necessità, e può essere accompagnato da: ‫ ם‬1‫ ית‬orfa­ no Ez 22; Sai 68tì Sir 4,0 3517; ‫ גר‬emigrato Dt 101e; ‫ לוי‬levita (che non possiede una terra) 16‫ ״‬26,2; ‫ דל‬bisognoso,‫ עני‬indigente Is 102; ‫ שכיר‬salariato MI 35; ‫ אביון‬povero Gb 24^; ‫ אבד‬vagabondo 31ltìl9. Associato a ‫מעופט‬, ‫ךין‬, difesa, rivendicazione Is 102 MI 35; compare in opere di misericordia Sai 1469 Gb 229, b) Indica solitudine, abbandono. Is 47s ‫ שכויל =־‬senza figli; Ger 18z1; Gb 242l = 1‫ )ל!ךה‬sterile; Lam 1, = ‫ בךד‬solitaria, c) In quanto già sposata, non vergine (non adatta come sposa del sommo sacerdote). Lv 21 !4 + ‫ גרושה‬ripudiata, ‫ חללה‬violata, ‫ זנה‬prosti­ tuta, * ‫ בתולה‬fanciulla.

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capo di bestiame', mille, migliaio-, clan, tribù. a) Bue Dt 7]3 2841851 Sai 88 is 3024 Pr 144. In Sai 50!o dubbio, b) Numerale, da solo e in combinazioni numeriche. Mille Nm 354 Gdc 2010 Am 53 Sir 16m. c) Clan‫׳‬, e la tir-

coscrizione territoriale corrispondente Nm 1)6 104 315a Gs 22m130 Gdc 615 ISam 23^ Mi 5!. ‫[ א ל ץ‬Pi. ipf. wayy. 3 f. c. suff. ‫ ]ותאלצהו‬In­ sistere,

importunare, Gdc 16ì6.

intestardirsi,

impuntarsi

‫ א ל ק ו ם‬In Pr 3031 dubbio; si consultino i commentari. ‫[ א ם‬St, ass. = cstr.; c. suff. ,‫אמי‬, ‫אמך‬, ‫אמך‬ ‫אמך‬, ‫אמו‬, ‫אמה‬, ‫אמכם‬, ‫ אמם‬, pi. c. suff. ‫אמתנו‬, ‫ ] אמתם‬Madre, a) Sostantivo. Gen 2428 32ì2 + ‫ בנים‬figli; Lv 18713 Gdc 172; Ger 158 + ‫ בחור‬giovane, ragazzo; Sai 1139 ^ ‫ ענןךה‬sterile; Pr 18 Ct ó9, Mam­ ma Is 84. ‫ אב ואם‬padre e madre, geni­ tori Gen 224 Es 20!2 Gdc 1426 ISam 223 2Re 32. ‫ — המלך‬regina madre (l'unica

‫אם — אם‬

53

ad avere il titolo di regina, che le altre Ger 2322 Sai 442I, ‫ ואם מעט‬e come se non consorti non hanno), madre dell'erede fosse bastato 2Sam 128. b) ...‫ ואם לא‬/ ‫ואם‬ IRe 2,9 2Re 24,g. b) Aggettivo. Materno. + verbo (possono precedere un'altra o Nelle parentele: — ‫ אבי‬nonno materno varie altre condizionali con ‫ אם‬o- equiva­ Gen 282; — ‫ א חי‬zio materno Gen 2910. lente; ‫ לא‬può essere sostituito da ‫ ;אין‬fre­ Membra: ‫ בטן‬ventre, ‫ רחם‬utero o matri­ quente in testi legislativi) (e) se/se non... ce, ‫ עזךים‬seni, mammelle, ‫ מעים‬viscere Gen 476 Es 7V 13,3 Lv 2« 274.‫ ״‬Nm 104 Gdc 1617 Is 49, Sai 22,0 716 Sir 40,; ‫חיק‬ 1115279_n D t 222 Gs 2415Gdc 710 ISam 113 seno, grembo Lam 212. — ‫ בית‬casa ma­ IRe 3m Ger 4, 13,7 Zc 37 Gb 9I9 Pr 252, terna Rut 18; Ct 34 = ‫ חדר הוירתי‬alcova Rut 313 Ct 89 Qo 4,2 Est 58 Ne 25 Sir 632. di colei che mi ha concepito. — ‫בחלב‬ Con valore avversativo: ma se/ma se non, nel latte materno; forse finché poppa, in caso contrario, altrimenti... Gen 47 207 Es di latte Es 2319 Dt 1421. c) Senso figurato: 116 21« Lv 137 2718 Nm 306 3229^0 D t 2012 ‫ — הךךך‬biforcazione, incrocio Es 2126 2220 Gs 220 Gdc 48 ISam 12J525 IRe 152 Is 120 Ger 38m2Cr 152b, c) ...‫ אם לא‬con va‫■־‬ = 2‫>זני הדרכים‬u>tò l'inizio di due vie; lore disgiuntivo = 0... 0\ se non fuggi que­ la terra in cui si seppellisce Gb 12! Sir sta notte, domani sei un uomo morto 40,; madre della patria Gdc 57; la pa~ = o fuggi... o domani... ISam 19u; Is 79 tria vista come matrona o matriarca Is Sir 1110. d) ‫אין‬/‫( )ו) אם לא‬sottintendendo 50, Ger 50,2 Ez 192; Os 45 = ‫ עם‬popolo (v. 6); ‫ עיר [אם‬una capitale 2Sam 2019 il verbo della proposizione precedente) (e/però/ma) se non, in caso contrario, altrimen­ (da confrontare con metropoli); i villaggi ti + apodosi = o... o: dammi dei figli, da essa dipendenti si possono chiamare sennò (se non mi dai figli) io muoio = o ‫ בנות‬figlie (cf. Ez 266). Come paragone mi dai figli o io muoio Gen 30,; lo fac­ per esprimere la cura materna di Dio ciamo? se .no (se non lo facciamo) dirai Is 66,3. = o lo facciamo o dirai 2Sam 17e; Gen Fraseologia: — ‫ מבטן‬dalla nascita 42ld Gdc 920 11,2 Gb 2425 Sir 51z. M a Gdc 16,7 Sai 22‫ ״‬Sir 46I3; ‫ כ א מ ה ב ת ה‬da non, piuttosto Gs 2224. e) ‫ אם נא‬se davvero, tale madre tale figlia, tale la madre tale se realmente (con sfumatura ottativa) Gen la figlia Ez 16«; — 1‫ )לי‬nelle braccia di, 183 2442 3027 Es 33,3 Gdc 6,7 ISam 27s; in braccio a Sai 1312. — rrm di solito, condizione per il futuro Nota. —> ‫ אב‬padre. Es 4M D t 20‫ ״‬ISam 39 Ger 12,tì. .

