Caducazione del contratto ad effetti reali [PDF]

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Zitiervorschau

CARLO ARGIROFFI

Caducazione del contratto ad effetti reali Edizioni Scientifiche Italiane

Pubblicazioni della Scuola di perfezionamento in diritto civile dell'Università di Camerino • • • a oura di Pietro Perlingieri

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Art. 1138 dei Codice civiJe dei francesi (decretato il 5 marzo 1803 e denominato, in forza della legge 3 settembre 1807, Codice Napoleone).

L'obligation de livrer la chose est parfaite par le seul consentement des parties contractantes. Elle rend le créancier propriétaire et met la chose à ses risques des l'instant ou elle a dú être livrée, encore que la tradition n'en ait point été faite, à moins que le débiteur ne soit en demeure de la livrer; auquel cas la chose reste aux risques de ce dernier. Art. 1092 dei Codice del Regno delle due Sicilie (Legge 26 marzo 1819 sulla osservanza dei Codice per lo Regno delle due Sicilie}.

L'obbligazione di consegnare la cosa e perfetta col solo consenso dei contraenti. Tale obbligazione costituisce proprietario il creditore, e f a che la cosa resti a di lui pericolo dal momento in cui dovrebbe essere consegnata, quantunque non sia seguita la tradizione, purché il debitore non sia in mora a consegnarla, nel qual caso la cosa rimane a di lui rischio. A proposito di questa norma sul commentario di VictorNapoléon Marcade, tradotto da Luigi Sampolo, si legge: « Cod.esto articolo e cosí mal dettato, quanto e desso impartante. Infatti si tratta in fondo di stabilire il principio affatto nuovo al mondo di trasferire la proprietà per solo effetto dei consenso, per la sola volontà delle parti, e senza alcun bisogno della tradizione. I compilatori del codice piú che giure-

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PREMESSA

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consulti dalle esatte teorie erano uomini di pratica. Essi non hanno osato manifestare netto il nuovo principio introdotto, o per dir meglio confessare a se medesimi la reale innovazione fatta e l'hanno recata in atto senza avvedersene. Non v'e dunque cosa piú sottile, piú bizzarra e piú falsa della teoria del Codice [ ... ] . Invece di dire semplicemente che la stessa convenzione di dare, l'accordo delle volontà trasmette subi to la proprietà e senza tradizione, vedete per qual ordine di idee passano i compilatori per giungere al medesimo fine. Da quaranta anni che il nostro articolo esiste, non ha avuto ancora esatta interpretazione, e sarebbe tanto piú necessario, quanto giureconsulti molto distinti sostengono tuttavia che il Codice non ha per nulla cangiato gli antichi princípi sulla nostra materia, e che sempre colla tradizione di fatto la proprietà trasmettesi ne' nostri contratti. E bisogno in fatti convenire che le arbitrarie spiegazioni date fin d'oggi al nostro art. 1138 fanno sí che la tesi possa facilmente (e erroneamente) • 1 sos teners1 » .

V. N. MARCADE, Spiegazione teorico-pratica del Codice Napoleone, trad. it. di L. Sampolo, II, 2, Palermo, 1857, p. 308 ss. 1

CAPITOLO PRIMO

Scelte metodologiche

SoMMARIO: 1. Nella vicenda della circolazione giuridica dei beni, il principio della efficacia reale pone la necessità di rivedere il modello teorico tradizionalmente elaborato (la retroattività) per spiegare le conseguenze della patologia contrattuale. - 2. Delimitazione dei campo di studio: contenuto dell'espressione « caducazione dei contratto ad effetti reali ». 3. Precisazioni sul significato di contratto ad effetti reali. - 4. Criteri che si intendono seguire nel ripartire e nel raggruppare le varie figure da esaminare: opportuno accomunare, per studiarle insieme, l'annullabilità la rescissione e la risoluzione separandole dalla nullità.

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1. - L'efficacia reale del contratto, cosí come e rigorosamente enunciata nell'art. 1376 cod. civ., impone il riesame di gran parte dei concetti giuridici attinenti alia circolazione dei beni. AI principio dell'efficacia traslativa e stata esattamente 1 attribuita la capacità di evolvere l'ordinamento. Se quest'ultimo lo si intende non come una casuale e caotica somma di disposizioni legislative, ma come un sistema il cui valore sta appunto nell'insieme e nella combinazione coerente dei singoli elementi 2, si intuiscono e si intravedono le enormi e dirom-

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PALERMO, Contralto di alienazione e titolo dell'acquisto, Milano, 1974,

p. 22. 2 CARNELUTTI, Metodologia del diritto, Padova, 1939, p. 95, nell'affrontare il problema del metodo della scienza giuridica ed in particolare nell'indagare - « secondo la intuizione e oserei dire secondo l'istinto » sulle regole che permettono di costruire i concetti chiamati a spiegare i comandi dell'ordinamento, ritiene « che la bontà dei singoli concetti e saggiata dalla !oro idoneità a formare, insieme con gli altri, un complesso simmetrico ». « Si ricava da! concetto stesso di ordine giuridico elaborato dalla mo-

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CAPITOLO PRIMO

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penti forze evolutive e modüicative esercitate da questo nuo-

derna dogmatica l'idea che ogni norma la quale ne fa, o entra a farne parte integrante, ha necessario riferimento al tutto, e che questo tutto costituisce [ ... ] una operante concatenazione produttiva, e crea una organica correlazione, interdipendenza e armonica coerenza [ ... ] fra norme di gruppi o settori diversi, nella misura in cui si pervenga a ravvisare in essi le parti o ramificazioni di un unico coerente sistema»: cosí, BETII, Le categoríe civilistíche dell'interpretaz.ione, Milano, 1948, p. 50 (Estratto dalla Rivista Italiana per le Scienz.e gíuridiche, 1948). « L'ordinamento comprende tutto cio che le fonti dispongono, ma non e una somma di disposizioni, sibbene un sistema, ed il sistema e per definizione opera di scienza. II diritto e dunque qualcosa di piú delle fonti; e anzitutto, la loro riduzione a sistema»: cosí, T. RAvÀ, La produz.ione dei diritto civíle, in Studi in onore di Asquini, Padova, 1965, IV, p. 1625. « Pcrché si abbia una vera e propria valutazione, occorre riferire e assoggettare i diversi valori e interessi umani a un criterio di valutazione unitario, a quel valore, o interesse fondamentale che e rappresentato dall'intero sistema»: FALZEA, Elficacía giuridíca, in Enc. dir., XIV, Milano, 1965, p. 458. Reputo opportuno richiamare l'attenzione su queste considerazioni perché esse costituiscono, come meglio risulterà nel corso dei presente lavoro, il fondamento metodologico delle conclusioni cui si perverrà. 11 termine «sistema», come e stato notato (losANo, Sistema e struttura nel diritto, I, Torino, 1968, p. 161) e inteso in senso diverso a seconda se lo adoperi un filosofo del diritto oppure un giurista pratico, ossia colui che studia i1 fenomeno giuridico in vista di una sua applicazione pratica anche se non immediata. II primo concepisce il sistema come il risultato di un procedimento di astrazione che, partendo dai singoli istituti giuridici già elaborati dai giuristi pratici, abbraccia !'intera ordinamento giuridico unificato da una certa visione filosofica. 11 « sistema » dei giurista pratico si basa invece su norme giuridiche e si ferma agli istituti giuridici i quali vengono elaborati ai fini di una applicazione pratica piú o meno evidente. « Mentre i1 giurista pratico applica i1 diritto alia realtà, il filosofia dei diritto applica una certa concezione filosofica al diritto ». Sulla necessità di estendere i1 metodo sistematico anche alle leggi speciali che oggi {forse) hanno infranto la centralità del codice civile, si veda, da ultimo, IRTI, La proposta delta neo-esegesí, in Giust. civ., 1982, II, p. 65 ss.

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SCEL TE METOOOLOGICHI::

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vo 3 canone: e cio, soprattutto se si considera che il principio 3 Desidero ribadire e sottolineare il carattere di assoluta novità rappresentato dall'effetto traslativo dei semplice consenso cosí come introdotto, sia pure con qualche imprecisione, dall'art. 1138 dei cod.ice napoleonico; e cio in special modo di fronte ad una diffusa e contraria opinione (cfr., per tutti, BIANCA, Riflessioni sul principio dei consenso traslatwo, in Riv. dir. civ., 1969, 1, p. 535) che ritiene quel principio come la naturale continuazione di una regala già effettivamente vigente nelle regioni di tradizione romanistica, che avevano ormai totalmente spiritualizzato la traditio. Si inserisce in questa corrente di pensiero, pur rimanendo del tutto peculiare, la posizione assunta ai riguardo da GoRLA, IA compravendita e la permuta, in Tratt. dir. civ. diretto da Vassalli, VII, 1, Torino, 1937, p. 5 ss., il quale afferma (p. 4) di avere scoperto un vero e proprio ricorso storico tra la primitiva vendita reale (mancipatio), consistente nella somma di due alienazioni effettive ed autonomc (cosa e prezzo), e Ia vendita meramente obbligatoria; la prima forma sarebbc típica di un'epoca arcaica o di decadenza, la seconda risulterebbc invece consona ad un'età progredita. « Cosí come nell'arco di Costantino fra i rozzi bassorilievi dell'epoca splendono quelli tolti all'arco di Traiano ». Tornando al processo di spiritualizzazione della traditio, tale asserita derivazione logica e storica del principio consensualistico dalla traditio ficta dell'epoca romana e medievale risulta, a mio avviso, insostenibile. Cosí ragionando si ignora una differenza profonda ed essenziale tra le due ipotesi. Nel caso dei consenso traslativo, il trasferimento della proprietà prescinde, in modo assoluto, da qualunque evenienza possessoria: l'acquisto dei diritto reale avviene anche se }'alienante rimane nel possesso vero e concreto della cosa. Nella ipotesi della traditio, sia pure spiritualizzata al massimo grado, il trasferimento della proprietà concorre ed interagisce, sempre, con il trasfcrimento dei possesso della cosa. ln qucsto senso, l'opinione di uno dei piú efficaci commentatori dcl codice francese: MARCADE, Spiega:âone teorico-pratica del Codice Napoleone, trad. it. di L. Sampolo, II, 2, Palermo, 1857, p. 313; l'a., dopo aver notato che ncl diritto romano non era il contratto, ossia il consenso debitamente manifestato, ma la tradizione a trasmettere la proprietà o altro diritto reale, pone in risalto il modo di comportarsi dei compilatori dei codice. Essi « non osando parlare da legislatori, e facendo come ai romani pretod i quali toglicvano ad un principio di diritto civile la sua esistenza reale conservandogli la nominale; hanno essi serbato in teoria, pur sopprimendola ncl fatto, la necessità della tradizione [ ... ]. Ma lasciando le sottigliezze dei compilatori e l'ordine delle idee in capo a cui pongono il principio della tradizione

