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Cervicale: Guida completa su sintomi, cause, rimedi, cura e consigli utili eBook a cura di Roberto Franzese, Centro Fisioterapico Ryakos
A seguito delle numerose richieste da parte di pazienti in tutta Italia che soffrono di disturbi cervicali, abbiamo pensato di mettere a tua disposizione una Guida che esplora a 360 gradi il rachide cervicale inserendo le principali problematiche, descrivendo sintomi, cause, rimedi, cure, esercizi, Fisioterapia strumentale e manuale d’avanguardia, consigli utili. Spero che questo eBook possa esserti utile.
Ringrazio il mio staff che contribuisce costantemente a trasformare questa Guida in lavoro quotidiano.
CHI SONO Sono un Massofisioterapista con diploma triennale conseguito presso l’Istituto Fermi di Perugia. Da oltre 10 anni insieme a mio padre, dott. Franzese Michele (Fisioterapista), gestisco lo studio Ryakos. Sono un profondo conoscitore della terapia del dolore e della terapia manuale Osteopatica strutturale. FORMAZIONE Diploma di scuola Superiore presso Itis G.Ferrari s (Perito Informatico) Diploma di Massofisioterapista triennale presso E. Fermi di Perugia - Corso sulle Vibrazioni Meccano Sonore presso Someda -
Human Tecar Specialist presso Someda Metodo Ticchi – Valutazione e trattamento delle sindromi miofasciali dolorose Prof. Ticchi Francesco (Fisioterapista)
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Corso di Biometria digitalizzata presso Sani – Roma
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Metodo di Rieducazione Posturale Globale Mezieres presso Aemo
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3 anni di accademia Osteopatica presso Aemo
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Corso Laser Yag Mectronic presso Someda
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Fibrolisi Connettivale e Fasciale – Egi Academy
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Kinesio Taping – Bendaggio Elastocompressivo presso Someda Corso Onde d’urto storz presso Someda
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Operatore Diplomato in Terapia Fisica Strumentale presso Accademia di Terapia Fisica
ESPERIENZE LAVORATIVE Da circa 10 anni, sono co-titolare con mio padre dello studio di Fisioterapia Ryakos che gestisco. Nell’ anno 2010, ho collaborato con il centro di Riabilitazione Radar come terapista sia domiciliare sia ambulatoriale. Sono stato selezionato come Massaggiatore per i Mondiali di Hockey In Line 2011presso il Palaghiaccio Bolino di Roccaraso e per i Campionati Italiani di Pattinaggio Artistico 2012 presso il Palaghiaccio Bolino di Roccaraso. Ho supportato la squadra di Calcio Neapolis per due anni ( Serie D e Serie C2) e tuttora seguo alcuni calciatori professionisti. Nel 2014 sono stato Sponsor Ufficiale della Maratona di Napoli e della Corsa da 10 Km Park to Park.
Sommario Cervicale Guida Definitiva: Introduzione Cervicale: cenni anatomici Valutazione Neurologica e Muscolare DIAGNOSTICA PER IMMAGINI Torcicollo o…? Torcicollo: diagnosi e cura Sintomi della Cervicalgia Cause della Cervicalgia Cervicale Guida Definitiva: Cervicalgia e Vertigini Vertigini da ansia: sintomi e cause Vertigini e muscoli suboccipitali Cervicale Guida Definitiva: tensione muscolare, ansia e stress Problemi cervicali causati dallo smartphone (Text Neck) Come prevenire i danni causati dal Text Neck Cervicale Guida Definitiva: collo che scricchiola Acufeni causati dalla cervicale Cervicale Guida Definitiva: cervicalgia e problemi digestivi Dolore cervicale e Malocclusione Cervicalgia causata dal blocco diaframmatico Cervicale Guida Definitiva:cos’è la verticalizzazione cervicale Artrosi cervicale e Uncoartrosi:cos’è, sintomi tipici Artrosi cervicale: i sintomi complessi Cervicale Guida Definitiva:protrusione o ernia cervicale?
Ernia cervicale C5-C6 o C6-C7 Spondilosi e spondiloartrosi cervicale Cervicobrachialgia o contrattura degli scaleni? Formicolio alla mano: colpa della cervicale? Cervicale Guida Definitiva: contrattura del muscolo trapezio e Cervicalgia Cervicale Guida Definitiva: Diagnosi Cervicale dovuta a Vertigini o Malocclusione: come diagnosticarla La preziosa valutazione del Fisioterapista Cervicale Guida Definitiva:perché il dolore cervicale non passa? Cura cervicale:terapia conservativa nella fase acuta Cervicale Guida Definitiva:rimedi naturali Cervicale: Fisioterapia d’avanguardia e Riabilitazione Altri trattamenti fisioterapici per problemi cervicali particolari Cervicale Guida Definitiva:Tecarterapia, il trattamento d’elezione Manipolazioni Cervicali: Osteopatia Manipolazioni Cervicali: Massoterapia Manipolazioni Cervicali: effetti collaterali e controindicazioni Rieducazione Posturale Globale metodo Mezieres Metodo Mezieres: come funziona, risultati Esercizi terapeutici per il dolore cervicale Cervicale Guida Definitiva: consigli utili per la postura Altri consigli utili Trattamento chirurgico e specifiche indicazioni Complicazioni
Cervicale Guida Definitiva: Introduzione Abbiamo scelto il titolo “Cervicale Guida Definitiva” per evidenziare il nostro focus, quello di esplorare a 360 gradi un disturbo che andrebbe chiamato col suo vero nome: Cervicalgia. “Ho la cervicale” si dice, il più delle volte. La cervicale è la regione anatomica composta da ossa, muscoli, tendini, vasi sanguigni, nervi. Cervicale è un termine utilizzato impropriamente per indicare il dolore cervicale, la cervicalgia. Quando il dolore dal collo si irradia al braccio, gomito, mano e dita si parla, invece, di cervicobrachialgia. La cervicalgia è una patologia infiammatoria dolorosa che interessa il rachide cervicale. E’ molto diffusa, colpisce indiscriminatamente donne e uomini dai 20 anni in su. Non è da trascurare perché potrebbe peggiorare nel corso del tempo e portare a serie complicanze. Hai già dato un’occhiata all’indice, quindi già sai che non ci limitiamo, di certo, a descrivere sintomi e cause. Tratteremo tutte le patologie ed affronteremo argomenti di cui si parla, generalmente, poco. La postura è essenziale per il benessere del rachide cervicale (e non solo): incide sulla salute delle articolazioni ma anche su altri aspetti. Il nostro cervello riceve informazioni sia dalle articolazioni sia dai muscoli cervicali. In caso di problemi posturali o di trauma diretto che coinvolge la testa, i dati trasmessi al cervello dal centro visivo, dalla postura del collo, da vibrazioni o movimenti (rotazione, inclinazione) giungono alterati fino a provocare vertigini. La funzione del centro visivo, ovvero il rapporto tra movimento oculare ed attività muscolare, è molto importante in riferimento al dolore cervicale. Indipendentemente dalle cause, l’infiammazione del rachide cervicale potrebbe irritare il sistema nervoso: a lungo andare, potrebbe compromettere le funzioni del tronco dell’encefalo, dei centri dell’udito, della vista e dell’equilibrio portando a vertigine, nausea, mal di testa, vista offuscata.
In questa guida scoprirai tutto, passo dopo passo. Sei pronto?
Cervicale: cenni anatomici
Una Guida Definitiva sulla Cervicale, un’esplorazione completa ed esauriente in merito non può che esordire con i cenni anatomici sul rachide cervicale, che è uno dei punti più delicati, mobili e vulnerabili del nostro corpo. La regione cervicale si trova all’apice della colonna vertebrale, tra cranio e torace. Il tratto cervicale è composto da 7 vertebre (ossa corte e impilate l’una sull’altra) numerate da C1 a C7, che sostengono la testa e permettono di compiere movimenti flessori, estensori e rotatori del capo. La prima vertebra è l’Atlante che si articola con il cranio per consentire la rotazione e flessione della testa; le restanti 6 vertebre sostengono il peso del capo. Le 7 vertebre sovrapposte verticalmente hanno reciproci rapporti articolari con la vertebra soprastante e sottostante tramite faccette articolari (superfici ‘piane’ che consentono una mobilità controllata fino a certi range di movimento fisiologico). Tra una vertebra e l’altra, è presente un corpo morbido che gestisce elasticamente il movimento: è il disco intervertebrale, un cuscinetto fibrocartilagineo in grado di ammortizzare i traumi. Ha la funzione essenziale di assorbimento e distribuzione della pressione assiale; consente alle vertebre di non urtare l’una contro l’altra.
Il disco intervertebrale è costituito da un anello fibroso abbastanza rigido e un nucleo polposo composto da un gel abbastanza idratato. All’interno di ogni vertebra c’è un foro: la sovrapposizione vertebrale di questo foro crea il canale vertebrale rinforzato dal legamento longitudinale posteriore ed anteriore. All’interno del canale vertebrale scorre il midollo spinale con le radici dei nervi spinali (32 paia). Ogni vertebra cervicale presenta, inoltre, due fori laterali in cui passano due arterie vertebrali che irrorano il cervello. L’intero tratto cervicale rappresenta una delle tre curve fisiologiche della colonna vertebrale: lordosi cervicale, cifosi dorsale, lordosi lombare. Strutture ossee Il rachide cervicale superiore La prima vertebra cervicale (C1), denominata atlante poiché sostiene il cranio, si differenzia dalle altre vertebre per l’assenza del corpo vertebrale e dell’apofisi spinosa. Essa forma un anello costituito da un arco anteriore più corto ed un arco posteriore più lungo, uniti da due masse laterali. L’arco anteriore è lievemente ricurvo e presenta sulla linea mediana anteriormente un tubercolo, posteriormente la faccetta per l’articolazione con il dente dell’epistrofeo. Dalle masse laterali originano le faccette articolari superiori ed inferiori, e i processi trasversi. Le faccette articolari superiori, concave ed ovoidali si articolano con i condili dell’osso occipitale. Le faccette articolari inferiori, leggermente concave e circolari, si articolano con le faccette articolari superiori dell’epistrofeo. I processi trasversi sono entrambi attraversati dal foro trasversario per l’arteria vertebrale. L’arco posteriore dell’atlante è più curvo ed esteso di quello anteriore ed è costituito da due branche, che rappresentano le lamine vertebrali. Sulla linea mediana presenta posteriormente una piccola prominenza: il tubercolo posteriore. In prossimità della faccetta articolare superiore posteriormente si trova il solco dell’arteria vertebrale. Il forame vertebrale, grossolanamente a forma di otto, ospita il midollo ed il dente dell’epistrofeo, separati dal legamento trasverso dell’atlante, una robusta struttura fibrosa tesa tra le due masse laterali. La seconda vertebra cervicale (C2), denominata epistrofeo, ha
caratteristiche anatomiche uniche rispetto alle altre vertebre cervicali. La principale è rappresentata da una protuberanza situata sulla superficie superiore del corpo, detta dente o processo odontoideo, che rappresenta dal punto di vista funzionale il corpo dell’atlante. Esso funge da perno attorno al quale l’atlante e il sovrastante cranio possono ruotare. Sulla superficie del dente è presente anteriormente una faccetta anteriore, ovalare, che si articola con la faccetta posteriore dell’arco posteriore dell’atlante, e posteriormente una faccetta posteriore, più piccola, che prende contatto con il legamento trasverso dell’atlante. Il corpo dell’epistrofeo possiede un prolungamento inferiore a forma di labbro, che passa al di sopra del bordo antero-superiore della terza vertebra cervicale. Al bordo postero-inferiore del corpo vertebrale aderiscono la membrana tectoria e il legamento longitudinale posteriore della colonna vertebrale. I peduncoli e le lamine dell’epistrofeo sono robusti; queste ultime si uniscono in un processo spinoso tozzo e bifido. Lateralmente al corpo vertebrale si trovano i processi articolari superiori ed inferiori ed i processi trasversi. I processi articolari superiori si trovano in posizione anteriore rispetto a quelli inferiori; essi si articolano rispettivamente con le faccette articolari inferiori dell’atlante e con quelle superiori della terza vertebra cervicale. I processi trasversi dell’epistrofeo sono più piccoli e corti di quelli dell’atlante ma i loro fori sono inclinati supero-lateralmente. L’epistrofeo è connesso con l’atlante attraverso l’articolazione mediana atlo-assiale, che si svolge tra il dente dell’epistrofeo ed un anello osteofibroso formato dall’arco anteriore dell’atlante e dal legamento trasverso. Questa articolazione è una diartrosi a ginglimo laterale o trocoide. La due ossa sono connesse inoltre dalle due articolazioni atlo-assiali laterali che sono artrodie; queste sono composte dalle faccette articolari inferiori dell’atlante e dalle faccette articolari superiori dell’epistrofeo. Il rachide cervicale inferiore Le vertebre cervicali da C3 a C7 presentano caratteristiche comuni alle altre vertebre del rachide; esse sono tuttavia distinguibili per la presenza dei fori trasversari all’interno dei loro processi trasversi che permettono il passaggio dei vasi vertebrali. Le vertebre sono costituite da un corpo e da un arco vertebrale. Il corpo è piccolo ed aumenta di dimensioni procedendo dall’alto verso il basso; esso è sviluppato maggiormente in senso trasversale che longitudinale. La faccia superiore del corpo presenta una superficie a