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‫ א ם‬Particella abitualmente condiziona­ le: se, a patto che, purché, a condizione che,

2. Concessiva. Sebbene, per quanto Dt 30‫ ״‬Gdc 13,tìa 2Sam 183b Is 1,0 1022 Ger 232 nel caso che, nelTipotesi che, supponiamo che, Am 9^ Abd 4; ‫ )ן)גם אם‬inoltre, se...; anche qualora. ' se, sebbene Qo 4!, 817Sir 3,3 12,Utì 162. Cau­ 1. Condizionale, a) ...‫אם לא‬/ ‫ אם‬se/se sale. Giacché, dato che, posto che Gdc 157a. non..., qualora/qualora non..., supponiamo 3. Interrogativa: a) Indiretta (con che/supponiamo che non... Gen 181830 2820 verbi di conoscere: ‫ידע‬, ‫ראה‬, ‫ נכר‬Hi.). 47lfi Es 1526 1823 Gs 2R19 Gdc 637 ISam Se, forse... Ger 5, Qo 116 Lam 112. Ver­ 1‫ ״‬Is 1,9 Ger 75 Sai 7 8 9 3 ‫״‬w2 Gb 84 Pr 1‫״״‬, bo di conoscere accompagnato da Ct 18 Qo 57 Sir 419. Come irreale Is 29 ,6 ...‫ (ן)אם‬...—‫ה‬/ ‫ ה‬se... 0 se..., oppure... (se»

54

‫אמ ה — אם‬ ‫י‬

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conda alternativa di una domanda) Nm 1318.j9 2Sam 1936; accompagnato da ‫אין‬/‫ אם לא‬...—‫ ה‬/‫ ה‬/‫ ה‬se (è così)... 0 meno, 0 no (interrogativa disgiuntiva) Gen 2421 2721 3732 Es 164 Nm 1123 1320 Dt 82 Gdc 222. b) Diretta. ...?, forse, davve­ ro.,.? IRe 127 Ger 4827 Gb 6]2 3629 Pr 628; ...‫ (ו)אם‬...—1‫ך‬/ ‫( ה‬disgiuntiva) ... 0, oppu­ re...? Gs 513 Gdc 2028 2Sam 2413 IRe 226; ‫ אם אין‬...‫ היש‬è... 0 no? Es 177. Duplice do‫־‬ manda retorica (frequente in Ger e Gb): ‫״‬.)‫ (ן)אם (לא‬.‫ לא) ה— (לא)״‬può essere so­ stituito da ‫ ;אין‬interrogativa anche ‫ ה‬/‫) ה‬ forse (non)...?, per caso (non)...? Gen. 17!7 378 Nm 1112.22 Gdc 631 1125 2Sam 1943 Is 10)5 27? 402e Ger 214 5922 819 Gl 12 Mi 49 Sai 77,0 88‫ ״‬Gb 4 I7 65 112 214; in base al con­ testo equivale a un'esclamazione: ma se... (è)! Ger 31».

rare, scongiurare ‫ אם לא‬.‫ לא״‬non... bensì Gen 2437^8; Nm 519 Ne 1325 Ct 27 3S.

