Capitalismo e Sottosviluppo in America Latina
 9788806036164 [PDF]

  • 0 0 0
  • Gefällt Ihnen dieses papier und der download? Sie können Ihre eigene PDF-Datei in wenigen Minuten kostenlos online veröffentlichen! Anmelden
Datei wird geladen, bitte warten...
Zitiervorschau

UNIVERSITÀ

B�

RECUP SPOL

2 E 2

000078299 FIRENZE

''

t

'

Serie politica 11

Titolo origina](! Capitalism and Underdevelopment in Latin America. Historical Studies of Chi/e and Brazil

Monthly Review Press, New York and London Copyright © r967, r969 by Andre Gunder Frank Copyright© r969 Giulio Einaudi editore s. p. a . , Torino Quinta edizione Traduzione di Mario Carrara

Andre Gunder Frank

Indice

p. II

Prefazione all'edizione italiana Prefazione I.

Lo sviluppo capitalistico del sottosviluppo in Cile 27

A.

30

del surplus economico 2. La contraddizione della struttura polarizzata metropoli-satellite 3 · La contraddizione della continuità nel cambiamento

32 36 ,,,-v39

B.

46

c.

55 6o 65 66 71 73 75 78

La tesi del sottosviluppo capitalistico I. La contraddizione espropriazione/ appropriazione

Le contraddizioni capitalistiche in America La­ tina e in Cile Il capitalismo coloniale in America Latina

D. Il capitalismo in Cile nel secolo xvr: la colo­ nizzazione di un satellite E. Il capitalismo in Cile nel secolo XVII: sviluppo capitalistico « classico » F . Il capitalismo in Cile nel secolo XVIII: risatel­ lizzazione, polarizzazione e sottosviluppo I. Polarizzazione internazionale dovuta al commercio

estero 2. La polarizzazione interna 3 . La polarizzazione tra latifondi e minifondi 4· La polarizzazione proprietario-lavoratore all'interno dei latifondi 5 . La polarizzazione e il sottosviluppo industriale

6

INDICE

p. 82

93 IOO

I25

H. Il secolo sviluppo

si conso-

xx:

le amare conseguenze del sotto-

I. Il settore « esterno » 2 . Il settore « interno »

I25 I32 I43

XIX:

I. Tentativi volti a raggiungere l'indipendenza e lo sviluppo dell'economia: Portales, Bulnes e Montt 2. Libero scambio e sottosviluppo strutturale 3 . La frustrazione della rivoluzione industriale: Baimaceda e i nitrati 4 · Il rafforzamento del sottosviluppo

84

III

Il capitalismo in Cile nel secolo lida il sottosviluppo

, G.

I.

Conclusioni e implicazioni

n.

A. n problema B. La storia c. La struttura D. n contadino E. Il mercato F. Il capitalismo

Sul «problema indiano» in America Latina

151 153 !63 r66 r68

III.

Lo sviluppo capitalistico del sottosviluppo in Brasile 177 r83 1 84 I88 I89 I92 193 195 , I99

A. Il modello e le ipotesi B. Lo sviluppo del sottosviluppo I. 2. 3· 4· 5· 6.

Lo zucchero e il sottosviluppo del Nordest La Gran Bretagna e il sottosviluppo del Portogallo L'oro e il sottosviluppo dell'interno La guerra e il sottosviluppo del Nord Il monopolio e il sottosviluppo dell'industria Il libero scambio e il consolidamento del sottosviluppo in Brasile 7· Conclusioni: involuzione passiva e sottosviluppo

7

INDICE

p. 20I

Il SOttOSViluppo dello SViluppo

C.

r. Il caffè e la satellizzazione interna 2. L'industria e la polarizzazione del satellite 3 . Investimenti esteri e sottosviluppo 4· Crisi nella metropoli e involuzione attiva nel satellite 5· La ripresa nella metropoli e la nuova riduzione del Brasile a satellite 6 . Sviluppo colonialistico interno e sottosviluppo capitalistico 7· Sviluppo imperialistico e sottosviluppo capitalistico

201 203 204 207 215 223 235 249

Conclusioni

D.

Il capitalismo e il mito del feudalesimo nell'a­ gricoltura brasiliana IV.

25 7

A. Il mito del feudalesimo r. La tesi borghese

2 57 261 261 262 263

2. Le tesi marxiste tradizionali a) Il feudalesimo precede il capitalismo b) Il feudalesimo coesiste con il capitalismo c) Il feudalesimo subisce la penetrazione del capitalismo 3· Critica del mito del feudalesimo a) Paragone con la realtà b) Conclusioni teoriche e politiche

265 265 275

z8o 280 284 285 286 286 293 293 297 299 303 306

B.

Agricoltura capitalistica I. Capitalismo e sottosviluppo 2. I principì dell'organizzazione a ) La determinazione subordinata b) La determinazione del mercato commerciale c) Il monopolio 3· Determinazione della produzione agricola, dell'organizzazione e del benessere a) Agricoltura commerciale b) Agricoltura secondaria c ) Rapporti tra sottoproduzione e sovrapproduzione d) Organizzazione della produzione nell'azienda e) Contraddizioni nel benessere

8

INDICE

4 · Conclusioni teoriche e politiche 5 . Postscriptum: ulteriore documentazione a) Monopolio e proprietà terriera b) Fluidità dei rapporti padrone-lavoratore c) Commercializzazione e credito

P· 3o8 310 310 3II 314 v.

Gli investimenti esteri nel sottosviluppo dell'America Latina 321

A. Il problema

322

B.

Dal colonialismo all'imperialismo r. Lo sfruttamento e l'accumulazione coloniali primi-

322

tivi 2. Industrializzazione, libero scambio e sottosviluppo 3 · Espansione imperialistica e sottosviluppo dell'America Latina

32 5 331 c.

Neoimperialismo e oltre

358

D.

Riepilogo e conclusioni

3 65

Fonti bibliografiche

338 339 340

r. Crisi metropolitana e sviluppo latinoamericano 2 . Espansione metropolitana e sottosviluppo dell'America Latina

CAPITALISMO E SOTTOSVILUPPO IN AMERICA LATINA Per i veri amici Paula e Tacher

·A Paul Baran, pioniere che ha ispirato il mio lavoro; a Paul Sweezy, amico che l'ha incorag­ giato; e a Paul Frank che, co­ me latinoamericano, deve con­ tinuarlo.

Prefazione all'edizione italiana

Per le edizioni in lingua italiana, spagnola, francese e portoghese, nonché per la nuova edizione riveduta in lin­ gua inglese, è stato aggiunto un saggio su Gli investimenti esteri nel sottosviluppo dell'America Latina. Questo sag­ gio fu scritto su richiesta della Bertrand Russell Peace Foundation nel maggio 1 9 6 6 in Messico, e non venne in­ cluso nell'edizione originale per ragioni tecniche. Al s ag­ gio sono state apportate solo lievi varianti per compren­ dere alcuni nuovi dati resisi disponibili nei due anni tra­ scorsi da allora. L'inclusione di questo saggio aiuta ad ovviare ad alcune omissioni notate nella prefazione alla prima edizione. Es­ so costituisce un tentativo di affrontare il problema dello sviluppo capitalistico del sottosviluppo nell'America La­ tina nel suo insieme, anche attraverso la prospettiva degli investimenti esteri. Questo saggio è un po' piu storico, nel senso che cerca di descrivere le trasformazioni dell'econo­ mia dell'America Latina attraverso le diverse fasi dello sviluppo del suo sottosviluppo. È il tentativo di fare una breve storia economica del continente, in cui cerco di mo­ strare come ogni fase nasca dalla precedente e conduca al­ la successiva. Atttaverso il ruolo strumentale degli inve­ stimenti esteri si vede come ogni fase diventi possibile, e la successiva necessaria. Questo saggio, ancora piu degli altri, mette in rilievo l'importanza cruciale dei primi cinquant'anni successivi al­ l'indipendenza nella determinazione del successivo desti­ nodell'America Latina. Fu infatti in questi primi decenni del secolo scorso che si combatté la battaglia per l'indipen.. denza economica dell'America Latina, e la si perdette. Non diversamente dal Nord America, l'America Latina

���·"'-= �-!l!l "" · lllml----

I2

PREFAZIONE ALL'EDIZIONE ITALIANA

passò attraverso l'esperienza di una guerra civile fra gli interessi industriali nazionalisti e quelli agricoli antinazio­ nalisti d'esportazione. Ma mentre nel Nord la situazione coloniale aveva permesso ai nascenti interessi industriali di diventare economicamente e politicamente abbastanza forti da vincere la guerra civile, nel Sud l'investimento estero nel sottosviluppo, che era a quell'epoca molto mag­ giore, aveva fatto sf che gli interessi nazionalisti perdesse­ ro questa guerra per la loro sopravvivenza, e con essa la loro ultima occasione di giungere allo sviluppo economi­ co attraverso il capitalismo . La sconfitta degli interessi industriali nazionalisti e la vittoria di quelli antinazionalisti legati all'esportazione di materie prime aprf la porta in America Latina all'ingresso dell'imperialismo classico quando lo sviluppo capitalisti­ co mondiale rese propizio il momento nella metropoli e anche nell'America Latina. Questo saggio, piu degli altri, presta anche una maggiore attenzione alla trasformazione strutturale dell'economia e della società latinoamericane che questo sviluppo imperialista ha creato. E come gli al­ tri mette in luce come il sottosviluppo imperialistico ab­ bia preparato la strada nell'America Latina al neoimperia­ lismo contemporaneo e al sottosviluppo strutturale ancor piu profondo che ora si può eliminare solo col socialismo . È importante porre in rilievo che il problema riguarda il sottosviluppo strutturale a livello nazionale e locale, no­ nostante sia stato creato e reso ancor piu grave dalla strut­ tura e dallo sviluppo dell'economia capitalistica mondiale. L'attenzione dedicata alla contraddizione dell'espropria­ zione/ appropriazione del surplus economico del satellite da parte della metropoli, e specialmente da parte di quel­ la capitalistica mondiale, ha portato alcuni lettori a rite­ nere che il punto centrale di questo libro sia soprattutto il sottosviluppo « esterno » . È opportuno, quindi, approfitta­ re di questa occasione per richiamare l'attenzione del let­ tore sul fatto che la tesi di questo libro ( l.A ) è precisamen­ te che le contraddizioni dell'espropriazione/ appropriazio­ ne e della polarizzazione metropoli-satellite penetrano, co­ me una catena, il mondo sottosviluppato nella sua totalità, creando una struttura di sottosviluppo « interna». Fide!