forma di sella con concavità trasversale e convessità in senso anteroposteriore. Sui margini laterali delle superfici superiori si trovano due strutture dette apofisi seminulari o processi uncinati che si adattano a due fossette presenti sulla regione infero-laterale del corpo: insieme formano l’articolazione uncovertebrale o di Lunschka. L’arco vertebrale è unito al corpo dai due peduncoli. Le lamine sono sottili e piuttosto larghe sovrammesse come le tegole di un tetto e fuse posteriormente a formare i processi spinosi, corti e bifidi. Lateralmente al punto di unione dei peduncoli e delle lamine vi sono i processi articolari che recano le faccette articolari superiori ed inferiori. I processi trasversi sono costituiti da due porzioni, una anteriore ed una posteriore, che si uniscono a formare il forame trasversario; questo viene attraversato dalle arterie, dalle vene e dai nervi vertebrali, fatta eccezione per C7 in cui l’arteria vertebrale passa all’esterno del forame. La settima vertebra cervicale è detta vertebra prominente in quanto il suo processo spinoso è lungo e facilmente palpabile a livello della parte terminale del solco nucale; il processo psinoso della prima vertebra toracica è appena più sporgente. Il diametro antero posteriore del canale è presso che costante da C3 a C7, con dimensioni maggiori a livello di C5 e C6. Strutture legamentose I legamenti cranio-cervicali e i legamenti cervicali contribuiscono ad aumentare la resistenza di tale regione e a limitare i movimenti eccessivi, in particolare la rotazione delle articolazioni atlanto-epistrofiche. Legamenti cranio-cervicali La larga e resistente membrana tectoria si estende dall’interno del canale vertebrale. Essa prolunga superiormente il legamento longitudinale posteriore dalla faccia posteriore del corpo dell’epistrofeo al margine anteriore e anterolaterale del foro occipitale, dove si fonde con la dura madre. L’articolazione atlanto-epistrofica mediana, di tipo trocoide, è formata dal dente dell’epistrofeo e dall’anello formato dall’arco anteriore dell’atlante e dal legamento trasverso dell’atlante. Tra il dente dell’epistrofeo e l’arco anteriore dell’atlante, anteriormente, e tra il dente ed il legamento trasverso dell’atlante, posteriormente, sono presenti due piccole cavità sinoviali
circondate da sottili capsule. Il legamento travserso dell’atlante è un robusto fascio che decorre orizzontalmente dietro il dente dell’epistrofeo e si inserisce su ciascun lato sulle masse laterali dell’atlante. Dalla sua porzione intermedia dipartono due sottili fasci: il fascicolo longitudinale superiore che si porta in alto ad inserirsi sulla base dell’osso occipitale, ed il fascicolo longitudinale inferiore che si porta in basso ad inserirsi sulla faccia posteriore del corpo dell’epistrofeo. Questi ultimi due insieme al legamento trasverso dell’atlante vanno a formare il legamento crociato. I legamenti alari sono costituiti da due fasci fibrosi che si estendono verso l’alto e lateralmente, dalla porzione superiore-laterale del dente dell’epistrofeo alla porzione mediale dei condili dell’osso occipitale, impedendo che si verifichi un’eccessiva rotazione a livello dell’articolazione atlanto occipitale. Legamenti cervicali Il legamento longitudinale anteriore giace al davanti dei corpi vertebrali a partire dalla seconda vertebra cervicale e ha le caratteristiche di una struttura nastriforme; esso impedisce un’eccessiva estensione del rachide cervicale. Il legamento longitudinale posteriore giace all’interno del canale sulla superficie dorsale dei corpi vertebrali, connettendosi con i dischi intervertebrali. Il legamento giallo connette le due lamine, costituendo insieme ad esse la parete posteriore del canale vertebrale; è ricco di fibre elastiche. I legamenti capsulari sono adiacenti alle faccette articolari e rinforzano la capsula articolare, soprattutto posteriormente; possiedono una scarsa resistenza meccanica. I legamenti intertrasversari sono rappresentati da sottili fasci che connettono tra loro i processi trasversi. Il legamento sovraspinoso si inserisce all’apice dei processi spinosi. Il legamento interspinoso, teso tra i processi spinosi, si trasforma prossimalmente in una lamina triangolare che si inserisce sull’osso occipitale (legamento della nuca o septum nuchae). Il legamento longitudinale posteriore insieme al legamento sovraspinoso,
interspinoso e al disco intervertebrale limita i movimenti eccessivi in flessione.
Valutazione Neurologica e Muscolare Prima di procedere alla descrizione della varie patologie e delle cause scatenanti la cervicalgia dobbiamo fare una doverosa premessa. Prima di qualunque metodo, cura o rimedio naturale risulta essere di fondamentale importanza sottoporsi ad una valutazione Medico Specialistica di tipo neurologica e successivamente di tipo muscolare. La valutazione neurologica orienta il medico specialista verso una patologia piuttosto che un’altra. Pertanto, nel caso in cui, il paziente lamenti deficit di tipo sensitivo/motorio il medico procederà ad una valutazione di tipo neurologico. I test clinici neurologici maggiormente usati sono il test di: -
Compressione foraminale Distrazione Stiramento del plesso brachiale Depressione della spalla Compressione di jackson Abduzione di spalla.
Rimando ad un articolo che li descrive molto bene Link Gss I diversi test consentono di valutare se la patologia rachidea cervicale causa un disturbo da compressione della radice nervosa o da un tronco nervoso e se vi sono compressioni meccaniche della radice nervosa stessa. Nel caso in cui riscontri uno o più di uno dei seguenti sintomi è bene rivolgerti ad un medico specialista Neurologo/Neurochirurgo: -
Sensazione di scossa elettrica al tronco, arti superiori e inferiori Spasticità muscolare Aumento /riduzione dei riflessi Riduzione o perdita della sensibilità superficiale o profonda Incontinenza urinaria Parestesia Arto superiore Deficit motorio arto superiore.
Nel caso in cui tu non abbia una problematica di tipo neurologico vediamo quali possono essere i test che possono portarti alla causa del tuo disturbo. Ci tengo a precisare che non sempre, o quasi mai, la causa del dolore al collo di natura muscolare è causato dal muscolo che si trova nella zona corrispondente. In parole povere la causa del dolore non si trova mai nella sede di dolore ma è quasi sempre un dolore riferito. Prima di descriverti i test voglio farti notare una cosa: hai dolore al collo, mal di testa e la sintomatologia non passa neanche prendendo un antinfiammatorio? Ti sei mai chiesto il perché? Molto probabilmente la causa della tua cervicalgia non è di tipo infiammatorio! Hai sempre voglia di una sciarpa sul collo, di una doccia bollente, ti dà sollievo la borsa dell’ acqua calda o addirittura usi il phon per ridurre i tuoi sintomi e in estate soffri poco. E’ il caso di affermare che la tua cervicalgia è di tipo muscolare/posturale. Solo nel caso in cui il farmaco antinfiammatorio ti dà un giovamento importante ovvero più di 8 ore, e non poco più di 2 ore, possiamo considerarla di tipo infiammatorio. Molto spesso nella pratica quotidiana ci troviamo di fronte a problematiche di tipo muscolare o di tipo misto ( infiammatorio e muscolare). Quali muscoli provocano disturbi cervicali? Come fare a capirlo? I muscoli cervicali posteriori sono dei muscoli stabilizzatori del capo poiché servono per mantenere il capo, se li sezioniamo la testa cade in avanti. Ciò ci fa già intuire che sono muscoli in perenne contrazione ed anche un minimo di tensione eccessiva li porta in contrattura. Per semplificare le cose suddividiamo i muscoli cervicali in muscoli anteriori, posteriori, laterale destra e laterale sinistra. Per comprendere quale muscolo ci sta provocando la sintomatologia dolorosa dobbiamo eseguire dei test di movimento contro resistenza. Iniziamo a testare i muscoli anteriori che possono provocare mal di testa o dolore al collo. Il test da eseguire sarà quello di spingere la testa in basso verso lo sterno mentre una forza ci oppone una resistenza costante durante il movimento in modo da attivare maggiormente i muscoli anteriori. Nel caso in cui durante il movimento avverti il tuo dolore possiamo affermare che i muscoli anteriori sono i responsabili della sintomatologia dolorosa. Stesso discorso vale per i muscoli posteriori e per i muscoli che prima abbiamo chiamato laterali destra e sinistra. Purtroppo come ben saprai i muscoli che siano anteriori , posteriori o
laterali sono tanti e quindi va fatta una distinzione per comprendere quale di questi sia il colpevole. Muscoli Anteriori I muscoli anteriori sono lo sterno-cleido-occipito-mastoideo e gli scaleni. Lo Scom dà un dolore riferito al collo e mal di testa nella regione sopra-orbitale, frontale e dietro l’orecchio. Gli scaleni possono invece essere responsabili di una falsa cervicobrachialgia e contribuire negativamente, se in contrattura, ad una patologia di spalla limitando i movimenti di quest’ultima e aumentando la sintomatologia dolorosa. Muscoli Posteriori I muscoli posteriori maggiormente colpiti sono splenio, trapezio, elevatore della scapola e sub-occipitali. La contrattura del muscolo splenio può dare un dolore al collo o un dolore riferito nella zona dell’osso parietale. Il trapezio da un dolore localizzato al margine superiore della scapola oppure un dolore alla testa in corrispondenza della regione dell’osso parietale. L’elevatore della scapola da dolore durante la rotazione e l’estensione del capo e provoca dolore al collo e cefalea nell’area dell’osso occipitale. I muscoli sub-occipitali sono molto spesso la causa delle vertigini. Mi rendo conto che descriverti i test muscolari è un conto, metterli in pratica è un altro. Facendo questi semplici test puoi comprendere quali muscoli ti stanno dando problemi e puoi eseguire un semplice stiramento di questi per migliorare la tua condizione. Ci tengo inoltre a precisare che i muscoli cervicali sono dei muscoli respiratori accessori e quindi nel caso in cui non vi sia una buona respirazione diaframmatica, si attivano per respirare. Come puoi intuire vanno in contrattura poiché devono svolgere un doppio lavoro: tenere il capo in posizione neutrale e orientarlo nello spazio e consentire la respirazione. Cerca di tenere il diaframma attivo durante tutta la giornata.
Torcicollo o…?
Che differenza c’è tra cervicalgia e semplice torcicollo? Il torcicollo (come suggerisce il nome) compare a seguito di una posizione anomala assunta dalla testa (per rotazione o flessione violenta del collo). In certi casi, può essere dovuto ad altre cause: colpo di frusta, posture errate, colpi d’aria fredda, utilizzo di cuscini sbagliati, tensione muscolare da stress. Generalmente, il torcicollo è una deformità transitoria del tratto cervicale ma può anche essere la causa di cervicalgia, brachialgia o una conseguenza di certe patologie come protrusione o ernia cervicale, artrosi, artrite, reumatismi. In sostanza, esistono due tipologie di torcicollo: passeggera o associata a patologie. I sintomi tipici del torcicollo sono dolore al collo al risveglio, contrattura muscolare, rigidità e blocco della mobilità (inclinazione e
rotazione) del capo, mal di testa nella regione frontale o temporale. Il dolore cervicale tipico del torcicollo compare soprattutto al mattino o al risveglio e tende a ridursi durante la giornata con il movimento. Per capire la differenza tra un semplice torcicollo, artrosi, protrusione o ernia cervicale, basterà analizzare il tipo di dolore. Il torcicollo causa un dolore soprattutto al risveglio dovuto a contrattura muscolare (che si riduce col movimento). In caso di ernia o protrusione, il dolore alla base del collo si irradia verso la testa o lungo il decorso del plesso brachiale (spalle, braccio, gomito, mano, dita). L’artrosi cervicale, oltre a provocare dolore al collo e limitazione del movimento, causa anche una sensazione come di ‘sabbia’ durante i movimenti della testa.