5. Ottativa. Se con imperfetto cong iu n tiv o ^ ‫־‬pl?U>ri^i< se tu mi ascoltassi ‫ =־‬magari tu mi ascoltassi Sai 819, cf. 957; ‫ אם־תקטל‬se tu uccidessi = magari tu ucci­ dessi 139». Pr 24‫)?( ״‬. Temporale: quando. Il confine fra condizionale e temporale può essere fluido, come mostra il paralle­ lismo di Es 403fr37: ‫ ןאם לא יעלה‬...‫בהעלות‬ quando si alzava..., ma se non si alzava; e Sai 27^: ‫ אם‬...‫ בקלב עלי‬quando mi at­ taccano... se (rpi attaccano); Gen 318 D t 3241 Gdc 212[ Is 4 a 24)3 2825 Ger 53 Sai 417 637 (?) 7834 Gb 7' Pr 3 2 ‫ ״‬Cr 7a. A volte c'è qualche particella temporale nel contesto prossimo: ‫ מתי‬quando, ‫ עךי‬fino a, ‫ אז‬allora. ‫ עד (אשר) אם‬finché, fino a che, fino a + infinito Gen 24,933 Nm 3217 4. (Giuramento. Lo schema completo Is 6‫ ״‬Rut 221. tripartito è il seguente: giuro che + se 6. Forme composte: ‫ גם‬...‫ אם‬se awieho fatto questo + Dio mi castighi//giuro che + se non faccio questo + Dio mi ca­ ne X, avverrà anche Z Gen 1316 Ger 313tì 3320-21.25-26 Sir 1323; ...‫ )אם‬1( . ..‫ אם‬come di­ stighi. La condizionale occupa il secondo sgiuntiva (+ sostantivo o aggettivo) sia... posto, così che il significato risulta ap­ sia Es 1913 Lv 3lbc 2726 D t 183 2Sam. 1521bc parentemente invertito: se non = giuro Ger 426 Rut 310 Qo 5‫ ״‬Sir 1325; (+ ver­ che...; se = giuro che non... Eliminiamo bo) Ez 257 Pr 3092; ‫ בלתי אם‬+ sostantivo il terzo membro e risulta: giuro che + se se non Gen 47,0 Gdc 7I4; (+ verbo) senza, ho fatto = giuro di non averlo fatto; giùsenza che Am 3M; ...‫ האם‬forse (che)...? Nm ro che + se non ho fatto = giuro di avere 172e Gb 6[3; ‫ אם בן אפו א‬ebbene, se è così fatto. Frequente l'ellissi del terzo mem­ = se non c'è altra soluzione Gen 43.‫״‬ bro. A volte però si elide anche il primo ‫►— אם נא‬l.e); ‫ (ו)גם אם‬-< 2 .; ‫״ אם‬. —‫ה‬ (‫ )נ שבעתי‬e risulta: ‫ = אם עשיתי‬giuro di -► 3.; ‫ עד( א ש ר) אם‬-< 5 .; ‫כי אם‬ ‫כי‬ non avere fatto; ‫ = אם לא עשיתי‬giuro di C.2. ’ ‫י‬ avere fatto. II primo membro può avere la forma N ‫ חי‬per/sulla vita di N, T ‫נשא‬ ‫[ א מ ה‬Cstr. ‫ א מ ת‬, c. suf f . ,‫אמת י‬, ‫אמת ך‬, ‫אמת ך‬ alzò la mano, verbo ‫ שבע‬Ni. e altri: Nm 142a ISam 196 2810 2Sam 142 ‫ ״‬19‫ ״‬Re 631 ‫אמת ו‬, ‫ א מ ת ה‬, pi. ‫אמה ות‬, cstr. ‫אמה ות‬, c. suff. Is 59 22!4 Ger 154920 226 ‫ ״‬Sai 95‫ ;״‬asso­ ‫אמה ׳ת י‬, ‫אמה ית י ו‬, ‫אמהת יה‬, ‫אמהת י כם‬, ‫] אמתת יהם‬ Serva, schiava, domestica; concubina, a) Dome­ luto Gb S l ^ . Invece di giuramento for­ stica, serva, schiava. Corrisponde al maschi­ male, affermazione enfatica, scommessa, le ‫ עבד‬D t 16‫ ;״‬Gen 303 = ‫( שפ ח ה‬v, 4); sfida: IRe 2023 Gb 12220 172 25 ‫״‬. Con Lv 25tì + ‫ שיכיר‬bracciante, ‫ תו שב‬salariato; ‫ שבע‬Hi. esigere un giuramento/fare giùt

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‫אמיר — א מ ה‬

55

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elencato con altri beni Es 20 ,7. b) Concu­ bina Gen 20!7 5* ‫ אשה‬sposa, moglie; 2110; ‫ ב ך‬figlio di una schiava, nato in schiavitù Sai 8ó16 116ltì. c) Sostituisce "io" parlando a persone di riguardo: serva, una serva ISam 2524 2Sam 1415. ‫[ א מ ה‬Cstr. ‫אמת‬, du. ‫אמתים‬, pi. ‫ ]אמות‬Comito, avambraccio, cubito. Di solito come unità di misura di lunghezza, circa mez­ zo metro Es 25]0 (+ 7x) 27, (+ 9x) IRe 62 (+ 18x) 72 (+ 25x) Ez 405 (+ 39x). Soglia 0 stipite Is 6a. Senso figurato ‫ — בצע‬limite dell'esistenza Ger 5115 = ‫ קץ‬fine. Nota. In 2Sam 8! dubbio. In Sai 91Ava

letto ‫ אמ תו‬il suo braccio, miglior parailelo per ‫ כנף‬ala.

‫ א מ ה‬Gb 93.‫ ״‬13» 337. -► ‫אי מ ה‬ ‫[ א מ ה‬pi. cstr. ‫אמות‬, c. suff. ‫אמתם‬, st. ass. ‫ ]א מים‬Tribù, famiglia, clan, popolo Gen 25 ,6 Nm 2515 Sai 117,. ‫א מיז‬ Artigiano, Ger 521s Pr 830.

operaio,

apprendista

‫ אמ י ן‬/ ‫[ )?אמון) אמ ן‬Pi. ‫אמ(ו)נים‬, cstr. ‫ ]אמתי‬a) Sostantivo singolare. Lealtà D t 3220

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Veracità, sincerità; onestà, rettitudine; fedeltà, lealtà; sicurezza, credito; fermezza; verità.

1. Significato fisico. Fermezza. Come aggettivo fermo in — ‫ ויהי(ליו‬Es 1712 = ‫תמך‬ sostenere. · 2. Qualità umana, a) Nelle parole. Ve‫״‬ rità, veracità Ger 5! = ‫ מ שפט‬diritto, # ‫ שבע לעוקר‬Ni. giurare il falso (v. 2); Ger 72e 92Sai 11986 Pr 1222. b) Nella condotta. Ammilustrazione di fondi 2Re 1216 227; Pr 2820 * ‫ אוץ להגג^יר‬arricchirsi in fretta; Sai 373 = ‫ עשה טוב‬fare il bene; Sai 11930 * ‫ךךך־שלןר‬ via falsa, menzognera (v. 29). c) Fedeltà, le­ altà verso una persona 0 una carica. Coniugale Os 222; sociale 2Cr 199 = ‫ לבב שלם‬cuore integro; verso Dio Sir 454 + ‫ ענוה‬umiltà. 3. Predicato di Dio: — ‫ אל‬fedele Dt 324 = ‫ צדיק‬giusto, ‫ ;שר‬retto; — ‫ עצות‬di­ segni sicuri, certi, che si compiono Is 25,; lealtà alia promessa Sai 8923253