PREFAZIONE ALL 'EDIZIONE ITALIANA

I3

Castro h a detto una volta che l'imperialismo sarebbe ben accetto nonostante i dollari che succhia dall'America Lati­ na, se soltanto lasciasse utilizzare alla sua popolazione le ri­ sorse restanti per il suo proprio sviluppo. Ed è proprio co­ si. Come si pone in rilievo a pp . 34-3 5 , « tra i fattori che generano sottosviluppo strutturale, ancora piu rilevante del drenaggio di surplus economico . . . è l'integrazione del­ l'economia interna del satellite nella stessa struttura capi­ talistica e nelle sue contraddizioni fondamentali » . Questa tesi viene confermata innumerevoli volte dall'esperienza analizzata in questo libro: dalla polarizzazione interna e dalla formazione della struttura di latifondi nel secolo xvm in Cile (l.F. 2-4 ) ; dalla struttura di potere del Cile nel secolo XIX ( l.G-4 ) ; nel settore interno del Cile nel se­ colo xx ( LH. 2 ) ; dalla struttura economica del « problema indiano » ( I I ) ; attraverso la formazione della struttura in­ terna di sottosviluppo nel Brasile coloniale, che impedi lo sviluppo anche dopo che i vincoli coloniali vennero allen­ tati ( II I .B ) ; attraverso l'involuzione attiva negli anni ' 3 0 e '4o in Brasile ( III .c-4 ) ; dal colonialismo interno in Bra­ sile ( I I I .c. 6 ) ; attraverso la struttura di monopolio interno dell'agricoltura brasiliana (IV); attraverso la trasforma­ zione della struttura economica, sociale, politica e cultu­ rale « interna » dell'America Latina durante un secolo d'im­ perialismo e di neoimperialismo ( V ) . Inoltre, se il sotto­ sviluppo fosse davvero soltanto una condizione « esterna » imposta- dal di fuori e si manifestasse soprattutto in una fuga di capitale attraverso il commercio e gli aiuti, come alcuni sostengono, allora le semplici soluzioni « nazionali­ ste» che in questo libro si criticano potrebbero senz'altro esser ritenute valide. Ma appunto perché il sottosviluppo è integralmente « interno »/ « esterno », solo la distruzione di questa struttura di sottosviluppo capitalistico e la sua sostituzione con lo sviluppo socialista può forse costituire una linea politica valida per combattere il sottosviluppo . L e altre carenze del libro rimangono. Oltre all'aggiun­ ta del saggio di cui ho parlato, sono stati corretti solo pic­ coli errori di stampa e dell'autore. Pertanto il libro risen­ te ancora della mancanza- che veniva rilevata nella prefa­ zione alla prima edizione - di un'analisi adeguata della

PREFAZIONE ALL 'EDIZIONE ITALIANA struttura di classe nell'America Latina. Un difetto colle­ gato è stato rilevato da un recensore: l'uso dell'approccio strutturale coloniale o neocoloniale non rivela automati­ cament� quali di quei settori della popolazione che sono contemporaneamente satellite e metropoli sono potenzial­ mente alleati e quali sono certamente o verosimilmente nemici della rivoluzione . È esatto ; abbiamo bisogno di sa­ perlo. Ma l'approccio della struttura di classe non rivela immediatamente e infallibilmente quest'aspetto dell'ana­ tomia e nemmeno della psicologia sociopolitica . Altrimen­ ti non ci sarebbe tanto disaccordo su quali sono gli amici e quali i nemici nella sinistra. È necessaria l'analisi, non uno schema generale coloniale o di classe. Uno dei miei saggi piu recenti, Who is the Immediate Enemy? Latin America: Capitalist Underdevelopment or Socialist Revo­ lution, tenta di compiere un altro passo verso l'analisi ne­ cessaria facendo vedere come la struttura coloniale, che forma il punto centrale di questo libro, ha nei fatti forma­ to e trasformato la struttura di classe nell'America Latina e perché allora, benché il nemico principale sia senza dub­ bio l'imperialismo, il nemico immediato è la borghesia del­ l' America Latina stessa. ( Questo saggio è compreso in un secondo libro che raccoglie numerosi articoli sullo svilup­ po del sottosviluppo nell'America Latina, che sarà presto pubblicato dall'editore Einaudi, in cui la struttura di clas­ se e le politiche nazionali sono oggetto di. maggior atten­ zione che in questo) . Un'altra critica ha sostenuto che il presente libro for­ nisce la base analitica socioeconomica per le conclusioni politiche di Régis Debray. Fosse vero ! Ma l'approccio ge­ nerale qui indicato non può sostituire l'analisi. Per distin­ guere gli amici dai nemici e per trovare i mezzi politico­ militari per combattere i secondi, dobbiamo analizzare la struttura coloniale e di classe in determinati momenti e luoghi; e, naturalmente, dobbiamo combattere; perché la teoria rivoluzionaria, come la stessa rivoluzione, deve es­ sere portata avanti attraverso la pratica rivoluzionaria tra il popolo . A. G. F.

Montreal, 17 aprile 1968.

Prefazione

Ritengo anch'io, come Paul Baran, che è proprio il ca­ pitalismo, sia mondiale che nazionale, che ha prodotto sot­ tosviluppo nel passato e che lo produce ancor oggi. Gli studi seguenti sono stati scritti in epoche diverse, in vari paesi, per scopi e mezzi di diffusione differenti'. Ciascuno di essi a suo modo è inteso a porre in chiaro co­ me la struttura e lo sviluppo stesso del capitalismo, che sono penetrati ormai da lungo tempo nell'America Latina e in altri continenti e ne sono caratteristici, hanno prodot­ to, mantengono in vita e rendono sempre piu grave il sot­ tosviluppo . L'analisi di questi studi vette sulla struttura metropoli­ satellite del sistema capitalistico, da cui emerge. Benché le caratteristiche, le contraddizioni e le conseguenze del capitalismo appaiano in tutti, ciascuno di essi sottolinea in modo particolare un determinato aspetto del sottosvilup­ po capitalistico. Il saggio storico sul sottosviluppo del Ci­ le pone particolarmente l'accento sulla perdita e sull'ap­ propriazione ingiusta del surplus t!conomico nel processo del sottosviluppo capitalistico, su cui Paul Baran ha ri­ chiamato l'attenzione. Il breve saggio sul « problema in­ diano » nell'America Latina afferma che la base di questo problema è l'estensione dell'appropriazione capitalistica fino ai settori piu remoti della società. Nello studio sul sottosviluppo storico del Brasile, invece, sono analizzate in modo piu dettagliato le contraddizioni dello sviluppo disuguale e della polarizzazione internazionale, come di quella nazionale e regionale. Il punto centrale dell'analisi 1 Questo è il motivo per cui non è stato possibile ricontrollare alcune fonti locali.

r6

PREFAZIONE

dell'ultimo studio sul sottosviluppo dell'agricoltura brasi­ liana contemporanea, infine, è la natura monopolistica del­ la struttura del capitalismo. Da tutti gli studi emerge là persistenza di queste contraddizioni del capitalismo, che producono il sottosviluppo, lungo tutta la storia dello svi­ luppo capitalistico. Lo studio sul Cile inquadra lo sviluppo e il sottosvilup­ po del capitalismo nel loro contesto storico e delinea nei minimi particolari quegli elementi essenziali della struttu­ ra del sistema capitalistico a livello mondiale, nazionale e locale che costituiscono la base teorica di tutto il mio ra­ gionamento. Il mio interesse storico serve a mostrare co­ me lo sviluppo storico del capitalismo in Cile ha generato e spiega il sottosviluppo di questo paese. Il capitalismo co­ minciò a penetrare nella società latinoamericana e cilena, a plasmarle, in pratica a caratterizzarle completamente fin dalla conquista del secolo XVI. Questo studio analizza co­ me nel corso dei secoli seguenti il capitalismo mondiale ha imposto il suo sviluppo e la sua struttura di sfruttamento all'economia interna del Ci!e, integrandola completamen­ te nel sistema capitalistico mondiale mediante la sua tra­ sformazione in satellite coloniale della metropoli capitali­ stica mondiale ; indica anche come lo sviluppo e il sotto­ sviluppo del Cile sono stati la conseguenza inevitabile di quest'evoluzione e di questa struttura capitalistica mon­ diale, cilena e locale. Il secondo saggio, sul cosiddetto « problema indiano » dell'America Latina, fa parte di uno studio piu esteso scritto come rapporto alla Commissione economica per l'America Latina delle Nazioni Unite. Per questo stesso fatto, la sua stesura fu soggetta ad alcune limitazioni . Es­ so sostiene che la struttura capitalistica esiste dovunque . Anche le popolazioni indigene dell'America Latina, che per la loro economia di autoconsumo e di non-mercato vengono spesso considerate isolate dalla vita nazionale, so­ no pienamente integrate nella stessa struttura capitalisti­ ca, e anzi come vittime supersfruttate dell'imperialismo capitalistico nazionale. Dal momento quindi che sono già completamente integrati nel sistema capitalistico, la poli­ tica fin troppo comune consistente nel tentativo di « inte-