Torcicollo: diagnosi e cura Per diagnosticare il torcicollo basta un esame obiettivo, una visita ortopedica. In caso di artrosi cervicale che causa un ‘falso’ torcicollo, è preferibile effettuare indagini strumentali come la radiografia al rachide cervicale. A volte, un notevole blocco muscolare dovuto a torcicollo spinge il paziente a sottoporsi a radiografia, che non evidenzierà nessun tipo di patologia se non una verticalizzazione del rachide cervicale. I farmaci antinfiammatori non risultano efficaci per curare il torcicollo. Per la contrattura e il dolore, sono più indicati i farmaci miorilassanti (Muscoril o, per chi cerca prodotti naturali, il Magnesio Supremo). Consigliamo anche bagni con sali di Epsom (decontratturanti), oli essenziali o creme a base di aloe vera, arnica, peperoncino, artiglio del diavolo, belladonna, balsamo di tigre, olio 31, argilla verde, canfora. Altri rimedi naturali utili sono: borsa dell’acqua calda, trattamenti strumentali, manuali ed esercizi che consigliamo nel paragrafo dedicato alla Fisioterapia. Il collare cervicale va usato solo in caso di traumi diretti come il colpo di frusta o infiammazione acuta per massimo 7-10 giorni (fase acuta). Un uso prolungato del collare potrebbe causare accorciamenti muscolari o blocchi articolari. Se vuoi evitare recidive, ti consigliamo di utilizzare un cuscino cervicale (né troppo alto né troppo duro o morbido) ed un materasso ortopedico, di dormire di lato e supino (a pancia in su) piuttosto che prono (a pancia in giù).
Sintomi della Cervicalgia
Dolore e infiammazione che interessano il rachide cervicale possono coinvolgere le vertebre cervicali, le articolazioni o la muscolatura. I sintomi dell’infiammazione cervicale (che possono essere dovuti a svariate cause e specifiche patologie che interessano il tratto cervicale) sono: - Dolore al collo (soprattutto quando si muove il capo) che può irradiarsi al braccio, spalle ed area scapolare; - Mal di testa (cefalea muscolo-tensiva, emicrania), pesantezza, cerchio alla testa; - Rigidità e contratture muscolari (a carico del trapezio, splenio, scaleni, suboccipitali, elevatore della scapola e sternocleidomastoideo); - Limitazione funzionale dell’articolazione; - Scricchiolii e rumorini interni tipo ‘sabbia’; - Nausea; - Vomito; - Sbandamenti, vertigini, instabilità; - Debolezza muscolare all’arto superiore; - Formicolio e intorpidimento dell’arto superiore; - Diminuzione o perdita di sensibilità (parestesie) all’arto superiore (braccio, mano); - Disturbi sensoriali alla vista o all’udito; - Sensazione di calore o di scosse fino alla mano;
- Eccessiva sensibilità agli arti colpiti dovuti a compressione anomala dei nervi. Quando il dolore al collo persiste per oltre 3 mesi, viene definito cronico. In base ai sintomi, il medico ortopedico e il Fisioterapista si orientano su una o più cause scatenanti per capire se si tratta di un problema meccanico, neurologico, muscolare, posturale, articolare. In gran parte dei casi, i sintomi a carico della cervicale sono di tipo neuro-muscolare, si riferiscono a contratture, deficit posturali o patologie come artrosi, protrusione ed ernia cervicale. Più avanti, trattando delle varie patologie che colpiscono la cervicale, descriveremo i sintomi specifici per ognuna.
Cause della Cervicalgia
I sintomi variano in base alle cause del dolore cervicale. Le cause sono numerose e diverse tra loro. Scoprire la causa è il compito più importante di un medico specialista in quanto ad una diagnosi corretta consegue una terapia adeguata per risolvere il problema. L’origine della Cervicalgia può essere di tipo meccanico, infiammatorio, muscolare, metabolico o interessare il sistema nervoso. Ecco, di seguito, tutte le possibili cause: - Sovraccarichi, stress e squilibri di natura posturale che provocano infiammazione a muscoli e legamenti. L’infiammazione, se trascurata, può provocare degenerazione dei dischi intervertebrali (discopatia cervicale, artrosi) o alterazioni del microcircolo; - Traumi a seguito di infortuni sportivi o incidenti (ad esempio, il colpo di frusta); - Patologie degenerative come l’artrosi; - Ansia, stress, tensione nervosa responsabili di contratture e rigidità muscolare nonché di usura delle vertebre; - Disfunzioni vertebrali o alterazioni funzionali muscolari (muscoli suboccipitali) nel tratto cervicale; - Disfunzione o Malocclusione mandibolare i cui meccanismi impattano sul rachide cervicale; - Deficit respiratori, respirazione scorretta (toracica piuttosto che diaframmatica) che comporta un costante sovraccarico della muscolatura del collo; - Utilizzo di un supporto cervicale inadeguato, di un cuscino
sbagliato; - Problemi di metabolismo (cattiva alimentazione, stile di vita scorretto, abuso di farmaci) che alterano la massa muscolare (provocando disidratazione e debolezza). Questi problemi, a loro volta, possono scatenare altri sintomi (ansia, tachicardia, crampi e dolori addominali, disturbi del sonno o digestivi); - Disfunzione del recettore oculomotorio e disturbi oculari che alterano il tono muscolare; - Alterazioni nella fisiologica curvatura della colonna vertebrale; - Scarsa attività fisica, sedentarietà; - Disturbi psicosomatici; - Neoplasie. Diversi studi hanno dimostrato che, seppure in presenza di artrosi o ernia cervicale, quando le contratture e la rigidità muscolare si riducono fino a scomparire, si può convivere benissimo con queste patologie. Questo fa pensare che il dolore cervicale sia dovuto, essenzialmente, ad un problema muscolare dovuto a fattori nervosi, metabolici o meccanici.
Cervicale Guida Definitiva: Cervicalgia e Vertigini
Le due forme più comuni di vertigini sono la vertigine da cervicale e la VPPB (vertigine parossistica posizionale benigna), un disturbo dell’apparato vestibolare dell’orecchio interno. Quando la vertigine è dovuta alla cervicalgia, chi ne soffre ha spesso l’impressione di ruotare su se stesso o che l’ambiente circostante si muova. E’ un disturbo dell’equilibrio diverso dal semplice giramento di testa passeggero che può capitare a tutti. C’è chi prova la sensazione di svenire, chi un senso di instabilità o di testa ovattata (specie nei bruschi cambi di postura). I sintomi possono essere anche altri: stanchezza, sonnolenza, dolore al petto e tachicardia, intorpidimento degli arti, bocca secca, crampi e dolori addominali, nausea, vomito, ansia, acufeni, crisi di panico. Le cause associate alla cervicale appartengono a tre principali categorie: traumatiche, posturali e degenerative (come l’artrosi cervicale). Nello specifico, le vertigini cervicali possono essere causate da: - Traumi sportivi o incidenti, infortuni come il colpo di frusta; - Difetti, sovraccarichi e stress posturali; - Artrosi cervicale;
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Eccessivo stress; Alterazione funzionale dei muscoli suboccipitali; Compressione dell’arteria vertebrale che altera la microcircolazione; - Interventi chirurgici; Disfunzioni della mandibola, molto vicina al vestibolo (organo dell’equilibrio).
La vertigine è di natura cervicale se i disturbi dell’equilibrio compaiono a seguito di movimenti o posizioni della colonna cervicale, dolore e rigidità del collo, mal di testa. Spesso, alla base del problema non c’è una sola causa. Articolazioni e muscoli cervicali sono ‘informatori’ del cervello. In caso di postura scorretta o di trauma diretto che interessa la testa, i dati inviati dal centro visivo, posizione del collo, vibrazioni o movimenti giungeranno alterati provocando vertigini.
Vertigini da ansia: sintomi e cause
Le vertigini da ansia meritano uno spazio a parte. Tensioni psicologiche, stress, ansia causano vertigini; a loro volta, le vertigini (con sintomi associati) non fanno altro che aumentare l’ansia a causa di un’involontaria iperventilazione polmonare. In tal caso, si rischiano anche attacchi di panico. Si tratta di un problema che interessa il sistema nervoso. Le vertigini vengono innescate dagli attacchi di panico, dalla paura. La paura può generare una forte tensione muscolare, respirazione accelerata, sudorazione profusa, una percezione distorta della realtà che aggrava la situazione. Le vertigini da ansia si riconoscono perché: - non dipendono da cause fisiologiche; - compaiono in determinate situazioni di tensione o paura; - causano stordimento e confusione mentale più che perdita di equilibrio o svenimento; - provocano giramento di testa (una sensazione ‘interna’); - peggiorano in situazioni che richiedono un uso intensivo della vista (esposta a stimoli eccessivi). Tensione muscolare, panico, angoscia, stress e mancanza di respiro non fanno altro che alimentare la vertigine da ansia. Una rieducazione al corretto modo di respirare (diaframmatico) può aiutare molto a gestire l’ansia.
Vertigini e muscoli suboccipitali Il problema delle vertigini potrebbe essere scatenato da un’alterazione funzionale del rachide cervicale di tipo muscolare, in particolare dei muscoli suboccipitali (o sottoccipitali). Si tratta di 4 muscoli simmetrici (piccolo e grande retto posteriore della testa, l’obliquo superiore ed inferiore della testa) che si trovano ad una certa profondità nella regione superiore del rachide cervicale a stretto contatto col piano scheletrico. Questi muscoli collegano tra loro le prime vertebre cervicali con la squama dell’osso occipitale (localizzato nella parte posteriore, media e inferiore del cranio). Il cervello riceve informazioni (propriocettive) ovvero impulsi nervosi anche da articolazioni e muscoli cervicali. Informazioni sulla posizione e sui movimenti del corpo. Il distretto cranio-cervicale è quello più innervato ed i muscoli suboccipitali presentano la più alta densità di recettori di tutto l’apparato muscolare. Ecco perché una postura scorretta, un trauma che interessa la testa, una qualsiasi alterazione biomeccanica in quest’area possono provocare una perdita di informazioni sulla posizione del capo rispetto al tratto cervicale causando vertigini.
Cervicale Guida Definitiva: tensione muscolare, ansia e stress Riformuliamo la domanda: soffri di cervicalgia o il tuo è un problema psicosomatico? Stati d’ansia/stress e disturbi cervicali sono spesso collegati tra loro e si confondono. Inizialmente, uno stato d’ansia costante irrigidisce i muscoli, provoca vertigini e lo stress aumenta. Col passare del tempo, uno stato di tensione costante dovuto ad ansia consuma le vertebre cervicali provocando la cervicalgia, quella vera. Ecco che ansia, stress, tensione muscolare e disturbo cervicale diventano un unico problema. La tensione cervicale dovuta a stress emotivo, quando non si trasforma in cervicalgia, si può riconoscere da certi sintomi: si avverte una morsa in tutta la zona cervicale, mal di testa (cefalea tensiva), gambe molli, tachicardia, sbandamenti, vertigini, dolore diffuso (difficile da localizzare), stomaco chiuso, occhi stanchi. Un disturbo meccanico-posturale, invece, è caratterizzato da dolore avvertito in punti precisi che aumenta eseguendo determinati movimenti, non accompagnato dai sintomi tipici dello stress. Stress ed eccessi di ansia responsabili di tensioni muscolari possono provocare cambi di postura del collo. Per risolvere questo problema, bisogna affidarsi a specialisti al fine di controllare postura e movimenti (Esame Baropodometrico), metabolismo (esame BIA ACC), livello di stress del sistema nervoso autonomo (PPG Stress Flow che mostra battiti cardiaci, attività del Nervo Vago e del Sistema Nervoso Ortosimpatico). Considera questo: Il Nervo Vago è il principale sistema antinfiammatorio del nostro organismo, ha la funzione di rilassare, rallentare i battiti cardiaci, contribuire alla digestione, ecc. Una perenne condizione di ansia e stress influenza negativamente il funzionamento del Nervo Vago. Tensione cervicale, cefalea tensiva, dolori e rigidità cervicale, dolori
diffusi, problemi di digestione, disturbi del sonno, tachicardia, attacchi di panico sono tutti sintomi che dimostrano una cosa sola: la tua ansia ha messo KO il Nervo Vago e su questo dovrà intervenire l’Osteopata e ovviamente uno Psicoterapeuta.