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consensualistico si inserisce in una tradizione secolare 4 che anper poi rimandarla alla fine, non e men certo che oggi e il consenso, l'accordo delle volontà, in altri termini la convenzione che trasmette la proprietà. Si direbbe invano (come il Codice), che la convenzione crei come effetto diretto l'obbligazione di dare da cui quella di rilasciare, la quale reca in atto con la sua esecuzione fittizia il trasferimento. Tutto cio e ridicolo quanto inesatto ». «La traditio », come osservava sagacemente FuNAIOLI, La tradizione, Padova, 1942, p. 6, « non e finzione portara dalla legge nella vita ma e atto concreto che il diritto accoglie e fa suo». ln senso conforme si vedano: CoLoRNI, Per la storia delta pubblicità immobiliare e mobiliare, Milano, 1968, p. 204; LUZZATO, L'art. 1470 e.e. e la compravendita consensuale romana, in Riv. trim. dir. e proc. civ., 1965, p. 943. Questa prima e fondamentale differenza, che produce, come vedremo in séguito, interessanti conseguenze nel settore della patologia dei commercio mobiliare, risulta esplicitamente negata da PROTO PISANI, La trascrizione delle domande giudiziali, Napoli, 1968, p. 116. L'a. infatti ritiene che i1 contratto non sia un fatto costitutivo (o traslativo) sufficiente di diritti reali: esso tutt'al piú individua il soggetto titolare de! diritto. Per trasmettere compiutamente la proprietà e inoltre necessaria « una relazione immediata di un soggetto con la cosa, relazione che puo essere stata perfezionata da un solo soggetto [ ... ] od anche da piú soggetti (es. alienante ed acquirente, a séguito dell'accessione dei possesso ex art. 1146 comma 2°) ». Alcuni autori (CALASso, Il negozio giuridico. Lezioni di storia del diritto italiano, Milano, 1959, p. 342; ZANARONE, La risoluzione del contralto nel fallimento, Milano, 1970, p. 23) ritengono il principio dei consenso traslativo come la naturale evoluzione della nuova (rispetto al passato romanistico) affermazione, formulara alia fine dei secolo XVII, secando cui

solus consensus obligat. Quest'ultima opinione non puo essere condivisa: da una datio astratta quale fu la traditio insieme alla mancipatio e alia in iure cessio, non e possibile fare derivare, logicamente e storicamente, i1 principio de! consenso traslativo che, per definizione, risulta essere l'esatto opposto dei negozio ascratto. t da aggiungere che la tradítio, contrariamente all'opinione di parte della dottrina, dall'origine e per tutta l'epoca classica e financo nella cornpi· lazione giustinianea, era considerata un negozio astratto; si veda ALBANESE, Gli atti negoziali nel diritto privato romano, Palermo, 1982, p. 252 ss. 4 Per le citazioni si veda da ultimo NANNINI, Sulla pretesa non rivelabilità d'ufficio del di/etto di trascrizione, in Riv. dir. civ., 1981, I, p. 210.

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SCELTE METODOLOGICHE

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cora oggi, sotto il vigore del codice dei '42, ignora o addirittura nega l'esistenza stessa di questo singolare e fondamentale elemento 5 • Nella tematica della circolazione giuridica dei beni vi e un settore che merita di essere approfondito e valutato alla luce del principio della efficacia reale: quello che, con terminologia espressiva ma inesatta, si suole indicare come patologia del contratto. 11 venir meno del contratto che ha determinato il trasferimento della proprietà a favore dell'acquirente, il modo con cui questa vicenda negoziale si ripercuote nei confronti dei successivi acquirenti, rappresentano due questioni certamente « affascinanti » 6 • L'interesse suscitato dal tema risiede, a mio avviso, non tanto nelle implicazioni che la materia determina - ed esse per la verità sono tante e complesse 7 - , quanto piuttosto,

La regola consensualistica, che troverebbe ampia limitazione nei ooncorrenti principi dei possesso mobiliare e della trascrizione immobiliare, viene tutt'al piú considerata come una semplice linea di tendenza dei nostro ordinamento: GIORGIANNI, Causa (dir. priv.), in Enc. dir., VI, Milano, 1960, p. 572; SAcco, 1l contralto, in Tratt. dir. civ. diretto da Vassalli, Torino, 1975, p. 626 ss.; nonché autori citati nella successiva nota 28. Va inoltre ricordata l'opinione espressa sul tema da MENGONI, Risolu:âone per inadempimento e terzi subacquirenti, in Riv. dir. comm., 1948, 1, p. 307, che giudica « campata in aria, affatto priva di documentazione e soprattutto illogica » la decisione di chi, individuato un principio generale dell'importanza di quello indicato dall'art. 1376 cod. civ., ritiene che ogni soluzione particolare deve risultare ad csso conforme se la legge non dispone diversamente. 6 PROTO PISANI, Opposizione di terzo ordinaria, Napoli, 1965, p. 191. 7 Basti pensare al tema tanto discusso della trascrizione delle domande giudiziali (artt. 2652 e 2653 cod. civ.) e a quello della successione nel diritto controverso (art. 111 cod. proc. civ.). Per la complessità dclla normativa e per la sua origine storica relativamente recente si vedano le interessanti e 5

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paradossalmente, per la assoluta indifferenza pratica delle soluzioni cui necessariamente bisogna pervenire in f orza delle precise e chiare (almeno in apparenza) disposizioni che il legislatore ha dettato in materia 8 • D'altra parte la intellegibilità e la accuratezza del dato normativo contrastano, curiosamente, con la circostanza che la patologia del contratto, ed in particolare il modo con cui il codice neutralizza gli effetti già prodottisi, costituisce uno dei nodi piú intricati 9 dell'intero ordinamento civilistico. Ne consegue che non e suffidente limitarsi ad individuare il risultato cui inevitabilmente bisogna arrivare: e invece in-

fondamentali osservazioni svolte da PICARDI, La trascrizione delle domande giudiziali, Milano, 1968, p. 6 ss. 1 Dal punto di vista della tecnica applicativa dei diritto la questione, quasi certamente, appare come un non senso: si tratterebbe di un problema la cui incognita e rappresentata non dalla soluzione, come normalmente avviene, bensí dagli ste~si dati da elaborare. La iniziale costatazione della mancanza di risultati concreti, ossia la indiscutibilità dellc soluzioni normative, non rende inutile il Javoro, ma ai contrario consente di valutare il rigore logico degli argomenti prescelti per spiegare il fenomeno della patologia dei contratto. «Dei resto bisogna aggiungere che dei distacco tra la scienza e la tecnica hanno e coltivano la illusione non solo i tecnici ma perfino gli scienziati [ ... ] . Purtroppo il riserbo, per non dire il dispregio, che nutrono i tecnici per gli scienziati e spesso ricambiato ad usura [ ... ] . 11 vero e che tra la scienza e la pratica, oltre la diffcrenza del compito, esiste quella dello stimolo. La pratica si muovc per interesse; la scienza no. Se i cultori di questa guardas· sero al rendimento immediato o anche solo ai rendimento vicino, la scienza fallirebbe al suo scopo »: cosí notava CARNELUTTI, Metodologia del diritto, cit., p. 111 s. 9 Qucsto giudizio e espresso da MENGONI, Note sulla trascrizione delle impugnative negozialí, in Studi in onore di Santoro Passarelli, Napoli, 1972, III, p. 24.3.

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dispensabile scoprire i princípi logici ai quali, quei comandi legislativi, si sono ispirati. E questo fenomeno appare talmente ingarbugliato che, con tutta franchezza, si riconosce che il modello teorico tradizionalmente elaborato per spiegarne il meccanismo di funzionamento non risponde alle esigenze di una logica rigorosa 10 , e dà !'impressione di complicazioni concettuali cariche di irrealismo 11 • Anzi, su un altro versante, si dubita 12 addirittura che il «civilista » abbia al riguardo una vista e una posizione mentale abbastanza penetrante e, conseguentemente, si invitano 13 gli studiosi ad affrontare il problema osservandolo dall'angolo visuale dinamico del processo e non solo da quello statico ed astratto dei prindpi. Ed e anche sulla scorta di queste gravi e rigorose critiche che si vuole proporre 14 un sistema di concetti che spieghi il

:S necessario sottolineare questa convinzione di MENGONI, Risoluzione per inadempimento e terzi subacquirenti, cit., p. 303, ai quale indubbiamente va attribuita Ia maggiore coerenza nella impostazione tradizionale dei tema. Per spiegare il fenomeno spesso la dottrina ha sacrificato « sull'altare della logica formale le esigenze della pratica, cui i1 legislatore sembra essersi adeguato »: cosí VERDE, 1l pignoramento. Studio sulfa natura e sugli effetti, Napoli, 1964, p. 233, nota 80. Osserva inoltre BIGIAVI, Risolu:âone per inadempimento e alienazione di cosa litigiosa, in Studi in onore di Valeri, l, Milano, 1954, p. 181, nota 22, « chc l'art. 2652 e ispirato non da ragioni teoriche, ma da ragioni pratiche ». 11 AuRICCHIO, La simulazione nel nego:âo giuridico, Napoli, 1957, p. 106. 12 PICARDI, La trascrizione delle domande giudiziali, cit., pp. 309, 311, 318. 13 PROTO PISANI, ln tema di rivendica, nota a Cass., 12 febbraio 1975, n. 556, in Foro it., 1975, J, e. 256.5. 14 «Cio che e rilevante nel caso dell'interpretazione dei giurista e la proposta [ ... ] di attribuire a quel documento normativo quel particolare significato: i1 successo e l'insuccesso dell'interpretazione del giurista si misurano 10