PREFAZIONE

I7

grare » gli indiani dell'America Latina nella vita naziona­ le attraverso questo o quel progetto di sviluppo comuni­ tario è del tutto senza senso e condannata al fallimento . La particolare condizione di presunta arretratezza degli in­ diani deve essere imputata, invece che al loro isolamento, proprio alla struttura del sistema capitalistico e alle parti­ colari manifestazioni di sottosviluppo cui essa dà origine in situazioni diverse, e va interpretata secondo questa ipo­ tesi. Il terzo studio, Lo sviluppo capitalistico del sottosvilup­ po in Brasile, è costituito da una serie di conferenze pèr il Congresso sul « terzo mondo » tenuta alla Escuela nacio­ nal de ciencias pollticas y sociales dell'Università naziona­ le del Messico nel gennaio del 1 9 65. Questo saggio, di in­ tendimenti analoghi a quello sul Cile, pone l'accento sulle limitazioni congenite che la struttura e lo sviluppo del si­ stema capitalistico impongono necessariamente allo svi­ luppo industriale ed economico dei paesi che occupano in esso la posizione di satellite. Fa anche notare come questi paesi, e soprattutto le loro regioni in passato maggiormen\ te esportatrici, come il Nordeste brasiliano, che si trova at­ tualmente in condizioni di estrema miseria, vengono ob­ bligate a sottosvilupparsi nello svolgimento naturale del­ lo sviluppo del sistema capitalistico nel suo insieme. Il saggio intitolato Il capitalismo e il mito del feuda­ lesimo nell'agricoltura brasiliana fu scritto a Brasilia, in stretto contatto con i personaggi e le correnti politiche della capitale nei giorni che precedettero il colpo militare dell'aprile 1 9 64 . Poiché è il primo che ho scritto in ordine di tempo, è il piu carente nel livello d'analisi raggiunto e nelle conclusioni. È però complementare agli altri sotto due aspetti importanti. Dal momento che è di portata piu limitata e che manca di approfondimento storico, in esso ho potuto esaminare molto piu dettagliatamente un aspet­ to particolare del sottosviluppo attuale, la struttura di monopolio commerciale dell'agricoltura. Sostengo in que­ sto saggio che, contrariame1}te a quanto affermano la mag­ gior parte degli studiosi sia borghesi che ll!arxisti, il Brasi­ le - e l'affermazione si potrebbe estendere ad altre parti dell'America Latina - non ha un'« economia dualistica » e 2

r8



PREFAZIONE

che il suo settore agricolo non è feudale o precapitalisti­ co. L 'analisi quindi è diretta a mostrare come l'inefficien­ za e la povertà universalmente riconosciute dell' agricoltu­ ra brasiliana sono provocate dal capitalismo, dalla stessa struttura di monopolio, e quindi di sfruttamento, del ca" pitalismo che è analizzata in tutto il corso di questo li­ bro . L'analisi economica di questo saggio verte chiaramente e specificamente su importanti problemi di analisi e di po­ litica. Se, come lo studio propone, non vi sono settori feu­ da).i dell'economia perché essa è integrata nella sua totali­ tà in un unico sistema capitalistico, allora la teoria che il capitalismo deve ancora penetrare nella maggior parte della campagna è scientificamente inaccettabile e la strate­ gia politica che l'accompagna - cioè sostenere la borghesia nei suoi presunti tentativi di espandere il capitalismo e di portare a termine la rivoluzione democratica borghese - è politicamente disastrosa. Da quando ho scritto questo sag­ gio, l'analisi in esso contenuta è stata fatta avanzare dal­ la storia stessa. La borghesia « nazionale » brasiliana, non meno di quella dei « compradore� », ha dato la sua piena adesione alla dittatura militare neofascista e agli eventi che ne sono seguiti. Resta comunque la speranza che l'ana­ lisi possa ancora servire a rafforzare i fondamenti empiri­ ci e teorici che sono necessari per un'azione politica che consenta in futuro di aver ragione del sottosviluppo in Brasile, in altre parti dell'America Latina e nel resto del mondo. Non ho avuto la pretesa di affrontare in questi saggi tutti i problemi economici e politici dello sviluppo e del sottosviluppo capitalistico in Cile, in Brasile o nell'Ameri­ ca Latina ; e sarà bene tener presenti gli importanti aspet­ ti di cui mi sono occupato poco o nulla. Il mio tentativo di tracciare un panorama d'insieme e di sottolineare la conti­ nuità del processo di sviluppo e di sottosviluppo del capi­ talismo, mi ha portato a insistere su alcune trasformazioni meno di quanto per la loro importanza probabilmente me­ ritassero. Di queste, la piu importante è senza dubbio la nascita e il consolidamento dell'imperialismo . Un'analisi piu dettagliata del processo storico dello sviluppo capitali-

PREFAZIONE

19

stico e dei contemporanei problemi del sottosviluppo do­ vrebbe soffermarsi di piu sulle trasformazioni specifiche della struttura economica e di classe di questi paesi sotto­ sviluppati che furono conseguenza della nascita dell'impe­ rialismo nel secolo XIX e del suo consolidamento nel xx . Paul Baran ha suggerito non solo che l'imperialismo nei paesi sottosviluppati non promosse il capitalismo indu­ striale, ma che ne rafforzò il capitalismo mercantile. L'e­ same del Cile e del Brasile porta a questa conclusione; ma non giunge a spiegare molti dei relativi cambiamenti che si verificarono nei rapporti tra il settore commerciale e quello industriale di questa economia. Con attenzione an­ cor piu scarsa viene esaminata una trasformazione piu re­ cente, e cioè la nascita dei paesi socialisti, anche se essa influisce già direttamente su questi paesi latinoamericani allargandone decisamente le possibili scelte politiche, e in­ direttamente riducendo lo spazio del mercato capitalistico mondiale dei paesi metropolitani e della loro formazione di satelliti. Il tentativo di delineare compiutamente la struttura coloniale metropoli-satellite e lo sviluppo del capitalismo mi ha condotto a rivolgere alla sua struttura di classe e al­ lo sviluppo di quest'ultima un'attenzione specifica molto scarsa. Questo non vuoi dire che quest'analisi della strut­ tura coloniale voglia sostituire l'analisi di classe. Al con­ trario, essa è considerata complementare all'analisi di clas­ se, e ha il fine di scoprire e sottolineare aspetti della strut­ tura di classe di questi paesi sottosviluppati che spesso non sono stati chiariti sufficientemente. In particolare, questo è il caso del posto che spetta alla borghesia e del ruolo che può svolgere o meno nello sviluppo economico e nel processo politico. Nondimeno, dato che in questi saggi si presta attenzione soprattutto alla struttura colo­ niale, essi non possono - né è il loro scopo - servire come strumento adeguato per un esame della lotta di classe nel suo insieme e per trovare le strategie e le tattiche popola­ ri necessarie per il suo sviluppo, per la distruzione del si­ stema capitalistico e quindi per lo sviluppo dei paesi sot­ tosviluppati. Tutti gli studi giungono a una conclusione di fonda-

20

PREFAZIONE

mentale importanza : il capitalismo nazionale e la borghe­ sia nazionale non offrono alcuna soluzio� per il sottosvi­ luppo dell'America Latina, e non possono farlo. Questa conclusione e l'analisi che vi conduce hanno im­ portanti implicazioni scientifiche : chiariscono la necessi­ tà, nei paesi socialisti e sottosviluppati, di uno sviluppo della teoria e dell'analisi che permetta d'inquadrare la struttura e lo sviluppo del sistema capitalistico in un con­ testo mondiale unico e di spiegare il suo sviluppo contrad­ dittorio, che produce contemporaneamente sviluppo e sot­ . tosviluppo economico a livello internazionale, nazionale, locale e settoriale. Per questo compito non sono sufficien­ ti le categorie teoriche specifiche che sono state create sul­ la base dell'esperienza dello sviluppo classico del capitali­ smo limitatamente ai paesi metropolitani. È sterile conti­ nuare a parlare della borghesia nazionale industriale come classe che favorisce lo sviluppo dell'economia di un pre­ sunto « terzo mondo », liberando il suo settore capitalisti­ co nazionale dal colonialismo e dall'imperialismo metro­ politano per la parte estera e favorendone l'espansione per penetrare definitivamente nel settore tradizionale o feu­ dale della propria società ed economia dualistica ed elimi­ narlo per la parte interna. È sterile aspettarsi che i paesi sottosviluppati passino oggi attraverso le stesse fasi di cre­ scita economica per cui passarono le società sviluppate moderne, il cui sviluppo capitalistico classico trasse origi­ ne dalla società feudale e precapitalistica. Aspettarsi una cosa del genere è del tutto contrario ai fatti e al di fuori di qualsiasi reale o realistica possibilità teorica. Sarà ne­ cessario invece studiare scientificamente il processo reale dello sviluppo e del sottosviluppo capitalistico mondiale e promuovere un'economia politica realistica di crescita nella parte sottosviluppata del mondo. In questo modo, analisi e conclusione hanno implica­ zioni politiche di vasta portata. Se la struttura e lo svilup­ po del sistema capitalistico mondiale hanno incorporato e sottosviluppato da lungo tempo anche i piu lontani avam­ posti della società « tradizionale » e non lasciano piu alcu­ no spazio a uno sviluppo capitalistico di stato moderno o nazionale classico al di fuori dell'imperialismo, allora la