Problemi cervicali causati dallo smartphone (Text Neck)
Nessuno può fare più a meno dello smartphone ma un utilizzo smodato di questo dispositivo può creare problemi al rachide cervicale. Interfacciarsi con il cellulare per molte ore al giorno spinge ad adottare una postura scorretta caratterizzata da: - collo e testa flessi in avanti con totale chiusura del rachide cervicale sul torace; - braccia e gomiti flessi per poter visualizzare il display. A lungo andare, una postura del genere può portare ad un’alterazione della struttura ossea e connettivale del collo. Diversi studi hanno dimostrato che abusare dello smartphone o del tablet mantenendo il collo flesso in avanti per troppe ore al giorno costringe i dischi intervertebrali a dover sopportare un carico di 18 kg, uno sforzo enorme. La nostra testa pesa, mediamente, 4,5/5,5 Kg. Uno studio condotto nel 2014 dal prof. Kenneth Hansraj dello Spine Surgery and Rehabilitation Medicine di New York, ha dimostrato che il peso sale a: - 12 kg se incliniamo il collo di 15°; - 18 kg se lo incliniamo di 30°; - 20 kg se lo pieghiamo di 45°;
- 27 kg se portiamo il collo in avanti di 60°. Micidiale. A lungo andare, la porzione gelatinosa dei dischi viene sospinta verso la parte posteriore causando un’erniazione che, fuoriuscendo dalla propria sede, andrà a comprimere i nervi spinali irritandoli. Negli USA la sindrome da smartphone viene chiamata Text Neck (termine associato al texting, alla messaggistica di cui si abusa). L’enorme carico sulle strutture molli del collo può modificare la lunghezza dei muscoli, la struttura del rachide cervicale (si verticalizza), incrementare il tono muscolare del collo, provocare rigidità, dolore cervicale intenso e mal di schiena.
Come prevenire i danni causati dal Text Neck Sono tanti e diversi gli effetti dannosi causati dalla sindrome da smartphone. Dolori muscolari, articolari, alle spalle, braccia, mani, dita, polsi, gomiti, intorpidimento e formicolio alle estremità superiori, ernia del disco, schiacciamento del disco cervicale e toracico. La lista continua: mal di testa cronico, mal di schiena, stiramenti e contratture muscolari, disallineamento della colonna vertebrale, spondiloartrosi precoce, disturbi della cuffia dei rotatori (spalla). Abusare dello smartphone o tablet per molte ore al giorno può causare perfino disturbi all’apparato cardiovascolare, gastrointestinali (da eccessiva pressione sugli organi per la cattiva postura), difficoltà respiratorie (con riduzione fino al 30% della capacità polmonare). Se il danno è già fatto, puoi ricorrere ai trattamenti fisioterapici d’avanguardia per risolvere i problemi scatenati dall’overuse del cellulare. Per prevenirli, ti diamo qualche consiglio: - evita di scrivere o leggere messaggi troppo lunghi, è preferibile utilizzare i messaggi vocali; - non giocare troppe ore con lo smartphone; - usa il più possibile auricolari e Bluetooth; - posiziona il telefono davanti agli occhi mantenendo la schiena in posizione neutra evitando di chinare la testa e mantenendo le spalle allineate alle orecchie per evitare tensione al collo; - quando fai o ricevi chiamate, non poggiare il telefono all’orecchio reggendolo con la spalla; - prenditi una pausa ogni 15 minuti da smartphone e tablet.
Cervicale Guida Definitiva: collo che scricchiola Il collo scricchiola, è come una sensazione di sabbia tra le vertebre quando lo muovi in varie direzioni. Avverti anche dolore al collo, rigidità, debolezza muscolare, vertigini, disturbi visivi, nausea, formicolio, mal di testa (cefalea tensiva o emicrania). Chi soffre di cervicalgia conosce bene questi sintomi. Quali sono le cause? Potrebbe trattarsi di artrosi cervicale, rigidità muscolare dovuta a stress, deficit posturali, traumi diretti (colpo di frusta), abuso dello smartphone o del PC. Nella zona del collo si concentrano traumi, stress emotivo, ansia, problemi posturali causando spesso contratture muscolari. Una funzionalità articolare imprecisa, alterata, può causare tensioni a livello del rachide cervicale; col passare del tempo, le vertebre possono subire un disallineamento sulle superfici articolari. Tutto questo causa lo scricchiolio del collo e può farti rischiare una degenerazione (artrosi cervicale) accompagnata da dolore. Se hai anche tu questo problema ti consigliamo di evitare il più possibile di tenere lo smartphone tra spalle ed orecchio piegando il collo (usa in alternativa il vivavoce o l’auricolare), di non utilizzare il telefono o il PC eccessivamente. Evita anche allenamenti eccessivi, troppo pesanti, posture sbagliate.
Acufeni causati dalla cervicale
Lo specialista sa riconoscere quando gli acufeni sono associati o meno alla cervicalgia e se possono, di conseguenza, migliorare o risolversi attraverso un ciclo di Fisioterapia mirata. Gli acufeni (fischi nell’orecchio, ronzii, fruscii) collegati al disturbo cervicale presentano caratteristiche specifiche. Sono rumori incostanti, vanno e vengono in base ai movimenti del collo; il rumore aumenta quando l’infiammazione cervicale si ‘sveglia’. Si possono definire pseudo acufeni collegati alle condizioni di muscoli e vertebre cervicali coinvolti nell’infiammazione e dolore ai trapezi. Sono accompagnati anche da sbandamenti, capogiri, cefalea muscolotensiva. In caso di contrattura, un muscolo cervicale chiamato sternocleidomastoideo (inserito vicino al padiglione auricolare) scatena gli acufeni. Le prime 3 vertebre cervicali (collegate ai centri nervosi del tronco dell’encefalo), quando sono infiammate, allertano i centri nervosi generando sbandamenti, cefalea e acufeni. A causare gli acufeni possono essere anche disturbi mandibolari (malocclusione), traumi diretti (colpo di frusta), sforzi eccessivi, movimenti bruschi, posture errate. La differenza tra acufeni veri e propri e pseudo acufeni dovuti a cervicalgia è questa: i primi non cambiano in base ai movimenti del collo, il fischio è costante, fisso, non migliora e non peggiora col passare del tempo. Tentare di individuare il problema degli acufeni da cervicale con le solite indagini strumentali (radiografia, Risonanza magnetica nucleare) non è possibile. L’unico modo per scoprirlo è curare il
disturbo cervicale con la Fisioterapia e verificare se, insieme ai disturbi cervicali, si risolvono anche gli pseudo acufeni.
Cervicale Guida Definitiva: cervicalgia e problemi digestivi
Il 60% delle persone che soffrono di cervicalgia presentano anche problemi digestivi (acidità di stomaco, reflusso gastroesofageo, nausea, gonfiori, bruciori, pesantezza), sintomi a carico del metabolismo e del sistema nervoso. Talvolta, sono i problemi digestivi a causare quelli cervicali, altre volte è l’esatto contrario. Quando i problemi di digestione causano dolore cervicale, il disturbo è da associarsi all’alimentazione (in particolare, intolleranze, allergie a determinate sostanze). La correlazione tra cervicale e problemi digestivi dipende dal Nervo Vago, costituito da due nervi che, dalla base del cranio, scende in direzione di molti organi. Questo nervo informa il cervello sulle condizioni degli organi, soprattutto quelli digestivi. Se gli organi digestivi presentano problemi, il Nervo Vago si irriterà: il nervo irritato, a sua volta, scatenerà il disturbo cervicale in quanto il nervo è in stretta relazione con muscoli e vertebre cervicali.
Al contrario, se sono i problemi cervicali a generare disturbi digestivi le cause sono due: - il Nervo Vago trasmette l’irritazione del rachide cervicale allo stomaco; - le tensioni muscolari tipiche della cervicalgia si riflettono su aree muscolari collegate allo stomaco (primo fra tutti, il diaframma) provocando gonfiore, blocco del respiro, pesantezza. Il Nervo Vago è uno dei principali sistemi antinfiammatori del nostro organismo. Tra le sue tante funzioni, stimola la produzione di acido gastrico, la peristalsi (i movimenti eseguiti da stomaco e intestino durante la digestione). Le funzioni del Nervo Vago alterate dalla cervicalgia scatenano i seguenti sintomi: - Nausea non dovuta ad assunzione di cibo; - Acidità di stomaco, bruciori, reflusso; - Tachicardia; - Crampi avvertiti tra stomaco ed intestino tenue; - Rossori in viso; - Problemi di deglutizione, senso di gola chiusa per la stretta relazione tra Nervo Vago, faringe e trachea.
Dolore cervicale e Malocclusione
La Malocclusione (un disturbo dell’ATM – Articolazione Temporo mandibolare) può essere tanto la causa di dolore cervicale quanto la conseguenza di traumi al collo. Paradossalmente, i dolori alla mandibola che coinvolgono l’articolazione temporo mandibolare possono essere causati anche da traumi al rachide cervicale (colpo di frusta). La mandibola incide anche sulla postura: un deficit posturale può causare disturbi cervicali ma essere anche causa (o conseguenza) della Malocclusione. Sappiamo bene che un deficit posturale altera la simmetria di spalle, bacino, arti inferiori e colonna vertebrale provocando anche dolore cervicale e mal di schiena. Il dolore cervicale causato dalla Malocclusione è accompagnato da altri sintomi: tensioni muscolari a livello di collo e spalle, instabilità, vertigini, acufeni, mal di testa (cefalea, emicrania), dolori alle spalle. Spesso un dolore al collo o un mal di testa al risveglio può essere causato da un disturbo mandibolare, dal serrare i denti durante il sonno.
Riequilibrando l’articolazione temporo mandibolare e risolvendo la Malocclusione, i disturbi cervicali scompaiono insieme al dolore. Questo problema necessita dell’intervento di diversi professionisti (Odontoiatra, Gnatologo, Fisioterapista, Posturologo, Osteopata, Ortopedico, Fisiatra) che collaborano tra loro. L’Osteopata può migliorare la tua condizione dolorosa attraverso il trattamento cranio-sacrale, particolarmente efficace per intervenire anche sulla Malocclusione, sulla sindrome dell’ATM caratterizzata da una posizione errata dell’Atlante. Esegue delicate mobilizzazioni e manipolazioni articolari/muscolari a livello della mascella ed un preciso lavoro di correzione posturale. Ristabilisce l’allineamento della mandibola e la corretta postura. Tratta e rilassa manualmente i muscoli massetere e temporali.
Cervicalgia causata dal blocco diaframmatico
Perché il malfunzionamento o blocco del diaframma toracico può causare disturbi cervicali? Si parla sempre molto poco di questo muscolo che svolge funzioni importantissime ed è strettamente collegato al rachide cervicale (si origina dalla terza e quinta vertebra cervicale). Con la sua forma simile ad una piccola cupola, irregolare, largo e appiattito, separa la parte addominale da quella toracica, si relaziona direttamente con polmoni, cuore, stomaco, fegato, reni, milza. Questo muscolo è essenziale per la respirazione, aiuta a ridurre ansia e stress ed è collegato al Nervo Vago (sistema respiratorio, cardiaco, digestivo, nervoso). Il diaframma interagisce con la postura, quindi, in base al suo funzionamento incide su eventuali accentuazioni della curva
cervicale o lombare. Un dolore cervicale può essere scatenato da un blocco diaframmatico e viceversa. Un Osteopata esperto è in grado di risolvere dolori e contratture cervicali riattivando il corretto funzionamento del diaframma. Farlo funzionare bene significa usarlo quasi del tutto sfruttando, solo in piccola parte (20%) i muscoli accessori della respirazione. Gran parte delle persone utilizza maggiormente questi muscoli piuttosto che il diaframma, quindi non respira correttamente e rischia di atrofizzare questo muscolo. Un malfunzionamento diaframmatico può portare a contratture cervicali e lombari, vizi posturali, problemi gastrici, ansia, stress, disturbi del sonno. Un diaframma mal funzionante coinvolge la catena muscolare anteriore del collo che comprende i muscoli piccolo e grande retto, il lungo del collo ed il tendine centrale. Chi ha una cattiva respirazione è soggetto a irrigidimento dei muscoli cervicali, dolore cervicale o toracico, apnee, fitte intercostali, vertigini o sbandamenti, fiato corto, problemi di concentrazione, mal di testa o ‘testa vuota’. La respirazione corretta è quella ‘di pancia’ (addominale), non di torace.