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fenomeno della patologia del contratto rispettando, in primo luogo, il principio della efficacia reale che plasma di sé l'intera circolazione giuridica dei beni. Questi due aspetti della teoria contrattuale vanno approfonditi insieme: a mio avviso non e corretto studiare il venir meno degli effetti del contratto se contemporaneamente non si fa un costante riferimento al modo con rui si producono di regola quegli stessi effetti. Se si conviene sul presupposto che l'ordinamento giuridico vada considera to, per definizione 15 , come un sistema coerente di concetti, si deve del pari ammettere che non possano esistere concetti isolati, ossia elaborati indipendentemente da quelli già esistenti: essi sarebbero necessariamente contraddittori. Quella generale insoddisfazione, poco sopra segnalata, sca-

infatti in base all'accoglienza che essa trova. Perciõ, caratteristicamente, l'interpretazione dottrinale e una proposta di attribuire, nel futuro, un determinato significato ad un dato documento normativo»: cosí, TARELLO, L'interpretazione della legge, in Tratt. dir. civ. e comm. diretto da Cicu e Messineo e continuato da Mengoni, Milano, 1980, p. 65. Si vuole solo aggiungere (come ha osservato T. RAVÀ, La produzione de! diritto civile, cit., p. 1628) che «la teoria muta lentamente, tende ad accumularsi e decantarsi, a sistemarsi, piuttosto che venir sostituita: per la scienza giuridica il tempo e il miglior alieato, come per la verità ». 15 Per la dimostrazione dell'assunto si rinvia a CARNELUTTI, Metodologia dei diritto, cit., p. 93 ss.; FALZEA, Elficacia giuridica, cit., p. 461 s.; T. RAvÀ, o.e., p. 1628 ss.; PERLINGIERI, Profili istituzionali del diritto civile, Napoli, 1975, pp. 8, 12, 31 e 36. Nonché per una applicazione operativa dei principio, CRiscuou, Le obbligazioni testamentarie, Milano, 1980, p. 367. Per la storia del metodo sistematico in Italia si veda LAZZARO, Storia e teoria della costrttzione giuridica, Torino, 1965, p. 153 ss. Questo presupposto tipicamente accolto dalla dottrina italiana che « non si interessa tanto della soluzione di problemi pratici quanto della ricerca della verità scientifica », ~ spesso bersaglio di sottile ironia. Si vedano in tal senso le interessanti considerazioni di MERRYMAN, Lo « stile italiano»: la dottrina, in Riv. trim. dir. e proc. civ., 1966, p. 1179 ss.

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SCELTE METODOLOGICHE

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turisce a mio avviso, dai mancato rispetto dei principio della efficacia reale; e questo avvertimento, per la verità, già da tempo e stato formulato in dottrina 16 • Vi e ancora da rilevare la impossibilità 17 di ricavare solo

L'importanza dei principio consensualistico ha determinato la perfetta compenetrazione dell'atto traslativo e dei contratto consensuale che nel passato sono sempre stati formalmente e concettualmente distinti con chiarezza. « Siffatta compenetrazione non si limito ai puro terreno concettuale, ma, e bene osservare, produsse una conseguenza di notevole momento, e cioe quella di rendere partecipe l'atto traslativo dei vizi dei contratto consensuale. »: cosí, Gt0RGIANNI, Causa (dir. priv.), cit., p. 550. Quella che si vuole adoperare e una delle metodologie piú antiche della scienza giuridica: e quel tipo di elaborazione, spesso adoperata dai giuristi romani, conservata nei diritti codificati e non ignorata negli ordinamenti di tipo anglosassone, che viene chiamata deli'« istante giuridico ». Sull'argomento si veda LosANO, Sistema e struttura nel díritto, cit., p. 180 ss. Tale topos costruttivo puõ cosí sintetizzarsi: dato un certo istituto oscuro (nella specie il modo di funzionamento della caducazione) occorre spiegarlo con altre disposizioni della branca giuridica cui essa appartiene. 17 Sulla questione del valore delle definizioni legislative si veda da ultimo TARELLO, L'interpretazione della legge, cit., p. 402 ss. L'a. dopo aver tracciato una esauriente ricostmzione storica del problema nelle culture giuridiche dell'Occidente (p. 157 ss.), e dopo essersi soffermato in particolare sulla elaborazione dottrinale in Italia negli anni che precedettero immediatamente i1 codice attuale (p. 168 ss.) sembra concludere (p. 238) che «come che sia, nelle organizzazioni giuridiche moderne la dottrina del carattere non vincolante era destinata a indebolirsi, anche nel settore civilistico nel quale aveva celebra to i suai fasti [ ... ] [le] codificazioni civili modeme a carattere fortemente sistematizzato, veniva[no] a screditare ogni pretermissione delle definizioni legislative come tali, suggerendo piuttosto di sottoporre i relativi enunciati alla prova di una interpretazione sistematica )>. « Dal linguaggio legislativo devono ricavarsi non solamente i termini ma anche i concetti su cui costruire il discorso. Ma il discorso del giurista utílizza anche concetti che non hanno riscontro nel linguaggio legislativo. Di questi concetti occorre chiarire le ragioni, per servirsene nei limiti della stretta utilità, in ogni caso preferendo la terminologia delle norme »: cosi R,ESCIGNO, Manuale del diritto privato italiano, Napoli, 1973, p. 32. 16

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dalla legge i concetti di cui si serve la scienza giuridica; e nel nostro campo di indagine il codice stesso li adopera: ad esempio l'art. 1418 cod. civ. si serve della nozione di retroattività per spiegare il funzionamento della risoluzione. Indipendentemente êlalla considerazione che non rientra nei compiti dei legislatore quello di costruire e di imporre opinioni giuridiche, la verità di un concetto non dipende da chi lo adopera, ma essa deriva unicamente dal sistema di idee di cui fa parte. Ma su queste considerazioni si tornerà piú esaurientementc in séguito, dopo aver ben puntualizzato i termini della questione da affrontare. 2. - Con l'espressione « caducazione dei contratto ad effetú reali » 1ª voglio indicare quel f enomeno che si concretizza nel venir meno del contratto che, già al momento della 18 Si adopera la locuzione « caducazionc dei contratto » per pura co· modità espositiva e senza che cio comporti la pretesa di unificare e di elevare a categoria generale vicende (nullità, annullabilità, risoluzione e rescissione) assolutamente diverse nei loro presupposti. Tale espressione e del pari ado· perata da PALERMO, Contralto di alíenazíone e titolo dell'acquisto, cit., p. 22; nonché, sia pure per indicare fattispecie diverse ma comungue esprimenti Ja medesima problematica, PE1.os1, La proprietà risolubile nclla teoria dei nego:âo condizíonato, Milano, 1975, p. 103, e lo., La pretesa retroattività delta condizione, in Riv. trim. dir. e proc. civ., 1968, p. 905. Per queste vicende viene generaJmente adoperato anche il termine di « impugnabilità » o di « impugnative negoziali »: PICARDI, La trascri:âone delle domande giudíziali, cit., p. 153; ZANARONE, La risoluzíone dei contralto nel fallimento, cit., p. 225; MENGONI, Gli acquisti «a non domino», Milano, 1975, III ed., pp. 257, 288 e nota 79. Per akuni autori (per ]e citazioni si veda la successiva nota 20) nella nozione di « impugnativa negoziale » non rientrerebbero, almeno in linea di principio, le ipotesi di invalidità contrattuale. Ed e anche sulla scorta di quest'ultimo intendimento che si e preferita l'espressione piú generica di « caducazione ».

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SCELTE METODOLOGJCHE

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sua conclusione, ha determinato il trasferimento della proprietà di una cosa determinata dall'alienante all'acquirente. Intendo analizzare, in altri termini, quel particolare meccanismo ideato dal legislatore per neutralizzare, in presenza di determinate ipotesi patologiche, le vicende prodotte dal contratto ad effetti reali. ln breve le figure da studiare saranno quella della invalidità 19 , cui fanno capo le due forme della nullità e della annullabilità, e quella della impugnabilità 20 , nozione che, tra l'altro, si enuclea nella rescissione e nella risoluzione 21 . 19 Sulla nozione di invalidità si veda l'esauriente analisi di ToMMASINI, Invalidità (dir. priv.), in Enc. dir., XII, Milano 1972. p. 575 ss. II fenomeno comprenderebbe, in combinazioni ancora oggi discusse, l'inesistenza, la nullità e la annullabilità. Secondo l'opinione tradizionale, a mio avviso dei tutto convincente, va pero nega ta la rilevanza alla figura della inesistenza: cosí, FEDELE, La invalidità del negozio giuridico privato, Torino, 1943, p. 31 ss.; SATI'A, Recensione a Conso, in Riv. trim. dir. e proc. civ., 1956. p. 256 ss., e ln., S11ll'inesistenza degli atti processuali, ivi, p. 337 ss.; DE GIOVANNI, La nullità nella logica del diritto, Napoli, 1964, p. 20, nota 14; contra, SCOGNAMIGLIO, Contributo alie teorie del negozio giuridico, Napoli, 1950, p. 360 ss., e Io., Contratti in generale, in Tratt. dir. civ. diretto da Grosso e Santoro Passarelli, Milano, 1966, p. 225 ss., nonché ToMMASINI, Nullità (dir. priv.), in Enc. dir., XXVIII, Milano, 1978, p. 870. 20 La nozionc di impugnabilità dei negozio comprende, oltre alia risoluzione e alla rescissione, la riduzione delle disposizioni testamentarie e delle donazioni, l'azione revocatoria dei creditore, la revocazione delle donazioni e la restituzione dei doni per mancato matrimonio: cfr. ScOGNAMIGLIO, Con· tratti in generale, cit., p. 253 ss.; e. FERRI, Pro/ili dell'accerta'!1ento _costi· tutivo, Padova, 1970, p. 35 s.; equipara, nei rapporti con i terzi, alie 1mpu_gnative negoziali anche l'azione cli simulazione MENGO.NI, Note sulla t~ascri: zione delle impugnative negoziali, cit., p. 243. Parla mvece, a pro~os1t? .d~ queste figure, di « negozio ad efficacia eliminabile », FEDELE, La znval1d1ta dcl negozio giuridico privato, cit., pp. 273 ss. e 281 ss. . . . 21 Delle varie figure di impugnabilità si prenderanno m con~1der~1onc solamente la rescissione e la risoluzione perché solo queste due 1potes1. entrano pienamente nella tematica dell'efficacia reale ~el contrat.to: nella ~ir:o: lazione dei beni connessa con un acquisto mortis causa g1ocano prmc1p1