PREFAZIONE

2I

struttura contemporanea del capitalismo non provvede neanche allo sviluppo autonomo di una borghesia nazio­ nale che sia abbastanza indipendente da guidare (o spes­ so solo da prendervi parte attivamente) un movimento di reale liberazione nazionale, o abbastanza progressista da distruggere la struttura capitalistica di sottosviluppo na­ zionale. Se proprio ci deve essere una rivoluzione demo­ cratica « borghese », e se deve condurre alla rivoluzione socialista e all'eliminazione del sottosviluppo capitalisti­ co, non ci può piu essere nessuna borghesia di nessun tipo in grado di farla. La missione storica e il ruolo della bor­ ghesia nell'America Latina- che era quello di accompa­ gnare e favorire il sottosviluppo proprio e della propria società - è finito. Nell'America Latina come altrove, il compito di pro­ muovere il progresso storico è ormai ricaduto solo sulle masse popolari; e coloro che vogliono onestamente e rea­ listicamente servire questo progresso devono sostenere il popolo nel raggiungimento di questo progresso da sé e per sé. Applaudire la borghesia e addirittura sostenerla in no­ me del popolo nel suo ruolo già sorpassato sulla scena del­ la storia è da traditori o è un tradimento. L'analisi e le conclusioni di questo studio hanno impli­ cazioni anche per quanto riguarda, se vogliamo usare di nuovo le parole di Paul Baran, la responsabilità degli in­ tellettuali, implicazioni che possono essere chiarite con l'e­ sempio del mio curriculum personale. L'ambiente sociale e intellettuale da cui provengo è la classe media nordame­ ricana, e la mia formazione professionale è quella dell'ala piu reazionaria della borghesia americana (il mio principa­ le professore e insegnante di teoria economica divenne il piu importante consulente economico di Barry Goldwater nella campagna presidenziale del 1 9 64 ) . Quando giunsi in America Latina circa tre anni fa, pensavo che i problemi dello sviluppo fossero soprattutto problemi interni di scar­ sità di capitale, di istituzioni feudali e tradizionali che im­ pediscono risparmio e investimento, di concentrazione del potere politico nelle mani di oligarchie rurali, e molti de­ gli altri ostacoli immaginari di universale conoscenza che si suppone impediscano lo sviluppo economico delle sode-

22

PREFAZIONE

tà ritenute tradizionalmente sottosviluppate. Avevo letto Pau! Baran, ma senza capire veramente né lui né qualsiasi , parte del mondo. Gli interventi sulle politiche di sviluppo, come gli investimenti in capitale umano e le strategie di­ scontinue di sviluppo economico, che la mia ricerca acca­ demica mi aveva condotto a pubblicare in riviste specia­ lizzate, erano piu o meno dello stesso tipo di quelli dei miei colleghi, anche se non arrivavo agli estremi delle po­ litiche monetarie classiche e delle politiche e delle analisi attitudinali e motivazionali pseudoweberìane e neofreu­ diane. Nello stesso tempo, anche prima di venire nei paesi sottosviluppati, avevo sempre conservato un certo tipo di prospettiva e di posizione politica progressista nella mia vita personale, al di fuori del lavoro accademico professio­ nale e della mia carriera. Ero, per usare le parole dell'au­ tobiografia di mio padre, « a sinistra, dove c'è il cuore». Le mie opinioni erano sempre a sinistra di quelle della maggior parte dei liberali americani; per esempio, non du­ bitai che la rivoluzione cubana dovesse essere sostenuta, ma non ne capii il significato. Ero, tutto sommato, fonda­ mentalmente irresponsabile; ero un intellettuale schizo­ frenico: mantenevo le mie opinioni politiche separate dal mio lavoro intellettuale o professionale, accettando le teo­ rie scientifiche piu o meno come mi venivano· sommini­ strate e formando le mie opinioni in gran parte come ri­ flesso di sentimenti e di fatti isolati. Come molti dei miei colleghi, ero un liberale. Per imparare a condurre ricerche nelle scienze sociali che fossero degne di questo nome, per diventare social­ mente e politicamente piu responsabile, e per sentirmi in grado di dire al popolo dei paesi sottosviluppati che tipo di politica economica di crescita poteva servir loro, dovetti abbandonare il mio comportamento liberale e l'ambiente metropolitano e recarmi nei paesi sottosviluppati, per im­ parare in essi la vera scienza ed economia politica nel sen­ so classico preliberale e marxista postliberale. Dovetti li­ berarmi della massima liberale, secondo cui solo la neutra­ lità politica permette l'oggettività scientifica! una massi-

PREFAZIONE

23

m a che s i usa molto spesso per difendere l'irresponsabili­ tà sociale, lo scientismo pseudoscientifico e la reazione po­ litica. Dovevo imparare da chi era stato perseguitato in nome della libertà e del liberalismo, come Simon Bolivar aveva predetto nel 1 8 2 6 . Dovevo imparare che la scienza sociale deve essere scienza politica. Cosi, un'altra implicazione di questi studi è che, in que­ sto ramo della scienza e della politica, per essere respon­ sabili sia intellettualmente che socialmente e, vorrei ag­ giungere, per raggiungere un livello scientifico adeguato e un'efficienza politica, è necessario spogliarsi degli stereoti­ pi scientifici e politici che la maggior parte di noi, marxi­ sti e non marxisti, nella metropoli e nelle colonie, ha ere­ ditato dallo sviluppo capitalistico metropolitano nell'epo­ ca del liberalismo. Come il ruolo della borghesia nei satel­ liti del sistema capitalistico, cosi anche il ruolo economi­ co, politico, sociale - e, certo, anche culturale - del libera­ lismo metropolitano nella storia è superato. Per liberare coloro che questo liberalismo e la sua borghesia hanno ri­ dotto nella schiavitu e nel sottosviluppo, avremo bisogno di una nuova economia politica di crescita che si sviluppi nel senso che Paul Baran ci ha indicato. Uno sforzo co­ sciente per svilupparla, anche a costo di rinunciare a una parte della sicurezza intellettuale e della tranquillità per­ sonale, è il minore dei sacrifici che la storia può chiederci. Parte di questo libro è stata scritta e preparata per la pubblicazione con l'assistenza finanziaria della Louis M. Rabinowitz Foundation, alla quale vorrei esprimere la mia gratitudine per la fiducia e l'aiuto prestatomi. Vorrei an­ che ringraziare i miei amici e colleghi che hanno letto in parte o per intero il manoscritto e mi hanno dato preziosi suggerimenti : Deodato Riveira, Wanderley Guilherme e Ruy Mauro Marini in Brasile; Enzo Paletto, Clodomiro Almeyda e Dale Johnson in Cile; Alonso Aguilar e Fer­ nando Carmona in Messico. Io e il lettore dobbiamo esser grati al compianto John Rackliffe, che ha curato con gran­ de competenza l'editing del manoscritto e mi ha reso age-

PREFAZIONE

vale l'informazione. Un affettuoso ringraziamento anche a mia moglie Marta, che ha dovuto sopportare viaggi da un paese all'altro e che mi ha molto aiutato durante il lavoro. A. G. F.

Mexico, 26 luglio I965 .

I.

Lo sviluppo capitalistico del sottosviluppo in Cile

II commercio di questo reame è un paradosso di commercio, è una con­ traddizione di ricchezze nella quale alcuni prosperano con ciò che cau­ sa la rovina di altri o sono rovinati da ciò che fa prosperare gli altri, in quanto il suo sviluppo si fonda sugli scambi con l'estero e sull'abolizione della libertà altrui, ed è considerato non come un commercio da tenere aperto, ma come un'eredità da con­ servare chiusa. JOSÉ ARMENDARIS, vicerè del Peru, 173 6

A.

La tesi del sottosviluppo capitalistico

La tesi di questo saggio è che il sottosviluppo nel Cile è la conseguenza necessaria di quattro secoli di sviluppo

capitalistico e delle contraddizioni interne del capitalismo stesso. Queste contraddizioni sono l'espropriazione del surplus economico ai piu e la sua appropriazione da parte di una minoranza, la polarizzazione del sistema capitalisti­ co in un centro metropolitano e in satelliti periferici, e la continuità della struttura fondamentale del sistema capita­ listico attraverso tutta la storia della sua espansione e tra­ sformazione, dovuta al persistere e al riprodursi di queste contraddizioni in ogni luogo e in ogni tempo. La mia tesi è che queste contraddizioni capitalistiche e lo sviluppo sto­ rico del sistema capitalistico hanno generato sottosvilup­ po nei satelliti periferici, il cui surplus economico veniva espropriato, determinando nel medesimo tempo sviluppo (!Conomico nei centri metropolitani che di quel surplus si appropriavano; sostengo inoltre che questo processo con­ tinua ancora. La conquista spagnola incorporò ed integrò completa­ mente il Cile nel sistema capitalistico mercantile in espan­ sione del secolo XVI. Le contraddizioni del capitalismo hanno prodotto sottosviluppo strutturale in Cile fin da quando questo paese cominciò a prendere parte allo svi­ luppo del sistema mondiale. Contrariamente all'opinione corrente, il sottosviluppo in Cile e altrove non è una con­ dizione originaria o tradizionale; né è uno stadio storico della crescita economica, attraverso cui sono passati gli at­ tuali paesi capitalistici avanzati. Il sottosviluppo in Cile e altrove, viceversa, non meno dello stesso sviluppo econo­ mico, non è altro che la conseguenza necessaria nel corso dei secoli del processo di sviluppo capitalistico dominato