Cervicale Guida Definitiva: cos’è la verticalizzazione cervicale
La verticalizzazione o rettilineizzazione del rachide cervicale è la perdita (o riduzione) della fisiologica lordosi cervicale: la naturale curvatura in avanti diventa dritta. E’ un problema di cui soffre il 30% della popolazione (talvolta, è asintomatica). E’ un dimorfismo che si può e si deve risolvere. I sintomi caratteristici sono: dolori ai muscoli del collo in fase di movimento, rigidità e limitazione funzionale, mal di testa (cefalea, emicrania) o testa pesante, nausea, sbandamenti o vertigini, disturbi della vista, difficoltà di concentrazione. Questo ‘raddrizzamento’ della colonna verticale può verificarsi spontaneamente oppure a seguito di traumi (colpo di frusta), infortuni, cattive posture (anche a causa di un abuso dello smartphone), stati d’ansia e stress, infiammazione di vertebre e muscoli, invecchiamento. La verticalizzazione cervicale non è la causa ma la conseguenza di un forte stato di tensione, contrattura muscolare, rigidità. Trascurare la rettilineizzazione cervicale è una pessima idea: il problema, a lungo andare, può portare a complicanze come artrosi, ernie o protrusioni discali, comparsa di osteofiti.
Artrosi cervicale e Uncoartrosi: cos’è, sintomi tipici Per artrosi cervicale e Uncoartrosi s’intende una patologia degenerativa che porta all’usura e deterioramento della cartilagine, delle superfici articolari delle vertebre cervicali e dei dischi intervertebrali a livello del collo. Le articolazioni sono consumate dall’uso e dagli anni, le superfici di contatto tra le vertebre sono erose, ogni movimento risulta difficile e doloroso. Solitamente, insorge a causa dell’invecchiamento ma non è raro trovare anche giovani soffrire di questa malattia. Le cause possono essere anche altre: difetti di postura, vita sedentaria, ansia e stress, sforzi eccessivi, sovraccarichi, traumi pregressi (colpo di frusta), deviazioni della colonna vertebrale mai o mal curate (cifosi, scoliosi), problemi legati al metabolismo. Spesso, l’artrosi cervicale porta alla formazione di osteofiti, calcificazioni sulla cartilagine che creano veri e propri becchi. E’ importante indagare con cura su sintomi e cause per scegliere la terapia più adeguata. Chi soffre di artrosi cervicale può accusare sintomi tipici o sintomi più complessi. I sintomi tipici sono: - Dolore alla nuca e al collo che può irradiarsi alla spalla ed alle braccia fino alle dita della mano; - Rigidità articolare del tratto cervicale, dei muscoli del dorso e del collo; - Collo che scricchiola durante il movimento come se fosse presente sabbia tra le vertebre cervicali. Questo rumore è dovuto alla formazione di osteofiti; - Limitazione funzionale; - Mal di testa (cefalea tensiva, emicrania cervicale); - Formicolio agli arti superiori o alla testa; - Capogiri; - Fascicolazione muscolare; - Riduzione della forza muscolare; - Perdita di sensibilità; - Senso di stanchezza.
Se l’artrosi cervicale viene trascurata o mal curata, si può andare incontro a spiacevoli conseguenze e sintomi più complessi.
Artrosi cervicale: i sintomi complessi Se trascurata, l’artrosi cervicale può degenerare e generare manifestazioni neurologiche: certe radici nervose, prossime al rachide cervicale, possono essere colpite dalla patologia degenerativa, irritarsi e comprimersi. I sintomi meno comuni, più complessi, sono: - Vertigini e sbandamenti per la compressione dei nervi simpatici del collo che regolano la circolazione sanguigna nel labirinto e nell’orecchio interno. Il controllo motorio e informazionale del collo sugli organi di senso viene compromesso; - Disturbi della vista, offuscamento dovuto al collegamento delle prime vertebre cervicali con il tronco dell’encefalo (importante centro nervoso); - Nevralgie cervicobrachiali per la compressione del plesso cervicale; - Pseudo acufeni, ronzii, fischi, fruscii nell’orecchio; - Disturbi del sonno; - Disturbi neurovegetativi associati al sistema nervoso autonomo (nausea, sudorazione eccessiva, prurito, formicolii, vampate di calore o freddo esagerato, gonfiori di stomaco o intestinali). Si tratta di disturbi dovuti alla stretta correlazione fra strutture cervicali e Nervo Vago. Un’artrosi cervicale non curata o curata in modo inadeguato può danneggiare le strutture nervose e vascolari (solitamente, protette dalla colonna cervicale) con conseguenze spiacevoli: - perdita della sensibilità (parestesia); - compromissione del midollo spinale; - grave perdita della forza muscolare; - difficoltà di deambulazione; - formazione di osteofiti, calcificazioni che si depositano in prossimità delle arterie vertebrali; - disturbi di continenza vescicale e fecale.
Cervicale Guida Definitiva: protrusione o ernia cervicale? Esiste una differenza sostanziale tra protrusione ed ernia cervicale. Quando la lesione del disco è contenuta, siamo in presenza di protrusione discale. In questo caso, l’anello fibroso del disco intervertebrale è indebolito, inizia a sfaldarsi ma si trova ancora nella sua posizione fisiologica, Di conseguenza, non c’è fuoriuscita di nucleo polposo. L’ernia cervicale, invece, è caratterizzata proprio dalla fuoriuscita del nucleo polposo a seguito della rottura dell’anello fibroso. I sintomi tipici dell’ernia cervicale possono iniziare a manifestarsi anche se si soffre di protrusione discale.
Ernia cervicale C5-C6 o C6-C7 L’ernia cervicale compare a seguito dello schiacciamento di uno o più dischi intervertebrali del collo con conseguente compressione e rottura di una piccola porzione discale. Ne consegue la fuoriuscita di materiale gelatinoso dal nucleo polposo di un disco intervertebrale del rachideo cervicale. Più frequentemente (nel 70% dei casi), si verifica a livello dei segmenti C5-C6 e C6-C7 che corrisponde all’attaccatura del collo sul busto. Si forma una sporgenza del disco interessato all’ernia che comprime le radici nervose dirette ad un arto superiore o, talvolta, il midollo spinale. In base a grado di fuoriuscita del nucleo polposo, si può distinguere l’ernia: - contenuta con il disco che sporge posteriormente senza la perforazione del legamento longitudinale posteriore; - estrusa con rottura dell’anello fibroso e del legamento posteriore con fuoriuscita parziale del nucleo polposo; - espulsa con rottura dell’anello fibroso e del legamento e completa fuoriuscita del nucleo polposo che invade il canale vertebrale. Nella maggioranza dei casi, l’ernia cervicale è scatenata da traumi (colpo di frusta), sovraccarichi sul tratto cervicale, posture scorrette, sforzi eccessivi o sollecitazioni ripetute nel tempo, degenerazione del disco in età avanzata, vertebre inclinate, spondilosi cervicale, contratture muscolari prolungate, stress, deficit muscolari o debolezza dei legamenti. I principali sintomi sono cervicalgia (dolore intenso e persistente al collo) che può irradiarsi al braccio, dita delle mani, tra scapola a spina dorsale, mal di testa, rigidità e debolezza muscolare degli arti superiori, formicolii alle braccia, perdita di sensibilità, limitazione funzionale, sensazione di scosse al tratto cervicale, intorpidimento. Chi ne soffre può avvertire anche nausea, sbandamenti, vertigini, disturbi della vista, dolore al braccio o alla scapola. L’ernia cervicale può essere asintomatica. Può arrivare a compromettere le radici nervose (radiculopatia cervicale) e il midollo spinale (mielopatia cervicale) e, talvolta, causare restringimento (stenosi) del canale neurale.
Spondilosi e spondiloartrosi cervicale La spondilosi cervicale, diagnosticabile attraverso una normale lastra, è una patologia artrosica che porta alla formazione di apposizioni di calcio (osteofiti) in prossimità delle faccette articolari. Queste calcificazioni possono limitare il movimento ed incidere sul flusso sanguigno. Si manifesta con sintomi precisi: dolore diffuso al collo, rigidità accentuata in fase di inclinazione o rotazione del collo, debolezza muscolare, intorpidimento delle braccia, vertigini. Questa degenerazione che colpisce vertebre (soprattutto C5 e C6) e dischi intervertebrali del tratto cervicale porta ad una compressione sul midollo spinale o sulle radici dei nervi spinali. La compressione dei nervi provoca un forte dolore (che può essere avvertito a spalle, braccia, testa), debolezza muscolare, perdita di sensibilità e flessibilità, disturbi neurologici fino alla compromissione della funzionalità di intestino e vescica. La spondilosi può insorgere a seguito di traumi, artrosi, difetti posturali, anomalie congenite oppure osteoartrite. Rispetto alla spondilosi, la spondiloartrosi cervicale (cervicoartrosi) è uno stato degenerativo più avanzato: genera calcificazioni e sporgenze che costringono le vertebre a bloccarsi. Per diagnosticarla, è necessario eseguire il test di compressione Spurling, il segno di Hoffman allo scopo di valutare i riflessi ed esami strumentali (Mielografia con TAC, Risonanza Magnetica Nucleare, Radiografie standard, Elettromiografia, Scintigrafia ossea). Questa patologia comporta appiattimento dei dischi intervertebrali, usura delle cartilagini, formazione di osteofiti, sclerosi del tessuto osseo presente sotto le cartilagini, una graduale riduzione della mobilità di tutto il collo fino allo scivolamento delle vertebre (con rischio di invalidità). Oltre al dolore cervicale, provoca perdita della sensibilità, formicolio agli arti, rigidità e blocco delle articolazioni, scricchiolii, deformazioni. Non provoca sintomi come sbandamenti, vertigini o acufeni (caratteristici della cervicalgia). Tra le principali cause: invecchiamento, traumi ripetuti, lavori pesanti, posture errate, malattie degenerative, interventi chirurgici,
fattori genetici ed ereditari.
Cervicobrachialgia o contrattura degli scaleni?
A questo punto della nostra “Cervicale Guida Definitiva”, parliamo di cervicobrachialgia. Normalmente, in caso di sospetta cervicobrachialgia, l’iter diagnostico comprende anamnesi, esame obiettivo, Radiografia del tratto cervicale, Risonanza Magnetica, elettromiografia. Talvolta, viene eseguita la diagnosi differenziale per escludere la sindrome dello scaleno anteriore del Piccolo Pettorale o la plessite (nevrite del plesso brachiale). Queste ultime due patologie possono causare (totalmente o parzialmente) i sintomi della cervicobrachialgia: dolore cervicale che si irradia verso spalla e braccio, debolezza muscolare, perdita di sensibilità o dei riflessi dell’arto superiore, formicolii, crampi, compressione dei nervi sensitivi e motori che originano dal midollo spinale, nevralgia diffusa, rigidità e contrattura dei muscoli paracervicali. La contrattura degli scaleni è un sintomo o una causa della cervicobrachialgia? Rispondiamo illustrando quali sono le cause della cervicobrachialgia: - Infiammazione della spalla; - Artrosi cervicale;
- Protrusione o ernia cervicale; - Tendinite del polso o del gomito; - Sindrome del tunnel carpale; - Problemi a livello del plesso brachiale (fascio di nervi che dal rachide cervicale si estende a braccio e mano attraversando il gruppo dei muscoli scaleni). Una compressione dovuta ad artrosi cervicale può compromettere le radici nervose del plesso brachiale. Può succedere anche che l’eccessiva contrattura dei muscoli scaleni (soprattutto anteriore e medio) irriti uno dei nervi del plesso brachiale provocando la cervicobrachialgia. In questo caso, ci troviamo di fronte ad una particolare patologia chiamata sindrome degli scaleni i cui sintomi sono, in particolare, dolore che si irradia lungo il braccio (simile alla nevralgia) e formicolio avvertito all’arto superiore in base alla sua posizione.