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Si tratta, come subito evidente, di istituti assolutamente diversi nei presupposti e negli interessi che la loro stessa previsione vuole tutelati. Essi presentano perà un aspetto unitario, detenninato da una ana1oga finalità: producono tutti una vicenda eliminativa. II che consente pertanto di accomunarli nello studio del modo della 1oro incidenza sul contratto neí cui confronti essi reagiscono. L'analisi dei contenuto effettuale delle azíoni di caducazione e proficua solo se i suoi risultati possono essere inquadrati armonicamente nel sistema della circolazione giuridica dei beni. Come si e poco sopra dichiarato, la validità, anzi meglio, la verità di un concerto dipende esdusivamente dal modo coerente e logico con cui esso si innesta in quel sistema ordinato di concetti e di norme in cui si sostanzia, in ultima analisi, l'ordinamento giuridico. II concerto e le norme che d apprestiamo ad esaminare, ossia il modo di operare delle azioni di caducazione, non possono essere analizzati isolatamente: cosí facendo si corre il rischio di offrire una spíegazione del fenomeno che puo risultare contraddittoria con altri concetti con esso interdipendenti, e, quindí, in definitiva inutilizzabile. A1 contrario ogni singo1o dato normativo deve essere coordinato con ogni altro dato normativo, perché tutte le norme dispositive (e i concettí elaborati per renderle ordinate ed :ingiuridici, o almeno línee di tendenza, che rísultano in certo qual modo difformi dall'acquisto a domino per contratto. Lo stesso rilievo vale per la donazione che subisce - bastí pensare alla sístematíca del codíce - l'inBusso dei fenomeni successori. Ê bene pero ricordare che i1 punto di partenza storico del problema che si affronterà nasce appunto, ín sede dei lavori preparatori del Code Napoleon, in ríferimento alfa domanda dí revocazíone dclla donazione per causa di ingratitudine: si veda PICARDI, La trascrizione dei/e domande giudíziali, cit., p. 27 s.

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SCELTE METODOLOGICllE

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tellegibili, ossia per renderle sistema 22 ) sono destinate ad ope In questo senso SCADUTO. Sulfa tecnica giuridica, in Riv. dir. civ. 1927, p. 232. « Qui », secando CARNELUTTI, Metodologia de! diritto. cit., p. 102, « si pone una distinzione tra le scienze, che lavorano sui fenomeni, e le scienze che lavorano sui concetti [ ... ]. Per noi giuristi [ ... ] i fenomeni non sono, in gran parte, altro che delle dichiarazioni, cioe, in ultima analisí. dei concetti. Le prime hanno, tanto per le definizioni quanto per le deno· minazioni, le mani libere [ ... ] . Per noi e un'altra cosa. Per noi, voglio dire, la cosa e pregiudicata dai nomi usati per esprimere iI concetto dagli autori delle dichiarazioni [ ... ] . Se gli scienziati potessero paragonarsi ai poeti. direi che gli scienziati dei diritto hanno il tormento delle rime obbligate ». Infatti «una particolarità del diritto rispetto ad altre discipline e che, in esso, sono espressioni linguistiche tanto le norme giuridiche costituenti l'ordinamento positivo quanto le proposizioni della scienza che descrive questo ordinamento »: cosí, LosANo, Sistema e struttura nel diritto, cit., p. 115. « L'idea che questi concetti vadano ricavati dalla legge, perché la legge stessa se ne serve, idea cara a chi vorrebbe ridurre il diritto a volontà empírica (e pretende di costituirvi sopra una scienza dogmatica coerente!) e fallace »: cosí, T. R.AvÀ, La produzione del diritto civile. cit., p. 1629. In senso contrario TARELLO, L'interpretazione della legge, cit., p. 402 ss., il quale ribadisce che nel settore civilistico non si e ancora riusciti a sradicare quella dottrina « secando cui la classificazione [ ... ] del legislatore, ancorché presupposta dalla formula della legge, non costituisce norma. e che pcrciõ l'operatore giuridico dispone di legittimo potere di ricostruire con classificazioni e tipologie la disciplina normativa al di là della formula lette· rale preferita dal legislatore ». La conseguenza fatale del persistere di una siffatta dottrina sarebbe, sempre secando l'a. cit. (p. 403), la frustrazione, nel settore civilistico, degli sforzi del legislatore piú recente ad erodere la discrezione interpretativa. La disapprovazione manifestata dal Tarello nei confronti della impostazione civilistica trova una smentita negli eventi della storia: fin dai tempi di Giustiniano non c'e stato legislatore che non abbia espresso il desiderio che alla sua opera fosse evitata la corruzione della dottrina. Nel settore civilistico esistono, ed offrono ancora una !oro forza persuasiva, costruzioni e opinioni vecchie di millenni, mentre non e mai esistito un legislatore altrcttanto longevo. La dottrina nell'adernpiere il compito che le spetta deve essere padrona di sé; a meno da non pretendere che la legge, trasformata in un canone obbligatorio di conoscenza, moltiplichi e perpetui ogni errore teorico; e cio, per la verità, e assurdo. 22

28

CAPITOLO PRIMO

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rare insieme 23 • Il valore di ogni concetto deriva, lo si ripete, dai sistema di cui fa parte e dipende esclusivamente dalla coerenza sistematica con cui si innesta nell'ordinamento. Pertanto, la spiegazione dei modo di operare delle azioni di caducazione deve apparire coerente con la natura degli effetti già prodotti e che normalmente derivano dai contratto; deve concordare con le caratteristiche della pubblicità cosí come questa edisciplinata nel nostro ordinamento; deve, in ultima analisi, armonizzarsi con ogni concetto e dato normativo dei sistema della odierna circolazione giuridica dei beni. II mancato rispetto di questa insopprimibile coercnza sistematica cui deve necessariamente ispirarsi ogni studio teorico, ossia ogni proposta interpretativa dei dato normativo, conduce a risultati poco convincenti. Di cio, anche prescindendo dai merito delle varie opinioni espresse, desidero preliminarmente fomire una prova che interessa, in modo diretto, la materia da trattare. Nell'affrontare il delicato problema delle conseguenze della invalidità e della inefficacia dei contratto nei confronti delle parti e dei successivi acquirenti, la dottrina ha mostrato, piú t, quello che BETTI, Le categoríe civílistiche dell'interpretazione, cit., p. 49, definiscc « criterio della totalítà ». « Nel campo del diritto il canone ermeneutico dclla totalità si applica oggi sia all'interpretazione di dichiarazioni e di comportamenti, sia a quella di normc e precetti giuridici [ ... ] . Nell'intcrpretazionc dellc normc, giuristi e Ieggi fanno appello, consapevolmcntc o meno, ai canonc della tota1ità, specic allorché si tratta di eliminarc íntcrpretazioni che appaiono in contrasto con la logica dei sistema elaborato con gli strumcntí deJla dogmatica giuridica •. Nell'indaginc giuridica ci si deve renderc conto di una verità elementarc: « J'efletto di una norma si determina compiutamcnte non in funzionc dclla singola norma (qualunque cosa essa sia) ma ín funzione dell'intero sistema'>. Cosí, FALZEA, Elficacia giuridica, cit., p. 458. 21

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SCELTE METODOLOGICHE

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o meno consapevolmente, una persistente difficoltà 24 nel chiarire e nel commentare il modello francese (da cui il nostro in parte deriva) della pubblicità delle domande giudiziali: il sistema predisposto dal nastro codice, con i suoi precedenti storici, infatti appare illogico, spesso farraginoso e piuttosto solÊ sufficiente a questo proposito richiamare le opinioni di MAIORCA, Della trascrizione, in Comm. cod. civ. diretto da D'Amelio e Finzi, Firenze, 1943, p. 6 ss.: MENGONI, Risoluzione per inadempimento e terzi subacquirenti, cit., p. 303; L. FERRI, Trascrizione immobiliare, in Comm. cod. civ. a cura di Scialoja e Branca, Libro VI, Delta tutela dei diritti, art. 2443-2682, Bologna-Roma, 1955, p. 224 ss. Esemplare risulta al riguardo !'opera di ricostruzione storica proposta da PICARDI, La trascrizione delle domande giudiziali, cit., sia per quanto attiene al modello francese (p. 17 ss.), sia per lo sviluppo delle varie opinioni che attraverso i numerosi progetti di riforma (Filomusi-Guelfi, Gianturco, Scialoja) portarono al codice civilc dei '42 (p. 187 ss.). Segno di questa difficoltà nel ricostruire coerentemente il sistema francese della pubblicità costituisce, a mio avviso, il seguente giudizio cspresso da PrCARDI, o.e., p. 25: « ~ noto che il codice civile, voluto da Napoleone, segna un momento di involuzione della normativa in tema di trascrizione in genere ». La stessa opinione manifestano~RIPERT et BouLANGER, Traité de droit civil, III, Paris, 1958, p. 55, i quali commentando il passaggio tra la legge dell'll brumaire an VII (le plus remarquables monuments legislatifs de la Révolution) e il Codice dei 1804 concludono come appaia « regrettable que les rédacteurs du Code civil aient cru devoir en abandonner certaines solutions ». Ritengo che sia ancora tutta da dimostrare la superiorità (da cui la asserita linea di tendenza evolutiva) dell'idea secando cui l'efficacia dei trasferimento nei confronti dei terzi deve essere subordinata al meccanismo della pubblicità. Inoltre il PICARDI, o.e., p. 156, nell'esporre e nel documentare l'iler concettuale dei passaggio dal codice francese ai nastro dei 1865, osserva che il primo segue un «processo deduttivo piú rigoroso» mentre il secando rinuncia « al rigore meramente formale per una migliore tutela dei terzi ». A mio avvíso, e spero di riuscire a dimostrarlo coo il presente lavoro, annotazioni di questo tipo sul nostro ordinamento nel settore della pubblicità delle demande giudiziarie, equivalgono ad una (fondata) accusa rivolta alla nostra scienza giuridica di non essere riuscita (ancora oggi) a fornire una spiegazione logicamente e sistematicamente appagante dei comandi legislativi in materia. 24