SVILUPPO DEL S OTTOSVILUPPO IN CILE

dalle contraddizioni ad esso inerenti. Questo stesso pro­ cesso continua a produrre in Cile sottosviluppo che non può essere, né sarà, eliminato da un ulteriore sviluppo ca­ pitalistico. Quindi il sottosviluppo strutturale continuerà ad essere prodotto ed aggravato in Cile fino a che i cileni non si libereranno del capitalismo. L'interpretazione qui presentata differisce non solo da quelle, largamente accettate, della natura e delle cause del sottosviluppo e dello sviluppo in generale, ma anche dalle teorie di importanti studiosi della società cilena passata e presente. Cosi, durante la campagna elettorale presiden­ ziale del 1964, sia il candidato democristiano-liberale-con­ servatore sia quello social-comunista attribuirono elemen­ ti « feudali » all'attuale società cilena; e anche Fidel Ca­ stro, nel suo commento postelettorale, fece riferimento ad elementi « feudali » in Cile. G. M. McBride, nel suo libro meritatamente famoso Chile: Land and Society, scritto ne­ gli anni ' 3 0, sostenne che tutto il Cile subiva le conseguen­ ze del « predominio in condizioni feudali di una classe ri­ stretta di aristocrazia terriera » . L o studioso marxista Julio César Jobet, nel suo Ensayo critico del desarrollo econ6mico-social de Chile, suggeri che nel secolo XIX si era formata una borghesia che sor­ geva « dalle rovine dell'economia esclusivamente feudale della prima parte del secolo XIX » (citato in Finto 1962, 3 sgg . )'. Anibal Finto, nel suo libro fondamentale Chile: un caso de desarrollo frustrado, che da quando è apparso nel I 9 57 ha esercitato una forte influenza su tutte le opere storiche ed economiche sul Cile, risali ancora più indietro e affermò che « l'indipendenza apri le porte » ; ma cionon­ dimeno egli sostenne che solo successivamente « il com­ mercio estero divenne la forza propulsiva del sistema eco­ nomico interno » e che sino alla fine del secolo XVIII il Ci­ le era e rimase una « economia isolata » (Finto 1 9 62, 131 5 ). Max Nolff, procedendo nell'analisi di Finto, sviluppa la sua teoria del progresso industriale cileno, basandosi sulla tesi secondo la quale durante l'intero periodo colo1 Tutte le fonti indicate tra parentesi in questo modo si riferiscono la bibliografia delle opere citate, pp. 3 65 sgg.

al­

IL S OTTOSVILUPPO CAPITALISTICO

29

niale in Cile esisteva una « economia chiusa di sussisten­ za ». Perfino il marxista Hernan Ramirez ( 1 959), il cui Antecedentes econ6micos de la independencia de Chile

fornisce ampie prove che le precedenti teorie sul Cile del secolo XVIII e dei seguenti sono scarsamente fondate, si ri­ ferisce a una presunta « tendenza autarchica » nell'econo­ mia cilena prima di quel periodo. Sulla base delle mie letture di storia cilena e di storia dell'America Latina in generale, tali riferimenti a un'eco­ nomia di sussistenza, autarchica, chiusa, isolata e feudale travisano la realtà ivi esistente fin dalla' conquista del se­ colo XVI. Inoltre, l'incapacità di riconoscere e capire la na­ tura e il significato dell'economia capitalistica di esporta­ zione, aperta e dipendente, che ha caratterizzato e afflitto il Cile e i paesi vicini per tutta la storia successiva alla con­ quista, comporta, come conseguenze inevitabili, errori di interpretazione e di comprensione della natura reale del capitalismo attuale, delle cause effettive non solo dell'ar­ retratezza passata e presente ma anche di quella che va sempre piu aumentando e delle indicazioni politiche ne­ cessarie ad eliminare per il futuro tale sottosviluppo. Que­ sto saggio si propone di chiarire tali problemi. In particolare non posso accettare le presunte basi em­ piriche e quindi nemmeno le formulazioni del problema e delle scelte politiche relative allo sviluppo del Cile, quali quelle sostenute da Anibal Pinto e Max Nolff ( quest'ulti­ mo, principale consigliere economico di Allende, candida­ to alla presidenza nel I 964 per i social-comunisti) e da al­ tri che si rifanno ai principi di analisi della Commissione economica delle Nazioni Unite per l'America Latina. Que­ sti studiosi, partendo dal punto di vista inesatto secondo cui in Cile, per tutti i secoli precedenti l'indipendenza po­ litica, c'era un'economia di sussistenza chiusa e isolata, at­ tribuiscono il successivo sottosviluppo dell'economia cile­ na al presunto errore del Cile di avere scelto uno sviluppo « verso l'esterno » anziché « verso l'interno » dopo che nel secolo XIX l'indipendenza, a sentir loro, aveva aperto le porte. Essi sostengono implicitamente che se il Cile aves­ se allora scelto uno svilùppo capitalistico orientato verso l'interno, questo ora sarebbe nel suo stadio avanzato; é,

30

S VILUPPO DEL SOTTO SVILUPPO I N CILE

conseguentemente, che il Cile avrebbe ancora oggi la pos­ sibilità di raggiungere uno stadio economico progredito se solo si affrettasse ad adottare finalmente uno sviluppo ( ancora di tipo capitalistico ) orientato verso l'interno . Le mie letture di storia cilena e la mia analisi del capi­ talismo mi costringono a rifiutare sia la premessa che la conclusione. A causa del capitalismo, l'economia del�çile era già in via di sottosviluppo nei tre secoli preceden!il'in­ dipendenza. E, se le contraddizioni inerenti alla natura stessa de[capitalismo continuano ad essere operanti nel Cile di oggi - come la mia analisi sostiene che debba av­ venire e come le mie osservazioni mostrano che avviene - allora nessun tipo di progresso capitalistico, sia esso ri­ volto verso l'esterno o verso l'interno, può salvare il Ci­ le da un ulteriore sottosviluppo. Infatti, se un tipo di svi­ luppo dipendente e arretrato, orientato verso l'esterno, ha profondamente caratterizzato l'economia cilena sin dal tempo della conquista, allora la presunta possibilità di uno sviluppo capitalistico indipendente e nazionale orientato verso l'interno nel secolo XIX non è nemmeno esistita ; e ancor meno esiste nella realtà attuale. I.

La contraddizione espropriazione/appropriazione del surplus economico.

La prima delle tre contraddizioni cui faccio risalire lo sviluppo e il sottosviluppo economico è l'espropriazione/ appropriazione del surplus economico. L'analisi del capi­ · • talismo compiuta da Mapl: ha. indivi!Ì\19:to e posto. in ![ie­ :vo l'espropriazione del plusvalore creato daiproduttori e l'appropriazione di esso da parte dei capitalisti. Un seco1b dopo, Paul Baran ha sottolineato il ruolo c!ie il surplus economico ha nel generare sviluppo e anche sottosvilup­ po economico . Quello che Baran chiama surplus economi­ co « effettivo » è quella parte della produzione corrente che viene risparmiata ed effettivamente investita ( e quin­ di è solo una parte del plusvalore ) . Baran inoltre distin­ gue e mette in maggior rilievo il surplus economico « po­ tenziale », o potenzialmente investibile, che non è dispo-

31

IL S OTTO SVILUPPO CAPITALI STICO

nibile per la società, o perché la sua stessa struttura mo­ nopolistica ne impedisce la produzione, o perché ( se vie­ ne prodotto ) è appropriato e sprecato in consumi di lus­ so. Si possono imputare al monopolio anche le differenze esistenti tra percettori di redditi alti e bassi, nonché gran parte dell'incapacità dei primi a incanalare i loro redditi in investimenti produttivi. Quindi la non produzione e la non disponibilità ai :fini dell'investimento del surplus eco­ nomico « potenziale » è dovuta essenzialmente alla strut­ tura monopolistica del capitalismo. Qui di seguito esami­ nerò il processo mediante il quale la struttura monopoli­ stica del capitalismo mondiale ha generato il sottosvilup­ po del Cile . La contraddizione espropriazione/ appropriazione mo­ nopolistica del surplus economico è presente ovunque nel sistema capitalistico e le sue conseguenze su sviluppo e sottosviluppo assumono molteplici aspetti. Per esaminare lo sviluppo o il sottosviluppo di un particolare settore del sistema capitalistico mondiale, come il Cile (o una parte del Cile ), dobbiamo collocarlo nel contesto generale del sistema economico mondiale e individuarne la peculiare struttura economica. In questo studio noi vedremo che in Cile è sempre esistito un alto grado di monopolio interno ed esterno . Per quanto concorrenziale potesse essere la struttura economica della metropoli in ogni determinato stadio del suo sviluppo, il sistema capitalistico mondiale nel suo complesso, cosi come i satelliti periferici, è stato caratterizzato da un alto grado di monopolio per tutta la storia del suo sviluppo . J?ertanto il monopolio esterno ha sempre avuto come conseguenza l'espropriazione ( e quin­ di la non disponibilità per il Cile} di una parte rilevante del surplus economico prodotto in Cile i!l'appropriazione di esso da parte di un altro settore del sistéma capitalisti­ co mondiale . In particolare esamino i risultati delle ricer­ che di due �tudiosi dell'economia cilena che tentano di va­ lutare, per il periodo attuale, il surplus economico poten­ ziale appropriato da altri e non piu disponibile per il Cile. La struttura monopolistica del capitalismo e la contrad­ dizione espropriazione/ appropriazione del surplus carat­ terizzano l'intera economia cilena passata e presente In.•

SVILUPPO DEL S OTTO SVILUPPO IN CILE fatti questo rapporto di sfruttamento estende il legame capitalistico, a guisa di catena, dalle metropoli mondiali e nazionali ai centri regionali (le prime espropriano una parte del surplus dei secondi ), e da questi ai centri locali e cosi via fino ai grandi latifondisti o mercanti che espro­ priano il surplus dei piccoli contadini o affittuari, e talvol­ ta perfino da questi ultimi ai lavoratori senza terra da essi sfruttati. Ad ogni anello di questa catena una minoranza dominante di capitalisti esercita un potere monopolistico sulla maggioranza sottostante, espropriando una parte o la totalità del surplus economico da questa prodotto e ap­ propriandosene per il proprio uso nella misura in cui non viene a sua volta espropriata da una minoranza sovrastan­ te ancor piu esigua. Cosi, ad ogni anello, il sistema capita­ listico internazionale, nazionale e locale, genera sviluppo economico per pochi e sottosviluppo per la maggioranza .

2.

La contraddizione della struttura polarizzata metro­ poli-satellite.