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Q. Avere forza fìsica, morale, spirituale. a) ‫ — מן‬vincere, superare, prevalere Gen 2523 * ‫ עבד‬essere assoggettato, vassallo; Sai 1818 = ‫ עז‬poderoso, possente, robusto; 1427. b) All'imperativo, in endiadi con ‫ חז ק‬: Sii forte e coraggioso, coraggio!, si usa come esortazione Dt 316.723; come arrin‫׳‬ga Gs 1025; in una nomina 1^7.9.18; spesso accompagnato da un'altra endiadi con la proibizione di temere, in combina­ zione con i verbi ‫ירא‬,' ‫חתת‬, ‫ ערץ‬D t 316 Gs 19 1025. Pi. Irrobustire, rafforzare, rinforzare; con■ fonare, incoraggiare, rianimare, rinvigorire, for­ zare, sforzare; consolidare, fortificare, indurire. a) Complemento di persona. Incoraggiare, ri­

animare, confortare, rinvigorire Dt 32s + ‫ חזק‬Pi.; Is 4110 = ‫ עזר‬aiutare, ‫ תמך‬sostene­ re; Sai 8016(dubbio, cf. v. 18 = ... il tuo vi­ sir, e —>3 ‫בן‬.e) = ‫ו ימינך‬2(‫ אי‬colui che è alla tua destra, il tuo visir; 8922 =‫י ך תניון עמו ־‬

‫*״‬

la mia mano è con lui; rendere potente Sir 452. Per complemento un organo corporeo con valore simbolico: ‫ — בךכים‬irrobustire le ginocchia Is 35a = ‫ חזק ידים‬Pi. irrobu­ stire le braccia; Gb 44; ‫ — זרוע‬rafforzare Pr 3117 = ‫ חגרה בעוז‬si cinge di fermezza, Sir 3 66 = ‫ אדר‬Hi. esaltare. Il cuore, la mente: indurire, rendere ostinato Dt 2g0 = 1‫ הלןשה את־רוחו‬lo rese riluttante, pervica­ ce; Dt 157 = ‫ קפץ את־;ד‬chiudere la mano; 2Cr 36B = ‫וה את־ערף‬2(‫ ק‬Hi. ostinarsi, b) Altri complementi', un albero Is 4414 = ‫ גדל‬Pi. fare crescere, coltivare; un edificio, consolidare 2Cr 2413; le nubi, assicurare Pr 829 = ‫ עזז‬fissare. Complemento ‫גברו‬: dupli­ care le forze, riacquistare energìa Na 22 = ‫ חזק מחנים‬Pi. prepararsi, accingersi; Am 2mserie; Pr 245. Hi. Imperativo, in endiadi con ‫חזק‬, come in Q.: Sai 2714= ‫ קוה אל־יהוה‬Pi. spe­ rare nel Signore; 3125. Hitp. Con ‫ ל‬+ infinito costrutto, osti­ narsi a, insistere Rut 118; sforzarsi o affrettarsi a IRe 1218; N ‫ — על‬imporsi, prevalere su N 2Cr 137. V

.‫אמיץ‬, ‫אמץ‬, ‫אמצה‬,

‫[ א מ ץ‬PI. ‫ ס וס ים — [אמצים‬cavalli pezzati (dal pelame bianco con macchie di altro colo­ re) Zc 637. ‫ א מ ץ‬Forza, vigore, fortezza Gb 179. ‫ א מ צ ה‬Forza, fortezza Zc 12g.

‫אמר‬

[Q. pft. f. ‫אמרה‬, 2 ‫אמרת‬, ‫ אמ ר ת‬, f. ‫אמרת‬, 1 ‫אמרת י‬, ‫ אמרת י‬, pi. ‫ א מ ת‬ecc · ipf. ‫( יאמר) יאמר‬, 2 ‫תאמר‬, ‫ תאמ ר‬ecc. (2 pi. l x 2 ‫ ת מ ת‬Sam 19i4), 1 sg. ‫ ;אמ ר‬coort. ‫אמךה‬ ‫ )א ומךה‬Sai 4210), wa y y . ‫(וייאמר) וייאמר‬, 1 ‫ואמר‬ ( Ne 27t720 ‫(ואומר‬, ‫ ואמרה‬, f. ‫ ותאמר‬, pi. ‫;ונ־אמר‬ imptv. ‫אמיר‬, ‫ אמר״‬, pi. ‫ ; א מ ת‬inf. ass. ‫אמ ור‬, 1