Formicolio alla mano: colpa della cervicale? Il formicolio alla mano può essere un sintomo passeggero o patologico. Le cause sono numerose (problemi di circolazione, tendinopatie, diabete mellito, carenze vitaminiche, gravidanza, ipotiroidismo, ansia e stress, ecc.). Collegando il disturbo ai problemi cervicali, potrebbe trattarsi di artrosi del collo (spondilosi cervicale), ernia discale cervicale che preme su un nervo, infiammazione ai nervi, cervicobrachialgia, traumi diretti (colpo di frusta), radicolopatia cervicale. Può coinvolgere la mano destra, sinistra, entrambe, solo le dita, spalle, braccio, polso. Una delle cause più frequenti è legata a difetti posturali: causano, a lungo andare, contratture del tratto cervicale che si ripercuotono sulla mano. Il formicolio alla mano è, generalmente, accompagnato da sintomi associati: prurito, lieve bruciore, debolezza muscolare e intorpidimento, dolore cervicale, perdita di sensibilità, mani calde o fredde. In presenza di ernia cervicale, il formicolio alle dita della mano sinistra si accompagnano a dolore alla base del collo. Il formicolio alle dita associato a intorpidimento e debolezza di braccia e mani è caratteristico della cervicalgia.
Cervicale Guida Definitiva: contrattura del muscolo trapezio e Cervicalgia
La contrattura cervicale dolorosa si fa sentire soprattutto in fase di flessione, inclinazione ed estensione del collo. Coinvolge, in particolar modo, il trapezio (un grande muscolo che dalla base del cranio si estende alle spalle) ed il muscolo elevatore della scapola. Al sintomo doloroso localizzato in un punto preciso della nuca oppure generalizzato (che può estendersi al braccio o tra scapola e colonna vertebrale) si associano altri sintomi: - Rigidità; - Difficoltà di movimento; - Sbandamenti o vertigini; - Mal di testa (emicrania o cefalea tensiva); - Testa pesante; - Nausea. Per diagnosticare una contrattura del muscolo trapezio, allo specialista basterà l’esame obiettivo. Sono tre le cause responsabili di questo problema: - posturali-meccaniche con dolore localizzato in un punto preciso che aumenta con determinati movimenti e si riduce a riposo; - metaboliche con dolore al collo generalizzato, correlato con i pasti, gonfiore, colon irritabile; - da ansia/stress con dolore costante anche a riposo, sbandamenti, vertigini, perdita di lucidità o di memoria (temporanee).
Altre cause: sovraccarico funzionale, movimenti ripetuti prolungati, debolezza muscolare, vita sedentaria, movimenti bruschi della spalla, mancanza di adeguato riscaldamento prima di iniziare l’attività fisica. I soggetti più a rischio sono le persone in sovrappeso, sedentarie, con problemi posturali o sportivi che si allenano in modo errato.
Cervicale Guida Definitiva: Diagnosi L’iter diagnostico per indagare sul dolore cervicale, generalmente, prevede i seguenti esami: - Anamnesi, raccolta dei dati e storia clinica del paziente; - Esame obiettivo, la visita ortopedica che comprende di test specifici di mobilità e manovre; - Radiografia Rx del collo nelle due proiezioni standard per controllare lo stato di salute del rachide cervicale, l’entità della lesione, eventuali anomalie; - TAC per ottenere immagini dettagliate in riferimento alla componente ossea del tratto cervicale; - Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) del collo che evidenzia in modo approfondito le condizioni dei tessuti molli, eventuali protuberanze, compromissione dei nervi o del midollo spinale, condizioni dei dischi intervertebrali, dei legamenti, il livello di degenerazione ossea; - Elettromiografia per studiare i muscoli coinvolti e la funzionalità del midollo spinale. Questo esame neurofisiologico serve a verificare la presenza di eventuali danni radicolari ed è accompagnato, se necessario, da visita neurologica. Tutti questi esami sono indicati in caso di sospetta artrosi cervicale. In caso di sospetta ernia cervicale, oltre agli esami suddetti, si aggiungono i seguenti esami strumentali: - Mielografia con mezzo di contrasto per verificare le condizioni del midollo spinale, seguita da varie proiezioni a raggi X; - Discografia con iniezione di un mezzo di contrasto nell’area cervicale per individuare l’origine del dolore. Questo esame particolare, di solito, è accompagnato da TAC; viene eseguito in preparazione di un eventuale intervento chirurgico. Anche per l’ernia cervicale, l’esame d’elezione resta la Risonanza Magnetica Nucleare perché è in grado di individuare l’esatta localizzazione e l’entità del conflitto con le strutture nervose o del midollo spinale.
La verticalizzazione cervicale si diagnostica attraverso test specifici eseguiti dal medico ortopedico o fisiatra ed una radiografia (Rx standard).
Cervicale dovuta a Vertigini o Malocclusione: come diagnosticarla Se una sospetta artrosi cervicale è facilmente diagnosticabile con gli esami che abbiamo elencato nel paragrafo precedente, le vertigini associate a problemi cervicali rappresentano una questione più delicata. Spesso, l’origine di questo problema può risiedere in più di una causa (deficit posturale, ansia e stress, fattori genetici, masticazione sbagliata, problemi di metabolismo, disturbi al Nervo Vago oppure ai muscoli oculari, microcircolazione ridotta). Di conseguenza, oltre ad eseguire Lastre Rx del tratto cervicale e RMN, sarà necessario indagare a fondo anche attraverso l’Esame Baropodometrico, l’esame posturale per eccellenza che, oltre a prevenire disturbi legati ad una postura sbagliata, serve ad analizzare e diagnosticare problematiche a carico del sistema muscolo-scheletrico. Generalmente, la vertigine è di natura cervicale se si manifesta a seguito di determinati movimenti o posizioni della colonna cervicale, oppure se è associata a dolore e rigidità del collo. In caso di dubbi o se è stata esclusa la causa della cervicalgia, il medico prescriverà la diagnosi differenziale, una diagnosi di tipo multidisciplinare che coinvolge varie figure professionali (ortopedico, fisioterapista, otorinolaringoiatra, gnatologo, neurologo, cardiologo). Questa particolare diagnosi serve a indagare sulla presenza di altre patologie. Include VPB (vertigine posizionale benigna), trauma labirintico, fistola perilinfatica, vertigine centrale e disfunzione vestibolare, vertigine associata ad emicrania. In caso di sospetta cervicalgia causata da Malocclusione, è necessario sottoporsi ad esami che interessano la sindrome temporo mandibolare ovvero: - Esame obiettivo da parte di uno specialista (Odontoiatra, Gnatologo, Osteopata, Fisioterapista) che, attraverso la visita, indagherà sui sintomi;
- Radiografia Rx completa delle arcate dentarie, di testa/cranio e faccia per studiare le specifiche problematiche della struttura articolare mandibolare; - TAC, esame che ricostruisce in 3D la struttura anatomica dell’ATM; - Risonanza magnetica nucleare che indaga le strutture molli (disco, muscoli, legamenti).
La preziosa valutazione del Fisioterapista Una diagnosi medica accurata e precisa è essenziale per la scelta della terapia più adeguata al singolo caso. E’ altrettanto mirata la valutazione fisioterapica e funzionale del rachide cervicale ed altri test specifici. Noi del Centro Ryakos offriamo una prima visita gratuita con valutazione globale e distrettuale (comprensiva di tutti i test specifici essenziali) che ci consentirà di pianificare un programma terapeutico personalizzato. Un fisioterapista esperto non si limita, di certo, a curare i sintomi: ha il compito di scovare la causa reale di ogni patologia per intervenire su questa e risolvere il problema che scatena il disturbo.
Cervicale Guida Definitiva: perché il dolore cervicale non passa?
Il dolore cervicale non passa per tre principali motivi: - Trascuri il problema rimandando a domani la visita di uno specialista da troppo tempo; - E’ stata eseguita una diagnosi non corretta; - La terapia prescritta è inadeguata (ad esempio, hai assunto farmaci antinfiammatori ma non hai concluso la terapia conservativa sottoponendoti a trattamenti mirati di Fisioterapia strumentale e manuale ed hai tralasciato di farti controllare la postura che, spesso, è responsabile di problemi cervicali). Ti spieghiamo meglio cosa intendiamo per terapia mirata: sappi, fin d’ora, che non significa limitarsi a curare temporaneamente i sintomi con farmaci antinfiammatori, analgesici, miorilassanti, cortisonici che, oltretutto, presentano effetti collaterali e controindicazioni e, quindi, possono essere assunti per un breve periodo dietro prescrizione medica. La Fisioterapia va oltre la cura dei sintomi: punta a scoprire le cause reali di un disturbo o patologia per intervenire su queste. Una diagnosi corretta spiana la strada in direzione di una terapia mirata. Una volta diagnosticati correttamente la patologia o il disturbo, il Fisioterapista interverrà per raggiungere 6 obiettivi: - Scovare la causa reale del problema attraverso una valutazione globale e distrettuale;
- Ridurre fino ad eliminare infiammazione e dolore; - Risolvere contratture e rigidità muscolari: - Contribuire alla guarigione dei tessuti lesionati; - Ripristinare la funzionalità articolare e muscolare, ovvero la naturale biomeccanica del rachide cervicale; - Avviare un percorso di Rieducazione Posturale Globale con metodo Mezieres, in caso di deficit posturale evidenziato nei risultati dell’Esame Baropodometrico. Per evitare che il problema si ripresenti, devi capire perché il dolore cervicale non passa. Chiedilo alla Fisioterapia d’avanguardia, una tappa obbligata per risolvere definitivamente.
Cura cervicale: terapia conservativa nella fase acuta
Generalmente, nella fase acuta del dolore cervicale, il medico prescriverà una terapia conservativa che comprende: - Riposo; - Applicazione di ghiaccio; - Assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e antidolorifici; - Cortisonici oppure oppiacei se il dolore è molto forte; - Infiltrazioni di corticosteroidi oppure iniezioni di cortisone; - Miorilassanti (in caso di contratture muscolari) come Muscoril o, per chi cerca prodotti naturali, Magnesio Supremo; - Utilizzo di un collare in caso di trauma diretto (colpo di frusta) ed in tutti gli stati infiammatori acuti, da applicare per 7-10 giorni. I farmaci suddetti servono ad attenuare temporaneamente i sintomi dolorosi: presentano effetti collaterali e controindicazioni, quindi vanno assunti per un breve periodo dietro prescrizione medica. Questa terapia conservativa è indicata in caso di cervicalgia, artrosi cervicale, contratture, formicolio alla mano dovuto a problemi cervicali. In caso di vertigini associate alla cervicale, si aggiungono i farmaci anticolinergici per contrastare sbandamenti e nausea. In caso di ernia discale cervicale particolarmente acuta, se il dolore risulta troppo forte il medico potrebbe prescrivere un’iniezione
epidurale con farmaci antidolorifici. La cura farmacologica della spondilosi richiede – oltre ad antinfiammatori non steroidei, analgesici, miorilassanti o l’utilizzo di un tutore – anche il ricorso a farmaci antiartrosici. In caso di necessità, il paziente affetto da spondiloartrosi causata da artrite reattiva potrà assumere anche antibiotici o antireumatici.
Cervicale Guida Definitiva: rimedi naturali Il rimedio naturale più efficace e risolutivo resta la Fisioterapia d’elezione. Per combattere dolore, rigidità articolare, limitazione funzionale e contrattura muscolare, esistono rimedi naturali più blandi (creme, oli, integratori, tutori) che consentono di evitare gli effetti collaterali o le controindicazioni dei farmaci a chi non può assumerli. Impacchi di fiori di fieno (antinfiammatori e miorilassanti) o di ghiaccio, borsa dell’acqua calda, bagni con sali di Epsom (per combattere la tensione muscolare), impacchi locali di Voltaren e sale iodato possono funzionare. Così come possono funzionare massaggi con creme ed oli essenziali a base di aloe vera, burro di karitè, arnica montana, artiglio del diavolo, argilla verde, zenzero, lavanda e rosmarino, ortica, canfora, abete bianco, ginepro, rosa canina, boswelia, spirea. Possono aiutare anche tisane a base di curcuma e ribes nero, camomilla, melissa, valeriana, tiglio, peperoncino di Cayenna. Specifici integratori come il Nicetile agiscono sui nervi. E’ consigliato indossare il collare cervicale (non oltre 7-10 giorni) soltanto in caso di trauma diretto (colpo di frusta) e di infiammazioni acute Per velocizzare la scomparsa del dolore cervicale è importante seguire una dieta antinfiammatoria a base di verdure dal gusto amaro (cicoria, radicchio, cime di rapa) evitando o riducendo il consumo di latte e derivati, grassi animali, cibi industriali, farine raffinate. E’ fondamentale utilizzare un cuscino cervicale adeguato (ergonomico, in memory foam o lattice) per evitare posture scorrette anche quando dormi, indolenzimenti, tensioni e blocco dei muscoli del collo. E’ preferibile dormire supini (a pancia in su) o in posizione laterale piuttosto che proni (a pancia in giù). Sappi che il collo deve essere sostenuto in una posizione anatomica neutra con la testa sollevata alla giusta altezza. Generalmente, l’altezza ideale è di 12 cm, la larghezza di 65 cm. Per saperne di più sulle caratteristiche
ideali del cuscino cervicale leggi questo articolo.