La seconda contraddizione capitalistica, che è anche la piu importante per questo studio, venne introdotta da Marx nella sua analisi della imminente centralizzazione del sistema capitalistico . Questa contraddizione del capi­ talismo assume la forma di una polarizzazione in centri metropolitani e satelliti periferici; era questo che il vicerè Armendaris del Peru descriveva nel 1 736 quando osser­ vava che il commercio dell'impero capitalistico mercanti­ le della Spagna, del vicereame del Peru all'interno di esso e del capitanato generale del Cile all'interno di quest'ul­ timo, «è una forma paradossale di commercio e una con­ traddizione di ricchezze . . . alcuni prosperano con çiò che causa la rovina di altri e sono rovinati da ciò che fa pro­ sperare gli altri » . Paul Baran rilevò questa stessa contrad­ dizione due secoli cfopo quando notò che « il regime di ca­ pitalismo monopolistico e d'imperialismo nei paesi avan­ zati e l'arretratezza economica e sociale nei p aesi sottosvi­ luppati sono intimamente connessi, e rappresentano solo

IL S OTTOS VILUPPO CAPITALISTICO

33

aspetti diversi di quello che in realtà è un problema globa­ le » (Baran 1 9 5 7 ) . Le conseguenze che l a contraddizione capitalistica tra centri metropolitani e satelliti periferici ha su sviluppo e sottosviluppo economico sono riassunte nei Principi ele­ mentari del marxismo : Una caratteristica del capitalismo è che lo sviluppo di alcuni paesi avviene a spese di sofferenze e rovina delle popolazioni di altri. Per rendere possibile il rapido sviluppo dell'economia e della cultura del cosiddetto « mondo civile », cioè di un numero ristretto di potenze capitalistiche dell'Europa e del Nord Ame­ rica, la maggioranza della popolazione mondiale, i popoli del­ l'Asia, dell'Africa, dell'America Latina e dell'Australia pagò un prezzo terribile. La colonizzazione di questi continenti permise il rapido sviluppo del capitalismo in Occidente. Ma essa portò rovina, povertà e una mostruosa oppressione politica ai popoli asserviti. Il carattere estremamente contraddittorio del progres­ so capitalistico si manifesta anche in regioni differenti di uno stesso paese. Lo sviluppo relativamente rapido delle città e dei centri industriali è normalmente accompagnato da ritardo e de· dino nelle regioni agricole (Kuusinen s. d., 247·4 8 ) .

In questo modo la metropoli espropria il surplus dei suoi satelliti e se ne appropria per il suo sviluppo econo­ mico. I satelliti restano sottosviluppati per l'impossibilità di usufruire del surplus che producono e come conseguen­ za della polarizzazione e delle contraddizioni capitalisti­ che che la metropoli introduce e mantiene nella struttura economica interna del satellite . Una volta che l'insieme di queste contraddizioni si è saldamente stabilito, esso raf­ forza i processi di sviluppo nella metropoli, che diventa sempre piu dominante, e di sottosviluppo nei satelliti, che diventano sempre piu dipendenti, sino a che esse non ven­ gono risolte con l'abbandono del capitalismo da una o da entrambe le parti tra loro interdipendenti. Lo sviluppo e il sottosviluppo economico sono le due facce della stessa medaglia. Rappresentano tutti e due il risultato necessario e la manifestazione simultanea di con­ traddizioni interne al sistema capitalistico mondiale. Lo sviluppo e il sottosviluppo economico non differiscono so­ lo in modo relativo e quantitativo nel senso che l'uno rap­ presenta uno stadio piu avanzato dell'altro, ma anche per la qualità e per il reciproco rapporto nel senso che l'uno è

34

SVILUPPO DEL S OTTO SVILUPPO IN CILE

strutturalmente differente dall'altro e nel medesimo tem­ po trova, nel rapporto con l'altro, la sua giustificazione. Tuttavia §YiWJ2QQ_��Qttosyi).upp() S()!}O la stessa cosal cÌ!l quanto sono il prodotto di una struttura economica e d.l. un . pro éesso capitaii. stico unici; anche se clia1�tticamente �()I1tracl9i!tori. Quindi essi non possono essere considera­ ti come prodotti di strutture e sistemi economici presen­ tati come diversi o di presunte differenze nello stadio di crescita economica raggiunto all'interno in uno stesso si­ stema. Un medesimo e unico processo storico mondiale di espansione e di crescita del capitalismo ha generato simul­ taneamente sia lo sviluppo economico che il sottosvilup­ po strutturale, e continua a farlo . Tuttavia, come suggeriscono i Principi elementari del marxismo, la contraddizione metropoli-satellite non esiste solo tra le metropoli del mondo capitalistico e i paesi sa­ telliti periferici, ma può verificarsi anche tra regioni inter­ ne a questi paesi e tra « il rapido sviluppo delle città e dei centri industriali e il ritardo e il declino delle zone agrico­ le » . Questa stessa contraddizione metropoli-satellite va sempre piu aggravandosi e caratterizza tutti i livelli e i set­ tori del sistema capitalistico. Questo rapporto contraddit­ torio tra centri metropolitani e satelliti periferici, cosf co­ me il processo di espropriazione/ appropriazione del sur­ plus , si estende all'intero sistema capitalistico mondiale come una catena che collega il centro metropolitano mon­ diale predominante con i vari centri nazionali, regionali, locali e d'impresa. Conseguenza evidente dei rapporti eco­ nomici esterni del satellite è la perdita di una parte del suo surplus a favore della metropoli. Essa, mediante l'appro­ priazione del surplus economico di questo e di altri satelli­ ti, ha la possibilità di svilupparsi a meno che, c 9me è av­ venuto per la Spagna e per il Portogallo, essa non venga a sua volta trasformata in satellite e il suo surplus non ven­ ga espropriato da altri prima che possa porre delle solide basi per il suo sviluppo . In entrambi i casi la metropoli tende ad accrescere il suo dominio sul satellite e a render­ lo sempre piu dipendente. Tra i fattori che generano sottosviluppo strutturale, an­ cora piu rilevante del drenaggio di surplus economico dal

IL S OTTO SVILUPPO CAPITALISTICO

35

satellite dopo averlo incorporato come tale nel sistema capitalistico mondiale, è l'integrazione dell'economia in­ terna del satellite nella stessa struttura capitalistica e nel­ le sue contraddizioni fondamentali. Cioè, non appena un paese o una popolazione s ono trasformati in satellite di una metropoli capitalistica straniera, il meccanismo di sfruttamento metropoli-satellite si organizza rapidamente per dominare l'economia interna e la vita politica e socia­ fe di quella popolazione. Le contraddizioni del capitali­ smo rinascono all'interno per generare tendenze verso lo sviluppo nelle metropoli nazionali e verso il sottosvilup­ po nei satelliti interni, esattamente come operano a livel­ lo mondiale, ma con una importante differenza : lo svilup­ po del centro metropolitano nazionale è afflitto necessaria­ mente da limitazioni, carenze e arretratezze sconosciute al­ la metropoli capitalistica mondiale a causa del fatto che il centro nazionale, a differenza di quello mondiale, è con­ temporaneamente anche un satellite . Analogamente le me­ tropoli regionali, locali o di settore nel paese satellite si scontrano, nella loro crescita economica, con limitazioni moltiplicate da una struttura capitalistica che le rende di­ pendenti da una intera catena di sovrastanti centri metro­ politani. Da ciò segue che i satelliti capitalistici, siano essi paesi, regioni, distretti o settori, sono condannati all'arretratez­ za a meno che non si liberino da questa struttura capitali­ stica o a meno che l'intero sistema capitalistico mondiale non si dissolva. Questa caratteristica dello sviluppo e del sottosviluppo, cioè l'integrazione di una intera struttura economica, politica e sociale nelle contraddizioni del siste­ ma capitalistico mondiale, viene trattata con particolare attenzione in questo studio dell'esperienza cilena, perché esso affronta il problema dell'analisi del sottosviluppo e della formulazione di proposte economiche e politiche per lo sviluppo in maniera che differisce in modo rilevante da altri analoghi tentativi e che credo sia piu realistica . Questa tesi ne suggerisce una sussidiaria con alcune im­ portanti implicazioni per lo sviluppo e il sottosviluppo economico : se è la condizione di satellite che genera arre­ tratezza, allora un legame piu debole e meno efficace tra

SVILUPPO DEL SOTTO SVILUPPO IN CILE metropoli e satellite può provocare un sottosviluppo strut­ turale meno profondo e/ o permettere maggiori possibili­ tà di sviluppo locale . L'esempio del Cile è utile per con­ fermare questa ipotesi . Inoltre, in una prospettiva mon­ diale, nessun p aese che è stato saldamente legato come sa­ tellite alla metropoli all'interno dell'intero sistema capi­ talistico ha raggiunto la condizione di paese economica­ mente avanzato se non abbandonando definitivamente ta­ le sistema . Certi paesi, in particolare la Spagna e il Por­ togallo, che per un certo periodo hanno fatto parte della te sottosviluppati dopo che furono ridotti a satelliti com­ merciali della Gran Bretagna dall'inizio del secolo xvn ' . È inoltre rilevante per la conferma della nostra tesi i l fat­ to che i satelliti siano riusciti, come in effetti hanno fatto, a compiere temporanei balzi in avanti nello sviluppo du­ rante guerre o depressioni nella metropoli che indeboliva­ no temporaneamente il dominio sopra la vita economica dei satelliti. Come vedremo, il maggiore isolamento dal centro metropolitano spagnolo rispetto alle altre colonie e la diminuzione del grado di interdipendenza e · di subor­ dinazione alla metropoli avvenuto in periodi di guerra· o depressioni, hanno rappresentato un aiuto concreto nel rafforzare i tentativi di sviluppo del Cile nei secoli.