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‫אמר‬

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‫אמר‬, inf. cstr. ‫ אמר) אמר‬Ez 258, ‫ אמר־‬Pr 257), C. sufi . ‫אמרי‬, ‫אמו־ד‬,‫אמרך‬, ‫אמךכם‬, ‫ ל ; אמךם‬+ inf. cstr. ‫( לאמר‬Gen 4820 Ger 18s 3319‫;)לאמויר‬ ptc. ‫אומר‬, f. ‫אמרת‬, ‫ אמךה‬, pi. m. ‫אמךים‬, f. ‫ ;אמרת‬ptc, pass. ‫אמור‬, Ni. pft. ‫ ;נאמר‬ipf. ‫אמר) יאמר‬:). Hi. c. suff. ‫האמיךד‬, 2 ‫ האמךת‬. Hitp. ipf. pi. ‫]יתאמת‬ Q. Dire. Costruzione. Di solito intro­ duce il testo in stile diretto; a volte con complemento globale; Es 313 [‫א מ ת־ לי‬ ‫« = מ ה־ ^ מו מה אמר אלהפ‬Se mi dicono/chiedono: "Come si chiama?", cosa rispondo loro?». Se introduce un com­ plemento e il suo predicato, equivale a chiamare: Is 520 «chiamano male il bene». Con ‫ ל‬e infinito costrutto, pensare, promet­ tere: Es 2 Ub «Pensi di uccidermi?». Con wayyiqtoi, ordinare: Sai 1053J ‫אמר ויבא‬ «ordinò che venisse». L'interlocutore o destinatario è introdotto con ‫ל‬, ‫ א ל‬.' Si costruisce anche con altri verbi di dire: ?‫ ענו‬rispondere, ‫ ספר‬Pi. narrare, ‫ צוה‬Pi. Comandare, 2‫ >זאל‬domandare, ‫ ע ד‬Hi. in­ formare, ‫ דבר‬parlare, ‫ זעק‬gridare ecc. Traduzione. Il verbo ebraico è generico, Indifferenziato, non specificato. Nella traduzione, lo stile esige o consiglia o suggerisce una specificazione: in base nila locuzione o in base al contenuto. In altri termini: il verbo ‫ אמר‬non tematizza né la locuzione o maniera di prendere la parola (informazione, ordine, doman­ da ecc.) né il contenuto del testo o il complemento. II linguaggio letterario ita­ liano li tematizza in alcuni casi e con di­ versi criteri. Ecco alcuni esempi: soggetto, un testo: «come dice//recita il canto» Nm 3157; in base al contenuto: «quando vi diranno//chiederanno, direte//risponderete» Es 1226-27; /« base al correlativo: «vi darò UÒ che mi direte//chiederete» Gen 34‫״‬b; wntenuto: «ci dicono: fate//ci comandano idi fare» Es 5 16; contenuto: «avevo detto: ti 1i‫׳‬ v ‫ יי‬- 1

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farò ricco//avevo promesso di farti ric­ co» Nm 24‫ ;״‬contesto giudiziario: «diranno davanti//dichiareranno davanti» D t 2120; contesto: «dite//gridate a pieni polmo­ ni» Ger 45; in base al complemento: «ave­ te detto//pronunciato oracoli falsi» Ez 137; «diranno//intoneranno un lamento» Ez 2 6i7. Serie di possibili corrispondenze o specificazioni di carattere stilistico: stile della lingua, del genere letterario, a) Con­ siderando il processo: Rivolgersi, dirigersi, dire, cominciare·, rispondere, replicare, ribattere, affermare, intervenire; insistere, aggiungere, ripe­ tere; concludere, b) Sfera dell'informazione: esporre, spiegare, informare, annunciare, rac­ contare, narrare, indicare; interrogare, doman­ dare, chiedere, indagare; denunciare, lasciare un messaggio, c) Rispetto al testo: recita­ re, declamare, bandire, proclamare, intonare. d) Rispetto all'interlocutore: rivolgersi, diri­ gersi, interpellare, esortare, avvertire, ammonire, rimproverare, e) Sfera volitiva: comandare, or­ dinare, incaricare, prescrivere, dare istruzioni; protestare, reclamare, obiettare; supplicare, chie­ dere, esigere, f) Sfera mentale: pensare, dirsi, calcolare, supporre, venire in mente, credere, ri­ tenere; proporsi, decidere, volere, pretendere di.

Alcuni dei precedenti punti verranno trattati a parte. 1. Frase in discorso diretto e con complemento diretto. Gen 12[3 curiosa contaminazione fra stile diretto e indi­ retto: «Di': Sei mia sorella» (avrebbe do­ vuto dire: Sono sua sorella); cf. 1219 «Hai detto: E mia sorella», «Il luogo che Dio gli aveva detto//indicato» Gen 223. «Di­ rai... e aggiungerete...» (senza cambio di interlocutore) Gen 3219_2!. Nominare, men­ zionare Ger 3,e; pronunciare Ez 137; recitare Sai 452. b — + complemento + predica­ to: chiamare (dare il nome di) Os 23 Gb 3124 3410.

‫אמר‬ ‫ ־‬t — ‫מש‬ v ‫א‬v

60

quando si parla 424. 2. Attività mentale. Presunta, formu­ lata o richiesta dal punto di vista diver­ Nota, Ab 39 dubbio. so in italiano, a) Con ‫בלב‬, ‫בלבב‬, ‫ ללבב‬. Pensare, dirsi, meditare, riflettere D t 7r/ Ger 1‫[ א מ ר‬C. suff. ‫אמרו‬, pi. ‫אמךים‬, cstr. ‫אמרי‬, 1322 Os 72 Zc 125 Sai 45 106. b) Senza C. s uf f . ‫אמרי‬,‫אמף‬,‫אמו־יו‬, ‫אמריה‬, ‫? ] אמךי?ם‬a‫ בלב‬D t 925 + ‫ ל‬e infinito costrutto; Is 36s role, discorso; consigli, ragioni, argomentazioni, 3810 406 Ger 319 54 Ez 2032 Sai 307 Gb 74; ordini, decreti, massime, sentenze; oracolo. Si­ proporre, proporsi Sai 325 392 11957 + ‫ ל‬e nonimi: ‫מלה‬, ‫ ד ב ר‬. infinito costrutto; promettere Ger 1810 + ‫ל‬ 1. Frequente in testi sapienziali. Pa­ e infinito costrutto; immaginarsi 2Re 5‫״‬b; role Sai 52 Gb 626 333. Consigli Pr 4520 5 7 decidersi 2 Re 74, 724. Discorso Is 412tì. Ragioni Gb 3214 Sir 3. ‫ לאמר‬introduce le parole testuali.1212. Argomentazioni Gb 3437. Sentenze Il corrispondente italiano è una pausa, 11 Pr 13. Oracolo Nm 244. corrispondente grafico sono i due punti 2. Costruzioni particolari, a) Con (:). Lo si può rendere esplicito: così, in aggettivo: ‫ — א מ ת‬parole giuste, appro­ questi termini, quanto segue. priate Pr 2221; ‫ — בינה‬sentenze prudenti 4. Alcuni esempi facoltativi a titolo 12; ‫ ־דעת‬consigli prudenti Pr 1927 23,2; illustrativo: indicare Gen 222; ‫ — גם‬ag­ ‫ — יהוה‬quello che ci ha detto il Signo­ giungere 32z1. ‫ — פן‬temere che 424; pre­ re Gs 242/; ‫ — י׳^ור‬ragioni giuste Gb 635; tendere di Es 2 14b; esigere 5tó; per il fatto ‫ — נויא^ו‬quello che dice un disperato che 183; prescrivere Lv 1712; promettere 62tì; ‫ — נעם‬parole gentili, amabili Pr 152tì Nm 24‫ ;״‬venire in mente Dt 1220; giura­ l ó2‫ — ^ זקר ;״‬menzogne Is 327. b ) ‫אמריי־פי‬ re 3240; dare ordini Gs 68; incaricare 9‫״‬a; parole della bocca di; espressione piastiassegnare IRe 1118; riflettere, interrogarsi ca o enfatica, equivale a mie/tue paro­ Ez 3310b; raccontare Sai 40‫ ; ״‬dichiarare, le, le parole mie/tue, quello che tu/io sentenziare 826; arringare 83,3; confes­ hai/ho detto D t 32, Os 65 Sai 544 78, 138‫״‬ sare 1072; incitare 1377; decantare 1456; Gb 82. accusare Gb 3623. Ni. Dirsi, essere detto, chiamarsi. Per tra­ 2‫[ א מ ר‬Cstr.‫ ]אמרי‬Piccolo, cucciolo Gen 4931. T