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CAPITOLO PRIMO

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lecito alie esclusive esigenze della pratica 23 • Per contrasto si sottolinea la logica linearità e la semplicità di funzionamento del principio della pubblica fede cosí come questa e accolta nei sistemi di ispirazione tedesca. Tali ordinamenti, al fine di una adeguata ragione di tutela dei terzi, hanno reso ínattaccabíli le risultanze dei registri immobiliari, realizzando in questo modo le esigenze ideali della pubblicità immobiüare 26 • Questo diffuso sentimento di dichiarata inferiorità logica del nastro modello di pubblicità ha assillato alcuni autori 27 tanto da indurli a richiamarsi ad alcune soluzioni tipiche dell'ordinamento tedesco che, in tema di circolazione dei beni, adotta, per la verità, soluzioni completamente diverse da quelle del nostro codice 7!. II che dimostra già in limine, ossia senza bisogno di ulteriori ed approfondite argomentazioni, l'impossibilità per quelle soluzioni di inserirsi armonicamente e coerentemente nel nostro ordinamento giuridico. Da ultimo dr. N1c0Lô, La trascrizione delle domande giudi:dali, in Dispense dal corso di dir. civ. a cura di D. Messinetti, III, Milano, 1973, p. 15. u AURICCHIO, La simulazione nel negozio giuridico, cit., p. 203; N1COLÔ, o.e., p. 2. Z1 Per le citazioni rinvio alle indicazioni fornite da PICARDI, La trascrizione delle domande giudiziali, cit., pp. 191 e 192 note 16 e 18. Da ultimo, in questa Iinea di pcnsiero, PROTO P1sANI, La trascrizíone delle domande g;udiziali, cit., p. 116 ss.: si veda inoltre la precedente nota 3. 28 ~ nccessario considerare che in dottrina e stata sovente ribadita l'opinione che, in ultima analisi, la diversità delle soluzioni adottate dai nostro codice rispetto all'ordinamento tedesco diventino poco nette e precise nelle loro concrete attuaz.ioni per le limitazioni derivanti all'efficacia reale del contratto dai princfpi della pubblidtà e dei possesso: cfr. Aua1ccmo, La simulazione nel negozio giuridico, cit., p. 194; BIANCA, Riflessioni sul principio del consenso traslativo, cit., p. 543 ss.; BRECCIA, La ripetízione delt'indebíto, Milano, 1974, p. 93; SAcco, li contralto, cit., p. 648; si veda retro la precedente nota 5 e ante !e note 109, 110 e 111. 25

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SCELTE METODÜLOGICHI:

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Ed inoltre, cosa questa che ritengo ben piú grave, tale atteggiamento ha determinato una inspiegabile rinuncia a costruire il quadro teorico del nostro sistema di pubblicità delle domande giudiziali o, quanto meno, delle domande dirette a far cadere un contratto traslativo 29 • Né puo valere, a parziale giustificazione, la costatazione che il codice ha afirontato il problema avendo esclusivo riguardo alie esigenze contingenti della pratica piuttosto che a quelle rigorose della logica 30 • Siffatto addebito all'opera del legislatore e privo di senso: lo si accusa, in ultima analisi, di non avere usurpato cio che non gli compete. Il compito del legislatore e sempre e solo quello di provvedere ai bisogni 31 : le disposizioni d.i legge, anche quelle contenute nel codice, si accavallano e si assommano susseguendosi senza ordine, cosí come sono richieste o promosse dai continuo bisogno di norme da parte della attività umana d.i relazione. Pero l'ordinamento, che indubbiamente comprende come sua stessa fonte la legge ed in genere i comandi legislativi, non si identifica con essi 32 , non e una disordinata somma

  • , La trascrizione delle domande giudi:âali, cit., p. 118. 260 MENGONI,

    (13]

    IL PREGIUDIZIO DEI TERZI

    169

    avviso, ritenersi che quel termine di cinque anni commc1 a decorrere dalla data di trascrizione del titolo dei terzo. Infatti, ammessa la nullità della donazione di cosa altrui 262 , si deve del pari ammettere che lo (pseudo) alienante dei primo contratto nullo, in quanto indubbiamente sussiste quell'interesse richiesto dall'art. 1421 cod. civ. ai .6.ni della legittimazione dell'azione di nullità, puõ chiedere che sia dichiarato nullo anche il contratto di donazione concluso tra il suo avente causa e il terzo. ln altri termini, posto che l'art. 2652, n. 6, cod. civ. dispone genericamente di « trascrizione dell'atto impugnato » cominciando a far decorrere da tale data il termine di cinque anni, tenuto conto che all'alienante del primo contratto nullo compete la legittimazione a chiedere la dichiarazione di nullità della donazione da altri compiuta su un bene di cui e ancora proprietario, mi sembra possibile sostenere che in questa ipotesi il quinquennio decorra dalla data di trascrizione del titolo gratuito del terzo. La generica espressione « atto impugnato » di nullità puõ intendersi: il primo contratto nullo nell'ípotesi di acquisto del terzo a titolo oneroso, il secondo contratto nullo nell'ipotesi di acquisto gratuito dei terzo. La trascrizione del titolo del terzo, qualora questi sia in 2.62 Per la dottrina dominante la nullità della donazione di cosa altrui, pur non essendo esplicitamente sancita, deriva dalla stessa natura del contratto di donazione: tra l'altro l'art. 769 cod. civ. precisa che i1 clonante di· sponga di un suo diritto. Si vedano al riguardo le esautienti argomentazioni di MENGONI, Gli acquisti «a non domino», ed. 1975, cit, p. 27 ss., ai quale si rinvia per i riferimenti bibliografici. Risulta in contrasto con l'opinione dominante BIONDI, Le donazioni, in Tratt. dir. civ. diretto da Vassalli, Torino, 1961, p. 346 ss., che adopera pero (p . .574) anche una cspressione dai significato oscuro: «e nulla la donazione a non domino relativamente agli effetti reali ».

    170

    CAPITOW SECONDO

    [13]

    buona fede e allorché non intervenga entro cinque anni la trascrizione della domanda diretta a far dichiarare la nullità, determina la trasformazione dell'infondato ed effimero acquisto del terzo in acquisto vero e proprio ~, anche nei confronti del vero proprietario, titolare dell'impugnativa, che mai ha dismesso il suo diritto, e puõ darsi neanche il possesso del bene, per l'inefficacia iniziale del contratto nullo. Siamo alla presenza di una nuova e complessa fattispecie legale di acquisto. Non e il contratto nullo a determinare l'acquisto del terzo, né, in funzione di pubblicità sanante, la trascrizione del suo titolo. E piuttosto il decorrere di un certo período di tempo che alla scadenza, e solamente in quel momento, fa sorgere l'acquisto a favore del terzo. Tale acquisto cronologicamente non coincide e non dipende mai dal titolo del terzo; il che significa, se sono vere le condusioni raggiunte in tema di efficacia reale, che esso non e effetto del contratto concluso dal terzo, né tantomeno, occorre ribadirlo, del contratto nullo concluso daI dante causa del terzo. « II titolo nullo Si oppone a questa opinione assolutarnente pacifica in dottrina CoLE· La trascrizione della domanda di nullità e i terzi subacquírenti, cit., p. 694 ss.; secondo l'a. l'art. 26.52, n. 6, in riferimento all'azione di nullità, non determina a favore dei subacquirernte di buona fede l'intangibilità dell'acquisto da lui effettuato, nel senso ossia che il terzo, per cffetto della norma citata mai potrà essere considcrato proprietario o titolare di un diritto reale. Per alcune critichc alla tcsi dei Colcsanti si vedano: PROTO PisANI, La lrascrizione delle domande giudiziali, cit., p. 241, nota .51 bis; PICARDI, La lrascrizione delle domande giudiziali, cit., p. 372 ss.; PALERMO, Contralto di alienazione e tilolo dell'acquisto, cit., p. 68; MENGONI, Gli ttcquisti «a non domino», cd. 197.5, cit., p. 301, nota 107; nonché mi sia conscntito il rinvio ai mio, Ripeti:âone di cosa determinala e acquislo a domino della proprietà, cit., p. 13.5, nota 132. 163

    SANTI,

    [131

    IL PREGlL"DIZIO DEI TE.IZI

    1 "".. ;,i.



    1

    e solo un

    presupposto diciamo cosí esterno dell'intervenro !egislativo in pro dei terzi »a.e. La fattispecie acquisitiva prevista dal n. 6 dell'an. 2652 coei. civ. in riferimento alla nullità, presenta quindi lL'll struttura complessa e una pluralità di requisiti: innanzitutro la buona fede del terzo, un suo acquisto trascritto, la cominuità a ritroso delle precedenti trascrizioni ~ e, infine, la non trJscrizione delle demande di nullità per un periodo di cinque anni che decorrono dalla data di trascrizione del contratro nullo. Solo dopo che e trascorso questo período di tempo. e con il concorso delle altre condizioni, il terzo diventa proprietario del bene immobile. Si tratta di un acquisto che. a prescindere dalla sua natura originaria o derivativa~. esula sicuramente dal campo della circolazione a domino della propriet3. Infatti il terzo acquista da colui che per definizione non e. e non e mai stato, proprietario della cosa. E un ístituto singolare perché non trova alcun riscontro negli altri libri del codice, anzi deriva da regole opposte a Della lrascrizione, cit., p. 248; AuRICCHIO, L.t simulc:io"" nel negozio giuridico, cit., p. 99, nota 102. 365 ln senso conforme, N1coLÕ, La trascrizione dei/e do,,,ttnde giudi'::.i.tli, cit., p. 44; MENoom, Natura giuridica degli acquisli « « non domino», cit., p. 1307, nota 7; nonché, in senso problematico, ln., Gli 4cquisli "., non domino», ed. 1975, cit., p. 290, nota 84. Ritienc l'art. 2652, n. 6. un'applicazione dei principio dclla continuità dellc trascrizioni DE L1sE. DelU tr1scrizione, cit., p. 432. 266 Ritengono di natura originaria l'acquisto ex art. 2652, n. 6, rod. civ. parte prima dei capoverso MAIORCA, Delta trascriúone, cit .. p. 247 s.; NATOLI. Della tutela dei diritti. Trascriz.ione, Torino, 1962, p. 157 ss. Di contrario avviso ~ pcrõ la maggior parte delta dottrina: si veda per tutti P1CARDI. LI lrascrkione deUe domande giudiz.iali, cit., p. 381 ss. Sulla questione mi pcrmetto di rinviarc al mio, Ripetizione di rosa determi114/r1 e acqrústo a domino della propriet~, cit., p. 137, nota 136. 164 MAIORCA,