Cervicale: Fisioterapia d’avanguardia e Riabilitazione
Dopo aver superato la fase acuta, per risolvere dolore, rigidità, contratture, perdita di forza, guarire i tessuti lesionati e ripristinare la funzionalità articolare/muscolare sarà necessario affidarsi alla Fisioterapia d’avanguardia. Obiettivo: evitare recidive e restituire al paziente una buona qualità della vita. Quali sono i trattamenti fisioterapici più efficaci per il dolore cervicale? Nella prima fase, per ridurre e risolvere infiammazione e dolore, il Fisioterapista opterà tra queste terapie fisiche strumentali d’elezione: - Tecarterapia, il metodo più richiesto ed utilizzato (nel prossimo paragrafo scoprirai perché); - Laser Yag ad Alta Potenza, trattamento rapido ed efficace per combattere infiammazione e dolore, particolarmente indicato nelle patologie muscolo-tendinee e di origine traumatico/articolari. E’ in grado di rigenerare i tessuti lesionati; - TENS per trattare il dolore neuropatico; - Magnetoterapia indicata in caso di fratture ed edema osseo. In seguito, per il recupero funzionale articolare e muscolare, procederà con i migliori trattamenti di terapia fisica:
Terapia manuale eseguita dall’Osteopata che interviene sulla compressione nervosa e sulla rigidità articolare sciogliendo blocchi cervicali e rilassando i muscoli; Trattamento miofasciale dei trigger point; - Esercizi terapeutici di stretching, decompressione e rinforzo muscolare per migliorare elasticità e mobilità. Sono fondamentali per il recupero del range di movimento e per potenziare i muscoli; - Esercizi posturali e propriocettivi; - Kinesiotaping; - Tecniche di respirazione diaframmatica per ridurre la tensione nervosa (il diaframma è collegato al sistema nervoso). Gli esercizi terapeutici (eccentrici, di rinforzo, stretching) possono rivelarsi la terapia più utile ed efficace. Non si improvvisano: è importante seguire i consigli del Fisioterapista perché devono essere svolti correttamente se si vogliono ottenere risultati concreti. Rinforzare i muscoli servirà a migliorare la stabilità di ossa ed articolazioni. Intervenire solo sul tratto cervicale trascurando l’intera colonna vertebrale sarebbe un lavoro a metà, perciò inutile. Gli esercizi di allungamento e distensione muscolare dovranno interessare, di conseguenza, tutta la colonna vertebrale.
Altri trattamenti fisioterapici per problemi cervicali particolari Se soffri di vertigini da ansia, oltre a seguire l’intero percorso di terapia fisica manuale e gli esercizi terapeutici (stretching, decompressione, posturali e propriocettivi), sarà importante ridurre la tensione psicofisica eseguendo esercizi di rilassamento muscolare e di respirazione diaframmatica (per ridurre l’iperventilazione). Riguardo agli acufeni, sappi che se sono davvero causati dalla cervicale lo scoprirai dopo un ciclo completo di Fisioterapia, quando dolore cervicale, ronzii, fischi e fruscii saranno scomparsi. In caso di cervicale associata ad ansia e problemi digestivi, la Fisioterapia interverrà su dolore, infiammazione e rigidità; sarà essenziale eseguire tecniche di respirazione diaframmatica ma anche necessario affidarsi all’Osteopata che procederà a rilassare la muscolatura, sciogliere i blocchi cervicali, ridurre la compressione dei nervi e stimolare in modo efficace e rapido il Nervo Vago. Un Osteopata o Nutrizionista saranno in grado di consigliare una dieta personalizzata. L’Osteopata interverrà sulla cervicale causata dal blocco diaframmatico ripristinando la funzionalità del diaframma, lavorando sia sui muscoli del collo sia sulla gabbia toracica. Per intervenire sulla verticalizzazione cervicale, oltre alle due fasi (strumentale e manuale) di Fisioterapia, lo specialista concentrerà il suo lavoro soprattutto sul rilascio della muscolatura contratta e sul riequilibrio dei vari distretti aggiungendo sedute di fibrolisi meccanica e pompage articolare. Se il cambio di postura cervicale deriva da un trauma collegato ad una colonna lombare rigida o ad un’ernia del disco, bisognerà intervenire sia sul tratto cervicale sia su quello lombare.
Cervicale Guida Definitiva: Tecarterapia, il trattamento d’elezione
Perché la Tecarterapia è il trattamento fisico strumentale più richiesto ed utilizzato anche in caso di problematiche cervicali? Per più di un motivo. E’ un trattamento che sfrutta l’energia interna del nostro corpo per favorire la riparazione di tessuti danneggiati in seguito ad un trauma, di un’infiammazione cronica. E’ il metodo migliore che combina al trattamento strumentale quello manuale agendo su muscolatura, strutture discali e nervose. La Tecarterapia svolge un’azione antinfiammatoria, antidolorifica, decontratturante e rigenerante. Nella fase acuta, la Tecar viene eseguita in modalità atermica (senza calore) per ridurre il dolore, l’infiammazione e le contratture muscolari. Successivamente viene applicata la Tecarterapia con calore moderato per ridurre ulteriormente le contratture dolorose e la conseguente limitazione della funzionalità articolare. Per ottenere risultati concreti, oltre ad affidarsi a Fisioterapisti preparati e qualificati, è necessario accertarsi che le apparecchiature siano certificate e brevettate. Tra tante aziende che producono apparecchi per Tecarterapia, soltanto la Human Tecar della Unibell può garantire risultati concreti, stabili e duraturi. Questo perché ha una frequenza brevettata, frutto di studi scientifici. La Tecarterapia è un trattamento fisico strumentale che può essere abbinato alla terapia manuale eseguita da un Fisioterapista,
Osteopata o Massoterapista.
Manipolazioni Cervicali: Osteopatia La Medicina Manuale eseguita da specialisti è una scienza medica a tutti gli effetti, consolidata e codificata a livello internazionale. L’ambito della Fisioterapia cervicale comprende una serie di terapie mirate ed accreditate a livello internazionale: in particolare, i trattamenti manuali utilizzati per i problemi cervicali sono l’Osteopatia e la Massoterapia. La manovra manipolativa è in grado di correggere la Disfunzione Somatica restituendo alla colonna vertebrale (tratto cervicale incluso) il suo movimento fisiologico. E’ indicata per intervenire su patologie o disturbi (acuti o cronici) a carico delle zone lombari (lombalgia, sciatalgia, ernia, cruralgia, coccigodinia, ecc.) e cervicali (torcicollo, cervicalgia, cefalea cervico-genica e neuro-genica, vertigini, nevralgia cervicobrachiale, protrusione o ernia cervicale, periartrite, ecc.). L’Osteopatia mira a risolvere dolori cervicali acuti o cronici valutando la salute del paziente nella sua globalità. Attraverso la sua particolare diagnosi (anamnesi, test, palpazione) l’Osteopata individua natura ed origine del dolore e la causa della disfunzione somatica considerando che le vertebre cervicali sono collegate (anatomicamente e funzionalmente) con diverse strutture del corpo. Le tecniche utilizzate in Osteopatia sono 5: - Cranio sacrale; - Fasciale; - Viscerale; - Funzionale; - Manipolazione diretta (thrust), con spinta ad alta velocità e bassa ampiezza (HVLA), eseguita tramite un micromovimento secco (stiramento e rotazione). Il trattamento terapeutico osteopatico non è invasivo, non prevede l’utilizzo di farmaci, è efficace, sicuro. All’Osteopatia si associano, spesso, terapie fisiche strumentali d’avanguardia (Tecarterapia, Laser Yag ad Alta Potenza) per velocizzare i tempi di recupero e guarigione. Benefici e miglioramenti risulteranno passeggeri se non verranno modificate abitudini scorrette (postura, alimentazione).
Manipolazioni Cervicali: Massoterapia I problemi cervicali sono, spesso, causati da traumi o tensioni muscolari. La Massoterapia, una pratica fisioterapica, risulta particolarmente efficace in caso di tensioni o contratture muscolari dovuti a traumi o stress che coinvolgono la zona cervicale o lombare. Questa terapia consiste in una serie di manipolazioni su muscoli, organi interni e cute che servono a migliorare l’irrorazione sanguigna e ad attivare i naturali processi riparativi. Il Massoterapista utilizza le mani (con l’ausilio di gomiti, avambracci, oli, creme) e si avvale di diverse tecniche e tipi di manovre: sfioramento, sfregamento, frizione, impastamento, pressione, percussione, vibrazione. La Massoterapia svolge un’azione decontratturante, di riallungamento, rigenerante; migliora la circolazione sanguigna e linfatica, il sistema nervoso. La tecnica miofasciale, in particolare, risolve tensioni muscolari che interessano il tessuto connettivo che avvolge i muscoli. La comprovata efficacia del trattamento massoterapico aumenta se associato a terapie fisiche strumentali d’avanguardia. Se eseguito da un Massoterapista qualificato, questo trattamento è sicuro, non presenta effetti collaterali. E’ controindicato in caso di lesioni (cutanee, muscolari, ossee), problemi della pelle (infezioni, irritazioni), ustioni vesciche, lividi.
Manipolazioni Cervicali: effetti collaterali e controindicazioni Affidarsi ad un Osteopata o Massoterapista professionisti significa non correre alcun rischio. Le manipolazioni cervicali sono ben tollerate, indolori ed hanno un’efficacia tripla rispetto ai farmaci. Vengono eseguite dopo la diagnosi, un’attenta valutazione e dopo aver valutato indicazioni e controindicazioni. Le manipolazioni cervicali sono controindicate in caso di: - patologie reumatiche; - malattie infettive acute o croniche (come artrite, Tbc); - traumi recenti (distorsioni, fratture, lussazioni); - osteocondrosi giovanili; - spondilolistesi; - instabilità vertebrale media/grave; - insufficienza vertebro-embolica; - stenosi canalare; - ernia discale espulsa; - sindrome della cauda equina; - malattie neoplastiche.
Rieducazione Posturale Globale metodo Mezieres
Lo step decisivo per risolvere il dolore cervicale e prevenirlo è il controllo totale della postura. Per verificare la condizione posturale è necessario sottoporsi ad una valutazione clinica posturale e all’Esame Baropodometrico computerizzato , basato su precise misurazioni. Ci tengo a sottolineare che una valutazione posturale completa mette in relazione e in analisi la postura del soggetto e valuta accuratamente i recettori posturali , che se in disfunzione alterano la postura del soggetto in esame creando una miriade di rotazioni articolari. I recettori che vengono presi in analisi nella valutazione posturale sono il recettore podalico, vestibolare, stomatognatico e oculo-motorio. Se dall’esito di questo esame emergerà un deficit primario di uno più recettori, il Fisioterapista consiglierà una valutazione specialistica per il recettore disfunzionale( Gnatologo, Ortottista, Podologo, Vestibologo, Logopedista) e raccomanderà la correzione della postura attraverso la Rieducazione Posturale Globale con metodo Mezieres l’unico metodo in grado di ristabilire l’equilibrio dell’intera colonna vertebrale per evitare che il problema (qualsiasi problema cervicale) si ripresenti. La postura è, spesso, responsabile di patologie e disturbi cervicali: artrosi, torcicollo, cervicalgia, ernia, vertigini, ansia, tensioni e contratture muscolari, formicolio delle mani, Malocclusione, blocco diaframmatico. Il metodo Mezieres, inventato nel 1947 dal fisioterapista francese Françoise Mézières, punta alla normalizzazione della struttura del
corpo al fine di evitare la comparsa di disformismi (iperlordosi, scoliosi, cifosi, ecc.) a causa di disarmonie morfologiche. Il principio su cui si basa questo metodo è che, spesso, sintomo e causa del dolore non risiedono nello stesso punto: il dolore può essere causato da una compensazione sbagliata per cui il fastidio compare in zone di compensazione. Applicare questi preziosi principi richiede una grande preparazione, precisione ed un’attenta osservazione dei comportamenti adattivi assunti dal corpo del paziente. Il lavoro previsto nel trattamento Mezieres è strutturale: consiste in posture, stiramenti, allungamenti, movimenti specifici delle articolazioni e nel corretto funzionamento dei gruppi muscolari. L’obiettivo primario è allentare le tensioni muscolari, permettere ai muscoli accorciati di recuperare la loro lunghezza originaria. In che modo il Fisioterapista riesce ad ottenere un risultato del genere? Il trattamento combinato di rieducazione posturale e della cura del recettore disfunzionale consente il ripristino della fisiologia posturale
Metodo Mezieres: come funziona, risultati Per riequilibrare la postura, il Fisioterapista qualificato fa adottare al paziente posizioni di stiramento globale esercitando continue e simultanee trazioni alle estremità delle catene muscolari. Questa messa in tensione totale e simultanea consente di allungare tutta la catena muscolare posteriore riportando articolazioni e muscoli a lavorare nelle loro corretta posizione fisiologica. Tutto questo serve ad impedire compensazioni e adattamenti che alterano la corretta postura. Le posizioni globali vanno mantenute correttamente per un tempo abbastanza lungo ed abbinate a tecniche di espirazione per allungare il diaframma e combattere la lordosi. Il metodo Mezieres si può definire una riprogrammazione posturale, è un trattamento terapeutico ma anche preventivo. Durante il trattamento, la respirazione diaframmatica è di fondamentale importanza per due motivi: rappresenta il ‘motore’ di qualsiasi modificazione posturale e mobilizza l’intero tratto del diaframma, muscolo che partecipa alla statica quotidiana ed invia segnali sensoriali al collo. Una corretta respirazione favorisce la postura ideale e viceversa. Migliorare la postura significa anche ottimizzare la gestione del sistema nervoso. Grazie alla Rieducazione Posturale Globale si otterrà il completo ripristino della funzionalità muscolare/articolare, della flessibilità, equilibrio e stabilità. Dopo questo percorso, il dolore cervicale difficilmente si ripresenterà. Ognuno di noi è un essere unico. Noi del Centro Ryakos crediamo nel percorso terapeutico personalizzato ed è per questo che offriamo una prima visita gratuita con valutazione globale e distrettuale (comprensiva di tutti i principali test fisioterapici, muscolari, neurologici, ortopedici, funzionali, ecc.). Questo tipo di valutazione ci darà un quadro chiaro delle tue condizioni e necessità per pianificare, in seguito, un programma terapeutico personalizzato. Se vorrai ottenere risultati concreti ti diamo un consiglio: rivolgiti soltanto a Fisioterapisti esperti e personale qualificato.