sformazione, voce attiva. Essere detto, dirsi Gen 109 Nm 21,4 Ger 16u Ez 1312 Sof 316; chiamarsi, chiamare Gen 3229 Is 191a Is 624 Ger 732.

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‫[ א מ ת ז‬Cstr.‫אמרת‬, C. suff. ,‫אמרת י‬, ‫אמךתך‬

‫אמרתך‬, ‫אמרתך‬, ,‫אמרתו‬,‫ אמרתו־‬Lam 2,7, pi. ‫אמר^ת‬, cstr. ‫ אמרות‬Sai 127] Parola; discorso; promessa; ordine, disposizione. Parola Is 294 Hi. Impegnarsi Dt 26,7.]8. Sai 127 176 14715Pr 305; discorso Gen 423 Hitp. Vantarsi Sai 944. D t 322 Is 2823 32g; ordine, disposizio­ V v ‫אמר‬, ‫ א מ ר‬1, ‫א מ ר ה‬ne ,‫מ ר‬D ‫ א‬t‫ מ‬.339 Sai 119172 Sir 43!7M (?); pròv ‫״‬ ‫ ד‬1 ‫* י‬ -1 ‫־‬ messa Sai 1194l58 1382. Sinonimi: ,‫ ל‬1‫ק‬ ‫ ]אומר] א מ ר‬Detto, oracolo, messaggio Sai 194 ‫דבר‬, ‫ ל ק ח‬. 779; ‫ נבע — ל‬Hi. trasmettere il messaggio ‫ ]אמען] א מ ש‬Ieri sera, la notte scorsa, a 193; — ‫ נתן‬pronunciare un oracolo Sai all'imbrunire, al tramonto, di notte Gen 1934 6812; — ‫ גזר‬decidere Gb 2228; ‫— אלהים‬ 3129.42 2 Re 926 Gb 303. la parola di Dio Sir 4215; — ‫ ב‬parlando, >

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‫אן — אבות‬/‫אנה‬

61 ‫[ א מ ת‬C. suff. ‫אמתןז‬, ‫אמתך‬, ,‫ ]אמתו‬Verità, esattezza, obiettività, certezza-, sincerità, ve­ racità; onestà, imparzialità, giustizia-, lealtà, fedeltà. Come aggettivo: vero, autentico, genuino, fededegno, attendibile, stabile, legittimo, valido; onesto, sincero, veritiero, Frequente l'uso avverbiale ‫ת‬£‫בא‬: sincera­ mente, realmente, veramente, davvero, in verità, di certo. Predominano i significati di "verità" come corrispondenza alla realtà e al pen­ siero, e di "onestà", "lealtà". Quel che si dice è vero o certo, il fatto è accaduto e il resoconto è attendibile; la sentenza è con­ sona agli eventi ed è imparziale; il testi­ mone è veridico e credibile, degno di fede. Si contrappone a ciò che è falso, fittizio, ingannevole, illegittimo. Se si riferisce al pensiero, l'espressione è sincera o veritiera; se si riferisce all'intenzione, la promessa è affidabile e il suo autore è fedele; se qual­ cuno è conforme ai propri criteri è integro, coerente; se una decisione si rifà all'autori­ tà, la disposizione è legittima, valida.

malvagità. 3. Avverbio. ‫ באמת‬sinceramente, veramente, autenticamente Gs 24!4 IRe 36 2Re 203 Is 48, Sai 1451BSir 42s; certamente Ger 26,5; stabilmente 3241; con giustizia Pr 2914. ‫ אמת‬in maniera appropriata, con maestria 2221b Sir 4 j5, 4. In endiadi o associato a ,‫חסד‬, ‫ישר‬ ‫צדק‬, ‫צךלןה‬, ‫משפט‬, ‫תמים‬, ‫ שלום‬. t