    172

    CAPITOLO SECONDO

    [14]

    quelle accolte dal nostro sistema di circolazione dei beni basato sul contratto causale ad effetti reali. Esso risulta ispirato all'ordinamento tavolare austríaco che fonda il trasferimento degli immobili sul principio formale delle risultanze dei libri fondiari piuttosto che sul principio consensualistico 267 . Si puo pertanto concludere che l'art. 2652, n. 6, cod. civ. non disciplina la trascrizione della domanda di nullità: al contrario di quanto si verifica invece per il n. 1 del medesimo articolo in riferimento alla rescissione e alia risoluzione, non completa la cosiddetta disciplina sostanziale dell'azione. Né tantomeno serve a rendere efficace, cio che per definizione non puo produrre effetti, anzi esso presuppone l'iniziale e totale inefficacia del contratto nullo. La norma in esame regola piuttosto un autonomo e complesso meccanismo acquisitivo. Cio risulta confermato da un'ulteriore circostanza: lo stesso articolo, applicato all'annullabilità, prevede una fattispecie alquanto diversa da quella contemplata dagli artt. 1442 e 1445 . 268 . Cod • ClV. 14. - Ad un primo e superficiale esame sembra pero che la seconda parte del capoverso del n. 6 dell'art. 2652 cod. civ., appositamente dedicata all'annullabilità, non si discosti molto dalle regole generali di diri tto comune detta te per l' azione di annullamento che sono, per intenderei, quelle contenute negli artt. da 1441 a 1446 del codice. L'annullamento che non deriva da incapacità legale non pregiudica i diritti acquistati dai terzi di buona fede ii1 base 267 PICARDI, La trascrizione delle domande giudiziali, cit., pp. 76 ss., 204 ss.; MENGONI, Gli acquisti «a non domino», ed. 1975, cit., pp. 272 ss. e 304 ss. 268 ln senso analogo, MENGONI, o.u.c., p. 365.

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    IL PREGIUDIZIO DEI TERZI

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    ad un atto trascritto o iscritto anteriormente alla trascrizione della domanda. Questo e il solo principio che hanno in comune le due normative. Tutto il resto e diverso: a cominciare da quella apparente concordanza del termine quinquennale che per l'art. 1442 cod. civ. e sicuramente termine di prescrizione, mentre nella previsione dell'art. 2652, n. 6, per prevalente e persuasiva opinione w, e período di decadenza. Tale discrepanza di trattamento tra la disciplina sostanziale e quella pubblicistica dell'azione e possibile cogHerla attraverso l'interpretazione del numero 6 dell'articolo alla luce dei princípi che governano l'annullabilità. AI riguardo, lo ripeto 210 , la prima parte del capoverso della norma si riferisce indifferentemente ad entrambe le azioni; da cià quella superficiale univocità della disposizione che e la causa principale delle difficoltà interpretative cui conduce la disposizione. Se la domanda diretta alia sentenza costitutiva di annullamento, cosí come per quella volta alia dichiarazione di nullità, viene trascritta dopo che sono trascorsi cinque anni dalla trascrizione dei contratto da caducare, non sono pregiudicati i diritti acquistati a qualunque titolo dal terzo di buona fede, purché H suo acquisto sia trascritto prima della trascrizione della domanda giudiziale. La regola vale tanto per la domanda di nullità quanto per quella di annullamento; ma per la differenza dei presupposti e degli effetti esistenti tra le due azioni, la stessa espressione adoperata dal legislatore nella prima parte dei capoverso assume un significato diverso a seconda che si riferisca all'una o all'altra. Per tutti si veda DE L1sE, Delta trascrizione, cit., p. 442 ss. no Si veda i1 testo in corrispondenza della nota 2.'.58.

    :269

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    CAPITOLO SECONDO

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    Infatti, a differenza di quello nullo, il contratto annullabile produce in pieno i suoi effetti. Prima della sentenza di annullamento risulta perfettamente efficace, specie sotto il profilo traslativo, il contratto concluso tra !'avente causa da quello annullabile, vero proprietario, e il terzo. La pronuncia costitutiva di annullamento e un fatto nuovo che produce effetti reali di direzione opposta a quelli che aveva determinato il contratto cui si riferisce: determina immediatamente il trasferimento del diritto dall'avente causa all'alienante, vecchio proprietario. Questo effetto reale la sentenza non puo produrlo se l'acquirente convenuto in giudizio ha già trasferito il suo diritto ad altri, ossia se non e piú proprietario al momento della domanda: cosí come non lo produce la vendita quando !'alienante non e proprietario. Il problema dell'anteriorità dell'acquisto del terzo rispetto all'acquisto dell'attore vittorioso che ha agito per l'annullamento e risolto esclusivamente sulla base delle date di trascrizione dei relativi titoli. Nel nostro sistema di circolazione dei beni non si puo fare a meno della trascrizione nel disciplinare l' azione di annullamento. La pubblicità serve infatti a dirimere il conflitto tra l'attore e il subacquirente entrambi aventi causa dal convenuto soccombente: ·il primo in forza della sentenza costitutiva, l'altro per effetto del contratto consensuale. Questa considerazione giova a spiegare il perché il codice, già in ·sede di disciplina sostanziale dell'azione, fa entrare esplicitamente in gioco le regole della trascrizione per determinare il pregiudizio del terzo. La medesima considerazione, come già si e .avuto modo di ribadire, serve altresí a chiarire il motivo per cui tutto cio non avviene in riferimento alia nullità: non avrebbe avuto alcun senso predisporre un meccanismo formale per risolvere il

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    IL PREGIUDIZIO DEI TERZI

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    conflitto che vede opposti due soggetti dei quali uno, !'alienante dei contratto nullo, deve essere sempre considerato proprietario, mentre l'altro, il terzo subacquirente, e destinato in ogni caso a soccombere. E questa la realtà normativa sulla quale si innesta il n. 6 dell'art. 2652 cod. civ. Si sono già analizzate le novità che esso determina in riferimento alia nullità; vanno ora esaminate le originali modi:fiche che l'articolo introduce nella disciplina dell'annullabilità. L'art. 2652, n. 6, cod. civ. non si limita infatti ad una mera applicazione delle regole cosiddette sostanziali (artt. 1441-1446 cod. civ.) dell'azione: non e una conseguema dei normale modo di reazione della pronuncia giudiziale nei confronti dei contratto annullabile, cosí come invece avviene per la risoluzione e la rescissione. L'art. 1445 cod. civ. dispone che l'annullamento dipendente da incapacità legale pregiudica in ogni caso qualunque acquisto dei terzi. L'art. 2652, n. 6, cod. civ. sancisce che l'incapacità legale non danneggia i terzi quando la trascrizione della domanda giudiziale sia intervenuta decorsi cinque anni dalla data di trascrizione dell'atto impugnato. Trascorso tale período di tempo saranno del pari salvaguardati gli acquisti gratuiti dei terzi; acquisti questi ultimi che :invece ai sensi dell'art. 1445 cod. civ. dovrebbero sempre essere pregiudicati 271 • Né si dica, per sminuire la diffe27l ln questo senso e l'opinione prevalente: MESSINEO, Annullabilità e annullamento, cit., p. 482; L. FERRI, Trascriz.ione immobiliare, cit., p. 277; PICARDI, La trascriz.ione delle domande giudiziali, cit., p. 382, nota 60. In senso contrario si sono invece espressi PALERMO, Contralto di alie11azione e titolo dell'acquisto, cit., p. 78, e MENGONI, Gli acquisti «a non domino», ed. 1975, cit., p. 289, nota 83. Per una critica alla tesi del Mengoni mi permetto rinviare a Ripetizione di cosa determina/a e acquisto a domino della proprietà, cit., p. 141, nota 143.

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    CAPITOLO SECONDO

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    renza tra le due discipline, che per esplícita disposizione del codice l'art. 1445 cod. civ. va applicato « salvi gli effetti della trascrizione della domanda di annullamento ». AI riguardo non vi e neppure coincidenza per quel termine quinquennale previsto tanto nell'art. 1442 che nell'art. 2652, n. 6, cod. civ. A mio avviso e sufficiente questo dato temporale a rendere infruttuoso, se non impossibile, qualsiasi tentativo di combinazione tra le due normative tale da condurre ad una regolamentazione unívoca dell'azione di annullamento. Alia luce di questi argomenti va pertanto respinta l'opinione di chi m, osservato che l' azione di annullamento si prescrive in cinque anni, afferma che il codice abbia voluto riprodurre, in chiave di trascrizione, una sorta di meccanismo parallelo. Anche se si tratta di un eguale período di tempo, il quinquennio previsto dall'art. 1442 cod. civ. non coincide con quello di cui all'art. 2652, n. 6, cod. civ.: nel primo caso il tempo comincia a decorrere allorché cessa il vizio che inficia il contratto, nel secondo caso dalla data di trascrizione del contratto. Ed inoltre, mentre quello previsto dall'art. 1442 cod. civ. e un termine di prescrizione giacché esso, per lo stesso tenore letterale della norma, e suscettibile di sospensione o di interruzione; il termine previsto dall'art. 2652 cod. civ. risulta essere un vero e proprio termine di decadenza 273 • Puà accadere, per fare un esempio, che siano decorsi i cinque anni dalla trascrizione ma che non sia ancora cessata la violenza che inficia il contratto. m

    NATOLI, Delta tutela dei diritti. Trascrizione, cit., p. 156. Per opinione assolutamente prevalente: per tutti si veda DE LISE, Della trascrizione, cit., p. 442 ss., cui adde N1c0Lô, La trascrizione delle do mande giudiziali, cit., p. 20. 173

    [14]

    IL PREGIUDIZIO DEI TERZI

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    Ne consegue, pertanto, che l'art. 2652, n. 6, cod. civ., applicato all'azione di annullamento, prevede un modo di salvaguardia della posizione dei terzi subacquirenti del tutto autonomo ed indipendente rispetto al normale funzionamento dell'annullabilità cosí come e previsto dall'art. 1441 ss. cod. civ. Si tratta di un indubbio ampliamento della tutela dei terzi (acquisti gratuiti) che, sia pure con un meccanismo ispirato ad ordinamenti di tipo tedesco, conferma quella linea di tendenza, piú volte sottolineata 274 , che vede la sempre piú estesa affermazione del principio espresso per la prima volta dall'art. 958 del codice napoleonico. Dall'art. 2652, n. 6, viene fuori una norma che non trova alrun riscontro negli altri libri del codice. La prima parte del suo capoverso determina nei confronti della nullità una vera e propria deviazione ai princípi fondamentali del nastro sistema contrattuale. Deviazione questa che solo in sede propagandistica puõ essere considerata « in armonia con i criteri direttivi segnati dal nuovo codice che della tutela della buona fede e delle legittime aspettative dei terzi ha fatto un principio generale indubbiamente piú consono ai bisogni della nostra epoca » 275 • Anche nel caso di annullabilità l'articolo in esame individua una disciplina diversa da quella prevista dalle norme di diritto comune; e cio non solo per il differente modo con cui incide nelle due ipotesi il decorso del tempo. La seconda parte del capoverso della norma (Se pero ... ) fa riscontro, per sottolineare ancora una volta la trasandatezza con cui e stato redatto Fart. 2652, n. 6, cod. civ., non alia régola enunciata in posi~

    Si veda il testo in corrispondenza dellc note 74, 75 e 76. 21s Relazione ai re, n. 1080.