3 · La contraddizione della continuità nel cambiamento. Le due precedenti contraddizioni principali ne suggeri­ scono una terza, relativa allo sviluppo e al sottosviluppo capitalistico : la continua presenza in ogni tempo e in ogni 1 Lo sviluppo delle ex colonie britanniche in America del Nord e in Oceania fu possibile perché i legami fra esse e la metropoli europea non ostacolarono mai il rapporto di dipendenza degli attuali paesi sottosvilup­ pati dell'America Latina, dell'Africa e dell'Asia. L'industrializzazione del Giappone dopo il r868 deve essere fatta risalire al fatto che esso era a quel tempo l'unico importante paese che non era stato ancora incorporato nel sistema capitalistico mondiale e che non aveva quindi cominciato a sotto­ svilupparsi. Analogamente, se la Tailandia è oggi meno arretrata di altri paesi del Sudest asiatico, ciò si deve al fatto che essa non è stata mai una colonia come le altre fino a che il recente inizio della « protezione » degli Stati Uniti non ha dato avvio al sottosviluppo anche per essa.

IL S OTTO S VILUPPO CAPITALISTICO

37

luogo degli elementi strutturali essenziali dello sviluppo e del sottosviluppo economico durante tutta l'espansione e la crescita del sistema capitalistico . Come affermava En­ gels , « vi è una contraddizione in una cosa che rimane la stessa e tuttavia cambia costantemente » . Anche se lo svi­ luppo « classico » del capitalismo in Europa ( la metropo­ li ) può essere stato piu o meno caratterizzato da continui­ tà e da stabilità strutturale, il sistema capitalistico , nella sua espansione su scala mondiale, ha mantenuto nel com­ lesso la sua struttura essenziale e ha generato le stesse questa con mu1 a ' e a ' contra 2aom on atn.enta ; ' struttura e delle contraddizioni del sistema capitalistico mondiale è il fattore determinante da riconoscere e com­ prendere se vogliamo analizzare e combattere con efficacia l'attuale sottosviluppo della maggior parte del mondo . Per questa ragione do alla SQ_ntirmit�_cklla_�truttura ça� pitalistica e alla sua funzione di creare sottosviluppo Jlt\ rilievo maggiore dei molti cambiamenti e trasformazioni storiche, senza dubbio importanti, che il Cile ha subito al­ l'interno di questa struttura. In generale, mi propongo di contribuire alla elaborazione di una piu soddisfacente teo� ria generale dello sviluppo e in particolare del sottosvilup­ po economico capitalistico anziché di affrontare uno stu­ dio p articolareggiato della realtà cilena passata e presente. L'importanza da me data alla contraddizione della con­ tinuità nel cambiamento sta ad indicare che tale contrad­ dizione non è ancora stata risolta in Cile. Questo non si­ gnifica che non lo s arà . I miei studi sulla storia dello svi­ luppo capitalistico in Cile mostrano che una serie di im­ portanti contraddizioni sono state risolte nel corso dei tempi. Sebbene all'epoca dell'indipendenza si sarebbe po­ tuto pensare, per esempio, che gli avvenimenti avevano portato , o avrebbero portato, alla soluzione della contrad­ dizione fondamentale che determina il cors o della storia cilena, ciò non si è verificato . È importante quindi com­ prendere quali siano le contraddizioni veramente fonda­ mentali, e non confonderle con quelle secondarie che so­ no risolte piu facilmente ad un costo minore, ma che in definitiva non cambiano nulla di essenziale e che, nel lun­ go periodo, rendono perfino piu costosa e / o piu lontana

SVILUPPO DEL S OTTOS VILUPPO IN CILE la soluzione delle contraddizioni fondamentali. Credo che tutta una serie di politiche contemporanee per la « libera­ zione » dei paesi arretrati e per l'eliminazione del sottosvi­ luppo, per quanto ben intenzionato sia chi le propone, peggiorino le cose nel lungo periodo (e spesso anche nel breve periodo ) . Ovviamente, comprendere quali siano le realtà del capitalismo e del sottosviluppo . non è sufficien­ te, ma è certamente essenziale ; nessuna rivoluzione .QuÒ avere successo senza . una teoria rivoluzionaria. In sta lo s copo del .. . :: a

I miei studi sull'esperienza cilena mostrano che ci posso­ no essere stati momenti in cui perfino certi cambiamenti strutturali del capitalismo cileno avrebbero potuto mutare in modo essenziale il corso della storia successiva del pae­ se. Quando questi cambiamenti non furono effettuati, o quando i tentativi di effettuarli non furono compiuti co­ me richiedevano le circostanze, queste occasioni - come, per esempio, l'investimento del surplus economico pro­ dotto nelle miniere cilene di nitrati - furono perse per sempre . Le esperienze del Cile dimostrano che la storia dello sviluppo del sottosviluppo in . molte parti del mon­ do probabilmente fu - ed è ancora - punteggiata da tali fallimenti nel trarre vantaggio dalle occasioni per elimina­ re o ridurre le sofferenze prodotte dal sottosviluppo .

Le contraddizioni capitalistiche i n America Latina

B.

e in Cile

Il rocesso storico dell' �s ansione e dello sviluppo ca. rappor­ pitalistico nelm&rido intero creò tutta una 'ser e

l

l >l

ti metropoli-satellite tra loro connessi come nella catena dell'appropriazione del surplus di cui si è parlato sopra, e anche in combinazioni di costellazioni piu complicate, quali quelle indicate in seguito. Questo non è il luogo per indagare sulle origini storiche, nell'Europa medievale, del sistema capitalistico che nei secoli recenti si è sparso da questa in tutti gli angoli della terra; anche se una tale ri­ cerca rappresenta senza dubbio un compito importante per la comprensione dell'essenza del sistema imperialisti­ co e capitalistico contemporaneo e dei problemi di svilup­ po e sottosviluppo economico che esso ha prodotto e pro­ duce ancora. Può essere sufficiente ricordare che una rete commerciale si allargò da città italiane, come Venezia, e piu tardi iberiche e dell'Europa nordoccidentale, fino a in­ corporare nel s ecolo xv il mondo mediterraneo, parti del­ l'Africa subsahariana e le vicine isole dell'Atlantico ; nel secolo XVI le. Indie Occidentali, le Americhe, parti delle Indie Orientali e dell'Asia ; dal XVI fino al XVIII secolo gli altri fornitori africani dell'economia e del commercio de­ gli schiavi, i cui centri erano nell'Europa occidentale, e piu tardi anche nell'America settentrionale; e nei secoli . successivi dò che rimaneva dell'Africa; dell'Asia, dell'O­ ceania e dell'Europa orientale, fino a che l'intera superfi­ cie del globo è stata incorporata in un unico organico si­ stema capitalistico mercantilistico o mercantile, e piu tar­ di anche industriale e finanziario . I centri metropolitani si svilupparono in Europa occidentale e poi in America set­ tentrionale, mentre i satelliti periferici si sottosviluppato­ no nei restanti paesi. ( Gli indiani e i negri in America set-

S VILUPPO DEL SOTTO SVILUPPO IN CILE tentrionale subiscono evidentemente lo stesso rapporto di satelliti ; mentre si può dire che i bianchi immigrati in Oceania e in una certa misura nel Sudafrica, ma natural­ mente non gli indigeni, siano in un certo senso compresi nella metropoli capitalistica mondial e ) . L'America Latina divenne u n satellite periferico o un insieme di satelliti della metropoli iberica ed europea. In alleanza con le potenti corone, il capitale mercantilè spa­ gnolo e p ortoghese (e anche italiano e olandese), partendo dalla iberica in cerca di rotte ·

Occidentali e sulle coste del continente, e li trasformò in propri satelliti commerciali mediante guerre, tratta degli schiavi, saccheggi, creazione di imprese agricole e minera­ rie per l'esportazione basate sul lavoro degli s chiavi, e gra­ dualmente anche mediante relazioni commerciali. Questi satelliti militari, produttivi e commerciali della metropoli iberica furono poi usati come trampolini per la conquista e la creazione di nuovi avamposti satellite nel continente americano, e questi a loro volta per la conquista e l'incor­ poramento di quelle zone dell'interno destinate a diventa­ re s atelliti ancor più lontani ( in parte dei satelliti prec-e� denti, che ne divennero quindi le metropoli, e in parte di­ rettamente della metropoli europea ) . In questo modo, co­ me altri continenti e popolazioni, l 'intero continente ame­ ricano e la sua popolazione furono trasformati in una se­ rie di costellazioni economiche secondarie ; ognuna di es­ se ha una metropoli, con i satelliti che a loro volta sono metropoli per altri satelliti, tutti dipendenti direttamente o indirettamente dal centro metropolitano europeo . Que­ sto si era trasferito nei Paesi Bassi, e quindi in Inghilter­ ra ( che si appropriava del surplus economico dell'Ameri­ ca ispano-lusitana e di altre zone per la propria accumula­ zione di capitale e per la conseguente industrializzazione) trasformando cosi il Portogallo e la Spagna stessi in s atel­ liti del centro metropolitano britannico. All'inizio, la metropoli principale del Cile fu la Spagna. Il fatto che ben presto la Spagna stess a divenne un satelli­ te dell'Europa nordoccidentale, dell'Inghilterra in parti­ colare, rafforza la mia analisi ; ma in un saggio dedicato in