V VI V

B. Classificazione complementare, con eventuali specificazioni a seconda di campi 0 soggetti. 1. In resoconti, tesi a comunicare e in­ formare. Il profeta dice la verità IRe 22ltì; giurare la verità Ger 42; il profeta comuni‫״‬ ca il messaggio autentico 2328 Dn 112; il re lotta per la verità Sai 455; labbro sincero Pr 1219; testimone veritiero 1425. Rapporto esatto Gen 4 2 16; ‫*ן‬1‫ — בכ‬fatto certo, acca­ duto Dt 1315 174; denuncia oggettiva 2220. 2. Rapporti sociali reciproci. Lealtà, fedeltà, onestà Gen 2449 324729 ‫ ״‬Gs 2U Gdc 915 Is 423; — ‫ איש‬uomo onesto Es 1821 Ne 72-, ‫ הךבךים ןהאמת‬gli atti di lealtà A. Costruzione: come sostantivo, ag­ 2Cr 32,. —‫ מיר ה‬Città fedele Zc 83, gettivo, avverbio; in endiadi. 3. Pratica giudiziaria o di governo. 1, Sostantivo, a) Soggetto 2Re 2Q]9; per­ Giudice giusto Is 165; processo imparziale sonificata Is 5914.!5 = ‫ נכחה‬sincerità; Sai Ez 18s Zc 79 Pr 29,4; leggi giuste Sai 19!0 851m2 89,5 Pr 202a. b) Complemento: — ‫עשה‬ Ne 913. agire con lealtà Gen 2449; — ‫ דבר‬Fi. dire la 4. Autenticità, legittimità. Stirpe Ger verità Ger 94; — ‫ נתן‬trattare con lealtà Mi 720. 22,; Dio vero Ger 10IOZc 8S. c) Predicato. Essere vero Dt 2220 Sai 1910 Nota. 1!‫ אמת‬In Sai 914; si ottiene un 2Cr 9S; — ‫ מעשי ידיו‬il suo compito è la significato migliore con una vocalizzazione verità (?) Sai 1117. ‫׳‬ diversa: ,‫אמתו‬ il suo braccio. 2. Aggettivo: — ‫ אוית‬segno sicuro, > t‫־‬ garanzia Gs 2,2; — ‫ אנשי‬uomini onesti, ‫[ א ? ן ת ח ת‬st. ass. = cstr., c. suff. ‫ א מ ת ח ת י‬, sinceri Es 182, = ‫ שנאי בצע‬nemici del­ 1‫ א מ ת ח ת ו‬, pi. cstr. ‫ א מ ת ח ו ת‬, c. suff. .‫א מ ת ח תינו‬ la subornazione; ‫ דבר־‬parola sincera Sai ‫ ]אמתחתיכם‬Sacco, sacca, bisaccia Gen 4227.28 11943; — ‫ זךע‬ceppo/vitigno legittimo Ger 22!; — ‫ עד‬testimone veritiero 42s = ‫נאמן‬ ^3 i2.jg.21-23 44,.2 8‫־‬ fedele; — ‫ עובד‬servo ligio, osservan­ te Sir 720, — ‫ שכר‬salario certo Pr 11,8; ‫ א‬/ ‫ ! א נ ה‬Dove, ove. Interrogativo: dove? Con verbi o con ideà di movimento. Cor— DlSn dottrina autentica MI 26 * ‫עולה‬ 1 ‫־‬

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relativo ‫ מאין‬da dove. ‫ אן‬con ‫ הלך‬ISam 10M; ‫ מד־א ן‬fino a quando Gb 82. ‫ אנה‬con ‫ הלך‬Gs 25 Gdc 19j7 Sai 1397; ‫ עלה‬D t 12B 2Sam 2,; ‫ י צא‬Ger 152; ‫ בוא‬Gen 3730; ‫נפל‬ 2 Re 6 6; senza verbo Ez 212l. ‫ עד־ אנה‬fino a quando, per quanto tempo Es 1628 Nm 14‫ ״‬Gs 183 Ab 12 Sai 132^ 624 Gb 182 192. ‫ אנה ואנה‬qua e là, da qualche parte IRe 236.42 2 Re 525· ‫אנ א‬ ‫ א נ ה‬Esclamazione enfatica, che di solito sottolinea la supplica; come il colloquiale italiano su, suvvia, dai, insomma, bastai Gen 5017 Es 3231 2Re 203 Gio 114 42 Sai 11641(S 1182s Dn 94 Ne 1.‫״‬ T

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‫ ש‬1‫[ א נ‬Soltanto al sg.] Uomo, essere urnano, mortale. Sinonimi: ‫אדם‬. ‫ בז״אדם‬: antonim i o correlativi: ‫אלהים‬, ‫\ הוה‬ T T *

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!^Sostantivo. Is 24s 51I2 Gb 284. a) In genere indica la condizione umana : Sai 85 = 921 ;‫ בך אך ם‬predicato; 10315 1443 Gb 7L17 14193'28 Sir 7!7. b) L'uomo in quanto con­ trapposto a Dio: Sai 920 Gb 104 139 15,4 256 3312 Sir 1519. c) Può equivalere a un soggetto impersonale con corrispondenza 0 Sai 562 6612 104,5. 2. Aggettivo. Umano, ordinario Is 8, 517 Sai 735 Gb 10s. — ‫ לב‬cuore umano Sir 1325.