    178

    CAPITOLO SECONDO

    [14]

    tivo nella prima parte, ma al suo opposto, o meglio alia disposizione ricavabile a contrario sensu da quella. Infatti ragionando sulla parte iniziale del capoverso si deduce, a contrario, che se la domanda giudiziale viene trascritta entro cinque anni dalla data di trascrizione del contratto da caducare, sono pregiudicati gli acquisti dei terzi, di buona o mala fede, siano essi onerosi o gratuiti, anche se trascritti anteriormente alia domanda. Quest'ultima regala si applica soltanto ai contratto nullo o a quello viziato da incapacità legale: « se pero la domanda e diretta a far pronunciare l'annullamento [ ... ], la sentenza che l'accoglie non pregiudica i diritti acquistati dai terzi di buona fede in base a un atto trascritto o iscritto anteriormente alia trascrizione della domanda [ ... ] , purché in questo caso i terzi abbiano acquistato a titolo oneroso ». In conclusione puo pertanto ribadirsi che l'art. 2652, n. 6, cod. civ. costituisce una norma atípica nel nostro sistema circolatorio. Nonostante cio e pur con la sua mal riuscita formulazione, esso presuppone che l'inefficacia sia una condizione essenziale della nullità; questa circostanza conferma la scelta metodologica fatta all'inizio in tema di divisione delle varie ipotesi di caducazione da analizzare X76• Tale articolo non regola gli effetti della trascrizione della domanda di nullità, cosí come avviene nel n. 1 in riferimento alle domande di risoluzione e di rescissione. II n. 6 dell'art. 2652 cod. civ. prevede e disciplina una nuova ed autonoma fattispecie acquisitiva. Ciõ risulta confermato dalla circostanza che il medesimo articolo, applicato all'annullabilità, prevede una regolamentazione dell'azione diversa dalle norme cosiddette sostanziali. Z'16

    Si veda il S 4.

    Prospettive di una conclusione

    11 problema della caducazione del contratto, riallacciandomi a quanto scritto all'inizio, presenta una caratteristica singolare: l'incognita da ricercare non sta, come quasi sempre avviene, nelle soluzioni, quanto piuttosto negli stessi dati da elaborare. La verità di una teoria giuridica non dipende da chi l'adopera, anche se questi e il legislatore; ma deriva unicamente dalla coerenza con cui si inserisce nel complesso sistema di concetti che, in ultima analisi, formano l'ordinamento giuridico. Se si e d'accordo con questa affermazione ne deriva che la spiegazione del modo con cui l'ordinamento reagisce alia caducazione del contratto ad effetti reali va posta in relazione armonica con il sistema piú ampio di concetti di cui fa parte: quello della circolazione giuridica dei beni. A tale stregua l'antica e collaudata formula della retroattività, come affermano d'altra parte i suoi stessi sostenitori, lascia adito oggi a molte perplessità; a cominciare dalla circostanza che si fonda su una fictio iuris. L'altra teoria presenta, a mio avviso, una piú agile coerenza sistematica; quella, ossia, che nel rispetto del principio dell'efficacia reale spiega il « pregiudizio » del terzo subacquirente con l'ausilio di quegli stessi strumenti utilizzati in generale per risolvere il conflitto tra successivi acquirenti. Essa vanta anche un'antica dignità, pari a quella che riveste la formula della retroattività (la révocation de la donation pour cause d'ingratitude dell'art. 958 code civil), basata perà non sull'opinione di un legislatore ma sulla sostanza delle sue disposizioni. Parafrasando la riflessione del Marcade, sono quasi duecento anni che esiste il principio consensualistico ed e ancora

    182

    PROSPETrlVE DI UNA CONCLUSIONE

    necessario armonizzare l'intero sistema della circolazione con questo nuovo canone. lntrodotto il principio dell'effi.cacia reale del contratto causale, con le sue necessarie implicazioni nel settore della pubbl:icità e del possesso, la teoria della retroattività, prima o poi, doveva entrare in crisi. Se un soggetto diviene proprietario in forza di un contratto effi.cace, ma successivamente caducato, la sua titolarità sul bene determinato non puõ essere tolta di mezzo o ignorata con una semplice operazione mentale, come se quel diritto non fosse mai esistito. Tale diritto, se e vero l'art. 1376 cod. civ., e una realtà talmente ingombrante che puõ venire controbilanciata solo da un fatto nuovo che produca effetti uguali e contrari rispetto al contratto. Tutti gli atti compiuti da quel soggetto prima di questo fatto nuovo sono atti compiuti dal proprietario e a tale stregua vanno valutati. La teoria del codice tradisce quest'affermazione, ma nella sostanza le sue disposizioni non la contraddicono. Chi ottiene una sentenza costitutiva di caducazione risulta un avente causa del suo stesso avente causa. La posizione dell'attore vittorioso va quindi saggiata di fronte ad un altro eventuale acquirente: il terzo « pregiudicato » di cui parla la norma. Prevarrà colui che ha acquistato per primo cosí come e norma generale nel nostro sistema circolatorio. Non si tratta del ripristino, con efficacía piú o meno retroattiva, dei titolo che a sua volta poteva vantare l'attore vittorioso; questa spiegazione non e piú sod.disfacente quando nell'ordinamento si realizza la perfetta coincidenza tra il titulus e il modus adquirendi. Con il sistema di concetti inaugurato dall'art. 1376 cod. civ. il nostro legislatore, a differenza di quanto avveniva nel

    PROSPETTIVE DI UNA CONCLUSIONE

    183

    passato o di quanto accade oggi in altri ordinarnenti, si e spogliato d.i una sua antica prerogativa: quella di determinare e di regolare gli atti solenni e formali idonei al trasferimento dei d.iritti. Tale compito e attribuito ora ai privati, conferendo al loro accordo economico il potere di determinare direttamente il trasferimento del diritto. Fintantoché esiste una sia pur lieve distinzione tra l'accordo delle parti (titulus) e l'adeguamento dell'ordinamento (modus) a quanto voluto dai contraenti, e possibile utilizzare la teoria della retroattività. Infatti solo quando l'effetto traslativo e conseguenza di un atto voluto e predisposto dal legislatore, quest'ultimo puà comandare, in caso di caducazione, di considerare come mai compiuto l'atto traslativo. L'abbandono della teoria della retroattività comporta pero una conseguenza di notevole importanza sul piano sistematico. Impone la necessità di rivedere la nozione di acquisto derivativo: quest'ultimo risulta infatti modellato su quella formula. L'acquisto derivativo lo si costruisce sottolineando il puntuale e vincolante nesso di causalità che si viene ad instaurare tra la posizione del dante causa e quella dell'acquirente, di guisa che, se cade o viene meno il diritto spettante al vecchio proprietario, cadrà anche il diritto del suo avente causa. Per essere considerato proprietario a titolo derivativo si ritiene che occorra una serie continua di titoli di acquisto; e necessario inoltre che questi siano tutti validi ed efE.caci, in quanto la idoneità di ciascun titolo dipende dalla idoneità della catena dei precedenti. Cio che influisce su un titolo di acquisto si ripercuoterà inevitabilmente sugli acquisti successivi. 11 tutto viene sintetizzato con le parole dell'antico broccardo resoluto iure dantis resolvitur et ius accipientis; formula questa adope-

    184

    PROSPETTIVE DI UNA CONCLUSIONE

    rata anche per indicare la teoria della retroattività. ln questa ottica diventa quindi perfettamente coerente quanto affermato nella relazione del guardasigilli secondo cui uno degli aspetti essenziali di un ordinato sistema di pubblicità consiste nella protezione dei terzi acquirenti di fronte all'eventualità che venga meno il diritto de1 loro autore. Se invece si accoglie l'interpretazione proposta che respinge la teoria della retroattività, si deve convenire che la funzione della pubblicità immobiliare non e quella dichiarata ufficialmente nella relazione illustrativa ai codice civile; la trascrizione ai contrario soddisfa l'esigenza, unica ed originaria, di determinare !'ultimo contraente o, piú esattamente, !'ultima vicenda che ha inRuito sulla titolarità di un determinato bene. II medesimo compito viene svolto, sia pure con un meccanismo alquanto diverso, dal possesso per quanto riguarda i beni mobili. ln questa prospettiva l'acquirente a domino, ossia colui che per definizione acquista a titolo derivativo, deve soltanto dimostrare la proprietà dei suo dante causa, e non anche che il titolo vantato da quest'ultimo sia esente da vizi. Basta che il precedente titolare sia ancora proprietario ai momento dell'alienazione perché al suo avente causa venga attribuito, a tutti gli effetti, il diritto di proprietà. Tutte le vicende successive a quel momento che potranno travolgere il titolo dei vecchio proprietario, anche se si tratta di una sentenza di caducazione, non possono produrre alcun effetto sul nuovo proprietario, acquirente a titolo derivativo. Questa diversa definizione della nozione di acquisto derivativo presenta, a mio avviso, un ulteriore vantaggio sistema· tico. Consente infatti una piú coerente integrazione tra due