LE CONTRADDIZIONI CAP ITALI S TI CHE

4I

modo speci:fìco a l Cile, devo tener conto d i questa e di al­ tre trasformazioni del sistema capitalistico mondiale solo nella misura in cui essi hanno un'influenza diretta sulla storia del Cile. La struttura economica internazionale e nazionale del Cile è stata profondamente influenzata, e persino determinata, dalla struttura e dalle trasformazio­ ni dell'intero sistema capitalistico mondiale . Ma nei limiti di questo saggio dobbiamo assumere come « dati » larga parte di questi ultimi cambiamenti. Le stesse considera­ zioni valgono, purtroppo, per la comparsa e il successivo - decimo dì Llma come centro metropolitano (a sua volta' satellite della metropoli europea) da cui il Cile dipendeva piu direttamente. Il Cile giunse ad avere le sue metropoli in Santiago e nel porto di Valparaiso . Partendo da questo centro, gli in­ teressi minerari, agricoli, commerciali, statali, ecc. inte­ grarono il resto del territorio e del popolo cileno nell'eco­ nomia capitalistica in espansione, trasformandoli in satel­ liti periferici di Santiago . In rapporto ai centri metropoli­ tani nazionali, noi possiamo considerare come satelliti pe­ riferici i centri minerari, i centri commerciali, i centri agri­ coli e, in taluni casi, i centri militari di frontiera. Ma que­ sti centri, a loro volta, divennero (e talvolta rimasero ) me­ tropoli o micrometropoli in rapporto al loro entroterra formato da città ancora piu piccole, da miniere, da vallate agricole o da latifondi che erano micrometropoli per le lo­ ro rispettive periferie. Una delle principali tesi di questo saggio è che la mede­ sima struttura si estende dai centri macrometropolitani del sistema capitalistico mondiale « giu in fondo fino » ai lavoratori agricoli ritenuti piu isolati, i quali, attraverso questa catena di rapporti metropoli-satellite, sono legati alla metropoli centrale e quindi inseriti nell'intero siste­ ma capitalistico mondiale. La natura e la forza di questi legami variano nel tempo e nello spazio, e queste variazio­ ni producono importanti differenze nelle conseguenze eco­ nomiche e politiche cui dànno origine, che vanno in ulti­ ma analisi studiate caso per caso . Ma queste differenze esistenti nei vari rapporti e nelle relative conseguenze non mascherano la loro essenziale analogia, che consiste nel

SVILUPPO DEL S OTTOSVILUPPO IN CILE

'

fatto che tutti, in grado maggiore o minore, si basano sul­ lo sfruttamento .slel s atellite da parte della metropoli, o sulla tendenza della metropoli a espropriare il surplus eco­ nomico del satellite per poi appropriarsene. Vi sono diversi tipi di rapporti metropoli-satellite. Vi è per esempio il rapporto fra la pianura, fertile o irrigata a un'estremità di una vallata agricola, e i terreni montani all'altra estremità, di minor valore produttivo e. commer­ ciale; fra i terreni, e i proprietari, vicini alla sorgente di un fiume, che sono favoriti da un sistema di irrigazione a di e i piccoli possedimenti che li circondano ; tra una parte dell'impresa latifondistica diretta dal proprietario o da un amministratore e le parti che sono invece a mezzadria o in affitto ; perfino tra il contadino (o l'impresa) affittuario e la forza-lavoro permanente o provvisoria . che quello. può impiegare; e, ovviamente, tra ogni gruppo di metropoli o di satelliti lungo tutta questa catena. Sostanzialmente la medesima relazione caratterizza il rapporto tra la grande impresa industriale ( spesso « efficiente >) o « moderna >)l e i piu piccoli fornitori di parti necessarie alla produzione o alla vendita dei prodotti; �tta i grandLmetcanti"e�i .fìnan­ zieri e i piccoli commercianti e usurai; tra i mercanti che vivono in città e quelli che sono anche proprietari terrieri e/ o i piccoli produttori e consumatori agricoli che dipen­ dono dai primi per smerciare i loro prodotti e/o per ga­ rantire la sicurezza della loro produzione, consumo, cre­ dito e altre necessità. Possiamo brevemente osservare alcune delle condizioni di controllo monopolistico connesse con l'appropriazione del surplus_ economico dei molti da parte di una minoran­ za, che ritroviamo molto spesso nella nostra · analisi della storia cilena. Le origini_ del potere monopolistico esercita­ to sul surplus economico prodotto in Cile e trasferito al- . l'estero sono forse piu evidenti di quelle del potere nazio­ ! naie . � ��-��p�]Ja_�_tq_rt��4�__Q!l�se g_p_r_illg)? ��PJQQ.qgo ' di esportazione è spesso cambiato, og!li.yQh_a_�§:N.!g.Jl settore aeuè ��.P_!.iE�!� di sg!P_lus_�2.11Qgt]fQ_._pot�n.:�ial_n:J.�g!e. il!Y€:!.�!Lb!f��- ç_,_gg:Qi ':':?l�� 9:l1�� to � s!�!o controg�to da in!eF�s-�i sttg_l}ieyi. Stra-

LE CONTRADDIZIONI CAPITALI S TICHE

l

43

nieri hanno posseduto le miniere, dove era prodotto il sur­ plus . Se non possedevano le miniere, o la terra che produ­ ceva merci d'esportazione, si appropriavano di una gran parte del surplus esercitando il potere monopolistico nel­ l'acquisto del prodotto in questione e quindi nella sua ven­ dita all'estero. Inoltre possedevano o controllavano una larga parte delle operazioni di immagazzinaggio, traspor­ to, assicurazione e altre simili connesse all'esportazione della merce che produceva maggior surplus economico. Talvolta possedevano un potere monopolistico o un confrollo sulle formfure di fattoti produftlvl necessatl per la merce di esportazione e godevano spesso di grande poten, za finanziaria grazie alla maggiore integrazione mondiale e/ o orizzontale dell'industria di cui la merce di esporta­ zione cilena non rappresentava che una parte. Una simile proprietà o controllo di tipo monopolistico è esistita an­ che su alcune industrie cilene diverse da quelle piu impor­ tanti per l'esportazione. Grazie al monopolio coloniale o al « libero scambio », basato su una superiorità tecnologica o finanziaria, gli stra­ nieri hanno spesso goduto di posizioni di privilegio anche nell'esportazione di merci in Cile. Queste relazioni econo­ miche delle imprese commerciali straniere con le associa­ te cilene e il conseguente sfruttamento di queste da parte di quelle, concedevano agli interessi stranieri il controllo economico e politico su quelli cileni. Quando questo rap­ porto economico non era sufficiente a garantire agli stra­ nieri il grado desiderato di controllo, essi spesso lo inte­ gravano con l'esercizio della forza politica e militare. Forme analoghe e diverse di controllo monopolistico esistono all'interno del paese, e consistono nell'appropria­ zione del surplus economico prodotto da una maggioran­ za ai vari livelli inferiori da parte di una minoranza ai cor­ rispettivi livelli superiori dell'economia nazionale cilena. Vi è sempre stato un grado maggiore o minore di concen­ trazione monopolistica della proprietà e del controllo sul­ le principali attività produttive dell'industria e dell'agri­ coltura, sui mezzi di trasporto e di immagazzinaggio, su­ gli sbocchi commerciali e, cosa che probabilmente è la piu importante, sulle. banche e sulle altre istituzioni bancarie, c

il l

Jl

l

r

cosi come sulle principali cariche economiche, politiche, civili, religiose e militari della società cilena . Di f a t t o in tutta la storia del Cile e di altri paesi sottosviluppati, il grado di concentrazione monopolistica è stato probabil­ ,

mente sempre maggiore di quanto sia mai stato in tempi recenti nei p aesi sviluppati. Nella storia del Cile noi troviamo a piu riprese che esportatori e importatori stranieri o nazionali, oltre ad al­ tri grandi mercanti e finanzieri, controllano i mercanti re­ lativamente piu piccoli nelle capitali nazionali e regionali e ne espropriano il capitale. Questi ultimi, a loro volta, sovrastano e sfruttano, direttamente o indirettamente, al. .

.

molt1 a uno rapportl solo . Oltre alla chiarissima espropriazione dei produttori da parte dei possessori di capitale, possiamo ancora distin­ guere un altro tipo di appropriazione di capitale e di sur­ plus da parte di uno o di pochi capitalisti . Questa contrad­ dizione infatti esiste anche tra un'impresa il;J.dustriale o agricola e i produttori agricoli che da essa dipendono o per la fornitura di alcuni dei fattori che utilizzano o per la do­ manda di alcune delle merci che producono e/ o per il ca­ pitale, il credito, la distribuzione, l'intervento p olitico e altri servizi in generale . Tutte queste relazioni economiche interne al sistema e ai subsistemi capitalistici intèrnazio­ nali, nazionali, locali e di s ettore sono caratterizzate dal­ la contraddizione espropriazione/ appropriazione connes­ s a con gli elementi di monopolio esistenti nelle relazioni . stesse e nella struttura o rete di legami economici che for­ mano nel loro insieme . Tutte queste costellazioni o relazioni metropoli-sa,telli­ te, quali che siano i rapporti o i significati in esse contenu­ ti, si fondano su una base economica e commerciale forte e nel lungo periodo determinante. L'intera rete di rappor­ ti metropoli-satellite o l'intero universo delle costellazio­ ni economiche ebbero un'origine essenzialmente economi­ �a e commerciale. Quale che sia il modo con cui possiamo qualificare la metropoli capitalistica, prima mercantilisti­ ca, poi industriale, poi finanziaria, alla periferia del siste- · ma capitalistico mondiale, la natura fondamentale dei rap-

porti metropoli-satellite rimane di tipo commerciale, per quanto essi possano apparire « feudali » o personali. Inol­ tre è proprio mediante questi legami economici, oltre che naturalmente mediante quelli politici, sociali, culturali e d' altro tipo, che in teoria, e per gran parte anche in prati­ ca, il lavoratore saltuario entra in rapporto con l' affittua­ rio che lo impiega (o piu spesso direttamente con il pro­ prietario del terreno ), l'affittuario con il proprietario ter­ riero e con il mercante (o con il mercante/proprietario ) il quale è collegato con il rivenditore all'ingrosso della me­ tropoli provinciale ( o talvolta con il grosso mercante na­ zionale o internazionale ), che è collegato con la metropoli

nazionale industriale finanziaria fOrnJ:nerciale:imp