Esercizi terapeutici per il dolore cervicale Il nostro focus “Cervicale Guida Definitiva” non può dirsi davvero completo senza parlare di esercizi terapeutici per il dolore cervicale. Sono fondamentali in Fisioterapia e Riabilitazione per consentire al paziente che non intende affatto convivere con questo dolore di risolvere il problema. Questi esercizi, combinati con trattamenti di Fisioterapia mirata, rappresentano la cura d’elezione per la cervicalgia: servono a sbloccare rigidità e tensione muscolare mobilizzando le vertebre cervicali ed attenuando il dolore. Rigidità e tensione muscolare si riflettono sulle vertebre, non il contrario. Nella maggioranza dei casi, la cervicalgia è provocata da contratture muscolari del collo e delle spalle: il dolore cervicale è dovuto ad un problema muscolare. Tecnicamente, si tratta di esercizi di stretching (allungamento del muscolo trapezio), rilassamento, mobilizzazione, di tipo aerobico a basso impatto, decontratturanti per collo e spalle, di rinforzo e stabilizzazione dei muscoli cervicali. er favorire il rilassamento muscolare è essenziale eseguire una corretta respirazione diaframmatica. In questo articolo ti consigliamo 5 esercizi per il dolore cervicale semplici ma efficaci da ripetere 3-4 volte al giorno. Prima di iniziare, chiedi consiglio al Fisioterapista. Devi prima superare la fase acuta del dolore, per evitare movimenti bruschi o strappi che peggiorerebbero la situazione. Si tratta di esercizi semplici che, però, vanno eseguiti nel modo giusto (in modo lento, controllato, graduale) su indicazione e in presenza del terapista: sono sconsigliati in caso di determinate patologie. Se, durante l’esecuzione, avverti nausea o la pressione si abbassa, sospendi subito.
Cervicale Guida Definitiva: consigli utili per la postura Il ciclo di Fisioterapia e Riabilitazione e il metodo Mezieres ti hanno insegnato molto su come mantenere una corretta postura e prevenire il dolore cervicale. Ora devi fare tesoro di tutto ciò che hai imparato mantenendo il tuo benessere ogni giorno. Dal torcicollo all’ernia cervicale, dalla cervicalgia dovuta a tensione muscolare alla cervicobrachialgia, è necessario seguire determinate regole per mantenere una corretta postura evitando, così, che la situazione peggiori. Eccoti una lista di consigli utili a prevenire, evitare recidive, non aggravare la tua condizione e velocizzare i tempi di guarigione durante la terapia: - Esegui regolarmente gli esercizi terapeutici consigliati dal Fisioterapista (soprattutto stretching) rinforzando anche l’addome per non caricare eccessivamente la schiena a livello cervicale; - Se lavori al PC sistemalo ad una distanza visiva di 50-80 cm con il bordo superiore dello schermo ad altezza occhi; - Utilizza una sedia ergonomica se lavori in ufficio; - Quando lavori al PC poggia i gomiti sulla scrivania e regola bene l’altezza della sedia poggiandoti allo schienale senza mai tenere le ginocchia più alte del bacino; - Scegli un cuscino cervicale e un materasso ortopedico per evitare posture sbagliate mentre dormi. Un cuscino sbagliato può provocare contratture dolorose, mal di testa e rigidità al risveglio; - Dormi possibilmente adottando la posizione supina o laterale piuttosto che quella prona (a pancia in giù) per non mettere in tensione le strutture molli a livello cervicale; - Non sollevare carichi pesanti, evita sforzi eccessivi e non portare pesi in modo sbilanciato (ad esempio, solo ad un lato); - Non leggere a letto e non dormire sul divano. Queste due abitudini costringono a posizioni errate; Non utilizzare scarpe inadeguate (con il tacco consumato). Le donne non dovrebbero indossare scarpe troppo basse e piatte ma anche non abusare delle scarpe con tacco troppo alto.
Altri consigli utili
I seguenti consigli non riguardano la postura ma sono altrettanto utili per scansare il dolore cervicale: - Evita la vita sedentaria ma anche movimenti bruschi, sbagliati o faticosi quando muovi il collo; - Se sei in sovrappeso mettiti a dieta per evitare il sovraccarico alle vertebre; - Mantieni una buona idratazione dell’organismo (1,5-2 litri di acqua al giorno). Bere mantiene flessibili e sani i dischi intervertebrali; - Segui una dieta antinfiammatoria preferendo verdure dal gusto amaro e riducendo il più possibile il consumo di grassi animali, cibi industriali, latte e derivati, farine raffinate. In caso di cervicale associata a problemi digestivi, segui un’alimentazione che regolarizzi ormoni, tratto gastroenterico e Nervo Vago (con una quantità di calorie adeguata, vitamina B, verdure con proprietà antinfiammatorie); - Non trascurare il bruxismo perché l’atto del digrignare i denti di notte può causare tensioni muscolari al collo; - In caso di tensioni muscolari, assumi Magnesio Supremo (ottimo miorilassante naturale); - Evita accessi d’ansia o stress emotivi; - Migliora la respirazione per ridurre la tensione accumulata ed esegui tecniche di rilassamento per gestire al meglio lo stress responsabile di
tensioni e contratture muscolari; - Fai attenzione ai colpi d’aria (come pure aria condizionata, ventilatori), agli sbalzi di temperatura repentini, copri il collo nelle giornate fredde e asciuga sempre bene i capelli dopo averli lavati; - Riscaldati adeguatamente prima di allenarti; - Smetti di fumare; - In caso di vertigini da cervicale, controlla la pressione arteriosa (se troppo alta o troppo bassa, aumenta il rischio di vertigini) e il tuo livello glicemico, elimina o riduci sostanze dannose per la circolazione (caffeina, tabacco, alcol, sale) e colma un’eventuale carenza di vitamina B.
Trattamento chirurgico e specifiche indicazioni L’indicazione chirurgica nelle lesioni traumatiche del rachide cervicale va posta in presenza di una lesione instabile, irriducibile o di fronte a un danno neurologico. Una lesione è definita instabile quando è soggetta a spostamenti secondari, con comparsa o aggravamento di un danno neurologico o deformità. Nelle lesioni traumatiche di C1 l’indicazione chirurgica viene posta nelle fratture di Jefferson con spostamento > 6 mm eseguendo un’artrodesi posteriore occipito-C2, e nelle sublussazioni rotatorie irriducibili in cui, una volta eseguita la riduzione, si procede con artrodesi posteriore C1-C2. Nelle lesioni traumatiche del dente dell’epistrofeo di tipo II l’indicazione al trattamento chirurgico è ancora discussa dato che l’immobilizzazione per un periodo di 12 settimane in halo-vest può garantire la consolidazione in numerosi casi. Nei casi di pseudoartrosi e nelle fratture del dente con spostamento irriducibile e con associata frattura dell’atlante è indicato il trattamento chirurgico con artrodesi C1-C2 o occipito-cervicale. Alternativamente si può effettuare un avvitamento del dente con accesso anteriore, il quale, rispetto all’artrodesi, consente di evitare la conseguente riduzione della rotazione, procedura tuttavia non scevra da gravi complicanze. Nella frattura dell’arco posteriore di C2 con associate lesioni legamentose o discali di II tipo è necessario il trattamento chirurgico con artrodesi C2-C3 in caso di lesioni legamentose o discali. Il trattamento delle lesioni traumatiche del RCI è diversificato in base al tipo di frattura o frattura-lussazione. Il trattamento chirurgico è indicato nelle fratture di tipo A2 e A3 con corporectomia e artrodesi anteriore con innesto o mesh in titanio e stabilizzazione con placca e viti. Nelle fratture di tipo B2 è indicato il trattamento chirurgico con artrodesi anteriore o riduzione e sintesi posteriore mediante barre e viti; nelle fratture B3 è indicato il trattamento con doppio accesso anteriore e posteriore nello stesso tempo chirurgico.
In presenza di lesioni di tipo C1 o C2 si esegue artrodesi intersomatica anteriore seguita da eventuale secondo tempo posteriore di riduzione e sintesi con barre e viti; nelle lesioni di tipo C3 si esegue in prima istanza tempo posteriore, seguito da tempo anteriore.
Complicazioni Le complicazioni del trattamento delle lesioni del rachide cervicale possono verificarsi per un’errata indicazione al trattamento, per un’inadeguato trattamento conservativo o chirurgico, e per un errore legato all’accesso. Le principali complicazioni locali del trattamento ortesico sono da riferire a lesioni cutanee da compressione, soprattutto a livello occipitale e mentoniero nelle ortesi semirigide o rigide. Un’importante complicanza di tale trattamento è la perdita di correzione della lesione, dovuta il più delle volte ad una non corretta indicazione. Le complicazioni del trattamento chirurgico eseguito con accesso posteriore sono costituite dalla lesione delle strutture nervose e dell’arteria vertebrale. Una lesione durale può verificarsi durante la riduzione delle lussazioni o durante l’esecuzione della laminectomia con utilizzo di pinze ossivore. La breccia durale va riparata attraverso una sutura stagna del sacco per evitare la comparsa di una fistola liquorale. La lesione dell’arteria vertebrale può avvenire durante il posizionamento delle viti. Le complicazioni legate all’accesso anteriore hanno un’incidenza elevata, pari al 19,3% e sono costituite da: decesso (0.1 %), aggravamento del danno neurologico (0.2%), disfagia (9.5 %), ematoma post-chirurgico (5.6%), lesione dell’esofago (0.3%), lesione del nervo laringeo ricorrente (3.1%) e lesione durale. (0.5%). La lesione dell’esofago può verificarsi nell’accesso anteriore per l’utilizzo di elettrocoagulatori e frese ad alta velocità, di strumenti chirurgici e divaricatori malposizionati o per mobilizzazione dei mezzi di sintesi. La paresi del nervo laringeo ricorrente è dovuta all’estrema variabilità del decorso del nervo, in particolare dal lato destro dovuta alla compressione del nervo tra la trachea e i divaricartori; per tale motivo è preferibile un accesso chirurgico anteriore sinistro. La lesione durale anteriore può essere causata dall’utilizzo di frese ad alta velocità e pinze ossivore per la corporectomia; può essere prevenuta utilizzando frese diamantate che risparmiano le parti molli.
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