    PROSPETTIVE DI UNA CONCLUSIONE

    185

    tematiche (il contratto e il diritto reale) che, per i sostenitori della formula della retroattività m, offrono una notevole dif!icoltà di coesistenza. Attraverso una piú netta e precisa separazione tra la posizione di colui che ha acquistato a domino e i titoli vantati dai precedenti proprietari, e possibile fornire una piú convincente spiegazione del perché i diritti reali, a differenza dei rapporti obbligatori, assumano un'indiscutibile autonomia rispetto al titolo contrattuale dal quale si distaccano una volta realizzato il loro trasferimento.

    m SANGIORGI, Regolamento contrattuale e diritti reali, cit., p. 148, osscrva, al riguardo, che cio e sintomo della « sempre affiorante difficoltà dei pieno inserimento del diritto reale nella tematica del contratto, la cui efficacia reale, di riscontro, non riesce ad integrarsi del tutto nel sistema». « Invece il legislatore ha fatto salvi i diritti acquistati dai subacquircnli. Con il che ha dato vita addirittura a un vero e proprio fenomeno di astrazione dalla causa, intesa quest'ultima in senso lato, in quanto ha svincolato le sorti della viccnda traslativa dai limiti che al precedente atto di circolazione deri· vavano dalla mancata attuazione del sinallagma funzionale »: ZANARONE, IA risoluzione dei contralto nel fallimento, cit., p. 306. «De! resto, nei rapporti con i terzi la portata dell'opposto principio della causalità stata notevolmentc ridotta nel nostro ordinamento dal codice dei 1942, che ha limitato la retroattività reale dell'annullamento dei contratti e l'ha negata alia rescissione e alla risoluzione »: MENGONI, Gli acquisti «a non domino», cd. 1975, cit., p. 122, nota 22.

    e

    Indici

    AUTOR!

    Albanese 18 (3) Andrioli 116 (168) Argiroffi. 11.3 (163) G. C. Auletta 82 (91) Auricchio 21 (11) Barassi 43 (40) Betti 16 (2) Bianca 17 (3), 92 (116) Bigiavi 21 (10), 77 (85), 84 (95), 86 (100) Biondi 169 (260) Boulanger 29 (24) Breccia 30 (28) Butera 82 (91) Calasso 18 (3) Caramazza 136 (201) Cariota Ferrara 47 (43) Carnclutti 15 (2) Carrcsi 48 (43) Cian .39 (38), 46 (42) Colcsanti 167 (257) Colorni 18 (3) Conso 49 (44) Corrado 47 (43) Covicllo 134 (198) Criscuoli 22 (15), 47 ( 4 .3) Dalmartcllo 47 (4.3) De Giovanni 25 ( 19) De Lisc 94 (123) De Marini 89 (109) De Martino 138 (204) Falzea 16 (2) Fedele 2.5 (1 9 ) C. Ferri 2.5 (20) G. B. Ferti 37 (.37) L. Ferri 29 (24) Funaioli 18 (3), 142 (213)

    Gabba 42 (39) Gazzoni 158 (233) Gentile 142 (215) Giordano 65 (61) Giorgianni 19 (5), 37 (37) Gorla 17 (3) Irti 16 (2) Lazzaro 22 (15) Losano 16 (2) Luzzatto 18 (3) Magno 112 (161) Maiorca 29 (24) Marcade 12 (1) Marrone 62 (57) Mengoni 19 (.5), 20 (9), 24 (18), 82 (91), 144 (216), 167 (256) Merrjman 22 (15) Messineo 42 (39), 47 (43), 90 (111), 94 (12.3), 142 (21.3) Montel 137 (201), 142 (213) Mosco 47 (43) Nannini 18 (4) Natoli 171 (264) Nicolõ .30 (25), 55 (54), 102 (139) Ottello 124 (183) Palermo 1.5 (1) Pelosi 24 (18), 24 (18) Perlingieri 22 (1.5) Picardi 19 (7) Pont 73 (77) Pothier 65 (62) Prosperetti 46 (42) Proto Pisani 18 (3), 19 (6), 21 (1.3) Pugliatti 40 (39), 102 (140), 107 (147), 124 (183), 142 (21.3)

    190

    INDICI

    T. Ravà 16 (2), 35 (36), 112 (161) Rescigno 23 (17) Ripert 29 (24) Sacco 19 (5), 47 (43), 123 (181) Sangiorgi 86 (100) Santoro Passarelli 98 (130) Satta 25 (19), 25 (19), 90 (109) Scaduto 27 (22) Scalisi 47 (43) Scognamiglio 25 (19), 25 (19)

    Stolfi 99 (130) Tarello 21 (24) Tatarano 142 (213) Tommasini 25 (19), 25 (19) Torrente 124 (183) Trimarchi 99 (130) Verde 21 (10) Zanarone 18 (3)

    SOMMARIO

    Premessa

    p.

    11

    CAPITOLO PRIMO

    SCELTE METOOOLOGICHE 1. Nella vicenda della circolazione giuridica dei beni, il principio della efficacia reale pone la necessità di rivedere il modello teorico tradizionalmente elaborato (la retroattività) per spiegare le conseguenze della patologia contrattuale.

    15

    2. Delimitazione dei campo di studio: contenuto dell'espressione « caducazione del contratto ad effetti reali )>.

    24

    3. Precisazioni sul significato di contratto ad effetti reali.

    33

    4. Criteri che si intendono seguire nel ripartire e nel raggruppare le varie figure da esaminare: e opportuno accomunare, per studiarle insieme, l'annullabilità la rescissione e la risoluzione separandole dalla nullità.

    45

    CAPITOLO SECONDO

    IL PREGIUDIZIO DEI TERZI Sezione 1. La retroattività 5. 11 problema della caducazione consiste essenzialmente nell'interpretare il termine « pregiudizio » adoperato dai codice in rifcrimento al diritto dei subacquirente.

    61

    6. Analisi storica del concetto. 11 punto di partenza della questione va posto in alcune considerazioni del Pothier volte a mitigarc la severità dei principio regolatore dell'acquisto derivativo che si esprimeva come del resto avviene tutt'oggi, con la formula resoluto iure dantis resolvitur et ius accipientis.

    64

    7. La odiema teoria della retroattività, influenza ta anche dai risultati della dottrina tedesca totalmente estranea alla tradizione dell'istituto, conduce a risultati privi di coerenza sistcmatica.

    83

    192

    INDICI

    8. La formula della retroattività, nonostante le riserve cui va incontro, costituisce la base sulla quale la dottrina ha fondato la nozione stessa di acquisto derivativo.

    Sezione II. L'attore vittorioso

    e un

    p.

    101

    avente causa dei convenuto

    9. La retroattività, consacrata anche dal rodice attuale, si basa su una fictio iuris divenuta insufficiente per comprendere il meccanismo di funzionamento della caducazione.

    107

    10. Prospettazione di una diversa interpretazione dell'intero fenomeno della caducazione basata sul principio dell'effetto reale.

    113

    11. Applicazione della ricostruzione proposta alia materia mobiliare.

    133

    12. Conclusioni in tema di caducazione dei contratto ad effetti reali.

    151

    Sezione III. La nullità 13. L'art. 2652, n. 6, cod. civ., in riferimento alia nullità, non disáplina l'aspetto squisitamente pubblicitario delle relative domande, bensí prevede una autonoma e nuova fattispecie acquisitiva.

    157

    14. (Segue) il medesimo articolo, applicato alia annullabilità prevede un meccanismo d.i salvaguardia degli acquisti dei terzi del tutto diverso da quello di cui all'art. 1445 cod. civ.

    172

    15. Prospettive di una conclusione.

    181

    INDICI Autori

    189

    Sommario

    191

    Questo volume e stato impresso nel mese di giugno dell'anno 1984 presso La Buona Stampa s.p.a., Ercolano per le Edizioni Scientifiche Italiane s.p.a., Napoli Stampato in ltalia / Printed in ltaly

    1. Luigi Labruna, Vim fieri veto. Al.le radiei di una ideologia, 1971. 2. Franco Cipriani, Dalla separazione al divorzio, 1971. 3. Francesco Alessandro Querei, Polizza di carico e lettera di garanzia, 1971.

    7. Renzo Carlini, Il comitato sindacale G fabbrica nella recente legislazione se vietica, 1975.

    8. Pasquale Stanzione, Capacità e mine re età nella problematica della persc na umana, 1975.

    4. Vincenzo Ernesto Cantelmo, Fondamento e natura dei diritti del legittimario, 1972.

    9. Gino Capozzi, Introduzione aUa lc gica come analitica della scienza della storia, 1976.

    5. Biagio Grasso, Eccezione d'inadempimento e risoluzione del contralto (Profili generali), 1973. 6. Giovanni Verde, L'onere della prova nel [Jrocesso civile, 1974.

    10. Giovanni Marino, La filosofia giur. dica di AJ.essandro Levi tra posit vismo e idealismo, 1976.

    12. Biagio Grasso, Il subcontratto, 1977.

    18. Guido Biscontini, Solidarietà fideiu~ soria e « decadenza », 1980. 19. Bruno Troisi, La prescrizione com procedimento, 1980. 20. Vincenzo Ernesto Cantelmo, Il d, ritto legale all'acquisto, 1980. 21. Francesco Ruscello, I regolamenti G condominio, 1980. 22. Francesco Prosperi, La famiglia no « fondata sul matrimonio», 1980. 23. Antonio Iannelli, La proprietà cost ·· ..,. ~ ~zionale, 1980. .. ( • il'f • 24·. PaOio · D'Amico, Il soccorso privai< 1981.

    13. Paolo Cendon, Proprietà riserva e occupazione, 1977. 14. Berardino Libonati Formazione del bilancio e destina~ione degli utili 1978. , 15. Fabrizio Amato - Gabriele Marinaro ~ nuova sostituzione fedecommissa~ na, 1979. 16. Carlo Maiorca, Introduzione alla dinamica giuridica, 1979. 17 · As~olfo Di Amato, Il segreto bancarzo, 1979.

    11. Antonio Flamini, Il trasporto am; chevole, 1977.

    La formula tradizionale della « retroattività » adoperata dallo stesso legislatore per spiegare e disciplinare la caducazione, ossia il venír meno dd contratto annullato rescisso o risolto nei confronti dei contraenti e dei terzi subacquirenti, conduce, a detta dei suoi stessi sostenítor:, a risultati priví di coerenza sistematica. Il lavoro si prefigge quindi di inc\viduare la coerenza delle soluzioni normative in un settcre del codice che appare ispirato solo alle esigenze della pratica piuttosto