‫[ א נ ח‬Ni. pft. 3 f. 3 ,‫ נאנחה‬pi. ‫ ;נאנחו‬ipf. ‫;אנה‬, 2 ‫ תאנח‬, pi. ‫ ;יאנחו‬imptv. ‫ ;האנח‬ptc. 1‫[ א נ ה‬Q. pft. pi. ‫ ]אנו‬Gemere, lamentarsi, ‫נאנח‬, f. ‫נאנחה‬, pi. ‫נאנחים‬. Hitp. ipf. ‫יחאנח‬ sospirare Is 326 19s = ‫ א ב ל‬. Sir 25]8, 2 ‫ תתאנח‬Sir 1212; ptc. ‫מתאנח‬ V .‫אנה‬, ‫ אנ; ה‬,‫(?) אנן‬, ‫ת א ל ה‬

Sir 3020]

2‫[ א נ ה‬Pi. pft. ‫ ;אנה‬ipf. 3 m. c. suff. ‫יאננה‬ Sir 15,3. Pu. ipf. ‫;אנה‬, f. ‫נה‬$>‫ת‬. Hitp. ptc. Pi. Permettere, acconsentire Es 2113. Lascia­ re che sopraggiunga Sir 1513. Pu. Succedere, accadere, avvenire, capitare Sai 91]0 Pr 122i. Hitp. Cercare un pretesto, un'occasione 2Re 57. ‫־‬/ ‫^ אנ ה‬. t 1‫־‬

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‫[ אנ ה‬C. suff.‫ ]אני‬Lutto, cordoglio D t 26,.‫״‬

Ni. Gemere, lamentarsi, dolersi, lagnarsi Es 223 + ‫ זעק‬gridare; Is 247 ^ ‫ שמח‬lieto, gioioso; Ez 94 = ‫ אנק‬Ni.; 21 2!.‫ ;״‬Pr 292 * ‫ ש מח‬rallegrarsi; Lam 14 = ‫ אבל‬essere in lutto, 2‫ יגה‬Ni. essere desolato; l a21‫ ״‬cor­ relativo ‫ מנח ם‬consolatore. Il bestiame, muggire Gl 118. Nota. In Ger 2223 probabilmente va

letto ■così. Hitp. Sospirare, lamentarsi, dolersi, la­ gnarsi Sir 25,8 3020; ‫ — לא נחת י‬gemendo di pari passo con i miei gemiti 1212. V

‫ אנ ח ה‬.

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‫ · א נ ו‬Noi Ger 426 (ketib) —>.‫אנחנל ־‬ ‫[ א נ ח ה‬C. suff. ‫א נחת י‬, pi. c. suff. ‫ ]א נחת י‬Ge­ mito, lamento, lagnanza, lamentela, singhioz­ ‫ז)] א נ ו ש‬2 Ni.). ‫ אספי רעב‬morti di fame Ez 342,. Assoluto seppellire Sir 381{i. t

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Ni. Di solito equivale alla voce passi­ va o riflessiva del precedente. 1. Campo agrìcolo. Essere raccolto ‫*ת‬1‫ עשב‬il foraggio Pr 2725 correlativo ‫גלה‬ spuntare, ‫ ראה‬Ni. apparire. 2. Campo militare. Della spada, ri­ entrare ‫( אל־תער‬corretto) nel fodero Ger 476 = ‫ שקט‬riposare, ‫ רגע‬Ni. calmarsi, ‫ דמם‬cessare. L'uomo ‫ — אל־המחגה‬ritirarsi nell'accampamento Nm 1130; cf. 1214 ^ ‫ סגר מחוץ‬Ni. confinato al di fuori. Allearsi Gs 105, Gdc 633 + 2 ;‫ יחד ו‬Sam 1015 + ‫י ח ד‬. Concentrarsi Gdc 10!7 + ‫ צעק‬Ni. mobilitar­ si; 20 ‫ ״‬+ ‫ כאיש א ח ד‬come un solo uomo; Gdc 20,4 + ‫ פקד‬Hitp. arruolarsi (v. 15); ISam 13‫ נפץ ^ ״‬disperdersi; 17, + ‫ חנה‬ac­ camparsi. Is 13^ serie: ‫קרא‬, ‫ אסף‬Ni,, ‫פקד‬ reclutare, riunirsi, passare in rassegna. 3. Campo politico. Radunarsi con Sai 47l0. Il popolo esiliato, essere riunito Is 495 = ‫ שוב‬Polel. f 4. Con persona o animale per sog­ getto. ‫ האךם והבהמה‬rifugiarsi Es 9,9 * ‫ מצא ב שדה‬Ni. Fiere, uccelli e pesci scompadre Os 43 = ‫ אבל‬gemere, ‫ אמל‬venire meno; ‫ ניפיךים‬ritirarsi Sai 10422 = ‫ רבץ‬acco­ vacciarsi, ^ ‫ רמש‬aggirarsi (v. 20). Nega­ to di Yhwh, essere aggiunto = crescere Sir 422‫ נ‬75 ‫ אצל‬Ni. diminuire. 5. Con realtà materiale per sogget­ to: — ‫ ירח‬tramontare la luna Is 602o = ‫;בוא‬ V

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‫אסר — אסף‬ — ‫ מים‬essere raccolta l'acqua 2Sam 14,4 * ‫ נגךים אךצה‬sparsa, 6. Con qualità, situazione per sog­ getto:. ‫ — שמחה מן‬ritirarsi, scomparire la gioia Is 16,0 = Hi. fare cessare, ‫נפל‬ declinare (v. 9). 7. Con riferimento alla morte. Un cadavere, essere raccolto (= seppellito) Ger 82 + ‫ קבר‬Ni. essere sepolto; cf. Nm 2026. ‫ — אל־עמיו‬riunirsi con i propri (= morire) Gen 250 = ‫ גוע‬spirare, ‫ מות‬mo­ rire; ‫ — אל־אבותיו‬idem con gli antenati Gdc 2,0; ‫ — אל־קבלתיך‬essere seppellito 2Re 2230. — ‫ אנ^וי־חסד‬i fedeli, essere con­ dotti (alla morte) Is 57, = ‫ א ב ד‬. Assoluto morire Sir 87 16,0 4028. Pi. a) Raccogliere covoni Ger 92,; fare il raccolto Is 629 = ‫ קבץ‬Pi. vendemmiare, b) Accogliere, invitare: ‫ — הביתה‬in casa Gdc 19,5. c) Chiudere le file, camminare alla retroguardia Nm 1025 ^ ‫ בךא